Un libro ti cambia la vita
Inviato: domenica 7 agosto 2016, 10:55
Hai capito tutto.
In fondo era facile.
L'idea ti è venuta leggendo quel libro, Roma caput zombie.
Si, deve essere proprio così.
Tu sei uno zombie e l'uomo che ti sei mangiato in questi giorni deve essere stato un laziale, per giunta pure con una voce di merda.
Quando meno te lo aspetti, quella voce gracchiante si insinua in ogni tuo pensiero e qualsiasi cosa tu faccia si trasforma in "forza Lazio."
Pensi a cosa devi comprare al supermercato?
E ti ritrovi il biglietto della lista della spesa pieno di "forza Lazio.”
Pensi a cosa cucinare?
E ti viene sempre e solo in mente "forza Lazio forza Lazio forza Laziooooo" perfino quando cerchi di masturbarti l'unico pensiero che ti gira in testa è forza Lazio!
Avevi anche pensato di essere posseduto e sei corso in chiesa.
Dopo esserti segnato con l'acqua santa hai provato a dire un Padre nostro, così, tanto per vedere cosa succedeva; ti sei concentrato e "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato forza Lazio, venga il tuo regno sia fatta forza Lazio come in cielo così in terra, dacci oggi forza Lazio quotidiana ..." e via dicendo.
Insomma, non ha funzionato nemmeno pregando.
Hai creduto che il tuo problema fosse fisico, quindi hai pensato bene di farti delle analisi; forse qualcuna delle tue allergie era peggiorata, o magari ne avevi sviluppate di nuove che invece di farti gonfiare la lingua ti sballavano il cervello.
Poi per caso, in casa, hai trovato quel libro.
Non ti ricordavi nemmeno chi te l'aveva dato, era in bella mostra sulla tua libreria e l'hai preso.
L'hai letto tutto di un fiato, sembrava proprio parlasse di te.
Il nome del protagonista è addirittura uguale al tuo ed è stato illuminate.
In un attimo hai capito il perché delle voci nella tua testa, il tuo malessere continuo, la tua improvvisa impotenza e soprattutto, la tua voglia crescente di carne.
Ieri hai portato le analisi dal dottore, le ha guardate e ha scosso la testa; poi con voce calma ti ha detto che purtroppo parlano chiaro, hai un tumore alla prostata.
"Cazzo", hai pensato, "pure l'uccello moscio c'aveva quel laziale di merda!"
La prossima volta che ti mangi qualcuno devi stare attento alla sua salute, altrimenti vedi cosa succede?
Oggi non l'hai sentito.
La sua voce gracchiante non si è ancora insinuata nei tuoi pensieri mentre rifletti sulle parole del medico.
Forse il non dormire stanca anche il laziale che hai nel cervello, o forse il preoccuparsi per la propria vita mette in secondo piano qualsiasi altra cosa.
Tumore alla prostata.
Non è proprio una passeggiata.
Continui a pensare che la colpa sia di quel laziale.
Era usanza, tempo fa, in alcune culture tribali, che i guerrieri mangiassero il cuore dei loro nemici per acquisirne la forza.
Tu una settimana fa ti sei mangiato il suo apparato genitale in salsa verde e devi aver assorbito la sua malattia.
“Cazzo deve essere successo proprio così.”
Cerchi di capire come agire per sistemare la faccenda.
Se mangiare un organo malato ti ha fatto ammalare, forse mangiandone due o tre sani ti potrebbe far guarire.
Devi solo fare attenzione e scegliere con cura le persone, tutto qui.
Comunque ora sei stanco di pensare al tumore.
Accendi lo stereo mettendo il tuo cd preferito e ti siedi sul divano, sperando di rilassarti e riposarti un po'.
chiudi gli occhi e ti fai trasportare dalle note in paesi lontani.
Respiri profondamente.
Senti che ogni tensione abbandona il tuo corpo.
Sei sempre più rilassato, la tua mente è vuota.
Ti si affaccia l'idea che forse non sei uno zombie.
Ti sembra di ricordare che hai scritto qualcosa sugli zombie, oppure hai letto un sacco di libri su di loro ma certamente non sei uno zombie.
La voce, il tumore, forse è stato un incubo.
