Due formiche rosse

Giulio
Messaggi: 11

Due formiche rosse

Messaggio#1 » domenica 25 settembre 2016, 16:30

L’unica occasione per vedere un pugno chiuso il 28 aprile a Predappio è attendere il mea culpa durante la messa commemorativa per il DVCE. Lo sa bene Gioacchino, mentre alza la testa e guarda Italo, suo padre, battersi forte il petto, e con lui tutta la chiesa, in un borbottio collettivo quasi mistico.
Se è vero che i bambini sani odiano la scuola e amano le gite allora lui era malato, malatissimo. Avrebbe più volentieri svolto 400 complicatissime divisioni a doppia cifra che essere lì.
Per la comunione i suoi genitori si alzarono dalla panca. Lui no, ma era l’ultima volta. Aveva otto anni e il prossimo aprile avrebbe anche lui preso l'eucarestia.
Osservò la coda verso l’altare, e i suoi familiari, piccoli puntini con la camicia scura, che si univano a una bestia più grande: un serpente nero disteso per tutta la navata centrale.
Fu allora che notò una bambina nella fila di panche alla sua sinistra. Lo guardava con due occhi grandi e acquosi, incastrati in un viso affilato da formica.
Nell’indifferenza generale dei membri del serpente, la ragazza si alzò e gli si sedette accanto.
«Ti piace il Duce?»
Fissò la bambina sorpreso, ma sentì uno strano calore che gli ispirava fiducia: «No,» disse, «ha la mascella troppo grande».
«Perché sei qui?»
«I miei.»
«Io non ci voglio più tornare.»
«Neanch’io.»
La bambina si guardò intorno, «Vieni con me».
Lo prese per mano e lo portò in fondo alla chiesa. Nessuno sembrò accorgersi di loro. I suoi genitori erano a metà della fila e il prete non sembrava avere fretta. Il movimento del serpente era così lento da sembrare infinito. Gioacchino rabbrividì.
«Se facessimo qualcosa di tremendo,» disse la bambina, «Non ci vorrebbero mai più qui». Fece una pausa e disse: «Pisciamo nell’acqua santa».
Gioacchino impallidì.
«E se rovinassimo la tomba del duce?»
«Non è abbastanza, e poi al prete che gliene frega?»
Gioacchino guardò la fila, la sua famiglia sempre più vicina all’altare; il serpente disperdeva i suoi pezzi come api che abbandonano l’alveare.
«Dobbiamo pisciare.»
Era l’ultima occasione per Gioacchino, l'anno prossimo sarebbe stato in coda coi suoi per l’eucarestia, per sempre.
La bambina scosse la testa, alzò la gonna e sporse il sederino verso l’acquasantiera.
Gioacchino la guardò calare le mutandine con la faccia contratta per comprimere la vescica.
Intanto Italo, con il braccio destro alzato, riceveva l’ostia dal prete. «Ehi, voi!», urlò qualcuno.
Il gigantesco serpente nero si destò minaccioso, e loro lì, piccoli come due formiche senza mutande. Due niente costretti a una vita di aprili a Predappio con la camicia nera. Senza voce in capitolo, muti come formiche.
E allora pisciò.
Pisciò come mai aveva fatto prima, centrando l’acquasantiera con l’abilità di un arciere olimpico.

I genitori lo portarono da un esorcista, Gioacchino finse di essere posseduto dallo spirito di Stalin. Il prete dovette arrendersi allo spettro del comunismo come gli americani in Vietnam.
Sua madre pianse, ma Gioacchino non tornò mai più a Predappio.



Avatar utente
antico
Messaggi: 7172

Re: Due formiche rosse

Messaggio#2 » domenica 25 settembre 2016, 16:49

Ciao Giulio e bentornato! Tempo e caratteri ok, buona Manualmente Live Edition!!!

PatriziaFrosi
Messaggi: 11

Re: Due formiche rosse

Messaggio#3 » lunedì 3 ottobre 2016, 10:54

Buon racconto, interessante lo spunto politico, che aggiunge un po' di sapore alla trama. Peraltro, il racconto funzionerebbe anche se fosse ambientato in una qualunque messa domenicale.

Avatar utente
ceranu
Messaggi: 738

Re: Due formiche rosse

Messaggio#4 » martedì 4 ottobre 2016, 16:14

Ciao Giulio, bentrovato. Racconto interessante e originale. Mi piace molto l'ambientazione e adoro la battuta finale, però trovo lo stile da limare un po'. Probabilmente, limando le frasi ne avrebbe giovato il ritmo. Il alcuni passaggi è come se la storia si attorcigliasse su sé stessa.
Ti faccio un esempio pratico:
Lo prese per mano e lo portò in fondo alla chiesa. Nessuno sembrò accorgersi di loro. I suoi genitori erano a metà della fila e il prete non sembrava avere fretta. Il movimento del serpente era così lento da sembrare infinito.

