Gruppo DRITTO: Lista racconti ammessi e classifiche

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Gruppo DRITTO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » domenica 25 settembre 2016, 18:10

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BENVENUTI ALLA MANUALMENTE LIVE EDITION!

Questo è il gruppo DRITTO della MANUALMENTE LIVE EDITION, l'OTTANTANOVESIMA EDIZIONE UFFICIALE di Minuti Contati con Consolata Lanza nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo DRITTO dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo ROVESCIO.

I racconti di questo gruppo verranno commentati e classificati dagli autori del gruppo ROVESCIO.


I primi TRE racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati direttamente da CONSOLATA LANZA.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto dell'orario di pubblicazione nell'Arena: il primo pubblicato nel gruppo DRITTO, il secondo nel gruppo ROVESCIO, il terzo nel gruppo DRITTO e così via fino a esaurimento.

E ora vediamo i racconti ammessi a DRITTO:

La felicità è una formica rossa, di Patrizia Frosi, ore 12.45, 2190 caratteri
Il nostro gioco, di Giancarmine Trotta, ore 14.57, 2985 caratteri
Ica ossa, di Maurizio Bertino, ore 15.13, 2365 caratteri
Chandra, di Romana Perna, ore 15.37, 2219 caratteri
Minuti Contati, di Nicola Gambadoro, ore 15.49, 2988 caratteri
Il grande botto, di Adriano Muzzi, ore 16.29, 2984 caratteri
La felicità è potere, di Francesco Nucera, ore 16.33, 2840 caratteri
Scavare una buca, di Marina Usai, ore 16.53, 2985 caratteri

C'è anche un racconto iscritto FUORI CONCORSO. La sua autrice non potrà fare la classifica, ma se vorrete passare a commentarla sarà di sicuro cosa gradita.
Lo spacciatore, di Mariagrazia

Avete tempo fino alle 23.59 di venerdì 7 ottobre per commentare i racconti del gruppo ROVESCIO. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 dell'8 ottobre, ma si prenderanno un malus pari al numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, procederò a calcolare la classifica finale del gruppo e a dichiarare i finalisti.
NB: avete DODICI giorni per commentare e classificare gli 8 racconti del ROVESCIO e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete QUINDICI a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DODICI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo DRITTO.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA MANUALMENTE LIVE EDITION A TUTTI!



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Jacopo Berti
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Re: Gruppo DRITTO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » lunedì 26 settembre 2016, 20:16

Anche stavolta - e comincia a diventare un'abitudine per me - consegno la classifica prestissimo.
Mi piace l'idea di non essere condizionato da commenti o da classifiche precedenti, né dall'apprezzamento del mio racconto. D'altra parte spero di non condizionare l'atteggiamento di chi mi commenta con i commenti e la classifica che io ho fatto a lui o a lei.
Confesso che a un certo punto la formica rossa mi ha un po' rotto. E' uno di quei temi che non sempre si inserisce "naturalmente" in un racconto. Rimane a volte estraneo, come un pezzo di puzzle mal tagliato che va schiacciato e poi resta in quel rilievo che si nota benché minimo.
La stesura della classifica non è stata facile. Sulla prima posizione ero sicuro: il racconto di Maurizio mi ha spiazzato per la sua originalità e per il coraggio; sulle tre posizioni successive ero molto incerto. Tre racconti delicati e suggestivi, scritti veramente bene. Probabilmente il mio background personale ha contato (ma - a parlar chiaro - quando non è così?). Il quinto e il sesto puntavano in alto ma non hanno completamente fatto il loro dovere e hanno ampi margini di migliorabilità. Gli ultimi due non erano male, ma, a mio avviso, mancavano di nerbo e originalità e l'interpretazione del tema era la meno convincente.


La felicità è una formica rossa, di Patrizia Frosi
Ciao Patrizia,
non mi pare di ricordare il tuo nome, forse è la prima volta che partecipi a Minuti Contati.
In questo caso, benvenuta! :)

Il tuo racconto è per molti aspetti "classico": riprendi i formiconi della fantascienza - anch'io ci avevo pensato - metti una donna (in questo ti distingui dal classico) su un pianeta senza cibo e li fai scontrare in un combattimento ferale, per la sopravvivenza, per la fame. Semplice sì, ma non ho niente da dire se funziona. E funziona discretamente, si lascia leggere.

Nella parte centrale sono apprezzabili i cenni che dai di un mondo in cui evidentemente diventare un'astronauta non è (o non è sempre) una cosa desiderabile ma è l'attività di chi non ha altro di cui vivere.

Il finale non è scontato, brava. Ovvero: mi potevo aspettare più cose: lei che mangia la formica, la formica che mangia lei, fino a metà del racconto anche che lei fosse la formica, come nella famosa Sentinella di Frederik Brown.
Anche alla fine hai una trovata in questo senso, perché "esalò un debole respiro" è ancora ambiguo. Riesci ad incuriosire abbastanza chi legge riguardo la sorte della donna.

Non so quanta parte commestibile possa avere una formica, ma a naso mi sembra difficile che davvero se la mangi tutta. Certo, l'esagerazione fa parte del tono che dai alla fine del racconto, ma comunque non mi convince.

Lo stile mi pare pulito ma non vedo molti elementi personali e originali: per una buona parte del racconto, siamo vicini all'asciuttezza del resoconto.

Non perché ami dare giudizi, però una valutazione complessiva è utile. Direi che il tuo lavoro è discreto.

Il nostro gioco, di Giancarmine Trotta
Ciao Giancarmine,
mi trovo anche stavolta a doverti commentare e devo dire di apprezzare più questo racconto che quello della Lazzarin Edition.
Credo innanzitutto che abbia una buona focalizzazione: quella di un adulto che ritorna ai ricordi d'infanzia e che si immedesima anche nel modo di vivere di quell'epoca, nella coloritura ingenua e autentica di cose, persone, animali, paesaggio. Non ritengo come Angela che il tuo racconto sia un capolavoro, ma trovo che lei abbia ragione nell'evidenziare alcune ottime piccole trovate (io ho apprezzato molto la seguente:

Ai piedi calzavamo dei sandali che adesso vediamo nei documentari

) che danno spessore e movimento al testo.
La trama è molto scarsa, ma avendo puntato sullo stile te la sei cavata molto bene anche nel raccontare piccole cose all'apparenza insignificanti.
Bravo!

Ica ossa, di Maurizio Bertino
Ciao Maurizio,
piacere di conoscerti, benvenuto su minuticontati :p
Scherzi a parte, questo è uno di quei racconti, due o tre per edizione, che per l'originalità, la fantasia e lo stile rimangono impressi a distanza di molto tempo, quasi fossero i propri.
Giochi bene e di scaltrezza. Di scaltrezza perché poco o nulla possiamo affermare dei sogni di un bambino di due (?) anni e quindi tutto quel che ci lascia perplessi viene giustificato dalla chiusa. Bene perché riesci ad unire in un difficile binomio il tenero e il macabro; perché la resa del linguaggio di un bambino che ancora non sa articolare bene è credibile, riuscita - io ho fatto qualcosa del genere di recente con un vecchio biascicante semiparalizzato! -; perché incuriosci il lettore senza frustrarlo. Lo incuriosisci molto per l'assurdità dei dialoghi (e scusa se contraddico Angela che li definisce "credibili").
Prendiamo questo:

"Ricordatelo sempre, quello è il colore della tua fede, se vincono loro sarai felice, non importa nient’altro, capito?"