Sorridi.
Finalmente quel pensiero persistente si è dileguato, sei completamente rilassato.
Senti che tutto andrà bene.
"Ahahahahahahahahahah ti ho fregato!"
Eccola nuovamente la voce, ti fa sobbalzare sul divano, perplesso e disorientato chiedi "chi sei cosa vuoi da me?"
"Sono il laziale. Coglione!"
Rimani in silenzio per qualche secondo, sentendo montare dentro di te una rabbia sorda "io coglione? Ringrazia Dio che ti ho già mangiato altrimenti ti farei a polpette!"
"AHAHAHAHA e invece sarò io a farti a polpette ora; il tumore si espanderà in tutto il tuo corpo e ti mangerà, esattamente come hai fatto tu con me."
"Bastardo smettila subito, troverò il modo di fermarti, magari mi mangerò un medico così che possa curarmi dall' interno."
"Ahahahahahah idiota!
Guardati allo specchio, intanto ti sei già trasformato in me."
Con passo titubante ti avvicini allo specchio.
Goccioline di sudore ti imperlano la fronte.
Hai paura a specchiarti.
Conti fino a tre e alzi lo sguardo, ciò che vedi ti paralizza, non sei più tu.
Ovvero, sei sempre tu ma con qualcosa di diverso.
I tuoi occhi sono più chiusi, con un luccichio perverso.
Le tue mascelle serrate in un ghigno inquietante.
Aldo, il dolce e sfortunato operatore sociale non c'è più e un nuovo viso ti sogghigna dallo specchio.
"Dimmi almeno come ti chiami stronzo!"
La voce tace per qualche secondo e poi ti risponde con un tono calmo, quasi cordiale " Daniele, mi chiamo Daniele, non te lo ricordi?
Per un anno ci siamo incontrati tutti i martedì sera, in libreria.
Volevi fare lo scrittore.
Lo scrittore ahahahaha che idea idiota!
Te lo dicevo sempre che con la scrittura non si mangia, ma tu insistevi!
Per qualche tempo non sei venuto e ho pensato che ti fossi rassegnato.
L'altra sera invece, quando ho chiuso la libreria mi hai dato un colpo in testa e ora eccomi qui, che ti divoro a mia volta."
l' immagine dello specchio ha ragione.
Volevi fare lo scrittore ma in realtà hai dei ricordi confusi.
Forse hai scritto un libro o forse l'hai solo immaginato, sicuramente ne hai letti tantissimi e tra questi il libro rivelatore, quello che ti ha fatto capire chi sei veramente!
Il libro che ha tirato fuori la tua vera personalità.
Tu sei uno zombie punto e basta!
Ti giri e vai verso il il frigo, lo apri e una testa violacea ti guarda dal primo ripiano.
Pensi che devi comprarti un altro frigo, altrimenti dove li metti i prossimi?
Ti devi curare e li devi scegliere sanissimi.
Il dottore ha parlato di chemioterapia, ma tu non la farai mai!
La chemioterapia uccide le persone oltre che il tumore e tu vuoi vivere!
Farai a modo tuo.
Pensi che potresti mangiarti gli organi genitali di Rocco Siffredi, a lui il cazzo funziona bene!
Devi farti una doccia, puzzi di carne in decomposizione, anzi tutta la tua casa puzza di morto.
Non hai avuto ancora il tempo di ripulire bene e in giro ci sono ancora schizzi di sangue e brandelli non meglio identificati.
E mica potevi chiamare la donna delle pulizie!
Ieri una vicina si è pure lamentata con te per la puzza che sentiva provenire dal tuo pianerottolo.
Peccato che è una donna, altrimenti poteva essere un ottima candidata per i tuoi pasti.
La senti spesso mugolare di piacere la notte.
Il fidanzato!
Ecco potresti mangiarti il fidanzato.
Mentre sei intento nei tuoi pensieri senti chiamare a gran voce da dietro la porta.
Rimani interdetto per un attimo, non è la voce di nessuno che conosci e poi in realtà stanno chiamando un nome che non è il tuo.
Forse è il nome del fidanzato della tipa del piano di sopra.
Ancora quella voce che chiama e poi tantissimi colpi alla tua porta.
