Emissioni - di Manuel Piredda

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invernomuto
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Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#1 » giovedì 21 luglio 2016, 23:51

Il neonato aprì gli occhi al centro di un crocicchio di tubi che s’intrecciavano l'un l'altro come un metallico sistema venoso, quasi ogni conduttura era erosa in più punti e, dalle guarnizioni sciolte, gocce di olio nero e caldo gli colavano sulla pelle come fossero una guaina di lattice.
Di tanto in tanto, come a voler riscaldare la piccola creatura, delle valvole di sfogo poste da qualche parte in quella giungla di tubature arrugginite lasciavano andare le loro esalazioni tiepide, aumentando la temperatura e l’umidità della sala.

Appena presa coscienza dei suoi dintorni, il bambino iniziò a contorcersi in preda ai conati; per istinto afferrò il tubo che gli attraversava l'esofago e cominciò a tirare, sentendo lo stomaco contrarsi per il riflesso faringeo.
Il condotto era abbastanza lungo da arrivargli allo stomaco e dalla sua estremità usciva in modo lento ma costante una poltiglia rosa macilenta nella quale era ancora presente della peluria grigia.

Il piccolo tossì e si mise a quattro zampe. Iniziò a gattonare, esplorando l'ambiente, che scoprì essere sferico e ricoperto dello stesso liquido nero e vischioso che gli imbrattava mani, gambe e pancia; diede qualche strattone alle tubature flessibili che pendevano dal soffitto sinché una non cedette, causando l’incidente.
Una luce rossa e intermittente si accese, illuminando i getti di vapore modulati dalle valvole in un fischio assordante e bitonale, un suono apocalittico che spaventò il bambino al punto da farlo unire a quell'assurdo pianto meccanico.

Ci vollero diversi minuti prima che la camera inferiore si aprisse, lasciando colare verso il basso l'olio rancido e, con esso, il piccolo ormai privato d’ogni punto d'appoggio.
Scivolò di stanza in stanza, attraverso tubi ingrassati e condotti divorati dalla ruggine, tra sbuffi di fumo e stanzoni bui dove occhi predatori sembravano nascondersi in ogni angolo coperto di tenebra, ma alla fine capì quale fosse la sua destinazione finale: la botola, una finestrella da cui scolava l’olio nero e da cui entravano luce bianca e un’aria asciutta, inodore, ben diversa dal vapore acqueo che aveva respirato fino a quel momento.

Prese fiato, chiuse gli occhi e si spinse oltre la piccola apertura che si spalancava sotto di lui, cadde per quella che gli parve un’eternità, poi sbatté il sedere al suolo. Si riempì i polmoni di quell’aria nuova, poi, spaventato, si lasciò andare a un pianto disperato. Le sue urla furono sovrastate dalla sirena, ora non più attutita dalle pareti d’acciaio, un suono così imponente e simile al suo pianto da fargli dimenticare la paura.

Aprì gli occhi, affondò le mani insozzate nel terriccio brullo e si guardò intorno, osservando la distesa arida che si estendeva fino all'orizzonte.
Sopra di lui, inginocchiato su sei immense zampe arrugginite, un leviatano d'acciaio ululava il suo canto meccanico facendolo risuonare per tutto il deserto.
Il piccolo protese una mano verso il mostro che lo sovrastava e articolò la sua prima parola: “mamma”.



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antico
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Re: Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#2 » giovedì 21 luglio 2016, 23:57

Ciao Manuel! Tutto ok anche per te, have a nice STEMPUNK EDITION!!!

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Angela
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Re: Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#3 » sabato 23 luglio 2016, 15:33

Emissioni di Manuel Piredda

Mi è piaciuto molto il tuo pezzo. Pur non essendo una cultrice dello Steampunk, devo dire che il tuo racconto è ricco di particolari che riportano alle attrezzature, alle condutture, al vapore e a tutti quegli elementi tipici del genere. Belle le descrizioni, sembra quasi di vedere l'ambiente pieno di fumi e ingranaggi. A metà del racconto, avevo intuito il finale, anche perché mi pare che qualcuno lo abbia già sfruttato su MC. Non ho capito dove sia la follia, invece è chiaro l'imprevisto.

