Lo specchio - Andrea Grillone

Scrivi un racconto sul Tema deciso dai BOSS Eleonora Rossetti e Luigi De Meo.
Sfida gli altri concorrenti e supera il giudizio degli SPONSOR Vincenzo Maisto e Laura Platamone.
Hitherto
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Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#1 » martedì 11 ottobre 2016, 18:21

“Buongiorno professore!”
Era bella, molto bella. Giovane, come tutte le altre studentesse. Al suono della sua voce, Alfredo Micali sentì un brivido percorrergli la schiena.
“Buongiorno cara, ci vediamo tra un’ora!”
Miriam si allontanò insieme alle sue colleghe di corso, scherzando su chissà cosa e facendo oscillare i propri capelli alla luce del sole di quella giornata di Aprile. Le veniva naturale essere bella ed attraente, in qualsiasi cosa facesse. Alfredo provava quel brivido ogni volta che lei spostava i suoi capelli, ogni volta che alzava la mano per fare una domanda, ogni volta che tirava su la manica del braccio sinistro, dove aveva l’orologio, e scopriva il polso pallido dove sicuramente evaporava ancora qualche goccia di profumo.
Era pura. Origliando i discorsi di alcuni studenti , il professore aveva scoperto che la giovane ragazza diciannovenne non aveva ancora avuto alcun rapporto intimo con un ragazzo e questo portò all’apice la sua stima per lei e l’aveva resa ai suoi occhi irresistibilmente interessante. Era pura, immacolata.

Alfredo era un professore ordinario di Storia Medievale all’Università “Alma Mater” di Bologna. Viveva in quella città da quando aveva l’età di cinque anni. A Bologna aveva conosciuto Emilia e la sposò all’età di trent’anni ed erano stati felicemente sposati per quattro anni, fino alla sua prematura morte. Era una donna terribilmente rigida in ambito religioso e disprezzava facilmente chiunque non ritenesse puro; una fanatica. Come tutti i fanatici, Emilia cadeva inevitabilmente nell’errore. Aveva un fascino oscuro, spettrale. L’uomo ricordava ancora quando, la prima notte di nozze, aveva sbirciato in camera da letto mentre la sua sposa si preparava e l’aveva vista scrutarsi nello specchio, con la sola camicia da notte bianca addosso. Nella stanza tutto era buio, tranne l’angolo in cui lo specchio era adagiato al muro. La donna aveva acceso delle candele, anch’esse bianche, e le aveva disposte sulla scrivania lì accanto, creando un’atmosfera colma di ombre e luci fioche. Alla luce ondulante di quelle fiamme silenziose, Emilia si rimirava toccando i propri capelli, neri e lunghi. Ad Alfredo sembrava una creatura dei boschi, con foglie morte tutte attorno. Aveva l’aspetto di una donna convalescente, molto pallida e con gli occhi cerchiati. La amava terribilmente. Continuava a guardare la sua figura nello specchio anche durante l’amplesso, mentre la possedeva. Nello specchio, la sua sposa brillava di quel riverbero flebile dei diamanti sommersi in un abisso.
Dopo la morte della moglie, Alfredo aveva inevitabilmente proseguito la sua vita. Aveva continuato la sua attività d’insegnante con solerzia e dedizione, concentrando tutti i propri sforzi sulla carriera universitaria. Teneva un corso di Storia Medievale e diversi corsi monografici sui temi più vari. Il corso monografico che ogni anno attirava maggiormente l’attenzione degli studenti era quello di Storia della tortura. E’ facile che tali temi affascinino le giovani menti e questo si accordava perfettamente con la passione di Alfredo per la storia dell’Inquisizione e, più in generale, della crudeltà. Era attirato dalle inimmaginabili perversioni che gli esseri umani di ogni epoca erano riusciti ad inventare. L’uomo sembra avere un ingegno particolarmente incline al sadismo. Questo non implicava assolutamente che lui fosse favorevole all’abominio della tortura, tuttavia ne rimaneva, contro la sua volontà, affascinato.