Beh, a mio avviso non è affatto qualcosa che dice un padre al figlio di due anni, ma è il "senso profondo" delle parole e dell'atteggiamento del padre che il figlio rielabora durante il sonno, che costituiranno la sua educazione e imprinting e che inconsciamente non accetta.
Ho difficoltà a trovare punti deboli, se non lo stile di quando riprendi la prosa nelle ultime righe. Non è all'altezza di ciò che lo precede; ammetto che gestire lo stacco è difficile, ma probabilmente si può migliorare.
Complessivamente un racconto molto buono. Bravo!

Chandra, di Romana Perna
Ciao Romana, molto piacere di leggerti.
Un racconto delicato, poetico, ipnotico, complessivamente molto riuscito, ma che prende il tema alla lontana e in cui - come suggeriva Angela - per accertarti tu stessa e mostrare al lettore di aver rispettato il tema, citi non una ma due volte il tema stesso, e questo piccolo particolare dà un non so che di stucchevole a un racconto dallo stile altrimenti eccellente e dai toni sospesi.
Ho apprezzato i contenuti, nell'esposizione dei quali bilanci bene l'aspetto di empatia e di analisi, nonché diverse piccole idee come ad esempio l'inserimento di caratteri non latini e la relativa traslitterazione e diversi altri.
Brava! :)

Minuti Contati, di Nicola Gambadoro
Ciao Nicola,
ti confesso che l'idea di giocare la carta metanarrativa ha solleticato anche me qualche volta, ma quando ho visto che in genere non mi convincevano i racconti di MC che parlavano di MC, degli autori di MC o degli scritti presenti sulla vetrina di MC, ho preferito lasciar perdere. Alla lettura, la cosa mi trasmette sempre una sensazione di "stanchezza", di qualcosa che vorrebbe essere simpatico e innovativo ma è fin troppo sfruttato e sfruttabile.
Poi è vero, non c'è solo questo: i dialoghi sono ben gestiti, la caratterizzazione dei personaggi c'è, e sai scrivere.
Quello che mi colpisce, in positivo per l'idea, in negativo per la metanarrazione, è che il tema è esattamente "il tema dell'edizione". Torna a se stesso. Non parli del fatto che la felicità sia una formica rossa, parli del fatto che "la felicità è una formica rossa" è il tema di questa precisa edizione. Questo lascia perplessi come se avessi rinunciato a sviluppare il tema nello specifico e avessi tentato di aggirarlo. Una volta ho scritto a un autore che aveva aggirato il tema e se l'è presa. Quindi chiarisco: non ti sto dando del disonesto, né dicendo che sei fuori tema. Ma semplicemente che non mi convince, ecco

Il grande botto, di Adriano Muzzi
Ciao Adriano,
il tuo racconto mi piace, è molto umano e delicato e mette in campo una situazione in cui molti possono riconoscersi, o possono riconoscere qualche persona cara. Secondo me c'è un punto che ha delle potenzialità e su cui noto che hai lavorato: la caduta e lo zoom sul microcosmo vegetale ed entomologico funziona abbastanza. Ma credo che si potesse fare un po' di più a livello di stile, qui in particolare, in generale in tutto il racconto.
Quanto al finale, trovo che il ritorno a scuola e la citazione diretta del titolo non siano una grande idea. Credo che la struttura del racconto potrebbe migliorare se mettessi il ritorno a scuola come incipit, poi la permanenza all'ospedale col flashback e la nuova caduta e infine la risposta alla maestra o, ancora meglio: il sollecito della maestra a rispondere, e la risposta soltanto interiore, contenuta poche righe sopra.
Trovo che sia una prova abbastanza buona, ma vedo anche che, per quelli che sono i miei gusti e la mia sensibilità ovviamente, saprei subito come migliorarla.

La felicità è potere, di Francesco Nucera
Ciao Francesco,
alla prima lettura del tuo racconto sono rimasto un po' insoddisfatto, perché non riuscivo a cogliere le forze in campo, perché ce ne sono almeno tre: Giorgio e i suoi uomini (la forza stanziale e legittima sul pianeta da poco colonizzato), i ribelli (a cui Katia, che stava con Giorgio, si è unita per stare con un altro uomo) e la fauna autoctona, anch'essa - per quel che possiamo leggere nello spazio limitato del racconto - in competizione, tra formiche e termiti. A una seconda lettura ciò sembra piuttosto chiaro, così come è chiara la proporzione Giorgio : Katia = Formica = Termiti.
Ma ci sono dei punti oscuri o che sviano il lettore. Te li segnalo. Il primo è questo paragrafo:

Giorgio si voltò e andò verso la grossa finestra di vetro. Poggiò la fronte sulla parete trasparente e scosse il capo. Qualche metro più in basso, sulla cima di un albero, due termiti giganti stavano divorando un ramo. Era uno spettacolo vedere le mandibole di quegli insetti sgretolare il legno.
L'uomo, nonostante i macchinari che si era portato dalla Terra, non c'era riuscito e aveva deciso di vivere in città ricavate nel granito delle montagne.


Quel "non c'era riuscito" non ha un antecedente chiaro, perché si fa molta difficoltà a credere che non fosse riuscito coi macchinari a sgretolare il legno e a scavare invece nel granito. Se così fosse, avresti dovuto dedicare qualche carattere in più a questo legno alieno. Piuttosto, come dici in una frase dopo, si intuisce che "non era riuscito" a debellare la fauna locale, le termiti in particolare, e che forse quel "non c'era riuscito" è riferito a una frase scomparsa in fase di taglio.
L'altra frase che crea confusione è questa:

Giorgio allungò la mano, come a voler carezzare una delle due termiti. Da quella distanza non sembravano gli animali feroci che sterminavano il suo esercito. Erano solo due amanti che preparavano il loro letto d'amore.


Si capisce - sempre a una seconda lettura - che sta parlando sia delle termiti sia di Katia e della ribellione. Ma invece di creare il parallelismo che vuoi instaurare genera ambiguità.
Insomma, le intenzioni del racconto sono ottime, la resa un po' faticosa: hai puntato molto in alto (perché un racconto di questo tipo richiede una resa perfetta per non perdere punti molto velocemente) e non posso certo dire che sei caduto, ma neanche sei arrivato in cima, secondo me.

