Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Scrivi un racconto sul Tema deciso dai BOSS Eleonora Rossetti e Luigi De Meo.
Sfida gli altri concorrenti e supera il giudizio degli SPONSOR Vincenzo Maisto e Laura Platamone.
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lordmax
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Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Messaggio#1 » domenica 23 ottobre 2016, 22:45

Corri
“Corri!” dice la donna correndo fra gli stretti vicoli della città
“E cosa faccio secondo te? Lancia una magia per fermarli.” dice l’uomo mentre corre un passo dietro la donna.
“Con un prete che ci insegue? Sei pazzo o cosa? Passa davanti e gira alla prima a destra.” La donna rallenta per far passare il compagno. Volta la testa per guardare gli inseguitori, per fortuna ancora lontani, e estrae una boccetta dalla borsa. Lascia cadere la boccetta a terra e accelera la corsa.
Immediata una fitta nebbia, come zuppa di piselli, si solleva nei vicoli.

Locanda
Vocìo confuso e zaffata di aria calda sul volto, la prima sensazione aprendo la porta. I due compagni entrano nel locale dal soffitto basso e si dirigono verso un tavolo dal lato opposto. Siedono a un tavolo con altre tre persone.
“Le avete prese?” Chiede il più anziano
“Solo una, è andato tutto storto. Qualcuno ha fatto un sacco di rumore mettendosi a combattere con un mezzo demone” dice la donna vestita di verde scuro
“Non posso farci niente. Era uno del clan Viridis. Come siamo entrati mi ha percepito e attaccato. Non potevo fare altrimenti e non ho fatto rumore. Se non avessi usato un incantesimo economico non sarebbe successo” dice l’uomo vestito di marrone scuro.
“L’incantesimo era perfetto, hai svegliato la guardia tu facendo rumore” risponde la donna.
“Ora basta. Non è il momento. Se ne hai presa una sola possono trovarla tramite l’altra. Cosa ce ne facciamo?” Dice l’anziano.
“Le celiamo con un incantesimo di traslamento etereo” risponde la donna.
“Cosa vuoi fare? Ma sei pazza? E poi servono tre maghi” risponde l’anziano.
“Io e te siamo due, davvero non hai a libro paga un mago o stregone fidato?” dice la donna
Sospiro “Fidato. Uno stregone. Certo. Ne trovo ovunque. Va bene. Facciamolo. Vieni con me. E voi aspettateci” dice l’uomo anziano alzandosi dal tavolo.
I due risalgono dalle cantine dopo mezz’ora circa. Si dirigono verso il tavolo parlando “hai due stregoni sauriani nel sottoscala. Prigionieri. Non posso crederci.” Dice la donna
“Non sono prigionieri. Sono ricercati. Devono nascondersi e io li sto aiutando.”
“Ora capisco perché hai così tante pozioni in negozio, li stai sfruttando.”
“Sono ricercati, devono nascondersi. Mi pagano l’affitto.”
“Ora capisco perché hai i gatti qui nella locanda. Cosi non possono fuggire. Non ho capito però cosa te ne fai della vergine di ferro. Li torturi anche?”
“I gatti sono per la loro sicurezza. E non sono prigionieri. Appena la taglia su di loro sarà tolta saranno liberi di andarsene. E poi non li torturo, sei pazza? La usano loro per qualche loro gioco sessuale. Non mi fare raccontare niente che alla sola idea ho i brividi”
“Sei uno schiavista di merda. E anche un porco.”
“Senti da che pulpito. Quella che si è spacciata come Dea per derubare una tribù di nani di fosso del loro oro.”
“Non l’ho rubato, me ne hanno fatto dono. E almeno io non li ho schiavizzati.”
“Certo, come no.” dice l’uomo mentre si siede.
“Avete fatto? Siamo tranquilli che non arriveranno guardie e preti ad ammazzarci tutti? Non credo avrebbero la mano leggera con noi.” Dice l’uomo in marrone.
“Sì, tranquilli. Abbiamo almeno un giorno prima che scoprano il furto e abbiamo mascherato la statuetta. Non hanno modo di trovarla o di trovare noi” risponde la donna
“Sta di fatto che non abbiamo nulla ma ora si incazzeranno di brutto. Mi aspetto una purga in tutta la città appena se ne accorgono” dice un uomo in abiti eleganti
“Hai ragione Diego. Ci sarà una purga. Ma abbiamo già pensato a come sviare i sospetti, almeno per un po’ vero Leandro?” dice l’uomo anziano rivolto a un ragazzo magro seduto leggermente in disparte.
“Sì, sì, verissimo Osvaldo. Verissimo. Abbiamo pensato che servisse qualcosa per distrarli e sviarli. E io ho organizzato un trucco per la guardia reale. Fra due ore usciranno di gran carriera due persone, un uomo e una donna. E faranno di tutto per farsi notare dalle guardie. E fuggiranno verso sud così le ricerche si concentreranno in quella direzione.” dice tutto soddisfatto il ragazzo.
“Speriamo bene” dice il mezzo demone “non è che io sia proprio uguale a un uomo normale.”

