Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Tutti pronti lunedì 19 settempre per il VIA programmato alle ore 21!
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Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » martedì 20 settembre 2016, 2:12

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BENVENUTI ALLA PRIMA EDIZIONE DELLA QUINTA ERA DI MINUTI CONTATI!

Questo è il gruppo BILL TARTAGLIA della WALTER LAZZARIN EDITION con Walter Lazzarin nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo BILL TARTAGLIA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo COVONE.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo BEVERLY.


I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da WALTER LAZZARIN. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto dell'orario di pubblicazione nell'Arena: il primo pubblicato nel gruppo BILL, il secondo nel gruppo COVONE, il terzo nel gruppo BEVERLY, il quarto nel gruppo BILL e così via fino a esaurimento.

E ora vediamo i racconti ammessi a BILL TARTAGLIA:

Non ti scordar di me, di Angela Catalini, ore 21.31, 2906 caratteri
Le voci, di Alexia, ore 22.31, 2967 caratteri
Un goccetto e passa tutto, di Maria Rosaria Del Ciello, ore 23.05, 2456 caratteri
Veni, vidi, WC, di Eleonora Rossetti, ore 23.14, 2942 caratteri
Derek-Derke e l’antico sospiro perduto, di Fabiana Donato, ore 23.15, 2857 caratteri
Non erano solo favole, di Alessandra Corrà, ore 23.35, 2936 caratteri
L’altra parte del vetro, di Manuel Piredda, ore 23.44, 3000 caratteri
Gli uomini vuoti, di Adriano Muzzi, ore 00.10, 2973 caratteri
Volare di notte, di Raffaele Marra, ore 00.19, 2935 caratteri
Una porta socchiusa ai confini del sole, di Francesco Nucera, ore 00.29, 2994 caratteri
Dieci secondi, di Nicola Gambadoro, ore 00.42, 2987 caratteri
Verde negli occhi, di Andrea Crucitti, ore 00.28, 2998 caratteri Malus 6 punti

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 settembre per commentare i racconti del gruppo COVONE. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 30 settembre, ma si prenderanno un malus pari al numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare gli UNDICI racconti del COVONE e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete TRENTATRE (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel COVONE.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA QUINTA ERA E BUONA WALTER LAZZARIN EDITION A TUTTI!















Canadria
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Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » venerdì 23 settembre 2016, 17:12

Ciao a tutti! Ecco i miei commenti ai vostri racconti (in ordine di pubblicazione) e, di seguito, la classifica.
Anche questa volta non è stato semplice. Ho sfavorito i racconti che, nonostante fossero scritti molto bene e proponessero storie interessanti, non centravano pienamente il tema della sfida (almeno a mio parere). In alcuni casi ho coinvolto anche il titolo nella valutazione generale di racconti che consideravo di pari merito.
Siete stati tutti molto bravi e fantasiosi ed avete certamente fornito, a chiunque vi abbia letto, spunti di riflessione e nuove idee per futuri racconti.

Non ti scordar di me – di Angela Catalini
► Mostra testo


Le voci – di Alexia
► Mostra testo


Un goccetto e passa tutto – di Maria Rosaria Del Ciello
► Mostra testo


Veni, vidi, WC – di Eleonora Rossetti
► Mostra testo


Derek-Derke e l’antico sospiro perduto – di Fabiana Donato
► Mostra testo


Non erano solo favole – di Alessandra Corrà
► Mostra testo


L’altra parte del vetro – di Manuel Piredda
► Mostra testo


Gli uomini vuoti – di Adriano Muzzi
► Mostra testo


Volare di notte – di Raffaele Marra
► Mostra testo


Una porta socchiusa ai confini del sole – di Francesco Nucera
► Mostra testo


Dieci secondi – di Nicola Gambadoro
► Mostra testo


Verde negli occhi – di Andrea Crucitti
► Mostra testo


1) Dieci secondi, di Nicola Gambadoro
2) Le voci, di Alexia
3) Verde negli occhi, di Andrea Crucitti
4) Veni, vidi, WC, di Eleonora Rossetti
5) L’altra parte del vetro, di Manuel Piredda
6) Gli uomini vuoti, di Adriano Muzzi
7) Volare di notte, di Raffaele Marra
8) Non erano solo favole, di Alessandra Corrà
9) Non ti scordar di me, di Angela Catalini
10) Un goccetto e passa tutto, di Maria Rosaria Del Ciello
11) Una porta socchiusa ai confini del sole, di Francesco Nucera
12) Derek-Derke e l’antico sospiro perduto, di Fabiana Donato

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Vastatio
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Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » venerdì 23 settembre 2016, 18:55

Non ti scordar di me
Ciao,
al netto di un paio di forzature la ritengo una buona storia, con un ottimo inizio e una buona, ma perfettibile, fine. Non mi è piaciuto il dialogo, artificioso, sembra quasi piantato coi chiodi in un racconto che avrei visto meglio tutto "raccontato da Nadia" col suo solo punto di vista maliconico e depresso.
Forzato anche l'inserimento del tema. Introduci Harry Potter e la cosa mi hai portato a vedere meglio una declinazione di Nadia come "maga", così però ti mancherebbe totalmente il tema. Piuttosto butterei via l'accenno a Harry Potter, dalle una piccola fumetteria fallita a causa dell'apertura di un grande centro gioco polivalente lì vicino. A quel punto hai una motivazione in più per "deviare" Nada sui superpoteri. Oppure scegli qualche libro i cui protagonisti abbiano dei super poteri. In definitiva, usare Harry Potter per me ti ha creato uno svantaggio notevole.
Il finale andrebbe ampliato un pochino, per dare un senso all'atto estremo di sfondare la porta del vicino, magari esplicita che, stordita dall'effetto dei farmaci, lei alza il volume sempre di più per riuscire a sentirla e farsi accompagnare nell'estremo gesto.
Presa per buona la tua declinazione del tema.
Ripeto la premessa, l'evoluzione della storia mi è piaciuta.

Le voci
Ciao,
mi è piaciuto molto come hai gestito la confusione del medium iniziale e finale. Ho capito subito che la prima parte era qualcosa alla "Rolle", la seconda frase è "troppo" analitica per essere di qualcuno che dovrebbe essere sotto shock per quanto descrivi immediatamente dopo. Questo non mi ha però impedito di godere del racconto.
La battuta finale per dare quel tocco di cinismo in più alla storia è stupensda, ma dovresti aggiustare il tiro: l'assicurazione dovrebbe chiamare la polizia, preoccuparsi PRIMA di recuperare prove concrete per poi chiamare il cliente. Capisco però che i caratteri sono tiranni e ti concedo questo strappo alla coerenza, dopotutto arriva alla fine e non mi ha rovinato la lettura. Se avrai l'occasione di sistemarlo di consiglierei di tappare questa piccola falla e, a seconda delle tue intenzioni, spostare la seconda frase più avanti.
Questione tema: molto sporca la frase in cui lo richiami esplicitamente. Parliamo di un medium che sta usando al psicometria/chiaroveggenza, direi che nell'ottica del tema lo si può considerare un "superpotere" senza che me lo sbatti su un cartellone pubblicitario. Quanto sia insolito è estremamente opinabile.

Un goccetto e passa tutto
Ciao,
sarà che il mio sangue mi ha sempre disgustato (sa troppo di ferro), ma non riesco a immaginare qualcuno che possa apprezzarne la dolcezza (a parte le odiose zanzare), se poi aggiungi che la seconda parte vira verso un erotico tra due maschi hai preso a calci l'empatia che avevi creato all'inizio. Il problema, grosso, della seconda parte però è che non ha un grande senso. Capisco che sia la fase del "risveglio" del suo superpotere, dopo la "genesi" da bambino, ma che il loro sia un amore omosessuale è buttato lì, non da ne toglie nulla al racconto (a meno di predilezioni personali in tal senso). Crea piuttosto un elemento di disturbo in quanto crea una aspettativa: inserisci un dettaglio (l'omosessualità) che è ininfluente al riemergere della dipendenza/soluzione.
Mi è piaciuto come hai chiuso, liquidando in una frasetta le "atrocità" successive. Non sono quelle il climax del tuo racconto (almeno per come ho capito io), ma la genesi/risveglio/evoluzione del suo bisogno. Forse ti consiglierei di concentrarti più su una delle due, il risveglio.
Un'ultima nota: "suggere" sarà anche corretto, ma è pesante, potresti usarlo se volessi creare una specie di equivoco sull'identità del protagonista come vampiro e dare qualche indizio su tempi più vittoriani/aristocratici.


Veni, vidi, WC
Ciao,

parti in quarta mettendo mani e piedi avanti: qui si va sul demenziale se il titolo non ti era bastato. Insieme all'uomo che "caga vetro" direi che il tuo che "sussurra ai cessi" se la gioca di prepotenza.
Per demenza di superpotere mi hai ricordato il tizio che si teletrasportava via spazzatura in Dust Spurt di Rumiko Takahashi.
Perfettamente in tema e divertente. Le uniche osservazioni che mi sento di fare riguardano le dinamiche, un po' tirate (lui che pensa la strada, l'inseguimento in solitaria, la polizia che riceve), ma la tua premessa iniziale è sempre lì a ricordare di accontentarmi di un "verosimile" senza rompere.
Chapeau.
PS: menzione d'onore per il titolo, sembrerebbe quasi uno di quei racconti che "nascono" dopo aver trovato il titolo, se invece la genesi del titolo è successiva, complimenti ulteriori.


Derek-Derke e l’antico sospiro perduto
Ciao,

ammetto di non aver capito le tue intenzioni, volevi forse creare una fanfic su Derek Zoolander o cosa? Almeno l'inizio mi ha fatto pensare così, ma non ho più trovato altri riferimenti (nome, modello narciso). Partiamo dallo stile, eccessivamente voluttuoso. Ti butti su paroloni che vorrebero, forse, ricondurre a un linguaggio fiabesco d'altri tempi, ma che risulta solo pesante, rappezzato e cacofonico (nelle prima frasi hai un sacco di "ezze/ezza"). Un altro problema è quando decidi di descriverlo come riservato e sfrontato. Come ben evidenzi anche tu sono due aspetti contrastanti, dovresti farmeli "vedere" in qualche modo se vuoi che empatizzi con lui: così è come se gli mettessi una maglietta "Riservato e Sfrontato" (certo con due frecce, una verso l'alto e l'altra verso il basso sarebbe pure tamarra come maglietta).
La storia mi lascia un po' perplesso. Lui è lì che si strugge specchiandosi nel fiume (fiumiciattolo? belloccio? prima usi un linguaggio ricercato e poi scivoli su simili termini?) e poi viri brutalmente nel fantasy mischiando cliché come se non ci fosse un domani (teletrasporti, maledizioni, amanti divisi). Troppa roba per 3000k (mah, da che pulpito). Concentrati su alcuni aspetti del tuo mondo, perché, come un altro tuo racconto che ho letto in passato, si intuisce che la storia nella tua testa c'è, ma è uscita male dalle dita.
PS: no, la lotta al crimine no. Risparmiamela, piuttosto falli ammucchiare come ricci ora che si sono ritrovati (è pure il fertility day), ma non la lotta al crimine.


Non erano solo favole
Ciao,

partiamo dalle cose facili, non capisco dove sia il tema. Mi devo proprio sforzare per "inventarmi" un superpotere della nonna da postuma, dell'orsetto o suo che la "guidi" nella rivelazione. Rivelazione di cosa? un orsetto dal peso specifico decisamente fuori norma? copiose monete d'oro... Se apri un varco verso un altro piano devi mostrarmi lo stupore di quell'orsetto "leggero" che di colpo comincia a vomitare monete. Non sono riuscito a trovare un legame con le "connessioni" (mi sforzo, solo in base a questa unica parola di immaginare una "connessione" con altre realtà/tempi) citate dalla nonna, ma che la protagonisca ancora non vede.
Per altro molto ben descritta l'ansia e "terribile" la scelta estrema. Mi hai spiazzato. Forse troppo: il cambio di intenzioni è veramente inaspettato, ma, probabilmente, molte di queste derive sono date da "micropazzie" del momento.
Sistema il finale, legalo in modo più esplicito al resto del racconto, perché le sensazioni che riesci a trasmettere non andrebbero sprecate.



L’altra parte del vetro
Ciao,

mi è piaciuta l'idea, nonostante mi fosse chiaro fin da subito il tuo intento. La prima frase è forse un tantino troppo forzata per cercare di "non dire" e quindi mi sono subito immaginato il tuo gioco (gioco che comunque non vuoi tu stesso tirare per le lunghe). Mi piace l'immagine dell'ultimo uomo che invecchia in "appena" 60 anni, non capisco però da dove "escano" gli uomini e i robot. Robot che non hanno mai visto un uomo. Questo è secondo me il più grande difetto del tuo racconto: non riesco a collocarlo in uno spazio/tempo preciso. Lo vedo bene come un esploratore che finisce su un mondo abitato da robot, magari di un'altra razza. In questo senso potrebbe avere forse senso "l'ultimo" umano, per quanto ci daresti una "conoscenza" da ecatombe così improvvisa (cosa che comunque apprezzo sempre: sia il pugno nello stomaco finale, sia il dovermi immaginare cosa sottintende). La "poetica" che c'è dietro va benissimo, ma è inficiata dall'assenza di contesto.
Il tema, visto dal punto di vista dei robot, è centrato in modo decisamente originale.


Gli uomini vuoti

Ciao,

premesso che la storia fila, ha senso e dipingi bene il disagio che un telepate senza filtro in entrato possa avere mi hai confuso/illuso. Non so se siano refusi o abbozzi di idee poi perse durante la stesura ma, partiamo dal titolo: Uomini vuoti? perché "vuoti"? al massimo trasparenti, considerando le schifezze che "sente" non li definirei vuoti(a meno che non sia il suo "desiderio" di trovare solo uomini vuoti).
Arriviamo poi al tuo potere:
Io potevo “vedere” i pensieri delle persone che mi circondavano come se fossero stati dei vasi trasparenti.
e cavolo, "vedere i pensieri" sarebbe stata una deviazione abbastanza originale del classico "sentire i pensieri", e decisamente più "inconsueta", specie se ce l'avessi descritta. Però il tuo protagonista sente i pensieri, non li vede.
Non sono esperto di terminologia delle forze dell'ordine, men che meno di quelle oltreoceano (quindi potrei anche dire una cavolata), ma al posto di "mandato" io userei "incarico", essendo lui un esterno e, immagino, un civile.
Forse non il più inconsueto dei superpoteri, ma almeno, col problema del mancato controllo, trattato in modo meno classico.

Volare di notte
Ciao,

prosa sempre molto d'effetto, nulla da dire al riguardo. Mi piace l'idea che il tuo "bell'addormentato" sia conscio di chi lo minaccia. Mi piace decisamente meno il fatto che sia un padre e che lasci, da quasi dieci anni, la figlia in quelle condizioni. Avrei preferito qualcosa che mi permettesse di dare un giudizio morale meno crudele, perché così il tuo protagonista, per me, è solo uno "stronzo vigliacco". Spazio ne avevi, tirando via un po' di volo, per aggiungere qualche dettaglio in più nel discorso tra medico e figlia, qualcosa che mostrasse una complicità con la figlia (magari risvegliandosi lui sarebbe comunque costretto su una sedia a rotelle e la figlia spera che lui, nel sonno, sogni di volare) o altro in tal senso. Vorrei io "volare" in compagnia di qualcuno del genere? Non credo (ma far trovare antipatico un protagonista è comunque un risultato, se voluto).
Concentrandoci sul tema invece ho qualche dubbio, non ho nulla che mi porti a pensare che il "volo" sia reale e non un semplice "sogno". L'unica cosa reale è la sua interazione col mondo "vigile".