Scavare una buca, di Marina Usai
Ciao Marina, piacere di leggerti.
Il tuo racconto mi colpisce innanzitutto per la trama. Ho lavorato con persone con problemi psichici, gravi e lievi, e ti confesso che spesso mi ha turbato e affascinato l'idea che anche io potessi affrontare i miei problemi mettendo in atto le loro stesse strategie, i loro incomprensibili comportamenti e rituali, il loro sguardo sul mondo. Il vacillare della salute mentale - questo ho tratto dalla mia esperienza lavorativa - è anche uno spostamento della realtà su valori simbolici anziché concreti, ma a differenza dai valori simbolici condivisi (come le ideologie, le religioni, le arti ecc.) si tratta di simboli del tutto personali e non comunicabili ad alcuno.
Scusa la premessa lunghissima. E' solo per dire che qui l'evento che hai descritto è molto forte: un valore simbolico come quello di scavare per seppellire qualcosa (che sia o meno un oggetto concreto) passa dalla sfera privata, individuale, della malattia mentale - derisa da chi non conosce ancora la compassione: i bambini - a quella del vicinato, pubblica e condivisa almeno da un'altra persona.
Non so se hai progettato questo con attenzione o se è il frutto della tua particolare sensibilità, ma è veramente un'immagine potente.
Per quel che mi riguarda, il racconto poteva finire lì, senza l'ultimo paragrafo. Spiegare un disturbo mentale, così come spiegare un simbolo, significa romperlo, come la vivisezione scientifica di un animale, che ovviamente lo uccide.
In questo caso non è così tragico, perché riconosco e apprezzo comunque la potenza del racconto.
Come prosa, come stile, mi pare che te la cavi piuttosto bene. La lettura fila liscia, non vedo refusi, ma solo una forma meno comune che non sapevo fosse possibile: 'ginocchioni' è un avverbio, va da solo ed è la forma normale; 'in ginocchioni', come hai scritto tu non è scorretto, ma lo apprendo solo facendo una ricerca (fatta solo perché stavo per segnalartelo come errore).
Complessivamente un racconto molto buono.

Ed ecco la classifica:

1) Ica ossa, di Maurizio Bertino
2) Scavare una buca, di Marina Usai
3) Il nostro gioco, di Giancarmine Trotta
4) Chandra, di Romana Perna
5) La felicità è potere, di Francesco Nucera
6) Il grande botto, di Adriano Muzzi
7) La felicità è una formica rossa, di Patrizia Frosi
8) Minuti Contati, di Nicola Gambadoro
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

Luca Puggioni
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Re: Gruppo DRITTO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » martedì 27 settembre 2016, 14:13

La felicità è una formica rossa

Ciao, comincio subito con le piccole critiche. La prima è che forse calchi troppo la mano sulla sua sfiga mentre mi sarebbe piaciuto sapere di più sulla sua missione, la seconda è sul fatto che, dato che il tema è in comune, fin da subito capiamo come andrà finire e nel momento del climax sappiamo già che sopravviverà e che mangerà la formica.
Detto ciò il racconto è molto piacevole, si legge volentieri e in fretta. Mi è piaciuto anche il fatto che non fosse una formica classica, ma decisamente sproporzionata :)

Il nostro gioco

Davvero un bel racconto, molto dettagliato e immersivo.
Sinceramente l'ho dovuto leggere due volte perchè la prima l'avevo trovato un po' pesante e mi ero perso dei passaggi (ma questo potrebbe essere un problema mio).
L'unica cosa che non mi piace è quando scrivi "quella fottuta formica rossa", mi è sembrato un po' fuori tono rispetto al resto, come se inserissi a forza una parola che il protagonista (per come lo vedo io) lì non direbbe, anche dopo impreca eppure dice che lo fa ma non lo scrivi (poi ovviamente dato che sono bestemmie hai preferito non riportarle). Comunque spero di essermi spiegato o di averti fatto intuire quello che intendevo.

Ica Ossa

Ciò che mi è piaciuto di più è il titolo e forse il fatto che il bambino giustamente non riuscisse ad articolare tutte le parole. Un po' mi sono mancate le descrizioni sacrificate per i dialoghi.
Comunque mi sono sembrati davvero troppo troppo stronzi i genitori, senza cuore. Immagino fosse la tua volontà però un minimo di umanità con sto povero bambino. Il padre è davvero troppo sfegatato ma ci può anche stare. La madre è davvero la copia del marito solo che si interessa di altro, cioè sono lo stesso personaggio solo di sesso opposto. Personalmente avrei preferito fosse stata malata o fosse nel mezzo di qualcosa (stava cucinando o lavorando o che so io). Oppure il contrario, lei stronza e lui indaffarato (in qualcosa di davvero importante).

Chandra

Sinceramente non ho capito il tuo racconto, l’ho letto tre volte ma continuo a non capirlo. Ti seguo fino alla frase [Da allora ogni sera la chiama :” माँ i “ il suono è :” Mām “] e poi ti perdo. Non capisco bene cosa centri la formica alla fine mi da la sensazione che sia infilata a forza e non so dove tu voglia andare a parare con il racconto.
Non sto dicendo che il tuo racconto sia brutto o mal scritto, ma che io non sono riuscito a comprenderlo e quindi non l’ho potuto apprezzare.

Minuti Contati

Molto bello, mi è piaciuto il fatto che i personaggi parlino del tema e che Ale ne dia una sua interpretazione. Mi è un po' dispiaciuto che tu ti sia concentrato solo sulla formica e non sul fatto che sia una formica rossa.
Quello che non mi è piaciuto è il riferimento a minuti contati, personalmente non apprezzo troppo questo genere di cose e Ale poteva aver letto questa cosa su qualunque altro sito/libro e, a mio avviso, non aggiunge o toglie niente al racconto.
Detto ciò complimenti :)

Il grande botto

Davvero un bel racconto, l'unica critica che mi sento di farti è che non dovevi scrivere "la felicità è una formica rossa" perchè l'abbiamo capito e risulta retorico e ripetitivo sia la prima volta (quando sono nel giardino e lui dice "Forse il segreto della felicità era tutto lì.") che la seconda.
Per il resto complimenti

La felicità è potere

Ciao, mi piace molto il fatto che sia da subito chiaro che il protagonista abbia una storia precisa alle spalle e che tu non ce la spiattelli nel racconto ma ci dia solo piccoli indizi per capire cosa gli sia successo. Il personaggio ha la sua storia, ma non la descrivi in modo didascalico. Ho la sensazione (poi magari mi sbaglio) che tu un po’ abbia sofferto il limite dei caratteri e che l’avresti fatto molto più lungo. Lo dico perchè leggendolo ho la sensazione che faccia parte di un racconto molto più lungo, che sia solo un capitolo di un libro.

Scavare una buca

Ciao, complimenti perchè crei subito una forte empatia tra i personaggi e il lettore.
Ho apprezzato molto i bambini perfidi che prendono in giro Bruno, questo è uno dei motivi principali per cui ci piace, vorremmo difenderlo.
Mi è piaciuto molto il finale dove spieghi il perchè e ci fai capire da quanto Bruno abbia questo “vizio” di scavare.


1 minuti contati
2 scavare una buca
3 la felicità è potere
4 il nostro gioco
5 ica ossa
6 il grande botto
7 la felicità è una formica rossa
8 chandra

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maria rosaria
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Re: Gruppo DRITTO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » giovedì 29 settembre 2016, 10:28

Ciao.
Di seguito trovate i commenti ai racconti e a seguire la classifica.
Vorrei solo premettere a tutto che, nello stilare questa mia classifica, ho dato priorità alla mia interpretazione del tema.
Questo perchè i racconti sono veramente tutti ben scritti e sotto questo punto di vista le differenze sono veramente minime. Ho quindi scelto di dare un peso maggiore all'aderenza al tema per poter compilare una classifica più significativa.
Complimenti a tutti!


