Gruppo ANGELI DEL VAPORE: Lista racconti ammessi e classifiche

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Gruppo ANGELI DEL VAPORE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » venerdì 22 luglio 2016, 2:08

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Questo è il gruppo ANGELI DEL VAPORE della SPECIAL STEAMPUNK EDITION con Dario Tonani, Roberto Cera, Emanuela Vantini e Augusto Chiarle nelle vesti di Guest Stars.

Gli autori del gruppo ANGELI DEL VAPORE dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo ROBOTA.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo PNEUMOSNODO.

I primi TRE racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente dalle guest stars. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto dell'orario di consegna andando a disporre il primo ad avere consegnato nel gruppo ANGELI DEL VAPORE, il secondo in ROBOTA, il terzo in PNEUMOSNODO, il quarto in ANGELI A VAPORE e così via fino a esaurimento racconti. Il gruppo ANGELI DEL VAPORE ha un racconto in più rispetto agli altri due, ma trattasi di racconto penalizzato da un SUPER MALUS che quindi non potrà concorrere per i primi tre posti.

E ora vediamo i racconti ammessi a ANGELI DEL VAPORE:

La curva che non c’era, di Alexandra Fischer, ore 22.00, 2763 caratteri
Il brevetto, di Gabriele Macchiarella, ore 23.19, 2762 caratteri
Le follie di Madame Cuivre, di Maria Rosaria Del Ciello, ore 23.42, 2966 caratteri
L’incidente, di Diego Ducoli, ore 23.55, 2978 caratteri
"Lisa", di Adriano Muzzi, ore 00.14, 2977 caratteri
Ki, di Zebratigrata, ore 00.30, 2981 caratteri
La connessione, di Raffaele Marra, ore 00.43, 2990 caratteri
Nuvola a vapore, di Francesco Nucera, ore 00.54, 2978 caratteri
La grande fabbrica, di Gregorio Gambato, ore 01.27, 6336 caratteri MALUS 4 + 27 = 31

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 28 luglio per commentare i racconti del gruppo ROBOTA. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Vi avverto che sarò fiscale e non accetterò classifiche postate anche solo alle 00.00 a meno che problemi improvvisi vi ostacolino all'ultimo, ma in quel caso gradisco essere avvertito, sapete come trovarmi. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete SETTE giorni per commentare e classificare gli OTTO racconti del ROBOTA e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete VENTIQUATTRO (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, SETTE giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel ROBOTA.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

Per valutare i racconti, oltre alla qualità degli stessi, dovrete anche considerare l'attinenza al genere STEAMPUNK. Basatevi sulla seguente definizione di Roberto Cera:
Che cosa sarebbe accaduto se il futuro fosse arrivato prima?
Questa è la domanda che si sentono rivolgere spesso tutti coloro che, chiedendo informazioni sullo steampunk si avvicinano a qualche strano individuo spesso dotato di occhialoni e ingranaggi. Se bastasse rispondere a questo semplice quesito non ci sarebbe bisogno di spiegare cosa differenzia lo steampunk dai romanzi fantastorici, ma procediamo per gradi.
Definire lo steampunk non è facile. In quanto genere ucronico rifugge infatti a classificazioni temporali ma, allo stesso tempo, possiede alcuni elementi ricorrenti che lo legano all'epoca vittoriana. Secondo alcune eminenze grigie dello steampunk ci sono tre fattori che non possono mancare:
1. la presenza di macchine più o meno credibili, che funzionano però con la forza del vapore, del gasolio o con l'energia elettrica
2. la presenza di uno scenziato pazzo, o comunque di un inventore non troppo sano di mente
3. l'ambientazione vittoriana
Seguendo questa classificazione si potrebbe pensare che addirittura Frankenstein possa essere annoverato tra le opere steam ma temo che manchi qualcosa. Ciò che più colpisce nei grandi classici del genere (genere tra l'altro molto giovane, essendo nato a metà del 1980) è una profonda ironia indirizzata nei confronti di alcuni aspetti della cultura e della società dell'epoca. Razzismo, povertà, istruzione e parità dei diritti sono messi alla berlina sottolineandone le incongruenze in un sottile gioco dialettico. La presenza di macchinari assurdi, più o meno funzionanti, non fa che da cornice a racconti che, molto spesso, hanno una vera e propria vena polemica nei confronti di tutto ciò che caratterizzava un periodo storico carico di contraddizioni e differenze sociali. Naturalmente la componente estetica ha un'importanza fondamentale in tutto ciò che riguarda lo steampunk ma bisogna sempre fare attenzione a non considerarla l'unico elemento di una letteratura davvero varia e articolata. Anche per quanto riguarda l'ambientazione storica penso sia il caso di fare un piccolo chiarimento: lo steampunk non è solo vittoriano. Potranno dirvi che si chiama clockpunk, sandal punk, dieselpunk ma, in buona sostanza, queste sono solo classificazioni utili per il pubblico, ma la cosa più importante è che in tutti questi sottogeneri permanga la particella -punk, vera chiave del genere in questione. Questo suffisso rappresenta la pazzia, la voglia di ribellarsi alle istituzioni, lo sporco, la gentaglia insomma, tutto ciò che va contro l'ordine costituito. Se non troverete questo in un racconto o in un romanzo, se nessuno parlerà in maniera sboccata o morirà in un lago di sangue o si opporrà alle istituzioni allora avrete tra le mani una bellissima opera che però, probabilmente, non avrà molto di steampunk.


Aprirò un tread COS'E' LO STEAMPUNK in cui potrete porre eventuali questioni.


BUONA SPECIAL STEAMPUNK EDITION A TUTTI!



Alexia
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Re: Gruppo ANGELI DEL VAPORE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » sabato 23 luglio 2016, 12:00

Ecco la mia classifica. Devo dire che in questo gruppo ho trovato delle vere e proprie chicche steampunk.
Complimenti a tutti!
1. La connessione, di Raffaele Marra
Bellissimo. Un inchino a uno spaccato ucronico eccelso. Idea davverpo geniale, racconto perfetto in ogni senso. Ottimo stile, morbido e semplice. Leggo e vedo ciò che accade... e il cerchio si chiude perfettamente!
Sebbene avessi già inteso il finale, comunque il tuo racconto mi ha rapita.
Un pizzico di pifferaio magico, un po’ di macabra ironia di come siamo diventati con i social.
Bravo, ottimo lavoro!
2. Le follie di Madame Cuivre, di Maria Rosaria Del Ciello
Meraviglioso. Lineare, fluido, accattivante. L’atmosfera è pienamente steampunk. I dettagli curati, armoniosi, avvolgenti. Mi hai colpita e affondata.
Ho divorato il racconto sentendo il vapore sotto al naso!
Brava, davvero brava.
Unico appunto che ti faccio è il tema. Non doveva esserci la follia e l’imprevisto? Qui non li ho sentiti…
In ogni caso ottimo lavoro!
3. L’incidente, di Diego Ducoli
Per me pollice su di sicuro!
Non solo hai azzeccato il tema in tutti e tre i punti, cosa non riscontrata in tutti i racconti, ma hai dato alla storia una vena grottesca e tragicomica che mi è piaciuta parecchio. Lo steampunk si presta anche a questo stile e tu hai davvero fatto un ottimo lavoro. La fine è strepitosa. Scrittura pulita e lineare, nulla che rallenti la lettura. Ovvio che per me sei da podio!
4. "Lisa", di Adriano Muzzi
Ottima prova in tutti i sensi. Bella la storia, bello il messaggio, notevole la sceneggiatura, i dettagli. Tutto fila liscio fino alla fine. La scrittura è molto buona, giusto qualche refuso, e qualche particolare forse troppo spiegato, che toglie un po’ di dinamicità, anche se gli infodump nello steam sono direi necessari…
Unico neo quel “elettricità” all’inizio…
5. Il brevetto, di Gabriele Macchiarella
Mi hai spiazzata positivamente. Anche se purtroppo non c’è molto Steampunk. Se evitavi di parlare di “cella” così presto lasciavi al lettore ancora qualche riga per venire sorpreso dal fatto di trovarsi davanti a un pazzoide. C’è qualche frase da sistemare, ma nel complesso è un buon lavoro! Mi piace molto la parte iniziale. Avessi avuto più spazio mi sarebbe piaciuto vedere di più sul manicomio.
6. Nuvola a vapore, di Francesco Nucera
Storia da sapore romantico, scrittura fluida. Tanto di cappello per l’idea!
L’unico problema è che non ci vedo molto steampunk. A parte la nuvola di vapore e la macchina che va con una caldaia torinese, il contesto potrebbe essere qualunque e il tempo non è definito... anzi, a ben vedere Tazio è vissuto molto più in là dell’epoca vittoriana e ci sta se il tuo racconto è ucronico… Enzo ha costruito macchine velocissime ma a vapore? Forse con più caratteri a disposizioni potevi creare la giusta atmosfera steampunk.
7. Ki, di Zebratigrata
Racconto originale di sicuro, e soprattutto ben scritto. Ambientazione fuori dagli schemi, nulla di vittoriano, nessuna Londra fumosa. La cosa mi piace, ma devo ammettere di essermi un po’ persa mentre leggevo. Hai padronanza del mondo orientale, oppure sei strepitoso nel fare ricerche! Sembra più l’incipit di una bella avventura epica steampunk, ma come racconto non ne ho colto appieno il senso.
8. La curva che non c’era, di Alexandra Fischer
Peccato i refusi. Dal principio mi hanno rovinato la lettura. Ci sono frasi non contestualizzate (ha visto un calesse? In che senso?). Citi in poche righe un treno, un calesse e poi auto… magari se come automezzo citavi il Carro di Cugnot, auto a vapore, forse era meglio. Non mi fraintendere… ho scritto molto steampunk e purtroppo nei miei primi racconti ho ricevuto molte critiche. È un genere dove bisogna fare molta attenzione ai dettagli. Ancora oggi commetto errori, e ancora oggi mi ritrovo a fare mille ricerche per poche righe. Se contiamo che qua avevamo solo 3000 battute e poco tempo, sei giustificatissima, infatti terrò poco conto di queste lacune nella mia classifica.
Però… Passi dal presente all’imperfetto in modo incongruo e ci sono frasi che non capisco, tipo “stringere le mani lungo il sedile”.
La macchina è quasi raggiunta da un calesse, e inoltre dici che è una Renault, azienda francese (e non inglese) nata ben oltre l’epoca vittoriana.
“…e si chiede dove è finita.”
“…e si chiede dove sia finita.
“La porta dal lato del passeggero si apre.” Il calesse non ha porte, forse volevi dire che era una carrozza.Insomma, detto questo, arrivata alla fine, mi hai lasciato l’amaro in bocca, perché secondo me l’idea di base c’è, e se sviluppata può venirne fuori qualcosa di molto carino. Se avessi avuto più tempo e più caratteri avresti fatto un buon lavoro.
9. La grande fabbrica, di Gregorio Gambato
Secondo me c’è troppo in poco spazio. Hai calcato la mano per creare l’atmosfera steampunk ma ci sono troppi dettagli che rallentano la storia. Un paio di volte mi son persa con il pov, e non ho compreso come mai all’inizio fra i due c’era astio e alla fine si fanno tali confidenze come se fossero amici.
Certo, il messaggio finale spiazza e mi è piaciuto, ma nell’insieme non sono riuscita a farmi coinvolgere dalla storia… con più spazio avresti dato respiro alla narrazione.
Ultima modifica di Alexia il giovedì 28 luglio 2016, 23:43, modificato 1 volta in totale.

