MC_OLTRE IL SOGNO LA TENEBRA “Naufragio” - di Adriano Muzzi [5273]

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Adry666
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MC_OLTRE IL SOGNO LA TENEBRA “Naufragio” - di Adriano Muzzi [5273]

Messaggio#1 » mercoledì 2 novembre 2016, 12:02

Ciao a tutti,

di seguito il mio racconto che ha partecipato all'ultima edizione di MC, rivisto a seguito di tutti i commenti.
Questa è la seconda versione a seguito dei commenti su questo post della gentile Alexandra

MC_OLTRE IL SOGNO LA TENEBRA “Naufragio” - di Adriano Muzzi
V1.2

“…Così tra questa
Immensità s'annega il pensier mio:
E il naufragar m'è dolce in questo mare.”
- G. Leopardi





Vedo affondare il mio piroscafo in un mulinello grande come un lago; la prua scompare in pochi secondi. Delle due navi che si sono scontrate, non è rimasto nulla, come se un dio dispettoso avesse soffiato su delle barche di carta facendole volare lontano.
Sono aggrappato a un salvagente in mezzo all’oceano e guardo il cielo stellato. La Via Lattea si riflette nel mare calmo in un fantastico effetto specchio. È una notte tranquilla e bellissima; stelle cadenti graffiano il firmamento nero seppia disegnando enigmatici ideogrammi. Mi immagino nuove costellazioni creando dei nomi bizzarri. Dovrei avere paura e freddo ma provo solo sollievo, mi sento felice come mai lo sono stato.
All’improvviso scorgo una ragazza, anche lei aggrappata a un salvagente, che nuota verso di me. E’ bellissima. Lei, mi dice, è una superstite dell’altra imbarcazione; il destino ci ha fatto prima scontrare e poi unire.
Passiamo ore, uno accanto all’altra, a parlare del più e del meno, galleggiando nel mare. Da dove veniamo e dove stavamo andando, le cose che ci interessano, quante storie abbiamo avuto, i sogni che abbiamo fatto la sera prima.
Una cassa di lattine di birra arriva dalla dispensa della nave, portate dalla corrente, insieme a pezzi di legno e plastica. Ne approfittiamo per farci una bevuta.
Prendo una tavola di legno abbastanza grande, doveva essere un pezzo della tolda, e lo uso come tavolino da aperitivo: ci sistemo sopra le due birre e brindo al destino con la magnifica ragazza. Dei delfini iniziano a saltarci intorno; all’improvviso l’acqua s’illumina di mille colori a causa del plancton luminoso. I bagliori caleidoscopici rischiarano il suo viso e per un attimo mi sembra di scorgere nei suoi occhi uno sguardo felino, un pozzo nero senza fine. Ma è solo un attimo.
Passano le ore.
- Adesso cosa facciamo? – mi chiede la ragazza, - io voglio provare a nuotare in cerca di terra ferma.
- Ma io non vedo nulla, nessuna luce, nessun faro, - le dico.
- Meglio che restare qui a galleggiare e bere birra.
- Vedrai che qualche aereo ci verrà in soccorso, sicuramente i capitani avranno lanciato un SOS prima di affondare.
Ma lei sembra non porre ascolto alle mie parole e si allontana a nuoto, da sola.
Quanto a me, come al solito sto smaltendo la sbornia quando vengo soccorso da un aereo a elica con alla guida il Barone Rosso in persona.

Alcuni anni dopo, ci incontriamo per caso in un bar di Parigi. La riconosco subito, ha un viso che non si può dimenticare. Anche lei mi viene incontro sorridendo.
- Ehi, come stai?
- Bene, - le rispondo.
- Alla fine avevi ragione tu, - mi dice.
- Mah, almeno tu ti sei divertita?
- Sì, ho nuotato due giorni e due notti, poi sono riuscita ad approdare su un’isola. Mi sentivo Robinson Crusoe, ma non mi era cresciuta la barba.
Ride, mettendo in risalto delle splendide fossette sulle guance rosa.
- E poi che è successo?
- E poi ho incontrato un pescatore che parlava per indovinelli, sembrava un incrocio tra un oracolo e un santone indiano.
- E ti ha aiutato a tornare?
- No, non proprio, mi ha costretto a imparare le scienze occulte.
- Sarebbe?
- Varie cose stravaganti, tra cui, ad esempio, il linguaggio dei morti.
- E funziona, ti capiscono? – le chiedo con un sorriso.
- Non lo so, te lo saprò dire quando sarò mezzo metro sotto terra.
- In effetti. La terra di sotto.
- Eh?
- Noi siamo nella terra di mezzo, poi c’è il regno dei cieli e poi c’è… insomma quel posto caldo e animato da feste discutibili.
- Ahhh, - mi dice strizzando un occhio.
- E poi, come sei arrivata sul continente?
- Alla fine, una notte, mentre meditava, l’ho ucciso, gli ho rubato la radio e ho chiesto aiuto. E adesso eccomi qui.
- Ah, mi trovo davanti a un’assassina! – le dico, facendo occhiolino a mia volta, - e che fai qui a Parigi?
- Studio arti magiche. E tu?
- Viaggio in cerca di qualcosa.
- Tipo?
- Colleziono sguardi, sorrisi, e magie. – La guardo fisso negli occhi.
- Ma…
- Sei bellissima come quella notte.
- Grazie, anche tu.
- Io ho dei ricordi frammentati di quegli eventi, come delle foto sfocate e buttate su un vecchio tavolino alla rinfusa, mischio i miei sogni con quanto è successo in realtà.
- Ci siamo incontrati in un sogno e adesso siamo qui, non è fantastico?
- Già, fantastico… ancora oggi mi capita di ricordare brandelli di scene di quando ero piccolo: una profumata luce estiva che filtra dalle persiane socchiuse, le cicale che friniscono instancabili, il sapore forte del gelsomino. E poi tu e io sotto le stelle. Confondo tutto, non riesco a separare la realtà dai sogni.
- E’ normale, - mi dice con la voce dolce; ma gli occhi. Sono neri o verdi, adesso sembrano neri, molto neri.
- Forse sì, dobbiamo elaborare lo shock, - le rispondo pensando ad altro.
- Vuoi salire un po’ da me? Sto qui vicino.
La seguo per i viottoli di Montmartre, sculetta amabilmente, dimentico i miei dubbi.
Parliamo un po’, beviamo delle birre e poi finiamo a letto.
Ci baciamo giocando con le nostre lingue. Mi strappa i vestiti di dosso. Le mani, i baci, il sudore, lo sfregamento dei nostri organi sessuali, si mescolano in maniera vorticosa e crescente. Chiudo gli occhi e rivedo quella notte, ma al posto dei delfini ci sono delle orche e degli squali con i denti affilati.
Mi morde su un orecchio, sento il sangue che cola su collo.
- Ehi, - le dico, - così mi fai male!
Non mi risponde, ma i suoi occhi sono “quei” pozzi neri. Mi blocca le braccia, sono perso in quei buchi senza fondo, mi sento paralizzato. Lei con la testa scende sempre più giù e intanto mi morde. Forse, penso, si tratta sempre di un sogno, o meglio di un incubo, ma mi sembra tutto così realistico, ho sentito dolore quando mi ha morso, quindi…
Adesso, come se fossi un osservatore esterno alla scena, vedo pezzi del mio corpo che volano in aria e affondano in una pozza di sangue, come una nave che cola a picco. La mia coscienza naufraga in quel mare dolce, e scuro.
Ultima modifica di Adry666 il domenica 13 novembre 2016, 20:12, modificato 1 volta in totale.