La vicina di casa di Alfredo Micali, la cara signora Busceti, provava pena per quell’uomo rimasto solo così giovane. Un conto era rimanere vedova alla sua età, ma quell’uomo aveva la metà dei suoi anni ed era una crudeltà che fosse tutto solo in quella casa polverosa. A volte sentiva attraverso la parete i suoi singhiozzi durante la notte e avrebbe giurato di averlo sentito parlare con una donna, sebbene fosse sicura che l’uomo non avesse ospiti. La signora Busceti era una persona fondamentalmente di buon cuore, ma terribilmente curiosa ed invadente. Tante volte aveva tentato di mettere piede in casa di Alfredo, ma il professore era restio a qualsiasi forma di socializzazione. Tutto ciò che la sua vicina di casa era riuscita a scoprire era che quel giovane vedovo aveva degli interessi particolari. La sua casa era colma di strani aggeggi che sembravano antichi ma la cui funzione era, almeno per la maggior parte degli oggetti, a lei sconosciuta. Si diceva “E’ un professore di storia, chi lo sa cosa si sarà portato in casa dai suoi viaggi”. Aveva ragione. Alfredo aveva viaggiato molto ed aveva acquistato molti oggetti antichi. Tale era la sua passione da non limitarsi a comprare oggetti antichi autentici, ma a farseli anche fabbricare da fabbri o falegnami. Il suo orgoglio era la Vergine Maria che teneva in giardino. Proprio quest’oggetto era uno degli argomenti della lezione del giorno.
“Come vi ho già detto durante le precedenti lezioni, si stima che le vittime dell’Inquisizione spagnola siano state circa 1300000. Un ufficiale francese al servizio del generale Lasalle, dopo l’invasione della città di Toledo, esaminò le prigioni sotterranee dell’Inquisizione e vi trovò la Vergine Maria. Ecco un’immagine”
E proiettò sullo schermo bianco l’immagine di un simulacro di legno della Vergine Maria, la cui testa era circondata da un’aureola dorata. Sembrava una normale statua in legno, ma l’immagine successiva mostrò il suo interno. Ciò che costituiva l’interno delle “braccia” della Vergine erano lame.
“Nel racconto dell’ufficiale è riportato che queste lame erano in grado di penetrare nel corpo della vittima per circa due o tre pollici, trafiggendola più a fondo ad ogni stretta dell’abbraccio. Non c’è bisogno di sottolineare quanto fosse agghiacciante l’accostamento tra la figura salvifica della Madonna, soprattutto in un clima di grande fervore religioso, e il dolore associato alla tortura e all’estorsione di una confessione falsa.”
La lezione proseguì come sempre, con grande interesse degli studenti. Miriam era seduta in prima fila e guardava con orrore quelle immagini, commentando a bassa voce con la collega che le sedeva accanto. Alfredo la osservava con insistenza. Era pura, una gioia per lo sguardo e per la contemplazione.