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Polly Russell
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Re: Gruppo ANGELI DEL VAPORE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » sabato 23 luglio 2016, 17:44

ok, speriamo bene.




Lisa di Adriano Muzzi
Accidenti. Questo fa male.
Ed è un complimento.
Lo steampunk e palese, anche senza gli orologi a vapore. :) di tutto quello che potevi dotare di una caldaia, ascensori, funicolari e chi più ne ha, più ne metta, tu mandi a vapore l'unico aggeggio a ingranaggi, che già è steampunk da sé?
A parte questo, bel pezzi . Il senso di claustrofobia è palpabile, anche senza accennarvi. Mi stona un po' il deserto radioattivo. Va bene che è uno steampunk futuro, ma la radioattività mi fa pensare alla bomba atomica l'atomica all'elettricità, e quindi mi perdo il punto in cui il futuro cambia. Sì ok, dopo l'atomica, tu mi dirai, ma perché il mondo sceglie la via del vapore, visto che l'elettricità già la conosce? È un dettaglio, niente di più. Più una mia "sega mentale" alla fin fine.
Il sacrificio è suggestivo da morire (appunto) anche se, mi sembra un modo un po' eccessivo di mandare un messaggio. Va bene che l'avrebbero ripresa tutti, ma allora, forse il messaggio doveva essere più incisivo. Comunque, un gran bel pezzo. Uno dei migliori, fino a ora.

2-Ki di Zebratigrata
Faccio fatica con i nomi giapponesi, ma è un problema mio. :)
Mi piace il momento storico e il posto che hai voluto rappresentare. È molto diverso da ciò cui sono abituata, ma ha senso ed è ben scritto.
Di certo una delle versioni più originali lette fino a ora.
La storia si tiene bene e l'ambientazione non è messa lì a caso. Non hai aggiunto un paio di nuvolette e due ingranaggi. Senza i robot, non ci sarebbe storia. O sarebbe molto breve. :)
Diciamo quindi che, nonostante non sia riuscita a immedesimarmi, o a palpitare per le sorti dei protagonisti, (ma è un mio limite) la storia è fluida, ben scritta e godibilissima.

3-L'incidente di Diego.DUCOLI
Lo steam c'è! Non ci sono dubbi. Il racconto è gradevole, anche se il dialogo è un peletto surreale. Lei sembra davvero troppo arrendevole, ma chi sono io, per giudicare l'altrui carattere?
In realtà ho solo un appunto da farti, il "lei". Nel 1900, avrei usato il "voi". Tanto più che l'ambientazione sia Vittoriana, o giù di lì, lo si in vince dalle maniere della donna. Dal fatto che sia disdicevole "sparar puzzette" in pubblico. È non da maleducati, brutto o da cafoni, ma: disdicevole. Certo, perché il motore a scoppio? Non dovrebbe necessitare di una combustione talmente forte da creare, appunto, uno scoppio? (Ho preso la patente con i bollini del Conad). Quindi di un carburante più forte del carbone? Ok, la benzina non dovrebbe inficiare l'essere steam, ma avrei utilizzato un'altra invenzione. Può esplodere anche una caldaia.


4-Nuvole a vapore di Francesco Nucera
Il brano mi piace. La storia è delicata e suggestiva. Purtroppo non riesco a trovare lo steampunk. Vero che accenni all'odore di bruciato e di carbone al suo arrivo a Torino, ma potrebbe essere qualsiasi cosa. Parli anche di caldaie, ma solo in funzione di un vecchio lavoro di Nuvolari, e si possono riparare caldaie anche senza ucronie. E questo un peccato, nell'ottica del contest, perché il racconto mi è molto piaciuto.
Ho trovato delizioso il trittico nuvola-nuvolari-vapore. Forse facendo capire che la macchina guidata da Tazio era alimentata a vapore...



5-La connessione di Raffaele Marra
Il racconto è ben scritto, soprattutto ben strutturato, hai sfruttato al meglio i caratteri a disposizione. Non si notano parti tronche, o tagliate. Le informazioni sono ben diluite per tutto il pezzo. Come se, a prescindere dal numero imposto si battute, il racconto fosse pensato così.
Purtroppo non riesco proprio a immaginare una connessione neurale alimentata a vapore. Sarebbe stato un pezzo perfetto per la "Cyberpunk edition", ma così, non mi convince. Non basta un pungolo infilato nella nuca alla Matrix, primo perché t'ammazza, secondo perché sottenderebbe dei computer, chip... Insomma una seri di cose poco compatibili con ingranaggi oleati e caldaie. Ma magari è solo una mia idea.
Detto questo l'idea mi piace, la "velata" metafora anche.


6- il brevetto di Gabriele Macchiarella
La parte in corsivo è molto suggestiva e la descrizione della macchina a vapore deliziosa. Purtroppo mi rimane il dubbio, se crearla a vapore sia una sua scelta, o se il mondo vada proprio così. Non insisterei sul luogo, in quello che veniva chiamato "manicomio" trovo parecchio difficile si potesse lavorare con attrezzi, di qualsiasi tipo. Parliamo di posti dove ti tolgono anche i lacci delle scarpe. Lui poi è in una cella, o stanza di detenzione, o chiamala come vuoi, comunque un posto con delle sbarre, cui si accede girando una chiave. Potrei fartela passare se parlassimo di un "malato minore", quindi con accesso alle cucine, per esempio.
Oltretutto una fiamma? In risposta a un commento dici che è una piccola fiamma, ma se riesce a bruciare una coperta a tempo di record e a carbonizzare lui, tanto piccola non deve essere. :)
Anche le manganellate tra i bulbi oculari mi spiazzano. Cioè, lo prende a manganellate sul naso e gli fa schizzare via i bulbi? Mi pare difficilotto, ma non sono un patologo! :)
Di certo è difficile che l'infermiere, che è lì a venti centimetri (quanto sarà grande sta cella!) non si accorga che alla guardia venga spappolato il cranio.
Tolte queste incongruenze, la storia è godibile


7-Maria Rosaria Le follie di Madame Cuivre
La ferrovia aerea è una bella trovata, anche se la vedo di difficile attuazione. Pensando ai mezzi dell'inizio del 1900, dove sì, camminamenti sospesi erano possibili, e anzi, ve ne erano. Ma addirittura sospendere una ferrovia. :) tutto si può fare in un'ucronia, ma avrei gradito un accenno, che so, all'ombra gettata dalle impalcature per tenerla su. :) Ai tralicci... Ma è solo un mio desiderio.
Il vapore sale, non scende, quindi è difficile che il treno possa calarlo sui tetti delle case.
Altra cosa che non mi torna è il fatto che una donna, nel 1900, frequenti l'Università, e soprattutto la facoltà di Legge. Considera che in quel periodo, se non erro, in Italia erano meno di una decina ad averlo fatto. Ribadisco, puoi anche aver immaginato un universo alternativo, con parità dei diritti già nel 1300, ma se non lo so, se non me lo dici, viaggio con le informazioni che ho. Visto che poi, è una cosa marginale ai fini del racconto potresti parlare del liceo, dell'università anche, ma magari la facoltà di geografia. Ovvio che si tratta di un dettaglio.
Altro dettaglio, il cane meccanico non dovrebbe essere "strano" per la protagonista.


