Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

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antico
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Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » martedì 20 settembre 2016, 2:21

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BENVENUTI ALLA PRIMA EDIZIONE DELLA QUINTA ERA DI MINUTI CONTATI!

Questo è il gruppo COVONE della WALTER LAZZARIN EDITION con Walter Lazzarin nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo COVONE dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo BEVERLY.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo BILL TARTAGLIA.


I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da WALTER LAZZARIN. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto dell'orario di pubblicazione nell'Arena: il primo pubblicato nel gruppo BILL, il secondo nel gruppo COVONE, il terzo nel gruppo BEVERLY, il quarto nel gruppo BILL e così via fino a esaurimento.

E ora vediamo i racconti ammessi a COVONE:

Variabile impazzita, di Alexandra Fischer, ore 22.22, 2818 caratteri
Non c’è più posto in cielo, di Polly Russel, ore 22.43, 2976 caratteri
I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti, ore 23.08, 2934 caratteri
Cavilli temporali, di Annibale De Rossi, ore 23.15, 2993 caratteri
Cordelia, di Romana Perna, ore 23,27, 2427 caratteri
Colori caldi, di Linda De Santi, ore 23.38, 2994 caratteri
La vera storia di Marco Roncaccia, di Marco Roncaccia, ore 23.46, 2982 caratteri
Superempatica, di Mario Pacchiarotti, ore 00.11, 2968 caratteri
Il rintocco di Rudigard Bregg, di Evandro Straccini, ore 00.22, 2987 caratteri
Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo, ore 00.30, 2770 caratteri
Mirmidone, di Ambra Stancampiano, ore 00.50, 2978 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 29 settembre per commentare i racconti del gruppo BEVERLY. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 30 settembre, ma si prenderanno un malus pari al numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare gli UNDICI racconti del BEVERLY e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete TRENTATRE (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo BEVERLY.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA QUINTA ERA E BUONA WALTER LAZZARIN EDITION A TUTTI!














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Angela
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Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » venerdì 23 settembre 2016, 14:40

1) La vera storia di Marco Roncaccia – Marco Roncaccia

Che figata di racconto! Un concentrato di ironia e ottime idee, il tutto scritto in modo scorrevole e spassoso. La definirei una rilettura originale o meglio, una caricatura dell'utente medio dei social. Il finale è la ciliegina sulla torta, in fondo scrivere è alienarsi dalla realtà. Lo so, dovrei trovare delle critiche. Ci provo.

Stasera è successo di nuovo. Ero indignato di fronte a una notizia.
Un turista giapponese e sua moglie accerchiati da 5 Rom per una rapina.

(Due punti per introdurre la notizia invece di due paragrafi separati).
Ottimo lavoro.

2) Colori caldi – Linda De Santi

In questo girone siete tutti bravi, anche questo è un racconto ben confezionato che cresce di intensità fino a culminare nel finale che non ti aspetti, pieno di poesia. Il dialogo è fresco e naturale, quando ho letto il nome del protagonista, non ho potuto fare a meno di pensare al noto Capitan Jack Sparrow e da allora il tuo protagonista ha le sembianze dell'adorabile pirata. Magari questo è l'unico limite del racconto, perché non ne ho trovati altri. Tema centrato, ottima prova.

3) I ragazzi del boschetto – Jacopo Berti

Racconto molto interessante perché si dipana su due fronti temporali e nel passato c'è la chiave per comprendere il presente. L'idea è molto buona e tocca argomenti importanti: la guerra, gli esperimenti con gli esseri umani e i super-poteri, tra cui quello inusuale che è toccato al protagonista. Un testo scritto con cura, ma non immediatamente comprensibile; confesso di aver riletto il finale ma di non aver compreso il discorso del biglietto da visita. Questo è l'unico appunto che mi sento di farti, buono lo stile, il ritmo, l'idea e tema centrato.

4) Mirmidone – Ambra Stancampiano

Racconto originale, ben scritto, a cavallo tra horror e noir. Anche in questo testo ho trovato ottima la scelta della prima persona che ci aiuta a capire molte cose, difficili da mostrare in tremila caratteri usando la terza. I bambini e le crudeltà verso gli animali è un tema sempre attuale; curioso che tu abbia scelto delle formiche per dimostrarne la forza. L'ho trovata un'ambivalenza interessante. Resta solo un dubbio che riguarda il potere del ragazzino, non ne ho compresa la natura. Sente ciò che sentono le formiche e comunica con loro, ma non abbiamo altre informazioni al riguardo, se non il titolo (mirmidone - derivato dalle formiche). Quindi si deduce che hanno il DNA in comune oppure è stato morso come spiderman o cosa?

5) Il rintocco di Rudigard Bregg – Evandro Straccini

Edgard Allan Poe esci dal corpo di Evandro Straccini! Con questa premessa, mi complimento con te per la narrazione che risulta credibile e macabra quanto basta per fare di questo racconto un buon horror. Ottima la descrizione del cadavere e in particolare la scena in cui prende la penna e scrive l'orrida verità. Forse l'unica pecca è la mancanza di ulteriori dettagli e qualche domanda resta senza risposta, ma in tremila caratteri ci può stare. Bene, Evandro :)

6) Cavilli temporali – Annibale de Rossi

Ciao Annibale, è la prima volta che ti leggo e devo dire che l'impressione è molto buona. Scrittura pulita e chiara, racconto scorrevole anche se non troppo originale (mi pare che la cinematografia abbondi di film che sfruttano questo filone). In ogni modo l'idea è carina e ben condotta. Solo il finale non mi ha convinta, anzi, forse dovrei dire che non mi ha coinvolta. In ogni modo il giudizio è positivo. Una buona prova.

7) Variabile impazzita – Alexandra Fischer

Premetto che non leggo fantasy, quindi il mio è un commento da "profana". L'incipit mi è piaciuto molto, adoro i periodi brevi e chiari. Verso la metà del testo però, mi sono persa, forse ho saltato qualche passaggio che sono andata a rileggere. Da quello che ho capito, la sacerdotessa e il suoi si nutrono dell'energia dei prigionieri, ma non riescono a impossessarsi di quella dell'uomo mimetico perché è sfuggevole. Con il tema ci siamo, ma il racconto non mi ha entusiasmata, soprattutto nel finale dove perisce il personaggio centrale (la sacerdotessa). Lo stile è ottimo come sempre.

8) Superempatica – Mario Pacchiarotti

Tra i tanti racconti che ho letto tra i tuoi, Mario, questo è quello che mi è piaciuto meno. L'idea di fondo non era male cioè dei super-dotati di poteri che non servono a nulla. Una specie di "X men" degli sfigati. Però, anche se la prima parte l'hai condotta piuttosto bene, lasciando il lettore a digiuno in attesa della soluzione dell'arcano, poi deludi nel finale. Hai cercato l'ironia, ma le premesse non lasciavano intendere altro. Il finale mi è sembrato un tiro mancino dopo una buona preparazione. Per il resto, stile ottimo come sempre e tema centrato.

9) Fratello dove sei? – Fernando Nappo

Ho letto i commenti degli altri per capire se avevano avuto le stesse impressioni e mi pare che grosso modo i difetti saltati fuori siano gli stessi. L'idea era buona ma secondo me non è stata sfruttata nel modo giusto. Il racconto è ben scritto ma si riduce ad un elenco di malefatte che vengono poi "sanate" dal fratello con i super-poteri. Il finale è la logica conclusione, ma non riesce a far decollare il testo. Ti hanno già dato dei validi suggerimenti per migliorarlo che mi trovano d'accordo.

Con le lacrime agli occhi, […] e quando una lacrima
Ripetizione

10) Non c’è più posto in cielo – Polly Russell

Ho letto i commenti precedenti perché mi ero persa in alcuni passaggi (probabilmente a causa della struttura frammentata oppure dell'assenza di spiegazioni). Jonas va in trance, la descrizione è molto buona così come le evocazioni indiane. Non sono certa che il potere sia inusuale, comunque lo trovo un testo ben scritto, anche se non mi ha coinvolta.

11) Cordelia – Romana Perna

Racconto particolare che usa molto il linguaggio evocativo. In alcuni tratti l'ho trovato poetico, ma in linea di massima avrei preferito delle pennellate, invece il testo ne è permeato. La storia è interessante ma l'ho vissuta in maniera distaccata, quasi si trattasse di un articolo di cronaca. Alcuni appunti

iniziavo a sentirmi meno, meno umana più albero.
(Perché ripetere due volte “meno”?)


"Hai il fuoco dell'....".

(?)

Questo leit motiv

(ti cito solo questo, ma mancano diversi corsivi nel testo)
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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ceranu
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Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » venerdì 23 settembre 2016, 18:05

Commenti in ordine sparso:

Variabile impazzita, di Alexandra Fisher
Ciao Alexandra, ben trovata. 
Il finale è molto bello, mi piace l'ultima immagine. Però ho seri problemi con la prima parte, dove ho faticato troppo a seguire la storia.
La donna dai lunghi capelli grigi uscì in spiaggia sbattendo la porta.
Fuori, due guerrieri l’attendevano.
Rivestiti con armature nere, gli scudi levati per non incontrare lo sguardo di lei.
Erano terrorizzati dalla profondità di quegli occhi, abili nel scoprire i poteri insoliti nascosti nella mente umana.

Qui vai a capo troppo spesso e senza una vera motivazione. Frammenti la lettura. 
- Com’è andata, con l’ultimo, Vostra Sapienza? – le domandò il guerriero più vecchio per abitudine.
Il suo compagno d’armi represse un sorriso.
Male.

Questa è la frase successiva, ma non mi tornano due cose. 
1) Lei lo saprà sicuramente, ma noi no. Come facciamo a sapere che uno è più vecchio dell'altro se ci presenti due armature identiche. E poi, qual è dei due? A questo punto è una differenza che non ci interessa. 
2) represse un sorriso. Male. Non capisco come sia possibile, di lui vediamo solo l'armatura e lo scudo. Più che un sorriso direi che si è sganasciato dalle risate. 
La tunica della sacerdotessa era pulita e dalla costruzione di marmo bianco alle spalle di lei non erano echeggiate le urla dei giorni precedenti.

Questa frase è un po' criptica, ma niente di male. L'unica cosa è che la punteggiatura che la precede la rende di difficile comprensione. Io intuisco che il soldato ride perché sa che lei non è riuscita a scoprire nulla, e lo sa perché non ha udito urla e perché la vestaglia di lei non è insanguinata. 
Se è così, questa frase dev'essere unita a quella sopra. "Male: la tunica della sacerdotessa era pulita e dalla costruzione di marmo bianco alle spalle di lei non erano echeggiate le urla dei giorni precedenti."
Altro dubbio: che nave? 

Da qui in poi la comprensione migliora e il racconto diventa interessante. 
In un commento hai detto che solo lei può vedere il guerriero di sabbia. Eppure nel racconto lo vede anche il più giovane. 
- Mimetismo – sussurrò la donna ai due.
La sabbia si mosse e prese la forma di un giovane uomo dai muscoli piatti e lisci, con una tunica corta e una daga in mano.
- Non ha fatto che sfuggirmi. 
Il guerriero più giovane estrasse la spada.
- Lo affronterò io, Vostra Sapienza.


Ho dei dubbi anche sul punto di vista che hai usato, sembra un onnisciente, eppure a volte si trasforma in un terza persona soggettiva. 

In conclusione, una buona prova sporcata da un'introduzione ostica da superare. 
Ciao e alla prossima

Non c'è più posto in cielo, di Polly Russell
Ciao Polly, è sempre un piacere commentarti. 
Io ho avuto un sussulto per l'ambientazione americana, ma in questo caso è indispensabile, quindi va bene.
La storia scorre bene, riesci ad essere chiara anche nel passaggio tra realtà e sogno e questa è una gran dote. 
Ho solo un dubbio per quanto riguarda il tema, il superpotere del protagonista non mi sembra inconsueto, ma non me la sento nemmeno di penalizzare il tuo racconto per questo. 
Nel complesso è una buonissima prova. 
Ciao e alla prossima.

I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti

Ciao Jacopo. Il problema di comprimere una bella idea in 3000 battute è che spesso si rischia di lasciare troppi punti interrogativi. Nel tuo caso hai avuto un'ottima idea, ma la realizzazione non è all'altezza, gli manca lo spazio. 
Partiamo dal punto che apre e chiude il racconto. I ragazzi vengono trovati nel bosco nel '54 dagli americani e alla fine lui decide di chiamare gli stessi per farsi venire a prendere. Mi sembra un po' azzardato, sembra quasi che per scoprire che poteri potessero avere gli avessero offerto la merenda e li avessero fatti giocare. Mi sembra un po' azzardato, nel dopoguerra, alle porte della guerra fredda, non credo che i metodi fossero così teneri. Gli americani non sono famosi per i loro metodi democratici. 
Poi c'è la questione ritrovamento. Vada per quella che credo sia una ripetizione non voluta
Non ricordava molto. Le luci, l’odore di temporale, quella sensazione, dentro la spina dorsale, di sentirsi osservati. Di sentirsi osservati dentro la spina dorsale.
ma mi fa storcere il naso quel 1954. Nove anni dopo la fine della guerra che fanno pensare a un rapimento alieno. Direi che non avrebbero rlasciato nemmeno il protagonista che sarebbe diventato una cavia. 

Veniamo poi al potere del nonno. Passi che non ha mai usato un tablet o un cellulare, ma ciò vuol dire che non si è mai avvicinato nemmeno a un televisore, che non è mai salito su un aereo, su una macchina e che non sia mai entrato in un posto con dentro qualcosa di elettronico. Mi sembra molto strano. 

Insomma, lo spunto è buono, e sono certo tu abbia tutto chiaro in testa, ma così il racconto risulta lacunoso, mi dispiace. 

Ciao e alla prossima.

