Gli alberi di Socotra

Canadria
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Gli alberi di Socotra

Messaggio#1 » sabato 10 settembre 2016, 15:44

Faceva freddo ed il tempo grigio copriva e ventilava la città di Atene. Mathaei passeggiava nel suo giaccone scuro, avvolto fino al naso nella sciarpa di lana grezza che sua nonna aveva realizzato per lui. Finalmente partiva per Socotra. Con quel nome tornava alla memoria lo sferragliare incessante e leggero, la lana bianca e la voce rauca, le labbra socchiuse e quel modo sempiterno di raccontare storie. Mentre la sciarpa prendeva forma, la nonna gli aveva raccontato di quell’isola incantata, che appariva e scompariva col cambiare del vento, raggiunta per primo da Syrio che, per arrivarvi, aveva perduto il senno.
La stufa di carbone profumava il racconto di un odore acre che a Mathei ricordò sempre gli alberi di Socotra.
Trecento anni prima, Syrio, unico tra i greci, era salpato per l’isola misteriosa. Molti tentarono di dissuaderlo dall’impresa: gli raccontavano di mostri marini e di uccellacci selvatici, ma lui vedeva davanti a sé solo la gloria del successo ed il fascino dell’ignoto. Così partì e navigò per 43 giorni e 43 notti, e scrisse un attento diario quotidiano che gli servisse da guida e da resoconto, e da prova ai posteri per la sua magnifica impresa. Purtroppo, il diario andò perduto durante il naufragio. Era di notte e il mare, lento e soporoso, cullava la nave, Syrio ed i tre marinai che, per 100 monete, avevano accettato di unirsi a lui. D’un tratto il cielo si rischiarò, le vesti dei 4 compagni si coprirono di brina e dovettero correre a perdifiato da un lato all’altro della barca per non essere infilzati da stalattiti cristalline piombate dal cielo. Stalagmiti plumbee, intanto, perforavano l’imbarcazione in più punti. Nel cielo nitido e terso, illuminato a giorno nonostante l’ora tarda, si consumò la tragedia dei tre marinai, congelati ed infilzati nel mare lungo di metà aprile. Syrio, invece, riuscì a sfilarsi via la stalattite dal piede destro e subito svenne per l’intensa emorragia. Si risvegliò su terraferma in una tempesta calda che gli sputava in faccia sabbia e fogliame, e balzò a sedere quando si vide le dita sporcate da una densa sostanza verde brillante e d’un odore così pungente da serrargli la gola. Sentì l’esofago stretto nella morsa della trachea ricolma di fumo brucente. Tossì e vomitò nuvole nere. Rotolò su se stesso straziato, si aggrappò al terreno e lo graffiò a fondo con lunghi artigli di ghiaccio. Sentì i visceri congelarsi, eppure il naso starnutiva fuoco. Gridò per giorni ma sempre sputò fumo, ed il dramma più grande fu che mai si adattò alla sua nuova forma, convinto, per sempre, di stare soffocando in una nube di fumo. Più in là, due dragoni molto simili a lui, eppure magnifici nella loro forma sinuosa, maestosi nelle loro movenze divine, si avvolgevano l’uno con l’altro emettendo sospiri di sconforto e dolore, celebrando la morte del loro unigenito.

Gli alberi eterni di Socotra nascono dalla consacrazione dell’amore familiare dei draghi marini. Il drago marino, creatura pacifica, si sacrifica per aver inferto dolore ad un uomo innocente, ed assume in sé il suo sangue. Il segno di questo sacrificio resta nel succo dei frutti degli alberi di Socotra: dolcissimo sangue di drago, ma rosso vivo, come quello umano.

Quando Mathaei arrivò a Socotra, 300 anni dopo, bevve di quel succo e poi volle solo morire di malinconia.



Canadria
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Re: Gli alberi di Socotra

Messaggio#2 » sabato 10 settembre 2016, 16:35

Immagine

Questa pianta a forma di ombrello è una Dracaena, più comunemente conosciuta come l’albero del sangue di drago. Deve il suo nome alla resina, rossa e scura, utilizzata sin dall’antichità per colorare, profumare e medicare. Ne esistono diverse varietà, ma questa tipologia in particolare (la Dracaena cinnabari) cresce solo sull’isola di Socotra, nello Yemen.