Una porta socchiusa ai confini del sole

Ciao,
deriva surreale che entra a pieno titolo nel campo della critica religiosa (che potrebbe essere facilmente scambiata per blasfemia) che apprezzo sempre. Mi hai ricordato alcune vignette di Jenus. La battuta che mi è piaciuta di più credo sia quella relativa alla non importanza del potere che il "nuovo arrivato" acquisisce in relazione alla religione di cui diventerà il dio.
Qui uno scivolone, tutte le divinità già presenti hanno già la "forma" che gli si attribuisce in terra, è vero che magari la trasfigurazione avviene dopo, ma tirare in ballo i pastafariani è stato un errore: non è uan vera religione, ma una presa per il culo delle altre religioni, quindi il loro dio non esiste.
Mi hai "leggermente" confuso anche quando lui entra: nella scena vediamo buda che gli ostruisce completamente la vista, poi Budda si china per vedere il foglietto e, nella scena dopo Budda è sparito e lui ha campo aperto, senza nessuna descrizione di azioni da parte dei due.
PS: occhio ai verbi, è vero, sono corretti, ma tutta questa sequela di azioni relativamente ravvicinate "cercò.. avanzò..entrò...accecò...strofinò..." creano, almeno nella mia testa, una fastidiosa assonanza lagnosa.
Interpretazione del tema e del titolo OK.


Dieci secondi

Ciao,
Bell'idea. Personalmente storco sempre il naso quando si parla di poteri dall'impatto su larga scala (tra l'altro, ne ho usato pure uno io così). "Tecnicamente" è lui che andrà indietro nel tempo, ma, per come ce lo descrivi (peraltro molto cinematografico, bello), sembra che sia "il mondo" a tornare indietro. Sorvolando su questo dettaglio opinabile, il problema MACROSCOPICO sono le quantità in gioco: tutte.
Dieci secondi sono un'eternità per la situazione che descrivi; rivissuti da ORE, almeno un CENTINAIO di volte.
Gli imprevisti che descrivi non reggono su una scala così ampia di tentativi. Se hai visto "Ricomincio da capo" hai ben presente cosa significa "programmare" un evento. La blocchi con la forza e ti arriva un pugno? La blocchi con la forza e schivi il pugno, il calcio o quello che verrà dopo.
Diverso sarebbe stato se avessi spostato il racconto più sul destino, come spieghi in un commento, e con una morte sempre diversa, magari nell'arco delle 24 ore, col protagonista che ogni volta deve intervenire ad evitare ogni "nuovo" incidente.
Certo, puoi risolvere anche mettendo un po' di distanza tra i due in modo che di secondi "utili" ne risultino molti meno, ma a questo punto tanto vale stringere l'estensione del potere.
Finale scontatissimo.


Verde negli occhi
Ciao,

no dai, il protagonista che si chiama Fiorenzo col pollice (e l'occhio) verde non si può vedere (tra l'altro è da subito fastidioso per la ripetizione "piante e fiori").
Per il resto il potere non è male, ma lo stile va raffinato. Intanto sembra un collage di pensierini. Troppe frasi brevi staccate da punti: quando vuoi "rallentare" il ritmo allunga le frasi, vicevera, frasi più brevi per azione o momenti concitati. Occhio a "inutili" ripetizioni, tanto più che sei in un contest dove i caratteri sono gocce di sangue.
un'antica forza vecchia come il mondo -> antica/vecchia. scegline una
nell'iride dell'occhio destro -> iride/occhio -> basta una delle due (poi sarebbe da discutere su quanto è facilmente distinguibile la sagoma di una foglia di acero nell'iride)
Non sono un sostenitore a prescindere dello "show dont tell", ma qui hai veramente tanta roba (la genesi del potere, l'agonia, ecc) che "vedendola" avrebbe fatto guadagnare punti al racconto.
PS:I numeri in narrativa, a meno che non siano codici o identificativi, devi scriverli in lettere, anche se perdi preziosi caratteri.




Classifica


1. Veni, vidi, WC
2. Le voci
3. Una porta socchiusa ai confini del sole
4. Gli uomini vuoti
5. Volare di notte
6. L’altra parte del vetro
7. Un goccetto e passa tutto
8. Non ti scordar di me
9. Dieci secondi
10. Non erano solo favole
11. Verde negli occhi
12. Derek-Derke e l’antico sospiro perduto

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angelo.frascella
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Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » venerdì 23 settembre 2016, 22:37

1) Veni, vidi, WC - Eleonora Rossetti
Bel racconto: idea ottima, sfruttata bene. Fa sorridere, prende in giro l'idea stessa del supereroe e i meccanismi narrativi del genere (il fatto che lui decida di salvarsi facendo la pipì, l'ho trovata un'idea ancora più geniale di quella del superpotere). Unico appunto, giusto per fare il pignolo: non è chiaro come lui faccia a seguire le tracce fino al motel. Magari si potrebbe aggiungere qualche dettaglio (per esempio un passaggio in cui lui percepisce che, in un'area di sosta, il tipo si sia fermato a fare i suoi bisogni…).
Lo metto primo perché: idea originalissima declinata molto bene.

2) L'altra parte del vetro - Manuel Piredda
Racconto molto carino, con un'idea efficace, godibile anche se prevedibile (si capisce abbastanza presto dove andrai a parare). Volendo fare il pignolo, forse avrei suggerito che c’è stato, nel corso del tempo, qualche tentativo di comunicare e/o di scappare fatto dall'essere umano.
Rimane un po' il dubbio riguardo all'origine di questo umano, se siamo in un mondo così lontano nel tempo che i robot credono di essere gli umani originali e non hanno mai hanno più memoria dei loro creatori, da dove viene lui?
Lo metto secondo perché: mi è piaciuta l’idea e lo sviluppo della storia.

3) Dieci secondi - Nicola Gambadoro
Bello il racconto. L'impotenza del protagonista di cambiare gli eventi nonostante il suo potere e il finale suggeriscono quasi che ci sia una legge nascosta nella natura per cui se la vita di Lina deve essere presa, l'unico modo per evitarlo sia di scambiarla con un altra vita.
Solo un'annotazione su un passaggio: " Quando tutto era iniziato e l’aveva vista volare come un pupazzo schiantandosi contro un palo della luce in un’esplosione di sangue, ossa e capelli, lo fece senza pensarci un attimo...". Qui la consecutio non mi convince: secondo me o dici "Quanto tutto era iniziato... la aveva fatto senza pensarci un attimo" oppure "quando tutto iniziò... lo fece..."
Lo metto terzo perché: forse ha bisogni di qualche piccolo aggiustamento, ma l’idea è buona e il racconto godibile.

4) Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Idea simpatica e racconto divertente, anche se ho dovuto rileggere per capirlo (all’inizio credevo il tipo si trovasse in mezzo a personaggi dei fumetti e quello ciccione fosse Majin bu, quello verde Hulk e il demone Hellboy…). L’unica cosa che non mi è piaciuta e il fatto che non tu non faccia sentire al lettore lo spaesamento del protagonista (parti in modo molto lineare e freddo e rimani sempre al di fuori delle sue emozioni, tranne qualche accenno per aggettivi che, com’è noto, sono poco efficaci). In ogni caso mi hai fatto sorridere e quindi credo il racconto abbia raggiunto il suo scopo.
Lo metto quarto perché: mi ha fatto sorridere, ma bisognerebbe rendere la prima parte un po’ più coinvolgente.

5) Non ti scordar di me di Angela Catalini
Mi piace l'atmosfera malinconica che crei nel racconto con i giusti dettagli al posto giusto: la pioggia, l'attività senza insegna, la canzone.
Cambierei due passaggi che mi sembrano didascalici e rompono un po' la magia di immersione nella vita di Nadia che hai creato:
- il primo è questo: "Durante la strada incontrò Alvise con la moglie". Siamo con Nadia nel vicolo martellato dalla pioggia e all'improvviso interviene il narratore, come in un riquadro di Tex ("Nel frattempo, nel villaggio.")
- il secondo è il finale "Senza volerlo le salvò la vita e le impartì una grande lezione:..."
A parte questo un buon racconto, che senza grossi effetti speciali, racconta una piccola storia vicina a noi.
Per quello che riguarda il tema: quello dei superpoteri nel racconto è un desiderio impossibile, una negazione del superpotere che tutti vorremmo. Non è centratissimo, ma ci può stare.
Lo metto quinto perché: mi è piaciuto, ma il tema non è completamente centrato.

6) Le voci di Alexia Bianchini
Un buon racconto in cui non riscontro particolari difetti.
Forse la prima parte avrebbe bisogno di qualche variazione nel ritmo delle frasi, ma la sensazione dell'immersione in una mente diversa c'è e funziona. Bella l'idea di usare il "superpotere" per l'assicurazione anziché per il bene e la svolta drammatica della rivelazione finale (che si sposa bene con lo stato confusionale di Aidan dopo il trance).
Per quanto riguarda il tema, il superpotere c'è. Non è così inconsueto (un classico di film e romanzi) ma è inconsueto l'uso che ne fa (come aiuto di un agente assicurativo invece che per la polizia).
Lo metto sesto perché: mi è piaciuto ma il superpotere non è per nulla inconsueto.

7) Gli uomini vuoti di Adriano Muzzi
La citazione di titoli fantascientifici sta diventando la tua firma o sbaglio? (Tra l'altro di Simmons adoro il ciclo di Hyperion, ma Gli uomini vuoti ho fatti davvero fatica a finirlo).
Veniamo al racconto: carino, ma la seconda parte è un po' confusa. Chiarirei subito qual è la missione del protagonista. Anche il passaggio in cui dici che la voce non è la stessa del bambino (il terrorista è un'altra persona? O cosa?). Inoltre non mi è piaciuto il modo in cui sei passato da passato al presente fra la prima e la seconda parte.
In ogni caso, racconto classico e godibile.
Aggiungo che anche secondo me il tema non è centrato al cento per cento: parli di un superpotere, ma per nulla inconsueto.
Lo metto sesto perché: mi è piaciuto ma occorrerebbe qualche messa a punto e, inoltre, il superpotere non è per nulla inconsueto.

8) VOLARE DI NOTTE - Raffaele Marra
A differenza degli altri, non mi è piaciuto molto il fare da imbonitore del protagonista, un po’ perché mi ha spiazzato, facendomi credere che il racconto raccontasse qualcosa di diverso (un pilota di un mezzo o un supereroe che trasporta gente e mi dà sempre una sensazione sgradevole iniziare a immaginare un racconto in un modo e poi dover riavvolgere mentalmente il nastro per cambiarlo in base a ciò che mi viene rivelato in seguito), un po’ perché mi dà l’idea di uno che si diverte come un pazzo, mentre sua figlia soffre per lui (bisognerebbe, secondo me, sottolineare meglio la condizione di impossibilità in cui si trova: magari un tentativo di rianimare il corpo che va male lasciandolo triste, prima di ripartire col volo?)
Per il resto il racconto è costruito bene, con la descrizione del volo mozzafiato, il ritorno a casa e la rivelazione. Però cambierei quei particolari che ti dicevo prima.
Lo metto settimo perché: mi è piaciuto ma occorrerebbe limarlo per non spiazzare completamente il lettore e per togliere quella sensazione di indifferenza di un padre rispetto alla figlia.

9) Verde negli occhi di Andrea Crucitti
Iniziamo dalla parte buona del mio commento: l’idea c’è e, tutto sommato, il racconto non è scritto male.
Il problema è che per sfruttare l’idea dovrebbe essere “potenziato”.
Mi spiego meglio: non sono un sostenitore delle regole della scrittura creativa a tutti i costi, ma sono convinto che siano un’ottima impalcatura su cui poggiare le proprie storie e che per farne a meno sia necessario prima saperle usare e conoscerne le potenzialità.
Perdonami l’omelia ci sono degli errori proprio in questo senso nel tuo racconto:
1) dopo un buon incipit che mi immerge in una situazione drammatica con la giusta dose di curiosità, io vorrei subito saperne di più. Invece tu fai un enorme balzo all’indietro a quando il protagonista aveva tre anni. Nei romanzi le digressioni possono andar bene, se gestite correttamente. In un racconto di 3000 caratteri, non puoi pretendere di raccontare la vita di un personaggio. Vai subito al sodo.
2) usi un punto di vista esterno [come direbbero i “tecnici” focalizzazione zero (cioè narratore onnisciente) e narratore extradiegetico, cioè esterno alla storia]. Più allontani il punto di vista, meno il lettore si sente coinvolto: diventa difficile far passare le emozioni del personaggio e bisogna usare una scrittura più avvolgente.
3) Narri e, se è vero che il “show don’t tell” non è la verità assoluta, funziona. Non mi dire che il protagonista sta soffrendo mentre tagliano i rami, ma fammi soffrire insieme a lui. Il materiale di partenza è forte: sfrutta questa potenzialità.
4) Non spiattellare verità al lettore, a meno che non sia sicuro di stare dicendo qualcosa a cui lui difficilmente potrebbe pensare da solo o rischi di apparire banale. Mi riferisco a quando scrivi “Il più grande pericolo della natura è stato da sempre l’uomo”. Non è che non sia vero, ma è che è una percezione talmente diffusa che leggendola in maniera così esplicita sembra un luogo comune. Il messaggio è già passato tramite la storia in maniera molto più efficace: non occorre che lo ribadisci.
Lo metto ottavo perché: l’idea è buona ma bisogna lavorarci un altro po’.

10) Non erano solo favole di Alessandra Corrà
Il racconto funziona bene con la disperazione crescente della madre dipinta in modo credibile, la decisione e la scoperta finale salva vita. C’è qualche problemino nel testo (le virgole in tutto il primo paragrafo sembrano messe un po’ a caso; c’è un “qual’era” con l’apostrofo; un accostamento un po’ infelice di suoni “sotto la sottile”), ma nulla di grave nella frenesia di MC. Nel complesso mi è piaciuto.
Il tema invece è difficile da individuare e sarebbe necessario esplicitarlo un po’ meglio (e, in ogni caso, un oggetto magico non è esattamente un superpotere…).
Lo metto nono perché: pur essendomi piaciuto, il tema sembra non essere trattato (so che dai commenti si scopre che non è così, ma devo giudicare il racconto senza le spiegazioni successive)

11) UN GOCCETTO E PASSA TUTTO - di M.R. Del Ciello
Il racconto mi ha dato l'impressione di sgonfiarsi propria quando sembrava dovesse venire il meglio: il nucleo narrativo dovrebbe essere quello della dipendenza (come richiamato anche dal titolo). Quello che lui chiama "superpotere" è in realtà un incapacità di combattere la paura, come si intuisce subito dal primo paragrafo, che rende il protagonista vittima di questo bisogno (come si capisce dal finale). La devastazione della sua vita però è raccontata in una sola frase frettolosa: "Ho saccheggiato ospedali, commesso omicidi e ogni altro genere di efferatezza", mentre hai indugiato troppo sulla scena centrale che finisce con lo stare lì appiccicata senza aggiungere molto (forse avrebbe avuto senso se lui avesse avuto paura di questa relazione omo e avesse, per esempio, trovato nel sangue il coraggio di affrontarla. La paura per una piccola ferita sembra invece un fattore accidentale e non il frutto di una sofferenza costante.)
Lo metto decimo perché: troppo sbilanciato su una scena inutile. Occorre una forte revisione.

