Il brevetto

Gabriele Macchiarella
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Il brevetto

Messaggio#1 » giovedì 21 luglio 2016, 23:19

Manicomio criminale di Whitechapel

Portare ad ebollizione dell’acqua contenuta in un recipiente metallico. Incanalarne il vapore generato attraverso un imbuto rovesciato, indirizzando tale vapore verso una piccola turbina posizionata sopra tale recipiente. Il vapore azionerà la turbina generando un movimento rotatorio. Le pale di essa, collegate a delle piccole lame posizionate all’interno di un contenitore di caffè. I chicchi verranno finemente macinati creando una polvere che cadrà direttamente nel recipiente sottostante.

Il signor Conrad osserva compiaciuto quel marchingegno da lui stesso ideato, pregustando il sapore del suo caffè. L’aroma gli riempie narici e spirito, quello stesso spirito logorato da anni di terapie simili a torture. Questo aggeggio è tutto il suo mondo, ora che è finalmente riuscito a farlo funzionare pensa sia giunta l’ora di depositare il progetto all’ufficio brevetti. L’idea che qualcuno possa rubare ciò che lui ha creato gli mette una certa ansia. Si guarda attorno. Anche se finge di leggere il Daily Telegraph, l’infermiere infondo al corridoio sembrerebbe che lo sta spiando da qualche minuto, anzi ne è certo.

Copre la sua invenzione con una pesante coperta. Osserva uno strampalato orologio a cucu alimentato a bio gas. Ringraziando i cielo non ha mai sofferto di problemi di stitichezza, così da poterlo alimentare quotidianamente con del combustibile generato dai suoi stessi escrementi. Stranamente qualcosa non quadra, non è più allineato con il suo orologio da polso, sembrerebbe indietro di ben due minuti. Più tardi provvederà anche a quello.

L’infermiere si alza dalla sua postazione, si avvicina inesorabilmente alla sua cella. Attimi di panico. E’ lì per la sua macchina del caffè, ne è certo. Un leggero odore di bruciato inizia a pizzicargli le narici. Si volta. La pesante coperta in fiamme ha attecchito anche sulla tenda della piccola finestra. Una guardia, accortasi dell’incidete arriva a passo svelto davanti alla cella di Conrad, anticipando di pochi passi il panciuto infermiere.

Passando il rassegna una decina di chiavi, finalmente trovano quella giusta, aprendo la porta con l’intento di spegnere le fiamme il più velocemente possibile.
“Maledetti, non l’avrete mai!!!”
Il signor Conrad sfila il manganello alla guardia colpendolo ripetutamente fra i bulbi oculari, facendoli schizzare via come biglie.
L’infermiere di spalle non si accorge di nulla, tutto intento di soffocare le fiamme con un’altra coperta. Non si accorge nemmeno quando Conrad gli sferra un colpo secco alla nuca. Cade a terra come uno straccio bagnato.
“Non la avrete mai…” Ripete ansimando.
Nel tentativo di togliere la coperta infuocata dalla sua adorata macchinetta viene avvolto dalle fiamme.
Ridendo ripete: “Non l’avrete mai…”



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antico
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Re: Il brevetto

Messaggio#2 » giovedì 21 luglio 2016, 23:28

Gabriele, era da un po' che non ti si vedeva, bentornato! Limiti tutti rispettati, buona STEAMPUNK EDITION!

Gabriele Macchiarella
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Re: Il brevetto

Messaggio#3 » venerdì 22 luglio 2016, 9:37

Grazie Mille Antico! Mi siete mancati :)

valter_carignano
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Re: Il brevetto