Cattedrale
“Perché mi avete fatto chiamare maestro Serafino? Non amo svegliarmi in piena notte e neppure uscire dalle mie stanze” dice la donna entrando nella grande sala della cattedrale.
“Mi perdoni mia signora. Qualcuno è stato nella cattedrale e ha addormentato le guardie. Penso volessero rubare l’artefatto. Per fortuna il mezzo demone si è svegliato e li ha distratti. Purtroppo ha perso la vita ma non è una grave perdita, lo farò sostituire domani stesso. Lei ha dato ordine di chiamarla se...”
“Sì, sì, va bene. Hai fatto bene a chiamarmi. Vediamo l’artefatto” interrompe la donna dirigendosi verso la teca al centro della sala.
I due si avvicinano alla teca. La donna si ferma e osserva le statue dietro il vetro.
Improvvisamente l’aria nella stanza diviene fredda, i capelli della donna iniziano a muoversi come colpiti dal vento. Le guardie alle porte della sala si guardano preoccupate.
“Maledetti!” Urla la donna mentre colpisce il vetro della teca e lo lancia a metri di distanza.
Una delle statuette scompare dalla vista con uno sfarfallio.
La donna afferra l’altra statuetta e si volta verso l’uomo vicino a lei.
“RU BA TA ?“ dice rivolto all’uomo davanti a lei
L’uomo, ora minuscolo, tenta di fare un passo indietro “mia Signora, la prego. Non capisco come sia accaduto ma ritroveremo l’artefatto in un istante. Chiamo immediatamente i maghi di corte e i preti e rintracceremo i ladri in un istante.” L’uomo trema visibilmente guardandosi intorno come a cercare un alleato.
“RUBATA! Hanno rubato un pezzo dell’artefatto sotto il tuo stupido naso. OGGI! Fra due settimane arriverà l’imperatore e tu ti sei fatto rubare l’artefatto!” Gli occhi della donna diventano color rubino. I capelli si alzano come carichi di elettricità. Le vesti svolazzano intorno al suo corpo.
L’uomo si rannicchia ancora di più alzando le mani come a supplicare.
Un fulmine si forma dalla mani della donna, colpisce l’uomo e lo scaglia metri indietro fino a colpire il muro. L’olezzo della carne e della stoffa bruciata inonda la stanza. Le guardie sono immobili, guardano davanti a se tremando nelle loro armature metalliche.
“Tu!” dice rivolta a una della guardie “Vai a chiamare Maestro Tiziano. Subito!” ordina.

Purga
“Mia signora. “ Dice l’uomo inchinandosi “Ho delle notizie dalle prime indagini
“Parla maestro Tiziano” dice la donna mentre le ancelle le asciugano il corpo e le porgono i vestiti. “I maghi non hanno rintracciato la statuetta, me lo hanno detto questa notte. Cosa hai fatto per ritrovarla?” continua la donna mentre siede su un divano.
“Le guardie sono state interrogate e riferiscono di una coppia, una donna e un uomo. Crediamo che la donna sia lo stregone e l’uomo il mezzo demone. A quanto dicono il furto è avvenuto prima della mezzanotte. Secondo i rapporti, una coppia è uscita dalla porta sud. Erano a cavallo e avevano una gran fretta. La donna ha pagato una guardia per poter passare i controlli mentre l’uomo cercava di non farsi notare.” dice l’uomo senza smettere di fissare la donna.
“Una strega e un mezzo demone rubano l’artefatto. Una donna e un uomo che cerca di non farsi notare fuggono a sud pagando per non essere controllati e fanno di tutto per esserlo. Pensano che siamo tutti stupidi?” La voce è tesa, quasi rabbiosa, in opposizione alla posa rilassata del corpo sul divano. “Manda una pattuglia a sud, trovate quei traditori, trovateli e portateli indietro. Sarà divertente interrogarli. Ma voglio tutti i preti e tutte le guardie che puoi disporre, indagate a nord della città. Vi concedo due giorni per ritrovare la statuetta e portarmi i ladri e i loro complici.” lo sguardo della donna è come acciaio, in perfetta contrapposizione con la sensualità del suo corpo.
“Due giorni. Non sono molti. Li troverò e li porterò al suo cospetto. Ci saranno conseguenze in città con così poco tempo. A presto Sacerdotessa Sabrina” e si allontana con un inchino.

