Che fortuna, Patrick Smith!

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chiara.rufino
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Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#1 » venerdì 26 agosto 2016, 0:04

Mi chiamo Patrick Smith, ho 11 anni e penso di aver truffato il mio primo cliente. Intendiamoci, l’avevo già fatto varie volte; è che mia sorella m’ha lasciato solo a guardare la mercanzia e mi sono ritrovato a gabbare quella povera gonza che m’è capitato sotto tiro stamattina.

Io e lei, sapete, siamo orfani veri, non quelli che vengono ritrovati come per magia da famiglie ricche e scoprono che i pavimenti lerci su cui dormivano erano pessimi, no, io sono stato venduto da mia madre e da quel giorno lei è morta per me, nonostante si ostini a salutarmi tutte le mattine che passo davanti a casa sua.

“Ciao Patrick Smith!”, mi urla ogni volta che svuota il vaso da notte dalla finestra, casualmente proprio mentre attacco il turno. E io tiro dritto, mica ci casco a quella sua tiritera supplichevole su come dovevano mangiare tutti e sedici i miei fratelli. Che poi, di tutti ha mandato via i più svegli, per farvi capire l’aria che si respirava a casa mia. Papà s’è suicidato proprio perché aveva capito com’era fatta sua moglie.

Insomma, tornando alla farsa; ero alla fiera, quella di Norwich, a est del Regno Unito, e mia sorella Nancy stava sistemando il banchetto per vendere le uova che rubo ogni mercoledì e sabato. Se le prendessi in altri giorni andrei all’inferno e quello è l’ultimo posto che voglio vedere; per ora mi basta il dormitorio pubblico per averne una vaga idea.
Nancy ha messo su una trovata molto giusta, usa una tovaglia a tinta unita per vendere le uova; di solito è verde perché dice che risalta il bianco delle uova, ma in realtà so che è di quel colore perché ha imparato a tingerle solo così. Per quante ne ha recuperate dalle case che puliva, l’anno scorso, poteva farci il corredo e incastrare uno di quei ricconi londinesi, ve lo dico io.

Io ero là, con il mio bastone da spazzacamino e montavo la guardia mentre Nancy stirava per l’ottantesima volta la tovaglia, sia mai una piega venga a vedersi sotto la merda di gallina che costella il guscio.
“Così sembrano più fresche, fidati”.
Me lo dice talmente tante ore al giorno che ormai penso di sentire quella filastrocca petulante nel sonno, tra un sogno paradisiaco dove sono ricco e gli incubi sul tornare nella casa di correzione giovanile.
La prima volta che Nancy m’ha fatto uscire, le hanno fatto sborsare cinque ghinee; ho dovuto lavorare gratis un mese per ridargliele tutte e alla fine, non contenta, ha stabilito che andassi con lei per le fiere dell’Est Inghilterra a vendere cibo e le carabattole che ci premuriamo di recuperare dai più abbienti.

“Mi scusi, giovanotto, lei per caso pulisce camini?”
La donna che mi si parò davanti era così svagata che non saprebbe distinguere un topo da suo nipote e mi sembrò subito strana: portava una pelliccia alla rovescia e il capello aveva la veletta tirata su, superandone quasi il limite.
“Sì, e sono uno dei migliori, se posso non essere modesto.”
“A me interessa che tu pulisca il mio camino a poco, coi complimenti ci puoi lavare i pavimenti”.
Però, mica male la vecchia eccentrica.
Ero lì per prendere la mia spazzola e alzare i tacchi quando Nancy m’ha preso per il cappotto e m’ha mormorato a denti stretti che se me ne andavo, m’avrebbe rimesso lei nel centro di correzione minorile. E ha anche il coraggio di lamentarsi che ha una bocca da sfamare!

“Insomma, andiamo?”
Certe scelte, nella vita di un uomo come me, non dovrebbero mai accadere. Voglio dire, ero là tra un guadagno certo e le merdose uova di mia sorella, con lei che mi teneva per la tasca, una situazione che più imbarazzante non si può.

