Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Il Capitolo si aprirà ufficialmente lunedì 1 agosto 2016

Moderatore: Camaleonte

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maria rosaria
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Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Messaggio#1 » venerdì 12 agosto 2016, 19:08

IL RACCONTO DEL RIFLESSO NELLO SPECCHIO DEL TERZO UOMO COL CAPPELLO


DALLA E ALLA Z
di M.R. Del Ciello


“Ci deliziamo della farfalla, ma raramente ammettiamo i cambiamenti a cui ha dovuto sottostare per raggiungere quella bellezza” (Maya Angelou)

In principio fu una E.
Non una A, come verrebbe da pensare, visto che è la prima lettera dell’alfabeto.
No, proprio una E. Per la precisione una lettera E seguita da alcuni numeri: una tripla di numeri. Poteva essere 105, 106 o 128, in alcuni casi addirittura 637.
La E seguita da queste terne identificava il nuovo mostro diffuso attraverso i canali televisivi e gli altri mezzi di comunicazione allora esistenti: radio e giornali. Si trattava del terribile mostro dei coloranti alimentari frequenti nei prodotti confezionati e, in alcuni casi, accusati di provocare il cancro.
All’epoca avevo più o meno dieci anni e con i miei compagni di scuola e di giochi ingaggiammo delle vere e proprie caccie al tesoro. Studiavamo con cura le etichette dei prodotti preferiti per scovare tra gli ingredienti le famigerate E qualcosa. Gomme da masticare, caramelle, merendine confezionate, nulla sfuggiva al nostro occhio indagatore lanciato in agguerrite gare a chi trovava per primo il colorante cancerogeno.
Per noi ragazzini la cosa fu all’inizio divertente, ma ben presto la faccenda trasformò la nostra tenera età in un periodo tristissimo in cui le mamme smisero di comprare i nostri dolciumi preferiti. Uno fra tutti, quelle deliziose gomme da masticare rosa fucsia con cui riuscivamo a fare palloni giganteschi che poi ci facevamo esplodere in faccia.
Mio padre approfittò della situazione e si diede al gioco del lotto. I numeri che seguivano la E erano per lui un’occasione da non perdere se, come affermò più volte, li avessimo usati nel modo giusto per dare una sistematina alla nostra situazione finanziaria. Purtroppo per lui, e per noi, la dea bendata non fu dalla sua parte e fu così che un paio di centinaia di migliaia di lire andarono ad arricchire la ricevitoria del lotto sotto casa.

La mania del gioco di mio padre fu, fortunosamente, interrotta poco tempo dopo grazie all’irruzione nella nostra vita della lettera H.
H5NI era la sigla di una brutta influenza che alla televisione chiamavano “aviaria”. In un primo momento immaginai che fosse un tipo di raffreddore che colpiva i piloti degli aeroplani. Poi mia madre smise di comprare polli e galline spiegandoci che temeva di contrarre quella brutta malattia. Compresi allora che non erano solo i piloti le vittime probabili di quella malattia mortale.
Diedi l’addio a cosce di pollo al forno con patate e anche alle adorate fettine di petto di pollo panate. Mia madre abolì il pollame dalla nostra dieta, comprese le uova, perché l’OMS (all’epoca una sigla a me sconosciuta) aveva predetto il rischio di una “pandemia” e bisognava fare di tutto per impedirla.
Stiamo per essere attaccati da un gruppo di panda e noi per difenderci evitiamo di mangiare pollo e uova. Non riuscivo a trovare in tutto questo una logica.

C’eravamo quasi abituati a quella tortura (rimanere senza fettine panate e cosce di pollo al forno con patate) quando un altro cataclisma alimentare si abbatté su di noi.
Questa volta era colpa della lettera B: BSE che, spiegò la maestra, stava per Bovine Spongiform Encephalopathy. Non ero molto ferrato in inglese e compresi il significato e la portata del pericolo quando alla televisione, semplificando parecchio, la chiamarono “mucca pazza” e anche in questo caso parlarono di rischio pandemia. Pensai che gli adulti prendono delle grosse cantonate forse perché da bambini non hanno studiato abbastanza le scienze: come si fa a scambiare un’invasione di panda con delle mucche impazzite?
Mia madre era sull’orlo del collasso nervoso. Gran parte della nostra dieta spazzata da una notizia del telegiornale.
Fu la volta dell’addio a hamburger succose e bistecche di manzo senz’osso.
Temetti che mio padre non riuscisse a sopravvivere.
Con grande sangue freddo mia madre decise che era ora di dare una svolta alla nostra vita se volevamo che durasse il più a lungo possibile.
Bisognava cambiare dieta.
Bisognava diventare vegetariani.
Mio padre, che aveva smesso di fumare quando aveva raggiunto la maggiore età, si accese una sigaretta. Era il suo modo per dimostrare disappunto.
Mamma faticò un po’ a convincerlo che una bistecca poteva essere sostituita tranquillamente da un piatto di lenticchie o fagioli, ma alla fine ci riuscì.
Confesso che gli strani rumori che sentivo la notte in cucina e la carta oleata che la mattina trovavo nella spazzatura mi indussero a pensare che mio padre comprasse di nascosto e si abbuffasse furtivamente di mortadella e salame di Milano. Mia madre, credo, fece sempre finta di non sapere.