La guardia entra nel negozio, si guarda intorno e si sposta di lato.
Dietro di lei entra un prete con il suo saio marrone, la daga al fianco e lo sguardo malvagio.
“Tu sei Mastro Osvaldo, il padrone?” dice senza cordialità
“Sì, io sono il proprietario del negozio. In cosa posso servirla mio signore?” risponde l’uomo.

Fuga
“Debora, Umberto, presto, dovete fuggire!” Dice Diego entrando di corsa nella locanda
“Cosa diav… Diego? Cosa… Perché?” Dice Umberto alzandosi dal letto in cui poltriva.
“I preti. I preti hanno preso Osvaldo e stanno venendo qui.” Continua Diego trafelato.
Anche Debora balza in piedi “Hanno preso Osvaldo? Quando?”
“Pochi minuti fa. Per fortuna Teresa ha visto tutto e mi ha avvertito. Vi aspetta alla porta Nord per portarvi in salvo. Presto!” Dice Diego
I tre escono rapidamente dalla locanda proprio mentre stanno arrivando i gendarmi guidati dai preti.
“FERMI!” Urla un gendarme
“Col cavolo” dice Umberto mentre prende a correre in direzione opposta seguito da Debora e Diego.
A poca distanza dai fuggitivi esplode un muro bloccando loro la strada.
I tre cercano di fuggire entrando in uno dei tanti vicoli della città. Alle loro spalle molte esplosioni, nugoli di calcinacci e pietre e lunghe fiammate precedono i gendarmi.
La fuga prosegue fra i vicoli lasciando a terra alcuni cittadini che non fanno in tempo a ripararsi.
Mossi dalla disperazione i tre fuggiaschi si lanciano in un vicolo che si rivela non avere uscita. Debora si appoggia alla parete in fondo alla via e si prepara a lanciare un incantesimo. Umberto estrae la sua spada e si prepara allo scontro imminente. Diego si appoggia ansimante ad una porta che si apre al suo tocco facendolo cadere all’interno.
I tre entrano nella casa e Debora blocca la porta con un incantesimo appena in tempo.
La fuga riprende e Debora lancia alcune boccette alle sue spalle uscendo dal lato opposto della casa.
La strada dietro loro diviene improvvisamente una pozza di fango impossibile da guadare e i tre riescono a sfuggire alla cattura.