La felicità è una formica rossa, di Patrizia Frosi

Il tuo racconto mi è piaciuto, soprattutto perché alla fine c'è il riscatto di questa protagonista sfigata sì, ma talmente affamata da riuscire a mangiarsi una formica gigante. A me il finale ha strappato un sorriso.
Unico appunto quando scrivi:
“C'è chi nasce ricca, chi nasce bella e chi nasce perdente, e lei lo era sempre stata.”
Scritta così la frase, (a me) sembra che lei sia sempre stata un po' tutte le cose che dici, invece credo che tu ti rifersica a perdente.
L'avrei scritta così:
"C'è chi nasce ricca, chi nasce bella e chi, invece, nasce perdente, come era capitato a lei."
Non so, magari è solo una mia fisima, ma credo che scorra di più.
A parte 'sta stupidaggine, bel racconto.

Il nostro gioco, di Giancarmine Trotta

Complimenti! Questo tuo racconto mi è piaciuto molto.
E non solo perché amo i racconti in cui i protagonisti sono bambini. Tu infatti hai saputo creare una giusta ambientazione e hai raccontato una storia che mi ha catapultato nel mio passato di bambina, quando con le mie cugine andavamo a catturare le farfalle che si posavano sui rovi davanti casa della nonna.
A parte gli amarcord, mi è piaciuto molto lo stile che hai usato, le descrizioni, come hai tratteggiato i personaggi, insomma, bravo!

Ica ossa, di Maurizio Bertino
Racconto spassosissimo, in cui hai saputo utilizzare al meglio i dialoghi, riuscendo solo con essi a descrivere le scene.
Ho apprezzato tantissimo il linguaggio usato per il bambino e me lo sono visto praticamente davanti mentre parlava con padre, madre e... formicona.
Bravissimo! Ottima anche la scelta del titolo.

Chandra, di Romana Perna

Molto suggestivo questo racconto in cui disegni due figure affascinanti: una donna, Chandra, che vive in una casa d'accoglienza dopo, probabilmente, un viaggio via mare, un uomo, Iyasu, a cui la presenza di questa donna fa ricordare importanti momenti della sua infanzia.
Ci sono momenti in cui rasenti quasi la poesia, e questo è molto bello.
Però permettimi un appunto sul tema: tu scrivi prima
"Iyasu, come la formica lui saprà seguire il suo destino" poi continui:
"E’ proprio vero, la felicità è una formica rossa."
Allora io mi chiedo: il destino coincide quindi con la felicità?
Ma magari è solo un mio interrogativo senza risposta...

Minuti Contati, di Nicola Gambadoro
Idea molto originale, almeno in questo contesto in cui il tema era (a mio avviso) particolarmente complicato.
E proprio al tema vorrei riferirmi, visto che dal punto di vista narrativo, secondo me, è tutto ok, fila liscio, molto ben scritto.
Dicevo, il tema. Posso certamente sbagliarmi, ma io il tema l'ho interpretato come una similitudine tra felicità e formica rossa. La formica rossa non è felice (almeno non necessariamente), però è come la felicità. Tu invece nel racconto basi tutto sul fatto che le formiche rosse sono felici e che bisogna tendere a essere come loro.
Ora, non so se il tema poteva essere letto in tutti e due i modi: se così fosse il tuo è un buon lavoro (particolare ma buono) e il tema è centrato.

Il grande botto, di Adriano Muzzi
Molto carino il tuo racconto. I ricordi di bambino affiorano in questo protagonista molto ben descritto che rivive un suo "incidente" in bicicletta.
Credo di non avere nessun appunto da farti, l'ho riletto più volte e, veramente, oltre a dire che è ben scritto e a che hai centrato il tema non riesco a dirti molto di più.
Proprio a voler essere pignoli, ma qui entra veramente il gusto personale (quindi puoi benissimo far finta che io da adesso in poi non abbia scritto nulla), è l'utilizzo di alcuni termini che io considero un po' stucchevoli: ad esempio "cielo blu guarnito di nuvole di panna" o "Lacrime mi bagnavano gli occhi e annaffiavano le margherite".
A parte ciò, ottima prova!

La felicità è potere, di Francesco Nucera

Ho apprezzato molto il "paragone" che fai in questo racconto tra uomini, formiche e termiti.
Ammetto però di essermi un po' persa, nonostante l'abbia riletto più volte.

All'inizio non avevo compreso il legame tra Giorgio e Katia: suppongo erano stati marito e moglie. Se così è (come credo) a mio avviso la frase:
ceranu ha scritto:
«Signore, hanno rintracciato sua moglie.»
«Dov'è?»
«Si è unita ai ribelli del bosco sud, Signore.»

forse non andava in corsivo, perchè io me la sono immaginata pronunciata da quelli dentro la grotta e invece non dovrebbe essere così. Correggimi se sbaglio...
Anche il finale a una prima lettura mi ha dato da pensare. Però credo che sia invece ok, con Giorgio che si comporta come la formica rossa con le termiti? Giusto?
Ad ogni modo, malgrado la mia tontaggine, l'idea di fondo e il messaggio trasmesso mi sono piaciuti molto.

Scavare una buca, di Marina Usai

Complimenti per questo tuo racconto di grande sensibilità, ben scritto e in cui la trama è, secondo me, gestita molto bene.
Sul tema rimango un pochino perplessa, perdonami. La felicità è una formica rossa?
Forse sia per Bruno che per la voce narrante la felicità è qualcosa di sepolto: che Bruno cerca, che la voce narrante conserva.
Ma prendila come una liberissima interpretazione di questo testo che rimane veramente bello ed efficace.

CLASSIFICA:
1) Il nostro gioco, di Giancarmine Trotta
2) Ica ossa, di Maurizio Bertino
3) Il grande botto, di Adriano Muzzi
4) La felicità è una formica rossa, di Patrizia Frosi
5) Scavare una buca, di Marina Usai
6) Minuti Contati, di Nicola Gambadoro
7) La felicità è potere, di Francesco Nucera
8) Chandra, di Romana Perna
Maria Rosaria

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Angela
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Re: Gruppo DRITTO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » martedì 4 ottobre 2016, 20:52

1) Il nostro gioco – Giancarmine Trotta
Ciao Giancarmine, mi devo complimentare con te per lo stile che ha poco dell'esordiente e si avvicina di più a quello dei professionisti. Con una scrittura matura come questa puoi aspirare a una buona pubblicazione con CE di un certo livello. Ma torniamo al racconto.
Affresco di pregio dove i protagonisti si muovono nel loro mondo perfettamente incastonati in una cornice che hai sapientemente rappresentato. Bellissimo l'incipit e alcune definizioni che ho trovato fantastiche (O forse eravamo anche noi polvere, spostandoci veloci e leggeri da una viuzza all'altra).
Con il tema ci siamo, la "fottuta formica rossa" si infila da sola nel barattolo e il ragazzino vince la sua scommessa. Un unico appunto: quando il ragazzino si butta per prendere le formiche, perché sono morte? Le ha schiacchiate con le dita? Ecco, manca questa informazione, anche se naturalmente è desumibile dal contesto. Diciamo che ho cercato il pelo nell'uovo in un gioiello di narrativa.
Bravissimo.