Messaggio#4 » venerdì 22 luglio 2016, 13:49

Ciao
Non ci conosciamo, si vede che il periodo della tua assenza coincide con quello del mio arrivo :-)
Innanzitutto, mi sembra molto buona l'idea della steam-moka, originale e divertente. E, sempre secondo me, originale anche la declinazione del tema fra realtà fattuale e mentale, con le domande che lascia senza risposta: il mondo del racconto è steam o è il nostro, e soltanto il protagonista è nel 'suo' mondo ' steam? Davvero interessante e stimolante.
Sempre secondo me, però, qualcosa non mi sembra ben spiegato: per esempio, non ho capito come fa a incendiare la coperta o - in alternativa - come sia possibile che in un manicomio forse criminale (data la presenza anche di guardie oltre che d'infermieri) sia lasciata ai pazienti/detenuti la possibilità di accedere a fiamme libere o produrle.
Questo e altre piccole cose creano intoppi nella sospensione dell'incredulità e non rendono giustizia alla bella idea di fondo. Sicuramente potrai rivederle, il racconto secondo me lo merita davvero.

Attenzione - ma nei minuti contati qualcosa scappa sempre, è normale - alla d non eufonica all'inizio, e a un pezzo di frase mancante sempre nel primo paragrafo.
Una domanda: il fatto di non andare a capo in modo ordinario ma di usare il doppio spazio è una scelta?
Ciao e complimenti cmq per l'inventiva, al di là delle cose che mi è sembrato giusto farti notare.

Gabriele Macchiarella
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Re: Il brevetto

Messaggio#5 » venerdì 22 luglio 2016, 16:04

Ciao Valter
Inizio con ringraziarti per le belle parole spese.
Permetto che questo è il mio primo approccio al genere, pecco di inesperienza ma non voglio certo giustificarmi.
Per quanto riguarda la macchinetta del caffè, nella mia mente la immaginavo poco più grande di una moka, il fuoco può essere ricavato in maniera primordiale, generando scintille con lo sfregamento di due pietre ad esempio. Un fuoco di piccole entità, da potersi nascondere facilmente. La coperta prende fuoco a causa della fiamma alla base di tale marchingegno.
Per il resto, il tempo è tiranno e il limite dei caratteri è molto restrittivo.
Ma questo fa parte del gioco.
Minuti contati è sopratutto una sfida con me stesso.
Spero d'esser stato esaustivo.
Un saluto
Gabriele

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Polly Russell
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Re: Il brevetto

Messaggio#6 » venerdì 22 luglio 2016, 17:27

La parte in corsivo è molto suggestiva e la descrizione della macchina a vapore deliziosa. Purtroppo mi rimane il dubbio, se crearla a vapore sia una sua scelta, o se il mondo vada proprio così. Non insisterei sul luogo, in quello che veniva chiamato "manicomio" trovo parecchio difficile si potesse lavorare con attrezzi, di qualsiasi tipo. Parliamo di posti dove ti tolgono anche i lacci delle scarpe. Lui poi è in una cella, o stanza di detenzione, o chiamala come vuoi, comunque un posto con delle sbarre, cui si accede girando una chiave. Potrei fartela passare se parlassimo di un "malato minore", quindi con accesso alle cucine, per esempio.
Oltretutto una fiamma? In risposta a un commento dici che è una piccola fiamma, ma se riesce a bruciare una coperta a tempo di record e a carbonizzare lui, tanto piccola non deve essere. :)
Anche le manganellate tra i bulbi oculari mi spiazzano. Cioè, lo prende a manganellate sul naso e gli fa schizzare via i bulbi? Mi pare difficilotto, ma non sono un patologo! :)
Di certo è difficile che l'infermiere, che è lì a venti centimetri (quanto sarà grande sta cella!) non si accorga che alla guardia venga spappolato il cranio.
Tolte queste incongruenze, la storia è godibile
Polly

Gabriele Macchiarella
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Re: Il brevetto

Messaggio#7 » venerdì 22 luglio 2016, 18:08

Ciao Polly
Il protagonista potrebbe essere ricoverato in quel luogo da molti anni, abbastanza per recuperare un pezzo qua e un pezzo là fino al raggiungimento del suo scopo. Per quanto riguarda la coperta, una sintetica prende fuoco in breve tempo. Alcune cose (tipo gli occhi della guardia che schizzano fuori dalle orbite) le ho scritte per il semplice gusto di farlo. Stiamo parlando di un pazzo ed è risaputo che i malati di mente in preda ad un raptus hanno una forza superiore alla media...poi la manganellate venivano inferte proprio in mezzo agli occhi, quindi un po' più sopra del naso.
Comunque apprezzo il fatto che tu abbia trovato nel complesso gradevole il mio racconto.
Un saluto
Gabriele