8-La grande fabbrica di Gregrio Gambato
Il pezzo, immagino, dovrebbe suscitare un sorriso, e di certo lo farà. Chi mi conosce sa quanto non ami il comico, ironico, surrealista, grottesco. Quindi io il sorriso non l'ho sfoderato, ma poco male. So bene che è un mio limite.
Quando hai scritto "producono fumo" avevo pensato a una sorta di inquinatore pazzo, non certo alla tua chiusura, che ribadisco strappa un sorriso, é una bella metafora ma fa a cazzotti con la congruenza.
Ci sono un po' troppe eufoniche e passi dal "lei" al "voi".
Lo steampunk si sente, eccome! Anche se: immagini computer a vapore e mi scomodi un reattore nucleare per far muovere un ascensore! Che poi nel 1900 c'erano anche.
Il grande appunto, comunque è sul numero di caratteri. Mi hai dato l'impressione di non averci nemmeno provato a tagliare, perché di roba da tagliare o da accorciare ce n'è! A partire dalla scelta di nomi, bastava sceglierli più corti, senza anteporre per forza il Mr, o al far ripetere al personaggio quello che ha appena detto il narratore. Molte descrizioni sono superflue. Insomma, se ci avessi provato, credo ci saresti riuscito a tagliare.


9-Alexandra Fisher La curva che non c'era
Oh la Peppa, Shanda! Un racconto lineare, conciso, privo di fronzoli. Quasi non ti riconosco! ;)
Lo steam c'è, non è quello "classico" che piace a me, ma si capisce bene.
La ricerca del periodo storico, il bisogno di inserirlo ti ha portata ad esagerare un po' e qui di giù di descrizioni di abiti e cappellini. Un singolo accenno sarebbe stato sufficiente. L'unica immagine che mi disturba è la città di metallo. A me ha fatto l'effetto dell'uomo di latta del Mago di Oz. Me la sono immaginata così, color argento e brillante, ahimè. Quindi avrei gradito una nota di colore. Un bel seppia, per dire. Detto questo, una buona, con una nota nera nel finale.
Polly

valter_carignano
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Re: Gruppo ANGELI DEL VAPORE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » mercoledì 27 luglio 2016, 12:06

Ciao e complimenti a tutti
qui di seguito classifica e commenti.
Premetto che, per me, come ho cercato di spiegare nel thread specifico, steampunk vuol dire molte cose. Da un lato, tutto ciò che ha a che fare con motori a vapore, invenzioni 'non eletroniche', automi, innesti meccanici su corpi umani, naturalmente dirigibili e via di seguito.
Dall'altro, tutti i personaggi, i fatti e le manifestazioni culturali e il mood di fine Ottocento/inizio Novecento: quindi spiritismo, psicanalisi, la divisione fra le classi, il colonialismo, la tematica del 'doppio' (Jekill e Hide) e del mostro (dracula, il gotico, i licantropi eccetera. Tutto questo naturalmente inserito in un contesto in cui - appunto - 'il futuro è venuto prima'.
I racconti del contest sono tutti buoni, dato il limite di caratteri e di tempo; alcuni sono decisamente meglio di altri e parecchi in sé si equivalgono. Per me, per il mio gusto personalissimo, un racconto è tanto più da apprezzare in quanto 'concluso', coerente con se stesso, senza errori al di là dei refusi che, con la fretta, sono quasi inevitabili.
Ho cercato per quanto mi è stato possibile di valutare anche l'attinenza al tema, cioè il 'vapore' (ma nell'accezione ampia di cui sopra), la follia e l'imprevisto.
Rimango in ogni caso dell'opinione che stilare classifiche accorcia la vita :-)

Classifica

1. Nuvola a Vapore
2. Lisa
3. La connessione
4. Ki
5. La follia di Madame Cuivre
6. L'incidente
7. La curva che non c'era
8. Il brevetto
9. La grande fabbrica


La connessione
ciao
che dire? Davvero molto buono, scritto bene, 'vediamo' i personaggi anche se li tratteggi con poche parole, molto ben condotta la scena d'insieme iniziale, che poi scolora nella 'solitudine di tutti insieme' finale.
Uno degli usi dello steam che preferisco, insieme a quello che mescola storia reale dell'epoca con la fantasia, è renderlo simbolico, come in questo caso.
Credo anche ben centrati gli aspetti del tema: lo steam c'è, così come la follia (collettiva) e (l'arrivo) imprevisto di questa specie di Dulcamara (citazione dall'Elisir d'Amore di Donizetti. Non so se ci pensavi - che male ci sarebbe? - ma il personaggio è davvero azzeccato).
Complimenti.

Ki
ciao
racconto secondo me riuscitissimo, ottima la commistione fra il Giappone imperiale e 'storico' con lo steam, qui rappresentato dagli automi, ben narrato e ottimo ritmo.
Come ho già scritto in commento al racconto di Ceranu, lo steam che preferisco è proprio quello in cui la 'nostra' storia viene citata, contaminata, mutata o anche solo trasfigurata attraverso i vari aspetti dello steam: automi, macchine, invenzioni, soprannaturale e creature fantastiche...
Un'ucronia al vapore, si potrebbe dire :-)

Le follie di Madame Cuivre
Ciao
Racconto scritto molto bene, con lo stile immediato ma mai banale che ti è proprio.
Lo steam qui è il classico sfondo londinese, più il tocco di classe del rame 'push up'. Per me lo steam nei racconti brevi/brevissimi è anche questo: un ambiente da non sottolineare troppo e qualche particolare su cui porre l'attenzione. Quindi per me tema assolutamente ok.
È tutto molto lineare, va diritto senza problemi. Forse IMHO avrei sottolineato meno alcune cose: per esempio, lo 'strano cane' che per lei non dovrebbe essere strano, credo, a meno che non fosse un ultimo modello mai visto o qualcosa di simile.
Quello che invece mi lascia un po' perplesso è il finale. L'inseguimento, se così si puó dire, mi sembra un poco staccato dal resto, nel senso che sposta l'attenzione dal mondo interiore e dai pensieri/azioni della protagonista e introduce un comprimario cui non si era mai accennato e che peraltro non nota il cambiamento di lei... forse non ne ho capito la funzione.
In tutti i casi, un racconto delicato e che si legge molto bene.

Nuvola a Vapore
Ciao
Dico subito che questo è il tipo di steam che preferisco: la storia 'reale' con un pizzico di 'vapore' (cmq lo si voglia intendere), pizzico che però rende tutto di un sapore diverso e muta la vicenda.
Scritto molto bene, come sempre, e ottima la caratterizzazione dei personaggi.
Sei sicuro di 'declino' all'inizio? Io IMHO avrei messo 'declivio'. Subito dopo, mi sembra ci sia ripetizione di 'strada' (ma nei minuti contati sono cose trascurabilissime, per me).
Bello. Viva Nuvolari!

L'incidente
Ciao
Bel racconto, dal ritmo leggero, in cui sfrutti molto bene lo spazio a tua disposizione. Scegli il filone dello steam che prevede l'innesto di parti meccaniche creando ibridi, e sicuramente lo porti avanti con proprietà e in modo brillante.
Sul racconto in sé non ho appunti, mi sembra un ottima riuscita. Volendo, riguardo il tema, forse non è evidente la 'follia', o forse sono io che non l'ho visto.