Passarono mesi e la nostra dieta era ora composta di pasta, riso, latticini e verdure varie.
La catastrofe si abbatté su di noi quando mia madre, sempre alla televisione, apprese che le famose mozzarelle di cui ci nutrivamo un giorno sì e un giorno no, e le verdure del nostro mercato di fiducia provenivano in realtà da una terra da tempo, all’insaputa dei più, utilizzata per il sotterramento di rifiuti tossici.
La mamma si chiuse in camera e pianse per una settimana intera, forse anche qualcosa di più, durante la quale mio padre imparò a fare le fettine panate e comperò salumi e hamburger in quantità.
- Fottuta TV – disse una sera. – Ci volete affamare con le vostre cazzate ma io non mi lascio intimidire.
Poi, una sera d’inverno, mia madre uscì dalla stanza consumata dalle lacrime e dalla fame. Vidi sul suo volto una strana determinazione che aveva i connotati di una incipiente follia.
- Ragazzi! – esclamò con una forza che non le avevo mai sentito nella voce – Ho deciso! Si passa al biologico.
Io avevo sentito parlare spesso, negli ultimi tempi, di questo biologico e all’inizio avevo pensato si trattasse di una nuova professione in campo medico. Scoprii presto che, invece, era un modo per definire il cibo “sano”, almeno fino al momento in cui non si fosse scoperto che era tossico.
Mio padre si accese un’altra sigaretta. Poi, forse stufo di passare le giornate tra i fornelli, si sottomise a questa nuova filosofia alimentare. Dovette però trovarsi un secondo lavoro e anche un terzo per riuscire a sostenere le spese che questo nuovo tipo di dieta imponeva.
Oltre che denutriti, stavamo diventando anche poveri.
Ci trasferimmo in campagna perché mia madre sosteneva che solo producendo da soli i nostri cibi potevamo avere la certezza che fossero sani.
Interruppi gli studi e mi misi a lavorare anch’io nei campi con loro finché un giorno la mucca che avevamo allevato con cura e amore diede un calcio a mio padre mentre la mungeva. Morì sul colpo e mia madre per il dolore si ritirò di nuovo a piangere nella sua stanza per un mese e forse più.
Quando ne uscì, rividi quella strana luce negli occhi di tanto tempo fa. Con voce ferma, un po’ bassa a dire il vero, disse:
- È tempo di nutrire le nostre anime! Ci alzeremo al levar del sole e ci coricheremo al suo tramonto. Quando l’oscurità si abbatte su di noi dobbiamo imparare a leggere i segnali del cielo se vogliamo che le nostre teste siano illuminate dalla luce…
Improvvisamente si alzò un vento gelido e cominciò a cadere una pioggia fitta.

