Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Richieste di Grazia

Sondaggio concluso il domenica 31 luglio 2016, 22:57

Merita la grazia
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Il racconto andrebbe revisionato
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Jacopo Berti
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Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#1 » venerdì 1 luglio 2016, 11:45

Propensioni

Un altro brusco risveglio nel cuore della notte. Gabriella stringeva le palpebre, provava a rilassarsi e a dormire. Ma non appena prendeva sonno era di nuovo lì, sul pianeta Hawking. Brutali grandinate, impietose tempeste di sabbia. “Sollevare i pannelli! abbassare i pannelli! Interrare il modulo! Emersione!”. Il modulo abitativo obbediva ad ogni suo comando, mentre fuori si rincorrevano cataclismi.
Ma non appena si udiva mormorare e si ridestava, scopriva di essere di nuovo a casa. Una brezza leggera spirava tra le finestre che cozzavano l’una contro l’altra quando uno sbuffo appena più audace faceva danzare i petali dei ciliegi.

Hawking. Forme di vita: nessuna. Pozze acide. Tornado grandi come un continente. Come dominato da un'intelligenza malvagia, il pianeta avrebbe scatenato tutta la sua furia contro ogni base azotata che avesse tentato di diventare qualcosa che striscia, vegeta, fluttua, si moltiplica, assecondando la naturale propensione dell’universo a soggettivarsi. “Schermo anti-radiazioni! Liquido decongelante!”.

Lei però era stata risparmiata, per poter ritornare sulla Terra, dove le vetture solari danzavano silenziose e leggiadre sopra le città-giardino, dove le vecchie signore si affaticavano pacifiche lungo i viali, senza trovare qualcosa di cui lamentarsi. Dove nei giorni di pioggia i ragazzi correvano a casa coprendosi la testa con gli zaini e benedicendo segretamente quell’opportunità di desiderare il sole.

Ma lei non riusciva più a goderne. In piedi, davanti alla finestra, spiava la notte silenziosa da dietro le tende che appena ciondolavano. Tutto era così provvisorio, così futile. Hawking le era penetrato profondamente nell’anima e vi dimorava sottoforma di inquietudine strisciante, di turbamento mal sopito. Un mostro fatto di schianti imprevedibili e di vorticose rocce acuminate le strappava ogni speranza e lei si ritrovava a respirare affannosamente e a guardare con risentimento e dispetto i gerani che traboccavano dai balconi del vicino. A desiderare che rinsecchissero, che divenissero polvere su polvere.

Una notte, inaspettatamente, il ricordo di quel giorno, quell’unico giorno, poco prima di partire, in cui su Hakwing tutto era calmo. “Apertura ingresso”. Uscì dal modulo abitativo. Trattenne il fiato, perché si sentiva respirare. La sua anima si disperse in quella splendida, infinita distesa di nulla che forse valeva tutta quella tribolazione. Poi ritornò in se stessa. Non da sola.

Quella notte si alzò solenne dal suo letto, aprì la porta-finestra e si sistemò a piedi nudi sul balcone. Alzò le braccia al cielo, assecondando la naturale propensione dell’universo all’essenzialità.

Dapprima, tutti pensarono che il vento si fosse fatto appena più audace...


«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

alexandra.fischer
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#2 » lunedì 4 luglio 2016, 21:12

Ottimo racconto di SF.
Notevole la contrapposizione fra la tranquillità della Terra e la furia distruttrice di Hawking, il pianeta refrattario a tutto ciò che vegeta e si moltiplica. Gabriella è rimasta talmente colpita dall'unico momento di tranquillità del pianeta furioso da voler rivivere quel momento (immersione nel nulla assoluto) con il suicidio. il motivo del personaggio segnato dall'esperienza estrema tanto da odiare la bellezza e la calma ( qui resa attraverso il parco di ciliegi immersi nel sole con le vecchiette serene) cercando pertanto l'oblio nella morte, è lovecraftiano. Lo hai rielaborato con grande originalità.

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valter_carignano
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#3 » mercoledì 6 luglio 2016, 19:02

ciao

allora, a una prima lettura non ho trovato niente. Nessun intoppo, niente che non capissi... insomma, mi è sembrato molto buono e basta. Bello, profondo, molto evocativo... giro pagina e sono soddisfatto.

Ma siamo nel Laboratorio e allora a una seconda e pignolissima lettura, ti segnalo alcune cose, immagini che mi sono venute in mente leggendo, forse erano quelle che volevi evocare o forse no, o forse solo a me suscitano pensieri simili. Insomma, vedi tu se quanto scrivo ti serve oppure no.