La curva che non c'era
Ciao
Racconto secondo me molto intrigante nella sua idea di fondo. Qui lo steam è inteso nel suo significato di 'mondo con automi', e il contrasto con il mondo 'normale' mi sembra riesca molto bene.
Dividerei il commento in due.
La seconda parte credo sia molto superiore alla prima, bella la descrizione degli automi e buona la caratterizzazione dell' 'ingegnere senza nome' Ottimo anche il ritmo, che invece mi sembra un po' mancare nella prima parte. Tutta la parte dell'arrivo di lei in fondo mi sembra superflua, il cuore del racconto sono gli automi e la fabbrica.
Peccato che non sapremo mai cosa sia successo agli operai :-)

'Lisa'
Ciao
Racconto dall'ottimo ritmo, si legge bene, a mio parere non ha momenti morti.
Lo steam che hai scelto è quello classico della città piena di meraviglie meccaniche, e le descrivi in maniera molto viva.
Ma non piace a tutti, come si vede. Ben riuscito anche la parte finale del sacrificio, forse un po' 'telefonata' dalla reazione della protagonista allo skyline (ma non dico sia un difetto, magari era proprio quello che volevi).
Fra quelli che ho letto finora, sicuramente il migliore anche se l'elemento 'follia' mi sembra poco presente.

Il brevetto
Ciao
Non ci conosciamo, si vede che il periodo della tua assenza coincide con quello del mio arrivo :-)
Innanzitutto, mi sembra molto buona l'idea della steam-moka, originale e divertente. E, sempre secondo me, originale anche la declinazione del tema fra realtà fattuale e mentale, con le domande che lascia senza risposta: il mondo del racconto è steam o è il nostro, e soltanto il protagonista è nel 'suo' mondo ' steam? Davvero interessante e stimolante.
Sempre secondo me, però, qualcosa non mi sembra ben spiegato: per esempio, non ho capito come fa a incendiare la coperta o - in alternativa - come sia possibile che in un manicomio forse criminale (data la presenza anche di guardie oltre che d'infermieri) sia lasciata ai pazienti/detenuti la possibilità di accedere a fiamme libere o produrle.
Questo e altre piccole cose creano intoppi nella sospensione dell'incredulità e non rendono giustizia alla bella idea di fondo. Sicuramente potrai rivederle, il racconto secondo me lo merita davvero.
Attenzione - ma nei minuti contati qualcosa scappa sempre, è normale - alla d non eufonica all'inizio, e a un pezzo di frase mancante sempre nel primo paragrafo.
Una domanda: il fatto di non andare a capo in modo ordinario ma di usare il doppio spazio è una scelta?
Ciao e complimenti cmq per l'inventiva, al di là delle cose che mi è sembrato giusto farti notare.

La grande fabbrica
ciao
commento purtroppo tardi, e non ho molto da aggiungere a quanto scritto da altri.
L'idea potrebbe essere buona - anzi: lo è sicuramente - ma la conduzione tende a essere poco chiara, penalizzata anche da un'impaginazione troppo fitta e da diversi errori (forse un po' troppi, anche considerando la fretta e il limite di tempo che non permette una revisione). Sicuramente, rivedendo tutto con calma, potrai dare a questo racconto il valore che merita.
D'altra parte, al di là del malus assegnato dall'Antico in base al regolamento, lo sforamento di caratteri e di tempo è tale da renderlo difficilmente giudicabile nell'ottica del contest.

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giuseppe.gangemi
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Re: Gruppo ANGELI DEL VAPORE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » mercoledì 27 luglio 2016, 12:19

KI di SARA TIRABASSI
Ciao Sara
il tuo racconto è scritto bene ed è molto evocativo.
Il pregio e il difetto del tuo racconto risiedono nella figura ambigua di Saigo Takamori.
Scegliere un personaggio storico ambiguo (che tentò invano di impedire il finanziamento per la costruzione di una moderna rete ferroviaria in Giappone) per un racconto steampunk è una scelta ardita. Avesse vinto la sua posizione in quel dibattito il Giappone avrebbe visto meno treni a vapore (uno dei simboli steampunk), ma magari avrebbe visto più armi a vapore (gundam a vapore).
Il tuo racconto poi non è per tutti, senza una conoscenza della figura di Saigo, della restaurazione Meiji e della ribellione di Satsuma è difficile da capire. È un racconto elitario.
I veri racconti steampunk guardano al passato in maniera critica, non guardano al passato in maniera nostalgica. Nel tuo racconto noto note di celebrazione di un certo passato e le sue resistenze feudali. In alcuni punti avresti dovuto tentare di dissacrare quel passato.
Riflettendo bene Saigo ha dei tratti punk, perchè pur essendo un samurai adottò armi moderne. Ma i suoi fini per me non erano punk. Certamente la follia richiesta dal contest era presente in lui.
Il tuo tentativo di raccontarci un racconto steampunk in Giappone è buono, ma io siccome mi sto avvicinando per la prima volta a questo genere preferisco la sua ambientazione originale vittoriana.
Magari in futuro apprezzerò di più i sottogeneri steampunk come il tuo.
Spero di non aver commesso qualche cantonata nel commentare il tuo racconto, se è così ti chiedo scusa sin da adesso.


LE FOLLIE DI MADAME CUIVRE di MARIA ROSARIA DEL CIELLO
Ciao Maria Rosaria,
il racconto è buono ma ha qualche difettuccio.
Molto buona la l'ambientazione per quel che riguarda lo steam con tutte le diavolerie a vapore da te descritte, a parte la meraviglia della tua protagonista alla vista di un cane meccanico.
Meno buono l'elemento punk, in alcuni punti nel tuo racconto ci sono messaggi da pubblicità regresso, come quando la la madre sembra invitare la figlia a non studiare (ci sta la madre è portatrice di una mentalità precedente) e la figlia sembra accettare il messaggio della madre cambiandosi i connotati. Messaggio poco punk e molto Tories.
La ragazza che va all'università va bene, in Inghilterra erano frequentate in numero discreto da donne da almeno 50 anni. Quello che turba la lettura, come ti ha già detto Polly, è la scelta della facoltà. Storicamente in quegli anni non sono mancate donne cazzute che hanno frequentato facoltà impegnative (tipo Rosa Luxemburg alla Sorbona). Basta che metti una facoltà più “leggera” per la tua protagonista.
Il più grande problema del tuo racconto è di natura temporale. Le vicende del tuo racconto avvengono il 1 gennaio 1900. Si tratta del primo dell'anno e del primo giorno di un nuovo secolo. Come fa quindi la tua protagonista ad avere una lezione all'università? L'università è chiusa e i prof sono in vacanza suppongo. La tua protagonista può si non andare all'università perché è il suo compleanno ma anche perché tanto è chiusa. Cambia la data delle vicende del tuo racconto.
L'altro problema del tuo racconto è il finale che è nettamente più debole della parte centrale del tuo racconto in cui la tua protagonista è cambiata fisicamente. L'introduzione di un personaggio nel finale senza mai averlo citato prima è sbagliato. Citalo prima.
Altro errore è lasciar cadere il personaggio di MADAME CUIVRE (quello dai tratti più steampunk perchè di rottura, tutti gli altri tendono a piegarsi all'ordine costituito) e non portarlo fino alla fine (anche perchè da il titolo al tuo racconto e dovrebbe avere maggior peso). In che modo? I cambiamenti che ha avuto la tua protagonista potrebbero celare un patto faustiano o malfunzionamenti.

Racconto buono e prova positiva.

LISA di ADRIANO MUZZI
Ciao Adriano,
buon racconto. La tua ambientazione steampunk mi ha ricordato la Metropolis di Fritz Lang e le città alverare di Simmons con una spruzzatina di vapore. Ho trovato particolarmente accattivante la tua ambientazione.
La presenza dell'elettricità nel tuo racconto ci può stare l'importante che l'energia principale sia quella a vapore. La presenza della radioattività ci può stare.
Mi è piaciuto molto il tuo racconto steampunk dai tratti retrofuturisti.
La pecca nel tuo racconto probabilmente sta nella caratterizzazione dei tuoi personaggi. Dato il grande livello di inquinamento e di radioattività del tuo mondo i tuoi personaggi dovrebbero mostrare segni di malattie simili a quelli presenti in Mad Max. Dovresti mostrare le malattie generate dalla tua ambientazione.


Ottimo racconto greenpeace steampunk


L'INCIDENTE di DIEGO DUCOLI
Ciao Diego,
racconto molto simpatico e divertente. Ci sono tutti gli elementi richiesti dal contest. Non ho grossi appunti da farti, l'unica mio disappunto viene da questa frase:
Poi mi serviva una fonte d'acqua, ma per quello ci penseranno i tuoi reni.
L'acqua deve comunque provenire da una fonte esterna. I reni sono dei filtri, dei depuratori.
Altri erroretti:
“Mia ha resa storpia”
“Mi ha resa storpia”
e di ritrovò seduta
e si ritrovò seduta
Complimenti è un bel racconto, bene riuscito e con molto umorismo. Ricorda l'atmosfera di frankenstein junior.
Complimenti ciao



LA GRANDE FABBRICA di GREGORIO GAMBATO
Ciao Gregorio,
l'ambientazione steampunk del tuo racconto va bene. Troviamo il vapore con numerosissime macchine e marchingegni. Troviamo la follia con questa gigantesca macchina che non produce nulla, il finale mi piace con il suo paradosso. Non ho trovato invece l'imprevisto/imprevisti.