Lasciai mia madre e la fattoria, emigrai in Inghilterra e lì provai ad alleviare il dolore per la perdita di mio padre cercando di dimenticare le follie di mia madre.
Ripresi a studiare e l’università fu una distrazione molto grande. Finché incontrai quella che sarebbe diventata mia moglie: una moretta insignificante conosciuta durante un corso di inglese per italiani. Non era nulla di speciale ma mi si incollò dietro quasi come quelle gomme da masticare piene di coloranti tanto amate quando ero bambino. Non riuscii più a scollarmela di dosso tanto che oggi abbiamo due figli: Edoardo ed Elettra, in onore di quella E che colorava le amate gomme della mia infanzia.
Qualche giorno fa ho ricevuto una telefonata da mia madre. Ha deciso di sposare un vecchio guru vegano conosciuto durante una cerimonia di adorazione del Sole. Le ho detto che non importava da quale pianeta provenisse il guru, l’importante era la sua felicità e lei mi ha risposto che quello a cui lei ora veramente tiene non è tanto essere felice quanto acquisire una nuova consapevolezza di sé.
La sera stessa ho scoperto mia moglie rapita da alcune immagini trasmesse alla televisione e il ricordo dei mostri che si erano impossessati di mia madre è affiorato nella mia mente.
- Va tutto bene? – le ho chiesto.
- Ma lo sapevi, tu, che lo zucchero bianco è veleno? – mi ha fatto lei con una strana luce negli occhi.
Io l’ho guardata con dolcezza, le ho accarezzato i capelli e mi è venuto in mente che la Z di zucchero era l’ultima lettera dell’alfabeto. Forse era arrivato il momento in cui tutta quella brutta storia si sarebbe conclusa. Con buona pace dei panda. Una speranza, non una consapevolezza.
- Certo che lo sapevo – le ho risposto, sicuro. – Ma ho sempre desiderato una morte dolce.


Maria Rosaria

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maria rosaria
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Re: Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Messaggio#2 » venerdì 12 agosto 2016, 19:15

Eccomi qua con il mio racconto per il capitolo dedicato a Benni.
Lo posto ora perché nei prossimi giorni non avrò a disposizione un computer, quindi...
Devo specificare il racconto a cui mi sono ispirata. In realtà si tratta di due racconti: L'anno del tempo matto e Beauty Case e Pronto Soccorso. A loro mi sono, indegnamente, ispirata per lo stile che ho utilizzato per una parodia di quello che può essere definito il genere delle autobiografie. Non so cosa ne è venuto fuori. Ora è nelle vostre mani.
Ciao ciao
Maria Rosaria

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lordmax
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Re: Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Messaggio#3 » domenica 14 agosto 2016, 21:51

Bravissima

Complimentoni per aver inviato per prima e per aver scelto un tema non facile.
Non ho ancora letto il brano perché non voglio farmi influenzare ma sono certo che sarà stupendo.

valter_carignano
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Re: Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Messaggio#4 » domenica 21 agosto 2016, 21:27

ciao
lascio il giudizio riguardo alla coerenza o meno con il testo di riferimento ai moderatori. Personalmente, tendo a pensare più a un 'farsi ispirare' dal tema che non un 'seguire lo stile molto da vicino'. So che è una posizione personale (che naturalmente non giustifica i miei errori) ma mi rendo conto che non riesco a pensarla che così.
Detto questo, un ottimo racconto, ben scritto (vabbè, questo è ovvio) con una bella circolarità quasi da tragedia greca. E in effetti, lo si potrebbe leggere anche così, con il tentativo sempre frustrato di ritorno alla natura e il padre che muore semplicemente perché lo hanno voluto gli dei, senza nessun reale motivo.
Lettura molto piacevole e originale l'idea di fondo. Ottimo.

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ceranu
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Re: Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Messaggio#5 » martedì 23 agosto 2016, 11:29

Ciao Maria Rosaria, bella prova.
Parto premettendo che sono un lettore accanito di Benni. È stato il primo, e forse l'unico, autore di cui ho consumato ogni singolo libro. e che quindi temevo di infuriarmi leggendo i racconti, invece non è stato così. Mi avete stupito tutti e ora il problema sarà fare una classifica.
Il tuo racconto ha nella sua idea un grandissimo punto di forza. Tutte le sigle che ci assillano da decenni sono l'incubo dell'intera famiglia della protagonista che vede nello Z-ucchero la possibile fine. Ottimo spunto, gestito molto bene.
Devo trovare un difetto nel racconto, altrimenti non riuscirò a dormire per i prossimi mesi, quindi posso dirti che la prima parte poteva essere un po' più brillante. Nel leggerlo ho avuto l'impressione che l'inizio sia un po' legato nella narrazione, cosa che invece non è nella seconda parte, dove fila alla perfezione.
Insomma, un racconto ottimo, degno del vero Benni.
Brava!

Fernando Nappo
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Re: Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Messaggio#6 » martedì 23 agosto 2016, 21:16

Ciao Maria Rosaria,
premetto che, al contrario di Francesco, di Benni ho letto molto poco oltre al testo di riferimento per questa edizione del Camaleonte, perciò ci andrò coi piedi di piombo coi commenti sullo stile. Detto questo, devo ammettere che leggendo il tuo racconto ho avuto la sensazione che fosse ispirato proprio al primo dei due che citi. Buon segno, direi.
Il racconto è piacevole, e l'argomento mi sembra indovinato, un ottimo spunto in assoluto e comunque ben in linea con quelli spesso trattati da Benni. Trovo anch'io che la prima parte sia un po' meno fluida della seconda e sono del parere che possa dipendere dalla mancanza dei dialoghi che nella seconda movimentano non poco.
Interessante l'evoluzione (involuzione?) sia della madre del protagonista che della moglie. Mi piacciono anche i rilanci alla gomma rosa.
Un racconto molto buono a prescindere, e secondo me anche in ottica Camaleonte.