“Cosa rispondi alla signora, Patrick?”
“…Mi dispiace ma devo badare alla bancarella con mia sorella”.
La signora, sgranati gli occhi per la sorprendente banalità appena sentita, tira fuori un paio di occhiali spessissimi e comincia ad analizzare una delle uova, pareva uno di quei medici che m’aveva assoldato anni fa per provare un qualche rimedio contro la tisi.

“E mi dica, signorina, le ha deposte lei queste?”
Figurarsi, per com’è irascibile Nancy, è bastata metà di quella frase per farla uscire di matto. S’è scagliata sulla signora e ha deciso che un bel pugno sul mento era l’unico modo per saldare quell’affronto.
Vista la folla di curiosi che s’era radunata, ho fatto armi e bagagli e mi sono allontanato, nascondendomi sotto la tenda del Grande Stregone D’Occidente.

Grande un cazzo, visto che l’unica cosa che gli riesce è bere. Era infatti sbronzo perso e chiamava nel sonno il nome di mia sorella; le ha chiesto di sposarlo tipo sei anni fa e lei, nonostante i suoi sedici anni portati malissimo, ha avuto il coraggio di dirgli che la vita sedentaria non fa per lei.
Non capirò mai le donne e non lo farò mai. Il Gran Stregone comunque mi ha visto con un occhio mezzo aperto e s’è tirato su.

“Sei qui per apprendere i sacri dittami della magia, ammettilo!”
“No, a dire il vero mia sorella sta prendendo per i capelli una cliente.”
“Ah…E’ sempre “no” la sua risposta?”
Mi faceva una tenerezza assurda, insomma, aveva solo due incisivi e si pettinava la mezza pelata, anche grossa per i suoi ventotto anni, e io non sapevo che fare.
“Ehm, sì, dovresti andare a calmarla”.

Neanche avevo finito di spiegare che se n’era andato da quell’isterica di Nancy.
“Oh John, se non ci fossi te, cosa farei?”
La folla s’è allargata abbastanza per farmi vedere che John, o il mago, era di nuovo in ginocchio a chiederle di sposarlo.
“Sì, facciamolo adesso!”
E sono spariti, inghiottiti dai clienti del mercato che gli hanno lanciato dietro del riso, qualche uovo e anche un cespo di lattuga, come buona sorte per gli sposi.

La vecchia, intanto, s’era rialzata ed era tornata a guardare il banchetto.
“Sua sorella non mi ha risposto però.”
L’affermazione mi lasciò perplesso, a pensare.
“Sì, in effetti non dovrei dirlo ma… Per via del suo fidanzamento col Grande Stregone D’Occidente, mia sorella fa uova ogni mercoledì e sabato. Gli altri giorni no perché sennò andrebbe dritta all’inferno.”
Finita la frase, la vecchia toglie gli occhiali dal naso e, appoggiati in un’asola della pelliccia, si fa solenne e sfila dal corsetto un mazzetto di banconote. Non ne avevo mai viste così tante!
“Lo sapevo! Doveva esserci un vero motivo per tutta quella rabbia! Me le venda tutte e non se ne parli più.”
Mi poggia tutto il malloppo sul banchetto e, senza dire altro, svanisce nell’aria con tutto il paniere che avevo rubato il giorno prima.

Ho realizzato che i soldi erano tanti per i curiosi che s’erano radunati attorno a me.
“Pat, io ti voglio bene, mi presteresti qualcosa? Ricordi quella volta che t’ho fatto uscire…”
Roba da matti, i poveri vedono i soldi e diventano degli allocchi assurdi.
Ho infilato tutti i soldi in tasca e, senza dire altro, ho chiuso tutto e messo a posto sul carretto.
Gironzolando per il mercato, ho recuperato mia sorella e quello che sembra essere mio cognato.
“Pat! E il banco? Che ne hai fatto?”
“Zitta per una buona volta e sali, ce ne andiamo a Yarmouth per il tuo viaggio di nozze!”
Sfilate le banconote dal nascondiglio, le ho lanciate su mia sorella che ha chiuso la bocca e le ha nascoste sotto la gonna.
“Ho sempre sognato di andare al mare, te l’ho mai detto John?”