Gabriella stringeva le palpebre
questo 'stringere' per me è nel 'cloud' della sofferenza/concentrazione. Era quello che volevi dire?

Ma non appena prendeva sonno era di nuovo lì, sul pianeta Hawking. Brutali grandinate, impietose tempeste di sabbia. “Sollevare i pannelli! abbassare i pannelli! Interrare il modulo! Emersione!”. Il modulo abitativo obbediva ad ogni suo comando, mentre fuori si rincorrevano cataclismi.
Ma non appena si udiva mormorare
credo sia una ripetizione involontaria. Non mi pare sia voluta, per cadenzare tramite iterazione. Ma se era così scusa, nel dubbio te l'ho segnalato.

cozzavano l’una contro l’altra anche qui mi sembra (a me, sempre.Cioè personalmente) un'immagine un po' più dura rispetto a quello che mi aspetterei in relazione alla brezza leggera che fa danzare i petali.

Le 'vetture solari' danzano come i 'petali dei ciliegi'.

e benedicendo segretamente quell’opportunità di desiderare il sole.
Ma lei non riusciva più a goderne.
nel pensiero dei ragazzini mi sembra di vedere una vaga insoddisfazione/noia per quel mondo così perfetto (o banale?). La stessa che prova lei. Se è così, cioè se ho capito bene, allora il 'ma' riferito a lei non è tanto un 'ma', quanto un 'anche'.

Tutto era così provvisorio, a me sembra più 'definitiva', questa Terra del futuro. Definitiva come la morte. O forse non ho capito quello che volevi dire.

ciao

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AmbraStancampiano
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#4 » sabato 9 luglio 2016, 16:36

Ciao Jacopo,
questo racconto mi è piaciuto molto, lo trovo delicato e non banale; tuttavia, secondo me è un po' poco chiaro in alcuni passaggi. Non ho capito bene dove fosse il conflitto fino a ben più di metà (precisamente fin quando non mi dici che lei è potuta tornare sulla terra e altri no) e comunque la vicenda non mi è molto ben chiara.
Intuisco che la protagonista viva il pianeta Hawking nei suoi incubi, ma non riesco a capire se ci sia veramente stata o se sia semplicemente un frutto della sua mente (o un universo parallelo a cui accede quando dorme, ma se entriamo in questo discorso temo che non ne usciremo più); intuisco che il pianeta Hawking sia tormentato ma non capisco se ciò è in qualche modo dovuto alla presenza umana o a quella della protagonista, e infine non capisco chi sono questi "altri" a cui fai cenno abbastanza spesso.
Credo che il racconto in realtà vada bene così (non sono un asso della SF, la mia è l'opinione di una profana), e che probabilmente seguendo le mie indicazioni perderebbe parte della bella delicatezza che lo contraddistingue, contemporaneamente però io da profana ne resto più confusa che persuasa, e un po' insoddisfatta. Dipende tutto dal tuo target :).
Prima di chiedere la grazia aspetto una tua risposta o riscrittura :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Jacopo Berti
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#5 » martedì 19 luglio 2016, 10:11

Dopo il Camaleonte, finalmente ho un attimo di tempo per il laboratorio :)
Dunque, grazie mille, Alexandra, per i complimenti, e la comprensione praticamente totale del mio racconto :) Io più che Lovecraft ho immaginato una delle donne smunte e mortifere di Poe, però siamo lì, e il motivo del racconto ("il motivo del personaggio segnato dall'esperienza estrema tanto da odiare la bellezza e la calma") è proprio quello che volevo.

Grazie anche a te, Valter. Rispondo nel merito alle tue osservazioni: "stringeva" è voluto. Forse potrei mettere "serrava", ma non voglio semplicemente dire che le chiudeva, bensì che si sforzava di tenerle chiuse.
La ripetizione di "Ma non appena" è invece involontaria, ora vedo di modificare.
Quanto alle finestre, probabilmente avrai capito che volevo riprendere il rumore delle finestre e il rumore dello schianto al suolo di Gabriella: entrambi si svolgono come un evento "rumoroso" nella serenità di una notte un po' ventilata: mi serve per dire che la protagonista si butta giù, senza descrivere il tonfo. Se hai delle proposte per rendere meglio questo parallelismo, le leggo volentieri :)
Ho capito la tua osservazione sui ragazzini: quel che volevo dire - e mi pareva di averlo detto - è che per i ragazzini anche la pioggia è una cosa bella perché crea attesa per il sole. Insomma, il futuro è, per certi versi, davvero utopico: non è una distopia industriale o tirannica, è davvero il futuro migliore per l'umanità: una convivenza civile, aria pulita, verde eccetera. Gabriella però ha visto una sorta di "assoluto", di "perfezione" nella condizione del pianeta Hawking, e non tollera la calma apparente della Terra, calma dentro la quale si muove la "anomalia" della vita organica e delle attività umane e biologiche. Ad essa riesce a reagire soltanto con un "cupio dissolvi", anche perché ha una sorta di sindrome/senso di colpa della sopravvissuta. Ti confesso che ho pensato al suicidio di Primo Levi, gettatosi dalla tromba delle scale più di quarant'anni dopo il campo di concentramento. Ho anche pensato di situare il suicidio di Gabriella molti anni dopo l'esperienza su Hawking, proprio per dire che la cosa rode dentro, lentamente.