Alcuni appunti:
dell’Intera Inghilterra
perché scrivi intera con la maiuscola? È una cosa voluta?

Molte d eufoniche:
ad ogni battuta
a ogni battuta
ad un’enorme
a un’enorme
ad uno di quei macchinari
a uno di quei macchinari
ad un altro reparto 
a un altro reparto
ad un piccolo reattore
a un piccolo reattore

Altre cose:
machingegno di ascensione
marchingegno di ascensione
ad alcuni forni dentro a cui alcuni operai
ripetizione di alcuni

Il vero problema del tuo racconto è lo sforamento eccessivo dei caratteri, dovresti sempre tenere sotto controllo il contatore dei caratteri quando partecipi a contest con caratteri limitati.
Ciao

NUVOLA A VAPORE di FRANCESCO NUCERA
Ciao Francesco,
il racconto è bello ed è scritto bene.
I personaggi son bene caratterizzati, simpatica la parlata piena di z di Enzo. Lo scienziato pazzo del genere steampunk è in parte presente nella figura di Enzo, ma Enzo è più un visionario sognatore che un pazzo.
Vapore, follia e imprevisto sono presenti.
Lo steam è appena accennato ed è un pecca per questo contest. Del genere richiesto vi è la presenza della caldaia nell'auto di nuvolari e la corsa automobilistica.
Le dinamiche della corsa non cadono nel cliché delle corse automobilistiche e questo è un bene.
Racconto piacevole.
Ciao


LA CONNESSIONE di RAFFAELE MARRA

Ciao Raffaele,
il tuo racconto alla prima lettura mi è piaciuto molto. Rileggendolo mi sono sorti alcuni dubbi e domande.
L'ambientazione è buona, e suppongo sia quella del selvaggio west. Mi piace molto il ciarlatano che invece di vendere lozioni o pomate miracolose propone la “connessione”. Molto originale.
Veniamo ai difetti del tuo racconto.
Nessun personaggio del villaggio si oppone alla connessione e tutto avviene in maniera troppo passiva. Il villaggio ovviamente alla fine della storia deve soccombere, ma serve una certa resistenza. Ti servirebbe un personaggio alla Laoconte che si oppone all'entrata del cavallo di legno a Troia ma che alla fine viene “zittito” da due grossi serpenti marini.
Il secondo problema del tuo racconto riguarda la natura del macchinario per la connessione. Un macchinario per la connessione neurale basato sulla tecnologia a vapore in grado assoggettare un intero villaggio occuperebbe svariati caseggiati. Servirebbero ampi spazi per contenere i vari calcolatori. I primi computer erano grossissimi. Il tuo sarebbe ancora più grande. Te usi valvole, lampadine, ingranaggi, caldaie non microchip. Consiglio: aumenta le dimensioni del tuo marchingegno.
L'altro problema del tuo macchinario è che non esiste il moto perpetuo. Il tuo macchinario prima o poi si fermerà se non è alimentato e sottoposto ad alimentazione. Per la manutenzione potrebbe essere la tua macchina ad imporre agli abitanti di farla. L'alimentazione è più difficile: la tua macchina necessita di carbone e acqua e prima o poi le scorte finirebbero. Qualcuno deve procurarle acqua e carbone. Dovresti citare cavi neurali che si estendono fino a fiumi e miniere.
Il ciarlatano dovrebbe sfruttare maggiormente il macchinario. Una semplice incursione nelle case e una donna non hanno sicuramente ripagato le sue spese per la costruzione del macchinario per la connessione. Gli abitanti di quel villaggio dovrebbero diventare i suoi schiavi per ripagarlo e fargli guadagnare vera ricchezza.
L'altro problema è che prima o poi degli stranieri giungeranno nel tuo villaggio e dovrai o “inserirli negli ingranaggi” del villaggio o zittirli.

Buona prova e parametri rispettati.



IL BREVETTO di GABRIELE MACCHIARELLA
Ciao Gabriele,
molto interessante la parte iniziale del tuo racconto.
L'idea alla base del tuo racconto è molto carina ma ci sono degli elementi che ne minano la credibilità.
Penso sia impossibile costruire una macchina da caffè in manicomio. Sarebbe possibile solo se fatta con mollica di pane. Al tuo personaggio sarebbero serviti troppi attrezzi e materiali.
Anche il finale ha dei problemi. La combustione dei vari personaggi è troppo veloce come se fossero stati cosparsi di benzina. Fra l'altro un inserviente aveva iniziato a spegnere le fiamme con una coperta e il tuo protagonista avrebbe potuto finire l'opera con un gesto imitativo (spontaneo anche per un pazzo) invece di finire avvolto dalle fiamme.
Dovresti cercare di correggere il tuo racconto. Magari alla fine del tuo racconto si potrebbe scoprire che l'orologio e la moka del tuo racconto sono in realtà marchingegni astrusi assemblati con carta, pane e sporcizia.
Ciao

LA CURVA CHE NON C'ERA di ALEXANDRA FISHER
Ciao Alexandra,
il racconto è carino e presenta molti elementi steampunk. Io ho notato anche dei tratti che mi hanno fatto pensare alla bella epoque.
L'inizio del racconto potrebbe essere ridotto. Sprechi caratteri che avrebbero potuto arricchire la seconda parte del racconto, che è la parte nettamente migliore.
Io avrei fatto azionare la tua automobile con la manovella tipica delle prime auto. Mi ha sempre affascinato l'accensione con la manovella tipica delle prime auto, forse perché nell'infanzia vedevo i film i Stanlio e Ollio che ne combinavano di tutte i colori per avviare queste prime auto con accensione a manovella.
La seconda parte è molto interessante ma leggendo i commenti forse non l'ho capito. Secondo me gli operai e gli altri dipendenti sono stati convertiti in robot. Se è cosi mi piace molto.

Un piccolo errore che ho visto.
Quel mattino il treno era ritardo
Quel mattino il treno era in ritardo

Secondo me il tuo racconto perde molto perché scritto con il tempo verbale al presente. Forse renderebbe meglio con un altro tempo verbale, uno al passato.
Elementi richiesti dal contest presenti.
Ciao

CLASSIFICA
1-LISA di ADRIANO MUZZI
2-KI di SARA TIRABASSI
3-NUVOLA A VAPORE di FRANCESCO NUCERA
4-L'INCIDENTE di DIEGO DUCOLI
5-LE FOLLIE DI MADAME CUIVRE di MARIA ROSARIA DEL CIELLO
6-LA CONNESSIONE di RAFFAELE MARRA
7-LA CURVA CHE NON C'ERA di ALEXANDRA FISHER
8-IL BREVETTO di GABRIELE MACCHIARELLA
9-LA GRANDE FABBRICA di GREGORIO GAMBATO

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invernomuto
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Re: Gruppo ANGELI DEL VAPORE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » giovedì 28 luglio 2016, 5:46

Ciao a tutti, ecco i miei commenti e, di seguito, la classifica.
Stilarla è stato particolarmente difficile dal momento che almeno più della metà dei racconti è di qualità davvero molto elevata.

La curva che non c’era, di Alexandra Fischer

Devo dire che anche io ho avuto qualche problemino con la parte introduttiva, aprire il racconto con un cambio di mezzo (la discesa dalla locomotiva per salire sull'auto) spezza un po' il ritmo sul nascere!
Bisogna dire, però, che la seconda parte recupera benissimo, una volta superata "la curva" che introduce al cuore del racconto, la bella città metallica che funge anche da spauracchio per lo spettro dell'automazione industriale.
Anche nel mezzo della città, però, ti limiti a dirci che "tutto è di metallo", sei molto precisa nel descrivere i capi di vestiario mentre lasci al lettore l'onere di immaginare queste creature robotiche.
In ogni caso, il tema è pienamente rispettato, c'è la follia di qualcuno che ha tolto il lavoro a tutti i dipendenti in modo imprevisto e indubbiamente c'è il vapore che alimenta la città di metallo.
A presto!

Il brevetto, di Gabriele Macchiarella

Anche io sono un fan della tua steam-moka e trovo la descrizione all'inizio una delle parti migliori del tuo racconto, che nonostante la buona idea di fondo (l'archetipo dello scienziato pazzo funziona sempre bene) è piagato da qualche piccolo problema stilistico nell'esecuzione.
Alcuni passaggi sono incerti o imprecisi:
l’infermiere infondo al corridoio sembrerebbe che lo sta spiando da qualche minuto

in fondo è la locuzione avverbiale, infondo il participio passato del verbo infondere. Sembrerebbe, poi, richiede la forma ipotetica stesse, e infatti la frase suona in modo molto innaturale.
La pesante coperta in fiamme ha attecchito anche sulla tenda della piccola finestra.