Strategie
Bussano alla porta “Sono Teresa.” Dice una voce femminile.
Diego apre la porta e una donna vestita in abiti scuri entra nel rifugio. “La città non è sicura. Le guardie stanno passando le case una a una. Non hanno riguardo per nessuno neppure per le gilde. Entrano, frugano e mettono tutto all’aria. Chiunque si rifiuta viene picchiato o peggio. Chi altri sa che siete qui?” Dice la nuova arrivata.
“In teoria solo io, te e Osvaldo conosciamo questo rifugio. Dovrebbe essere più che sicuro.” Dice Diego
“Osvaldo è nelle mani dei preti, parlerà prima di domani. Forse abbiamo un paio di ore per trovare un altro nascondiglio. Idee?” Dice Teresa.
“Non possiamo uscire dalla città? Saremmo più al sicuro.” Dice Umberto speranzoso.
“No. Non c’è modo di uscire. Le porte sono bloccate, niente esce e niente entra. Dobbiamo nasconderci in città.” Dice Teresa.
“Allora dobbiamo andare nella parte della città già controllata e aspettare. Non potranno reggere questo ritmo a lungo.” Dice Debora.
“Sembra facile. Ogni strada è pattugliata da guardie e preti. Se ci vedono o se intuiscono le nostre mosse siamo morti. Forse possiamo sfruttare le fogne.” Dice Teresa.
“Direi di no” dice Diego “le fogne sono troppo piccole per far passare un uomo adulto. Più facile passare dai tetti. Se solo potessimo usare un incantesimo di invisibilità”
“Niente incantesimi. I preti li vedrebbero immediatamente. Umberto verrebbe comunque percepito dai mezzi demoni. Niente tetti, troppa sorveglianza. Possiamo solo uccidere una pattuglia e recuperare qualche ora.” Dice Teresa.
“Uccidere una pattuglia? In pieno giorno? Mi sembra azzardato.” Dice Debora.
“No se troviamo una pattuglia con un solo prete. Tu ti occupi del prete. Io e Umberto delle guardie. Li uccidiamo e passiamo la linea di controllo. Raggiungiamo la porta sud e proviamo a forzarla.” Dice Teresa
“Sembra un buon piano. Mi piace.” Dice Umberto che sta affilando la spada.

scontro
“Ottima idea quella di prendere le divise delle guardie. Certo che tu Diego sembri un po magrino come guardia.” Dice Debora osservando i suoi compagni vestiti con le armature delle guardie uccise.
“Non è che tu sia molto simile a un prete con quelle tette. Vedi di non metterti di profilo.” Dice Diego rivolto a Debora.
I quattro compagni si incamminano in direzione della porta sud cercando di non dare nell’occhio. Passano pochi minuti e vengono raggiunti da un gruppo di guardie guidate da un prete di alto rango
“Voi! Seguiteci! Dobbiamo controllare la gilda dei fabbri e ci servono uomini. Veloci.” Dice una delle guardie.
Debora si appoggia ad un muro e lancia un incantesimo. Improvvisamente il gruppo di guardie è colpito da alcuni dardi luminosi.
Teresa lancia due pugnali ad una delle guardie uccidendola all’istante.
Umberto si muove verso le guardie.
Il prete evita i dardi con un movimento rabbioso della mano e scaglia una potente sfera di fuoco verso gli avversari.
Umberto riesce a mettersi davanti alla sfera infuocata proteggendo i suoi compagni. L’impatto ne rivela la natura demoniaca e con gli abiti in fiamme si lancia contro una delle guardie.
Debora e Diego vengono colpiti mentre Teresa e Umberto raggiungono le guardie e le ingaggiano in corpo a corpo.
Debora afferra la sua balestra a una mano e scocca verso il prete avversario che afferra il dardo in volo e ride dell’imperizia dell’avversaria.
“Stupido presuntuoso. veneno morsus aspidis in manu tua” salmodia Debora e il dardo si trasforma in una vipera che morde il prete prima che possa reagire.
Il prete barcolla e cade in ginocchio mentre Debora scaglia contro di lui un altro dardo uccidendolo.
Umberto e Teresa riescono ad avere la meglio sulle guardie.
“Diego alzati, presto prima che arrivino rinforzi.” Dice Debora ma presto si rende conto che Diego non si alzerà più.
I tre riprendono a dirigersi verso la parte sud della città dove giungono poco dopo.
“Come dicevo le porte sono chiuse e le guardie sono state raddoppiate. Come pensate di uscire?” Dice Teresa
“Là!” Dice Umberto indicando il centro della piazza.
“Maledetti bastardi. Hanno messo alla gogna le ragazze della locanda, il fabbro e il carrettiere. Schifosi!” Dice Teresa sputando a terra.
“Li hanno presi e torturati a vedere come sono ridotti. E solo perché conoscono Umberto. Chissà cosa hanno fatto a lui.” Dice Debora
“Dobbiamo liberarli!” Dice Umberto afferrando la spada.
“Non dire sciocchezze. Siamo in tre contro sei guardie e altre sei sugli spalti e almeno un paio di preti. Potremmo ammazzarne la metà e poi saremmo morti anche noi. Possiamo solo aspettare la notte e calarci dalle mura in una zona d’ombra.” Dice Teresa.
“Per quanto banale forse è l’unica possibilità che abbiamo. Troviamo un posto dove nasconderci e aspettiamo la notte. Sperando di non essere scoperti.” Dice Debora cercando l’approvazione di Teresa.
Teresa li guida verso il retro di una stalla che non ha cavalli.
“Uno stalliere senza cavalli? Cosa fa il proprietario?” Chiede Debora.
“Fa lo stalliere ma passa più tempo a vendere i cavalli che a accudirli quindi spesso la stalla è vuota. Alle volte me la fa usare come magazzino per le pelli. Qui non viene mai nessuno. Dovremmo essere al sicuro.” Risponde Teresa.