Ambra, grazie per l'apprezzamento. Rileggendo il racconto non so da dove potrebbe emergere che Gabriella non è stata veramente sul pianeta Hawking. Forse nel tono onirico: ma questo è tale perché lei lo ricorda nei suoi incubi. Insomma, c'è andata assieme ad altri, è rimasta sola per motivi che non spiego ma che potrei accennare se lo ritieni utile. Non è tornata sulla terra "da sola", ma con i suoi "demoni", una condizione psicologica causata dal pianeta. Proverò a fare qualche lieve modifica e vedere se risulta più chiaro.
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valter_carignano
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#6 » martedì 19 luglio 2016, 19:05

riciao

la cosa dei ragazzini eccetera l'avevo capita (è chiarissima, infatti), solo avevo inteso quel 'ma' riferito a lei come contrasto con l'atteggiamento dei ragazzini (cosa che non è, perché in fondo nel loro piccolo anche loro desidererebbero più 'vita', quindi hanno lo stesso mood suo anche se minore). Vedo ora rileggendo che invece il 'ma' può tranquillamente riferirsi al fatto che loro gioiscono nell'attesa del sole, e lei invece non riesce più a gioire di nulla. Colpa mia, scusa.

Invece, sui suggerimenti, non saprei, e poi tu scrivi meglio di me in maniera indubitabile quindi mi trovo a disagio. Comunque, butto lì i miei cinque cents: invece che 'cozzavano' metterei 'sbattevano leggere' (e in questo caso il 'leggera' della brezza lo toglieresti oppure metteresti 'gentile' (se non è troppo aulico); o 'sbattevano appena', e in questo caso l'appena successivo lo toglieresti o sostituiresti con 'un poco'.

Cmq, come già detto, era/è già tutto molto buono. Dunque, in tutti i casi e qualunque siano i tuoi eventuali cambiamenti,
CHIEDO LA GRAZIA

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Jacopo Berti
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#7 » domenica 24 luglio 2016, 17:29

Propensioni

Un altro brusco risveglio nel cuore della notte. Gabriella stringeva le palpebre, provava a rilassarsi, a dormire. Ma non appena prendeva sonno era di nuovo lì, sul pianeta Hawking. Brutali grandinate, impietose tempeste di sabbia. “Sollevare i pannelli! Abbassare i pannelli! — l'aveva ordinato migliaia di volte — Interrare il modulo! Emersione!”. La struttura Bioxen obbediva ad ogni suo comando, mentre fuori si rincorrevano cataclismi.
Di là dalla spessa parete del modulo abitativo poteva udire un'eco lontana: era la sua voce che mormorava nel sonno. Si ridestava, scopriva di essere di nuovo a casa. Una brezza leggera faceva danzare i petali dei ciliegi nel viale alberato e le finestre cozzavano l'una contro l'altra quando uno sbuffo appena più audace spirava tra i tetti dei palazzi in stile trans-contemporaneo.

Hawking. Colossale deposito di terre rare e metalli pesanti. Forme di vita: nessuna. Pozze di mercurio. Tornado grandi poco meno di un continente. Come dominato da un'intelligenza malvagia, il pianeta avrebbe scatenato tutta la sua furia contro ogni base azotata che avesse tentato di diventare qualcosa che striscia, vegeta, fluttua, si moltiplica, assecondando la naturale propensione dell’universo a soggettivarsi. “Schermo anti-radiazioni! Liquido decongelante!”.
Quant'era piccola la galassia quando Gabriella era bambina. Pochissimi, eroi o folli, intraprendevano viaggi senza ritorno verso destinazioni remote tra le stelle, ma la maggior parte dell'umanità restava coi piedi per terra, nel sistema solare. Poi, proprio quando la promettente giovane donna otteneva l'abilitazione per l'astronautica civile, la velocità iperluce aveva spianato la strada allo sfruttamento degli esopianeti e spalancato le porte di altrettanti inferni.