Alexia
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Re: Il brevetto

Messaggio#8 » venerdì 22 luglio 2016, 23:20

Mi hai spiazzata positivamente. Anche se purtroppo non c’è molto Steampunk. Se evitavi di parlare di “cella” così presto lasciavi al lettore ancora qualche riga per venire sorpreso dal fatto di trovarsi davanti a un pazzoide. C’è qualche frase da sistemare, ma nel complesso è un buon lavoro! Mi piace molto la parte iniziale. Avessi avuto più spazio mi sarebbe piaciuto vedere di più sul manicomio.

Alexia
Ultima modifica di Alexia il martedì 26 luglio 2016, 8:40, modificato 1 volta in totale.

Gabriele Macchiarella
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Re: Il brevetto

Messaggio#9 » sabato 23 luglio 2016, 11:51

Ti ringrazio Alexia, sono contento che tu abbia apprezzato il mio racconto. Confesso la mia titubanza nel partecipare a questo contest, lo Steampunk è un territorio che non ho mai esplorato...nemmeno da lettore. Ci sono alcune cose che io stesso cambierei però non complesso sono piuttosto soddisfatto del risultato, potrebbe essere l'incipit di un lavoro più ampio... :)

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invernomuto
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Re: Il brevetto

Messaggio#10 » martedì 26 luglio 2016, 0:57

Ciao Gabriele!
Anche io sono un fan della tua steam-moka e trovo la descrizione all'inizio una delle parti migliori del tuo racconto, che nonostante la buona idea di fondo (l'archetipo dello scienziato pazzo funziona sempre bene) è piagato da qualche piccolo problema stilistico nell'esecuzione.
Alcuni passaggi sono incerti o imprecisi:
l’infermiere infondo al corridoio sembrerebbe che lo sta spiando da qualche minuto

in fondo è la locuzione avverbiale, infondo il participio passato del verbo infondere. Sembrerebbe, poi, richiede la forma ipotetica stesse, e infatti la frase suona in modo molto innaturale.
La pesante coperta in fiamme ha attecchito anche sulla tenda della piccola finestra.

Il soggetto di questa frase è la coperta, che attechisce sulla tenda della piccola finestra, un'immagine grottesca!
"Le fiamme generate dalla spessa coperta si erano ormai estese anche al tessuto della tenda che adornava la finestrella della stanza", in questo modo le fiamme sono il soggetto della frase e sono loro a espandersi pericolosamente.
L’infermiere di spalle non si accorge di nulla, tutto intento di soffocare le fiamme

"tutto intento a soffocare" o "nell'intento di soffocare".
Insomma, buona idea ma esecuzione da migliorare, a presto!

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giuseppe.gangemi
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Re: Il brevetto

Messaggio#11 » mercoledì 27 luglio 2016, 10:16

IL BREVETTO di GABRIELE MACCHIARELLA
Ciao Gabriele,
molto interessante la parte iniziale del tuo racconto.
L'idea alla base del tuo racconto è molto carina ma ci sono degli elementi che ne minano la credibilità.
Penso sia impossibile costruire una macchina da caffè in manicomio. Sarebbe possibile solo se fatta con mollica di pane. Al tuo personaggio sarebbero serviti troppi attrezzi e materiali.
Anche il finale ha dei problemi. La combustione dei vari personaggi è troppo veloce come se fossero stati cosparsi di benzina. Fra l'altro un inserviente aveva iniziato a spegnere le fiamme con una coperta e il tuo protagonista avrebbe potuto finire l'opera con un gesto imitativo (spontaneo anche per un pazzo) invece di finire avvolto dalle fiamme.
Dovresti cercare di correggere il tuo racconto. Magari alla fine del tuo racconto si potrebbe scoprire che l'orologio e la moka del tuo racconto sono in realtà marchingegni astrusi assemblati con carta, pane e sporcizia.
Ciao