Gogna
La mattina è fredda, la città inizia a svegliarsi, le persone escono di casa per andare al lavoro e al mercato. I rumori del mercato sveglia i tre compagni.
“Presto, alzatevi!” Dice Teresa mentre scuote Umberto “Usciamo da qui prima che ci veda qualcuno.”
I tre escono nella strada affollata approfittando del freddo per usare i cappucci e coprirsi i visi.
Un gruppo di guardie passa fra la folla portando alcuni prigionieri.
“Bastardi. E ora cosa vogliono fare?” Dice Debora mentre cerca di vedere meglio.
“Stanno portando i ribelli alla gogna.” Dice un mercante dal suo banco.
“Maledetti. Li hanno massacrati.” Dice un uomo che osserva il corteo
“Non ce la faranno fino a sera. Guarda quelle povere ragazze come sono conciate. Chissà cosa le hanno fatto questa notte.” Dice una signora poco più avanti.
Due preti chiudono la fila, nessuno osa parlare mentre passano.
Lentamente le guardie obbligano i prigionieri uno a uno nelle gogne fra gli insulti sussurrati delle persone.
Quando l’ultimo è stato incatenato sale sul palco uno dei preti “Questa è la giusta fine dei ribelli. Hanno attaccato la Cattedrale. Hanno ucciso alcune guardie e sono fuggiti. Fino a che non verranno catturati o si consegneranno spontaneamente, i loro amici e coloro che li proteggono patiranno la gogna. Se qualcuno fra di voi può fornirci informazioni, una lauta ricompensa lo aspetta. Non permettete che tanta sofferenza si abbatta su di voi, laboriosi cittadini. I colpevoli non siete voi. Non pagate per le colpe di altri.” Urla verso la folla.
“Sta cercando di metterci la città contro.” Dice Umberto
“E ci riusciranno se non facciamo in fretta” risponde Teresa “Tempo un giorno o due e cominceranno a cercarci attirati dalla ricompensa. Poi inizieranno a giustificarsi dicendo che troppi innocenti stanno pagando al posto nostro e infine saremo braccati da tutti gli abitanti della città.”
“Dobbiamo andarcene oggi stesso. Alla prima occasione.” Risponde Debora “Dobbiamo andarcene o giuro che li ammazzo tutti.”
“Stai calma, non abbiamo speranze” dice Teresa posando una mano sulla spalla di Debora.
“Venite, non facciamo insospettire la gente. Intanto qualcuno dovrà entrare e uscire prima o poi. Avremo presto la nostra occasione.” Dice Umberto dirigendosi verso una locanda vicina.
A metà pomeriggio l’occasione si presenta. A seguito della protesta di commercianti e contadini arriva il permesso per l’apertura della porta fino al calare del sole.
La fila di persone e carri è enorme. Le guardie sono soverchiate dal lavoro.
I tre compagni si avvicinano a un mercante che sta uscendo con il suo carro.
Debora avvicina il mercante salmodiando sottovoce, il mercante non ha occhi che per lei. Accoglie i suoi compagni con un gesto della mano e invita a cassetta la giovane strega.
Il carro arriva al posto di controllo, la guardia si avvicina, la tensione dei tre aumenta.
“Sono loro!” Urla un prete dall’alto delle mura “fermateli!”
Umberto colpisce la guardia con la sua spada prima ancora di toccare terra.
Teresa lancia i suoi pugnali contro una guardia armata di balestra.
Debora invoca la forza della magia.
L’aria diviene fredda, gelida, immota.
Ai tre sembra di muoversi nella gelatina, rallentati, trattenuti.
Dall’ombra del posto di guardia esce Sabrina in persona, la gran Sacerdotessa.
I suoi ampi abiti bianchi si muovono come animati dal vento. Il braccio sinistro alto, la mano rivolta ai tre, paralizzati “Basta così! Veramente pensavate di poter fuggire? appate la bocca alla strega e legateli. Li voglio a palazzo immediatamente.”
Le guardie scattano come molle. I tre compagni vengono disarmati, legati, pestati e caricati a forza su un carro.