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Simone Cassia
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#2 » sabato 27 agosto 2016, 18:40

Ciao Chiara,
è proprio vero, non puoi avere un orfanello alla Dickens se non hai una storia in età Vittoriana! Quello che ho potuto leggere anche nelle altre edizioni, e che traspare benissimo anche da questo racconto, è che tu dell’Inghilterra vittoriana ne sai a palla (se mi passi il termine :-P ). Il tema è rispettato, il protagonista è carinissimo e lo stile leggero rende piacevole la lettura, però il racconto non riesce a convincermi a pieno. Credo che i fattori che influenzano di più la mia impressione sono: la “truffa”, annunciata ad inizio racconto, che si risolve troppo rapidamente e il matrimonio improvvisato della sorella, che cambia inspiegabilmente idea sul suo pretendente, che sembra inserito un po' casualmente.

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Adry666
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#3 » domenica 28 agosto 2016, 17:29

Ciao Chiara,

il tuo racconto è scritto molto bene. Il personaggio da te scelto, l’orfanello, c’è e si sente; anche il tema è rispettato (la fiera; tema difficilissimo tra l’altro…).
Ci sono alcuni refusi, ma visto il tempo a disposizione e la lunghezza del racconto direi che è il minimo (il mio non ho avuto tempo nemmeno di rileggerlo!).
Ad esempio: “…povera gonza che m’è capitato sotto tiro stamattina…”, in questa frase ci dovrebbe essere: “capitata”.
La storia non mi ha preso tantissimo perché non sono riuscito a capirne bene il senso; da un racconto mi aspetto sempre un “messaggio”, ma questo magari è un mio problema.

Nel complesso buona prova.

Ciao
Adriano

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chiara.rufino
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#4 » domenica 28 agosto 2016, 22:50

Il messaggio non c'è:). Son giorni duri questi, giro per la città e mando aiuti a Rieti che è qua vicino, non mi va di dare troppe morali a quello che scrivo, vorrei evitare quanto più possibile.
Grazie per le note sui refusi comunque:)
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angelo.frascella
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#5 » lunedì 29 agosto 2016, 23:59

Ciao Chiara

Il racconto è molto carino, sorretto da uno stile vivace e da un’ambientazione vivida. Peccato che l’improvvisa decisione di lei di accettare la proposta di matrimonio faccia scricchiolare il tutto. Il dubbio è che la strana signora possa essere una strega o un creatura magica (come potrebbe suggerire la sua sparizione improvvisa… ma ci vorrebbe qualche dettaglio in più per poter prendere per buona questa ipotesi). Con qualche modifica per rendere questo passaggio credibile, il racconto diventerebbe ottimo.

Buona edizione
Angelo

PS Non mi ricordo chi è stato a dire: "se dovessi dare messaggi farei il postino, non lo scrittore"

valter_carignano
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#6 » giovedì 1 settembre 2016, 12:21

ciao
racconto che si legge volentieri, spigliato, a tratti ironico, con personaggio ben riuscito e tema secondo me rispettato. In particolare, personalmente apprezzo molto la scelta di non interpretare 'la fiera dell'est' come riferimento alla canzone; non che in quel caso avrei in qualche modo penalizzato, non esiste, ma altre interpretazioni le preferisco.
I refusi ci sono, ma siamo nei Minuti Contati ed entro certi limiti ci stanno, quindi nulla da dire a riguardo.
È stato già detto che alcuni passaggi narrativi sono un po' bruschi, come la decisione del matrimonio. Ma anche - secondo la mia opinione - il dubbio della vecchia riguardo l'origine delle uova, dubbio in effetti abbastanza singolare. Ma non se questa donna fosse stata presentata come strega o simili, e in questo concordo con Angelo.
In tutti i casi, secondo me racconto piacevole con parecchi elementi molto buoni.

viviana.tenga
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#7 » giovedì 1 settembre 2016, 15:13

Ciao Chiara,
Tema e personaggio pienamente presenti (anzi, forse la doppia enfasi sul fatto che le fiere per cui i due orfani girano si trovano nell'est dell'Inghilterra/Regno Unito è fin eccessiva). I personaggi sono tutti ben caratterizzati, da Patrick a Nancy al finto mago, lo stile è buono e scorrevole. Come hanno già detto altri, il problema è il finale, troppo affrettato per quanto riguarda la sorella che accetta all'improvviso la proposta di matrimonio. Altra piccola cosa che non mi ha convinto è l'incipit:
Mi chiamo Patrick Smith, ho 11 anni e penso di aver truffato il mio primo cliente. Intendiamoci, l’avevo già fatto varie volte;

E' il primo che truffa o l'ha già fatto altre volte?