Cavilli temporali, di Annibale de Rossi

Ciao Annibale, è stato un piacere leggere il tuo racconto. 
L'idea non è originalissima, come da te citato rimanda al "giorno della marmotta",ma questa evoluzione mi piace. 
Però devo farti un appunto. Hai scelto la narrazione in prima persona e questa, dal mio punto di vista, pretende un interpretazione particolare anche nello stile. La tua scrittura, invece, è molto pulita, troppo. Nella prima persona mi aspetto di trovare già nella scrittura i tratti che distinguono il carattere del protagonista, mentre qui siamo davanti a una scrittura impersonale. non so se mi sono spiegato. 
Altra cosa, assolutamente soggettiva anche questa, è l'occasione persa di dare una morale al racconto. Messo così sembra solo una fregatura rifilata dal venditore, mentre ci stava tutta una morale, un messaggio lanciato al mondo. Il protagonista rimane neutro fino alla fine, non c'è un'evoluzione del personaggio tale che possa indicare un influenza negativa o positiva del potere acquisito. E così arriva anche al lettore che rimane passivo. Non lo so, io cercherei di sfruttare meglio lo spunto per dire qualcosa a chi legge, rendendo questa una fiaba moderna. 
Nel complesso è una buona prova, ma con molto margine di miglioramento. 
Ciao e alla prossima.

Cordelia, di Romana Perna

Ciao Romana. Sono d'accordo con Niko. L'idea è buona, ma lo svolgimento soffre per la presenza di una punteggiatura singhiozzante. Oltre all'abuso di virgole ci sono alcuni punti in cui ci andrebbe un due punti o addirittura un punto. 
Ora ero fusto radicato su un terreno sabbioso incurante del sistema torrido, ostile alla vita ero custode del fuoco in una terra di fuoco.

tra "vita" ed "ero" ci stava bene un :
Una domenica d'agosto, sotto il solleone, sudavo olio abbronzante, sapevo di vaniglia e cocco, iniziavo a sentirmi meno, meno umana più albero.

Qui, tra i due "meno", serviva una pausa un po' più lunga. Per esempio un …

Poi ci sono alcune frasi confuse o da snellire. 
mentre la mente telepaticamente inviava messaggi flambè

Non è molto elegante. Io toglierei "la mente". mentre, telepaticamente, inviava messaggi flambé. 

Insomma, un racconto con una grande potenzialità che necessita di un editing importante.
Ciao e ala prossima.

Colori caldi, di Linda De Santi

Ciao Linda, ben trovata. 
Il racconto si legge bene ed è scorrevole. Sei partita da un'ambientazione a metà tra "Gli Incredibili" e "The Watchmen" e hai creato una spalla credibile per il supereroe di turno. La realizzazione è spigliata e pulita come sempre e non ho appunti da farti. La storia ha una sua coerenza interna e il giusto epilogo.
Nel complesso è un racconto godibile senza troppe pretese. 
Ciao e alla prossima.

La vera storia di Marco Roncaccia, di Marco Roncaccia

Ciao Marco. Che posso dire, è una lettura sconvolgente. Il fatto che in te viva un alieno non i stupisce (chi altro tiferebbe Lazio?) mentre lo fa lo scoprire che sei riuscito a fumarti da solo 5 grammi di Superskunk (complimenti per la resistenza). 
Sul racconto ho poco da dire, ti esponi al giudizio degli "anti autoreferenziali", che hanno sempre le loro buone ragioni, ma lo fai con un racconto che può avere un'anima anche fuori dal contest. Quindi personalmente è un racconto che apprezzo. 
Nel complesso è una buona prova. 
Ciao e alla prossima.

Superempatica, di Mario Pacchiarotti

Ciao Mario, ben trovato. 
Partiamo dal super-potere della protagonista. È molto interessante e particolare, anche se non credo sia originalissimo. Però credo tu lo abbia sfruttato "male". L'ambientazione è già vista, e lo è fino alla presentazione del primo personaggio, quello che brilla al buio. Visto nel film "Sky High" del 2005 (dove c'è anche la distinzioni tra eroi, che hanno poteri utili, e spalle, ce hanno poteri inutili.)
Le somiglianze sono tali da non permettermi di gustarmi a pieno il racconto, che comunque risulta gradevole. 
Io avrei concluso il racconto con una battuta, l'hai preparata così bene che ci sono rimasto male nel non leggerla.
– Oh santo cielo! Noi ci sentiamo tutti delle merde.
– E il peggio – aggiunse Alina – è che funziona anche nell'altro senso.
Un attimo dopo erano tutti abbracciati. E piangevano, piangevano super.

"– Oh santo cielo! Noi ci sentiamo tutti delle merde.
– E il peggio – aggiunse Alina – è che posso sentirne anche l'odore."
È chiaro che il mio non è un consiglio di spessore, a me piace il trash e ammetto che un finale così avrebbe cancellato tutto quello che ho scritto sopra. 

In conclusione il racconto è sotto i suoi standard. 
Ciao e alla prossima

Il Rintocco di Rudigard Bregg, di Evandro Straccini

Ciao Evandro, ben trovato.
I racconti prevedono un inizio e una fine, ma nella tua storia io ho letto solo la parte centrale di qualcosa che sarà.
La prima parte del racconto l'ho trovata un po' troppo ricercata. Ci sono troppi aggettivi, con descrizioni che da evocative diventano pesanti. La stessa cosa vale per il monologo del cadavere che, tra le altre cose, è un po' troppo artificiosa. 
Sono sporco. Puzzo come la fogna. La carne marcia e verdastra. Ho un solo bulbo; non ricordo quando ho perduto l'altro…

Non capisco perché debba descrivere tutte queste cose che per lui sono scontate. Manca una vera motivazione. O meglio, il motivo c'è, ma arriva dopo. 
Nessuno è mai venuto a farmi visita, ma sento che stanotte lui mi cerca. Si è interessato alla mia mente fin da quando fui ricoverato al manicomio, quel maledetto! Sentilo!, comincia a scavare; impercettibili suoni dispersi nella terra umida.

Probabilmente il suo monologo doveva cominciare qui.

Per il resto, fatico a capire le intenzioni di questa storia, che personalmente non trovo per nulla horror, come detto da alti. 

Nel complesso trovo la storia poco accattivante in cui la metà dei caratteri si potrebbero tagliare per dare spessore alla trama. 

Ciao e alla prossima.

Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo

Ciao Fernando, ben trovato. 
Racconto delicato, ma che non mi convince. Non mi convince il rapporto tra Andrea e Carlo. Ora, provo a mettermi nei panni di Andrea, lo squilibrato che ammazza cani e persone e che puntualmente le vede tornare. Passi la prima volta, che può pensare di aver sbagliato, ma dalla seconda le cose sono due: o uccide il fratello, o fa a pezzi le vittime. Dal mio punto di vista manca completamente il rapporto tra i due, che sarebbe potuto diventare il traino del racconto. 
Il resto passa in secondo piano e, sebbene scritto bene, non mi permette di apprezzare il racconto.
Ciao e alla prossima.

Mirmidone, di Ambra Stancampiano

Ciao Ambra. Finalmente qui nasce un supereroe/supercattivo. Avrei pensato di incontrarne di più, ma così non è stato. 
Il tuo racconto è carino ma, colpa i nomi stranieri, mi ha fatto pensare a "the butterfly effect" e molti altri film americani. Nel tuo caso non c'era bisogno di ambientare il racconto all'estero, "casa nostra" è abbastanza ospitale per i ragazzi sadici.
Sullo stile non ho nulla da appuntarti, sei brava e lo sappiamo. 
Non lo so, è un buon lavoro, ma arrivato alla fine sono un po' freddo, è come se nel racconto mancasse il mordente. Forse la voglia di rivalsa del protagonista. 
Nel complesso è un buon lavoro, che però rischia di passare inosservato. 
Ciao e alla prossima.


Classifica:

1. Non c'è più posto in cielo, di Polly Russell
2. Cavilli temporali, di Annibale de Rossi
3. Colori caldi, di Linda De Santi
4. La vera storia di Marco Roncaccia, di Marco Roncaccia
5. Mirmidone, di Ambra Stancampiano
6. Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo
7. Variabile impazzita, di Alexandra Fisher
8. Superempatica, di Mario Pacchiarotti
9. I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti
10. Il Rintocco di Rudigard Bregg, di Evandro Straccini
11. Cordelia, di Romana Perna

Niko G
Messaggi: 138

Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » venerdì 23 settembre 2016, 20:25

Ciao a tutti, ecco i miei commenti e a seguire le classifiche:

Variabile Impazzita - di Alexandra Fisher
Ciao Ale,
mi è piaciuto moltissimo il tuo racconto. Adoro l’ambientazione fantasy che hai creato, vagamente tratteggiata ma calibrata perfettamente con il numero di caratteri a tua disposizione ed in grado di rendere una vividissima immagine agli occhi del lettore. Mi piacciono molto anche i caratteri “oscuri” che hai inserito, come la figura della sacerdotessa dagli occhi completamente neri come l’inchiostro, e la dolorosa pratica dell’estrazione dei poteri dai morenti.
Il potere dell’ “uomo mimetico” è inquietante come l’ineluttabile morte della sacerdotessa.
Il finale è perfetto. Mi spiace non aver colto esattamente come l'uomo mimetico interagisse col generale: nella parte della spada e lo scudo mi era sembrato ovvio che fossero pesanti perché l’uomo mimetico li stava disarmando;Non ho però esattamente capito perché il calice diventava pesante.
I minimi appunti che sto per farti sono solo di natura stilistica ma so benissimo che fare entrare una storia fantasy in 3000 caratteri è davvero difficile:
Il tuo stile, con periodi molto incisivi e stringati, da un lato da’ un rapido susseguirsi di eventi ma dall’altro rischia di spezzare il flusso della narrazione: in alcuni punti avrei fuso alcune proposizioni tra loro in periodi un po’ più lunghi per creare maggiore fluidità; Sono dovuto tornare indietro un paio di volte e rileggere delle cose che non mi erano chiare.
Ci sono alcune ripetizioni di termini (lei ad esempio) che si sarebbero potute risolvere appunto creando periodi più lunghi e subordinati.
Queste sono comunque minuzie che non tolgono assolutamente nulla alla bellezza del racconto. Ottimo lavoro 

Non c’è più posto in cielo, di Polly Russell
Ciao Polly,
complimenti per il bellissimo racconto. Mi piace il modo in cui hai fuso tematiche differenti: Il dolore di un antico e nobile popolo indiano che si vede sopraffatto e attorniato da “metastasi” provenienti da una civiltà estranea; le visioni allucinatorie date dal peyotes; l’amore del protagonista per le sue radici, talmente viscerale da fargli perdere l’amore di sua moglie. La parte in cui il protagonista ha le visioni è sublime e lo stile è perfetto. Mi è rimasto il dubbio che il concilio esistesse davvero e che non fosse solo il frutto di un allucinogeno e questo vuol dire che la tua narrazione è stata perfettamente efficace.
Unico appunto: un po’ intricate le prime righe, necessaria qualche rilettura per capire esattamente come fosse strutturata la famiglia del protagonista. Ma 3000 caratteri sono 3000 caratteri e c’era altro che meritava di avere più spazio. Anche a te, ottimo lavoro!

I ragazzi del boschetto,di Jacopo Berti
Ciao Jacopo,
Gran bel racconto, complimenti. La parte in dialetto con il riferimento a quel famoso gioco (fruit ninja mi pare?) è deliziosa e contestualizza bene gli avvenimenti facendo pensare al lettore che la storia si possa esser verificata proprio nella casa della porta accanto dove nonno e nipotina giocano insieme.
Sorprendente il passaggio dai giochi dei due all’excursus storico che svela quello che era successo al nonno e ai suoi due amici tanti anni fa. Lo stile è perfetto, ricercato, raffinato.
Ho però avuto qualche difficoltà, anche dopo qualche rilettura, a cogliere appieno alcuni punti della storia, tra i quali forse i più salienti: Il nonno sorprende la nipotina giocando a fruit ninja solo con la forza del pensiero o in un altro modo? Quali sono i marchingegni che chiamano il protagonista? Se il protagonista sembra essersi accorto molti anni dopo del suo potere rispetto agli alti due ragazzi del boschetto, perché l’ha ricevuto “prima del tempo”? Perché tutti nel rione fanno il numero di cellulare consegnato al nonno anni prima? Forse lui è una specie di “ripetitore” in grado di risvegliare “soldati dormienti” e metterli sotto il controllo dei misteriosi “mericani” che gli hanno impiantato qualcosa nel cervello? O forse ha il dono di controllare i cellulari e i dispositivi elettronici intorno a sè?
Sono d’accordo sul fatto che bisogna celare alcune cose al lettore e fargliele capire da sé, però secondo me hai un po’ esagerato, si poteva dedicare qualche carattere in più per facilitargli il lavoro alleggerendo un po’ la parte del gioco tra nonno e nipotina e rendere il messaggio un po’ più fruibile. Per me un racconto che si legge tutto d'un fiato senza bisogno di fermarsi e rileggere per capire è molto piacevole.
Anche questa volta comunque ottimo lavoro 

Cavillli temporali- di Annibale De Rossi
Ciao Annibale,
Mi è piaciuto molto il tuo racconto.
Il presupposto di partenza è bellissimo e non ti nascondo di averci fantasticato su per qualche minuto. Cosa farei se potessi rivivere un giorno dall’inizio alla fine? Non basterebbero libri e libri, altro che tremila caratteri :)
Lo stile è a mio avviso pulito, fluido, leggero e impeccabile, cosa che apprezzo molto. Adoro gli scrittori che mi accompagnano per mano dall’inizio alla fine del racconto senza dovermi fermare a rileggere, o a cercare dei termini sul dizionario. L’atmosfera è “fiabesca” ed il tragico finale del protagonista che rimane intrappolato per sempre nel tempo spezza la leggerezza della narrazione dandogli un tocco disturbante che ho molto gradito.
Il mio unico appunto è solo legato alla scelta narrativa, che per me non è assolutamente sbagliata ma diversa dai miei gusti: Di fronte alla bellissima premessa del calendario "magico" io avrei abbandonato il tono “fiabesco” e provato a scrivere un racconto più realistico, mettendo una persona “comune” di fronte a questo fantastico potere, con tutte le emozioni che l’avrebbero stravolta e le difficilissime scelte che avrebbe dovuto sostenere ogni secondo di quello splendido e terrificante anno. Cosa ovviamente molto difficile in tremila caratteri…
In ogni caso la tua scelta narrativa è ben integrata e la rispetto assolutamente. Complimenti!


Cordelia – di Romana Perna
Ciao Romana,
Di questo racconto ho apprezzato l’atmosfera sognante ed il lessico estremamente evocativo. L’immagine della donna di cui scrive lo scrittore al venticinquesimo piano è sensuale e seduce il lettore. Commovente anche l’immagine di tutti gli abitanti del condominio che finito l’orario di lavoro danno libero sfogo al loro “superpotere nascosto”, la fantasia e la voglia di rivalsa nei confronti delle maschere e delle manette che spesso la società ci impone. Dietro questa “penna” si cela senz’altro un animo sensibile come pochi e con tante, tante cose interessanti da dire.
Dovendo però dare la mia sincera impressione sul racconto ci sono a mio avviso delle cose che ostacolano il dirompente flusso emotivo che lo anima. Innanzitutto l’abuso della virgola che rallenta la narrazione, interponendosi spesso tra parti della frase che dovrebbero essere intimamente legate come soggetto e complemento (la persona colpita da tale pensiero, iniziava a smaniare; questo prima impronta di vita, era acceso da un fuoco sacro, etc). Alcuni piccoli errori probabilmente frutto della corsa contro il tempo ed il limite di caratteri, cosa in cui ti capisco bene perché è successo più volte anche a me (es. calice di fuoco da bere tuttA d’un fiato, questO prima impronta di vita, etc). Il messaggio profondo è molto bello ma difficile da cogliere per le secondo me eccessive volute evocative sproporzionate rispetto al ritmo della narrazione e che spesso riescono a sopraffarlo.
Credo che revisionato e con qualche carattere in più questo racconto potrebbe esprimere il suo pieno potenziale 

Colori caldi – di Linda De Santi

Ciao Linda,
Complimenti per questo bellissimo racconto.
So che è probabilmente un accostamento forzato ma la prima cosa che mi è balzata in mente (legata probabilmente ad esperienze personali) mi ha fatto pensare alla dura vita del medico e del suo conflitto quotidiano con le persone che cerca con tutti i suoi sforzi di salvare, contrapposta ad un animo artistico (ugo) che cerca di consolarlo nella sua dura vita di ogni giorno. Probabilmente non c’entra nulla col messaggio ma l’aver ricevuto un’idea così netta vuol dire che sei riuscita a premere qualche bottone nella mia mente, con mano decisa.
Lo stile è a mio avviso impeccabile ed il racconto scorre benissimo. Il velo di fantasy è ben calato sulla storia ed il povero Ugo mostra la grande potenza della sua sensibilità (che sia questo il superpotere nascosto menzionato dall’autrice?) nel tingere il cielo di colori e creare le stelle per il suo povero amico in difficoltà in un commovente e perfetto finale.
Il messaggio? I sogni non cambieranno il mondo da soli, ma possono ispirare tante e tante persone a lottare contro i cattivi!
Ottimo lavoro 

La vera storia di Marco Roncaccia – di Marco Roncaccia

Ciao Marco,
Complimenti per l’esplosione di fantasia nell’interpretazione della traccia e per aver scritto quello che a mio avviso è un bellissimo racconto, con uno stile perfetto, leggero, divertente, che ti aggancia e ti fa sorridere facendosi leggere tutto d’un fiato. Mi ha fatto riflettere l’accostamento della capacità\necessità di scrivere, questo “alieno”, ad un superpotere, qualcosa che prende il controllo di noi. “Theia manìa” come i Greci definivano l’ispirazione. Notevole anche la contrapposizione della "spazzatura" mediatica contrapposta alla purezza del nostro intimo flusso di coscienza.
Mi sarebbe però piaciuta una diversa interpretazione della traccia, ho avuto l'impressione che abbandonandoti a questo "flusso di coscienza" tu abbia bypassato la ricerca del fantastico.Ritengo che il finale sia un piccolo vituperio nei confronti dell’ “alieno” che l’ha scritto. Fermo restando questo, ottimo lavoro :D

Superempatica- Di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario,
trovo il tuo racconto ben scritto, fruibile, scorrevole e in alcuni punti molto divertente. Originale l’idea della classe per “supereroi” di serie c e divertenti i superpoteri poco utili che gli alunni si trovano ad enumerare.
Si nota anche una netta contrapposizione tra i poteri “ridicoli” dei nuovi compagni di classe di Amina e quello tragico di lei. Mi ha fatto pensare al ragazzo sensibile che entra in una nuova classe ad anno iniziato, scontrandosi con ragazzi che celano dietro la loro apparente ospitalità una grande superficialità. Il fatto stesso che la ragazza superempatica sia stata relegata negli "scarti" è un grande ed azzeccato messaggio a mio avviso che rafforza questo tema.
Non ho però apprezzato la filosofia globale del racconto: Mi sarebbe piaciuto che tu avessi preso più sul serio la traccia regalando al lettore una piccola finestra sul fantastico (critica che ho mosso a tutti gli autori che hanno fatto una scelta simile alla tua). Il finale avrebbe regalato una piccola catarsi ma il “piangevano super” vuole a mio avviso negarla. Quindi la mia conclusione è : Ben scritto, ma non è nelle mie corde. Cosa ovviamente soggettiva 

Il rintocco di Rudigard Bregg, di Evandro Straccin
Ciao Evandro,
Il tuo racconto è affascinante ed inquietante. Ben scritto, bellissima atmosfera “dark” o “horror”. Molto appropriate le scelte lessicali suggestivo il modo in cui viene evocata l’atmosfera del cimitero. Molto bello anche il finale.
Ho però avuto qualche difficoltà a cogliere tutto alla prima lettura:

“Sono sporco. Puzzo come la fogna. La carne marcia e verdastra. Ho un solo bulbo; non ricordo quando ho perduto l'altro. L'orbita è diventata l'alloggio per il verme giallastro che l'ha occupata. Ora esce per la sua passeggiata notturna. Fa capolino con la testa e scivola piano sulla mia faccia. Il mio membro non c'è più, se ne è andato con tutti i ricordi dei miei fuggevoli amori. Da quanto tempo sono qui? Ormai concepisco solo l'eternità; la misura del tempo si è ridotta a questa unica costante. Nessuno è mai venuto a farmi visita, ma sento che stanotte lui mi cerca. Si è interessato alla mia mente fin da quando fui ricoverato al manicomio, quel maledetto! Sentilo!, comincia a scavare; impercettibili suoni dispersi nella terra umida. Così questa notte solo sei piedi di terra mi separano da quel bastardo.
“Lui e i suoi maledetti metodi, cosiddetti moderni. Ricordo quando ha scoperto che avevo poteri invece che essere matto. Io facevo il matto per nascondere la mia forza. Quell'orrendo macchinario che mi ha calato sul cranio gli ha fatto capire che non lo ero. Ma non gli ha concesso di capire che la mia mente vive anche dopo la morte. E non sa ciò che nasconde”.

In questo punto l’andare a capo e riaprire le virgolette mi crea un po’ di confusione facendomi pensare che sia un altro personaggio ad esprimersi, e insieme all’inizio brusco del monologo iniziale mi ha fatto immaginare il personaggio con la pala come una specie di zombie. Ho colto meglio il vero significato quando sono arrivato all’apertura della bara.
La maledizione finale avrebbe meritato solo un piccolo appunto descrittivo per capire meglio di cosa si tratti: una volta morta, la vittima del rintocco sarebbe uscita dalla tomba? O avrebbe “evocato” altri viventi fino al loro cadavere per maledirli? Quando esattamente si riceve il Rintocco?
Un racconto molto bello che merita a mio avviso una piccola revisione. Complimenti 

Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo
Ciao Fernando,
l’idea dietro il tuo racconto è molto intensa e complessa. Un mirabolante potere; un fratello disturbato che sembra avere il “dono” opposto al suo seminando morte sin da quando era bambino; Una vita di segreti e turbamenti con una difficlissima scelta finale, e dopo solo disperazione.
Però secondo me l’aver scelto di narrare tutta la storia dei due fratelli nel poco spazio concessoci ha minato l’economia del racconto: la necessità di condensare tutto in pochi caratteri lo impoverisce; La storia è poco verosimile in più punti come osservava Ceranu con il quale mi trovo abbastanza d’accordo, e questo toglie mordente e potenziale al bellissimo copione da te costruito.
Probabilmente mi sarebbe piaciuto di più se avessi iniziato il racconto proprio dalla scena finale con un flusso di coscienza ed alcuni brevissimi flashback che aiutassero il lettore a immaginare i tratti principali della storia da sé, per vivere poi più intensamente la conclusione.
A rileggerci!

Mirmidone - Ambra Stancampiano
Ciao Ambra,
E’ sempre un piacere leggerti. Mi piace il linguaggio con il quale riesci a rendere il modo di pensare ed esprimersi di questo dotato bambino. La storia è espressa in maniera scorrevole e interessante. Il superpotere del piccolo protagonista è sorprendente a una prima lettura, ed inquietante ad una seconda riflessione: il Nostra con la n maiuscola da’ l’idea della fusione della mente del bimbo con la “mente collettiva” ancestrale di questi affascinanti insetti sociali.
Il racconto mi è piaciuto , lo trovo originalissimo e mi fa sospettare che oltre le mura dei nostri tremila caratteri il protagonista troverà molte altre menti animali con le quali fondersi! Penso però che al posto tuo avrei sacrificato un po’ di originalità per investire un po’ di più nel mirabolante, vista l’ardua lotta in corso nel vostro girone 
A rileggerci!
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Ecco la mia classifica finale:

1) Colori caldi – di Linda De Santi
2)Variabile impazzita- Di Alexandra Fisher
3) I ragazzi del boschetto – di Jacopo Berti
4) Non c’è più posto in cielo – di Polly Russell
5) Il rintocco di Rudigard Bregg- di Evandro Straccin
6) Mirmidone- di Ambra Stancampiano
7) La vera storia di Marco Roncaccia- di Marco Roncaccia
8) Cavilli temporali- di Annibale de Rossi
9) Cordelia- di Romana Perna
10) Superempatica- di Mario Macchiarotti
11) Fratello, dove sei?- Di Fernando Nappo
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

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eleonora.rossetti
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Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » domenica 25 settembre 2016, 22:15

Ecco i miei commenti + classifica in calce. Bravi tutti ;)

CAVILLI TEMPORALI
Ciao Annibale!
Molto carino il tuo racconto. Mi ha riportato alla mente un connubio tra il film "Cambia la vita con un click" e una puntata di Supernatural dove lui vive il loop temporale di un martedì senza riuscire a uscirne XD
Al di là dei "richiami" (che magari ho captato solo io ed erano totalmente involontari), la storia mi è piaciuta, anche se - e qui mi accodo agli altri - anche io ho percepito una sorta di "freddezza" nella narrazione del protagonista fatta in prima persona. Non è tuttavia una penalizzazione pesante.
Buona sfida!

COLORI CALDI
Ciao Linda,
mi piace come hai accostato la disillusione di Sparrow al senso di meraviglia che prova nel finale. Tema centrato senza dubbio, e il dialogo fila liscio, credibile. Lo trovo molto attuale, con il riferimento ai Social e al clima di polemica che aleggia anche quando la causa è molto nobile come, per l'appunto, salvare la gente e sgominare i criminali.
Sto cercando di trovare qualcosa fuori posto, ma davvero, non riesco. Complimenti!

IL RINTOCCO DI RUDIGARD BREGG
Ciao Evandro, ben trovato,
ammetto che ho avuto una prima difficoltà a seguire il racconto. Dapprincipio il monologo sembra essere riferito al dottore, mentre invece è Bregg a parlare. Avrei "staccato" quel parlato dai vari paragrafi per farmi capire che finisce l'azione di una persona e inizia quello dell'altra. Anche le virgolette mi hanno disorientato, forse il corsivo avrebbe aiutato a capire che si trattavano di pensieri.
Sul lato tema, come superpotere (la vita dopo la morte, la schiera di non morti) non lo vedo troppo "insolito".

Concordo anche io sul fatto che la descrizione iniziale appesantisca un po': secondo me ci avresti guadagnato caratteri per spiegare anzitutto il motivo perché Krug è lì: se non sa che la mente di Bregg è sopravvissuta dopo la morte, perché ne ha cercato il cadavere? Se non l'ho capito me ne scuso, ma anche a una seconda letta non sono riuscita a intuirlo. Secondo me con un po' di caratteri in più rubati alla descrizione iniziale e concessi a qualche spiegazione della storia, il racconto avrebbe quel mordente in più.

Se dovessi rimetterci le mani, io proverei a metterlo in prima persona (Bregg) cosicché anche la spiegazione finale non suoni da "infodump" che riassuma il tutto, ma che ciò che sta accadendo a Krug sia spiegato dai pensieri di Bregg, magari calcando maggiormente sul fatto che Krug sia condannato a far parte delle sue schiere (la rivelazione finale mi è parsa un po' "freddina", non mi ha sconvolto o orripilato come invece avrei voluto).
A rileggerci!

FRATELLO, DOVE SEI?
Ciao Fernando,
partiamo dal tema, che è centrato, e dallo stile che è pulito come sempre. La storia si fa leggere e scivola senza intoppi.
Ciò che mi ha convinto un po' meno è invece la questione dei due fratelli, ne abbiamo uno che uccide e uno che resuscita; già il fatto che le vittime tornino in vita e il fratello omicida non sospetti davvero nulla (o non intervenga perché non riaccada) mi sembra un po' poco realistico. Quasi quasi avrei fatto illudere Andrea che quello fosse il suo superpotere, quello di non riuscire a uccidere mai nessuno (cosa che magari lo avrebbe potuto spingere a commettere maggiori efferatezze, "tanto torna tutto come prima" - se questo fosse il tuo intento iniziale, però, non si intuisce dalla narrazione).
Mentre proseguivo con la lettura sapevo già quale sarebbe stato il finale, abbastanza intuibile (che lui non avrebbe salvato il fratello quando sarebbe stato il suo turno); forse avrei avuto una maggiore sorpresa se si fosse esplicato quale fosse il rapporto tra i due. Per questo ho trovato "l'abbandono" di Carlo abbastanza freddo e poco sconvolgente (il legame tra fratelli è molto stretto, lo so perché ne ho uno ^_^ ma in queste righe non sono riuscita a percepirlo). Avrei sacrificato un po' di elenco delle vittime per dare un maggiore spessore ai due personaggi e al rapporto che intercorre tra loro.
In sostanza, racconto perfettibile anche se comunque godibile. Alla prossima!