Qui hai messo: sembrò, sembrava, sembrare. Lasciamo stare la ripetizione, ma se li togliessi avresti una frase più decisa e scorrevole.
Nel complesso è un racconto godibile. Bravo!

marina_usai
Messaggi: 46

Re: Due formiche rosse

Messaggio#5 » mercoledì 5 ottobre 2016, 11:23

Ciao Giulio,
del tuo racconto mi è piaciuta la rappresentazione dei fedeli in comunione come un grande serpente nero; è un’immagine molto evocativa. Dal punto di vista dello stile è scritto molto bene, non ci sono errori di forma e la lettura è molto piacevole. Il tema è evocato e centrato. Il racconto nel complesso è originale, soprattutto ho apprezzato il finale con l’esorcista.

Avatar utente
Adry666
Messaggi: 521
Contatta:

Re: Due formiche rosse

Messaggio#6 » mercoledì 5 ottobre 2016, 16:56

Ciao Giulio,

tema centrato in maniera originale.

Molto carino il tuo racconto, una bella e fresca ambientazione, una storia con due ragazzini molto simpatici e svegli. Il ritmo è buono, e a parte qualche imprecisione che ti hanno già segnalato, porta il lettore dritto fino alla chiosa (che mi ha fatto ridere di gusto).
Unica nota: come fa la bambina a fare pipì nell’acqua santiera? La vedo piuttosto difficile, almeno per le acque santiere che ho visto io nelle chiese…

Nel complesso ottima prova, complimenti!
Per me sei sicuramente da podio.

Ciao
Adriano

Niko G
Messaggi: 138

Re: Due formiche rosse

Messaggio#7 » mercoledì 5 ottobre 2016, 20:11

Ciao Luca,
Complimenti per il racconto, che ho trovato veramente ben scritto da tutti i punti di vista. Stile evocativo e snello, metafore efficaci. Si intuisce la voglia di ribellione di questi due bambini che vogliono combattere quello che la società ha deciso per loro, dal punto di vista politico e religioso, ed è ammirevole il coraggio che dimostrano nel provocare il “serpente nero” del perbenismo. Il catartico atto del “pisciare con tutte le forze” è una gigantesca pernacchia a tutte le convenzioni, dentro e fuori il racconto, che si identifica con la felicità che le coraggiosa formiche dimostrano nello sfidare il gigantesco serpente. Ottima prova!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

Avatar utente
giancarmine trotta
Messaggi: 383

Re: Due formiche rosse

Messaggio#8 » venerdì 7 ottobre 2016, 1:07

Ciao Giulio,
complimenti per il coraggio e la capacità di incastrare pezzi di storia con la cornice della formica rossa.

Non era assolutamente semplice e credo che il racconto sia compiuto, ma non c'entri il tema in pieno perché i bimbi, le due formiche rosse, non sembrano felici e non danno felicità agli altri, anzi!
Personalmente, ma questa sottolineatura è irrilevante, non mi piacciono i bimbi che parlano di politica a quell'età e quindi la frase “Gioacchino finse di essere posseduto dallo spirito di Stalin”, la percepisco pesante.
Il tuo racconto meriterebbe ben altri caratteri, credo, per sviluppare un'idea che condivido: lasciare i bimbi nel loro mondo e non coinvolgerli in cose più grandi di loro.
Bravo! E' una declinazione del tema davvero sorprendente che, sottolineo, non ha trovato il giusto spazio a causa dei limiti imposti ai caratteri.

Avatar utente
Peter7413
Messaggi: 558

Re: Due formiche rosse

Messaggio#9 » venerdì 7 ottobre 2016, 17:31

Un'ottima prova. Declini il tema con arguzia, affronti di petto e in un colpo solo due giganti come la politica e la Chiesa e affondi la penna nella necessità delle nuove generazioni di avere la possibilità di affrancarsi per seguire una propria via. E il tutto con una forma matura, organizzata e precisa. Null'altro da dire se non "VEDI DI PARTECIPARE PIÙ SPESSO, CRIBBIO!" ;-)

Avatar utente
Angela
Messaggi: 505
Contatta:

Re: Due formiche rosse

Messaggio#10 » venerdì 7 ottobre 2016, 23:15

Il miglior finale che ho letto da molto tempo a questa parte! Sto ancora ridendo, giuro :D
Nella prima parte del testo non ero particolarmente coinvolta, l'arrivo della ragazzina diabolica invece, fa decollare il racconto. Sei stato molto bravo a calibrare il tutto in pochi caratteri, tanto che i personaggi e le descrizioni sono complete e non necessitano di ulteriori interventi. Tanti complimenti per idea e lo svolgimento senza pecche.
Mi rileggo il finale perché ho voglia di ridere ancora! :D
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

Torna a “89ª Edizione - Manualmente Live Edition (la prima di MC al Lingotto di Torino)”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite