Non erano solo favole

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alessandra.corra
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Non erano solo favole

Messaggio#1 » lunedì 19 settembre 2016, 23:35

Con sforzo Anna si alzò dalla poltrona, dove poche ore prima si era assopita sfogliando un libro, dopodiché raggiunse il letto di Sonia.
- Mamma, ho fatto un brutto sogno, ora mi è venuta fame.
- E' notte, stellina, rimettiti a dormire.
La bambina, poco convinta, si rannicchiò come un gatto e, tirando le coperte sopra il naso, sparì sotto.

Anna sospirò. Da quando aveva perso il lavoro, estinguere il conto in banca era stato un gioco da ragazzi. Nei mesi passati le aveva provate tutte: era andata dall’assistente sociale, si era rivolta ad associazioni di beneficenza, risposto a tutti gli annunci di lavoro, ma l’unica cosa ottenuta era stato un assegno mensile sufficiente per pagare l’affitto.
Chissà cosa avrebbe fatto sua mamma al suo posto? Spesso le aveva detto che a ogni problema esisteva sempre una soluzione, bisognava però imparare a riconoscere ciò che è imprescindibile.
Ebbene, ora poteva affermare che le sue parole sibilline non erano che favole. Sua mamma era stata brava a giocare con l’impossibile, prendendola in giro. Come quando diceva che durante un viaggio in India aveva comprato da un mago, dilapidando così tutto il suo patrimonio, un cimelio prezioso, unico. Peccato che quando le si chiedeva che cosa fosse esattamente, facendo spallucce, diceva: “Un giorno lo saprai, ma solo se imparerai a vedere le giuste connessioni”. Poi, era morta improvvisamente, e di quell'oggetto nemmeno l'ombra.

Andò in cucina a bere un sorso d'acqua. Il coltello per affettare il pane, chissà perché, era rimasto sopra il lavello, e se ne stava immobile, come volesse sfidarla. Ma, a cosa? Era così stanca. Afferrandolo per il manico tornò in camera. Ma sì, perché no? Avrebbe potuto iniziare da Sonia. Un colpo deciso sulla carotide. Poi avrebbe pensato a sé. Senza accendere la luce si avvicinò al letto della bambina, sentiva il sudore bagnarle le tempie, il cuore batterle forte. Nella luce, che filtrava dalla tapparella rotta, vide brillare gli occhi di un pupazzo sul comodino. Era Cocota, l'orsetto che sua mamma le aveva regalato tanti anni prima. All'epoca era stato il suo gioco preferito, da cui non voleva mai separarsi. Com'era distante la sua infanzia, lontani i sogni felici di ragazza. Che misera vita, invece, era ora la sua; eppure era ancora difficile rinunciarvi.
Gli occhi di perla dell'orsetto scintillavano sotto la sottile luce argentata della notte, come volessero sbeffeggiarla: ecco qual'era la sua eredità, la presenza costante nella sua vita. Con le lacrime agli occhi sferzò un colpo, ma invece di Sonia, colpì l'orecchio del pupazzo, troncandolo di netto:
- Maledetto, a cosa servi tu? Di soldi ho bisogno, non di fiabe.
Con un altro colpo lo scaraventò a terra, e fu allora che qualcosa iniziò a cadere fuori dall'orecchio martoriato. Stupita si inchinò a terra, copiose monete d'oro erano sparse ovunque.

Allora, non erano favole. Seppur incredula, aveva capito, e rise felice, tra le lacrime amare.
Ultima modifica di alessandra.corra il lunedì 19 settembre 2016, 23:50, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#2 » lunedì 19 settembre 2016, 23:44

Ciao Alessandra e benritrovata! Tutto ok con i parametri, buona Walter Lazzarin Edition anche a te!

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elena.coppari
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#3 » martedì 20 settembre 2016, 11:17

Racconto carino e ben scritto, ma non ho capito dove sta il superpotere della protagonista. Sembra confusa (o forse per mancanza di spazio e di caratteri, poco delineata) la figura di questa madre, dell'orsetto, del rapporto fra i protagonisti.
L'idea è originale e mi piace, ma mi manca qualcosa. Avessi avuto altri 5000 caratteri, sicuro avresti delineato meglio tutti gli elementi del racconto.
Ultima modifica di elena.coppari il martedì 20 settembre 2016, 14:10, modificato 1 volta in totale.