[dal sito http://www.bioradar.net]

Niko G
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Re: Gli alberi di Socotra

Messaggio#3 » martedì 13 settembre 2016, 18:40

Sorprendente l'accostamento della traccia agli affascinanti alberi menzionati dall'autrice. Mi è piaciuta la scelta di creare una piccola leggenda, con personaggi tratteggiati in modo veloce e deciso . Lo stile è a mio avviso efficace e incisivo, toccante e disturbante al tempo stesso l'immagine dell'uomo che soffre in eterno nel non realizzare la propria nuova forma.
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

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Jacopo Berti
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Re: Gli alberi di Socotra

Messaggio#4 » martedì 13 settembre 2016, 19:17

Benvenuta, Canadria.
Mi sfugge al momento se la Dracaena sia citata da qualche fonte come Callimaco o Ovidio, ma certo è che il tuo è un buon esempio di racconto eziologico simile ai loro, di quelli che spiegano, spesso attraverso vicende avventurose e metamorfiche, l'origine e la forma delle cose del mondo.
Affronti la tematica da lontano, prendendola alla larga, e solo alla fine tiri fuori i draghi. Questo è certamente adatto al genere che hai scelto, ma in questo contesto ho la sensazione che la tiri un po' troppo per le lunghe. La prosa è curata in sé, forse un po' meno a livello comunicativo, per due motivi: primo perché non c'è neanche un 'a capo' in tutta la prima parte e questo appesantisce la lettura. Secondo perché ciò che a te sembra limpido può non esserlo per tutti, forse senza che tu te ne renda conto. Ti confesso che non sono sicuro di capire cosa esattamente sia successo. La metamorfosi è evidente, ma non saprei spiegarla nel dettaglio: c'era un drago che ha fatto del male ad un uomo innocente e per questo il drago si è trasformato in albero e l'uomo in drago?
Comunque, una buona prova. Spero di leggerti anche in altre occasioni su Minuti Contati!
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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Andrea Partiti
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Re: Gli alberi di Socotra

Messaggio#5 » mercoledì 14 settembre 2016, 8:01

Ciao, e benvenuta!
Il tuo racconto è sicuramente il più originale tra quelli in gioco e mi ha fatto precipitare nella classica spirale di wikipedia e nuove scoperte, partendo dall'isola di Socotra, la sua storia, fauna e flora locali.
Ammetto di essermi un po' perso tra realtà e mito, non sono separati benissimo né a livello narrativo né a livello grafico (un bel paragrafo ben isolato per la storia di Syrio poteva fare miracoli per aiutarci a seguire cosa sta effettivamente succedendo.)
Un'altra ambiguità che penso potresti risolvere facilmente è quella dell'ambientazione. Nell'incipit suggerisci un'ambientazione moderna, giaccone, sciarpa di lana, sono immagini e parole abbastanza moderne, ma il salto indietro di trecento anni ci porta a un linguaggio e a delle avventure di stampo molto più antico.
A parte questo dettaglio, complimenti per essere sopravvissuta al primo racconto con tema, limite di caratteri e limite di tempo!

Canadria
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Re: Gli alberi di Socotra

Messaggio#6 » mercoledì 14 settembre 2016, 16:47

Niko G ha scritto:Sorprendente l'accostamento della traccia agli affascinanti alberi menzionati dall'autrice. Mi è piaciuta la scelta di creare una piccola leggenda, con personaggi tratteggiati in modo veloce e deciso . Lo stile è a mio avviso efficace e incisivo, toccante e disturbante al tempo stesso l'immagine dell'uomo che soffre in eterno nel non realizzare la propria nuova forma.


Grazie, sono contenta che ti sia piaciuto!


Timetrapoler ha scritto:Benvenuta, Canadria.
Mi sfugge al momento se la Dracaena sia citata da qualche fonte come Callimaco o Ovidio, ma certo è che il tuo è un buon esempio di racconto eziologico simile ai loro, di quelli che spiegano, spesso attraverso vicende avventurose e metamorfiche, l'origine e la forma delle cose del mondo.
Affronti la tematica da lontano, prendendola alla larga, e solo alla fine tiri fuori i draghi. Questo è certamente adatto al genere che hai scelto, ma in questo contesto ho la sensazione che la tiri un po' troppo per le lunghe. La prosa è curata in sé, forse un po' meno a livello comunicativo, per due motivi: primo perché non c'è neanche un 'a capo' in tutta la prima parte e questo appesantisce la lettura. Secondo perché ciò che a te sembra limpido può non esserlo per tutti, forse senza che tu te ne renda conto. Ti confesso che non sono sicuro di capire cosa esattamente sia successo. La metamorfosi è evidente, ma non saprei spiegarla nel dettaglio: c'era un drago che ha fatto del male ad un uomo innocente e per questo il drago si è trasformato in albero e l'uomo in drago?
Comunque, una buona prova. Spero di leggerti anche in altre occasioni su Minuti Contati!