Tutta la sua squadra era stata inghiottita da un improvviso inabissamento del terreno impossibile da prevedere. Hawking era crudele e astuto. Lei però era stata risparmiata, per trascorrere lì, nell'ozio e nel rimpianto, parte dei suoi anni migliori e poter ritornare infine sulla Terra, dove le vetture solari scivolavano silenziose e leggiadre sopra le città-giardino, dove le vecchie signore si affaticavano pacifiche lungo i viali, senza trovare qualcosa di cui lamentarsi. Dove nei giorni di pioggia i ragazzi correvano a casa coi droni sopra la testa, benedicendo segretamente quell’opportunità di desiderare il sole.

Ma lei non riusciva più a goderne. In piedi, davanti alla finestra, spiava la notte silenziosa da dietro le tende che appena ciondolavano. Tutto era così provvisorio, così futile. Hawking le era penetrato profondamente nell’anima e vi dimorava sottoforma di inquietudine strisciante, di turbamento mal sopito. Un mostro fatto di schianti inattesi e di vorticose rocce acuminate le strappava ogni speranza e lei si ritrovava a respirare affannosamente e a guardare con risentimento e dispetto i gerani che traboccavano dai balconi del vicino. A desiderare che rinsecchissero, che divenissero polvere su polvere.

Una notte, inaspettatamente, la sorprese il ricordo di quel giorno, quell’unico giorno, poco prima di essere recuperata, in cui su Hakwing tutto era calmo. “Apertura ingresso”. Uscì dal modulo abitativo. Trattenne il fiato, perché si sentiva respirare. La sua anima si disperse in quella splendida, infinita distesa di nulla che forse valeva tutta quella tribolazione. Poi ritornò in se stessa. Non da sola.

Quella notte, a quel ricordo, si alzò solenne dal suo letto e si diresse verso la porta finestra. La maschera di imperturbata dignità che aveva indossato per molti anni aveva ormai i capelli grigi. Gabriella aprì la porta-finestra e si sistemò a piedi nudi sul balcone: la superficie era intollerabilmente tiepida.
La comandante alzò le braccia al cielo, assecondando la naturale propensione dell’universo all’essenzialità.

Nessun urlo, un singolo tonfo, anche la strada era tiepida, detestabile. Fu come uno sbattere di imposte.

Dapprima tutti pensarono solo che il vento si fosse fatto appena più audace..
Ultima modifica di Jacopo Berti il giovedì 28 luglio 2016, 7:45, modificato 2 volte in totale.
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Jacopo Berti
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#8 » domenica 24 luglio 2016, 17:37

Non avendo ricevuto nuove opinioni da altri commentatori, ho deciso di procedere alla revisione del racconto, dando qualche spunto d'ambientazione in più e più chiaro e approfondendo in un punto abbastanza importante la psicologia del personaggio.
Spero che questa versione vi soddisfi più della precedente, anche se l'avete comunque già apprezzata.
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valter_carignano
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#9 » domenica 24 luglio 2016, 18:58

ciao
per me è meglio, tutto più chiaro (lo era anche prima, ma così nessuno credo possa avere dubbi) senza perdere in intensità.

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AmbraStancampiano
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#10 » domenica 24 luglio 2016, 21:05

Ciao Jacopo,
direi che da profana adesso la vicenda mi è molto più chiara.
Bel racconto, CHIEDO LA GRAZIA perché la merita al 100% ;)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

alexandra.fischer
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#11 » lunedì 25 luglio 2016, 18:39

Questa versione è davvero una prova di SF psicologica (stile "Solaris"). Complimenti. Meritava la grazia già allora, figuriamoci ora (non so se si possa richiederla due volte, ma questo mio mini commento conferma il mio giudizio di cui sopra).

alexandra.fischer
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#12 » lunedì 25 luglio 2016, 18:44

Confermo che è un racconto meritevole di grazia (già nella prima stesura). Stavolta, in questa versione, ha virato verso la SF psicologica stile Solaris.

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francescocascione
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#13 » lunedì 25 luglio 2016, 22:50

La Sf resta una passione e mi piace quando viene declinata con capacità.
Racconto senza sbavature, costruito mattone su mattone.
Questa è proprio bella

Quella notte si alzò solenne dal suo letto, aprì la porta-finestra e si sistemò a piedi nudi sul balcone. Alzò le braccia al cielo, assecondando la naturale propensione dell’universo all’essenzialità.

Bravo

Nulla da segnalare.