LA VERA STORIA DI MARCO RONCACCIA
Ciao Marco,
è difficile arrivare a 300 caratteri con questo commento, perché questo racconto mi piace. Punto. A livello di stile non c'è una grinza. Mi ha strappato la risata sul finale (PS: ma davvero ti hanno ripescato in un canale? Sticavoli..) e mi ci ha guidato senza intoppi, senza digressioni inutili. Non ho altro da dirti se non: ottimo lavoro ;)
PS: ammoniaca + candeggina= tu_vuoi_farti_male_sul_serio XD

SUPEREMPATICA
Ciao Mario,
questo racconto, rispetto a molti altri tuoi che ho letto in passato, non mi ha colpito come avrei voluto. Nulla da dire sullo stile narrativo, che non ha pecche, ma è la storia che IMHO non è espressa con il mordente a pieno potenziale. Mi immagino Amina che "capisce" gli altri e che trasmette a sua volta il proprio stato d'animo; l'avrei a questo punto fatto emergere dal principio, mentre è in classe o mentre gli alunni cominciano a parlare con lei. L'avrei fatta interagire molto di più, anziché metterla solo in paragone, tramite dialogo, con i superpoteri degli altri. Un suggerimento dopo l'altro che mi avrebbe fatto apprezzare di più la rivelazione finale, facendomi dire "ah ecco perché!" Non so, il mio è solo un parere su come questo racconto avrebbe potuto esprimere molto di più.
Su altri dettagli non ho da criticare: aderenza al tema perfetta, stile pulito come sempre.
Sono parecchio indecisa: è senza dubbio godibile, ma a mio avviso migliorabile. Poi magari sono una dannata pignola e sei libero di mandarmi al diavolo, ma con una virata nella direzione che ti ho consigliato secondo me ne uscirebbe un gioiellino. A rileggerci!

CORDELIA
Ciao Romana, ben trovata.
Di questo racconto ho apprezzato la potenzialità evocativa. Le scene sono ben tratteggiate e fai dondolare il racconto in un'atmosfera quasi onirica. Ciò che invece lo penalizza, come altri hanno fatto notare prima di me (non riporto pedissequamente i periodi perché sarebbero ripetizioni) è la forma. L'abuso delle virgole è di sicuro il più palese alla lettura, mi costringi a "interrompere" e prendere fiato laddove non dovrei, col risultato che il ritmo ne risulta innaturalmente spezzato e rende la lettura difficoltosa e di difficile comprensione. Peccato, perché dimostri comunque abilità nel scatenare l'empatia nel lettore. Alla prossima!

MIRMIDONE
Ciao Ambra,
mi è piaciuto il tuo racconto, colpisce nella sua semplicità. Lo stile che usi, anche nel far dialogare i bambini, è congeniale, e la struttura del racconto (i primi "sintomi" che poi convogliano nel potere finale) è ben costruita.
Mi associo a Niko G, quel "Nostra" che indica la consapevolezza di fare, appunto, parte di qualcosa di molto più grande, è inquietante, anche perché non abbiamo modo di sapere se da questo superpotere nascerà un supererore o, al contrario, un cattivo.
Non ho niente da appuntarti se non una distrazione in questo dialogo: - Non dovreste prendervela con le formiche. - Ho detto con un filo di voce, dove toglierei il punto e toglierei la maiuscola sull'H. Ma è davvero una pignoleria, la segnalo solo perché altrimenti l'Antico mi bacchetta ^_^
Una buona prova, forse non eccelsa come altri tuoi lavori che ho letto in passato ma non per questo meno riuscita.
Buona sfida!

PS: sul titolo mi sono chiesta "perché?" poi la Treccani online mi ha spiegato il segreto. Ammetto la mia ignoranza ^^

NON C'E' PIU' POSTO IN CIELO
Ciao Polly, ben trovata.
Un bel racconto. In effetti, per quanto ne so, il potere dello sciamano che ha le visioni su ciò che sarà non è in effetti così insolito (è una dote che gli si attribuisce nelle credenze popolari), ma sei riuscita a rendere il mondo onirico e le percezioni del protagonista attraverso di esso in maniera egregia. Era come esservi immersi in prima persona.
Splendida l'espressione che hai usato sulle metastasi.
Ho avuto solo un po' di singhiozzo di lettura nei primi due paragrafi, più che altro a seguire le azioni e i dialoghi, chi-fa-cosa. A una seconda letta il quadro mi è apparso più chiaro.
Un bel lavoro, brava :)

I RAGAZZI DEL BOSCHETTO
Ciao Jacopo!
Che dire, bello, mi è piaciuto. Qui abbiamo un protagonista che si ritrova il potere di poter comandare gli strumenti digitali (tablet, cellulari) prima ancora che venissero inventati (e che amaramente ha la possibilità di rivalsa solo quando ormai è vecchio).
Mi è piaciuto anche l'uso del dialetto, sembra proprio dare differenza tra il mite vecchietto e ciò che cova sotto la cenere. L'espressione "Di sentirsi osservati dentro la spina dorsale" (magari ci avrei messo un corsivo su "dentro") inoltre mi ha dato una bella staffilata, in senso buono. Complimenti ^^
Se devo trovarci un difetto, anche io punto il dito sulla comparsa del foglio giallo solo alla fine. Magari ci avrei fatto giocherellare il protagonista all'inizio, l'avrei fatto entrare prima: mi avrebbe già fatto incuriosire.
Il finale mi ha fatto venire in mente quello de "Il tagliaerbe", non so se fosse voluto.
Per il resto niente da dire, bel lavoro.

VARIABILE IMPAZZITA
Ciao Alexandra,
che dire: l'idea che hai avuto mi piace (anche se il potere del camaleonte non è così insolito, ne abbiamo a bizzeffe di esempi), il finale lo trovo davvero azzeccato e di grande effetto; ammetto però che ho dovuto rileggere bene il racconto con davvero grande attenzione per non "perdermi" nella narrazione. Complice, come altri ti hanno fatto notare, i frequenti ritorni a capo anche nella continuità di una certa azione, che mi "obbliga" a tenere a mente i riferimenti a chi fa cosa nella frase prima.
Mi è rimasto un dubbio: ma perché la sacerdotessa è morta? Cosa l'ha uccisa esattamente? Sarò tonta ma non l'ho capito.
Un'ultima stortata di naso l'ho avuta qui:
La loro gente, il Popolo Barracuda, si nutriva dei poteri superiori dei prigionieri di guerra.
Molti di loro ignoravano di averli.
La sacerdotessa li estraeva nell’ultimo istante del trapasso, ricavandone energia che trasmetteva ai guerrieri toccandoli sulla fronte.
E' un piccolo infodump che però, già in mezzo a quelle azioni così frammentate dai paragrafi, mi spezza il ritmo, almeno, io così ho avvertito durante la lettura.
Tirando le somme: il tuo è un buon racconto, efficace il finale, anche se c'è qualcosa da sistemare a livello puramente di forma.
A rileggerci!

CLASSIFICA:
1) Colori caldi
2) Non c'è più posto in cielo
3) La vera storia di Marco Roncaccia
4) I ragazzi del boschetto
5) Mirmidone
6) Cavilli temporali
7) Fratello, dove sei?
8) Superempatica
9) Variabile impazzita
10) Il rintocco di Rudigard Bregg
11) Cordelia
Uccidi scrivendo.

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maria rosaria
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Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 26 settembre 2016, 11:45

Ciao a tutti.
E' sempre un piacere leggervi, scoprire le diverse declinazioni di uno stesso tema, imparare nuove formule narrative, godersi personaggi nuovi e ambientazioni particolari.
Detto ciò, di seguito trovate i commenti e in fondo la classifica.



Variabile impazzita, di Alexandra Fischer


Racconto affascinante, come è nel tuo stile del resto.
Molto interessante la storia che riguarda un popolo che si nutre dei superpoteri dei prigionieri ma che, alla fine, ne rimane vittima.
Unica cosa che mi è rimasta poco chiara è stato il mimetismo dell'uomo di sabbia: non ho capito se i due guerrieri non lo riescono a vedere mai o se diventa invisibile (a loro) quando la sabbia si sgretola. Comunque è un dettaglio.
Brava!

Non c’è più posto in cielo, di Polly Russel

Fantastica l'idea di legare i superpoteri alle facoltà proprie di uno sciamano. Ottima l'ambientazione che mi ha catapultato letteralmente nella storia. Bello anche il protagonista.
Unica frase che mi rimane un po' difficile da seguire è quando scrivi
Polly Russell ha scritto:Recise le funi che lo intrappolavano. Per quanto dolci, per quanto lo trattenessero dove voleva stare.
Si voltò.
Le corde erano dita, le funi: i capelli di Mia. E non ebbe scelta.
Quando precipitò sulla terra, riuscì a udire solo il crepitio del fuoco.
Non riesco a capire le cause della caduta.
Nel complesso bel racconto.

I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti

La scrittura è notevole, come al solito. Le frasi in dialetto sono una delizia e mi hanno permesso di "vedere" questo vecchietto artritico che parla con la nipotina. Il finale mi ha lasciato un po' interdetta ma solo perchè non l'ho compreso immediatamente e ho dovuto rileggere il tutto: il nonno scopre, a distanza di anni, di avere un superpotere che è quello di comandare a distanza le diavolerie tecnologiche che nel 1954 non esistevano ancora, giusto?
Un superpotere in anticipo sui tempi. :-)
Ottimo racconto.

Cavilli temporali, di Annibale De Rossi

Idea carina e scrittura efficace per questo tuo racconto su un superpotere che, confesso, ho spesso sognato di possedere.
Quello che a mio avviso manca nella tua storia è una motivazione di fondo, un carattere proprio del protagonista che lo spinga a rivivere i giorni già passati. Mi riferisco, ad esempio, a un estremo perfezionismo dell'uomo sul lavoro, o magari una voglia di essere molto premuroso con gli altri, insomma qualcosa che lo spinga a un'incessante ricerca del giorno "migliore".
E' comunque solo una mia personalissima interpretazione e un mio gusto.
La storia funziona anche così com'è.

Cordelia, di Romana Perna

Il tuo racconto ha un idea di fondo niente male.
Secondo me però quest'idea andava gestita meglio. Inizi con un flusso di coscienza in prima persona e questo mi piace.
Poi però ti sposti verso immagini di personaggi molto particolari e sembri quasi entrare nella loro testa. Ecco, questo mi ha un po' disorientato.
Forse avresti dovuto rimanere in prima persona e descrivere i vari personaggi solo per come li vedeva la tua protagonista, al massimo immaginando alcune loro emozioni o pensieri.
Insomma, idea originale ma da rivedere.

Colori caldi, di Linda De Santi

Veramente un bel racconto.
Mi è piaciuta moltissimo l'idea, il messaggio sottinteso, e come hai gestito il tutto.
Ho riletto più volte il tuo racconto per scovare qualcosa, qualche appiglio per poter fare una critica un minimo costruttiva ma, niente. Bella caratterizzazione dei personaggi, carini i dialoghi, insomma... brava!

La vera storia di Marco Roncaccia, di Marco Roncaccia

Premetto che il superpotere (di scrivere cazzate) del tuo protagonista è parecchio diffuso, almeno per quanto riguarda diverse categorie di persone nel nostro paese (e qui mi fermo con la premessa).
La cosa veramente eccezionale è quell'aprirsi di finestre di testo con conseguente scrittura compulsiva ogni volta che il protagonista vuole scrivere una frase banalotta su FB. Ecco, quella sarebbe una facoltà che mi piacerebbe avere. Sai le cartelle che scriverei...
Idea originale, giusta ironia e sarcasmo.
Bella prova.

Superempatica, di Mario Pacchiarotti


Il racconto è senz'altro godibile e ben scritto.
Anche il superpotere, anche se c'è chi dice che non sia particolarmente originale, a me non è dispiaciuto.
L'unico appunto che posso farti è che una superempatica come la tua dovrebbe poter cambiare le sue sensazioni a seconda di chi ha davanti, vale a dire anche sentirsi una strafiga se ha davanti qualcuno che si sente tale. Non capisco, quindi, perchè sia stata messa in una classe di sfigati... Tutto qui.
Per il resto tutto ok.

Il rintocco di Rudigard Bregg, di Evandro Straccini

Il tuo racconto "tetro" è suggestivo.
Per quanto riguarda gli aggettivi, in parte concordo con Francesco. Spesso sono inutili se riesci a evocare la giusta atmosfera lasciando al lettore la libertà di disegnare le immagini nella propria mente.
Alcuni piccolissimi, e personali, appunti.
Nella parte iniziale ripeti tre volte appena.
"Il verso di una civetta accompagna la brezza notturna che piega l'erba di questo tetro colle. Tutto è profondamente addormentato, come se il mondo avesse già terminato il suo tempo.
La falce della luna è appena sbucata fra le nuvole. Lentamente, come una serpe che striscia fuori dal suo buco. L'argentea luce sfiora le pallide pietre con una fosforescenza appena accennata.
L'alito notturno piega appena la punta dei cipressi. Il dottor Krug si è fermato a osservarli. Guarda la luna. Il volto dell'astro notturno è sufficiente a indicare la via."



Avresti potuto usare altre forme che, adesso, non mi vengono in mente.
Anche "buco" per la serpe non mi piace molto: meglio tana, a mio avviso.

Il finale incuriosisce molto perchè lascia in sospeso la storia evocando una futuro esercito di "rintoccati", anche questo, perdonami, termine che non mi piace un granchè.
Nel complesso un buon lavoro, molto fantasioso e articolato. Forse da aggiustare un pochino.

Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo


Superpotere non particolarmente originale (far rivivere i morti) inserito in una storia particolare e delicata.
Confesso che ho dovuto rileggere il racconto una seconda volta perchè a una prima lettura non avevo colto (scusa ma sono un po' tonta...) che fosse Andrea il killer spietato.
Credo che l'incomprensione sia una mia totale responsbilità, però concordo sul fatto (già detto) che il rapporto tra i due fratelli andava meglio definito.
Comunque ottimo lavoro.