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chiara.rufino
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#8 » venerdì 2 settembre 2016, 14:04

In realtà non è il primo ma il primo della giornata. E poi, da come va avanti la storia, si capisce che è decisamente un contafrottole come tipo:)
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Peter7413
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#9 » domenica 4 settembre 2016, 18:42

Racconto che va limato e aggiustato in alcune giunture che, allo stato attuale, ancora scricchiolano un po': mi riferisco alla decisione di sposarsi e alla presenza dell'"innamorato". Insomma, alcune cose stonano e necessiterebbero di più attenzione, come il primo cliente fregato che, messo così, sembra il primo della sua vita mentre tu stessa affermi essere il primo della giornata. Tutto frutto della fretta nello scrivere e ci sta, ma in fase di revisione devi renderlo più "oliato". Tema rispettato letteralmente, siamo alla Fiera dell'Est, e PG presente, anche se sembra più un diciassettenne che un undicenne, anche se suppongo che la vita non facile possa averlo "sviluppato" prima. Ultimo appunto: la vecchia che scompare parrebbe una strega e la fuga successiva di Patrick potrebbe confermarlo. Ricamaci un po' di più...

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Andrea Partiti
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#10 » lunedì 5 settembre 2016, 15:06

Mi piace davvero molto l'atmosfera che crei a inizio racconto, i due orfani, il tono scanzonato e leggero, la "gag" delle uova e della tovaglia che usi per mostrarci il legame tra loro.
Però si perdono, tradiscono il loro personaggio e dall'ingresso in scena dello stregone in poi è tutto un calare di aspettativa e un aumentare di confusione. Un po' voluto e un po' no, intuisco.
Il matrimonio fa crollare tutta la struttura e lascia smarriti a osservare una scena che - da lettore - è fuori controllo e fuori dalla logica dell'ambientazione che ci hai presentato. Perché dire di sì? Come possono sposarsi sul momento? Magari loro lo sanno, io no.
Un racconto riuscito a metà, letteralmente, ed è un peccato perché avevi un buon personaggio, "armonico" nella sua fiera.

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chiara.rufino
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#11 » lunedì 5 settembre 2016, 16:05

Comunque la vecchia non è una strega, è solo un po' matta. Sì, nelle fiere ci si poteva sposare e persino vendere la moglie, altre fisime da ex studentessa di lingue che ha letto troppi romanzi inglesi (ce ne sono troppi dove si vende la moglie per due uova). Ok,ammetto che il matrimonio è avventato e che dovevo lavorare sulla vecchia, magari ci rimetterò mano.
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erika.adale
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#12 » lunedì 5 settembre 2016, 17:01

Sono d'accordo con gli altri commentatori. Belli i personaggi, in particolare vivido il protagonista. Centrata l'ambientazione in una "fiera dell'Est" meno immediata di altre. Se devo trovare dei difetti, anch'io tendo a puntare il dito sul repentino cambio di rotta di Nancy, il cui precedente rifiuto viene giustificato dalla descrizione dello spasimante. Anch'io avevo pensato che la vecchia fosse una strega, in parte perché "sparisce" (e credevo avvenisse in senso letterale), in parte perché sembra essere all'origine dell'imprevista iniziativa matrimoniale della ragazza. Nell'eventuale revisione, attenzione ai tempi verbali: vero che si tratta di un racconto di Patrick, ma ho visto qualche oscillazione fra pass prossimo, remoto e presente.

Giulio_Marchese
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Re: Che fortuna, Patrick Smith!

Messaggio#13 » lunedì 5 settembre 2016, 23:54

Il racconto è in uno stile impeccabile, grottesco quanto basta e pieno di personaggi strambi che mi hanno divertito. Si legge bene tant'è che non mi sono nemmeno accorto del tempo che passava. Una buona prova non c'è altro da dire, il tema c'è anzi la fiera è quasi il vero personaggio principale del racconto, non una semplice ambientazione intercambiabile. Complimenti!

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