12) Derek-Derke e l'antico sospiro perduto di Fabiana Donato
Hai scritto un racconto sicuramente ricco di immagini fantasiose. Il problema è che se la fantasia, per sua natura, fluisce libera, per scrivere un racconto occorre incatenarla e darle una struttura narrativa solida che qui sembra mancare del tutto.
Andiamo per gradi. Fai partire il racconto da un contesto realistico: un uomo narcisista che, come il Narciso del mito, si guarda in un corso d’acqua. Di punto in bianco veniamo sommersi da una serie di immagini straordinarie ed eccessive in cui è difficile scorgere una coerenza: fantasmi che scompaiono lasciando bolle d’acqua che mostrano cose e trasportano in case con ladri che vengono sconfitti da flussi d’acque improvvisi e subito dopo storie di streghe che hanno diviso amanti che sono complementari e che combatteranno il crimine.
È troppo e in una sequenza troppo veloce e al lettore finisce col girare la testa.
Un consiglio: non dimenticare mai il patto fra lettore e autore. Il lettore sarà disposto ad accettare tutto ciò che gli racconti, purché il mondo che gli proponi sia internamente coerente.
Insomma, la fiducia del lettore va guadagnata: bisogna prenderlo per mano e ammansire il suo senso critico, chiarendo da subito le regole del proprio mondo e impegnandosi a rispettarle. Questo patto, nel tuo racconto, non regge.
Aggiungo che ci sono un po’ di problemi a livello di scrittura: ti cito il cambio di tempo improvviso (parti al presente e dopo qualche riga passi al passato), alcuni termini usati in modo poco preciso (la “cupa casa” non rende. L’uomo che guarda “maliziosamente” Derek sembra voglia provarci con lui e non aggredirlo) e a volte la costruzione non funziona bene (i piedi che lo dirigono o il sospiro che sputa acqua).
In ogni caso, non abbatterti. Prova a rielaborare il tuo testo, chiarendo da subito che siamo in un mondo fantastico e che Derek cerca la sua metà persa per un incantesimo e magari a usare un tono più fiabesco e, solo quando l’avrai revisionato a dovere, prova a inserirlo nel laboratorio.
Lo metto undicesimo perché: occorre riscriverlo. Allo stato attuale proprio non funziona.

Grazie a tutti per le belle letture
A rileggerci
Angelo

[ADMIN: correzione e riallineamento classifica (doppio 6°)]

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elena.coppari
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Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » sabato 24 settembre 2016, 9:35

Voglio fare una premessa: per me questa è stata la prima volta ed ho apprezzato molto questa esperienza!
Tuttavia, ho trovato GRANDE difficoltà a criticare i racconti che mi sono stati assegnati, perché erano tutti davvero carini! ora ho capito più o meno cosa ci si aspetta dai commenti, dopo aver letto gli altri, mentre i miei, di commenti, sono spesso positivi e poco circostanziati. Dover fare una classifica di racconti così 'carini' (e scusate, lo uso spesso, come si vede sotto, sopra, e di lato) è stata tanto tanto tanto dura!
Questi i commenti:

Non ti scordar di me, di Angela Catalini
Un noir dai toni leggeri, quasi spensierati. Fino alla fine non arrivi a capire l'intenzione della protagonista ed è bello farsi sorprendere da questa lettura. Mi è piaciuto molto che sia proprio uno dei rompicoglioni a fare la differenza, a salvare. Lo definirei un purple! davvero carino e scorrevole. Bello!

Le voci, di Alexia
Di questo racconto ho apprezzato molto il ritmo. E' veloce, incalzante, rapido nei passaggi tra paragrafi, inizialmente. Da metà in poi, specialmente nella fine secondo me andava spiegata meglio, ma anche questo fa parte dello stile dello scrittore, probabilmente, il fatto di spiegare e non spiegare. Non brilla di originalità.


Un goccetto e passa tutto, di Maria Rosaria Del Ciello
Racconto scritto bene e scorrevole. Non ho capito bene il concetto: il superpotere sarebbe quello di diventare forte con il sangue? secondo me andava mantenuto il ritmo iniziale ed anche il pathos. Era bello se anche il mistero/non mistero rimanesse...invece poi il finale mi sembra un po' rallentato

Veni, vidi, WC, di Eleonora Rossetti
troppo carino questo racconto! è un componimento ironico e un thriller allo stesso momento, dinamico e scritto bene. Mi è piaciuto molto! trovo che sia un dono scrivere in maniera così divertente e ti faccio i complimenti. Il finale dove non si capisce bene come sia arrivata la polizia, mi è piaciuto ancora di più. Brava!

Derek-Derke e l’antico sospiro perduto, di Fabiana Donato
Questo racconto è scritto bene, ma credo che il limite dei caratteri previsti dal contest lo abbia penalizzato. Avrei voluto scoprire di più di questa che definirei una favola moderna, e avrei voluto capire meglio. Il personaggio di Derek, estremamente bello, andrebbe caratterizzato meglio, secondo me.

Non erano solo favole, di Alessandra Corrà
Racconto carino e ben scritto, ma non ho capito dove sta il superpotere della protagonista. Sembra confusa (o forse per mancanza di spazio e di caratteri, poco delineata) la figura di questa madre, dell'orsetto, del rapporto fra i protagonisti.
L'idea è originale e mi piace, ma mi manca qualcosa. Avessi avuto altri 5000 caratteri, sicuro avresti delineato meglio tutti gli elementi del racconto.

L’altra parte del vetro, di Manuel Piredda
Molto carino. Il suo superpotere è il fatto di essere un umano. Intelligente e scritto bene questo mini componimento di fantascienza. Azzeccatissima questa inversione dei ruoli, che all'inizio rende quasi incomprensibile da capire, ma che poi viene rivelata. Mi piace soprattutto le descrizioni che fai dell'uomo, delle sue capacità rigenerative (al punto in cui descrivi la capacità di rinsaldarsi delle ossa mi sono detta "E allora? anche noi ci mettiamo dalle 2 alle 3 settimane" cogliendomi proprio in fallo). Divertente davvero, mi piace.

Gli uomini vuoti, di Adriano Muzzi
Racconto interessante, di cui ho apprezzato la stesura. E' scorrevole e scritto bene, ma ha un difetto: non brilla di originalità. Il tema infatti, è stato ampiamente trattato in vari libri, e anche la figura del sensitivo, o telepatico, che non sopporta di stare in mezzo alla gente lo è. Questo il suo unico problema.

Volare di notte, di Raffaele Marra
Racconto surreale. Mi è piaciuto, si capisce qual è il superpotere del protagonista. Purtroppo anche questo è penalizzato dalla mancanza di caratteri, però mi piace molto la descrizione del volo, anche se non capisco quando parla al plurale. A chi si rivolge? potrebbe essere molto interessante da capire.

Una porta socchiusa ai confini del sole, di Francesco Nucera
Carino, fantascienza e ironia di pari passo. Mi è piaciuto! mi ha fatto rivivere le atmosfere del bar di Star War, quello dove c'erano gli alieni che suonavano una assurda canzoncina. Questo locale che descrivi è molto simpatico. Anche gli alieni assomigliano un pò ai classici dei film di fantascienza. Il superpotere che descrivi già visto.

Dieci secondi, di Nicola Gambadoro
In questo racconto si capisce bene il superpotere del protagonista. In questo è molto chiaro, e per questo, mi è piaciuto molto. Andando a vedere oltre, il protagonista ha un ulteriore superpotere: quello di sacrificarsi per la sua amata, anche se non sta più con lui. Lo fa quando capisce che non potrà mai salvarla. Bello

Verde negli occhi, di Andrea Crucitti
favola dark molto carina, dove il tema del superpotere è ben comprensibile. Mi è piaciuta. Da madre, mi ha spezzato il cuore il racconto di questo bambino che si sacrifica per risparmiare l'albero. E anche quando si perde, come spesso faceva mio figlio, mi ha un po' scombussolato. Finale strappacuore e macchia dell'iride visibile, carina.

CLASSIFICA (Ahimè)
1) Non ti scordar di me, di Angela Catalini
2) Veni, vidi, WC, di Eleonora Rossetti
3) L’altra parte del vetro, di Manuel Piredda
4) Una porta socchiusa ai confini del sole, di Francesco Nucera
5) Verde negli occhi, di Andrea Crucitti
6) Dieci secondi, di Nicola Gambadoro
7) Volare di notte, di Raffaele Marra
8) Le voci, di Alexia
9)Gli uomini vuoti, di Adriano Muzzi
10) Un goccetto e passa tutto, di Maria Rosaria Del Ciello
11) Non erano solo favole, di Alessandra Corrà
12) Derek-Derke e l’antico sospiro perduto, di Fabiana Donato

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Andrea Partiti
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Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » sabato 24 settembre 2016, 19:42

Commenti e classifica al fondo!
Superpoteri, superpoteri ovunque!

Non ti scordar di me, di Angela Catalini
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Le voci, di Alexia Bianchini
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Un goccetto e passa tutto, di Maria Rosaria Del Ciello
► Mostra testo

Veni, vidi, WC, di Eleonora Rossetti
► Mostra testo

Derek-Derke e l’antico sospiro perduto, di Fabiana Donato
► Mostra testo

Non erano solo favole, di Alessandra Corrà
► Mostra testo

L’altra parte del vetro, di Manuel Piredda
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Gli uomini vuoti, di Adriano Muzzi
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Volare di notte, di Raffaele Marra
► Mostra testo

Una porta socchiusa ai confini del sole, di Francesco Nucera
► Mostra testo

Dieci secondi, di Nicola Gambadoro
► Mostra testo

Verde negli occhi, di Andrea Crucitti
► Mostra testo




1. Veni, vidi, WC, di Eleonora Rossetti
2. Dieci secondi, di Nicola Gambadoro
3. L’altra parte del vetro, di Manuel Piredda
4. Una porta socchiusa ai confini del sole, di Francesco Nucera
5. Volare di notte, di Raffaele Marra
6. Un goccetto e passa tutto, di Maria Rosaria Del Ciello
7. Gli uomini vuoti, di Adriano Muzzi
8. Le voci, di Alexia Bianchini
9. Non ti scordar di me, di Angela Catalini
10. Non erano solo favole, di Alessandra Corrà
11. Derek-Derke e l’antico sospiro perduto, di Fabiana Donato
12. Verde negli occhi, di Andrea Crucitti

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giancarmine trotta
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Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » domenica 25 settembre 2016, 20:27

Commenti e classifica in fondo!
Ottime letture, è stato piacevole!

Veni, vidi, WC

Con un titolo così, era lecito aspettarsi qualche sconceria, che, se pur presente, passa in secondo piano rispetto alla storia e al modo con cui è stata raccontata. Benissimo i personaggi e soprattutto il finale, aperto e ironico. Proprio nelle ultime righe il cerchio della storia si chiude benissimo e completa un racconto con tema centrato appieno (superpotere inconsueto, molto inconsueto!). Per me è una prova ottima, superata alla grande, complimenti!

Dieci secondi

Bellissima storia, raccontata con la giusta enfasi. L'amore e la voglia di cambiare gli avvenimenti avversi sono il tema centrale del racconto. Ci stanno le imprecazioni di Joan e l'uso della violenza per fermare la prossima morte del suo amore. L'unica pecca, secondo me, è rappresentata dalla consuetudine del superpotere, perché tornare indietro per cambiare lo stato delle cose è di certo un “sogno” comune.
Finale struggente e malinconico che si adatta bene alla storia. Lettura godibile.
In generale, quindi, una prova ottima!

Volare di notte

Storia toccante di un malato terminale, destinato alla morte per mano di uomini che non sanno cosa si nasconde sotto le palpebre chiuse.
Scrittura poetica, scorrevole, che tocca temi non banali. Il supepotere in mano ad un uomo in quelle condizioni centra il tema della non consuetudine.
Avrei preferito un rapporto di qualche tipo, anche grazie ai superpoteri, con sua figlia Lidia, in modo tale da rendere la sua decisione di non portare a termine la procedura basata su suggestioni e non solo per un bip della macchina.
In generale, per me è una buonissima prova e ti faccio i miei complimenti.
Alla prossima Raffaele!

Le voci

Il racconto è ben strutturato, con un'atmosfera thriller ben evidente e agevolata dalla scelta di usare frasi corte.
All'inizio non si comprende subito lo sdoppiamento dell'io narrante tra Aidan e l'assassino, ma credo sia stato voluto per alimentare tensione ed enfasi. Il tema è centrato, anche se il superpotere non è propriamente inconsueto. Questo racconto, in generale, ha un'anima ed emoziona dall'inizio alla fine. Complimenti Alexia, soprattutto per essere riuscita a creare l'atmosfera giusta.

L'altra parte del vetro

Ciao Manuel,
la storia dell'uomo contro i gli umanoidi o i robot è da sempre oggetto delle fantasie di scrittori e registi. La tua è una bellissima versione di questo dualismo, soprattutto perché mette noi umani in una prospettiva contraria a quella a cui siamo abituati. Però non ho trovato direttamente collegato tutto il racconto col tema, con un superpotere inconsueto; probabilmente si tratta del superpotere dei robot, ma non ci sono cenni in proposito, oppure del superpotere degli umani che hanno costruito qualcosa che ha distrutti il loro mondo. Tutto il resto è ottimo, la storia è molto valida e il finale, amaro, fa pensare.

Gli uomini vuoti

Il racconto è ben scritto, ottima la struttura della narrazione e i continui scambi tra dialogo e pensiero. Solo che leggere nel pensiero è il classico dei classici superpoteri e non aggiungendo altre specificità sei rimasto ingabbiato nello schema standard. Il personaggio è raccontato benissimo perché sembra soffrire di solitudine, proprio come è lecito immaginare un uomo che, leggendo nei pensieri degli altri, per poter vivere, deve allontanarsi da tutto e tutti. In definitiva una buona prova!


Verde negli occhi

Il legame tra l'uomo e la natura, mi viene da scrivere, dà solo buoni frutti!
Probabile che ci siano stati uomini e magari bambini che hanno sofferto davvero molto per un disboscamento, un po' come il tuo Fiorenzo.
Bello il legame che da spirito si fa corpo, raggiungendo una comune eternità. Il tema è stato centrato perché il superpotere è inconsueto, quindi, in generale, per me è una buona prova che poteva essere ottima con una struttura diversa (un monologo di Fiorenzo ed esempio) e con qualche carattere in più.

Una porta socchiusa ai confini del sole

L'idea sicuramente è originale e averla sviluppata in 3000 caratteri, probabilmente, ha rappresentato un limite in quanto di cose ne accadono ed altre vengono immaginate dal lettore. L'inizio del racconto è molto particolare perché sembra una scena normale: un bar, delle luci, un ragazzo che entra nel locale. Invece poi si capisce il senso e diventa una scena importante di un bel racconto.
Il finale, tra pastafariani, ciccioni e scalzisti, non l'ho trovato impeccabile rispetto ad una storia che ha una sua anima ben definita e che rende immortale un ragazzo probabilmente morto a causa di un incidente stradale. Ma è una mia opinione. In generale, una buona prova.

Non ti scordar di me

La storia ha un suo filo logico, anche se credo sia leggermente fuori tema, perché non è evidente il superpotere inconsueto. Citare Harry Potter, ovviamente, porta e pensare ad un certo potere, che però non è quello della protagonista. Forse sarebbe stato meglio non citare Harry Potter, ma potrei aver frainteso qualcosa e allora ti chiedo scusa in anticipo. Al netto del tema e di qualche dialogo, la storia è buona e anche il finale è ottimo

Un goccetto e passa tutto

Il racconto basato sul sangue e sui poteri del liquido rosso non è un superpotere inconsueto e quindi la traccia, secondo me, va leggermente fuori tema. Il titolo, bello, fa ovviamente pensare ad altro e credo sia stata una buona scelta. In realtà, più che un superpotere standard sembra sia una dipendenza che produce forza. Poi, non avendo superpoteri per sfuggire alla polizia, non è ben chiaro come il protagonista riesca sempre a farla franca.


Non erano solo favole

Nel racconto non ho trovato il superpotere, e questo è uno svantaggio. Pare più un super-ritrovamento un po' casuale, avvenuto poco prima di una tragedia sfiorata. Anche la scena del coltello non mi è piaciuta tantissimo per i tanti “Ma” (Ma, a cosa? Ma si, perché no?). Se non ho compreso qualcosa ti chiedo scusa in anticipo, ma non premio il tuo racconto anche se ci sono degli ottimi passaggi riguardo le emozioni negative che si provano perdendo il lavoro.