Mirmidone, di Ambra Stancampiano


Confesso che se fosse per me scriverei solo: Bello!
Devo però riempire questi trecento caratteri e, per me che sono una stitica di parole, sarà dura.
Ci provo. Le cose che ho apprezzato di più in questo tuo racconto sono state due:
1) i bambini. Adoro le storie in cui ci sono bambini, soprattutto prepotenti che poi se la devono battere a gambe.
2) il superpotere. Qui non abbiamo semplicemente un uomo-formica ma un uomo-formicaio e data l'organizzazione sociale di questi animali credo sia veramente super.
Ottimo racconto!

CLASSIFICA:
1) Mirmidone, di Ambra Stancampiano
2) Colori caldi, di Linda De Santi
3) I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti
4) La vera storia di Marco Roncaccia, di Marco Roncaccia
5) Variabile impazzita, di Alexandra Fischer
6) Non c’è più posto in cielo, di Polly Russel
7) Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo
8) Superempatica, di Mario Pacchiarotti
9) Il rintocco di Rudigard Bregg, di Evandro Straccini
10) Cavilli temporali, di Annibale De Rossi
11) Cordelia, di Romana Perna
Maria Rosaria

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Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » lunedì 26 settembre 2016, 18:16

Ecco la mia, come al solito soffertissima, classifica del gruppo COVONE:

1.Non c’è più posto in cielo, di Polly Russel, ore 22.43, 2976 caratteri
2.Superempatica, di Mario Pacchiarotti, ore 00.11, 2968 caratteri
3.Cavilli temporali, di Annibale De Rossi, ore 23.15, 2993 caratteri
4.Variabile impazzita, di Alexandra Fischer, ore 22.22, 2818 caratteri
5.Colori caldi, di Linda De Santi, ore 23.38, 2994 caratteri
6.Mirmidone, di Ambra Stancampiano, ore 00.50, 2978 caratteri
7.La vera storia di Marco Roncaccia, , ore 23.46, 2982 caratteri
8.Il rintocco di Rudigard Bregg, di Evandro Straccini, ore 00.22, 2987 caratteri
9.Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo, ore 00.30, 2770 caratteri
10.Cordelia, di Romana Perna, ore 23,27, 2427 caratteri
11.I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti, ore 23.08, 2934 caratteri

---------------------
Variabile impazzita, di Alexandra Fischer

Ciao Alexandra,
ben ritrovata. Tema centrato.
Racconto interessante, ottimo l’incipit, buon ritmo anche se in alcune parti risente di qualche frase troppo corta che non iuta la lettura scorrevole. Non amo il genere ma sei riuscita lo stesso a tenermi incollato allo schermo.
Alcune notazioni:
“La sabbia si disfece” suona un po’ male, userei un sinonimo (si disgregò, ad esempio).
Nella frase: “Negli occhi della sacerdotessa, non c’era più differenza fra la sclera e la pupilla; tutto era di un nero scuro come l’inchiostro della seppia.”
C’è qualcosa che non va, troppo complessa come frase, forse potevi scrivere direttamente: “Gli occhi della sacerdotessa erano diventati scuri come l’inchiostro della seppia.”
Buona prova, brava
Ciao
Adriano

Non c’è più posto in cielo, di Polly Russel,
Ciao Polly,
tema centrato. Racconto molto originale e ben scritto. In alcune parti è un po’ criptico e richiede una rilettura aggiuntiva, penso dovuto ai vari tagli in fase di stesura come da limiti di caratteri.
La narrazione è evocativa: mi sono immerso nell’atmosfera e, anche se non sono mai stato in US, ho visto le varie scene. Fantastico!
Ottima prova.
Ciao
Adriano


I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti

Ciao Jacopo,
tema centrato.
Scrittura fluida, buon ritmo.
A una prima lettura sono rimasto un po’ perplesso perché non ho capito subito il senso del tuo racconto.
Inolte ci sono alcune incongruenze nella trama che non aiutano la sospensione d’incredulità del lettore. Sicuramente il problema risiede come al solito nel limite dei caratteri e del tempo. Spero di rileggerlo più sviluppato.
Occhio al refuso / ripetizione:
“…Le luci, l’odore di temporale, quella sensazione, dentro la spina dorsale, di sentirsi osservati. Di sentirsi osservati dentro la spina dorsale…”

Ciao
Adriano


Cavilli temporali, di Annibale De Rossi
Ciao Annibale,
tema centrato.
Interessante il tuo racconto, ben scritto, buon ritmo, anche se c’è un evidente sbilanciamento tra la prima parte e la seconda: la prima metà è troppo lunga rispetto a quello che succede dopo, peccato. Ma come al solito il limite di spazio pesa.
Lo stile in prima persona è azzeccato ma il tuo personaggio è un po’ troppo piatto/neutro.
Il finale è bello e inaspettato.
Nel complesso buona prova, bravo!
Ciao
Adriano


Cordelia, di Romana Perna,

Ciao Romana,
tema centrato.
L’idea c’è, ma la struttura affatica troppo la lettura e fa arrancare il lettore con la lingua penzoloni fiano alla fine. ))
E tutto questo inizia dall’incipit:
“Una domenica d'agosto, sotto il solleone, sudavo olio abbronzante, sapevo di vaniglia e cocco, iniziavo a sentirmi meno, meno umana più albero…”
Se invece, ad esempio, tu avessi scritto: “Una domenica d'agosto sudavo olio abbronzante sotto il solleone, sapevo di vaniglia e cocco, iniziavo a sentirmi meno umana e più albero.”
Sarebbe stato più scorrevole, o no?
Nel complesso buona idea ma scrittura un attimo da rivedere.

Ciao
Adriano


Colori caldi, di Linda De Santi,
Ciao Linda,
tema centrato, buona scrittura, ottimo ritmo.
L’unica osservazione che potrei farti è: se il potere è quello di cambiare i colori, come fa a far comparire le stelle? E nel contempo far sparire le nuvole e la pioggia? Insomma una bazzecola, mi sembra tutto perfetto.
Nel complesso discreta idea, ottimo svolgimento, brava!
Ciao
Adriano
La vera storia di Marco Roncaccia,
Ciao Marco,
tema centrato, anche se ho alcuni dubbi sulla categoria di superpotere… )
Racconto ben scritto, ironico al punto giusto, con alcuni spunti veramente spassosi.
L’idea c’è ma non è fortissima, forse se devo per forza trovare un difetto è tutto qui: la mancanza della famosa “scintilla”
San Bovo di Voghera non l’avevo mai sentito, ancora rido.
Nel complesso buona prova.

Ciao
Adriano


Superempatica, di Mario Pacchiarotti,
Ciao Mario,
tema centrato.
Il tuo racconto mi è piaciuto parecchio: scritto bene, grande ritmo, idea piuttosto originale.
Ho dovuto rileggere l’ultima parte ma lo “straniamento” fa parte del gioco e penso sia voluto. Ma non ho pianto ))
In parte l’idea c’è anche nel mio racconto, anche se l’ho sviluppata più seriosamente.
Buona prova!
Ciao
Adriano
Il rintocco di Rudigard Bregg, di Evandro Straccini,
Ciao Evandro,

tema centrato.
Idea interessante, buon horror che invoglia la lettura.
Tuttavia, come ti hanno già detto, la lettura è appesantita dai troppi aggettivi che rendono il tuo brano una cosa un po’ antica…
Ad esempio se l’incipit l’avessi scritto invece che così:
“Il verso di una civetta accompagna la brezza notturna che piega l'erba di questo tetro colle. Tutto è profondamente addormentato, come se il mondo avesse già terminato il suo tempo.
La falce della luna è appena sbucata fra le nuvole. Lentamente, come una serpe che striscia fuori dal suo buco. L'argentea luce sfiora le pallide pietre con una fosforescenza appena accennata.
L'alito notturno piega appena la punta dei cipressi…”
Così:
“Il verso di una civetta accompagna la brezza notturna che piega l'erba di questo colle. Tutto è profondamente addormentato, come se il mondo avesse già terminato il suo tempo.
La falce della luna è appena sbucata fra le nuvole, lentamente, come una serpe che striscia fuori dal suo buco. La luce sfiora le pietre con una fosforescenza appena accennati; la brezza notturna agita appena la punta dei cipressi…”
Non sarebbe stato più leggero?

Comunque, nel complesso buona prova.
Ciao
Adriano


Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo,

Ciao Fernando,
tema centrato.
Strano racconto il tuo: scritto bene, abbastanza fluido ma nella storia c’è qualcosa che non gira, che non mi convince pienamente.
Nella seconda parte ho avuto difficoltà nel capire la narrazione e la relazione tra i due fratelli. I due non sono stati abbastanza approfonditi, risultano toppo piatti. Magari sacrificherei qualche accadimento per caratterizzarli meglio.

Ciao
Adriano

Mirmidone, di Ambra Stancampiano
Ciao Ambra,
tema centrato.
Come la solito la storia è scritta benissimo e fila alla grande.
Per quanto riguarda il contenuto non mi ha preso come al altre volte; ho fatto un po’ fatica a seguire gli eventi e alcune cose mi sono rimaste oscure. In parte penso sia colpa mia.
Comunque nel complesso discreta prova (ma ci si può ancora lavorare un po’ su).
Ciao
Adriano

Fabiana Donato
Messaggi: 81

Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » martedì 27 settembre 2016, 16:23

Ciao gruppo Covone! Ecco la mia classifica insieme ai commenti:

1. Cavilli temporali di Annibale de Rossi
Ciao Annibale! Adoro il tuo racconto, davvero. Il modo in cui è scritto e la parte finale, mi hanno spiazzato! Il testo fila liscio, senza interruzioni e l'ho letto tutto d'un fiato. Un aspetto che però potrei criticare e che avrei voluto nello sviluppo del racconto, un'analisi più accurata del protagonista. Nella lettura comprendiamo che è perfezionista e ci tiene molto a fare le sue cose nel modo migliore possibile, ma avrei voluto conoscere più a fondo questo personaggio. Forse non ti bastavano i caratteri, in ogni caso il racconto è lineare e non annoia affatto. Alla prossima!

2. Colori Caldi di Linda de Santi
Ciao Linda! Hai usato delle idee semplici, ma soprattutto le hai sviluppate nel modo più opportuno. Davvero, mi è piaciuto tanto il tuo racconto. Oltre il fatto che è scritto molto bene, forse è il tuo messaggio di speranza a rendere così profondo e bello il racconto. Mi piace !!! Nulla da criticare! Alla prossima!

3. Mirmidone di Ambra Stancampiano
Ciao Ambra! Devo dire che ultimamente ti stai concentrando molto sui bambini come protagonisti, e penso che sia una scelta particolare e soprattutto non semplice da gestire. Ci tengo a dirti che la cosa che mi piace di più del tuo racconto è il fatto che quello che è nato potrebbe essere un cattivo e io a scrivere di un cattivo non ci avevo pensato minimamente! Lo stile semplice mi soddisfa, l'unica pecca è che non capisco, forse per mancanza mia, cosa legava il bambino al formicaio. Non ho capito se è successo tutto per puro caso, o mi è sfuggito qualcosa. Nel complesso però fila bene, anche i dialoghi sono funzionali alla comprensione della situazione di disagio vissuta dal bambino. Mi piace! Alla prossima!

4. Fratello dove sei? Di Fernando Nappo
Ciao Fernando! Mi piace il tuo racconto fila liscio e soprattutto è una tematica ben sviluppata, nonostante la sua complessità. Appena ho letto del potere di resuscitare gli animali ho pensato "il miglior supereroe del mondo!" io sono la prima a difendere gli animali, in ogni situazione! L'idea è bella, solo che non trovo molta coerenza nel fatto che poi a sua volta, può resuscitare anche le persone. Ci sarebbero troppe incongruenze e disagi psicologici nella realtà. In ogni caso, questo è un parere personale, il racconto però porta avanti un'idea particolare e profonda, mi è piaciuta molto. Lasciando stare quel piccolo aspetto che non ho gradito tanto, hai scritto un racconto complesso e interessante. Alla prossima!

5. I ragazzi del boschetto di Jacopo Berti
Ciao Jacopo! Ormai penso di essere in grado di riconoscere un tuo racconto a occhi chiusi! Hai uno stile particolare che deve essere compreso, difficile da seguire a primo impatto, ma che poi ti lascia con la voglia di leggere ancora e ancora. Diciamo che anch'io un po' come gli altri, ho avuto qualche difficoltà, e solo con la tua spiegazione sono riuscita a comprendere meglio la vicenda. Non mi entusiasma molto l'idea devo essere sincera, ma è il tuo modo enigmatico di presentare le idee che mi affascina. Sono curiosa di vedere cosa saresti in grado di fare con più caratteri, questa volta forse ti hanno un poco limitato, in ogni caso bella prova. Alla prossima!

6. Il rintocco di Rudigard Bregg di Evandro Straccini
Ciao Evandro! Complimenti per il racconto, per me è tetro quanto basta. Credo che tu abbia sviluppato bene la trama e anche la maledizione finale mi ha soddisfatta. L'unica pecca che non ho molto gradito è stato il fatto di strutturare questo racconto in un modo troppo compatto. Sarebbe stato meglio se tu avessi suddiviso meglio la storia in paragrafi, è un modo efficace secondo me sia per dividere meglio il racconto, sia per condurre meglio il lettore che alle volte quando a primo impatto vede un racconto senza spazi e troppo denso, ciò tende a far diminuire la sua attenzione e l'interesse stesso per il racconto. E' un peccato, perché secondo me la storia funziona e mi piace tremendamente. Alla prossima!

7. Cordelia di Romana Perna
Ciao Romana! La tua idea è molto bella, esprime una tematica che mi incuriosisce da sempre. E' un tema delicato da affrontare, soprattutto con il vincolo dei caratteri. Infatti, come già ti hanno fatto notare gli altri, non ho molto apprezzato lo stile e la tecnica che hai utilizzato. Le virgole, sembrano guastare la complessa idea che avevi ragionato, il problema di ogni scrittore è proprio questo: riuscire a rendere chiaro il proprio mondo mentale. Secondo me tu hai una bella testa per il tema presentato. Una società che limita l'uomo e lo costringe a seguire gli orari che il grande orologio mondiale impone ad ognuno di noi, una vita che solo in pochi momenti della giornata fluisce e fa esprimere chi siamo. Secondo me tra qualche racconto, potrebbe uscire qualcosa di ancor più interessante dalla tua mente, e soprattutto esposto meglio. Alla prossima!