Ciao! Ti ringrazio per il commento e per i consigli. Devo dire che anch'io, dopo aver riletto il testo, ho pensato che non fosse perfettamente chiaro. Purtroppo ho subito il limite dei 3000 caratteri ed anche l'ambiente un po' caotico del DragonFest che non ha aiutato la revisione. Il lavoro di modifica e taglio, a fine scrittura, ha causato l'eliminazione di frasi portanti soprattutto per quanto riguarda la parte conclusiva. Se avessi avuto più tempo e più spazio, avrei provato a lavorare maggiormente sulla conclusione, l'avrei resa più esplicita e un po' più ricca di particolari. Comunque sì, esatto: la tempesta di stalattiti e stalagmiti rappresenta in realtà l'attacco incauto ed involontario di un cucciolo di drago marino che provoca la maledizione di Syrio, costretto per sempre in un corpo di drago che non riuscirà mai a sentire proprio, e del piccolo drago che muore, trasformandosi nel grande albero di Socotra, mentre nei suoi vasi (e, successivamente, nei suoi frutti) scorre il sangue dell'uomo che ha condannato alla follia.
Grazie ancora, cercherò di fare buon uso dei tuoi appunti.

Andrea Partiti ha scritto:Ciao, e benvenuta!
Il tuo racconto è sicuramente il più originale tra quelli in gioco e mi ha fatto precipitare nella classica spirale di wikipedia e nuove scoperte, partendo dall'isola di Socotra, la sua storia, fauna e flora locali.
Ammetto di essermi un po' perso tra realtà e mito, non sono separati benissimo né a livello narrativo né a livello grafico (un bel paragrafo ben isolato per la storia di Syrio poteva fare miracoli per aiutarci a seguire cosa sta effettivamente succedendo.)
Un'altra ambiguità che penso potresti risolvere facilmente è quella dell'ambientazione. Nell'incipit suggerisci un'ambientazione moderna, giaccone, sciarpa di lana, sono immagini e parole abbastanza moderne, ma il salto indietro di trecento anni ci porta a un linguaggio e a delle avventure di stampo molto più antico.
A parte questo dettaglio, complimenti per essere sopravvissuta al primo racconto con tema, limite di caratteri e limite di tempo!


Ciao anche a te! Sono felice che tu abbia vagato un po' per Wikipedia alla ricerca di Socotra, anche questo era un obiettivo del mio racconto. Non ho ben capito una cosa: consigli di modificare il linguaggio nella parte riguardante la leggenda di Syrio? Io ho provato a raccontarlo con le parole della nonna, forse modificate dall'immaginazione di Mathaei.
Ad ogni modo, cercherò di rimaneggiare leggermente il testo in laboratorio prendendo spunto dalle vostre osservazioni. Grazie!

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Simone Cassia
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Re: Gli alberi di Socotra

Messaggio#7 » giovedì 15 settembre 2016, 15:03

Ciao Claudia,
Benvenuta a Minuti Contati. Venendo al racconto, lo trovo molto originale ma, ammetto, anche piuttosto ostico alla lettura.
Innanzi tutto, come ti faceva notare anche Timetrapoler, per un fattore visivo che non da punti di riferimento e non aiuta a scandire i tempi, anche di lettura, del racconto; in secondo, per quanto riguarda la gestione degli eventi narrati e dei personaggi.
Trovo che Mathei, per come è utilizzato, aggiunga veramente poco; compare all’inizio e in una frase sibillina nel finale, buono ad ingarbugliare i tempi della storia e a “rubarti” caratteri che in una edizione normale ti avrebbero fruttato un malus.
Cercherei di alleggerire un po’ anche la sintassi, ci sono delle frasi che non agevolano la lettura e su cui mi sono dovuto fermare un attimo di più.
In coclusione, una prova con un ottimo potenziale di crescita. Spero di rileggerti ancora su Minuti Contati :-)

Fabiana Donato
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Re: Gli alberi di Socotra