Piccolo appunto: sinché una non cedette (nessun errore, ma avrei preferito "finché").
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Andrea Partiti
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Re: Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#4 » domenica 24 luglio 2016, 13:56

Non mi aspettavo quel finale, lo ammetto. Ero partito con in mente uno scenario alla matrix steampunk, con un vero bambino dal comportamento troppo adulto e poco spaventato, quindi a metà racconto ero deluso della plausibilità.

La contaminazione steampunk-biologica mi attira molto, tutti gli oli-liquidi biologici, il viscidume, sono così ambigui e perfetti per l'ambientazione.

Non c'è una vera trama? Meh, non importa, è una lettura piacevole e così naturale da prendere allo stomaco, non posso chiedere di più!

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Vastatio
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Re: Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#5 » domenica 24 luglio 2016, 14:48

Ciao,

partiamo dalle cose facili, il genere c'è e il tema pure. Sono due però gli elementi che mi lasciano interdetto. Il primo, fin dalle prime battute, è riuscire a identificare correttamente la razza del neonato. Ho avuto dubbi che non fosse umano perché "cresce" troppo rapidamente. Intanto temo che nessun neonato sarebbe in grado di afferrare e spingere via un tubo di alimentazione. Forse però "neonato" è da intendersi in senso letterale come appena nato, ma già "bambino" (come usi dopo), tanto più che gattona "immediatamente" e, alla fine" parla.
A parte quindi il problema del tempo più o meno dilatato nel tuo utero meccanico (che mi ha ricordato in un certo qual modo l'indovinello della creatura a 4,2 e 3 gambe), il secondo cruccio è dato dal finale. Mi lasci lì, senza darmi una chiave di lettura sul perché, se è il nuovo metodo "universale" di concepimento, se l'uomo è diventato schiavo della macchina, se è un esperimento fallimentare di eugenetica... Spazio ne avevi per darmi almeno un indizio della tua visione.
In ogni caso una delle prove che ho apprezzato di più.

Daniel Travis
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Re: Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#6 » domenica 24 luglio 2016, 16:10

Tra i migliori del tuo gruppo. Anch'io ho avuto flash di una Matrix steampunk, con un'estetica più vicina a eXistenZ, altro capolavoro, in certi punti - tutti flash molto graditi, peraltro. Lo spaccato ha un inizio, uno svolgimento e un finale piuttosto chiari (il percorso che porta al "parto"), il che aiuta il lettore a orientarsi in un testo che per il resto lascia molto aperto, nebuloso, avvolto dal vapore (se mi passi il gioco di parole scemo): le tempistiche, come hanno già scritto gli altri, e il "senso" - se un "senso" ci dev'essere poi: l'assenza di una chiave di lettura in questo pezzo, per quanto potenzialmente disorientante, secondo me è un valore aggiunto, e soprattutto non rischia di eccedere perché bilanciata sia dalla struttura narrativa solida e lineare che citavo prima che dalla forza delle immagini: il nutrimento con il pelo grigio, il leviatano meccanico a sei zampe imponente e arrugginito, il deserto intorno - diamine, ma è finito il mondo(?) - e insomma, c'è poco da dire, m'è piaciuto.
E, chiaro, c'è il genere e c'è il tema.
Il Crocicchio è un punto tra le cose. Qui si incontrano Dei e Diavoli e si stringono patti. Qui, dopo aver trapassato i vampiri e averli inchiodati a terra, decapitati, bruciati, si gettano al vento le loro ceneri.
Il Crocicchio è un luogo di possibilità.

Evandro
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Re: Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#7 » domenica 24 luglio 2016, 17:27

Ciao Manuel, all'inizio mi è parso inverosimile che il neonato abbia quella capacità di coordinazione, nemmeno a trincerarmi nella più sognante sospensione dell'incredulità. Però la crescita del bambino (ma è di specie umana?, non ce lo lasci intendere e va bene così) e velocissima è sopperisce un poco al problema iniziale. A parte questo piccolo disguido il tuo racconto mi ha spiazzato in modo positivo: è la nascita più originale in cui mi sono imbattuto. Mi sono ritrovato in Mondo 9 (olio, ruggine) grazie alle tue perfette descrizioni dell'ibridazione macchina/vita biologica. Questo mi piace. Il racconto è scritto bene, con quel registro freddo e imparziale, il genere l'hai centrato e per quanto riguarda il tema manca la follia (o almeno io non l'ho intravista).