2) Ica ossa – Maurizio Bertino
Che figata di racconto! (Espressione che ho giù usato per il testo di Marco Roncaccia della Walter Edition e che rispolvero volentieri per il tuo). La cosa che ti invidio maggiormente Maurizio, è la capacità di scrivere dialoghi così fluidi e credibili. Il padre e il bambino ritagliati alla perfezione nei loro ruoli: il lessico infantile e il tifo che non ammette distrazioni. Finale imprevedibile con questa formica gigantesca che per qualche verso ricorda il T-Rex di qualche edizione fa. Tema centrato, titolo azzeccato, racconto piacevole e scorrevole. Questo è il primo che leggo, ma mi sembra che stiamo andando alla grande. Piacerà tanto alla guest star :)
Bravo.

3) Il grande botto – Adriano Muzzi

Testo fresco e delicato. Ottima la scelta del POV e adeguato il linguaggio che hai usato per descrivere scene e sensazioni. Le prime sono delle istantanee dove intrappoli i ricordi del prima e del dopo. Ti sei calato molto bene nei panni del ragazzino e il racconto decolla quando finalmente esce di casa e vede il sole, il giardino, le formiche rosse che si affrettano a fare scorte per l'inverno. Mi ha ricordato un libro che amo moltissimo: "Il giardino segreto", un classico della letteratura che ha qualche similitudine con il tuo racconto. Altra cosa che ho apprezzato è il nomignolo del pesce rosso perché mette in moto l'immaginazione del lettore nel simpatico parallelismo. Il finale secondo me poteva essere omesso, perché quando il ragazzino cade e si ritrova faccia a terra ad osservare il giardino da una nuova angolazione e scoprendo cose a cui normalmente non si fa caso, centra il tema senza bisogno di aggiungere altro. Lo sai che ti dico? Mi hai fatto venire voglia di rileggere "il giardino segreto". Bravo :)

Una ripetizione:
e poi a casa.
Poi un giorno


4) Scavare una buca – Marina Usai
Intanto, bentornata. :)
Interessante interpretazione del tema e incipit d'autore che cattura fin dalla prima riga. Mi è piaciuta molto l'idea di un uomo che scava per riporre i propri sogni, così come si ripongono anche i ricordi. Sembra quasi che abbia un effetto terapeutico, perché alla fine anche il bambino ricorre a questo espediente. Il tuo racconto mi ha fatto venire alla mente un episodio durante un corso di scrittura creativa autobiografica. C'era una signora che aveva scritto un pezzo in cui diceva più o meno "coltivo le rose, ho bisogno di fare lavori manuali". Ecco, penso che nell'atto di scavare nella terra, si entri in contatto con qualcosa di intimo che pochi riescono a comprendere. Racconto particolare di grande sensibilità. Il tema non è centrato al 100% ma è comprensibile.
Brava :)

5) Minuti Contati – Nicola Gambadoro
Ottima gestione dei dialoghi, cosa che ammiro perché io sono abbastanza ingessata in queste cose. L'idea del racconto che prende in prestito il contest di Minuti Contati e lo usa nella storia, funziona.
La trama è un classico: due giovani si ritrovano dopo molto tempo, lui è ancora innamorato e cerca di convincere la sua ex con paragoni improbabili che la infastidiscono. Lei è passata oltre e usa il telefono per scrivere qualcosa diretta a una persona più importante, mentre il ragazzo deluso, scrive a MC per postare un racconto.
I pregi di questo testo sono la fluidità e la chiarezza. Per quanto riguarda la critica, manca un elemento di disturbo che avrebbero movimentato la scena. Con il tema ci siamo, anche se lo avrei dichiarato più avanti nel testo e non nell'incipit. Un buon lavoro, comunque.

6) Chandra – Romana Perna
Ciao Romana, ti avevo già letta in un'altra edizione di MC e mi era rimasto impresso il modo di scrivere molto poetico, evocativo. Trovo che in questo racconto dal sapore mistico, si sposi alla perfezione. La protagonista, una donna che è stata partorita dalla luna, una donna senza ricordi è quasi un ricamo per come l'hai descritta: avvolta in un sari di capelli neri, una statua d'ebano.
Racconto che è quasi una danza dai ritmi africani, è perdersi ma anche ritrovarsi. Ho un unico appunto da farti: la declinazionde del tema per ben due volte nel testo (all'inizio e alla fine). Sembra quasi che tu voglia sincerarti che il lettore abbia compreso l'aderenza al tema. Per il resto, nulla da eccepire. Un ottimo lavoro che arricchisce chi legge

7) La felicità è una formica rossa – Patrizia Frosi
Un racconto che sfrutta un filone che va per la maggiore, non solo nelle librerie, anche al cinema. Ammetto di non leggere né fantasy né fantascienza, ma il tuo racconto ha il pregio di essere adatto a tutti perché non usa un linguaggio specifico fatto di codici e termini tecnici ed è immediatamente comprensibile anche ai neofiti come me. Ci sono alcune ripetizioni da sistemare:

Aveva fame. Tanta fame [...] E lei aveva fame (troppe ripetizioni ravvicinate)
Aveva cambiato giro e ambiente più volte ma non era cambiato niente (ripetizione di cambiato)

La storia mi ha coinvolta e incuriosita; anche tu hai sfruttato la formica gigantesca come Maurizio Bertino e trovo che sia una scelta vincente perché ribalta l'opinione che la formica è piccola e fragile. Il finale è imprevedibile, anche perché avevo immaginato questa povera donna sfigata, stanca e affamata come una preda, invece con un "vigoroso rutto" ci ricorda che nulla è come sembra. Interpretazione originale del tema e lettura piacevole con poche cose da rivedere.

8) La felicità è potere – Francesco Nucera
Quando ho difficoltà a commentare un testo, quasi sempre leggo i commenti degli altri per capire se la mancata comprensione è un mio problema, oppure se anche loro hanno avuto difficoltà a capire le dinamiche del racconto. L'incipit è chiaro, c'è una persona davanti al monitor che osserva un fermo immagine e qualcuno che gli fa una domanda. Subito dopo trovo un dialogo in corsivo, quindi è evidente che la scena è cambiata e sono altri i personaggi che dialogano. Sì, ma chi? Dove si trovano? Stiamo parlando di un ricordo? Che collocazione spazio temporale devo dargli?
Dopo questo dialogo che resta in sospeso, torniamo al protagonista. Mi aspettavo un chiarimento, che però non arriva. Terminata la scena, torna il dialogo e gli interrogativi. Il problema di questo testo a mio avviso, è che non incoraggia nella lettura, perché il lettore fa fatica. Nonostante mi piacciano i testi criptici, ho bisogno di qualche dettaglio per inquadrare ciò che leggo. Da questo punto di vista il giudizio è negativo, buono invece lo stile.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

Canadria
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Re: Gruppo DRITTO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » venerdì 7 ottobre 2016, 0:00

Ciao a tutti!
Commenti in ordine di pubblicazione e classifica in fondo :)