Derek-Derke e l’antico sospiro perduto

Ciao, mi spiace ma il racconto non mi ha colpito positivamente. A parte qualche errore che ci può stare in un contesto di scrittura veloce come minuti contati, sembra proprio mancare un filo logico. Si parte da ambienti reali e si passa a contesti irreali, con frasi ad effetto.
L'intenzione di fare bene si scorge nelle righe, ma è come se la confusione, o il tempo a disposizione, non ti abbia agevolata.
Credo che la storia avrebbe bisogno di una rivisitazione e di qualche carattere in più per portare ad un buon risultato. Alla prossima!



1) Veni, vidi, WC
2) Dieci secondi
3) Volare di notte
4) Le voci
5) L'altra parte del vetro
6) Gli uomini vuoti
7) Verde negli occhi
8) Una porta socchiusa ai confini del sole
9) Non ti scordar di me
10) Un goccetto e passa tutto
11) Non erano solo favole
12) Derek-Derke e l’antico sospiro perduto

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chiara.rufino
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Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » lunedì 26 settembre 2016, 14:28

Una porta socchiusa ai confini del sole
Che onore commentarti a questo giro:D.
Inizio con un punto che non ho compreso; come gli altri ti fanno notare, non è ben chiaro il super potere del ragazzo-la religione. Ti dirò che pensavo fondasse un ordine di pizzaioli, ma i pastafariani proprio no.
Tolto questo, è sempre un piacere leggerti, se riuscissi a limare quella parte, sarebbe tutto perfetto.

Non ti scordar di me
Un super potere inesistente, o forse no, vista la tempestività del vicino di casa che salva la nostra Nadia. Mi accodo ai commenti di Andrea sul dialogo che sembra molto costruito; se fa lo strozzino, non so quanto sia rispettabile, non sappiamo neanche in che zona d'Italia siamo. Per il resto, lo trovo un racconto molto melanconico che, anche senza eclatanti super poteri, fa arrivare qualcosa.

Un goccetto e passa tutto
Mi sento un po' ingannata, da come era partita la storia sembrava una romance omosessuale (e invece). Il ritmo e la storia ci sono, Andrea convince e in parte capisce qual è il suo potere. "Beato lui", risponderei, perché non è chiarissimo se è solo il succhiare del sangue a renderlo forte o se sia, banalmente, un vampiro alternativo. So che hai capito cosa intendo.

Veni, vidi, WC
La parte thriller stemperata da un super potere alquanto improbabile ma risolutivo.
Nel racconto funziona tutto, dalla richiesta di aiuto captata, al salvataggio (pessimo per lui, viste le condizioni in cui lo ritrovano).
Sullo stile non ho niente da dirti perché ormai ci conosciamo. Ti chiederei come ti sia venuta in mente, magari per email.

Le voci
Il racconto ha un ottimo tono e un ottimo ritmo, ci fai calare nella scena e ci sentiamo in sintonia col medium che cerca una risposta all’ennesimo caso che si trova davanti.
Ogni tanto ho letto qualche ripetizione ma magari è la fretta del gioco.
La confusione finale, dove lui addirittura dice di averla uccisa per immedesimazione mi piace molto.

Derek – Derke e l’antico sospiro perduto
Il racconto parte da un’ottima idea, il dualismo di un segno zodiacale e come le due parti interagiscono tra loro ma, purtroppo, si perde con lo svolgimento. I tempi verbali non sono spesso chiari e anche le dinamiche mi suonano troppo frettolose per poter concludere così il racconto. Avrei preferito altre delucidazioni su di lui e lei magari.

Non erano solo favole
Se non avessi letto gli altri commenti non avrei capito quale fosse il super potere. Più che di poteri qua si tratta di fede filiale, desideri nascosti e madri che non rivelano di possedere magici oggetti. L’orsetto, che fa un po’ da genio della lampada e la esaudisce è carino ma, purtroppo, non arriva tutto il messaggio.

L’altra parte del vetro
Bell’idea, quella di rappresentare così il genere umano. Non ho quasi nulla da dire e questo potrebbe sembrare un commento sprecato ma oserei dire che è uno dei migliori del girone che ho letto finora. Anche i mutamenti che subisce, per via della selezione naturale che l’ha cambiato sono ben costruiti e creano quell’immaginario che dà ancora di più forza al racconto.

Gli uomini vuoti
Non so, mi accodo agli altri per il commento sulla “scontatezza” del super potere, per quanto mi sia piaciuta la descrizione e come l’ha acquisito. Sul finale storco un po’ il naso; non è chiarissimo cosa voglia fare e lì per lì ho capito anche io che volesse abbandonare tutti al proprio destino e lasciarli morire col ragazzino inquietante.

Volare di notte
Ok, devo ammettere che all’inizio mi sono confusa, a volte basta spulciare gli altri commenti per capire. E’ bello come hai descritto il coma ininterrotto (nove anni sono tanti) di un uomo e di come la figlia speri che si svegli, anche se viene smentita.
Mi accodo a quanto detto sull’effetto”guida turistica” ma queste sono scelte stilistiche e ognuno ha le sue.

Dieci secondi
Il racconto è scritto bene, scorrevole e ci pone davanti la classica domanda del cambiare il passato. Devo dire che mi ha stupita perché, nonostante un tema classico, non si scade nelle solite chiacchiere. Un appunto è che, scritto così, magari rende un po’ lo schema “monoblocco” e si fa un po’ fatica a leggerlo.

Verde negli occhi
L’idea di base era bella, dò un po’ ragione agli altri sulle strutture, sui tempi e su come ci narri la storia. Innanzitutto, è scritto in monoblocco e ci vuole molto per vedere gli stacchi narrativi. Anche le ripetizioni non aiutano e appesantiscono di molto la storia. Sul nome invece, devo dire che anche se è scontato, mi piace perché rende subito l’idea.

1.L'altra parte del vetro
2.Veni, vidi, wc
3.Volare di notte
4.Non erano solo favole
5.Una porta socchiusa ai confini del sole
6.Non ti scordar di me
7.un goccetto e passa tutto
8. Gli uomini vuoti
9.Dieci secondi
10. Derek-Denke e l'antico sospiro perduto
11. Le voci
12. verde negli occhi.
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Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » giovedì 29 settembre 2016, 14:37

1. VOLARE DI NOTTE - Raffaele Marra
2. Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
3. L'altra parte del vetro - Manuel Piredda
4. “Gli uomini vuoti” - di Adriano Muzzi
5. Dieci secondi - Nicola Gambadoro
6. Le voci - di Alexia Bianchini
7. Veni, vidi, WC - Eleonora Rossetti
8. Non ti scordar di me - di Angela
9. UN GOCCETTO E PASSA TUTTO - di M.R. Del Ciello
10. Derek-Derke e l'antico sospiro perduto - di Fabiana Donato
11. Non erano solo favole - di Alessandra Corra
12. Verde negli occhi - di Andreacrux


1 - Volare di notte
Ciao!
Bravo. Bello.
Per me hai vinto :)

Se non fosse peeeer...
No scherzavo. Sto tergiversando perché bisogna scrivere almeno 300 battute, no? E io non ho davvero niente d'aggiungere. Funziona.
Forse ho capito poco, ma va bene così. Non si deve per forza capire sempre tutto.
Evito anche di leggere gli altri commenti che tanto immagino ti facciano notare come non sia un super potere e altre cose per me di poco conto.
Sono curioso di sapere se hai un blog o roba simile.


2 - Una porta socchiusa ai confini del sole
Allora, la prima cosa che mi viene da scriverti è quel genere di frase che secondo me ogni autore detesta. Ovvero: "È tipo la storia di..." :D
E purtroppo mi ritrovo a dire che sembra il bar degli dei in Top10 del vecchio Alan Moore (che maledetto lui, non ha mai finito la serie!). L'hai mai letto? È stratosferico.

Però è anche vero che ognuno mette del suo e devo dire che la storia della divinità pastafariana è molto carina ^^

Detto ciò, faccio un'appunto, che poi è più una domanda che altro.
Non ho ben capito il genere del tuo racconto. O meglio.. non ho capito se hai scelto di renderlo ironico fin da subito o se invece doveva essere serio e poi con la battuta finale far capire la situazione (che poi la situazione è abbastanza chiara da subito. Il divertimento l'ho avuto nello scoprire chi fosse il ragazzo).
Mi viene questo dubbio perché, bene o male, hai usato uno stile anche abbastanza greve, con quest'immagine grigia isolata, parli di statale e ossa, eppure poi ti riferisci a Buddha usando aggettivi quantomeno buffi, parlando del grasso strabordante. Per non tirar fuori il bigliettino in mano.
Io sceglierei una via o l'altra. O rendi la situazione misteriosa e tesa, quasi pericolosa dal punto di vista di Quello Nuovo, che fa concludere con il botto più forte nel finale, trasformandolo in quelle che io chiamo "barzellette".
Oppure scegli di dare una parvenza assurda al tutto rendendolo dall'inizio alla fine divertente.


3 - L'altra parte del vetro
Sicuramente te l'hanno scritto, ma per sicurezza lo faccio anche io.
Fredrick Brown - La sentinella.
E questo era la prima osservazione, obiettivamente neutra :D

Per seconda cosa mi alzo in piedi e ti faccio un plauso per la scelta di come sviluppare il tema!
Te l'appoggio dibbrutto perché è così che si deve spremere la consegna, per far sì che la fantasia venga stimolata.

Terzo, invece, devo farti osservare che ci sono arrivato troppo velocemente al fatto che fosse umano. Sarà per La Sentinella, non so. Ma se il tuo intento era quello dell'effetto a sorpresa cercherei di sistemare le descrizioni.

La quarta osservazione è sull'estetica, che ha comunque un ruolo nella narrativa. Mettere così tanti spazi bianchi lo trovo poco elegante e non aiuta l'andamento della lettura. Fai solo capire che fra uno stacco e l'altro non c'è differenza e alla fine, quando effettivamente ha un senso perché è come se vedessimo la scena con la coscienza dell'uomo, lo ignoriamo facendo sorgere qualche perplessità.

Lo stile comunque mi è piaciuto, rende la scena, e la storie dei robot ecc anche ^^
Solo un piccolo appunto sullo strato di vetro che poi è cristallo. È una cacata, ma ti consiglierei di togliere proprio la parola 'vetro' che confonde. "L'esemplare era separato dai ricercatori da una spessa lastra antisfondamento, uno strato di cristallo che segnava il confine tra due mondi..."


4 - Gli uomini vuoti
Allora, vediamo di fare una cosa rapida.
Il tuo racconto mi è piaciuto. E potremmo finire qui perché personalmente non ho visto grosse pecche narrative. Poi vedo che ha più di 180 messaggi e ciò mi induce a capire che hai scritto molto.

Quindi ti faccio delle osservazioni stilistiche che a mio parere possono migliorare il racconto, anche se sono convinto che ci saresti potuto arrivare anche te:

1) Il protagonista spiega che vede i pensieri, ma poi parla di voci. Penso che sia più utile e carino se rimanessi sullo stesso senso (tatto, vista, gustolo, mammolo e pisolo).

2) Scrivi che lui "vede" e poi sente le "voci". Tutte queste virgolette mi fanno sentire scemo. O meglio, come se continuassi a sottolineare al lettore che è una roba strana. Pare che nemmeno tu ci creda. Passi la prima, ma poi eviterei. Abbiamo capito :)

3) Ci viene spiegato direttamente che lui "vede" i pensieri delle persone. E poi ci fai sentire le "voci". È abbastanza chiaro no? Lo trovo più affascinante se ci lasci chiudere il cerchio da soli NON spiegandoci che è telepatico, ma semplicemente facendoci sentire le "voci" (vero che danno fastidio le virgolette? xD)
Dimmi se non sono stato chiaro.

4) Tutti i pensieri delle persone sono dei veri e propri dialoghi. Non dico che non vengano fatti, ma personalmente avrei preferito una cosa più confusa come spesso sono i pensieri.

5) Mi viene in mente ora che in effetti un errore c'è. Sicuramente ti hanno fatto notare che se l'FBI sa di un terrorista sull'aereo semplicemente avrebbe potuto fare controlli e non disturbare il telepatico. Io poi sono uno molto sciolto su questo genere di osservazioni. Sono convinto che ci possa essere una spiegazione (che non hai dato, male) però come vedi me lo stavo svanendo. Però si potrebbe facilmente risolvere spostando tutti in città, dove l'FBI sa che ci sarà un attentato, ma non sa in che modalità.

6) Il protagonista non ha molto spessore se non per il fatto che è scortese a telefono ed è depresso. Certo, mi dirai, dici niente! Lo so, ma non ho "visto" nulla. Non me lo sono raffigurato nella mente. Io magari una nota sola di colore in due parole l'avrei data. Vogliamo essere banali?
"Si scolò un bicchiere di Brandy e uscì di casa"

7) L'ultimo punto è strettamente di gusto personale. Puoi amabilmente ignorarlo ^^
L'avrei fatto finire con lui, vicino al terrorista, in piedi e consapevole che l'avrebbero richiamato. Per poi richiamarlo e richiamarlo. L'avrebbero spremuto fino all'osso. Finché avrebbero potuto.
Tanto valeva farla finita subito.

Questo è tutto. Una letta al volo agli altri commenti e poi ho finito :)

Come avrai notato non ti ho detto nulla sul tema.
Non m'importa.
Invece mi è venuto in mente che l'FBI lo minaccia, ma di 'sta minaccia nessuna traccia (Yo!)
Ma questo è mooooooolto interessante. Lanciarlo lì e non parlarne è un reato che porta dritti al tribunale dei lettori! :D


5 - Dieci secondi
Devo dirtelo. Il soggetto di questo racconto è favoloso. A dir poco accattivante. Ti fa pensare proprio pensare "Che cosa farei io?"
Bravo :)

Purtroppo non non è il solo elemento a rendere buona una storia... e qui casca l'asino.
Per lo più sono critiche allo stile.

Per esempio il primo paragrafo. L'incipit ti cattura per il tema che tratta, ma l'ho trovato, passami il termine, "volgare".
Il narratore è una terza persona, ma che ti parla come fosse una prima. Tant'è vero che dopo scrivi: "Dieci secondi. Solo dieci cazzo di miseri secondi del cazzo." Quale narratore in terza si fa prendere così da una storia?
Ma non è questo che mi fa parlare di volgarità quanto alla descrizione di morte di lei. Per quello che dicevo prima essendo in terza persona ci sta che descriva anche minuziosamente la sua morte, nonostante la carneficina che avviene, ma sentendola in prima pare strano che uno riesca a trattare in questi termini una morte così violenta. Come anche "...finendo sotto a quel furgone". È un modo di dire buffo che si usa in casi come: "Se non la finisci ti faccio finire sotto a quel furgone". Preferirei: "...investita dal furgone".
Ma la "volgarità" culmina quando vediamo esplodere il corpo in un tripudio di sangue, ossa e... capelli? xD Mi immagino un uccellino dei cartoni animati che fa 'PHOF!' e mi vine da ridere, smorzando così l'atmosfera.

Quindi.
In linea di massima ti consiglierei di mettere tutto in prima persona (a mio avviso ci guadagni una spanna) e restituire la morte di lei in uno, massimo due, dettagli taglienti.

Un'osservazione tecnica invece, che potrei tralasciare per come son fatto io, è che ci si può domandare: "Ma se lo dicesse due volte 'time out' che succederebbe?" Ovviamente niente, altrimenti l'avrebbe già fatto. Ma è un dettaglio che si dovrebbe accennare almeno per il lettore. Che magari dieci secondi è il tempo necessario perché riesca a rifarlo. Come deglutire due volte di fila.