Il soggetto di questa frase è la coperta, che attechisce sulla tenda della piccola finestra, un'immagine grottesca!
"Le fiamme generate dalla spessa coperta si erano ormai estese anche al tessuto della tenda che adornava la finestrella della stanza", in questo modo le fiamme sono il soggetto della frase e sono loro a espandersi pericolosamente.
L’infermiere di spalle non si accorge di nulla, tutto intento di soffocare le fiamme

"tutto intento a soffocare" o "nell'intento di soffocare".
Insomma, buona idea ma esecuzione da migliorare, a presto!

Le follie di Madame Cuivre, di Maria Rosaria Del Ciello

Racconto ben scritto, che non calca troppo la mano nel presentare l'ambientazione che, di conseguenza, risulta naturale e ben integrata nella tessuto della storia.
Il personaggio di Madame Cuivre, che come ha fatto notare Giuseppe ha un qualcosa del demonio tentatore di faustiana memoria, purtroppo non ha lo spazio che meriterebbe e il finale della storia è senza alcun dubbio il suo elemento più debole.
Ottimo stile al servizio di una buona storia che avrebbe potuto essere ottima con qualche piccola revisione, una bella prova!

L’incidente, di Diego Ducoli

Steam, molto steam, pure troppo!
Un bel racconto che si regge su un dialogo che scorre veloce e divertente, credibile pur nel suo essere surreale.
Per quanto mi riguarda hai centrato in pieno tutt'e tre gli elementi del tema, il vapore della caldaia interna, l'incidente che ha mutilato Maria (ma anche quello finale) e indubbiamente la follia di un uomo che installa un sistema a puzzette nella sua assistente vittoriana!
A parer mio una prova assolutamente riuscita, complimenti!

"Lisa", di Adriano Muzzi

ella prova, veloce e dinamica, il tuo stile è molto funzionale e permette alla storia di scorrere al giusto ritmo per stare dietro a Lisa, ma anche di prendersi pause descrittive che aiutano a rendere lo scenario più evocativo.
Il tema è indubbiamente centrato, molto buono anche l'elemento "punk" dell'ecoterrorismo che aggiunge un tocco in più al racconto.
Ottima prova, complimenti!

Ki, di Zebratigrata

Come succede spesso con i racconti che mi piacciono particolarmente, non ho molti commenti costruttivi da farti, per cui mi limiterò a farti i complimenti per la capacità di costruire scene evocative e l'ottima padronanza stilistica.
Ottima anche la scelta di utilizzare un personaggio come Takamori Saigo, vissuto nel pieno del periodo vittoriano ma "dislocato" geograficamente dalla abusata Inghilterra.
A mio parere, oltre all'innegabile qualità del racconto in sé, hai pienamente centrato i requisiti del tema: vapore, imprevisto e soprattutto la lucida follia non mancano sicuramente.
Ottima prova, sei in un girone ricco di "gladiatori" talentuosi!

La connessione, di Raffaele Marra

La tua prova mi ha ricordato da vicino le macchine di Babbage super evolute che sono vere e proprie portagoniste di "The Difference Engine" di Gibson e Sterling, uno dei "manifesti" dello steampunk.
Nella tua visione, naturalmente, spingi le capacità della macchina a un livello ancora superiore, generando una connessione neurale condivisa (un nuovo, e più efficace, "oppio dei popoli" resi compiacenti e controllabili), ma la cosa non ha inficiato minimamente la mia sospensione dell'incredulità.
Per quanto riguarda l'arrendevolezza dei cittadini all'infernale marchingegno, effettivamente, penso anche io che ci sarebbe stata bene una scena dove i "connessi" obbligavano il povero scettico a diventare "one of us" (alla "Freaks"); ma lo sappiamo, il tempo è tiranno.
Una prova eccellente dal punto di vista stilistico e, a parer mio, anche nell'intreccio, bravo!

Nuvola a vapore, di Francesco Nucera

Bel racconto, soprattutto per merito della tua capacità di caratterizzare i personaggi in modo eccellente, in particolar modo Enzo.
A parer mio rientri perfettamente nel tema richiesto, pur non soffermandoti eccessivamente sulla tecnologia vaporosa a disposizione dell'ingegnere.
Il tuo stile è molto buono e "alza la testa" soprattutto nella fase finale, dove descrivi un piccolo passaggio della corsa in modo dinamico e avvincente.
Bella prova, non mi aspettavo proprio di leggere un racconto steam-sportivo in quest'edizione!

La grande fabbrica, di Gregorio Gambato

Il tuo racconto e le inutili invenzioni che lo popolano mi hanno ricordato i folli marchingegni creati da Trurl e Klaupacius nella Cyberiade di Stanislaw Lem.
Purtroppo la giustificazione finale mi sembra un po' debole e superflua, non sarebbe stato più "folle" costruire macchine generatrici di fumo per il solo scopo di farlo? O, ancora meglio, per accelerare la generazione di entropia e velocizzare così l'arrivo dell'inevitabile morte termica dell'universo?
A parte le mie opinioni personali riguardo il finale, trovo che sia un peccato vedere un'idea abbastanza buona e divertente come quella alla base del tuo racconto piagata da piccoli difetti stilistici ed errori dovuti, probabilmente, alla necessità di consegnare prima che scadesse anche la seconda deadline.
Spero di rileggerti presto!

1 - Ki, di Zebratigrata
2 - Lisa, di Adriano Muzzi
3 - L’incidente, di Diego Ducoli
4 - La connessione, di Raffaele Marra
5 - Le follie di Madame Cuivre, di Maria Rosaria Del Ciello
6 - Nuvola a vapore, di Francesco Nucera
7 - La curva che non c’era, di Alexandra Fischer
8 - La grande fabbrica, di Gregorio Gambato
9 - Il brevetto, di Gabriele Macchiarella

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Barbara Comeles
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Re: Gruppo ANGELI DEL VAPORE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » giovedì 28 luglio 2016, 12:23

Salve. Innanzitutto complimenti a tutti. Non è stato facile stilare graduare i racconti ma, come si dice, dura lex sed lex.
Ecco quindi Commenti e Classifica.

1. Lisa di Adriano Muzzi
Bel racconto dal ritmo incalzante. Uno steampunk futuristico. Anche a me ha ricordato Metropolis.
L’incipit in media res catapulta immediatamente il lettore nella storia, trascinandolo nella corsa della protagonista, facendogli provare la stessa ansia.
Bella la descrizione del manovratore con poche pennellate sufficienti a caratterizzarlo quanto basta. E a tal proposito ti segnalo un paio di refusi:
gli strizzò l’occhio di vetro
meglio “le strizzò…”
Ci fu no strattone e l’ascensore iniziò a salire
Cu fu uno…”
Mi è piaciuto molto il finale e tutto il racconto. Ho apprezzato particolarmente la protagonista: l’utilizzo dei bambini in certi contesti lo trovo interessante, stimolante e aperto a molte possibilità.
Bella prova. Complimenti.

2. L’incidente di Diego Ducoli
Che dire? Il racconto è uno dei miei preferiti. L’aderenza al tema, e al genere, ci sta tutta. I personaggi pur non essendo caratterizzati li vedi vivi dinanzi a te. Sarà per l’atmosfera nella quale si muovono con agio all’interno di una storia che definirei surreale e grottesca.
Ai refusi che ti hanno fatto notare aggiungerei “gli riempirono la visuale” al primo rigo: trattandosi di una donna meglio “le”.
Il finale è fantastico. La disdicevolezza del rilascio delle puzzette e il botto finale sono davvero notevoli. Complimenti.

3. La connessione di Raffaele Marra
Bel racconto considerati i caratteri (più che i minuti) contati. Ti dirò, a me sembra più un ucronico/distopico ma è probabile che stia prendendo una colossale cantonata (quien sabe).
La cosa che mi convince meno è l’arrendevolezza dei cittadini, nemmeno uno che esca fuori dal coro. Potrei dire qualcosa a proposito del macchinario per la connessione: meglio lasciar decidere all’immaginazione del lettore. Del resto i tremila caratteri sono tiranni!
Buona prova.

4. Nuvola a vapore di Francesco Nucera
Un racconto originale, con atmosfera steampunk delineata sullo sfondo e personaggi ben caratterizzati seppure con poche battute. La parlata di Enzo con tutte quelle z è divertentissima e fa pensare a un piccolo folletto birichino. Ti segnalo una svista: “Tu in quella officina a riparare caldaiezi soffochi”, forse volevi dire “… caldaie zi soffochi”.
Particolare l’accostamento Nuvolari-nuvola-vapore.
Complimenti.