La felicità è una formica rossa – di Patrizia Frosi
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Il nostro gioco – di Giancarmine Trotta
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Ica Ossa – di Maurizio Bertino
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Chandra – di Romana Perna
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Minuti Contati – di Nicola Gambadoro
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Il grande botto – di Adriano Muzzi
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La felicità è potere – di Francesco Nucera
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Scavare una buca – di Marina Usai
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Classifica:
1) Chandra, di Romana Perna
2) Il nostro gioco, di Giancarmine Trotta
3) Minuti Contati, di Nicola Gambadoro
4) Il grande botto, di Adriano Muzzi
5) Scavare una buca, di Marina Usai
6) La felicità è potere, di Francesco Nucera
7) La felicità è una formica rossa, di Patrizia Frosi
8) Ica ossa, di Maurizio Bertino

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chiara.rufino
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Re: Gruppo DRITTO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » venerdì 7 ottobre 2016, 15:53

La felicità è una formica rossa
Il tuo racconto è molto bello, per essere una prima prova. Ci dai subito un setting che introduce la narrazione e siamo indotti a tifare per la protagonista e tutte le sue sventure. Sono d’accordo con gli altri sia sulla scelta del titolo, sia sulla “scontatezza” del finale, però rimane una prova svolta al meglio.

Il nostro gioco
Il racconto di per sé è buono, anche se a volte lo trovo poco bilanciato; ci racconti di un’infanzia molto chiassosa e a tratti anche un po’ “ignorante” se vogliamo e poi fai riferimento ai conservatori per i “concerti nella pancia.” Non so, mi accodo ad Andrea per la facilità con cui ha catturato le formiche rosse che, se non erro, sono anche pericolose. Lo stile c’è e si vede.

Ica Ossa
Ritorno al discorso che ti ho fatto dal vivo; l’idea è geniale e funziona, ma, come dicono gli altri, secondo me i dialoghi sono un po’ troppo teatrali e anche la spiegazione che hai dato sui tagli delle teste è molto telefonato, come si dice in gergo. Non credo che un bambino dica tutte le parole così come gliele fai dire tu ma ciascuno racconta i suoi bambini, è che questo mi sembra “troppo” trascurato dai suoi per parlare così tanto. Non so se mi spiego.

Chandra
Il racconto di per sé è bello ed evocativo, ma secondo me manca di sostanza che magari saresti comunque riuscita a mettere, avendo più spazio e più caratteri. Le descrizioni sono molto belle ma alla lunga ho iniziato a pensare dove mi stesse portando tutta questa descrizione e perché. La prova secondo me è in parte riuscita e in parte meno anche per via del tema. Mi hai detto che io l’ho cambiato però tu qui l’hai solo sfiorato, e di poco.

Minuti Contati
Usare la scusa del forum per una riconciliazione di coppia non so quanto funzioni. Mi accodo sul fatto che i dialoghi siano troppi, teatrali e quasi ininterrotti, sembra un grande soliloquio di lui alla sua ex e sulla loro storia. Per qualche appunto “Si loggò” perché il verbo è riflessivo ed è un prestito dall’inglese, quindi “loggò è un errore grammaticale.”

“Il grande botto”
Il racconto funziona e l’idea di un bambino sconvolto dall’incidente che si trova a interrogarsi su ciò che è intorno a lui mi piace, anche l’amicizia con la bambina funziona. Sono d’accordo sulla critica che ripetere il tema del contest così è un po’ azzardo. Fossi stata in te, avrei chiuso qualche riga prima e dato un cappello di chiusura diverso.

La felicità è potere
Non ho seguito molto la vicenda. All’inizio ci parli di telecamere e spionaggio e mi sembra di essere nel grande fratello. Poi ci svii con le termiti e là comincio a ripensare a tutto il setting mentale che mi ero fatta e continuo a farmi due domande. A livello stilistico la storia ci sta tutta ma non credo che tu l’abbia espressa al massimo.

Scavare una buca
Il racconto è molto bello e descrive delle dinamiche sociali che ancora non sono del tutto accettate. Non ho idea di cosa sia un “gora” ma lo metterò in secondo piano per il bene della storia. La parte dove seppellisce la scatola è molto bella ma non so se era necessario quello spiegone. Comunque è una bella prova.

1. Il grande botto
2. Scavare una buca
3. Ica rossa
4.il nostro gioco
5. la felicità è una formica rossa
6.Chandra
7.La felicità è potere
8.Minuti Contati.
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Andrea Partiti
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Re: Gruppo DRITTO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » venerdì 7 ottobre 2016, 17:09

La felicità è una formica rossa, di Patrizia Frosi
Ammetto di essermi approcciato al tuo racconto con un atteggiamento del tipo "Ha usato il tema come titolo! Scorretto! Brutto! Nessuno pensa ai bambini? Prendiamo i forconi!"
Però finito il racconto, mi sembra davvero un titolo appropriato, e un bel titolo per quanto scelto dalla guest. Quindi per questa volta e solo questa volta... niente forconi!
Il racconto è incredibilmente classico. Non posso fare a meno di immaginare la tua formica gigante come uno Zarbi d'epoca. Forse l'originalità non è il tuo punto di forza, ma una conclusione così rapida mi colpisce comunque. Mi aspettavo un finale tragico, in cui la felicità è venir uccisi in maniera rapida e (quasi) indolore, e ho apprezzato lo stacco sul post-banchetto con un cambio netto di registro.
Serve un po' di editing e ci sono tanti dettagli da sistemare, punteggiature e frasi da rimontare, ma considerato che sei al tuo primo racconto a tema e a tempo E live che aumenta incredibilmente la distrazione, è tutto perdonabilissimo.
Ottimo racconto, spero di rileggerti in futuro!

Il nostro gioco, di Giancarmine Trotta
Ciao, benvenuto!
E' il primo tuo racconto che leggo, e il tuo stile mi piace, mi ricorda le biografie e la saghe familiari del sud italia della letteratura italiana in cui tutto ruota attorno ai piccoli dettagli che legano le persone alla terra, e in cui immancabilmente si inizia dai giochi dei bambini, primi ricordi di qualsiasi autore.
Lo stile è sì buono, ma ancora da ripulire. Ho sofferto un po' per la punteggiatura densa, con tantissime pause. E te lo dico da amante spassionato delle virgole usate a piene mani per sottolineare qualsiasi pausa da far percepire a chi legge!
A livello di credibilità della storia... le formiche rosse di tutti gli insetti che puoi citarmi, sembrano davvero i più facili da catturare. Ci metti su un barattolo e sono catturati. Non volano, non sono particolarmente veloci, non si interrano se non hanno una tana a portata di mano... insomma, sembrano infilate a forza per rispettare il tema, e questo stride un po' con un racconto dall'aria molto naturale e viva, una volta levato questo dettaglio.
Nulla da eccepire sul tema, è presente in maniera molto semplice e diretta (e lo dico come un complimento, è come piace a me!)
(Quel "la murgia, [...] porgergli" nell'incipit mi fa soffrire :p)

Ica ossa, di Maurizio Bertino
I dialoghi del tuo racconto sono molto teatrali, poco naturali in maniera studiata e "buona", come può esserlo il dialogo di un sogno in cui magari si percepisce più il messaggio complesso nel suo insieme che le singole parole e frasi.
Non sono convintissimo del linguaggio del bambino, perché mi sembra strano che riesca a pronunciare solo la parte finale delle parole. Mi sembra uno stadio strano del linguaggio, mi aspetterei qualcosa di meno uniforme, per quanto infantile. Ma ammetto di non avere esperienza diretta di bambini, quindi hai il beneficio del dubbio, e nel caso puoi sempre dare la colpa al sogno!
L'idea che hai montato sul tema è molto bella, direi la mia preferita dell'edizione!