Fa anche molto strano che in un centinaio di volte 'sta donna qui non si sia mai fermata. Le tira un pugno, ma lo schiva? E tirale un calcio! E se schiva anche questo sai dove tirarlo perché non lo schivi! È un po' assurdo questo, non trovi? :D
Sarebbe stato molto più credibile se lui la vedeva allontanarsi per un bel po' (e quindi facendo passare 20 secondi) e da lontano vederla morire. Cosicché lui dovesse urlarle, ma lei non si sarebbe voltata.

Il finale devo dire che è un po' scontato. Me l'aspettavo. Forse sarebbe stato un dei primi tentativi che avrei fatto. Unito alla 'batteria scarica' dei suoi poteri, che mi ha fatto storcere il naso. Oramai viviamo in un mondo intriso di fumetti e cose del genere non capitano. Anche questo vorrei che mi fosse spiegato.
Sai cosa sarebbe stato figo? L'eternità racchiusa in dieci secondi e lui che ci prova e riprova e riprova e riprova e riprova e riprova e... hai capito, no? :D

Leggendo gli altri commenti ho visto la tua risposta al fatto che la tizia dovesse morire. Ok. L'avevo presa in considerazione come cosa, ma allora, se vuoi che sia così, hai bisogno di dirlo. Scrivere che nonostante gli sforzi, nonostante i tentativi, lei continua a morire sotto i suoi occhi. Pare destinata a quella fine.
Roba del genere. Ma in questo caso ti faccio osservare che metti in gioco, oltre che un mondo fantasioso in cui esistono i super-poteri, anche una questione religiosa o simile. Non dico che vada male, ma sono due tematiche che puzzano tra loro e che in 3000 battute caricano molto. Mi terrei leggero.
Ma questa, come il resto, è una scelta tua :)


6) Le voci
Purtroppo con grossissimo sgomento scopro che il mio commento non era stato inviato e mi trovo a riscriverlo in fretta. Quindi scusami se ti dovesse sembrare che non ci abbia dedicato la giusta attenzione ^^

Il soggetto è avvincente, mi ricorda un videogioco che sto facendo ora: Pillars of Eternity.

La più grossa critica che mi viene da fare è sul comportamento dell'assassino che pare confuso. Non sembra averlo compiuto intenzionalmente, pulisce le tracce dal manico del coltello e poi si ammazza...?
Perché?
Non ho trovato nemmeno bilanciato la confusione del protagonista con la vista dell'assassino. Sembrava che i sentimenti fossero di quest'ultimo, ma anche che si fosse sorpreso di vedere il cadavere della donna. Forse è voluto, ma a me non ha aiutato molto l'immersione.


7) Veni, vidi, WC
Tenendo conto che io sono uno scassaminchia di prima categoria, il racconto mi pare riuscito. È carino ^^
Ma visto che si devono dire le cose che non vanno, piuttosto quelle che vanno, ti faccio due accorgimenti per me importanti e senza scendere nel dettaglio.

La premessa (e ancor prima il titolo) mi fa pensare a un racconto ironico. E così è quando "interagiamo" con i cessi, perché è già assurda di per sé la situazione. Avrei preferito che lo fosse sempre. Anche quando trova il rapitore, non so se mi spiego. Vabbé, ma questa è un'osservazione di stile e mi puoi mandare liberamente a cagare, per rimanere in tema xD.

L'altra cosa, più importante, è che scoprire che lui può anche parlare ai cessi oltre che ad ascoltarli mi ha fatto saltare in aria la sospensione dell'incredulità. Mi è parso un deus ex machina troppo esagerato in così poche righe che salta all'occhio (sicuramente al mio).
Se ti trovassi d'accordo con me è comunque facilmente risolvibile, aggiungendo una frasetta iniziale che introduca la possibilità di fare ciò... o che ci sono altri come lui.

... Ecco... rileggendo ho notato un'altra cosa che è proprio fastidiosa da far notare, ma lo faccio lo stesso xD
Mentre riguardavo i pochi dialoghi sentiti dal protagonista (che sia attraverso la tazza o meno) per puntualizzare il fatto che potresti farli un po' più fluidi e reali, lasciando dire ai personaggi proprio quelle due parole necessarie, ho notato che:
Con l'ultima scena di Giulio al cesso si capisce che l'unico modo per dar sfogo al potere è usare il bagno. Significa che la bambina in autogrill l'ha usato? In tal caso non ce la vedo una bambina che grida aiuto facendo la pipì. Forse è da ricalibrare, vedi tu.

Leggendo i commenti degli altri, evidentemente, è un problema mio quello di non trovare equilibrata la parte comica con quella drammatica. Sarà perché scrivo anche io spesso demenziale e non mi ritrovo con lo stile adottato. Quindi, vedi tu il peso da dare a questo commento (ovviamente) :)


8) Non ti scordar di me
Detto questo devo purtroppo dirti che Nadia alla fine non ce l'ha fatta... o meglio. Sarebbe stato più avvincente se non ce l'avesse fatta. Anche perché era imbastito abbastanza bene, con la storia della dentatura e di lei che si immagina i super poteri che aumentano. Perché rovinare tutto facendola salvare?
Forse, per la battuta finale, mi risponderai. Ma anche in questo caso quella battuta, di un'ironia un po' stonata nel contesto, non è così potente per chiudere il racconto.

Nel complesso comunque non mi è dispiaciuto. È quadretto tutto sommato realistico di una vita depressa.

Se dovessi andare nel particolare (e ci sto andando ^^) eviterei tutta la frase che spiega chi sia Alvis. Tende solo a rallentare la scena in una spiega che è subito molto chiara con i dialogo di lui. Ma subito una domanda! Ma la moglie di Alvis? Che ruolo ha? Perché l'hai inserita se non apre nemmeno bocca? Ti consiglio di fare economia :D
Secondo dettaglio.. la storia di Harry Potter. Che venda, ma non abbastanza. Il fatto che lei sia nella bratta (merda) fino al collo si è capito nelle prime righe (perché lo dice xD). Cosa serve ribadirlo?

Bom. Mi leggo gli altri commenti..

Mi trovo bene o male d'accordo con tutti e non ho nulla da aggiungere.
Però mi sento di dover ribattere a una tua risposta. Nella fattispecie sul vicino che irrompe in casa.
Al di là del fatto che se la protagonista morisse ci togliamo il problema (tolto il dente... vabbé, brutta questa xD), anche io l'ho sentito un po' forzato, ma non me ne sono accorto. Probabilmente perché distratto da altro.
Però chi scrive non può avere (passami il termine) la presunzione di dire: "È successo perché lei... e invece lui... visto che il lettore non sa che..."
È proprio una delle regole fisse della narrativa. Basta che tu spenda due parole prima dicendo che il vicino è particolarmente irascibile e lo ha già fatto prima per rendere tutto più digeribile.
Ma anche così mi viene da aggiungere che dubito che lei, sapendo di avere un violento a fianco, tenga la musica così alta. Ma vabbé..
Il punto è.. se il lettore non ha capito, il testo va cambiato (quasi sempre)


9) UN GOCCETTO E PASSA TUTTO
Nel complessivo mi è piaciuto. Lo trovo un qualcosa di semplice e particolare.
E a livello della scrittura era tutto comprensibile e scorrevole. Un consiglio che ti darei, se volessi modificarlo per pubblicarlo o cosa, è quello di aggiungere dei dettagli particolari. Magari i così detti 'Dettagli Killer', che sono quelle descrizioni specifiche e vere che rendono il lettore più coinvolto e lo rassicurano sul fatto che tu sai di cosa stai parlando.
Perché, diciamo, che nel contesto ho avuto un po' poche immagini forti, sentite, e questo è facilmente risolvibile.

La vera pecca, per come la vedo io, di questo racconto è il finale. Né mi aspettavo, né volevo che accadesse, di vederlo anziano e quindi eliminare completamente ogni genere di conflitto finale. Di climax. Soprattutto per il fatto che hai scritto la parola magica "omicidi".
Personalmente, dato il breve spazio a noi concesso, toglierei la parte centrale, perché poi alla fin dei conti il fatto che sia gay non è rilevante per la storia. Metterei due righe per rendere chiaro il suo potere e mi giocherei il tutto e per tutto alla fine, in una bella scena in cui capiamo che per ossessione di quel potere si ritrova in mezzo a una carneficina e probabilmente morirà a causa dei poliziotti che... ecc ecc.
Ovviamente questa è una mia, e possibile, versione forse più allettante per un lettore (o di certo per me :D)

Detto questo vorrei andare a dormire, ma volevo leggermi prima gli altri commenti e vedere se mi trovo in accordo o meno ^^

Beh, in effetti non ti ho scritto poi niente di nuovo leggendo glia altri commenti. Ma aggiungo due cose:
Uno, mi ero dimenticato di farti notare che non userei il termine "strusciare" per i rovi. Non mi rende quell'idea di pelle tirata e graffiata. ma è una sottigliezza ^^
Due, io non sono uno che da super importanza al tema. Anche perché mi pare un po' contraddittorio. Però il fatto che sia solo un rassicurazione, il bere sangue, non mi sembra negativa. E poi richiama, appunto, il vampirismo senza nominarlo. A me non è dispiaciuto..


10) Derek-Derke e l'antico sospiro perduto
Parlando del testo invece mi ritrovo, purtroppo, a non condividere la tua visione narratologica, per così dire.
Proprio non capisco il testo. È come se non avesse né un'entrata né un'uscita.
Non dico che vada male, ma non arrivo al senso. Cosa volevi dire con questo racconto?
C'è un uomo narcisista che è insoddisfatto di sé. Sconfortato va al lago in cui il fantasma gli mostra di un furto che si sta per compiere (no?). Sventato il crimine, porta la collana al fantasma che si rivela essere l'altra metà di un'entità acquatica. E quindi?
Mi sento come se avessi perso qualcosa, e forse è così, per questo te lo sto chiedendo ^^
È un frammento sintetizzato di un racconto più ampio. Potrebbe essere l'inizio di un "super-eroe" però così non... gira.

Comunque... nel particolare.
Si vede tantissimo che lo spiegone finale del fantasma è messo per far quadrare tutto. E non ci sta proprio.

Il narcisismo di lui l'ho trovato, tutto sommato, irrilevante per la storia.

Sarà per il venerdì sera, ma non sono riuscito a raffigurarmi bene i luoghi, gli spazi, e il protagonista. Penso sia essenziale in racconti così brevi.

Ci sono una serie di cose da segare, come: "...da cui uscì una donna, o meglio, il fantasma di una donna." Questo caso in particolare non ha una valenza comica né drammatica lo specificare e l'ho trovata del tutti inutile. "Una donna fantasma" ci stava benissimo.

Detto questo mi leggo i commenti degli altri e vedo se mi son perso qualcosa :)

D'accordo con gli altri. Anche sui tempi verbali che, però, io non faccio mai notare in quanto rientrino in quell'insieme di cose che si sbagliano alla prima stesura e una manciata d'ore non bastano per vedere e correggere.


11) Non erano solo favole
Guarda, devo subito scriverti che un brivido così non l'ho mai provato mai in tutta la mia breve carriera da lettore. Nel particolare mi riferisco quando ad Anna balena in mente di uccidere lei e la figlia.
È positivo?
Eh, me lo sto chiedendo anche io..
Perché l'emozione è stata forte per una lettura e quindi di primo impatto direi di si. Però poi, ripensandoci, capisco che sono rabbrividito al pensiero che una madre possa avere pensieri del genere e convincersene con tanta spensieratezza. Era così mal messa, depressa, da arrivare a tanto? Cioè, ha ancora un tetto sulla testa.. mi è parso esagerato.

Detto questo comunque non mi è dispiaciuto il tuo racconto. Per quanto mi riguarda è stato il primo ad avere una dimensione di trama con uno spessore. Nulla togliere agli altri, perché si capisce che in 3000 battute non è semplice. È quindi una nota di merito per te ^^

Devo aggiungere però che il finale è stato un po' semplice, telefonato per così dire. Il lieto fine mi fa anche sospirare di sollievo, ma non mi lascia arricchito, non so se rendo l'idea.
Avrei optato, non per forza a qualcosa di tragico (anche se sono un fan di queste cose), ma almeno una fine più "elaborata".

Mo' mi leggo gli altri commenti e vediamo che dicono :)

Azz... mio ero completamente dimenticato del tema. Io non sono uno che ci fa molto caso. Sto ripetendo, anche troppe volte, nei commenti che il tema dev'essere a libera interpretazione dell'autore/autrice.
Ma tralasciando il fatto che non è tanto un super-potere inconsueto di lei, quanto una caratteristica del pupazzo ('sticazzi aggiungerei xD) io avevo capito che fosse solo una mezza cacata della mamma di Anna della serie, quando tutto sarà perduto guarda a Est il sorger del sole, o simile :D
Questo devi assolutamente aggiustarlo.

Bene, li ho letti tutti e alla fine, ok, ci siamo. Niente d'aggiungere ^^
Sennonché...!
Non dovrei. Lo so che non dovrei farlo, ma lo faccio lo stesso xD
Io sono un fissato con le motivazioni dei personaggi e tutto il loro mondo. Mi piace capirli, come mi piace mettermi nei panni della gente nella realtà. Ho fatto diversi corsi di scrittura dove mi sono stati spiegati più volte questi concetto (anche se ho ancora molto da maturare, non lo nego). Per tutto questo voglio insistere sul movente che spinge Anna a pensare a un omicidio. Capisco che 3000 battute sono troppo poche per farmi vedere a uno sviluppo psicologico decadente in cui entra in una spirale di depressione e autodistruzione, ma ci sono altre vie. E lo so perché alcuni ci riescono, non vedo perché te no? ^^
Basta che mi fai vedere Anna nella prima scena con un coltello in mano che lo picchietta di punta sul tavolo lasciando un'infinità di buchi, mentre pensa "Semplice. Sarebbe così semplice", e in due righe ti sei tolta il problema.
Insisto perché in qualche commento ti dicono che, sì, l'atmosfera è quella giusta perché si compia un omicidio. No, davvero. Non per me. Io ho avvertito sconforto, non pazzia. Magari mi sbaglio io, figuriamoci. Sono il Sig. Nessuno rispetto ad altri. Voglio solo darti un contrappeso.
Spero di essermi spiegato bene senza troppa presunzione :)


12) Verde negli occhi
Ti dico subito come la vedo io e spero di non essere troppo brusco, ma non saprei dirtela in altri modi.
È inutile che ti parli della tematica, della storia o dei personaggi (che comunque gli andrebbe data un'occhiata), perché trovo più grande il problema della scrittura in sé.
Ho fatto molta fatica a leggerlo. Di mio ci metto che ero affaticato mentalmente per un'altra questione, però non si può prendere come giustificazione. Si sa che la maggior parte dei lettori è distratta anche quando non vuole esserlo :D
Non riesco a prenderti un esempio perché è proprio l'insieme a non andare. Spesso una frase non conduce a quella successiva, non accompagna. Non ci sono nemmeno spazi bianchi a sufficienza per dare respiro e ritmo a chi legge. E altro ancora.
Mi dispiace se non ti do indicazioni più dettagliate, ma è proprio da prendere frase per frase, parola per parola, e rimetterlo in piedi. È un lavoro troppo lungo da fare.
Ti consiglio di metterti lì, con sega in una mano e martello nell'altra, e farne un nuovo racconto dai cambiamenti che dovresti fare (sempre parlando di scrittura).


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Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 29 settembre 2016, 15:33

Commenti e classifica in un'unica soluzione.

1. Veni, vidi, WC, di Eleonora Rossetti
Geniale. Al di là dell' indubbia originalità (e pertinenza) del titolo, dell'originale superpotere scelto per il tuo protagonista, ho trovato davvero notevole il contrasto continuo fra farsa e thriller. Normalmente avrei avuto difficoltà a leggere una storia in cui si presuppone stiano seviziando un bambino, invece in questo caso c'era il continuo bilanciamento surreale del protagonista a salvare la mia labile emotività. Ottimo lavoro davvero.