5. Ki di Zebratigrata
Non sono una grande esperta di steampunk e ancor meno di atmosfere orientali.
Detto questo il tuo racconto è scritto molto bene, si notano passione e competenza per ambientazioni poco usuali e poco note ai più. Insomma una storia originalissima (che io purtroppo non sono riuscita a cogliere in pieno, ma si tratta di un problema di mia ignoranza e ti chiedo scusa per questo) che evidenzia la tua perizia. Brava.

6. Le follie di Madame Cuivre di M.R. Del Ciello
Bel racconto, godibile. La battuta sul troppo studio l’ho trovata pertinente con la società del periodo: la madre ancorata a vecchi valori, la figlia proiettata nel futuro, una ragazza che va all’università, non certo una novità considerato che all’epoca altre fanciulle studiavano.
Madame Cuivre avrebbe meritato una descrizione più ampia, sarebbe stato interessante saperne di più, invece si resta “a bocca asciutta”. Peccato.
Dai brevi cenni che fai, Londra sembrerebbe una città piena di diavolerie meccaniche. E allora perché la protagonista si meraviglia del cane meccanico?
Il primo gennaio è un ottimo espediente per annunciare la data di compleanno: anno nuovo, vita nuova. Il dato incongruente è l’apertura dell’università in questo preciso giorno.
Il finale: Stephen appare troppo repentinamente e più che a un compagno di studi somiglia a un molestatore; non nota il cambiamento della protagonista e con un anacronistico “bellezza” la invita a festeggiare.
In definitiva è un buon racconto che con gli opportuni aggiustamenti sarà perfetto (nonostante sia un po’ lontano dal tema).


7. Il brevetto di Gabriele Macchiarella
Parto dall’incipit che mi è piaciuto moltissimo e che mi ha fatto immaginare una storia che non è arrivata alla fine, o almeno non nel senso del tema dato. Non sono un’esperta del genere ma il racconto non mi è sembrato molto steampunk a causa di una serie di incongruenze: innanzitutto la disponibilità, in un manicomio criminale, di strumenti potenzialmente pericolosi, specie se nelle mani di un folle. Poco credibile, a mio parere, la conclusione, forse anche un po’ affrettata: come può l’infermiere non accorgersi di quanto accade alle sue spalle? Il poverino manganellato a tutta forza, avrà pur emesso qualche lamento! E l’incendio che divampa all’improvviso senza avvisaglie?
L’idea è molto buona. Ripresa e curata nei dettagli, come merita, la storia sarà decisamente interessante.

8. La curva che non c’era di Alexandra Fischer
Racconto interessante soprattutto nella seconda parte. La prima, invece, l’ho trovata confusa, spiazzante. A parte qualche refuso, ci sono dei salti con i tempi verbali che stridono un po’. Alcune frasi sono poco chiare, ad esempio quando scrivi: “Dietro di loro compare un calesse e sta guadagnando velocità.” Si tratta forse di un’anticipazione della meccanizzazione descritta poi? Anche la Renault mi sembra fuori luogo, poco plausibile, specie se confrontata all’abbigliamento vittoriano della protagonista.
La frase finale mi è piaciuta moltissimo perché adoro questo tipo di finali “aperti”.
Insomma, considerati i tremila caratteri (che sono decisamente pochini) il racconto merita di essere rivisto e ampliato per dare respiro ad un setting promettente.

9. La grande fabbrica di Gregorio Gambato
Un lungo racconto che opportunamente rivisto acquisterà una forma migliore.
Non mi dilungherò sulle cose che ti hanno già segnalato (d eufoniche e refusi). Il finale, grottesco e paradossale, mi è piaciuto molto ed è arrivato inaspettato. Non mi è chiaro però come i due protagonisti dalla iniziale diffidenza passino all’amicizia e alla complicità.
Lo sforamento e il malus sono stati fatali.
A rileggerti.


CLASSIFICA
1. Lisa
2. L’incidente
3. La connessione
4. Nuvola a vapore
5. Ki
6. Le follie di Madame Cuivre
7. Il brevetto
8. La curva che non c’era
9. La grande fabbrica

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AmbraStancampiano
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Re: Gruppo ANGELI DEL VAPORE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » giovedì 28 luglio 2016, 22:26

Ciao a tutti, ecco come al solito i commenti in ordine sparso e la classifica in fondo.

La curva che non c'era
Ciao Alexandra,
a differenza di molti, io ho apprezzato molto di più la prima parte del racconto rispetto alla seconda, in cui fai una gran bella carrellata su diversi tipi di dinamismo e di movimento, molto futurista.
Anche le scene in città mi piacciono molto, e trovo che le tue descrizioni si facciano mese dopo mese sempre più poetiche e potenti; per quel che riguarda la storia, invece, non sono riuscita bene a seguirla, non ho capito a chi si rivolga il compagno della nostra protagonista/pov e la questione della fabbrica vera e di quella finta; sembra comunque interessante, magari con un po' più di spazio e la possibilità di spiegare meglio...
Un consiglio: l'idea di un racconto tutto al presente si sposa bene con quella sorta di dinamismo futurista che ho trovato nella prima parte, ma alla lunga rischia di rivoltartisi contro perchè rende i testi non immediati un po' pesanti e di difficile comprensione e porta spesso a dover rileggere.
Lo steam c'è, il punk anche. Il vapore lo vedo, la follia e gli imprevisti temo di non averli capiti fino in fondo.

Il brevetto
Ciao Gabriele,
ho trovato il tuo racconto godibile e divertente; molto interessante l'idea di uno "steam" solo in testa al protagonista, e il pov inaffidabile che oscilla tra la realtà e il filtro della follìa. Davvero un ottimo lavoro.
Certo, la vicenda ha delle pecche che giocano contro la sospensione dell'incredulità e che ti sono già state evidenziate, e con un buon editing il testo non può che migliorare, ma il racconto mi sembra perfettamente a tema e gradisco molto questa versione steampunk più mentale che reale.
Insomma, una buona prova.

Le follie di Madame Cuivre
Ciao Maria Rosaria,
il racconto è molto carino, l'ambientazione curata e non eccessivamente esaltata rende molto meglio, vedo sia lo steam che il punk più o meno in ogni passaggio del racconto, quindi il genere c'è.
Sono un po' meno convinta sul tema: va bene il vapore e gli imprevisti, ma la follia?
In più concordo con chi dice che il finale è molto debole, e quel tipo di imprevisto sembra un po' forzato. Io poi sono una fanatica dei cerchi che si chiudono e riaprono, per cui secondo me il racconto si sarebbe dovuto chiudere su Madame Cuivre (che ha un potenziale enorme che sarebbe davvero un peccato non sfruttare) o su qualcosa che accade alla nostra protagonista/narratrice in funzione del suo aspetto molto più curato, e che la convinca per sempre che non le importa/le importa di essere carina e matrimonialmente appetibile; insomma, qualcosa che crei un cambiamento forte internamente alla protagonista, o un ritorno convinto al suo modo di essere prima dell'incontro con Madame Cuivre.
Non credo che il fatto che lei vada all'Università o che studi diritto sia in qualche modo problematico, la tua è chiaramente un'ucronia e comunque mi sembra assurdo concentrarsi su questo in un racconto in cui signore ingioiellate portano a spasso cagnolini a vapore ;) al massimo potrei dire che mi sembra più logico (sia per l'età che per l'ambientazione geografica) che la tua protagonista vada al college, ma è una sottigliezza così sottile che è già volata via.

L'incidente
Ciao Diego,
invidio il tuo racconto: l'idea è semplice ma perfetta, il genere c'è al 100%, il dialogo è divertente e completo, non lascia insoddisfatti. Le voci dei due protagonisti sono credibili, l'infodump è quasi pari allo 0 e sebbene tu non abbia perso tempo e caratteri nelle descrizioni, da lettore sono in grado di "vederli". Invidio anche la tua capacità, per l'appunto, di mostrarci le scene senza descriverle. Insomma, per me il podio non te lo leva nessuno. Grande!

"Lisa"
Ciao Adriano,
ero convinta di aver già commentato il tuo racconto, ma internet ballerino e tutta una serie di imprevisti sembrano aver fatto sparire il mio commento. Pazienza, ci riprovo ^_^
Trovo che il racconto sia molto buono e lo stile funzionale al suo dinamismo; ho particolarmente apprezzato l'incipit con Lisa che corre svincolando per la folla e si precipita in ascensore. Davvero ben scritto, come tutto il resto del testo.
L'unica cosa che non ho capito è perché è necessario che Lisa si butti per lanciare il suo messaggio: non sarebbe stato più pratico agganciare un peso qualsiasi allo striscione? A questo modo la stessa Lisa avrebbe potuto provare a sensibilizzare più volte l'opinione pubblica.
Lo steam c'è, il punk anche; per me genere e tema rispettati.