Chandra, di Romana Perna
Hai scritto un racconto evocativo, con delle belle immagini provenienti da immaginari diversi e sfaccettati che si fondono in maniera suggestiva.
Penso che manchi una direzione forte, però, qualcosa che spinga a continuare la lettura che non sia solo la forma, le belle parole. Un personaggio a cui legarmi subito che non sia etereo e distante.
Parlando di forma, davvero, sarà solo estetica, ma io sono più felice quando leggo un racconto con una bella punteggiatura, spaziata nel modo giusto, ridondante in maniera personale ma senza esagerare! Bloccare il lettore per delle questioni formali fa del male al ritmo del racconto quando potresti facilmente evitarlo con una semplice rilettura e sistemata al volo!

Minuti Contati, di Nicola Gambadoro
Ciao!
Non mi piacciono le meta-interpretazioni del tema, ma la tua non lo è esattamente. Citi di sfuggita MC, ma non è centrale, è solo un modo per introdurre nel discorso la formica e la felicità su cui il tuo protagonista riflette. Se fosse stato sul foglio di un Bacio Perugina, avresti potuto sviluppare esattamente nello stesso modo il dialogo.
La riflessione e lo scambio sono innaturali, ma in maniera molto pacifica, ininterrotta. Quasi come se fosse un monologo teatrale e non un dialogo, qualcosa fatto per essere ascoltato da qualcuno lì attorno e che vuoi rendere partecipe di un ragionamento privato che spogliato di tutte le allusioni private tra i due in scena non sarebbe comprensibile. E' un male? Non lo so, è una scelta personale per un dialogo, a me piace ma penso dividerebbe le opinioni di chi è più purista di me riguardo ai racconti. A me non dispiace essere uno spettatore che assiste a una scena creata apposta per lui e non osservata in maniera asettica
Proprio perché il riferimento a MC è facoltativo, è bene non sbrodolarlo e farlo pesare troppo, quindi ti faccio un paio di appunti per il finale:
"Loggò a" Loggò su? Fece il login? Eseguì l'accesso? Così com'è non va bene.
"cliccò “incolla” sulla bacheca" questa azione non ha senso, quale bacheca? Cosa si aspetta che succeda? E che cosa sta incollando? Penso che avessi in mente un'azione precisa ma l'abbia descritta in maniera personale e non comprensibile da altri.
("forse l’avrebbero bannato" L'Antico non è ancora così cattivo, se bannassimo chi va fuori tema il sito sarebbe vuoto :p)

Il grande botto, di Adriano Muzzi
Ottimo racconto, idea e stile.
Sono d'accordo sulla necessità di sviluppare meglio questo zoom virtuale sul prato e sulle formiche. E' la scena centrale e portante del tuo racconto, a cui ti avvicini lentamente e che giustifica il finale. Personalmente taglierei sui dettagli della scena scolastica per rallentare lo zoom, la caduta, cosa vede da vicino sul prato, magari qualche dettaglio insignificante che ci possa far entrare nel microcosmo delle formiche disturbato violentemente. Penso sarebbe più d'impatto e coinvolgente, restare per qualche secondo in più con il tuo protagonista caduto a terra!
Anche il breve dialogo lo alleggerirei e infantilizzerei lievemente. Le frasi mi sembrano molto pulite per venire da dei bambini.
Anche solo una sfrondata sintattica molto semplice per renderlo un botta e risposta mi convincerebbe di più:
"
- Giulia, mi aiuti a uscire in giardino?
- Non si può senza tua mamma!
- Per favore! Sei mia amica, no?
- Ok, non fare il pesce rosso però.
"
Ovviamente sono solo gusti personali, se è una scelta precisa quella di rendere più maturi i due personaggi, posso accettarla senza problemi, ma l'effetto che danno è quello!
Gusti e preferenze a parte, lo sviluppo del tema funziona molto bene e trovo il racconto ben bilanciato, racconta una storia completa che si "appoggia" in modo molto naturale sulla scena delle formiche. Non riuscirci è il bug di parecchi altri racconti di questa tornata, in cui sembrano infilate molto più a forza di così.

La felicità è potere, di Francesco Nucera
La mia impressione generale su questo racconto è che sia troppo denso.
Sono contento di leggere racconti complessi e intricati, con collegamenti non evidenti che si incastrano a un certo punto spiegando la situazione, chiarendola, ma forse hai un po' esagerato. Ci sono da incastrare i rapporti tra i personaggi, tra le razze, tra invasori e resistenza. E' troppo facile che qualcosa sfugga! Ci ho messo un paio di letture di troppo per i miei gusti ^^
L'idea è splendida, ma completamente inadatta a questa lunghezza, perché tagliare degli elementi sarebbe dannoso nell'equilibrio interno.
La declinazione del tema è tra quelle che ho apprezzato di più nel girone, perché le tue formiche non sono semplicemente formiche piazzate artificialmente in una situazione felice per il protagonista che crea l'associazione tra i due elementi. Sono ben integrate in una struttura narrativa che le giustifica. (Forse sono parziale verso la fantascienza, ma non è _così_ rilevante in questa valutazione).

Scavare una buca, di Marina Usai
Questo è un commento riempitivo, perché trovo splendido il tuo racconto e non ho vere critiche da muovere. Le scene che descrivi sono molto simboliche e cariche, ma allo stesso tempo semplici e umane da leggere e vivere con il tuo protagonista.
Anch'io avrei troncato il racconto prima del paragrafo finale. Non ci serve sapere da dove viene Bruno, cosa lo spinga a comportarsi così, cosa pensano i medici. L'abbiamo già seguito e abbiamo scavato con lui, qualunque sia la nostra ragione personale. Lasciare "aperto" il suo passato forse permette addirittura di sentirlo più vicino, di trovare appigli nella nostra esperienza, storie analoghe da accostare a quella del racconto.




1. Scavare una buca, di Marina Usai
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3. La felicità è una formica rossa, di Patrizia Frosi
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Giulio
Messaggi: 11

Re: Gruppo DRITTO: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » venerdì 7 ottobre 2016, 17:55

Ciao a tutti, sono molto contento: nonostante un tema non semplice ho letto tanti bei racconti, alcuni dei quali mi hanno veramente sorpreso.
Ma bando alle ciancie, ecco la classifica, che tanto vi importa di quello, e i relativi commenti:

1) Minuti Contati - di Nicola Gambadoro

Per me hai vinto.
Potrei chiudere così il commento ma devo scrivere altri caratteri, in ogni caso non ho molto da dirti. Complimenti, hai utilizzato il tema del concorso in un modo veramente originale e la riflessione sulla felicità delle formiche è encomiabile. Il difetto che mi viene da dire è che la sua riflessione è slegata dal tipo di formica: formiche rosse, gialle, nere... qualsiasi formica andrebbe bene per il suo racconto sulla felicità. Noto in generale che quasi tutti hanno inserito il tema all'interno del proprio racconto mettendolo addirittura in bocca ai protagonisti, così come hai fatto tu. In generale non mi sarebbe piaciuto, ma qui era necessario e quando una frase è necessaria vuol dire che è giusta.
Bravo davvero, dialoghi belli e splendida l'immagine della ragazza che se ne va spippolando sullo smartphone, l'ho trovata realistica e pure commovente. Spero di leggerti ancora!