2. Le voci, di Alexia Bianchini
Un racconto che mi è piaciuto molto, lineare nonostante il (riuscito) virtuosismo di sovrapporre due personaggi nella medesima voce narrante. Mi piace anche l'idea che il medium sia prosaicamente al servizio di un assicurazione e non sono d'accordo con chi ti corregge il fatto che chiamino prima il cliente della polizia (certo che si dovrebbe fare altrimenti, ma loro sono pagati da un privato, mica dalle forze dell'ordine!). Non è un superpotere inconsueto in narrativa? Lo è comunque il fine ultimo per cui viene utilizzato.Bel racconto, complimenti.

3. Dieci secondi, di Nicola Gambadoro
Un racconto che ho apprezzato, sia per la forma cinematografica con cui presenti le immagini, assai coinvolgente, che per il clima di malinconica ineluttabilità che lo permea (non mi sembra necessario aggiungere riflessioni sull'immutabilità del destino, si evincono facilmente dalla vicenda). Come dire: un superpotere straordinario ma, nella pratica, completamente inutile. E questo aspetto sottende riflessioni interessanti. Certo, tutte le volte in cui c'è un viaggio nel tempo, breve o lungo che sia, qualche incongruenza si può andare a cercare (e si trova sempre). Ma, in questo contesto mi pare accettabile.

4. Non ti scordar di me, di Angela Catalini
Punta di diamante del racconto è il finale grottesco, e direi che se il tuo obiettivo era strappare un amaro sorriso, con me ci sei riuscita. Non trovo neanche necessario ( come suggeriscono alcuni commentatori) dover preparare di più il vicino rompicoglioni, perché di gente sopra le righe è pieno il mondo.
Mi ha convinto meno la parte iniziale, in cui attendevo che saltasse fuori un superpotere "magico" ( e in questo il ricorrere delle citazioni di Harry Potter ha creato un'aspettativa evidentemente fuori luogo) e il dialogo iniziale, che inizia un po' ingessato e poi si dissolve in un raccontato (credo per economia di caratteri) che dà la sensazione di "tirato via". Tanto varrebbe raccontare fin dall'inizio, credo. Bello il titolo che richiama la canzone amata dalla protagonista.

5. Una porta socchiusa ai confini del sole, di Francesco Nucera
Ciao Francesco, il tuo racconto è davvero divertente, soprattutto per l'"indovina chi" delle divinità che lavorano in questo strambo locale. (Levami una curiosità, l'oste ciccione è Budda?) Ed è suggestiva anche la "discarica solare" dove il nostro amico getta l'umido di fine serata.
Ho la sensazione però di essermi persa qualche pezzo: cioè non capisco bene chi sia Leo, a quale religione/credo faccia riferimento la sua figura e come sia finito lì. Magari è un mio limite culturale. Se invece è un soggetto avulso dalle fedi, si perde un po' un'occasione di caratterizzare oltre il racconto, a mio avviso.( Sempre che non si diventi dei DOPO aver lavorato nel locale, e allora in effetti sarebbe un altro discorso.)

6. Gli uomini vuoti, di Adriano Muzzi
Come spesso capita, ad arrivare tardi le osservazioni pertinenti sono già state fatte. Il racconto in sè mi è piaciuto e ho vi ho trovato un contesto originale per un superpotere classico. Per me tutto bene. La scrittura mi pare ben condotta, non ho particolari osservazioni al riguardo. Non mi ha convinto il titolo (il problema del protagonista non è tanto che gli uomini siano vuoti, quanto troppo pieni di pensieri!) e il finale, in cui mi si sono un po' confuse le idee. Il terrorista è il bambino? Lui sente la voce cambiata, perché è un altro personaggio? Oppure è la madre del bimbo e per questo lui ha paura?

7. L’altra parte del vetro, di Manuel Piredda
Con la frase sull'evoluzione e il tempo che genera solo ruggine...il racconto mi ha conquistato! In realtà mi piaceva anche il clima malinconico da zoo, gli scienziati inconsapevolmente insensibili, la "creatura" nel suo triste essere oggetto di osservazione e, probabilmente, sperimentazione (sono cliché, lo so, ma li hai resi bene e dunque mi hai coinvolto).
Non trovo fuori luogo il ragionamento sulle fratture: mi perdoni chi ha messo delle tempistiche precise alla guarigione, ma il processo di rimaneggiamento osseo con attivazione di osteoclasti e osteoblasti inizia immediatamente dopo il danno. Presumo che questi robot così avanzati non si limitino ai raggi X anni 50 ma valutino con strumenti più raffinati per osservare come l'osso abbia una "vita" che al metallo dei loro componenti certo manca.
Mi ha lasciato molto più perplessa la mancanza di contestualizzazione (utile per l'effetto sorpresa ma arma a doppio taglio per la sospensione della credulità) che non spiega come queste creature, frutto dell'ingegno dell'uomo, ne abbiano dimenticato l'esistenza, pur tramandandone i concetti filosofici (tipo l'evoluzionismo).

8. Volare di notte, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele, questo racconto mi mette in grave difficoltà nel giudizio.
Partiamo dalla voce del malato in coma, che sfreccia libero: mi è piaciuta, anche il fatto che si rivolga a un generico "voi" uscendo dal guscio di solitudine che ci aspetterebbe in questo contesto. È come se si rivolgesse alla coscienza comune dell'umanità, quella parte onirica e condivisa di noi che sfugge alla coscienza. Molto suggestivo.
La parte invece ospedaliera non mi convince. Anche perché, nella vita, faccio proprio il dottor Zero e ci sono degli aspetti che trovo claudicanti. Prima di tutto, per la legge italiana, non decide ne' la figlia ne' il medico che vengano staccate le macchine, ma ciò avviene dopo un periodo di sei ore di osservazione clinica e strumentale prescritto dalla legge. Non si fa quando si vuole o ce la si sente, ma è obbligatorio nel momento in cui sussistono determinate condizioni. Quindi l'attesa di anni sarebbe stata impossibile, se le condizioni c'erano. E anche il dialogo medico/ paziente non potrebbe avvenire in quei termini.In secondo luogo, la macchina che fa "bip" sull'afflato di vita è una licenza poetica che fatico a inquadrare in qualcosa di realistico.
Infine non posso condividere il messaggio sotteso, in cui il dottor Zero vuole (per mancanza di empatia e sensibilità) togliere al nostro protagonista il suo superpotere, quando so che la sospensione dei supporti meccanici avviene in condizioni più che accertate e che è un'azione che il più delle volte, permette la vita di altre persone.
Scusa se mi sono dilungata, uscendo dal seminato letterario, ma è un tema che mi tocca troppo da vicino.

9. Un goccetto e passa tutto, di Maria Rosaria Del Ciello
Ciao Maria Rosaria, l'idea del tuo racconto è interessante, anche perché devia leggermente rispetto alla definizione di superpotere che (fino ad ora) ho trovato nei racconti proposti. Il superpotere qui è rassicurazione, probabilmente autosuggestione: ma se il protagonista è convinto che lo sia, il tema è perfettamente azzeccato. L'inizio (scoperta) è suggestivo, la parte centrale (conferma) ugualmente interessante. A questo punto però il climax si ferma. L'uomo ci informa di essere diventato un assassino e la parte che ci si aspetterebbe più forte (o conclusiva) viene sbrigati in fretta, con anche un certo distacco. Non so, non è una soluzione che mi convince. Salvo magari inserire la narrazione in un contesto particolare, in cui la "confessione" della voce narrante assume un significato (per esempio racconta questa storia a una vittima tardiva del suo bisogno).

10. Verde negli occhi, di Andrea Crucitti
Un racconto dal tema molto suggestivo, che come toni e ambientazione mi ha ricordato "Il segreto del bosco vecchio" di Buzzati ( che mica è paglia!). Poi, avendo io un'anima "verde", ho apprezzato molto il messaggio sotteso.
Quella che, secondo me, andrebbe un po' rivista, è la tecnica di scrittura. Credo abbia ragione Andrea quando nota (nella prima parte) frasi che si susseguono della medesima lunghezza, con cadenza analoga, ciascuna informativa più che descrittiva. Anche l'aspetto formale (quasi musicale)ha la sua importanza nell'attrarre il lettore. Ho preferito la parte finale d'azione, correttamente mostrata.

11. Non erano solo favole, di Alessandra Corrà
Un racconto che ho trovato ben condotto fino a metà circa. Poi, come altri commentatori prima di me, ho faticato a trovare il superpotere nell'orsacchiotto che, all'improvviso, si trasforma in salvadanaio. Va bene, è stato preso in India (anche se gli orsacchiotti non sono propriamente un prodotto tipico, ne' dal punto si vista artigianale ne' simbolico, dell'India; a maggior ragione e nei tempi in cui si presuppone sia andata la madre della protagonista), ma anche considerandolo un oggetto magico tout court, dov'è il trigger della magia? La madre aveva detto che sarebbe riuscita a usarlo nel momento in cui avrebbe percepito le giuste connessioni. Ma non mi sembra stia cogliendo alcuna rivelazione, nel momento in cui gli amputa l'orecchio. Anzi, è abbastanza fuori di testa da ipotizzare l'uccisione del figlio. Quindi non mi tornano molto i conti. Ben descritta, comunque, la disperazione della madre.

12. Derek-Derke e l’antico sospiro perduto, di Fabiana Donato
Un racconto sicuramente caratterizzato da immagini suggestive e simbolismi raffinati (il doppio, il segno dei pesci, lo specchio d'acqua). L'idea non mi è dispiaciuta, anche se la sensazione è che tu avessi in mente un racconto ben più complesso e lo abbia concentrato nei caratteri richiesti, costringendoti ad affastellare concetti ed eventi. Così finisco per non capire che importanza abbia ai fini della storia il narcisismo del protagonista, quale sia la necessità che lui e la sua compagna fantasma si dedichino alla lotta verso il crimine (aspetto che fa un po' prequel di un serial, a mio avviso) e cosa si intenda per "antico sospiro perduto" C'è molto materiale interessante, ma credo vada rielaborato.

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Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 29 settembre 2016, 19:00

CIAO A TUTTI
Premessa: i commenti postati qui di seguito non saranno messi belli belli, con i giusti spazi e altri ammennicoli, perché non ho tempo!
Ho cercato di essere un po' più presentabile nei singoli thread...
Inoltre alcuni racconti che mi sono piaciuti (la cosiddetta pancia) magari sono finiti un po' più in basso di quanto avrebbero meritato per lo stile, ma l'aderenza al tema e l'originalità hanno avuto un peso non indifferente!
Quindi, beccatevi i commenti in ordine sparso e poi la classifica. È stato bellissimo leggervi!

Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
TRAMA: ma come, invece che in un luogo rassicurante e accogliente dove si beve caffè Lavazza, tu ci fai finire in una pizzeria multireligiosa, dove, tra il resto, ci mettono subito a sgobbare?
PERSONAGGI: ben delineati i "capi" delle varie confessioni religiose, pochi tratti, ma estremamente efficaci: il capellone che versa vino dalla brocca d'acqua è un po' stereotipato nell'aspetto, ma assolutamente fantastico nel gesto!
Unico appunto: mentre per tutte le altre divinità riesci a essere più originale nella descrizione, facendole passare quasi come freaks (mi hai fatto ricordare il film "Big fish"), per il demone mi sei sembrato troppo chiaro e diretto: quel "demone rosso con le corna ricurve" spezza l'incanto, toglie qualunque dubbio.
ORIGINALITÀ: pur avendomi ricordato a grandi linee "A volte ritorno", devo ammettere che l'introduzione dei pastafariani mi ha sorpresa... quindi non originale al 100%, ma non certo banale!
STILE: la tua scrittura è sempre molto curata e lineare, senza fronzoli e, a parte un "e strabuzzando" sicuramente sfuggito in fase di rilettura... nulla da eccepire.
COERENZA AL TEMA: il super potere insolito è presente, quindi pollice su
AMBIENTAZIONE: ben strutturata
PANCIA: mi è piaciuto tantissimo!

NON TI SCORDAR DI ME
ANGELA CANTALINI
TRAMA: sempre detto che i vicini sono un'invenzione diabolica! Anche quando decidi che è ora spegnere le luci e calare il sipario... loro piombano in sala e ti rovinano il finale!
PERSONAGGI: un po' opachi, privi di reale caratterizzazione, difficile empatizzare con essi
ORIGINALITÀ: hai affrontato il tema in maniera veramente ironica e originale. Brava!
STILE: narrazione che mi è sembrata sotto tono rispetto al tuo solito, con parecchie imperfezioni (IMHO) tipo:
Durante la strada incontrò Alvise con la moglie,
Lungo
devo scusarmi con te e con tua moglie,
Visto che la moglie è presente, mi parrebbe più logico un "devo scusarmi con voi"
Il sorriso sul volto di Alvise scomparve di colpo lasciando il posto alla fronte corrucciata.
Detto così suona come se la fronte corrucciata passasse sotto il naso, al posto della bocca! Magari insisterei sul sorriso che si trasforma in altro (che ne so, un ghigno o affini)
Avrebbe potuto consegnargli
Consegnare loro
mentre versava l’intero tubetto degli psicofarmaci
Questa immagine fa molto film americano: in Italia i farmaci, nella maggior parte dei casi, sono in blister, non nei tubetti!

puoi liberarti di tasse, creditori e strozzini, ma non esiste magia, incantamento o super-potere per liberarsi dai rompicoglioni.
Liberarti, come il precedente
COERENZA AL TEMA: mi sembra un po' tirata: in fondo NADIA desidererebbe avere dei superpoteri, ma non ha neppure il potere di mettere termine alla sua misera vita
AMBIENTAZIONE: non mi ha pienamente convinta, soprattutto per la artificiosità dei dialoghi
PANCIA: l'idea del vicino talmente rompicoglioni da interferire anche col tuo suicidio e... geniale!

L'altra parte del vetro
Manuel Piredda
TRAMA: mala tempora currunt per gli esseri umani, in questo racconto! Le macchine e l'intelligenza artificiale hanno preso il sopravvento e la specie umana si è estinta, ma un giorno viene ritrovato in vita un cucciolo di uomo, un essere che nel corso del tempo dimostra poteri straordinari, sconosciuti al mondo delle macchine.
Una vita passata a cercare di carpirne il segreto attraverso un freddo vetro, una barriera che unisce, separando, due individui così vicini e così lontani...
PERSONAGGI: non ci sono personaggi marcati, individualità forti, ma del resto il racconto non si basa su personaggi singoli, quanto sull'incontro tra civiltà diverse, sulla meraviglia collettiva di fronte al prodigio di ciò che non conosciamo, per cui... ottimo lavoro!
ORIGINALITÀ: unica critica (ma neanche tanto, solo che pareva brutto incensarti in maniera sconsiderata!): non particolarmente originale sia come ambientazione (vedi oltre) che per l'idea che ciò che è normale quando si è maggioranza diventi motivo di timore e stupore quando si passa alla minoranza assoluta (vedi finale di IO SONO LEGGENDA di Matheson)
STILE: ottimo lo stile.
Solo un dubbio (legato alla mia ignoranza in ambito fantascientifico):
Gli scienziati, eccitati, si scambiavano silenziosi messaggi telepatici
dei robot? Messaggi telepatici?
COERENZA AL TEMA: le proprie normali potenzialità possono diventare un super potere in un contesto anomalo. Diciamo che il tuo racconto mi ha fatto venire in mente il detto "Big in Japan"
Pollice su
AMBIENTAZIONE: ben riuscita: leggevo e vedevo charlton heston nei panni di George Taylor (lo so che ci sono versioni più recenti... ma io sono giurassica, per cui per me il pianeta delle scimmie è solo uno!)
PANCIA: se non si fosse capito mi è piaciuto tantissimo!