Gabriele Macchiarella
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Re: Il brevetto

Messaggio#12 » mercoledì 27 luglio 2016, 14:50

giuseppe.gangemi ha scritto:IL BREVETTO di GABRIELE MACCHIARELLA
Ciao Gabriele,
molto interessante la parte iniziale del tuo racconto.
L'idea alla base del tuo racconto è molto carina ma ci sono degli elementi che ne minano la credibilità.
Penso sia impossibile costruire una macchina da caffè in manicomio. Sarebbe possibile solo se fatta con mollica di pane. Al tuo personaggio sarebbero serviti troppi attrezzi e materiali.
Anche il finale ha dei problemi. La combustione dei vari personaggi è troppo veloce come se fossero stati cosparsi di benzina. Fra l'altro un inserviente aveva iniziato a spegnere le fiamme con una coperta e il tuo protagonista avrebbe potuto finire l'opera con un gesto imitativo (spontaneo anche per un pazzo) invece di finire avvolto dalle fiamme.
Dovresti cercare di correggere il tuo racconto. Magari alla fine del tuo racconto si potrebbe scoprire che l'orologio e la moka del tuo racconto sono in realtà marchingegni astrusi assemblati con carta, pane e sporcizia.
Ciao


Ciao Giuseppe
Ti ringrazio, sia per le belle parole spese che per le critiche che trovo molto condivisibili. Non mi voglio certo giustificare ma questo racconto è stato ideato e buttato giù in una cinquantina di minuti, col senno di poi diverse cose le avrei cambiate...alcune in modo parziale d altre radicalmente. Trovo il tuo finale al mio racconto eccezionale, davvero!
Ne prenderò sicuramente spunto!

Un saluto
Gabriele

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Barbara Comeles
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Re: Il brevetto

Messaggio#13 » giovedì 28 luglio 2016, 8:51

Ciao Gabriele.
Parto dall’incipit che mi è piaciuto moltissimo e che mi ha fatto immaginare una storia che non è arrivata alla fine, o almeno non nel senso del tema dato. Non sono un’esperta del genere ma il racconto non mi è sembrato molto steampunk a causa di una serie di incongruenze: innanzitutto la disponibilità, in un manicomio criminale, di strumenti potenzialmente pericolosi, specie se nelle mani di un folle. Poco credibile, a mio parere, la conclusione, forse anche un po’ affrettata: come può l’infermiere non accorgersi di quanto accade alle sue spalle? Il poverino manganellato a tutta forza, avrà pur emesso qualche lamento! E l’incendio che divampa all’improvviso senza avvisaglie?
L’idea è molto buona. Ripresa e curata nei dettagli, come merita, la storia sarà decisamente interessante.

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AmbraStancampiano
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Re: Il brevetto

Messaggio#14 » giovedì 28 luglio 2016, 21:55

Ciao Gabriele,
ho trovato il tuo racconto godibile e divertente; molto interessante l'idea di uno "steam" solo in testa al protagonista, e il pov inaffidabile che oscilla tra la realtà e il filtro della follìa. Davvero un ottimo lavoro.
Certo, la vicenda ha delle pecche che giocano contro la sospensione dell'incredulità e che ti sono già state evidenziate, e con un buon editing il testo non può che migliorare, ma il racconto mi sembra perfettamente a tema e gradisco molto questa versione steampunk più mentale che reale.
Insomma, una buona prova.
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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antico
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Re: Il brevetto

Messaggio#15 » sabato 30 luglio 2016, 10:51

Una storia ben controllata, godibile. Peccato per i diversi refusi che ne minano la fruibilità e che considerata l’ora a cui hai consegnato era possibile correggere con qualche lettura in più. Non mi convince il titoletto che introduce i manicomio, più che altro perché poi non ce ne sono altri. Il tema di edizione è ben affrontato, anche se ci vedo poco Steampunk. Un pollice ni tendente verso l’alto. Ni per tutti i refusi, davvero fastidiosi.

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