I commenti di Consolata Lanza ai racconti finalisti

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I commenti di Consolata Lanza ai racconti finalisti

Messaggio#1 » domenica 16 ottobre 2016, 15:22

Di seguito, i commenti della guest star ai racconti finalisti.
QUI trovate la news con la classifica finale.


MIRMATE DEEP ACTION
Racconto veramente magistrale sia per la capacità di creare un convincente crescendo nell’orrore fino alla conclusione di grande sottigliezza e efficacia, sia per l’ottima scrittura, tesa, priva di sbavature, precisa e del tutto oggettiva. Molto originale e immaginativa l’interpretazione del tema che spiazza il lettore e lo coinvolge partendo dal quotidiano più banale.

IL NOSTRO GIOCO
In questo ottimo racconto basato sulla memoria, secondo me i punti di forza sono la capacità di creare in poche righe un’ambientazione molto forte – sia fisica che temporale – e dei personaggi ben caratterizzati. Ho apprezzato anche l’abilità con cui il tema proposto è stato sviluppato letteralmente. Ben scritto, con un esperto uso di termini regionali che contribuiscono fortemente alla definizione dell’ambiente.

DUE FORMICHE ROSSE
Qui l’originalità sta senz’altro nella scelta delle circostanze in cui si svolge l’azione, in un luogo che fa parte dell’esperienza comune (la chiesa) e una situazione fortemente caratterizzata (la visita alla la tomba di Mussolini). La narrazione è molto visiva, divertente, e l’autore sa sfruttare bene la commistione tra tematiche “pesanti” (il pellegrinaggio dei nostalgici in camicia bruna) e l’irriverenza del sabotaggio infantile.

ICA OSSA
La narrazione è condotta con abilità giocando sul contrasto tra la voce infantile e le risposte inadeguate degli adulti. Crea aspettativa, diverte e coinvolge finché continuano i dialoghi e avrebbe potuto essere un racconto molto più efficace se l’autore si fosse limitato a quelli. Le ultime tre righe rovinano l’effetto perché la conclusione “era tutto un sogno” (da Alice nel Paese delle Meraviglie in poi) sinceramente non si può più accettare, banalizza tutto il resto.

IL GRANDE BOTTO
L’autore si è affidato molto al patetico, sia nella situazione di partenza (l’incidente) che nella conclusione. Penso che il patetico sia difficilissimo da maneggiare, si dovrebbe usare con prudenza e molta parsimonia nei testi lunghi, e evitare in quelli brevi dove può facilmente diventare stucchevole o troppo facile. Mi pare che questa scelta abbia influito anche sulla scrittura, molto ricercata per la voce narrante infantile (deglutire – si paravano). Buono, e sottile, il richiamo del rosso (il furgoncino, il pesce, la formica).

IL GUSCIO VUOTO
Fin dal titolo si avverte che in questo racconto c’è una forte intenzione metaforica, nel parallelismo tra la condizione del protagonista e quella della formica rossa. Però questa intenzione è più dichiarata che riuscita, e forse troppo evidente, troppo ambiziosa. Certo in un testo così breve era difficile svilupparla appieno, ma raffredda il tema, è tutto troppo esterno, detto. Interessante l’ambientazione, che si presta a temi forti. La scrittura necessita di qualche revisione.



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