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jimjams
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Re: Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#8 » lunedì 25 luglio 2016, 0:42

E qui le suggestioni sono chiare e indirizzate con forza verso uno dei nostri giudici :-) Ci sta tutta direi e l'esecuzione è molto buona. Il povero bimbo rifiutato perché in qualche modo difettoso è piuttosto trafico, mi chiedo solo quanti ne sopravvivano in questo modo. Ma forse alla nave servono solo bimbi buoni :-) Insomma state zitti e buonini che altrimenti la mamma vi sgancia :-)

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marco.roncaccia
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Re: Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#9 » giovedì 28 luglio 2016, 20:09

Ciao Manuel,
il tuo racconto lo trovo sicuramente suggestivo nel creare un atmosfera claustrofobica e uno scenario completamente all’interno del filone scelto per questo contest. Mi lascia però un po’ perplesso e insoddisfatto la totale assenza di trama. Non apprezzo molto i racconti che si risolvono con una (pur interessante) ricerca terminologica e facendo capire al lettore la situazione in cui il personaggio si trova nell’ultima frase.

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invernomuto
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Re: Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#10 » giovedì 28 luglio 2016, 21:47

Ciao a tutti e grazie per i commenti!
Come al solito rispondo solo dopo aver ricevuto tutte le classifiche, un po' per pigrizia e un po' perché trovo che ognuno debba esprimere il proprio giudizio secondo quello che ha estrapolato direttamente dal racconto, senza necessariamente sentire le "giustificazioni dell'autore".
Indubbiamente "emissioni" è un racconto un po' surreale, che butta il lettore in un mondo sconosciuto a osservare le inizialmente inspiegabili azioni di una creatura che ha appena preso coscienza di esistere.
Nella mia mente, e nell'originale visione più estesa del racconto, questo "figlio della nave" è un piccolo umano tenuto in stasi al centro del leviatano di metallo, un immensa macchina piena di "uteri" simili dove la poltiglia di topo tiene gli ospiti di carne in animazione sospesa, in attesa di prendere coscienza e diventare gli esploratori di un mondo ormai completamente diverso.
Volendo evitare l'infodump e desiderando che ognuno traesse le proprie conclusioni ho preferito lasciare volutamente criptica la rapida "crescita" del bimbo, che inizia immediatamente a gattonare e addirittura parla nel finale del racconto.
Comprendo perfettamente chi si è trovato spaesato dalla storia, mentre mi riservo il diritto di controbattere all'affermazione che "non vi sia una trama": nel racconto c'è un protagonista e per quasi tremila caratteri lo vediamo scoprire il mondo che ha intorno e, letteralmente, crescere di fronte ai nostri occhi, con un inizio e una fine ben definiti.
Alla prossima!

alexandra.fischer
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Re: Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#11 » venerdì 29 luglio 2016, 19:40

Racconto steampunk insolito. Il tema della macchina insolita c’è tutto (descrivi con molta efficacia il meccanismo che nutre il bambino, in pratica è una gigantesca balia meccanica a forma di Leviatano, dalla quale il piccolo esce per pronunciare la prima parola, non a caso: Mamma). Inquietante il nutrimento, poltiglia rosa alla quale è ancora attaccato del pelo grigio. Molto buona la scrittura e la capacità evocativa nelle immagini (soprattutto la landa desolata nella quale l’unica presenza è il Leviatano meccanico a sei zampe dotato di voce ululante). Il finale è aperto, il racconto può diventare l’inizio di un romanzo steampunk di crescita. Bravissimo.

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antico
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Re: Emissioni - di Manuel Piredda

Messaggio#12 » domenica 31 luglio 2016, 13:27

Un racconto che sembra uscito da Mondo 9 (ed è un complimento). Riesci a ricreare le atmosfere, le sensazioni tipiche delle navi di Tonani, ottimo. Il finale è perfetto anche se avrei preferito tu gli avessi fatto articolare dei suoni per poi spiegare che equivalessero al concetto di MAMMA, sarebbe stato più verosimile e penso che puoi fare un tentativo per provarci. Per me pollice su.

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