Mentre tornava a casa, pregustava mentalmente i piacevoli momenti che avrebbe trascorso durante il pomeriggio. La settimana precedente, Miriam gli aveva chiesto di mostrargli alcuni dei suoi strumenti di tortura da collezione e Alfredo aveva prudentemente, senza far trasparire alcun secondo fine, invitato la ragazza a casa propria. Miriam era titubante ma il professor Micali sembrava una persona gentilissima e dubitava fortemente che avrebbe potuto avere altri intenti al di fuori di quello dell’insegnamento. Sembrava che, quel giorno, l’universo intero avesse organizzato ogni piccolo particolare affinchè nessuno fosse a conoscenza della visita della studentessa a casa del suo professore. Miriam stessa aveva evitato di parlarne con qualcuno, per evitare che i colleghi iniziassero a dire che andava a letto col professore e che era raccomandata. La signora Busceti era invece a letto, stordita da un involontario eccesso di Valium.
Alfredò rientrò a casa. Intorno alle 17:00, sentì la finestra della stanza da letto aprirsi. Entrò nella stanza e la trovò in effetti socchiusa, ma non c’erano segni di intrusione in casa, né aveva visto qualcuno scappare.
“Emilia?” disse con naturalezza.
Si avvicinò allo specchio e vi guardò all’interno. Il suo sguardo assunse una nota dolce.
“E’ pura” disse una voce di donna.
Il terrore squarciò il volto dell’uomo.
“Emilia, ti prego…”
“E’ pura” continuò la voce dallo specchio “Intonsa, illibata. Sai cosa devi fare.”
“Ti prego, non farmelo rifare. Non voglio.”
“Alfredo!” rispose la voce arrabbiata. Si raddolcì nuovamente “Alfredo, sai che ho ragione. Guardami, sono rimasta con te. Ti piaceva guardarmi nello specchio, non è vero? Allora ascoltami. Quella ragazza è pura, un fiore appena sbocciato. Il mondo ha bisogno di creature pure, di creature che rimangano pure. Ancora qualche tempo e quella sciocca cederà ai complimenti di un ragazzo semi-ubriaco nelle strade di Bologna e a quel punto sarà troppo tardi.”
“Ma non voglio farlo di nuovo. Ti prego, stai solo con me, non chiedermi niente, guardami, tocca la mia mano attraverso lo specchio.”
“Fai quello che devi. Fallo per me o non vedrò alcun motivo per rimanere ancora su questa terra, se è una terra piena di creature corrotte. La terra ha bisogno di creature pure. Dio ha bisogno che queste creature rimangano pure, incorruttibili, per sempre. Chi è senza peccato deve rimanere tale.”
Alfredo rimase a fissare l’interno dello specchio con aria triste. Il suo volto esprimeva contemporaneamente gioia e rassegnazione, un quadro grottesco. Trasalì quando il campanello suonò.

Due anni dopo

Il vento soffiava tra i rami degli alberi che si innalzavano davanti alla piccola casa di Alfredo. La signora Busceti era in giardino, a leggere il giornale. Alfredo non era in casa, aveva una riunione del consiglio di dipartimento. Ogni tanto, l’anziana donna fissava il giardino del suo vicino. Oltre ai normali vasi in terracotta, Alfredo Micali aveva da molti anni messo al centro del giardino uno strano vaso. Sembrava un sarcofago non molto grande, con delle aperture al cui interno erano presenti degli spuntoni. Una delle rare volte in cui Alfredo le aveva rivolto la parola, l’uomo aveva detto alla signora Busceti che rappresentava un antico strumento utilizzato in Spagna nel XVI secolo. Se l’era fatto costruire personalmente da un falegname e da un fabbro. Ciò che colpiva maggiormente la donna era quell’aureola brillante che, talvolta, la abbagliava riflettendo i raggi solari. Lo strumento era stato riadattato dall’uomo in modo da farne un grande vaso, al cui interno crescevano rigogliosi diversi fiori. Fino a due anni prima, Alfredo aveva tenuto vuoto quello strano strumenti, ma, da un giorno all’altro, l’aveva riempito di terra per piantarvi dei fiori. Alla signora sembrò una strana scelta, considerando che si trattava di un oggetto di un certo pregio, ma il professore era abbastanza stravagante da poter fare una cosa del genere senza che nessuno gliene chiedesse la ragione. Inoltre, la signora Busceti si sentiva ancora un po’ confusa per tutto il Valium che aveva preso il giorno prima e non era sicura che quell’oggetto non avesse sempre avuto la funzione di vaso. Eppure, avrebbe giurato che prima fosse vuoto. La donna aveva osservato Alfredo spesso. Un pomeriggio di due anni prima, mentre l’uomo sedeva accanto a quello strano vaso e fissava con aria melanconica le fronde degli alberi mosse dal vento, gli aveva chiesto dal balcone “Signor Micali, ma che concime usa? Quei fiori vengono su che è una bellezza! Più che negli altri vasi”. Alfredo aveva guardato la signora Busceti con aria confusa e lievemente allarmata, ma si limitò a sorriderle e a voltarsi nuovamente a guardare gli alberi.
“Sarà turbato per la scomparsa di quella studentessa, magari la conosceva.”