“Aprite, Carabinieri! Se entro un minuto non aprite la porta saremo costretti a sfondarla.”
Ti guardi attorno, la tua casa è un macello.
In cucina la mannaia che hai usato per tagliare a pezzi il laziale è ancora sporca e in bagno, sul soffitto, ci sono degli schizzi di sangue di quando lo hai sgozzato.
Continui rumori dietro la porta e ancora quel nome.
Gli gridi che si sono sbagliati, che tu ti chiami Aldo!
“Ok Aldo, allora apri la porta e non ti succederà niente, altrimenti saremo costretti a buttarla giù”
Cerchi di pensare velocemente.
Non hai tempo per sistemare la casa e sicuramente non puoi permetterti di farli entrare.
Ti obbligheranno a fare la chemioterapia e tu non vuoi farla.
Glielo hai detto ieri al dottore, niente chemio!
La chemio uccide le persone!
Il medico gli deve aver dato però il nome sbagliato.
Grosse gocce di sudore ti solcano la fronte e ti scendono sugli occhi facendoteli bruciare.
Cerchi di prendere tempo.
“Che modo è questo di chiamare una persona?
Non vi siete nemmeno accertati che fosse quella giusta.”
“Ascolta Aldo, apri e non ti succederà nulla te lo prometto.
Andrà tutto per il meglio vedrai.
Sicuramente abbiamo sbagliato persona, come dici tu, ma dobbiamo controllare, hai ancora trenta secondi Aldo, poi entriamo.”
Ti senti confuso, quella persona che stanno cercando come si chiama?
Eppure quel nome ti dice qualcosa.
Hai dei ricordi confusi.
Sai di essere Aldo, ma ora in testa ti arrivano immagini di una vita non tua.
“Forse è quella del laziale”, pensi.
Stai per mettere la mano sul pomello quando vedi la porta quasi saltare in aria.
Ti sposti di lato per evitare di essere travolto dalla furia delle forze dell'ordine che stanno entrando in casa tua.
In un attimo sei circondato da almeno quindici Carabinieri che urlano puntandoti contro pistole e mitragliette.
D'istinto alzi le mani mentre cerchi di spiegare che non sei la persona che cercano.
Urlano continuamente.
Il tuo cervello fa fatica a capire ciò che ti chiedono, hai le orecchie che ti ronzano.
Non riesci a pensare.
Alcuni agenti si sono staccati dal gruppo e cercano per la casa.
Senti un urlo provenire dalla cucina.
“Cristo, venite qui! È nel frigo, se l'è mangiato! Cristo che schifo, Cristo!”
Qualcuno sta vomitando mentre i tizi che hai di fronte ti intimano di metterti a pancia a terra.
Con la coda dell'occhio cerchi di valutare quanto è lontana la finestra.
In fondo sei uno zombie e sai che puoi morire solo se ti sparano al cervello distruggendotelo.
Un salto dalla finestra non può farti morire, anzi può toglierti da questo impiccio.
Mentre uno di loro urla a perdifiato e ti viene incontro con le manette in mano, tu con uno scatto repentino e gridando come un ossesso “forza Laziooooooooo” passi fra due Carabinieri attoniti.
La finestra è a circa due metri da te, senti i proiettili fischiarti nelle orecchie, ti lanci verso il davanzale, posi le mani sul marmo freddo come la morte, ti tiri su, e senza pensarci, con un sorriso beato sulle labbra, ti lanci nel vuoto, verso la libertà.
Il Messaggero – Cronaca di Roma – 5 Agosto 2016
Morto suicida il famoso scrittore Marco Roncaccia durante un blitz dei carabinieri nel suo appartamento.
Lo scrittore, afflitto da personalità multipla dopo la stesura del suo ultimo libro
“Roma caput zombie” era in cura presso il C.I.M di zona.
I vicini, dopo giorni che avvertivano forti odori nauseati e rumori molesti provenire dall' interno del suo appartamento, hanno allertato le forze dell'ordine che hanno fatto la macabra scoperta: ritrovati nel frigo alcuni pezzi del libraio scomparso qualche giorno fa a Monterotondo e altri resti ancora non identificati sui quali si stanno effettuando test del DNA.