Andrea Dessardo
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Re: Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Messaggio#7 » venerdì 26 agosto 2016, 15:00

L'idea alla base del racconto è molto arguta e molto benniana, sviluppata in maniera coerente con un buon equilibrio di satira sociale e gusto per il surreale. Trovo anch'io che il racconto acquisti d'intensità strada facendo, partendo un po' fiacco. Secondo me avresti potuto (e dovuto) osare di più, esagerando gli aspetti grotteschi del salutismo e le contraddizioni della società dei consumi, invece sei rimasta un po' in superficie, secondo me poco aiutata dalla scelta della narrazione in prima persona, che limita lo sguardo sulla società nel suo complesso.

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francescocascione
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Re: Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Messaggio#8 » venerdì 26 agosto 2016, 17:01

Racconto ricco di molte delle suggestioni che da sempre mi fanno amare Benni.
Si parte con una storia surreale, spesso Benni usa la famiglia come protagonista - e la tua scelta mi è piaciuta - e ampio rimando alla satira sociale che devo dire hai molto ben dosato.
Da concorrente comprendo a pieno le difficoltà che un autore come Benni oppone.
Il difficile è riuscire a restare sul filo che rende il racconto ironico, godibile eppure profondo e con diversi piani di lettura, senza perdere di vista la rotta, senza diventare autoreferenziale.
Mi ha colpito il gioco dei rimandi (La sigaretta), il precipitare degli eventi fino alla chiusura finale che racconta dell'arrivo della Z quasi con sollievo.
Ottima prova.

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maria rosaria
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Re: Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Messaggio#9 » lunedì 29 agosto 2016, 9:16

Ciao a tutti.
Recuperati il wifi e il PC posso ora rispondere ai vostri commenti e commentare i vostri racconti.
Per quanto riguarda questa mia prima prova con il Camaleonte devo ringraziarvi, siete stati molto buoni.
Credo che abbia ragione Andrea quando scrive che avrei potuto osare di più... In realtà ho avuto paura di scadere nel ridicolo utilizzando lo strumento del nonsense che Benni è abilissimo a introdurre nei suoi racconti. E poi, diciamo la verità, non ero neanche in grado di farlo. ;)
Mi sono limitata a raccontare una storia dove il ridicolo è più nel non scritto che nello scritto, più nell'evoluzione, nel crescendo di un "dramma" che poi finisce come finisce.
Comunque, sì, dovessi riscriverlo, forse proverei a calcare un po' più la mano sul grottesco.
A presto :)
Maria Rosaria

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AmbraStancampiano
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Re: Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Messaggio#10 » sabato 3 settembre 2016, 14:51

Ciao Maria Rosaria,
hai scritto un racconto terribile, divertente, tragicomico e molto benniano.
Non concordo con chi ti consigliava di calcare ancora di più la mano, secondo me è perfetto così: scorre con leggerezza e divertimento, la voce è perfettamente credibile e c'è già abbastanza nonsense nel non detto e nel nostro assurdo quotidiano mediatico fatto di isterie :)
Ho molto apprezzato i tuoi personaggi, secondo me sono costruiti benissimo, e in particolare ho un debole per il padre; in più hai trattato un tema molto tuo, con divertimento e cognizione di causa, rendendo questo racconto personale e non un mero esercizio di stile.
Insomma, bravissima! :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Peter7413
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Re: Dalla E alla Z - di M.R. Del Ciello

Messaggio#11 » domenica 4 settembre 2016, 12:24

Un racconto arguto e ben scritto. A livello di percezione personale, ho sentito una leggera fase di stanca nella parte centrale con alcune ripetizioni che tendono a rallentare la lettura, ma credo sia più dovuto a una poco attenta revisione, quindi niente di grave. Ottimo il finale, è perfetto e da un boost al tutto non indifferente. Sempre a livello di percezione siamo dalle parti di Benni con un gusto dell'assurdo, in questo caso molto reale, ben calcato e reso. Direi una prova davvero buona.

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