8. La vera storia di Marco Roncaccia di Marco Roncaccia
Ciao Marco! Leggere un tuo racconto è sempre scoprire un qualcosa di nuovo. Davvero, la caratteristica che preferisco di te è il fatto che non proponi mai qualcosa di scontato, ed anche se all'inizio può sembrare così, riesci sempre grazie alla tua ottima tecnica e preziosissimo stile a stupirmi. Diciamo che questo è un racconto ben scritto e senza intoppi, solo che secondo me, un mio umilissimo parere, hai scritto racconti più belli. Questo mi ha fatto sorridere, però conoscendoti non so perché mi sarei aspettata qualcosina di più. In ogni caso, è un ottimo racconto. Alla prossima!

9. Non c'è più posto in cielo di Polly Russell
Ciao Polly! Il tuo racconto mi ha un poco spiazzata, ho dovuto rileggerlo per comprenderlo. Hai uno stile particolare e la cosa mi piace, però mi sono un po' confusa nel contenuto. Sicuramente perché so molto poco dell'argomento, quindi mi ritrovo a fare più letture e ricerche, in ogni caso però ha scaturito il mio interesse. E' vero che ci sono dei passaggi poco chiari, ma questo purtroppo può accadere in un racconto con questo numero limitato di caratteri. Hai delle belle idee, anche se a quanto ho capito non è così inusuale il potere che hai descritto per uno sciamano, in ogni caso hai tanto potenziale e sono sicura che alla prossima prova racconterai un'altra bella storia. Alla prossima!

10. Variabile impazzita di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra! Devo dire che la tua storia mi ha incuriosita molto e mi è piaciuta. In alcuni punti ho trovato però difficoltà a seguirti, forse a causa del limitato numero di caratteri che non ti hanno permesso di scrivere il racconto in una maniera più chiara e fluida, soprattutto perché la prima parte del racconto si distanzia stilisticamente parlando dal resto. E' troppo frammentata, ci sono frasi che spezzano il racconto a mio parere e all'inizio di un testo non è molto piacevole durante la lettura. Per il resto devo dire che i tuoi particolari mi hanno affascinata! Alla prossima :)

11. Superempatica di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario! Senza dubbio hai uno stile e una tecnica che mi piace molto. Il tuo racconto non ha refusi, fila ed ha un senso logico, nulla da obiettare da questo punto di vista. E' la storia che però mi lascia un poco confusa e insoddisfatta, forse non l'ho apprezzata molto perché non sono stata io capace di comprendere il vero senso. Non so, forse manca qualcosa in questo testo, mi lascia interdetta. Non credo ci siano errori, ne penso che l'idea sia brutta, assolutamente! Manca qualcosa, qualche dettaglio in più, forse avrebbe reso questo racconto più avvincente ed interessante. Comunque, hai scritto un buon racconto. Alla prossima!

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Alexia
Messaggi: 125

Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 28 settembre 2016, 16:27

salve ragazzi,
complimenti a tutti per i racconti. Come sempre vado di pancia e spero di continuare a leggervi sempre:

1. Colori caldi, di Linda De Santi
Bellissimo. Davvero i miei complimenti per aver confezionato un testo così. Sembra comico, ma cela un dramma e un risvolto sociale di grande rilevanza. Mi hai ricordato Gli Imbattibili, della Disney. Ti ricordi che anche lui veniva accusato per aver salvato un suicida?
Scrittura buona, precisa. Non ci sono sbavature.
Mi hai scaldato il cuore, con un testo che nasconde fra le righe molti messaggi.
Brava!

2. Cavilli temporali, di Annibale De Rossi
Geniale. Bella la storia, sebbene sia solo raccontata. Ovvio che con il limite di battute riuscire a farla tutta in mostrato sarebbe stata impresa ardua. L’ho divorato. Scrittura matura, pulita e lineare. Niente fronzoli a rallentare il ritmo.
Tema: colpito e affondato, sebbene il superpotere non sia di una persona ma in un oggetto.
Per me pollice su assolutamente.

3. La vera storia di Marco Roncaccia, di Marco Roncaccia
Geniale anche il tuo. Irriverente, divertente, ironico. Mi hai sedotta con questa storia che è davvero per tutti noi scrittori, che viviamo sempre al confine dei mondi.
La scrittura è buona, lo stile anche.
C’è solo una piccola nota che ti posso fare: l’incipit.
Quel “come molti.” Non mi è piaciuto, stona. Ma è solo un piccolo neo. Per il resto ottima prova davvero: pollice su!

4. Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo
Non posso dire che non mi sia piaciuto. Il messaggio tocca il cuore. Il fatto che lui curi le ferite che infligge il fratello ad animali e a persone è toccante. La storia è bella e valida, sebbene la scrittura non sia ancora matura. Lo stile narrato fa perdere empatia. Non ci si ritrova nella storia, ma semplicemente me la stai raccontando… nei racconti brevi di questo tipo l’ideale è la prima persona perché si può “sentire” cosa prova il protagonista. In ogni caso premio il contenuto. Mi hai sorpreso positivamente.

5. Variabile impazzita, di Alexandra Fischer
Particolare. Devo dire di aver iniziato con un certo scetticismo. Amo il fantasy e quindi sto molto attenta a come viene raccontato. Non è facile condensare un mondo in poche righe, ma ci sei riuscito abbastanza. Forse sul finire c’è un po’ di confusione, ma alla fine l’elemento sorpresa c’è, regge e mi è piaciuto. Ci sono delle frasi da sistemare, ma nel complesso ho gradito… e non solo, mi piacerebbe leggerne una versione più lunga.

6. Non c’è più posto in cielo, di Polly Russel
La padronanza del linguaggio c’è. Molto poetico, sembra quasi di sentire il vento caldo che mi sussurra nelle orecchie. C’è profumo di antico, di storia. Mi è piaciuto sebbene in alcune parti ho fatto fatica a seguirti. Sei stata troppo aulica ed è stato necessario tornare indietro un paio di volte per comprendere dove mi stavi portando. Il tema è azzeccato, la prosa anche.

7. Il rintocco di Rudigard Bregg, di Evandro Straccini
Mi hai lasciata molto perplessa. Le prime tre righe sono magnifiche. Poesia allo stato puro, morbidezza delle frasi che sembrano una carezza sul palato… poi… poi non lo so, forse la punteggiatura non è corretta, perché il personaggio parte con un dialogo che sembra quasi uno sproloquio. Forse è stato voluto, ma mi ha messo confusione.
La fine invece mi ha di nuovo conquistata, sebbene in un racconto così breve inserire un mondo (sembra quasi una sinossi di un romanzo) è davvero complicato.

8. I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti
Sono onesta, non mi ha coinvolto la parte iniziale. Trovo molto bella invece la parte finale. Forse senza il preludio e strutturato in modo diverso sarebbe stato più empatico. La scrittura è buona, senza dubbio, il tema è azzeccato, anche se lo avrei approfondito… c’è giusto un accenno. L’uso del dialetto mi garba e anche le figure sono contestualizzate bene, solo che come detto non mi ha coinvolto. Ho trovato più empatica la parte legata ai ricordi.

9. Mirmidone, di Ambra Stancampiano
L’idea è carina. Mi è piaciuto leggerlo e scoprire come andava a finire. Lo stile andrebbe aggiustato. Ci sono un po’ di errori di punteggiatura. Di sicuro ne avrebbe giovato con un numero di battute più ampio. Dover inserire un contesto così, dove ovviamente devi descrivere l’antagonista e avere anche il tempo per dare spazio alla chiave di volta non è facile. Un plauso alla frase finale, molto poetica, molto sentita da una come me che si sente sempre molto piccola davanti alla magnificenza del mondo.

10. Superempatica, di Mario Pacchiarotti
L’idea è molto carina. Il tema è azzeccato. L’unico problema è lo stile che ancora immaturo. La lettura non è coinvolgente, non c’è empatia con la protagonista. Di sicuro potrebbe venirne fuori un buon racconto con una revisione. Se vuoi un consiglio lo avrei scritto in prima persona. Permetterebbe al lettore di vivere in modo empatico la storia, dato anche il tema trattato.

11. Cordelia, di Romana Perna
Testo evocativo, aulico. Non ho gradito lo stile, la narrazione perché non è lineare né dinamico. Molte frasi sono contorte e pindariche. L’idea è bellissima ma sviluppata male. Di sicuro se avessi avuto più tempo per limare la tua storia ne sarebbe uscita una chicca.
Ti consiglio di aspettare un paio di settimane e, anche solo per curiosità, riprenderlo e lavorarci. Mi piacerebbe leggerne una versione diversa.

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raffaele.marra
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Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 29 settembre 2016, 1:10

Ciao ragazzi. Ecco la mia classifica. Complimenti a tutti:

1. - I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti
Ammetto di aver capito il finale solo dopo aver letto la tua spiegazione. E mi sono sentito un po’ idiota: avrei dovuto capirlo da solo, in fondo, non era affatto difficile. Davvero, non è una questione di chiarezza mancante nel tuo scritto, è solo questione di troppa leggerezza nel leggerlo. Sarà perché quella del biglietto consegnato è un’immagine vista e rivista e quindi è passata un po’ inosservata, soprattutto in confronto a tante altre scene che sono sicuramente affascinanti e suggestive. In complesso il racconto mi è piaciuto molto, perché ha un inizio che desta interesse e si fa leggere volentieri, una parte centrale con un notevole “salto di livello” che dà tono e sostanza alla storia, un finale che lascia pensare. Lo stile, come spesso ti accade, è pressoché perfetto. Complimenti.

2. - La vera storia di Marco Roncaccia, di Marco Roncaccia,
Sono terrorizzato dall’idea che un racconto così possa vincere l’edizione, quindi non ti metterò al primo posto. Insomma, sfoderi con invidiabile sapienza e lucidità una autoironia che è anche critica di una società rincoglionita (altro che poteri!). Mi piace molto il modo in cui fingi di vaneggiare e vacilli tra una matura consapevolezza e una infantile indecisione. Il finale, poi, mi ha fatto sentire un po’ idiota, come se tu volessi ammettere di aver preso tutti in giro costringendoci a leggere il tuo testo in cerca di una chiave di lettura che cambiasse le sorti dell’Universo e invece non hai scritto un cazzo. È questo il motivo per cui, a questo giro, ti odio. E non ti metterò al primo posto. Anche se il pezzo è bello. Cazzo se è bello.

3. - Colori caldi, di Linda De Santi
Un gran bel racconto, basato sulla semplicità. Considerare la capacità di dare colore al mondo un superpotere mi affascina come idea, perché, a ben pensarci, richiama alla mente il potere che ha l’arte di sublimare la realtà. E il fatto che tu confronti questo insolito superpotere con il più classico dei classici, quello “alla superman”, stuzzica una serie di riflessioni che trovo decisamente originali e stimolanti. Insomma, il racconto mi è piaciuto, sia nel contenuto che nello stile. La rispondenza al tema è perfetta. Insomma, un’ottima prova.

4. - Non c’è più posto in cielo, di Polly Russel
Il vero corpo del tuo racconto, a mio parere, è nello stile. E questa è una prerogativa delle belle opere. Il linguaggio, l’equilibrio delle frasi, le immagini che evochi, a volte suggerendole, a volte dipingendole con estro e maestria, sono capaci, nell’insieme, di dare gusto e sostanza ad un racconto di difficile comprensione. Il tema narrato è “lontano”, anche un po’ usato, potremmo dire, ma la bellezza dello stile è sufficiente ad elevarlo ad un livello superiore. In altre parole, lo stile è tale da permettere a chiunque di apprezzare il racconto nella sua interezza, nonostante alcuni passaggi un po’ criptici non per forma ma per contenuto. In definitiva direi che si tratta di un’ottima prova.

5. - Mirmidone, di Ambra Stancampiano
Lineare e avvincente, si lascia scorrere con leggerezza e curiosità fino al finale, forse un po’ prevedibile, ma di sicuro impatto. Però non è molto originale, come idea di partenza. Ci trovo un po’ di retorica di genere: nei ragazzacci, nello sfigatello indifeso e persino nel rapporto empatico con gli insetti (a me ha riportato alla mente Jennifer di Phoenomena di Dario Argento per tutte e tre le cose che ho detto). Lo stile è buono, come sempre. Insomma, non so che dire, davvero. È un buon racconto ma forse manca qualcosa che lo distacchi da un “già visto-già letto” che lo penalizza un po’. Diciamo una prova buona, ma non esaltante. Alla prossima!

6. - Cavilli temporali, di Annibale De Rossi
Sono molto combattuto nel dover giudicare questo racconto, perché mi saltano agli occhi un pregio e un difetto, entrambi abbastanza evidenti. Il pregio consiste nell’idea di partenza che, sebbene non del tutto originale, è assolutamente affascinante e fa sognare. Nella sua semplicità, la trama funziona bene, è divertente e suggestiva, interessante e costantemente viva. Il difetto, invece, consiste nello stile che non rende giustizia alla storia narrata. Non vedo alcuno sforzo di rendere piacevole il testo se non, appunto, nella sua trama. Ma io tengo molto alla forma, alla capacità di uno scritto di piacere per il ritmo, le scelte lessicali, la musicalità, ecc. In definitiva, facendo un equilibrio tra aspetti positivi e aspetti negativi, concludo dicendo che si tratta senz’altro di un buon racconto. Migliorabile ma tutto sommato positivo.

7. - Cordelia, di Romana Perna
Un altro racconto dalle potenzialità inespresse. C’è di buono la pluralità di scene che si avvicendano come in un lungo piano-sequenza che attraversa, uno dopo l’altro, i vari appartamenti del grattacielo violandone l’intimità e i segreti più indicibili (i superpoteri non sono tali se non sono ben nascosti, del resto). Tuttavia lo stile è un po’ troppo zoppicante, e questo tipo di racconto ne risente particolarmente. È come se la macchina da presa, in questo piano-sequenza emozionante e sorprendente, troppo spesso si inceppasse, zoomasse senza alcuna grazia, perdesse il fuoco, ecc. Spero di essere stato chiaro. Il mio messaggio è: continua così, hai ottime idee; ma ricordati sempre di confezionarle al meglio, affinché non siano mortificate da uno stile non alla loro altezza. A presto!

8. - Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo
Ho l’impressione che il racconto potesse essere gestito meglio a livello di sviluppo della trama. L’idea non è male, ma la linearità elementare che governa la trama rende il tutto un po’ troppo prevedibile. Invece il finale, a mio parere, aveva delle potenzialità molto più interessanti che con una progettazione un po’ più mirata (e probabilmente con più tempo a disposizione) avresti potuto sfruttare al meglio. In definitiva, dico che si tratta di un buon racconto che però, con un po’ più di calma, poteva diventare un ottimo racconto.


9. - Variabile impazzita, di Alexandra Fischer
Un racconto che avrebbe meritato molto più spazio e caratteri. Credo sia un difetto insito nella maggior parte dei racconti brevi fantasy: la brevità non permette al lettore di entrare come vorrebbe nell’ambiente creato e questo è un gran peccato. Già, perché dal mondo che ipotizzi si ricevono alcune suggestioni decisamente interessanti e avvincenti. Solo che poi tutto finisce in poco, pochissimo tempo, e il tuo sforzo di inventare qualcosa che non esiste si spegne in un ricordo che va subito via. Insomma, spero di essere stato chiaro: il difetto è nella impossibilità di appassionarsi a questo universo che costruisci con paziente maestria. Ribadisco, il tuo racconto è sicuramente positivo, ma non lascia il segno più di tanto. Alla prossima.

10. - Superempatica, di Mario Pacchiarotti
Ci sarebbe da migliorare qualcosa qua e là, a mio parere. L’idea di fondo non è molto originale, ma ciò che non mi convince è quella lunga rassegna di superpoteri inutili che pervade il racconto per tre quarti. Insomma, io avrei cercato di metterci qualcosa di diverso, tanto per arricchire un tantino la trama. Così, invece, stanca un po’. Il finale è comunque ben tenuto, con un’ultima frase che chiude in un’ironia quasi salvifica. In definitiva, credo che con qualche saggio intervento potrebbe diventare certamente un buon racconto.

11. - Il rintocco di Rudigard Bregg, di Evandro Straccini
Un racconto che rievoca (o tenta di rievocare) in qualche modo atmosfere horror antiche, da grandi classici di genere. Gli elementi ci sono (il cimitero, i vermi, il morto, il tombarolo, ecc.), e l’atmosfera creata, immancabilmente, è cupa e fantastica come vuole la tradizione. Ho qualche dubbio sulla trama, o meglio, sull’interesse che essa, atmosfere a parte, sia capace di suscitare nel lettore. In altre parole, non mi ha coinvolto più di tanto, pur essendo io un amante del genere. Credo sia una difficoltà insita nell’horror: se lo scritto non è capace di suscitare emozioni (in particolare paura) l’horror non è un vero horror ma solo un esercizio manieristico. Nel tuo caso non mi sento di giudicare se si tratti di uno o dell’altro. Mi limito a dire che, pur avendo un buono stile e un’atmosfera ben costruita, non ha “lasciato il segno” più di tanto. Alla prossima.

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Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 29 settembre 2016, 1:30

Stilare la classifica finale è sempre il compito più difficile di tutta l'edizione, anche in questo caso mi son trovato in difficoltà perché il girone è ricco di buoni scrittori e prove altrettanto valide.
Mi son reso conto di aver dovuto inserire nella parte bassa della classifica anche racconti che ho commentato molto positivamente: i complimenti sono ancora validi, dalla prima all'ultima posizione, purtroppo non ci sono ex-aequo e la classifica deve seguire una spietata gerarchi, non vogliatemene.

Variabile impazzita, di Alexandra Fischer

Il caso vuole che finisca spesso nel gruppo che deve giudicare i tuoi racconti mentre mi pare sia successo raramente l'inverso, mi sento quasi in colpa perché non ti puoi vendicare in caso di malefatte!
Per fortuna, o meglio -per merito-, il tuo racconto è molto bello e il tema è decisamente centrato.
Per quanto riguarda la tecnica, ormai riconosco facilmente il tuo stile "diesel", che parte un po' insicuro e poi si sviluppa in periodi più ricchi man mano che ti addentri nella storia; anche i tuo scenari sempre ricchi di fantasia e descritti in modo evocativo ormai sono un "marchio di fabbrica".
La maggior parte delle osservazioni ti sono già state fatte da altri utenti, dal canto mio posso solo aggiungere che nel tuo testo c'è una certa ridondanza di termini che sicuramente vuole aiutare il lettore a non confondersi ma per quanto mi riguarda è diventata quasi esasperante: il termine guerriero/i appare ben nove volte, e sarebbe potuto essere sostituito da soldati, guardie, sentinelle, piantoni et simili, dando più varietà al testo e conseguentemente rendendolo più evocativo.
In definitiva è una bella prova, complimenti!

Non c’è più posto in cielo, di Polly Russel


Un bel racconto il tuo, che mi ha colpito più per lo stile che per il contenuto, riesci a descrivere il mondo onirico e quello materiale con maestria, facendo uso di similitudini sempre evocative e azzeccate con il contesto che hai imbastito.
Per quanto sia un fan della psichedelia narrativa e dello "spazio interno" in stile Burroughs, la storia in sé, seppur evocativa e ricca di pathos, non è riuscita a "tirarmi dentro" come mi sarei aspettato, ma mi rendo conto che questo dipenda più dai miei gusti personali che da un'oggettiva valutazione del tuo lavoro.
Nel complesso è una buona prova, brava!

I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti

Stile notevole, tema trattato in modo originale e curioso: un potere "inusuale" perché dato troppo presto a cui si abbina un sentimento di rivalsa per il povero Mario, ingiustamente sottovalutato per tanti anni, che compone il numero dei servizi segreti per reclamare il suo posto nel "trio".
Come ti han fatto notare molti prima di me, alcuni punti risultano un po' criptici, forse il nodo gordiano vero e proprio risiede in quel "biglietto da visita ingiallito" che fa capolino nel racconto solo sul finale, mentre una piccola menzione precedente snellirebbe di molto il lavoro del lettore.
Credo non ci sia bisogno che ti dica che è un bel lavoro, mi è piaciuto molto.

Cavilli temporali, di Annibale De Rossi

Ricordo di aver letto l'articolo di un autore riguardo il "prendere ispirazione" da qualcosa, e diceva (più o meno) che a copiare e basta si rischia di venire additati, mentre inserendo una rapida citazione all'opera ispiratrice si ottiene l'effetto un po' furbacchione di dare un colpito di gomito al lettore che ci perdona più facilmente la cosa.
Per tutto il tempo ho continuato a ripetermi in testa "Groundhog Day", "All you need is Kill" e "Source Code" come un mantra, poi mi hai fatto il gomitino infingardo sul finale e mi hai rovinato la critica.
Finito questo -assolutamente inutile- preambolo, hai un buono stile molto diretto che ti rende facile da leggere e comprendere ma non stupisce per evocatività, tendi un po' troppo al "tell" dando poco spazio allo "show": se invece che parlarmi della sua scrivania e "dire" come gli fosse andato tutto bene gli avessi fatto appendere il calendario "su un muro macchiato di muffa" e fine anno glie l'avessi fatto staccare "dalla parete candida del suo superattico" avresti stimolato il lettore a comprendere da solo le implicazioni.

Cordelia, di Romana Perna

È la prima volta che mi trovo di fronte a un racconto che presenta una dualità così contrastante: da una parte c'è l'utilizzo di un lessico volutamente ricercato ed evocativo, dall'altra una tecnica che non lavora per niente in sinergia con il testo, strappando il lettore dal mondo in cui vorresti si perdesse.
Buona idea, ma esecuzione da affinare, a rileggerti!

Colori caldi, di Linda De Santi

Un bel racconto che va in crescendo, prendendo per mano il lettore e portandolo in un mondo surreale che, grazie alla tua capacità di costruire dialoghi realistici, sembra essere di una normalità assoluta.
Il potere inusuale del tema, decisamente presente, è talmente ben intessuto nella storia da lasciare il posto da "protagonista" al rapporto tra i due personaggi e l'accettazione di sé del buon Ugo (che spero si trovi al più presto un nickname più "cool").
Un'ottima prova, brava!

La vera storia di Marco Roncaccia

Nella mia testa il Marco Roncaccia alternativo c'è "rimasto sotto" ad Amsterdam e questo spiega il successivo delirio nel suo E nel nostro universo, ma anche quella dell'alieno è un'ipotesi calzante!
Il potere, quello di scrivere ~3000 caratteri senza dire un cazzo, è decisamente inusuale, ma nonostante questo qui su Minuti Contati l'abbiamo manifestato spesso, chi più chi meno!
Non ho nessun appunto stilistico da farti e il tuo racconto è un'ottima e divertente interpretazione del tema, ottima prova, complimenti!

Superempatica, di Mario Pacchiarotti

Tema centrato con un superpotere che, a mio parere, rientra a pieno titolo tra quelli inusuali.
Stilisticamente sei scorrevole e pulito come sempre, la storia è godibile e "leggera" al punto giusto. A livello "strutturale" mi ha lasciato lievemente interdetto scoprire che Amina ha il potere di influenzare gli altri, è un potere notevole ed è strano pensare che non abbia ancora imparato a sfruttarlo a suo vantaggio!
Una buona prova, a rileggerci!

Il rintocco di Rudigard Bregg

A parer mio il tuo racconto è una prova più che riuscita, in parte anche per merito dell'aggettivazione "esagerata" e di quel gusto un po' retrò che a parer mio in un racconto dell'orrore ci sta benone.
Anche il tema è presente e ben utilizzato: ho trovato abbastanza azzeccato, e sicuramente inusuale, il potere del Rintocco.
In definitiva una buona prova, complimenti!

Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo

La mia abitudine di commentare in Zona Cesarini (altresì nota come pigrizia cronica) mi mette regolarmente nella condizione di trovare la maggior parte dei concetti che avrei voluto esprimere già portati in luce dagli altri, obbligandomi a commenti quasi inutili (come questo) o ridondanti (e inutili, perché ti ripeterei quello che altri hanno già detto prima di me).
Sia ben chiaro, la storia di Carlo e Andrea, Yin e Yang della tua storia, mi piace parecchio, ma anche io la trovo priva di pathos, soprattutto nel "climax" finale, dove un Deus Ex Machina toglie di mezzo il fratello "scomodo", lasciando a Carlo solo il dilemma morale insito nella decisione di non utilizzare il potere sul proprio fratello.
Scorrevole e pulito dal punto di vista stilistico, il tuo racconto è una buona prova che sarebbe potute essere ottima con un po di "conflitto" in più, a rileggerci!

Mirmidone, di Ambra Stancampiano

Bel racconto, stile scorrevole, potere interessante e ben utilizzato, soprattutto nel finale che è quasi una tagline da film horror e richiama il demoniaco "Io sono Legione" di biblica memoria.
Le storie di bulli e rivalsa sono piuttosto comuni su Minuti Contati, eppure hai saputo rendere la tua in modo efficace senza fare una leva eccessiva sui soliti stilemi del genere.
Ottima prova, complimenti!

1. Colori Caldi, di Linda de Santi
2. La vera storia di Marco Roncaccia, di Marco Roncaccia
3. Mirmidone, di Ambra Stancampiano
4. Cordelia, di Romana Perna
5. Il rintocco di Rudigard Bregg, di Evando Straccini
6. Non c'è più posto in cielo, di Polly Russell
7. Variabile impazzita, di Alexandra Fischer
8. I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti
9. Fratello, dove sei? di Fernando Nappo
10. Cavilli temporali, Annibale de Rossi
11. Superempatica, di Mario Pachiarotti

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alessandra.corra
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Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 29 settembre 2016, 10:04

Ciao a tutti,
ho fatto davvero fatica questa volta a redigere questa classifica, troppi racconti sono buoni, e scegliere le posizioni è stata un'impresa difficile, complimenti a tutti:

1. – I ragazzi del boschetto – Jacopo Berti

Ciao Jacopo,

nella tua storia traspare una forte sensazione di amarezza e nostalgia. Spesso i fatti della vita avvengono troppo presto o troppo tardi, cogliere il momento giusto è questione di pura fortuna. E troppe volte, forse a tutti è successo, di provare almeno una volta il rimpianto per "come avrebbe potuto essere se". Quindi il tuo racconto mi sembra quasi una metafora per questo aspetto della vita. Il protagonista ha ricevuto un potere, ma che non poteva essere sfruttato nel presente, ma solo anni dopo, costringendolo purtroppo a vivere una vita che non meritava, al di sotto delle sue reali possibilità. Il quadretto dipinto del nonno che gioca con la nipotina è toccante. All'inizio, quando leggevo i tuoi racconti, trovavo il tuo stile un pò troppo ricercato, ma adesso riesco meglio a immergermi nella forma, molto particolare ed elegante, e non posso che complimentarmi con te per la bravura.

2. – La vera storia di Marco Roncaccia – Marco Roncaccia


Ciao Marco,

anche se per il tuo alter-ego nevrotico e dissociato la scrittura è "una forma di alienazione", per te invece è qualcosa che ti esce talmente naturale, tanto che tuoi scritti letteralmente ti inchiodano.
Il tema è centrato, la trama è spregiudicata, ma affascinante, lo stile ottimo. E ho apprezzato anche molto l’autoironia, che racchiude una critica sociale verso utente "medio" dei social (che poi i social non sono altro che il riflesso della nostra società). Molto bello, bravissimo!

3. – Colori caldi – Linda De Santi

Ciao Linda,

anche a me il tuo racconto mi è piaciuto molto. Trovo molto bello il contrasto tra la frustrazione iniziale di Sparrow seguita dall'epilogo in cui viene racchiuso il suo senso di stupore e meraviglia. E' un messaggio positivo, di speranza e viene gestito bene da un dialogo fluido, che scorre bene. Non riesco a trovare dei difetti, complimenti!