Sonia Lippi
In fondo era facile.
L'idea ti è venuta leggendo quel libro, Roma caput zombie.
Si, deve essere proprio così.
Tu sei uno zombie e l'uomo che ti sei mangiato in questi giorni deve essere stato un laziale, per giunta pure con una voce di merda.
Quando meno te lo aspetti, quella voce gracchiante si insinua in ogni tuo pensiero e qualsiasi cosa tu faccia si trasforma in "forza Lazio."
Pensi a cosa devi comprare al supermercato?
E ti ritrovi il biglietto della lista della spesa pieno di "forza Lazio.”
Pensi a cosa cucinare?
E ti viene sempre e solo in mente "forza Lazio forza Lazio forza Laziooooo" perfino quando cerchi di masturbarti l'unico pensiero che ti gira in testa è forza Lazio!
Avevi anche pensato di essere posseduto e sei corso in chiesa.
Dopo esserti segnato con l'acqua santa hai provato a dire un Padre nostro, così, tanto per vedere cosa succedeva; ti sei concentrato e "Padre nostro che sei nei cieli, sia santificato forza Lazio, venga il tuo regno sia fatta forza Lazio come in cielo così in terra, dacci oggi forza Lazio quotidiana ..." e via dicendo.
Insomma, non ha funzionato nemmeno pregando.
Hai creduto che il tuo problema fosse fisico, quindi hai pensato bene di farti delle analisi; forse qualcuna delle tue allergie era peggiorata, o magari ne avevi sviluppate di nuove che invece di farti gonfiare la lingua ti sballavano il cervello.
Poi per caso, in casa, hai trovato quel libro.
Non ti ricordavi nemmeno chi te l'aveva dato, era in bella mostra sulla tua libreria e l'hai preso.
L'hai letto tutto di un fiato, sembrava proprio parlasse di te.
Il nome del protagonista è addirittura uguale al tuo ed è stato illuminate.
In un attimo hai capito il perché delle voci nella tua testa, il tuo malessere continuo, la tua improvvisa impotenza e soprattutto, la tua voglia crescente di carne.
Ieri hai portato le analisi dal dottore, le ha guardate e ha scosso la testa; poi con voce calma ti ha detto che purtroppo parlano chiaro, hai un tumore alla prostata.
"Cazzo", hai pensato, "pure l'uccello moscio c'aveva quel laziale di merda!"
La prossima volta che ti mangi qualcuno devi stare attento alla sua salute, altrimenti vedi cosa succede?
Oggi non l'hai sentito.
La sua voce gracchiante non si è ancora insinuata nei tuoi pensieri mentre rifletti sulle parole del medico.
Forse il non dormire stanca anche il laziale che hai nel cervello, o forse il preoccuparsi per la propria vita mette in secondo piano qualsiasi altra cosa.
Tumore alla prostata.
Non è proprio una passeggiata.
Continui a pensare che la colpa sia di quel laziale.
Era usanza, tempo fa, in alcune culture tribali, che i guerrieri mangiassero il cuore dei loro nemici per acquisirne la forza.
Tu una settimana fa ti sei mangiato il suo apparato genitale in salsa verde e devi aver assorbito la sua malattia.
“Cazzo deve essere successo proprio così.”
Cerchi di capire come agire per sistemare la faccenda.
Se mangiare un organo malato ti ha fatto ammalare, forse mangiandone due o tre sani ti potrebbe far guarire.
Devi solo fare attenzione e scegliere con cura le persone, tutto qui.
Comunque ora sei stanco di pensare al tumore.
Accendi lo stereo mettendo il tuo cd preferito e ti siedi sul divano, sperando di rilassarti e riposarti un po'.
chiudi gli occhi e ti fai trasportare dalle note in paesi lontani.
Respiri profondamente.
Senti che ogni tensione abbandona il tuo corpo.
Sei sempre più rilassato, la tua mente è vuota.
Ti si affaccia l'idea che forse non sei uno zombie.
Ti sembra di ricordare che hai scritto qualcosa sugli zombie, oppure hai letto un sacco di libri su di loro ma certamente non sei uno zombie.
La voce, il tumore, forse è stato un incubo.
Sorridi.