Mentre ricordava quei pomeriggi, la signora fu distratta dal rumore dei passi di Alfredo, che tornava dall’Università.
“Buongiorno professore!” gli disse con un sorriso.
Alfredo Micali si limitò ad alzare la mano e a sorriderle. Era stata una bella giornata, al di là della noia del consiglio di dipartimento. Aveva incontrato un suo collega e conosciuto il suo nipotino. Ci aveva giocato un po’ al parco, sulla strada per tornare a casa. “Che creatura buffa ed innocente” pensava.
Dieci minuti dopo, la signora Busceti era ancora in balcone. Si spaventò per l’irrompere, nel balcone accanto al suo, del suo vicino di casa. Era pallido in volto e visibilmente sudato. Respirava con affanno e guardava il proprio giardino rigoglioso.
“Signor Busceti, si sente bene?” chiese con apprensione.
Alfredo la guardò come se non capisse ciò che gli era appena stato chiesto. Dopo qualche secondo di esitazione, rispose che aveva un po’ di nausea e che ora avrebbe preso qualcosa per farla passare. Rientrò.
Eppure, la donna avrebbe giurato di aver sentito nuovamente una voce femminile provenire dalla stanza da letto del professore. Questa volta, aveva distintamente sentito ciò che aveva detto.

Aveva detto “E’ puro.”.


A me le d eufoniche piacciono!

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Spartaco
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#2 » mercoledì 12 ottobre 2016, 11:08

Benvenuto su Minuti Contati.
Io e l'Antico siamo a tua disposizione per qualsiasi domanda. Ti invito a iscriverti al Gruppo facebook www.minuticontati.com per essere aggiornato sui vari contest.
Buona Sfida!

Hitherto
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#3 » mercoledì 12 ottobre 2016, 17:24

Grazie mille
A me le d eufoniche piacciono!

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Spartaco
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#4 » martedì 25 ottobre 2016, 23:04

Chiedo a tutti voi di scrivere un messaggio in risposta al vostro racconto in cui specificate i bonus a cui aspirate e come li avete inseriti.
Grazie

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Sonia Lippi
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#5 » mercoledì 26 ottobre 2016, 12:03

Ciao Andrea,

Mi è molto piaciuto lo stile di questo scritto, chiaro e lineare, si legge bene.
Anche il racconto nel complesso mi è piaciuto, però manca di un piccolo approfondimento, secondo me.
Ovvero, non ho capito perchè è importante che le persone che lo spirito della moglie gli dice di uccidere devono essere puri, ho provato a rileggere il racconto ma questo punto non mi è chiaro sinceramente.
Se la moglie disprezzava chi non era puro, avrebbe dovuto ordinare di uccidere i non puri, non i puri, questo non mi torna sinceramente.

Comunque nel complesso è davvero un bel racconto!

Buona giornata

Sonia

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maria rosaria
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#6 » venerdì 28 ottobre 2016, 17:15

Ciao Andrea.
La tua è una storia horror che mi ha catturato e che mi sembra ben scritta.
Un uomo, spinto dalla moglie morta, uccide altre persone prima che possano diventare impure.
L’ambientazione che descrivi è azzeccata: abbiamo un professore universitario, quindi siamo in un contesto sociale medio alto, succube di una moglie/fantasma che lo spinge a fare cose terribili.
Ho apprezzato molto anche il personaggio della vicina, la signora Busceti, curiosa quanto basta ma sulla quale mi sarebbe piaciuto avere qualche dettaglio in più.
Quello che secondo me è un po’ carente (interessante, intendo, ma poco approfondito) è il rapporto dell’uomo con la moglie morta: capisco che lui è dominato da questo fantasma che lo spinge a fare cose terribili solo per rimanere ancora con lui ma… è pur sempre un fantasma, giusto?
Ho riletto il racconto e ho compreso che il forte legame che avevano in vita spinge lui a commettere delle efferatezze solo per poterla continuare a vedere, giusto?
Però lei a un certo punto dice:

“Fallo per me o non vedrò alcun motivo per rimanere ancora su questa terra”