Le voci
di Alexia Bianchini
TRAMA: un'agente delle assicurazioni si avvale delle capacità medianiche del suo compagno per risolvere i casi più complessi... e il povero diavolo si ritrova a vivere da pendolare tra la vita e la morte.
PERSONAGGI: la narrazione ripetitiva, ossessiva della parte iniziale mi ha fatto sentire la disperazione e la follia che sperimenta il protagonista, per cui, ottimo lavoro.
Anche il cambio di registro, drastico e improvviso, che segna il ritorno al presente con una Linda in carriera, indifferente alla sofferenza del suo compagno, pur spiazzandomi, mi è piaciuto molto perché dice molto al di là delle parole.
Tuttavia:
Lo so che avrà un aumento per questo caso, tuttavia ogni viaggio che faccio mi porta via qualcosa. Temo che vivere la morte degli altri in prima persona mi consumerà l’anima, o che un giorno non sarò più in grado di tornare indietro.
Ma quante indagini assicurative di morte si trova a seguire, Linda? Non è che è, per caso, la Jessica Fletcher delle assicurazioni?
ORIGINALITÀ: non ho trovato il tema particolarmente originale, anche se l'uso di un agente assicurativo al posto del solito commissario ne ha alzato il livello!
STILE: periodi brevi, sincopati e ripetitivi rendono bene lo stato di alterazione mentale del protagonista. Pollice su.
Solo una nota:
Le voci parlano di assassinio.
Secondo me ci starebbe meglio omicidio

COERENZA AL TEMA: superpotere presente anche se non particolarmente insolito.
AMBIENTAZIONE: giochi molto con le emozioni, l'ambientazione è in secondo piano, ma non è un grave difetto.
PANCIA: mi ha coinvolto meno di altri.


Veni, vidi, WC - Eleonora Rossetti
TRAMA: pulire i bagni dell'autogrill non è un lavoro particolarmente gratificante, ma per qualcuno può trasfirmarsi nel mezzo per diventare un eroe

PERSONAGGI: en caratterizzati, anche se Giulio mi sarebbe parso più VERO se avesse avuto almeno un tentennamento, un dubbio prima di partire a caccia del pedofilo (penso che sia umano, soprattutto in conseguenza di una tale rivelazione e da una tale fonte!)

ORIGINALITÀ: idea assolutamente originale!

STILE: il tuo stile è una certezza. Solo alcuni dubbi:
qualcosa emerse dalle persiane
Mi fa pensare a un blob che fuoriesce tra le assicelle delle persiane, secondo me sarebbe più corretto dire semplicemente che
emerse dalla finestra
Anche perché, di solito, i i motel hanno le finestre oscurate da pesanti tende e non da persiane (o al massimo da serrande, che si devono tirare su!)

Contorcendosi come una serpe, riuscì a far scivolare i jeans e le mutande, si sedette sulla tazza e liberò tutto ciò che poteva, con la paura a fargli da lassativo.

Mi riesce difficile immaginare come possa aver fatto a slacciare i pantaloni (se non addirittura la tuta da lavoro che spesso gli addetti alle pulizie utilizzano)!

La polizia irruppe una ventina di minuti dopo, proprio quando si stava convincendo di dover offrire un tributo più corposo per avviare una vera comunicazione.
Già aveva evacuato stimolato dalla paura: cosa c'è di più "corposo"?

COERENZA AL TEMA: rispettatissima

AMBIENTAZIONE: nulla da eccepire

PANCIA: mi è piaciuto tanto!


Verde negli occhi
andrea.crucitti
TRAMA: un albero dona un potere straordinario a un bambino che, diventato adulto, si annichilirà riportando in vita quello stesso albero ucciso dalla sete di denaro dell'uomo.
Leggendo questo racconto Pinocchio si sentirebbe una pippa!

PERSONAGGI: Ci dici che Fiorenzo acquisisce questo potere a soli tre anni di età, che è un solitario, che soffre fisicamente per ogni ferita inferta alle piante...ma appunto ce lo dici, non ce lo fai vedere! SHOW, DON'T TELL!
Inoltre:

A soli 3 anni si era già perso più volte nel bosco vicino casa.

Mi sorge un dubbio: mia figlia ha 4 anni e credo che se sfuggisse al mio controllo per addentrarsi in un bosco vicino a casa e non la ritrovassi per tre giorni... non ci sarebbe una seconda volta perché come minimo le metterei il guinzaglio corto... i genitori di Fiorenzo invece non fanno una piega davanti alle reiterate fughe del bimbo (e se a tre anni si è già perso varie volte, a che età ha iniziato a "fuggire"? Quando ancora gattonava? )
Mi sembrerebbe più realistico alzare l'età del bimbo!

ORIGINALITÀ: mi è piaciuta l'idea di quest'uomo, che potrebbe essere il contraltare di Poison Ivy: mentre lei controlla la natura, la usa, lui è controllato dalla natura e sacrificato a essa.

STILE: questo è il punto debole della narrazione: si vede che hai ben chiara questa storia poetica ed ecologista, ma, secondo me, non riesci a "passarcela" con la stessa intensità.

Infatti, a parte l'uso dei tempi verbali che andrebbe ampiamente rivisto, come già detto, c'è troppo raccontato e poco mostrato.
Ritengo che con una buona riscrittura la storia possa guadagnare molto.
Il mio consiglio è di metterci mano e sfruttare il laboratorio (in cui anche il numero di caratteri è di maggiore respiro)
Inoltre:

-capisco che l'uso dei caratteri numerici (3 anni... 3 giorni) al fine di risparmiare caratteri... ma non va bene!

-Quando arrivarono era già finita. Eppure solo fino a poco prima la luce che aveva inondato la vallata era ancora visibile, tra i rami dei pochi alberi rimasti, nel suo lento ritirarsi verso il centro di quel cimitero di alberi.

questa introduzione, già di per sè di difficile comprensione (nel senso che è contorta la frase), è incomprensibile fino a che non si è letto tutto il racconto e, sarà un mio limite, ma non mi è piaciuta, secondo me sarebbe stato molto meglio iniziare il racconto direttamente dal paragrafo successivo e al limite usare questa immagine poetica nel finale

COERENZA AL TEMA: presente

AMBIENTAZIONE: sempre lo stesso problema: troppo narrato e poco mostrato

PANCIA: non mi ha entusiasmato, ma ci vedo buone potenzialità, quindi, pur non essendo tra i miei preferiti, si attesta in una buona posizione mediana.

Dieci secondi- Nicola Gambadoro
TRAMA: ...da consumarsi preferibilmente entro il...
ecco, ti danno un super potere e non ti avvisano che a furia di usarlo arriverà il momento in cui farai cilecca! E guarda caso succede proprio nel giorno in cui ti è indispensabile e ne va della tua vita...
PERSONAGGI: questo è fondamentalmente un racconto dominato dall'azione, in cui chiunque potrebbe essere Joan e Lina, per cui va bene l'indeterminatezza, la nebulosità in cui lasci i due protagonisti
ORIGINALITÀ: non particolarmente originale il ritorno nel passato, ma guadagna punti con la sua brevità (in 10 secondi sembra di non poter fare nulla di importante e invece...)
STILE: qualche refuso, ma niente di che.
Secondo me avrebbe reso molto bene, a livello emotivo in prima persona, anche perché il narratore non pare così extradiegetico e distaccato, ma poi ci sarebbero problemi di legittimazione alla narrazione, per cui... niente, mi stavo facendo un po' di pippe mentali!
COERENZA AL TEMA: presente e rispettata (leggendo il racconto,però, non riuscivo a fare a meno di vedere Bill Murray in Ricomincio da capo)
AMBIENTAZIONE: una strada, un furgone, e null'altro, ma in fondo lo scenario non ha importanza, sono gli eventi a parlare!
PANCIA: non mi ha convinto quanto altri racconti.

UN GOCCETTO E PASSA TUTTO
M. R. Del Ciello
TRAMA: non ci sono più i vampiri di una volta, quelli che venivano generati dal morso di un altro succhiasangue: siamo passati al vampiro 2.0, un autodidatta!

PERSONAGGI: un po' opachi, non so essere più specifica, ma non sono proprio riuscirà a empatizzare. Anche la loro omosessualità non mi sembra così pregnante (non sarebbe cambiato nulla se fossero state due donne o una coppia eterno o qualunque altra variazione arcobaleno!)

ORIGINALITÀ: ho apprezzato la gestione di un potere inflazionato (vampirismo) in maniera, appunto, originale!

STILE: l'ho trovato un po' pomposo, più adatto a un Lestat che a un uomo moderno

Inoltre:

La paura di perdere il mio amato, la paura si fosse ferito mortalmente, ecco, ancora una volta il timore fu placato dal sangue che sembrava guarire ogni mio tormento.

Mi sembra un po' esagerato che pensi il compagno addirittura ferito mortalmente dal coltellino....

Sono passati anni e da allora tengo sempre una scorta in frigo. Ho saccheggiato ospedali, commesso omicidi e ogni altro genere di efferatezza per procurarmi la giusta dose da conservare e utilizzare nei momenti di necessità.

Insicuro forte il tipo, se addirittura deve uccidere e saccheggiare ospedali per avere il sangue necessario a superare le sue paure!

COERENZA AL TEMA: presente, anche se un po' ai limiti della normalità (con tutti vampiri sbrilluccicanti che ci circondano!)

AMBIENTAZIONE: bella la descrizione iniziale del calar delle tenebre... che avresti potuto rivisitare quando nello stesso boschetto torna col compagno (avrebbe creato un bel movimento circolare: la prima volta l'epifania, la seconda volta la sua conferma)

PANCIA: non mi ha entusiasmata particolarmente.

VOLARE DI NOTTE - Raffaele Marra

TRAMA: allacciate le cinture di sicurezza, il viaggio sta per iniziare: se finora avete viaggiato con la Free Drugs Airlines siete solo dei principianti!
Venite, venite a provare la Coma Airlines e non tornerete più indietro!

PERSONAGGI: più che PERSONAGGI questo racconto pullula di paesaggi, emozioni, sentimenti.

ORIGINALITÀ: non trovo particolarmente originale il super potere attribuito al protagonista, ma è invece vincente l'idea di farlo parlare ad altri, che siano divinità, anime trapassate o semplici ombre di persone lasciate.

STILE: e dovrei pure trovare qualche difetto? La parte iniziale è poesia pura!

COERENZA AL TEMA: presente

AMBIENTAZIONE: sto cercando su internet la compagnia aerea... basta come opinione?

PANCIA: bellissimo!

GLI UOMINI VUOTI
Adriano Muzzi
TRAMA: un soldo per i tuoi pensieri...tanto i miei già li conosci, vero, brutto voyeur della mente!

PERSONAGGI: ottima resa dei personaggi che ci appaiono veri, soprattutto perché c'è li fai vedere attraverso la parte più vera, i loro pensieri. Complimenti!

ORIGINALITÀ: sicuramente il super potere in gioco non spicca in originalita, come ho trovato (passami il termine) un po' banale l'idea di usarlo per sventare un attentato terroristico.

STILE: bellissima la prima parte, un po' più prosaica la seconda, ma ho apprezzato molto la gestione dei pensieri: siamo noi, che attraverso il protagonista, entriamo in quel mondo sconosciuto e sporco delle menti altrui.

COERENZA AL TEMA: presente

AMBIENTAZIONE: pochi efficaci tratti. Bravo

PANCIA: senza ESPLOSIONI di entusiasmo, ma un buon lavoro!

NON ERANO SOLO FAVOLE
ALESSANDRA Corra

TRAMA: a me gli orsetti di peluche hanno sempre messo un po' di angoscia, ma ora credo che mi armerò di coltello e mozzerò orecchie orsettose alla ricerca di un tesoro!

PERSONAGGI: non riesco a vedere in 3D questa donna disperata e la sua bambina, tutto è troppo raccontato

ORIGINALITÀ: non avendo capito la storia (nel senso delle consegne) non riesco a valutarne nemmeno l'originalità.

STILE: come già detto la trovò troppo tell e poco show!
Ma soprattutto mica ho capito quali sarebbero le favole che diventano vere: il tesoro nascosto nel giocattolo?

COERENZA AL TEMA: probabilmente è un problema mio, ma non ho mica capito quale sarebbe il super potere!

AMBIENTAZIONE: non mi fai VEDERE la situazione di miseria in cui le due sono costrette a vivere, Rick limiti a RACCONTARMELA, descriverla e questo non mi coinvolge!

PANCIA: mi dispiace, ma, come ho già detto, forse per limite mio, non ho capito molto!

DEREK-DERKE E L'ANTICO SOSPIRO PERDUTO
Fabiana Donato
TRAMA: credo che parteciperò al casting de Il Grande Figo, ma forse potrei tentare anche con Belloccio Factor o con MasterBono! Perché io sono bello bellissimo, ma tanto solo, nessuno mi ama... Perché Barbara D'Urso non mi chiama nella sua trasmissione come caso umano? In fondo sono un bello e dannato! Ma... ecco la mia nemesi sorgere dalle acque... ti amooooooo!
PERSONAGGI: troppe cose in soli 3000 caratteri, personaggi che per vivere hanno bisogno di più spazio e di specchi immensi!
ORIGINALITÀ: sicuramente originale l'idea di accostare lo yin e lo yan.
STILE: Mi sembra che la storia che ha mosso la tua tastiera avesse bisogno, come ho già detto, di più respiro: troppe cose o (come direbbe il genio di Aladdin): infiniti poteri cosmici... in un minuscolo spazio vitale!
Alcune note:
Attenzione ai tempi verbali!
Evita i blocchi di narrazione, lascia spazio, dai aria al tutto, se no il lettore soffoca!
E poi,dopo un intero racconto in cui usi un registro elevato, no, non puoi scadermi in un "combattiamo il crimine" più adatto al Batman televisivo degli anni 60!

COERENZA AL TEMA: presente
AMBIENTAZIONE: confusa
PANCIA: lo ammetto, è il racconto che mi ha convinta meno, ma questo non vuole dire che non possa essere valido. Secondo me dovresti prenderti più tempo e rielaborarlo con calma dando il giusto spazio e respiro al tutto!









CLASSIFICA:
1. L'ALTRA PARTE DEL VETRO
2. UNA PORTA SOCCHIUSA AI CONFINI DEL SOLE
3. VENI, VIDI, WC
4. VOLARE DI NOTTE
5. GLI UOMINI VUOTI
6. NON TI SCORDAR DI ME
7. LE VOCI
8. VERDE NEGLI OCCHI
9. UN GOCCETTO E PASSA TUTTO
10. DIECI SECONDI
11. NON ERANO SOLO FAVOLE
12. DEREK-DERKE E L'ANTICO SOSPIRO PERDUTO

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Sybilla Levanti
Messaggi: 142

Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 29 settembre 2016, 22:10

Classifica e commenti:
01. - Una porta socchiusa ai confini del sole
Hey Ceranu/Francesco! Delizioso il tuo racconto. A me ha ricordato la cantina di Mos Eisleys su Tatooine di Star Wars, con le divinità che si sciallano come clienti e lavoratori in questo mentre il titolo mi ha rimandato a "il ristorante al termine dell'universo" di Douglas Adams per lo stile scanzonato e il titolo. Il mio cervello funziona per associazioni mentali.
L'idea del superpotere di manipolazione post mortem che permette di accedere a una forma di divinità la trovo molto carina - l'ho letto a ora di cena e ciao...mi hai fatto voglia di pizza, pasta e una bella birra! - e sicuramente alternativa.
Non ho trovato particolari pecche nella trama, a parte un pochino nel finale, ma la battuta di Buddha in qualche modo salva in extremis la situazione.