Finalmente quel pensiero persistente si è dileguato, sei completamente rilassato.
Senti che tutto andrà bene.
"Ahahahahahahahahahah ti ho fregato!"
Eccola nuovamente la voce, ti fa sobbalzare sul divano, perplesso e disorientato chiedi "chi sei cosa vuoi da me?"
"Sono il laziale. Coglione!"
Rimani in silenzio per qualche secondo, sentendo montare dentro di te una rabbia sorda "io coglione? Ringrazia Dio che ti ho già mangiato altrimenti ti farei a polpette!"
"AHAHAHAHA e invece sarò io a farti a polpette ora; il tumore si espanderà in tutto il tuo corpo e ti mangerà, esattamente come hai fatto tu con me."
"Bastardo smettila subito, troverò il modo di fermarti, magari mi mangerò un medico così che possa curarmi dall' interno."
"Ahahahahahah idiota!
Guardati allo specchio, intanto ti sei già trasformato in me."
Con passo titubante ti avvicini allo specchio.
Goccioline di sudore ti imperlano la fronte.
Hai paura a specchiarti.
Conti fino a tre e alzi lo sguardo, ciò che vedi ti paralizza, non sei più tu.
Ovvero, sei sempre tu ma con qualcosa di diverso.
I tuoi occhi sono più chiusi, con un luccichio perverso.
Le tue mascelle serrate in un ghigno inquietante.
Aldo, il dolce e sfortunato operatore sociale non c'è più e un nuovo viso ti sogghigna dallo specchio.
"Dimmi almeno come ti chiami stronzo!"
La voce tace per qualche secondo e poi ti risponde con un tono calmo, quasi cordiale " Daniele, mi chiamo Daniele, non te lo ricordi?
Per un anno ci siamo incontrati tutti i martedì sera, in libreria.
Volevi fare lo scrittore.
Lo scrittore ahahahaha che idea idiota!
Te lo dicevo sempre che con la scrittura non si mangia, ma tu insistevi!
Per qualche tempo non sei venuto e ho pensato che ti fossi rassegnato.
L'altra sera invece, quando ho chiuso la libreria mi hai dato un colpo in testa e ora eccomi qui, che ti divoro a mia volta."
l' immagine dello specchio ha ragione.
Volevi fare lo scrittore ma in realtà hai dei ricordi confusi.
Forse hai scritto un libro o forse l'hai solo immaginato, sicuramente ne hai letti tantissimi e tra questi il libro rivelatore, quello che ti ha fatto capire chi sei veramente!
Il libro che ha tirato fuori la tua vera personalità.
Tu sei uno zombie punto e basta!
Ti giri e vai verso il il frigo, lo apri e una testa violacea ti guarda dal primo ripiano.
Pensi che devi comprarti un altro frigo, altrimenti dove li metti i prossimi?
Ti devi curare e li devi scegliere sanissimi.
Il dottore ha parlato di chemioterapia, ma tu non la farai mai!
La chemioterapia uccide le persone oltre che il tumore e tu vuoi vivere!
Farai a modo tuo.
Pensi che potresti mangiarti gli organi genitali di Rocco Siffredi, a lui il cazzo funziona bene!
Devi farti una doccia, puzzi di carne in decomposizione, anzi tutta la tua casa puzza di morto.
Non hai avuto ancora il tempo di ripulire bene e in giro ci sono ancora schizzi di sangue e brandelli non meglio identificati.
E mica potevi chiamare la donna delle pulizie!
Ieri una vicina si è pure lamentata con te per la puzza che sentiva provenire dal tuo pianerottolo.
Peccato che è una donna, altrimenti poteva essere un ottima candidata per i tuoi pasti.
La senti spesso mugolare di piacere la notte.
Il fidanzato!
Ecco potresti mangiarti il fidanzato.
Mentre sei intento nei tuoi pensieri senti chiamare a gran voce da dietro la porta.
Rimani interdetto per un attimo, non è la voce di nessuno che conosci e poi in realtà stanno chiamando un nome che non è il tuo.
Forse è il nome del fidanzato della tipa del piano di sopra.
Ancora quella voce che chiama e poi tantissimi colpi alla tua porta.