Ma lei non è più su questa terra, vive in uno specchio e ciò mi ha un po’ disorientato. Quindi in qualche modo è lei ad aver bisogno dei delitti per rimanere nello specchio, o magari ne esce? C’è un punto dove tu scrivi che lui le tocca la mano… Insomma, questo aspetto un po' mi lascia dei dubbi.
Per ciò che riguarda l’attinenza al tema: debole, a mio avviso, poiché di tutti i personaggi citati nella storia solo il protagonista e la moglie sembrano essere veri peccatori.
Ti segnalo inoltre due passaggi del racconto in cui mi sono un po’ disorientata.
Nel primo:
“Mentre tornava a casa, pregustava mentalmente i piacevoli momenti che avrebbe trascorso durante il pomeriggio. La settimana precedente, Miriam gli aveva chiesto di mostrargli alcuni dei suoi strumenti di tortura da collezione e Alfredo aveva prudentemente, senza far trasparire alcun secondo fine, invitato la ragazza a casa propria. Miriam era titubante ma il professor Micali sembrava una persona gentilissima e dubitava fortemente che avrebbe potuto avere altri intenti al di fuori di quello dell’insegnamento.”

Inizi con il pdv di Micali (tornava, pregustava, aveva invitato) poi passi subito a quello della ragazza (il professore sembrava gentile…)

Anche nel secondo:
“Mentre ricordava quei pomeriggi, la signora fu distratta dal rumore dei passi di Alfredo, che tornava dall’Università.
“Buongiorno professore!” gli disse con un sorriso.
Alfredo Micali si limitò ad alzare la mano e a sorriderle. Era stata una bella giornata, al di là della noia del consiglio di dipartimento. Aveva incontrato un suo collega e conosciuto il suo nipotino. Ci aveva giocato un po’ al parco, sulla strada per tornare a casa. “Che creatura buffa ed innocente” pensava.”

Passi dalla signora (mentre ricordava…) al professore (aveva incontrato un suo collega)
Al netto di ciò, una storia che si legge con piacere e un’idea che potrebbe dare moltissimo.
Alla prossima. :-)
Maria Rosaria

Hitherto
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#7 » venerdì 28 ottobre 2016, 22:03

Per Spartaco:
Bonus -4 (facoltativo): almeno due protagonisti, di cui uno soprannaturale
Alfredo ed il fantasma di sua moglie
Bonus -2 (facoltativo): inserisci nella storia uno strumento di tortura da Inquisizione, ma usato con uno scopo diverso dalla tortura
La Vergine Maria, utilizzata come vaso (oltre che come "bara")
Bonus -1 (facoltativo): inserisci il numero 1.300.000 (unmilionetrecentomila, indifferente in numero o lettera)
«Come vi ho già detto durante le precedenti lezioni, si stima che le vittime dell’Inquisizione spagnola siano state circa 1300000.»
A me le d eufoniche piacciono!

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ceranu
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#8 » sabato 29 ottobre 2016, 0:46

Ciao Andrea, la tua è una buona lettura che ha margine di miglioramento.
Non chiedermi dove, ma da qualche parte ho letto che per rendere un'opera una buona opera, bisogna sforbiciare un buon 25%. Non l'ho mai preso alla lettera come consiglio, ma in questo caso forse potresti pensarci. Molte frasi risultano contorte, troppo articolate. Usi spesso il "non", prova a mettere le frasi al positivo. Esempio stupido e inventato: non uscì dalla stanza diventerebbe rimase nella stanza.
Eliminando quanto ti ho chiesto potresti rendere la lettura più semplice e ampliare il rapporto tra Alberto e la moglie.

Ho avuto anch'io delle difficoltà a percepire il pensiero della signora Busceti. Con lei avresti potuto lavorare meglio. La doppia assunzione di Valium può indispettire il lettore, sembra una casualità forzata. Fai in modo che si intuisca che lei è sempre "fatta".
“Sarà turbato per la scomparsa di quella studentessa, magari la conosceva.”
Questo pensiero puzza di infodump, non mi sembra spontaneo. Perché lei sa della studentessa rapita?