Segrete
“Ci sono un milione e trecentomila soldati pronti a partire per conquistare i regni vicini, l’unica cosa che serve è l’artefatto per poter annullare le difese magiche delle città. E voi pensavate di potervelo prendere senza scatenare una ritorsione? Veramente? Veramente siete così stupidi? Almeno siete stati pagati per farlo o siete solo degli stupidi, inutili, patetici ribelli?” Chiede Sabrina, ora vestita con stretti abiti borchiati di pelle.
“Non importa. Puoi anche ucciderci. L’artefatto è inutile se non è completo e non te lo daremo di certo. Puoi dire addio ai favori dell’imperatore assassina!” Dice Debora sorridendo.
“Scherzi? Osvaldo ha parlato dopo una sola notte delle mie attenzioni. I due stregoni sauriani hanno parlato immediatamente, non ho neppure dovuto torturarli. Sono carini sai. E poi fanno un giochino erotico con la vergine di ferro a cui non vedo l’ora di partecipare. Manca solo la tua parte. Prima me la dici e prima sarai libera.” Dice Sabrina alzando la testa di debora con il manico della frusta.
“Libera? Libera di morire forse. Non parlerò mai. Dovrai uccidermi e ancora non parlerò.” Risponde Debora.
“Parlerai. Sì che parlerai. Parlano tutti alla fine.”



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Spartaco
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Re: Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Messaggio#2 » martedì 25 ottobre 2016, 23:03

Chiedo a tutti voi di scrivere un messaggio in risposta al vostro racconto in cui specificate i bonus a cui aspirate e come li avete inseriti.
Grazie

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lordmax
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Re: Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Messaggio#3 » mercoledì 26 ottobre 2016, 12:48

Ciao Spartaco

Bonus -4 (facoltativo): almeno due protagonisti, di cui uno soprannaturale
I due protagonisti sono una strega e un mezzo demone.
La strega ha poteri ma non è soprannaturale, il mezzo demone decisamente (infatti è immune al fuoco).

Bonus -2 (facoltativo): inserisci nella storia uno strumento di tortura da Inquisizione, ma usato con uno scopo diverso dalla tortura
La vergine di ferro (icona dell'inquisizione) usata come gioco sessuale

Bonus -1 (facoltativo): inserisci il numero 1.300.000 (unmilionetrecentomila, indifferente in numero o lettera).
1.300.000 soldati in attesa di partire per la guerra

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Vastatio
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Re: Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Messaggio#4 » venerdì 28 ottobre 2016, 14:32

Ciao,

questo non è un racconto, ma il riassunto di una (o più, sicuramente se fosse il mio gruppo) sessione di una giocata di ruolo. Che l'abbia scritta tu come DM (ci sono delle parte che i giocatori non possono conoscere) o l'abbia integrata da giocatore inventando, cambia poco.
O forse hai semplicemente voluto replicare questo tipo di "letteratura", visto che ne ha tutte le caratteristiche:
- non c'è pathos nelle descrizioni: per il 95% dei casi sono asettiche descrizioni del minimo indispensabile. Il fine non è descrivere/raccontare, ma "ricordare" degli eventi.
- parecchi protagonisti (giocatori?): hai giusto romanzato un po' all'inizio, per mantenere un po' di mistero sulle varie identità/ruoli, poi hai deciso che i nomi ormai erano "assodati" e via.
- attenzione per la punteggiatura: non pervenuta.

Hai integrato per soddisfare, in qualche modo, le richieste della sfida (personalmente non ho riscontrato il tema, ma attendo lumi al riguardo) però non so quanto la cosa ti sia riuscita.

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lordmax
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Re: Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Messaggio#5 » venerdì 28 ottobre 2016, 16:34

Vastatio ha scritto:Ciao,

questo non è un racconto, ma il riassunto di una (o più, sicuramente se fosse il mio gruppo) sessione di una giocata di ruolo. Che l'abbia scritta tu come DM (ci sono delle parte che i giocatori non possono conoscere) o l'abbia integrata da giocatore inventando, cambia poco.