4. – Cavilli temporali – Annibale De Rossi

Ciao Annibale,

è la prima volta che leggo un tuo racconto e l'impressione è stata molto positiva. Sicuralmente ho apprezzato la forma, semplice e lineare; è importante per me che una narrazione sia facile da capire, che arrivi in modo immediato al lettore, senza che si debba tornare indietro a rileggere. Il tema sicuramente è centrato. Anche l'idea del superpotere è molto carina. Credo che chiunque di noi avrebbe il desiderio di decidere se ricominciare una giornata per migliorarne gli aspetti, quante volte mi è successo! L'unico appunto che ho da farti riguarda il finale, che mi è sembrato un pò telefonato. Magari avrei lasciato il racconto con un finale aperto, in cui il protagonista, avviandosi verso la fine dell'anno inizia a chiedersi preoccupato come potrà essere di nuovo la vita una volta che tutto tornerà alla normalità. Comunque, una buona prova!

5. – Mirmidone – Ambra Stancampiano

Ciao Ambra,

anche se il tuo racconto ha una tematica già sviluppata in vari contesti letterari, mi è piaciuto. Trovo sempre interessanti gli scritti che hanno come tematica "il bullismo", realtà mai scontata e attuale, purtroppo sempre presente tra i giovani nella nostra società. Mi piace anche lo svilupparsi del disagio del bambino, mi piace la sua cattiveria che viene fuori nell'epilogo e che lo riscatta per i torti subiti. Il tocco fantasy, dalle sfumature horror, ci sta per questo tipo di narrazione. Nel complesso è una buona prova, brava!

6. – Il rintocco di Rudigard Bregg – Evandro Straccini

Ciao Evandro,

ho apprezzato l'atmosfera suggestiva e gotica che sei riuscito a contestualizzare in questo tuo racconto utilizzando una forma che si rivale di elementi, in parte, presi in prestito dagli horror classici. Mi è anche piaciuto come hai caratterizzato la figura di Krug , si riesce a percepire la sua figura di psichiatra ossessivo, tanto morboso a tal punto da abusare del suo paziente anche dopo la sua morte, accanendosi contro di lui per cercare di studiarne la mente, non accettando che a volte la stranezza degli altri non sempre è causata da una malattia spiegabile.
il tema direi che è centrato. Unica cosa che non mi convince è il finale, che ho faticato a seguire, senza riuscire a comprenderlo bene.

7. – Superempatica – Mario Pacchiarotti

Ciao Mario,

il tuo racconto per la sua leggerezza è gradevole e si legge con piacere. Nello stile tutto fila liscio, i dialoghi, le scene, l'ironia stessa è ben riuscita. Ma la trama anche a me non è riuscita a coinvolgermi come avrebbe dovuto. L'idea di fondo non è male, e all'inizio della lettura stava cominciando anche a interessarmi, ma poi dopo la prima metà qualcosa si perde per strada. Anche se il superpotere della protagonista rimane interessante, il tutto viene reso in modo troppo lineare. La storia rimane troppo una macchietta, fa sorridere certo, ma non cattura. Credo servirebbero degli elementi aggiuntivi che possano caratterizzare la storia come invece meriterebbe.

8. – Fratello dove sei? Fernando Nappo

Ciao Fernando,

la prima parte del racconto mi è piaciuta molto. L'insolito superpotere di Carlo, che riesce a riportare in vita gli animali, è molto bello. Ho subito pensato che sarebbe stato bello avere un potere del genere! Anche lo stile usato è molto chiaro, leggibile, e non fa una piega. Ma pensavo che il racconto prendesse un'altra svolta, cosi quando dopo poche righe entra in scena anche il fratello Andrea, la storia cambia completamente registro spiazzando. Ci sono due personaggi completamente opposti tra loro, uno troppo buono e l'altro troppo cattivo, a parte questo netto dualismo, fattore che stona sempre un pò in narrativa, penso che per caratterizzarli bene avresti avuto bisogno di maggior spazio. Così come è strutturato adesso non riesce a essere convincente. Ed è un peccato perché la storia avrebbe del potenziale.

9. – Variabile impazzita – Alexandra Fischer

Ciao Alexandra,

ho apprezzato l'idea della tua storia. Di certo è affascinante immaginare questo popolo che si sazia di superpoteri dei prigionieri, ma che a loro volta poi ne diventano vittime. Mi ricordane quelle leggende delle popolazioni sudamericane. Anche il tema è centrato. Però, nonostante la forma non mi sia dispiaciuta, ho fatto fatica a seguire tutta la storia nel suo sviluppo, a volte mi sono persa per strada, e ho dovuto rileggere più volte. Forse, però è colpa mia, purtroppo non leggo molto il fantasy, è quindi un genere che faccio fatica a giudicare in modo obiettivo e oggettivo. Nel complesso però è sicuramente una prova buona!

10. – Non c’è più posto in cielo – Polly Russell


Ciao Polly,

hai scritto un racconto molto evocativo usando uno stile appropriato e affascinante. L'ambientazione stile western, scegliendo di caratterizzare gli indiani d'america, è interessante. Il potere dello sciamano non l'ho trovato singolare, e si colloca bene in questo contesto onirico a metà strada tra realtà e sogno. L'unico appunto che mi sento di farti è che alcuni passaggi li ho trovati troppo ermetici, poco chiari, motivo per cui non sono riuscita a provare la giusta empatia. A parer mio, un buon lavoro di stile, ma che forse manca di un pò di pathos.

11. – Cordelia – Romana Perla

Ciao Romana,

aver usato all'inizio il flusso di coscienza è una scelta coraggiosa, ma di sicuro non facile. Era una tecnica che usava Virginia Woolf, ma si parla di un'autrice fuori dal comune. Il tuo racconto punta molto su immagini evocative, ma poi si perde per strada rendendo la lettura faticosa da seguire. L'idea è interessante, di certo non banale, ma espressa in questo modo non riesce a far scattare la giusta empatia. Anch' io penso che la tua storia avrebbe grandi potenzialità, ma andrebbbe rivista la forma.

[ADMIN: modificato per gestione classifica]

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Andreacrux
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Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#13 » giovedì 29 settembre 2016, 23:41

Ciao a tutti!
L'ultimo a scrivere il suo racconto è anche l'ultimo a commentare!
Ma questa volta almeno senza malus.
Molto difficile fare la classifica, mi sono fatto guidare dalle sensazioni e da quello che le storie mi hanno trasmesso.
La classifica si trova alla fine.

MIRMIDONE di Ambra Stancampiano

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FRATELLO, DOVE SEI? di Fernando Nappo
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IL RINTOCCO DI RUDIGARD BREGG di Evandro Straccini
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SUPEREMPATICA di Mario Pacchiarotti
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LA VERA STORIA DI MARCO RONCACCIA di Marco Roncaccia

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I RAGAZZI DEL BOSCHETTO di Jacopo Berti

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NON C'E' PIU' POSTO IN CIELO di Polly Russel

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VARIABILE IMPAZZITA di Alexandra Fischer

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CORDELIA di Romana Perna

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CAVILLI TEMPORALI di Annibale De Rossi

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COLORI CALDI di Linda De Santi

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CLASSIFICA

1) NON C'E' PIU' POSTO IN CIELO di Polly Russel
2) COLORI CALDI di Linda De Santi
3) MIRMIDONE di Ambra Stancampiano
4) I RAGAZZI DEL BOSCHETTO di Jacopo Berti
5) VARIABILE IMPAZZITA di Alexandra Fischer
6) LA VERA STORIA DI MARCO RONCACCIA di Marco Roncaccia
7) CAVILLI TEMPORALI di Annibale De Rossi
8) IL RINTOCCO DI RUDIGARD BREGG di Evandro Straccini
9) CORDELIA di Romana Perna
10) SUPEREMPATICA di Mario Pacchiarotti
11) FRATELLO, DOVE SEI? di Fernando Nappo

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antico
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Re: Gruppo COVONE: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#14 » domenica 2 ottobre 2016, 18:41

Ecco a voi la mia classifica per il vostro gruppo. Nei prossimi giorni arriverà la news con la classifica finale del gruppo (solo i primi sette, come da tradizione). Ricordo che i primi quattro della classifica finale del gruppo verranno ammessi alla finale e pubblicati direttamente sulla Vetrina del sito mentre i primi sette acquisiranno punti per il Rank della Quinta Era. Vi ricordo anche che sulla Vetrina sono ammessi direttamente, a prescindere dalla posizione nella classifica finale, i racconti da me valutati con pollice su.

Ps: non ho commentato e classificato il racconto di Romana Perna in quanto squalificata.


1) Colori caldi, di Linda De Santi
Pollice su. Bello, mi è piaciuto. Il supereroe “fisico” ormai demotivato e disilluso e quello “poetico” che riesce a trovare la sua utilità nel ridargli un briciolo di speranza. Poco da dire, il tema è declinato molto bene, il potere è davvero particolare, il racconto è organizzato ed equilibrato, ottimo lavoro.
2) La vera storia di Marco Roncaccia, di Marco Roncaccia
Pollice su. Un racconto strano, sotto molti punti di vista geniale. Dici e non dici, punti il dito e poi rotei gli occhi facendo lo scemo come uno dei personaggi di Verdone. Migliorabile, certo, ma perfetto nella sua imperfezione, quindi mi sta bene che rimanga così. Tema ok, un super potere che hanno in molti, ma che per essere definito tale si deve anche essere in grado di distinguerlo.
3) Superempatica, di Mario Pachiarotti
Pollice tendente verso l’alto. Molto carino, bella la trovata del potere di Amina. Perché non pollice su? Perché credo che con più caratteri avresti modo di lavorare meglio sul dialogo tra la protagonista e i suoi nuovi compagni presentando il suo potere non attraverso l’informazione data direttamente da lei, ma attraverso l’azione, in tal modo facendo “empatizzare” meglio e di più lo stesso lettore. Laboratorio, assolutamente.
4) I ragazzi del boschetto, di Jacopo Berti
Pollice tendente verso l’alto. C’è un problema, a mio avviso, sull’entrata in scena di Giada: ho dovuto rileggere per capire che la figlia, dal piano terra, lo saluta velocemente lasciandogli la nipote, sento il bisogno di una specificazione maggiore. E intanto che ci sei, sempre nella prima parte, cercherei di specificare meglio Ennio e Fulvio. Insomma, l’intro non va bene. Tutto il resto, invece, bene. Anche il finale ci sta, chissà quanto in vita sua ha desiderato fare quella telefonata. Il tema è ben presente.
5) Mirmidone, di Ambra Stancampiano
Pollice tendente verso l’alto, ma con qualche riserva. Si legge bene, ci sai fare e non credo sia possibile che esca dalla tua penna qualcosa che non sia godibile, però qui mi sembra che manchi un passettino in più. Non sono riuscito a entrare in sintonia con il o la protagonista (il Teschio la chiama femminuccia, ma fino a quel punto mi era sembrato un maschio) e la genesi del superpotere mi sembra pertanto casuale, troppo. C’è il bullo che ammazza le formiche (cosa che da bimbi credo, purtroppo, che abbiamo fatto in tanti, la ragazzina che storce il naso e che viene fatta oggetto a sua volta di scherno, le formiche che insorgono e che si alleano con lei… Mmmh…). Tema ok, anche se questo superpotere non riesco a distinguerlo bene.
6) Variabile impazzita, di Alexandra Fisher
Pollice ni che tende verso l’alto. Ottima atmosfera, decisamente d’impatto. Il racconto rimane bello impresso nella mente e questo è un punto decisamente a tuo favore. Ci sono alcune cose che non funzionano, a partire dalla diversificazione dei due guerrieri (poco efficace) per arrivare al perché sentano tutto pesante una volta che la sacerdotessa muore (credo che sia perché con la sua morte perdono anche i poteri e quindi, per forza, s’indeboliscano). Il tema è presente. Sistema quelle cosette e il racconto è buono da Vetrina.
7) Cavilli temporali, di Annibale de Rossi
Pollice ni che poteva essere su. C’è un evidente squilibrio nella tua storia: la prima parte è ben narrata, equilibrata, controllata mentre la seconda accelera all’inverosimile andando a bruciare tutto il wonder che ne potevi trarre. Assolutamente da riprendere e da ristudiare in una diversa misura (e poi, magari, Laboratorio). Il tema c’è.
8) Il rintocco di Rudigard Bregg, di Evandro Straccini
Pollice ni che, anche qui, vorrebbe tendere verso l’alto. Parti con un certo ritmo, poi devi accelerare causa caratteri. Non sono per niente contrario alla ricercatezza della tua prima parte, il problema semmai è che una volta abbracciato quel ritmo il racconto dovrebbe mantenerlo, ma qui avevi la limitazione dei caratteri e infatti si percepisce che ti ritrovi corto e addirittura devi economizzare sul potere del rintocco, che introduci sono al termine del racconto e che non hai il tempo di presentare a modo e neppure di rendere centrale nella storia. Ecco, questo è il tipico racconto che vorrei nel Laboratorio, portato però alla sua giusta dimensione. Dai che mi piacerebbe vederlo in Vetrina una volta sistemato.
9) Non c’è più posto in cielo, di Polly Russel
Pollice ni. Il racconto è tanta roba, ma, appunto, troppa per i 3000 caratteri. O magari potrebbe anche starci, ma non con quest’impostazione in cui i tagli si fanno sentire e pesano. L’intro è faticoso e ho dovuto rileggerlo e nonostante questo ancora non capisco la logistica della prima scena, perché lui manda da sola la figlia, la madre si lamenta senza fare nulla, dove sono, perché, per come. Poi prosegue mancando, a mio parere, l’aggancio con la storia del popolo di Jonas: non sono riuscito a empatizzare con le sue motivazioni. Pertanto anche il personaggio di Mia risulta meno incisivo di quello che avrebbe dovuto e potuto essere. Si vede che sotto c’è la mano di una scrittrice brava che ha in mente la storia, ma l’impatto con i 3000 caratteri continua a farsi sentire, tanto. Il tema c’è.
10) Fratello, dove sei?, di Fernando Nappo
Pollice ni. A parte la citazione del titolo, di cui non ho capito il motivo, qui ci troviamo di fronte a una sinossi di una racconto molto più lungo che sicuramente ha diritto di nascere perché i contrasti al suo interno sono talmente forti e importanti che no, non puoi proprio evitare di scriverlo. Ti metto in fondo perché, essendo sinossi, qui è tutto troppo compresso, sacrificato e sprecato, però hai trovato una storia che merita una trattazione più lunga e direi che, nonostante tutto, l’edizione si sia rivelata assai proficua, no?

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