alexandra.fischer
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Re: MC_OLTRE IL SOGNO LA TENEBRA “Naufragio” - di Adriano Muzzi [5273]

Messaggio#2 » sabato 5 novembre 2016, 21:23

La tua storia è molto onirica e marina (stupenda la descrizione dei delfini e del plancton nella gelida notte). Dal naufragio di due navi si salvano un giovane e una ragazza.
Si danno conforto (grazie alle lattine superstiti di birra posate su una tavola galleggiante e non manca qualche lattina di tonno). Lei si allontana a nuoto e lui viene poi salvato dal Barone Rosso che sorvolava la zona. Il giovane ritrova la fanciulla a Montmartre (è tornata nella civiltà dopo aver usato la radio rubandola al suo soccorritore, un pescatore a metà fra il santone e l’oracolo). Fra i due esplode la passione e poi lei si rivela un vampiro marino. Di qui il finale sanguinario che si riallaccia all’immagine iniziale del naufragio.

Aggiusterei la pur ottima storia così: via le scatolette di tonno (non le mangiano e non le portano dietro) così c’è spazio per introdurre meglio la figura del pescatore (è stato lui a rendere vampira la ragazza? Se è scappata, un motivo ci deve essere. Cosa studia a Parigi? Io metterei un’allusione alle scienze occulte).

Aspetto notizie

alexandra.fischer
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Re: MC_OLTRE IL SOGNO LA TENEBRA “Naufragio” - di Adriano Muzzi [5273]

Messaggio#3 » sabato 5 novembre 2016, 21:24

Correggerei shock con choc.

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Adry666
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Re: MC_OLTRE IL SOGNO LA TENEBRA “Naufragio” - di Adriano Muzzi [5273]

Messaggio#4 » martedì 8 novembre 2016, 17:16

Ciao Alexandra,

grazie per la recensione! :-)))

OK, provo a correggere secondo le tue indicazioni: via le birre e penso alla storia del pescatore (veramente prezioso il tuo consiglio: una storia nella storia, moooolto interessante!).

Per lo shock / choc, non so, ho consultato la Treccani che mi dice:

"shock ‹šòk› s. ingl. [propr. «urto, scossa violenta», dal v. (to) shock «percuotere», che a sua volta è dal fr. choquer, prob. di origine oland.] (pl. shocks ‹šòks›), usato in ital. al masch.....
....◆ È stata lungamente in uso, anche nelle accezioni specifiche, per le quali oggi è poco com., la corrispondente forma fr. choc...."

Ci lavoro e lo riposto
Ciaooo
Adriano

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Re: MC_OLTRE IL SOGNO LA TENEBRA “Naufragio” - di Adriano Muzzi [5273]

Messaggio#5 » domenica 13 novembre 2016, 20:13

Ciao Alexandra,

ho modificato il racconto secondo le tue indicazioni:

via il tonno, aggiunta centrale con una spiegazione di quanto sia successo sull'isola e studi.

Grazie

Ciao & a presto
Adriano

alexandra.fischer
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Re: MC_OLTRE IL SOGNO LA TENEBRA “Naufragio” - di Adriano Muzzi [5273]

Messaggio#6 » martedì 15 novembre 2016, 19:01

Complimenti per questa versione del racconto. I personaggi hanno acquistato ulteriore spessore e anche l'uso delle informazioni è magistrale nel caso della vicenda della giovane naufraga (santone -oracolo soccorritore, rapporto maestro -discepola, furto radio, assassinio del santone- oracolo da parte di lei, arrivo di lei a Parigi come studiosa di scienze occulte, in questo caso legate al vampirismo marino). Stupenda la chiusura del racconto legata al mare e meravigliose le immagini dei ricordi di lui legati al gelsomino e ai pomeriggi estivi con il frinire delle cicale.

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