Purtroppo no, non l'ho mai giocata anche se sarebbe una buona ambientazione.
Ma soprattutto non ne vedo il problema visto che molti dei libri fantasy più famosi derivano proprio da questo.


Vastatio ha scritto:O forse hai semplicemente voluto replicare questo tipo di "letteratura", visto che ne ha tutte le caratteristiche:
- non c'è pathos nelle descrizioni: per il 95% dei casi sono asettiche descrizioni del minimo indispensabile. Il fine non è descrivere/raccontare, ma "ricordare" degli eventi.
- parecchi protagonisti (giocatori?): hai giusto romanzato un po' all'inizio, per mantenere un po' di mistero sulle varie identità/ruoli, poi hai deciso che i nomi ormai erano "assodati" e via.
- attenzione per la punteggiatura: non pervenuta.

Hai integrato per soddisfare, in qualche modo, le richieste della sfida (personalmente non ho riscontrato il tema, ma attendo lumi al riguardo) però non so quanto la cosa ti sia riuscita.


Prendo atto di questo invece che è effettivamente la parte utile del commento.

Per quanto riguarda le identità sono state introdotte dai protagonisti anziché dal narratore.

Mi spiace, realmente, se non senti le descrizioni, questo mi spiace parecchio ed è la cosa su cui mi scuso, la punteggiatura la rivedo, probabilmente è rimasta fra la sedia e la tastiera.

^__^

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Vastatio
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Re: Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Messaggio#6 » venerdì 28 ottobre 2016, 21:31

Chiariamo cosa intendiamo per "sentire" le descrizioni: per me ti affidi a una conoscenza "de facto".
Mezzo demone, lanciare incantesimi ecc. Tutto il sense of wonder che ha un fantasy lo tralasci. Come lancia gli incantesimi? usa una bacchetta (che profonda tristezza), iscrive rune nell'aria, usa talismani? solo verso la fine ci "mostri" che salmodia in latinorum e il prete poco sopra "con un rabbioso gesto della mano scaglia una palla potente palla di fuoco" a parte che "potente" lo vedrò dopo per l'effetto (dirmelo prima mi puzza) o verso la fine "Debora invoca la forza della magia"...
Come? Mi porti in un mondo con regole che intuisco (gatti che impediscono a stregoni sauri di uscire per chissà che motivo, ma questo non mi interessa saperlo, è un dettaglio che deve rimanere tale perché in uno scambio veloce di battute), ma tutto il lavoro che mi fa dire di solito "che figata!" lo sbologni a me.

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angelo.frascella
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Re: Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Messaggio#7 » venerdì 28 ottobre 2016, 22:55

Ciao Max.

Mi dispiace doverlo dire, ma ho fatto davvero fatica ad arrivare in fondo al racconto. Lo stile freddo ed eccessivamente essenziale che hai scelto di usare lo fa somigliare più a una sceneggiatura che a un racconto completo. Tutto è una sequenza di: Tizio fa questo, Caio dice questo e la lettura somiglia a quella di una lista della spesa, un elenco di cose fatte o dette.
Inoltre ci sono alcune scelte che rendono confusa la lettura:
- i protagonisti rimangono senza nome per un bel po’ e quando il nome compare non è subito attribuibile a loro due. Perché non battezzarli fin dalla prima frase?
- Del protagonista si dice all’inizio che è un uomo è che ha combattuto con un mezzo demonio. Poi, di punto in bianco parli di un mezzo-demonio che fa qualcosa e il lettore pensa che tu stia parlando del nemico e non del protagonista che ci era stato presentato come un uomo.
- Ci sono probabilmente troppi personaggi.
- Non capiamo mai veramente quale sia la posta in gioco, cosa passi per la testa e per il cuore di protagonisti e nemici e non sentiamo perché dovremmo trepidare per i primi e odiare i secondi. Il tutto scorre asetticamente sotto i nostri occhi.
Insomma, dovresti lavorare per arricchire, colorare e rendere viva la storia che per ora è solo una traccia.
Una piccola nota formale: spesso metti il punto all’interno di un dialogo, quando dopo segue un dice. E’ sbagliato perché la frase non è ancora finita: non dovresti scrivere
“Non posso crederci.” Dice la donna.