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alessandra.corra
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#4 » martedì 20 settembre 2016, 13:40

Ciao Elena,

l'idea era che l'oggetto che la mamma della protagonista aveva comprato in India dal mago fosse il pupazzo, regalato poi successivamente alla figlia. Oggetto magico, in quanto chi riusciva a connettersi spiritualmente con il tutto attivava la parte magica della realtà (questo è il superpotere inconsueto), rappresentata nel finale dai soldi (che per desiderio della ragazza) escono dall'orsetto.
Mi spiace, forse non sono riuscita a gestire bene la narrazione e a far passare questo messaggio.

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elena.coppari
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#5 » martedì 20 settembre 2016, 14:10

Ah ecco! così spiegata è più comprensibile. Grazie per avermi chiarito il tutto.

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Andrea Partiti
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#6 » mercoledì 21 settembre 2016, 18:58

Confermo l'impressione che la componente magica o di superpoteri non passa molto bene. Viene spontaneo pensare semplicemente a questo orsacchiotto pesante qualche chilo di troppo, imbottito di monete d'oro per contrabbandarle fuori dall'India e poi conservato come cassa d'emergenza da una nonna crudele che non svela mai la sua esistenza!
Tema a parte, il racconto funziona bene, è scritto con molto controllo e bilanci bene ricordi, presente, riflessioni, senza che nessuna delle tre parti prenda il sopravvento nel costruire la tua protagonista e il suo dramma.

> Il coltello per affettare il pane
Mi sembra una scelta crudele, voler uccidere qualcuno con un coltello da pane! Di peggio c'è solo uno spalmino! :D

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angelo.frascella
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#7 » mercoledì 21 settembre 2016, 23:20

Ciao Alessandra.

Il racconto funziona bene con la disperazione crescente della madre dipinta in modo credibile, la decisione e la scoperta finale salva vita. C’è qualche problemino nel testo (le virgole in tutto il primo paragrafo sembrano messe un po’ a caso; c’è un “qual’era” con l’apostrofo; un accostamento un po’ infelice di suoni “sotto la sottile”), ma nulla di grave nella frenesia di MC. Nel complesso mi è piaciuto.
Il tema invece è difficile da individuare e sarebbe necessario esplicitarlo un po’ meglio (e, in ogni caso, un oggetto magico non è esattamente un superpotere…).

A rileggerci
Angelo

Canadria
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#8 » giovedì 22 settembre 2016, 0:12

Ciao! Il tuo racconto fila bene ed è facilmente leggibile. La disperazione e l'impotenza della protagonista vengono ben trasmesse al lettore, tanto che l'idea del suicidio/omicidio risulta coerente e quasi consequenziale. L'unica pecca, a mio parere, è che il testo si allontana un po' dal tema, perlomeno apparentemente. Dopo la tua spiegazione ho capito che il pupazzo era, in realtà, un oggetto magico, ma anch'io inizialmente avevo creduto che fosse semplicemente un orsacchiotto riempito di monete d'oro dalla nonna, affinché la figlia potesse ovviare a qualsiasi difficile eventualità futura. Probabilmente con un numero maggiore di caratteri e qualche spiegazione in più, il potere del pupazzo sarebbe stato più facilmente intuibile. Comunque una buona prova!

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Vastatio
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#9 » giovedì 22 settembre 2016, 7:59

Ciao,

partiamo dalle cose facili, non capisco dove sia il tema. Mi devo proprio sforzare per "inventarmi" un superpotere della nonna da postuma, dell'orsetto o suo che la "guidi" nella rivelazione. Rivelazione di cosa? un orsetto dal peso specifico decisamente fuori norma? copiose monete d'oro... Se apri un varco verso un altro piano devi mostrarmi lo stupore di quell'orsetto "leggero" che di colpo comincia a vomitare monete. Non sono riuscito a trovare un legame con le "connessioni" (mi sforzo, solo in base a questa unica parola di immaginare una "connessione" con altre realtà/tempi) citate dalla nonna, ma che la protagonista ancora non vede.
Per altro molto ben descritta l'ansia e "terribile" la scelta estrema. Mi hai spiazzato. Forse troppo: il cambio di intenzioni è veramente inaspettato, ma, probabilmente, molte di queste derive sono date da "micropazzie" del momento.
Sistema il finale, legalo in modo più esplicito al resto del racconto, perché le sensazioni che riesci a trasmettere non andrebbero sprecate.