Messaggio#8 » giovedì 15 settembre 2016, 17:49

Ciao Claudia! Intanto, benvenuta su minuti contati. Ho notato che ti sei applicata molto bene e che hai un modo di scrivere che mi piace. Devo fare l'odiosa però, perché devo dirti che non ho tanto apprezzato il modo in cui hai strutturato il racconto. E' davvero una storia originale, però a volte è proprio a causa del fatto che ci sono dei caratteri limitati che non è facile scrivere qualcosa di complesso, tanto che alla fine risulterà sempre qualcosa fuori posto. Come nel caso del soggetto principale, in questo caso io avevo anche dimenticato la sua presenza. Quindi, secondo me c'è tantissima originalità, e la cosa mi strapiace. La prossima volta vorrei che tu ti concentrassi maggiormente nello stile, vedrai uscirà qualcosa di molto interessante. Alla prossima! :)

Canadria
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Re: Gli alberi di Socotra

Messaggio#9 » giovedì 15 settembre 2016, 18:00

Ciao, ragazzi, e grazie per i vostri commenti! Ammetto che anch'io ho avuto lo stesso vostro dubbio su Mathaei, eppure alla fine ho deciso di lasciarlo lì al suo posto. La storia di Syrio è la parte principale del racconto, è vero, ma in Mathaei c'è la malinconia del ricordo, la trepidazione della conoscenza, la curiosità dell'esperienza. E' stato sviluppato poco per mancanza di caratteri e per mancanza di concentrazione che mi permettesse di rivisitare la storia e riposizionare i mattoncini in modo da tirarne fuori un personaggio meglio incastonato, ma escluderlo dal racconto avrebbe significato, per me, ometterne un pezzo molto importante.
Alla prossima!

valter_carignano
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Re: Gli alberi di Socotra

Messaggio#10 » giovedì 15 settembre 2016, 22:36

ciao
purtroppo commento fra gli ultimi, e le cose importanti sono già state dette. Premetto comunque che l'idea di base credo sia molto buona, e che a tratti la narrazione secondo me è ben riuscita ed evocativa.
Concordo con i commenti precedenti sulla necessità di maggiore chiarezza nella dinamica degli avvenimenti e anche nella collocazione storica. Personalmente, poi, non sono riuscito a 'collocare' geograficamente i nomi; inizialmente mi sembravano nomi fantasy, poi però se penso a una antichità mitica - cui il tuo racconto allude - allora forse avrebbero potuto essere riconducibili a nomi effettivamente in uso nei luoghi in questione. O forse lo sono, e le mie conoscenze e ricerche in merito non sono state sufficienti.
In tutti i casi, per quello che vale il mio giudizio, credo sia un'ottima prova d'esordio su Minuti Contati.

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AmbraStancampiano
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Re: Gli alberi di Socotra

Messaggio#11 » venerdì 16 settembre 2016, 17:40

Ciao Claudia, bentrovata :)
Intanto complimenti per l'idea: un racconto di metamorfosi che pesca ampiamente nella tradizione classica, imitandone alla perfezione l'espediente narrativo (il viaggio di Mathei) e il linguaggio ricercato e musicale.
Il risultato è originale e affascinante, ma proprio la ricercatezza del linguaggio, supportata dalla formattazione di cui ti hanno già parlato, rischia di ritorcertisi contro: alcuni passaggi non sono chiarissimi, in particolare l'attacco del drago e l'inizio della metamorfosi di Syrio, che costituiscono il punto cruciale del climax narrativo.
è evidente che il racconto è penalizzato dai tagli, sarei curiosa di leggere la versione integrale.
Mi sembra comunque un ottimo risultato, soprattutto considerata la confusione del dragon fest :)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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antico
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Re: Gli alberi di Socotra

Messaggio#12 » venerdì 23 settembre 2016, 15:14

Potenzialmente è un lavoro più che buono. Ci vedo la sensibilità giusta e anche una voce piuttosto personale, ben definita. Purtroppo, però, allo stato attuale risulta un racconto che più che di taglio e cucito ha sofferto di taglio, nel senso che è evidente che mancano parti piuttosto importanti, già dal fatto che senza la spiegazione dell'autrice non sarei potuto arrivare a capire che i marinai sono stati attaccati dal cucciolo di drago (e questo è un malus piuttosto importante). Poco male, l'impatto con le limitazioni di caratteri di MC unito alla ciaciara del Dragon Fest non potevano che lasciara il segno e una revisione non potrà che portare il testo al livello che gli appartiene. Per il momento è un pollice NI un po' aggravato dalla poca comprensibilità degli eventi narrati.

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