2) Il Grande Botto - di Adriano Muzzi

Ciao Adriano,
Molto bello il tuo racconto, delicato e pieno di speranza. Mi è piaciuta la descrizione delle gambe del bambino come "due stecchini tenuti insieme con la colla di pesce", dà l'idea di qualcosa di disgustoso, ed è così che il bambino deve sembrare dopo l'incidente. Mi aspettavo che il bambino restasse paralizzato, da come avevi descritto, e ti dirò, forse avrebbe reso più potente la sua uscita in giardino e la sua ritrovata felicità. Però funziona anche così, chiunque sia stato malato sa quanto grande sia la gioia del semplice riuscire di casa.
L'unico appunto che ti faccio è... O che bicicletta ha 18 marce?!?!?!? Le marce sono massimo sette di solito, forse ora fanno anche i cambi da otto, ma 18? o hai moltiplicato le marce coi rapporti? (3 rapportix6 marce=18). Piccola svista che non rovina il racconto. Bravo.

3) La felicità è potere - Ceranu

Ciao Ceranu, bel nome!
Racconto molto interessante con più livelli di lettura e una bella metafora. Forse sei quello che ha gestito meglio il tema del racconto, rendendolo appunto un tema su cui costruire una storia. Ho fatto fatica a una prima lettura e questo leggo che te lo hanno fatto notare tutti. La metafora però è molto chiara e restituisce sollievo al lettore quando giunge al finale. Ecco, il vero rischio è che il lettore abbandoni prima del finale, però essendo un racconto breve di quasi 3000 caratteri è un rischio basso. Giusta e positiva la scelta di rendere il marmo un elemento fondante della chimica del nuovo mondo. Nella fantascienza spesso si descrivono i soliti mondi pallosamente aridi, desertici oppure tremendamente simili alla terra. Tu hai creato in poche righe un mondo suo con un suo fascino particolare, e questo ti fa guadagnare grandi punti all'interno di un genere fantascientifico. Lavora ancora un po' al racconto, con un paio di limate ne viene fuori un bel pezzo. Ti direi di elaborare meglio il conflitto col padre ("io non sono come lui", "sei proprio come lui") e poi ci sei. Bravo.

4) Ica Rossa - di Maurizio Bertino

Ciao Maurizio, che piacere leggere e poter commentare un tuo racconto!
Dunque lezione numero uno di qualsiasi corso di scrittura: evitate i racconti che finiscono con "era tutto un sogno", e tu cosa fai? Era tutto un sogno. Ahahahaha!
Ben gli sta agli insegnanti di scrittura. Be' mi è piaciuto tanto questo racconto, il padre, vecchio cuore granata, è un idolo, in quanto appassionato calcistico posso capire il suo dramma di volere un figlio che tifi la tua stessa squadra. Detto questo, mi piace come fai parlare il bambino, mi piace come lo muovi per la casa, mi piace come parlano i genitori, ma non mi piace come parla la formica.
La frase in cui la formica ammette di essere una formica gigante ma vuole rispetto l'ho trovata troppo esplicita. Il finale col sogno è invece giusto, perché il protagonista è un bambino e quindi non stona, anzi, regala proprio una bella chiusura al tuo racconto.
Bravo!

5) La felicità è una formica rossa - di Patrizia Frosi

Ciao Patrizia,
Un racconto di fantascienza lineare ma ben costruito grazie a un uso sapiente delle parole (che poi è ciò che distingue uno scrittore da uno che riempie fogli di caratteri). In particolare ho apprezzato come sei riuscita a ricreare l'ambientazione: fin da subito ho pensato a una missione spaziale senza che tu lo esplicitassi, ed è un'esperienza gratificante.
L'unica perplessità e una discrepanza che noto quando la descrivi come una perdente e poi dopo dici "non si era mai arresa alla sfiga". qualcuno che non si arrende mai non può essere descritto come perdente; puoi dire che non aveva avuto fortune economiche, ma un perdente è proprio uno che si arrende, che appunto perde. Se vuoi descrivere una perdente allora questo racconto deve essere la prima volta che lei non si arrende, deve essere la sua occasione di riscatto, trovo infatti che questo darebbe anche più vivacità al finale in cui la donna riesce a battere l'insettone.
Comunque un'ottima prova, pulita e ben scritta.

6) Il Nostro Gioco - Giancarmine Trotta

Ciao Giancarmine.
Complimenti! Questo tuo racconto mi è piaciuto molto.
E non solo perchè amo i racconti in cui i protagonisti sono bambini. Tu infatti hai saputo creare una giusta ambientazione e hai raccontato una storia che mi ha catapultato nel mio passato di bambina, quando con le mie cugine andavamo a cattuare le farfalle che si posavano sui rovi davanti casa della nonna.
A parte gli amarcord, mi è piaciuto molto lo stile che hai usato, le descrizioni, come hai tratteggiato i personaggi, insomma, bravo!
A presto!

7) Chandra - Romana Perna

Ciao Romana,
racconto evocativo, quasi mistico, mi viene da dire. Non sono sicuro di avr afferrato tutto se devo essere sincero, mi sembrava che il racconto fosse come avvolto da una nube di incenso e che non potessi afferrare del tutto i personaggi. Questo me li ha resi distanti, ma in qualche modo mi ha anche trascinato attraverso il racconto e più che la storia alla fine sono rimasto ad ascoltare il suono delle parole che si seguivano.
Se dovessi dirlo in una frase: più che un racconto mi è sembrato di ascoltare una canzone. Un'esperienza diversa dai racconti che di solito leggo e per la quale ti ringrazio.

8) Scavare Una Buca - di Marina Usai

Ciao Marina,
Che racconto dolce. Non so bene come, ma nella tua prosa ho trovato molta dolcezza e una gran sensibilità nel parlare di rituali, infanzia, traumi e malttie mentali, ma anche e soprattutto sogni e ricordi e il bisogno, umano e necessario, di sopravviverne.
Ecco, non ho compreso tutta la storia e non ho afferrato tutte le parti dell'intreccio, ho dovuto rileggere e guardare i commenti (cosa che di solito evito per non farmi influenzare nel giudizio). Purtroppo ancora non mi è chiara del tutto la vicenda, ma mi sa che a questo punto il problema sono io!
Complimenti per la prosa, delicatissima. Purtroppo il tema è troppo sfiorato, e questo mi ha portato a relegarti all'ultimo gradino, mi dispiace, ma sono convinto che leggerò presto altri tuoi racconti eccellenti!

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