Ki
Ciao Sara,
che dire, WOW!
Un racconto elegante, perfettamente calibrato, con una declinazione originale dello steampunk e una rivisitazione (secondo me stupenda) dei robottoni giapponesi. Meglio di così...
Ho apprezzato particolarmente l'incipit, anche il dialogo è reso molto bene ma a un certo punto mi ha un po' confusa, forse perchè nella prima parte del racconto vedo l'imperatore morire e poi nella seconda parte mi dici che l'imperatore vuole sterminare i samurai, senza però segnalare un eventuale passaggio temporale. Roba comunque di pochissimo conto per un racconto di pregio.
Vapore, follìa e imprevisti ci sono alla grande.

La connessione
Ciao Raffaele, bentornato!

Ho apprezzato molto il tuo racconto, soprattutto nella seconda parte, però secondo me ha un enorme difetto: vuoi per la costrizione allo steampunk, vuoi per la carenza di caratteri, la "connessione" non viene sponsorizzata abbastanza bene per poter essere accattivante e giustificare l'adesione massiccia della gente della città.
Non so come avresti potuto migliorarla, forse calcando di più sul discorso del banditore, utilizzando qualche trucco d'illusionismo o anche solo facendo alzare in piedi la cavia per decantarne le meraviglie; per come me la presenti tu invece, io vedo solo un macchinario poco accattivante (ha addirittura un pungolo) al quale viene attaccato un tizio che poi rimane fermo; con queste premesse, perché la moglie del narratore decide di provarlo a sua volta?
Spero di esser riuscita a spiegare bene cosa intendo.
Per il resto, lo stile è il tuo ed è sempre buono, non ci sono errori di alcun tipo e la storia è anche una storia molto buona, sebbene non originalissima. Nel complesso è una buona prova.

Nuvola a vapore
Ciao Francesco,
il racconto mi sembra abbastanza steam, e anche punk nel senso della ribellione alla vecchiaia e a un sistema che vuole Tazio ed Enzo "fuori dai giochi", quindi per me il genere c'è ;)
Sono rimasta piuttosto colpita dall'idea, ma a mio gusto personale il dialogo con Enzo, punto centrale del tuo rapporto, occupa molto spazio togliendoci in qualche modo la possibilità di veder correre Nuvolari per bene (che, sebben scontato, è proprio quello che uno si aspetterebbe in un racconto con Nuvolari come protagonista).
Mi è piaciuta molto la parlata di Enzo, mi ha ricordato un po' lo stile di Stefano Benni :P

La grande fabbrica
Ciao Gregorio,
ti prego, lavora ancora a questo racconto! Io lo trovo davvero eccezionale.
Lo stile mi ha ricordato a tratti Roald Dahl, e anche le trama sembra attingere un po' alla sua opera.
L'idea è chiaramente steampunk, vapore e follìa ce n'è a bizeffe, ma non sono riuscita a cogliere l'imprevisto.
Nonostante mi sia piaciuto lo stile, ci sono comunque un sacco di piccole incongruenze e imperfezioni che con un buon lavoro di pulizia ed editing scompariranno. Molte ti sono già state segnalate, altre sicuramente le vedrai riprendendo il lavoro a mente fredda e senza i minuti contati :)
Bravo, bella prova. E quanto al supermalus, esattamente l'anno scorso ne ho avuto uno uguale, per cui complimenti anche per quello, non è da tutti! ;)

1)Ki
2)L'incidente
3)Lisa
4)Nuvola a vapore
5)La grande fabbrica
6)Il brevetto
7)La connessione
8)Le follie di Madame Cuivre
9)La curva che non c'era
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Re: Gruppo ANGELI DEL VAPORE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » domenica 31 luglio 2016, 17:42

Ecco la mia classifica per il vostro gruppo. Anche qui come nel PNEUMOSNODO, ben tre racconti che si sono meritati il pollice su e una qualità media molto alta. Bravi tutti.

1) “Lisa”, di Adriano Muzzi
Che dire? Ottimo. Forse qua e là c’è qualche refuso sparso, ma si corregge. Crei un’immagine forte che rimane impressa nella mente del lettore, lettore a cui trasmetti un messaggio altrettanto potente (c’è però da togliete un “tutti”). Il tema lo ritrovo. Pollice su. Bravo.
2) La connessione, di Raffaele Marra
Bello. Un attacco alla nostra stessa società attraverso il linguaggio steampunk direttamente da una Londra di un distopico passato. Mi piace. Gli elementi richiesti dal tema ci sono tutti, il racconto è ben scritto e controllato. Pollice su.
3) L’incidente, di Diego Ducoli
Racconto divertente, brioso, ben gestito. Il tema è rispettato e il gioco funziona. Molto buono il dialogo. Forse non si ricorderà per il particolare messaggio che semina nella mente di chi legge, ma di sicuro fa quello per cui è stato ideato. Quindi pollice su.
4) Nuvola a vapore, di Francesco Nucera
Due difetti su tutti. 1) Non ci vedo molto steam. Insomma, se lo avessi letto senza sapere che partecipava a un contest in cui era richiesto il genere steam, non ci sarei arrivato. Però ammetto che gli indizi li hai seminati, quindi non me la sento di penalizzarti più di tanto per questo. 2) Ok, s’incontrano Ferrari e Nuvolari. Perché? E Nuvolari riesce addirittura a piazzarsi… Come? In base a quale capacità? Mi sembra tutto abbastanza dato a priori, come scontato, e di conseguenza, come lettore, lo vivo poco e non riesco a entrare nella tensione della storia. Detto questo, tutto il resto c’è: dal tema al controllo sul narrato. Il racconto è “chiuso” nel modo corretto (motivo per cui lo piazzo davanti sia a quello che Maria Rosaria che a quello di Sara). Pollice tendente all’alto per me, ma occhio allo steampunk.
5) Le follie di Madame Cuivre, di Maria Rosaria Del Ciello
Al netto di un finale che secondo me dovrebbe essere più sicuro nel determinare se Stephen ha buone o cattive intenzioni, il racconto mi è piaciuto. Scritto bene, in tema (la follia è letteralmente contenuta nel titolo), ben controllato e con personaggi ben sviluppati. In più sei anche riuscita a infilare elementi di questo mondo e quindi a dare descrizioni in grado di suggerire al lettore che tipo di contesto disegnare nella propria mente. Un pollice tendente all’alto.
6) Ki, di Zebratigrata
Non ho capito il finale. Il racconto è gestito benissimo, narrato in modo perfetto… Poi quando arrivi alla chiusa ti rifugi in quella frase che mi è sembrata decontestualizzata, non ne ho capito davvero il senso. Ed è un peccato perché ancora quel passettino ed era un pollice su sicuro. Il tema c’è tutto, lo steampunk anche e interpretato con originalità. Pollice tendente all’alto, ma lo aspetto in Vetrina (con un finale più giusto, magari…)
7) Il brevetto, di Gabriele Macchiarella
Una storia ben controllata, godibile. Peccato per i diversi refusi che ne minano la fruibilità e che considerata l’ora a cui hai consegnato era possibile correggere con qualche lettura in più. Non mi convince il titoletto che introduce i manicomio, più che altro perché poi non ce ne sono altri. Il tema di edizione è ben affrontato, anche se ci vedo poco Steampunk. Un pollice ni tendente verso l’alto. Ni per tutti i refusi, davvero fastidiosi.
8) La grande fabbrica, di Gregorio Gambato
Vedo molta capacità ancora un pelo acerba in questo racconto. Ci sono alcune ingenuità, ma non troppe. D eufoniche da eliminare (stai più attento) e uno scarso controllo della dimensione (hai sforato di 3000 caratteri  ), però c’è controllo sulla storia e c’è la voglia di fare critica sociale. Si percepisce anche che hai ammassato più elementi steampunk possibili e questo fa capire che non è il tuo genere e che probabilmente eri preoccupato di mostrare che ci rientrasse. Pollice ni per me e dacci dentro perché sei bravo (ma con ancora esperienza da acquisire).
9) La curva che non c’era, di Alexandra Fischer
Lo Steampunk c’è, ma devi fare assolutamente più attenzione sia alla forma che ai refusi. Ho faticato a leggerlo, lo ammetto. Il tutto sembra assemblato, pezzo dopo pezzo, con fatica. E dire che la storia c’è e che il controllo sulla stessa sembra anche buono, però credo che invece di consegnare dopo pochissimo tempo tu debba cominciare a entrare nell’ordine d’idee di sfruttare tutte e quattro le ore di tempo per cesellare e sistemare in modo da permettere alle tue belle idee di trovare la loro giusta forma. Pollice giù per me questa volta, mi spiace.

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