Dal punto di vista stilistico non va male, c'è qualche verbo che traballa, ma nulla di irrimediabile. Mi hai spiazzato con il termine "colleghe di corso" io avrei optato per compagne, ma penso possa andare bene lo stesso.
Ho avuto l'impressione che nella seconda parte tu sia arrivato stanco. Lì la terza persona onnisciente vacilla ed è dove la storia sembra mano lineare.
Nel complesso è un racconto godibile su cui, però, si può lavorare bene.
Ciao e alla prossima.

Niko G
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#9 » sabato 29 ottobre 2016, 20:46

Ciao Hitherto,
Trovo la storia molto interessante e ben costruita. L'immagine dell' impeccabile docente universitario con il suo "vizietto segreto" rende molto bene e le "pieghe nascoste" della sua personalità si sviluppano in modo armonico, rivelando lentamente la sfumatura prima "noire", poi "horror" quando alla fine si intuisce che la donna in qualche modo esiste davvero e che quindi la follia del protagonista è alimentata da qualcosa di soprannaturale.
Noto alcune incertezze nello stile, come ripetizioni , perifrasi un po' verbose, qualche virgola di troppo; elementi forse sfuggiti a una revisione frettolosa.
Ho apprezzato moltissimo come hai integrato il bonus della "Vergine di ferro" con il vissuto del protagonista, plasmandoci la tua storia intorno esattamente come credo fosse dovuto a questo genere di contest, piuttosto che inserendo un elemento "caduto dal cielo" come io stesso penso purtroppo di aver fatto nel mio racconto.
Per quanto riguarda l'economia del racconto avrei speso qualche carattere in più sul rapporto tra il protagonista e la defunta moglie.
In sostanza per me un ottimo lavoro che necessita però di una "limata" qua e là. A rileggerci!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Hitherto
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#10 » domenica 30 ottobre 2016, 19:37

Ringrazio tutti per i commenti ed i consigli che mi avete dato, sono davvero molto utili per capire cosa c'è che non va e/o cosa potrebbe andare meglio. Se alcuni punti della storia non sono stati approfonditi è perchè volevo che tutto si concentrasse molto di più sul tempo presente, dando soltanto alcune informazioni sul passato necessarie affinchè la storia fosse comprensibile. Tuttavia, rifletterò sull'eventuale approfondimento di alcuni passaggi e sull'articolazione di alcuni periodi.
A me le d eufoniche piacciono!

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lordmax
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#11 » martedì 1 novembre 2016, 19:12

Ben scritto, semplice e lineare.
Ben scritto ma tutto descritto.
Devo ammettere che ho faticato ad arrivare alla fine.
L'ho interrotto due volte.
Avrei preferito sentire la sua voce mostrarmi ciò che accadeva di volta in volta invece delle descrizioni che hai scelto.
La struttura è corretta e lineare, in realtà non ci sono colpi di scena, si capisce cosa accadrà fin dal momento in cui scopriamo della morte della moglie.
Avrei anche voluto vedere dei colpi di scena, qualcosa tipo la vicina impicciona che si impiccia, la ragazza che fugge, la polizia che lo interroga e lui che suda freddo per scamparla, uno scontro fra lui e lo spirito della moglie, un tentativo di liberarsi dello specchio, qualcosa che movimentasse la vita dle povero professore e il racconto.
Così com'è è troppo 'normalizzato', sembra che non accada nulla realmente.

Hitherto
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#12 » giovedì 3 novembre 2016, 16:58

Seguendo alcuni dei consigli che mi avete dato, ho modificato il racconto e l'ho messo nel topic della semifinale del nostro gruppo. Se qualcuno fosse curioso di leggerlo, il racconto è lì :)
A me le d eufoniche piacciono!

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angelo.frascella
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#13 » giovedì 3 novembre 2016, 17:10

In bocca al lupo. Per citare Filini: "that win the best" ;)

Hitherto
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Re: Lo specchio - Andrea Grillone

Messaggio#14 » giovedì 3 novembre 2016, 17:43

In bocca al lupo anche a te :)
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