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giancarmine trotta
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#10 » domenica 25 settembre 2016, 19:36

Ciao Alessandra,
nel racconto non ho trovato il superpotere, e questo è uno svantaggio. Pare più un super-ritrovamento un po' casuale, avvenuto poco prima di una tragedia sfiorata. Anche la scena del coltello non mi è piaciuta tantissimo per i tanti “Ma” (Ma, a cosa? Ma si, perché no?). Se non ho compreso qualcosa ti chiedo scusa in anticipo, ma non premio il tuo racconto anche se ci sono degli ottimi passaggi riguardo le emozioni negative che si provano perdendo il lavoro.
Alla prossima!

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Gimmi
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#11 » lunedì 26 settembre 2016, 11:43

Ciao Alessandra!
Guarda, devo subito scriverti che un brivido così non l'ho mai provato mai in tutta la mia breve carriera da lettore. Nel particolare mi riferisco quando ad Anna balena in mente di uccidere lei e la figlia.
È positivo?
Eh, me lo sto chiedendo anche io..
Perché l'emozione è stata forte per una lettura e quindi di primo impatto direi di si. Però poi, ripensandoci, capisco che sono rabbrividito al pensiero che una madre possa avere pensieri del genere e convincersene con tanta spensieratezza. Era così mal messa, depressa, da arrivare a tanto? Cioè, ha ancora un tetto sulla testa.. mi è parso esagerato.

Detto questo comunque non mi è dispiaciuto il tuo racconto. Per quanto mi riguarda è stato il primo ad avere una dimensione di trama con uno spessore. Nulla togliere agli altri, perché si capisce che in 3000 battute non è semplice. È quindi una nota di merito per te ^^

Devo aggiungere però che il finale è stato un po' semplice, telefonato per così dire. Il lieto fine mi fa anche sospirare di sollievo, ma non mi lascia arricchito, non so se rendo l'idea.
Avrei optato, non per forza a qualcosa di tragico (anche se sono un fan di queste cose), ma almeno una fine più "elaborata".

Mo' mi leggo gli altri commenti e vediamo che dicono :)

Azz... mio ero completamente dimenticato del tema. Io non sono uno che ci fa molto caso. Sto ripetendo, anche troppe volte, nei commenti che il tema dev'essere a libera interpretazione dell'autore/autrice.
Ma tralasciando il fatto che non è tanto un super-potere inconsueto di lei, quanto una caratteristica del pupazzo ('sticazzi aggiungerei xD) io avevo capito che fosse solo una mezza cacata della mamma di Anna della serie, quando tutto sarà perduto guarda a Est il sorger del sole, o simile :D
Questo devi assolutamente aggiustarlo.

Bene, li ho letti tutti e alla fine, ok, ci siamo. Niente d'aggiungere ^^
Sennonché...!
Non dovrei. Lo so che non dovrei farlo, ma lo faccio lo stesso xD
Io sono un fissato con le motivazioni dei personaggi e tutto il loro mondo. Mi piace capirli, come mi piace mettermi nei panni della gente nella realtà. Ho fatto diversi corsi di scrittura dove mi sono stati spiegati più volte questi concetto (anche se ho ancora molto da maturare, non lo nego). Per tutto questo voglio insistere sul movente che spinge Anna a pensare a un omicidio. Capisco che 3000 battute sono troppo poche per farmi vedere a uno sviluppo psicologico decadente in cui entra in una spirale di depressione e autodistruzione, ma ci sono altre vie. E lo so perché alcuni ci riescono, non vedo perché te no? ^^
Basta che mi fai vedere Anna nella prima scena con un coltello in mano che lo picchietta di punta sul tavolo lasciando un'infinità di buchi, mentre pensa "Semplice. Sarebbe così semplice", e in due righe ti sei tolta il problema.
Insisto perché in qualche commento ti dicono che, sì, l'atmosfera è quella giusta perché si compia un omicidio. No, davvero. Non per me. Io ho avvertito sconforto, non pazzia. Magari mi sbaglio io, figuriamoci. Sono il Sig. Nessuno rispetto ad altri. Voglio solo darti un contrappeso.
Spero di essermi spiegato bene senza troppa presunzione :)

Dai, ciao!