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Peter7413
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#14 » martedì 26 luglio 2016, 10:19

Noto che hai raggiunto il numero sufficiente di richieste di grazia, bene così.
Di mio devo ammettere che quella frase finale, quella con cui chiudi, non l'ho trovata degna conclusione. Non l'ho capita e questo non mi ha permesso di chiudere il cerchio su un racconto che invece, fino a quel punto e soprattutto in seconda lettura, avevo apprezzato. Forse servirebbe qualcosa di più chiaro e meno indeterminato, ma vedi tu: le grazie le hai ottenute e questo vuol dire che i più l'hanno compreso fino alla fine.
Altro piccolo appunto: SURMODERNO. Non lo conoscevo e ho dovuto cercarlo. Niente di male, ma in un racconto così breve è necessario inserire termini che possono rallentarne la lettura in base alle conoscenze o meno del lettore? Secondo me sarebbe preferibile sostituire con qualcosa di più "popolare", anche perché non è quello il tono del racconto.
Vedi tu... Per me la richiesta di grazia è automatica soprattutto dopo la risoluzione del problema legato alla frase finale.

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Messaggio#15 » martedì 26 luglio 2016, 17:21

Grazie, Maurizio :)
Quanto al termine "surmoderno" è molto recente e specialistico, non mi aspetto che la gente lo conosca, ma che lo interpreti più come la facoltà di conio linguistico nei testi fantascientifici, tanto più che "surmoderno" esiste ma l'architettura surmoderna non esiste ancora, è una cosa che ci sarà forse tra qualche anno, qualche decennio...
Quanto al finale, è dura cambiarlo: dici che non si capisce? Hai dovuto rileggerlo per capire o hai proprio dovuto leggere i commenti? Posto che il finale resti questo, potrei essere ancora più esplicito nel paragrafetto precedente forse, no?
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Messaggio#16 » martedì 26 luglio 2016, 17:26

Non si capisce dove tu voglia andare a parare con quella frase, quindi cercherei qualcosa di più "conclusivo".
Su SURMODERNO... Non conoscendolo, dapprima ho pensato a un refuso (supermoderno?), quindi il mio consiglio spassionato è di cambiare quanto meno la scelta per quanto riguarda il termine ;)

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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#17 » martedì 26 luglio 2016, 17:29

"Surmoderno" voleva essere un termine come "neoclassico" "barocco" "gotico" "liberty" eccetera, ma voleva riferirsi, appunto, a qualcosa di futuro. Se non si capisce che si intendeva uno "stile" allora sono disposto a cambiarlo, ma se non sai cos'è, a me va bene.
Ancora sulla frase finale: l'hai collegata alla frase precedente sul cozzare delle finestre? Scusa se ti faccio domande specifiche, ma mi interessa sapere cosa il lettore coglie quando legge il testo.
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Messaggio#18 » martedì 26 luglio 2016, 17:53

Userei un altro termine proprio perché non conoscendolo è troppo facile pensare a un refuso e in un racconto così breve blocca troppo la lettura.
Sulla frase finale, sono sincero, non sono riuscito a collegarla proprio a nulla. Per come mi è arrivata, è una chiusa che non chiude nulla. Probabilmente è un limite mio, ma visto che è proprio quella chiusa che non mi permette di chiudere il cerchio e di apprezzare il racconto per come merita allora ritengo (dal mio punto di vista) che vada rielaborata ;)

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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#19 » martedì 26 luglio 2016, 18:39

Ok, se utilizzassi qualcosa tipo "trans-contemporanea", che non esiste e non sembra l'esito di un refuso? Volevo inserire un elemento di straniamento proprio lì. Mi piaceva dire che no, non è un palazzo barocco o neoclassico ecc.

Quanto al finale, mi chiedo cosa manchi. Potrebbe andar bene "Nessun urlo, un singolo tonfo, anche la strada era tiepida, detestabile. Fu come uno sbattere di imposte. Dapprima tutti pensarono solo che il vento si fosse fatto appena più audace"?
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Messaggio#20 » giovedì 28 luglio 2016, 7:43

Visto che mancano pochissimi giorni, anche io

SFIDO SPARTACO

Con la seconda versione postata in questo thread, ovviamente.
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#21 » giovedì 28 luglio 2016, 10:22

Sfida accolta, ma ricordati che il racconto rielaborato non va ripostato ma sovrascritto al primo. ;)

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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#22 » giovedì 28 luglio 2016, 13:01

Visto il cambiamento abbastanza importante, il motivo è perché se qualcuno pensa "era meglio prima" ha diritto a controllare ;)
Se serve, lo sovrascrivo. Dimmi tu :)
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Re: Propensioni, di Jacopo Berti, ex novo (2720)

Messaggio#23 » sabato 30 luglio 2016, 21:49

Ciao Jacopo, Propensioni sì è guadagnato la Vetrina!

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