Ma
“Non posso crederci” dice la donna.

Oppure
“Non posso crederci,” dice la donna.

E anche se c’è il punto interrogativo dopo le virgolette va comunque la minuscola:
“Davvero?” chiese Er Cipolla.


A rileggerci,
Angelo

Hitherto
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Re: Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Messaggio#8 » venerdì 28 ottobre 2016, 23:03

Ciao lordmax,
premetto che il genere non mi piace molto ma tenterò comunque di essere oggettivo. Più che un racconto sembra una sceneggiatura e non la trovo molto interessante nè avvincente. Forse in un altro contesto ciò che hai scritto avrebbe avuto maggiore valore, ma qui a mio avviso non mi sembra che il tema sia molto centrato.


lordmax ha scritto:“Non ce la faranno fino a sera. Guarda quelle povere ragazze come sono conciate. Chissà cosa le hanno fatto questa notte.”

Qui, probabilmente per una svista, hai scritto "le" al posto di "gli".
A me le d eufoniche piacciono!

Canadria
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Re: Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Messaggio#9 » lunedì 31 ottobre 2016, 0:13

Ciao!
Inizialmente questo racconto mi aveva incuriosito per la buona idea di modificare il luogo dell’azione ad ogni paragrafo. Mi piaceva che il titolo indicasse la nuova zona, il nuovo luogo della narrazione. Poi, però, mi sono persa: inizialmente parli di “uomo” e “donna” poi, improvvisamente, li chiami per nome e devo ammettere di aver fatto un po’ di fatica a ricondurmi ai diversi personaggi. Anche la Sacerdotessa, il Maestro Tiziano, il potere non troppo esplicito dei preti, il mix di stregoni, mezzo-demoni e guerrieri mi ha fatto credere che questo potesse effettivamente essere l’estratto di una storia ben più lunga e complessa che, estraniato così dal suo contesto, risulta poco logico e difficile da seguire.
Ad un tratto credo che anche tu ti confonda con i nomi:

Codice: Seleziona tutto

“Li hanno presi e torturati a vedere come sono ridotti. E solo perché conoscono Umberto. Chissà cosa hanno fatto a lui.” Dice Debora
“Dobbiamo liberarli!” Dice Umberto afferrando la spada.

Non so se sbaglio, ma forse doveva esserci scritto “(…)e solo perché conoscono Osvaldo.”?
La punteggiatura avrebbe, credo, bisogno di una revisione, ma in generale una rilettura ed un più esplicito rendiconto dei poteri individuali, dell’importanza dell’artefatto ed un migliore approfondimento sulla figura dei preti penso che potrebbero rendere la storia più fruibile e coinvolgente.
Alla prossima!

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lordmax
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Re: Mezzo artefatto è meglio di niente - di LordMax

Messaggio#10 » martedì 1 novembre 2016, 19:26

angelo.frascella ha scritto:Ciao Max.

Mi dispiace doverlo dire, ma ho fatto davvero fatica ad arrivare in fondo al racconto.
...
Insomma, dovresti lavorare per arricchire, colorare e rendere viva la storia che per ora è solo una traccia.


Mi spiace non sia piaciuto.
Era un esperimento, volevo rendere l'essenziale e niente di più ma mi è evidentemente venuto male.
^__^


angelo.frascella ha scritto:Ciao Max.
Una piccola nota formale: spesso metti il punto all’interno di un dialogo, quando dopo segue un dice. E’ sbagliato perché la frase non è ancora finita: non dovresti scrivere
“Non posso crederci.” Dice la donna.

Ma
“Non posso crederci” dice la donna.

Oppure
“Non posso crederci,” dice la donna.

E anche se c’è il punto interrogativo dopo le virgolette va comunque la minuscola:
“Davvero?” chiese Er Cipolla.


A rileggerci,
Angelo


Qui faccio un appunto io.
I punti all'interno o all'esterno del dialogo sono una precisa scelta che dipende dal tempo spaziale fra il dialogo e la frase successiva... che poi non li abbia messi bene è un altro discorso ma non sono un errore.
Allo stesso modo per la grammatica italiana se c'è un punto la lettera successiva va maiuscola quindi se c'è un punto interrogativo (o esclamativo) dentro il dialogo la letterra successiva deve essere maiuscola non importa che continui o meno il discorso.

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