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erika.adale
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#12 » martedì 27 settembre 2016, 16:33

Un racconto che ho trovato ben condotto fino a metà circa. Poi, come altri commentatori prima di me, ho faticato a trovare il superpotere nell'orsacchiotto che, all'improvviso, si trasforma in salvadanaio. Va bene, è stato preso in India (anche se gli orsacchiotti non sono propriamente un prodotto tipico, ne' dal punto si vista artigianale ne' simbolico, dell'India; a maggior ragione e nei tempi in cui si presuppone sia andata la madre della protagonista), ma anche considerandolo un oggetto magico tout court, dov'è il trigger della magia? La madre aveva detto che sarebbe riuscita a usarlo nel momento in cui avrebbe percepito le giuste connessioni. Ma non mi sembra stia cogliendo alcuna rivelazione, nel momento in cui gli amputa l'orecchio. Anzi, è abbastanza fuori di testa da ipotizzare l'uccisione del figlio. Quindi non mi tornano molto i conti. Ben descritta, comunque, la disperazione della madre.

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patty.barale
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#13 » giovedì 29 settembre 2016, 18:12

TRAMA: a me gli orsetti di peluche hanno sempre messo un po' di angoscia, ma ora credo che mi armerò di coltello e mozzerò orecchie orsettose alla ricerca di un tesoro!

PERSONAGGI: non riesco a vedere in 3D questa donna disperata e la sua bambina, tutto è troppo raccontato

ORIGINALITÀ: non avendo capito la storia (nel senso delle consegne) non riesco a valutarne nemmeno l'originalità.

STILE: come già detto la trovò troppo tell e poco show!
Ma soprattutto mica ho capito quali sarebbero le favole che diventano vere: il tesoro nascosto nel giocattolo?

COERENZA AL TEMA: probabilmente è un problema mio, ma non ho mica capito quale sarebbe il super potere!

AMBIENTAZIONE: non mi fai VEDERE la situazione di miseria in cui le due sono costrette a vivere, Rick limiti a RACCONTARMELA, descriverla e questo non mi coinvolge!

PANCIA: mi dispiace, ma, come ho già detto, forse per limite mio, ma non ho capito molto!

Sybilla Levanti
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#14 » giovedì 29 settembre 2016, 22:01

Hey Alessandra! Il tuo racconto mi ha lasciata un po' perplessa: riesci a dare corpo all'angoscia di questa donna con pochi tratti ma senza farla sentire davvero a chi legge, almeno è stata la mia sensazione.
Non son riuscita a capire esattamente quale sia il superpotere presente nella storia, poi ho letto un commento in cui parli dell'orsetto come di una sorta di ricetrasmittente con il tutto - quale? l'universo? una sorta di legge dell'attrazione? - e che chi si riesce a connettere può ottenere ciò che desidera ed è stato più chiaro.
Stilisticamente non ci son errori ma ho trovato che il tuo stile sia un po' telegrafico e questo penalizza la trama perché - almeno questo è stato il mio limite - il lettore non viene coinvolto.
Il tuo racconto non è affatto male, forse il limite dei tremila caratteri ti ha portato a fare tagli che avrebbero potuto fornire maggiori dettagli.

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antico
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#15 » venerdì 30 settembre 2016, 20:41

Pollice ni, non trovo il tema. Ho letto la tua spiegazione, ma non passa al lettore l’idea che avevi in mente. Servono forse più caratteri, servirebbe anche rendere più centrale da subito la figura dell’orsetto andando a contestualizzare meglio. Per il resto, il racconto colpisce duro, soprattutto quando sorge il pensiero di uccidere la figlia, agghiacciante il modo in cui riuscita a renderlo, brava. Il racconto scivola però sul finale proprio per il tuo tentativo d’inserire il tema, non riuscito.

alexandra.fischer
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Re: Non erano solo favole

Messaggio#16 » sabato 1 ottobre 2016, 20:12

La tua storia è molto particolare. Il super potere c’è ed è quello di non arrendersi mai, perché ogni problema contiene la sua soluzione, come il caso di Anna ben dimostra. Oppressa da difficoltà economiche causate dalla perdita del lavoro, sta per commettere un omicidio suicidio quando l’orsacchiotto (acquisto indiano costosissimo della madre di lei) salva la vita a lei e alla figlia Sonia grazie alle monete d’oro che contiene. Mi piace questo uso del deus ex machina nel finale. Nel complesso buona la scrittura e belle le immagini (Sonia che si rannicchia come un gatto. Occhi simile a perle dell’orsetto Cocota)

Attenzione a: come quando diceva che durante un viaggio in India aveva comperato da un mago dilapidando così tutto il suo patrimonio un cimelio prezioso, unico.
La riscriverei in questo modo: come quando diceva che, durante un viaggio in India, aveva comperato da un mago un cimelio prezioso, unico, dilapidando così tutto il suo patrimonio.

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