02. - L'altra parte del vetro
Hey Invernomuto! Gran bel racconto sci fi. Come altri anche io ho subodorato il nocciolo della trama, che mi ha rimandato a varie altre cose lette e viste (ma non è una critica negativa, solo una considerazione), per alcuni indizi che hai disseminato nelle prime righe. Con pochi tratti sei riuscito a creare un mondo distopico in cui l'intelligenza artificiale - ma quanto artificiale poi? - ha il dominio sulla società e gli umani sono "cose" da studiare e osservare in quanto dotate di poteri non presenti tra i robot come appunto la cicatrizzazione e la riparazione delle ossa.

03. - Un goccetto e passa tutto
Hey Maria Rosaria, bello il tuo racconto. Come diceva il buon Zio Vlad "il sangue è vita", nel tuo caso mi permetto di parafrasare in "il sangue è coraggio". Come idea non è male, essendo io poi una vampira...se parli di sangue mi fai felice.
Purtroppo, se la trama mi è piaciuta molto da un punto di vista più tecnico, l'ho trovato un po' sbilanciato, nel senso che la prima parte è molto più estesa e narrativamente completa rispetto alla seconda, che ho sentito un po' "tirata via" e con parecchie sospensioni che non concedono appieno alla trama di svilupparsi e il finale ne ha risentito.

04. - Le voci
Ciao Alexia, i racconti che parlano di morti son sempre di mio gradimento, se poi parlano anche di doti medianiche e affini io ci vado a nozze. Come avrai intuito, il tuo racconto mi è piaciuto particolarmente. Forse avrei reso in modo diverso la parte iniziale ma solo perché non sono una fanatica del dialogo, anche quando è più un flusso di coscienza come nel tuo caso dato che per lo più di svolge nella mente dell'assassino. Mea culpa.
Sebbene non sia forse un potere così insolito, trovo che abbia sempre un certo appeal date le sue implicazioni nel mondo reale.
Interessante la scelta del sensitivo al servizio delle assicurazioni invece che della polizia, un dettaglio a favore dell'originalità.

05. - Volare di notte
Hey Raffaele! Mi hai spiazzata con il tuo racconto, che si il tema lo tiene per mano ma non proprio in modo deciso, lasciando qualche libertà.
Hai però dato una buona interpretazione di ciò che potrebbe passare per la mente di una persona che è immobilizzata a letto in stato di coma per una qualsivoglia ragione, appunto contrapponendo l'impossibilità di muoversi e avere contatti con il mondo, essere in sostanza imprigionata dentro un guscio (una metafora per il volo, che io mi sono immaginata dentro un mezzo supersonico o tipo razzo...) ma con la mente libera di spaziare e viaggiare oltre.
Comunque, un più te lo meriti sicuramente.


06. - Non ti scordar di me
Hey Angela! Gradevole il tuo racconto, tema centrato anche se purtroppo il superpotere desiderato da Nadia fallisce per colpa di un vicino rompicoglioni (sempre avuto una pessima opinione dei vicini). Il finale mi è piaciuto molto, proprio perché fornisce un twist inaspettato alla vicenda, che sembrava - appunto - avviata verso una conclusione quasi aspettata.
In realtà io ho apprezzato il dialogo: è vero che è ingessato e forse forzato ma, secondo me, riflette lo stato d'animo della protagonista che si trova davanti le persone cui deve dei soldi e non sa come reagire, ergo la forzatura dello scambio di parole.

07. - Veni vidi WC
Hey Eleonora!, ho trovato il tuo racconto godibilissimo e divertente. Il tema è centrato in pieno in modo originale. Mi ha lasciata solo un po' insoddisfatta il finale, ma non riesco a farmi piacere (quindi è soprattutto un mio disagio personale...) l'arrivo della polizia, mi manca un indizio che renda plausibile la sua presenza...anche senza scomodare una squadra di sussurratori di cessi organizzata.

08. - Dieci secondi
Hey Niko! Ottima prima prova...ci sono piccoli problemi da sistemare, come hanno rilevato i miei sodali commentatori, ma nel complesso il racconto scorre fluido, come il tempo, appunto.
Forse, ma è il mio punto di vista e vale poco, avresti potuto marcare più sull'ineluttabilità della situazione - in un commento hai scritto che Lina doveva morire per forza e che il prezzo da pagare da Joan per salvarla era sacrificare la propria vita - più che sul potere che fa cilecca così senza preavviso.

09. - Derek - Derek e l'antico sospiro perduto
Hey Fabiana! Il tuo racconto racchiude un potenziale notevole ma che non sei riuscita a esprimere al meglio, sarà per la scarsità di caratteri a disposizione (per me è una tortura...) o per il desiderio di incorporare troppe informazioni. Ci son parti che non son scorrono in modo fluido.
Interessante l'idea del segno dei pesci e della sua opposta duplicità, forse su quello avresti dovuto concentrarti in modo per lo sviluppo della trama, soprattutto nella seconda parte che è, secondo me, quella che necessità di un po' di manutenzione. Ultima domanda, anche se farò la figura della scema, ma qual è il superpotere che ha/acquisisce (al netto di sparare getti d'acqua) tramite la ricongiunzione con la don

10. - Non erano solo favole
Hey Alessandra! Il tuo racconto mi ha lasciata un po' perplessa: riesci a dare corpo all'angoscia di questa donna con pochi tratti ma senza farla sentire davvero a chi legge, almeno è stata la mia sensazione.
Non son riuscita a capire esattamente quale sia il superpotere presente nella storia, poi ho letto un commento in cui parli dell'orsetto come di una sorta di ricetrasmittente con il tutto - quale? l'universo? una sorta di legge dell'attrazione? - e che chi si riesce a connettere può ottenere ciò che desidera ed è stato più chiaro.
Stilisticamente non ci son errori ma ho trovato che il tuo stile sia un po' telegrafico e questo penalizza la trama perché - almeno questo è stato il mio limite - il lettore non viene coinvolto.
Il tuo racconto non è affatto male, forse il limite dei tremila caratteri ti ha portato a fare tagli che avrebbero potuto fornire maggiori dettagli.

11. - Gli uomini vuoti
Hey Adriano! che dire? Chi mi ha preceduto ha sviscerato il tuo commento in modo egregio, trovando i punti deboli e forti. Da parte mia, posso dire che è scritto bene, mi pare che sia il primo che leggo quindi non mi sbilancio sullo stile non avendo molti elementi in mano. In ogni caso non ho riscontrato particolari difficoltà o errori.
Pure io son rimasta perplessa dal titolo, mi aspettavo qualcosa di più apocalittico...sai tipo, gli uomini che vengono svuotati dall'intelligenza/anima/capacità di sentire/provare/quello che ti pare.
La trama segue canoni abbastanza classici del racconto thriller supernaturale, anche se io forse avrei osato di più e cercato di creare un ufficio ente o agenzia governativa apposta. Il limite dei tremila caratteri appare, come in altri, un problema di difficile gestione (per me, per prima...eh).

12. - Verde negli occhi
Hey Andreacrux! Buon ultima arrivo a darti il mio parere.
Sulla trama: hai centrato il tema, partendo da un potere non banale (anzi, quanto mai importante al giorno d'oggi) e l'hai anche sviluppato in modo coerente, tenuto conto della scarsità di caratteri a disposizione che possono essere una vera croce, se hai tante idee.
Sullo stile: ho un solo consiglio da darti, rileggilo. Ho notato che ci sono alcuni errori (mancano articoli, una frase finisce e quella dopo non segue il filo della trama) che con una rilettura e qualche sistemazione darebbero nuova linfa alla storia. Ultimo appuntino piccino piccino: ogni tanto vai a capo, giusto per far respirare un po' il lettore.

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Re: Gruppo BILL TARTAGLIA: Lista raccconti ammessi e classifiche

Messaggio#13 » domenica 2 ottobre 2016, 18:36

Ecco a voi la mia classifica per il vostro gruppo. Nei prossimi giorni arriverà la news con la classifica finale del gruppo (solo i primi sette, come da tradizione). Ricordo che i primi quattro della classifica finale del gruppo verranno ammessi alla finale e pubblicati direttamente sulla Vetrina del sito mentre i primi sette acquisiranno punti per il Rank della Quinta Era. Vi ricordo anche che sulla Vetrina sono ammessi direttamente, a prescindere dalla posizione nella classifica finale, i racconti da me valutati con pollice su.

1) Veni, vidi, WC, di Eleonora Rossetti
Pollice su. Idea bizzarra e brillante, realizzazione all’altezza. Incipit, richiamo all’azione, azione, conclusione, il tutto i tremila caratteri e ben bilanciato. Anche divertente nonostante quanto stia accadendo alla bambina. Tema preso in pieno, potere decisamente poco comune. Un ottimo lavoro davvero.
2) Dieci secondi, di Nicola Gambadoro
Pollice su. Certo, mi chiedo anch’io se sia davvero possibile che non abbia trovato un modo per salvarla, ma hai solleticato la mia immaginazione e sto continuando a pensarci, direi che è un successo. Ottimo l’appunto che ti ha fatto Polly, molto arguto, ma qualche piccola falla c’è sempre quando si parla di controllo del tempo. Detto questo, un racconto che si legge con gran piacere e che avvince. Potere più che ok, a parte il nome inglese.
3) Un goccetto e passa tutto, di Maria Rosaria Del Ciello
Pollice su. Contrariamente a quello che è stato il commento più comune, credo che il chiudere tutte le sue efferatezze nella veloce parte finale sia giusto. Qui tu ci hai mostrato il nascere di un “potere” e la sua fortificazione, un po’ come Bruce Wayne bambino e i pipistrelli. Tutto quello che viene dopo non è importante perché quello che conta davvero è come è diventato com’è. Una paura, il modo per sconfiggerla e il gioco è fatto. E le paure non scompaiono con l’età, pertanto, da anziano, continua a usare il suo “sistema” per assicurarsi il sonno. Per me va più che bene così, il racconto raggiunge tutti i suoi obiettivi. Tema centrato.
4) L’altra parte del vetro, di Manuel Piredda
Pollice tendente all’alto. Certo, da LA SENTINELLA in poi è facile sgamare questo tipo di racconto, ma qui mi sembra che con l’accenno alla plastica riesci a tardare di un pelo di più il disvelamento. Non mi convince appieno il fatto che i robot abbiano dimenticato l’uomo, ma potrebbe trattarsi di un virus che li ha infettati nel momento in cui si sono liberati o affrancandosi loro stesso o facendosi semplicemente da parte l’uomo con una delle sue tante guerre nucleari. Però, insomma, va spiegato. Mi è piaciuta molto l’immagine finale. Nel complesso, una lettura godibile. Tema presente, anche se non così principale.
5) Le voci, di Alexia Bianchini
Pollice tendente all’alto. Molto ben resa la confusione della prima parte con questo mischiarsi della coscienza del medium con quella dell’assassino, è credibile e spiazzante e in seconda lettura lo si apprezza ancora di più. Meno buona la chiusa con il focus che si sposta sull’assicurazione, ma che proprio sul finale torna sulle rovine interiori lasciategli dallo sforzo, mi sembra che sia tutto poco ottimizzato e alla fine il suo pensiero finale mi arriva debole. Con il tema ci siamo.
6) Non ti scordar di me, di Angela Catalini
Pollice tendente all’alto, anche se un po’ incerto perché non mi ha convinto del tutto il finale. Mi spiego: ci sta il cambio che hai imposto e quel tipo di chiusa, ma in questa forma mi sembra troppo affrettata, anche solo un pelo e pertanto mi stride parecchio. Sul tema, parli di poteri speciali, anche se solo sognati, quindi ok. In ultimo, occhio a quel dialogo con il creditore, in effetti sembra un poco forzato.
7) Gli uomini vuoti, di Adriano Muzzi
Pollice ni puntato verso l’alto. Il titolo mi sembra sbagliato, dal tuo racconto non esce l’idea che tutto quel rumore sia vuoto. Occhio che prima sottolinei che vede i pensieri e poi glieli fai sentire e un pochetto scadi nel clichè perché sarebbe stato molto più affascinante procedere per immagini anche se in quel caso i 3000 caratteri non ti sarebbero certo bastati. Non mi ha soddisfatto del tutto nemmeno la scelta del terrorista, avrei preferito qualcosa di più originale. Detto questo, il racconto si regge e si legge bene, quindi funziona. Però… Se ti concentrassi sulle immagini e se ampliassi la veduta del testo credo che verrebbe fuori qualcosa di davvero carino. Ah, ultima cosa: lascerei fuori anche l’FBI per farlo minacciare e utilizzare da dei malviventi che conoscono il suo segreto.
8) Una porta socchiusa ai confini del sole, di Francesco Nucera
Pollice ni che punta verso il su. Perché? Perché pur con un’impalcatura divertente e briosa il finale non mi è arrivato, mi ha tenuto lontano non riuscendo a chiudere il cerchio. Sei dietro a Muzzi perché pur essendo meno brillante il suo racconto non ha falle e sei davanti a Marra a causa dell’errore grave da lui commesso riguardo alla metodologia. Un testo con grandi potenzialità, ma gli serve una chiusa migliore e, intanto che ci sei, anche una maggiore empatia del lettore verso il protagonista (che poi credo sia collegata con la chiusa). Il tema c’è ed è anche originale.
9) Volare di notte, di Raffaele Marra
Pollice ni che però punta verso l’alto perché il racconto c’è e al suo interno non presenta grosse falle non fosse che anch’io, come Erika, devo sottolineare come quando si trattano argomenti simili è preferibile azzeccare la metodologia corretta che altrimenti si rischia di disinformare. Ti chiedo pertanto di aggiustare il testo sotto quel punto di vista. Altra cosa intanto che ci sei: il dottor Zero non si può sentire, cercherei un nome più comune. Il tema c’è.
10) Non erano solo favole, di Alessandra Corrà
Pollice ni, non trovo il tema. Ho letto la tua spiegazione, ma non passa al lettore l’idea che avevi in mente. Servono forse più caratteri, servirebbe anche rendere più centrale da subito la figura dell’orsetto andando a contestualizzare meglio. Per il resto, il racconto colpisce duro, soprattutto quando sorge il pensiero di uccidere la figlia, agghiacciante il modo in cui riuscita a renderlo, brava. Il racconto scivola però sul finale proprio per il tuo tentativo d’inserire il tema, non riuscito.
11) Verde negli occhi, di Andrea Crucitti
Pollice quasi ni. Ho trovato difficile la prima frase, ma noto che gli altri commentatori non te l’hanno fatto notare, può essere un problema mio. Troppo narrato, nel complesso. Cerca il più possibile di spezzare seminando linee di dialogo sparse, portaci più vicino al tuo protagonista, cura di più il lettore. Si sente, inoltre, la difficoltà del primo approccio ai Minuti Contati con tanto di caratteri contati, quindi il mio invito è ad allargare il racconto cercando d’inserirlo nella sua giusta dimensione e a ripresentarlo nel Laboratorio. Mi piace la tematica e sono curioso di vederti di nuovo all’opera. Il tema c’è, ovviamente.
12) Derek-Derke e l’antico sospiro perduto, di Fabiana Donato
Pollice giù. Parti modificando il tempo verbale nella stessa frase e prosegui inciampando in una serie di eventi che per un racconto di 3000 caratteri risulta essere davvero eccessiva. Il problema, in casi simili, è che non dai il tempo e il modo al lettore di empatizzare con i tuoi protagonisti e la tua storia e pertanto lo allontani. Eppure vedo che hai facilità di scrittura, punti alto e questo, ovviamente, nel momento in cui non riesci a raggiungere i tuoi obiettivi, ti fa fare un bel tonfo. Poco male, continua così e magari prova a misurarti con una lunghezza superiore, sono curioso di vederti all’opera dai 10000 ai 20000 caratteri.

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