“Aprite, Carabinieri! Se entro un minuto non aprite la porta saremo costretti a sfondarla.”
Ti guardi attorno, la tua casa è un macello.
In cucina la mannaia che hai usato per tagliare a pezzi il laziale è ancora sporca e in bagno, sul soffitto, ci sono degli schizzi di sangue di quando lo hai sgozzato.
Continui rumori dietro la porta e ancora quel nome.
Gli gridi che si sono sbagliati, che tu ti chiami Aldo!
“Ok Aldo, allora apri la porta e non ti succederà niente, altrimenti saremo costretti a buttarla giù”
Cerchi di pensare velocemente.
Non hai tempo per sistemare la casa e sicuramente non puoi permetterti di farli entrare.
Ti obbligheranno a fare la chemioterapia e tu non vuoi farla.
Glielo hai detto ieri al dottore, niente chemio!
La chemio uccide le persone!
Il medico gli deve aver dato però il nome sbagliato.
Grosse gocce di sudore ti solcano la fronte e ti scendono sugli occhi facendoteli bruciare.
Cerchi di prendere tempo.
“Che modo è questo di chiamare una persona?
Non vi siete nemmeno accertati che fosse quella giusta.”
“Ascolta Aldo, apri e non ti succederà nulla te lo prometto.
Andrà tutto per il meglio vedrai.
Sicuramente abbiamo sbagliato persona, come dici tu, ma dobbiamo controllare, hai ancora trenta secondi Aldo, poi entriamo.”
Ti senti confuso, quella persona che stanno cercando come si chiama?
Eppure quel nome ti dice qualcosa.
Hai dei ricordi confusi.
Sai di essere Aldo, ma ora in testa ti arrivano immagini di una vita non tua.
“Forse è quella del laziale”, pensi.
Stai per mettere la mano sul pomello quando vedi la porta quasi saltare in aria.
Ti sposti di lato per evitare di essere travolto dalla furia delle forze dell'ordine che stanno entrando in casa tua.
In un attimo sei circondato da almeno quindici Carabinieri che urlano puntandoti contro pistole e mitragliette.
D'istinto alzi le mani mentre cerchi di spiegare che non sei la persona che cercano.
Urlano continuamente.
Il tuo cervello fa fatica a capire ciò che ti chiedono, hai le orecchie che ti ronzano.
Non riesci a pensare.
Alcuni agenti si sono staccati dal gruppo e cercano per la casa.
Senti un urlo provenire dalla cucina.
“Cristo, venite qui! È nel frigo, se l'è mangiato! Cristo che schifo, Cristo!”
Qualcuno sta vomitando mentre i tizi che hai di fronte ti intimano di metterti a pancia a terra.
Con la coda dell'occhio cerchi di valutare quanto è lontana la finestra.
In fondo sei uno zombie e sai che puoi morire solo se ti sparano al cervello distruggendotelo.
Un salto dalla finestra non può farti morire, anzi può toglierti da questo impiccio.
Mentre uno di loro urla a perdifiato e ti viene incontro con le manette in mano, tu con uno scatto repentino e gridando come un ossesso “forza Laziooooooooo” passi fra due Carabinieri attoniti.
La finestra è a circa due metri da te, senti i proiettili fischiarti nelle orecchie, ti lanci verso il davanzale, posi le mani sul marmo freddo come la morte, ti tiri su, e senza pensarci, con un sorriso beato sulle labbra, ti lanci nel vuoto, verso la libertà.
Il Messaggero – Cronaca di Roma – 5 Agosto 2016
Morto suicida il famoso scrittore Marco Roncaccia durante un blitz dei carabinieri nel suo appartamento.
Lo scrittore, afflitto da personalità multipla dopo la stesura del suo ultimo libro
“Roma caput zombie” era in cura presso il C.I.M di zona.
I vicini, dopo giorni che avvertivano forti odori nauseati e rumori molesti provenire dall' interno del suo appartamento, hanno allertato le forze dell'ordine che hanno fatto la macabra scoperta: ritrovati nel frigo alcuni pezzi del libraio scomparso qualche giorno fa a Monterotondo e altri resti ancora non identificati sui quali si stanno effettuando test del DNA.
Sonia Lippi