Gli occhi sgranati
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Gli occhi sgranati
Mancavano una manciata di minuti.
Il caldo della soffitta, quel maledetto ticchettio che veniva dall'orologio e qualche domanda scimunita del mio compare mi nauseavano più di un uomo in divisa.
La porta del bagno era aperta, quasi mi chiamasse a pisciare ancora una volta. Centrai il buco senza mani, mentre quel deficiente guardava nel vuoto e chissà a quale puttana stesse pensando.
Gli parlai e rinvenne lì dov'era, sudando.
“Tra poco scendiamo Linù. Stai bene?”
Cercò di rispondere con gli occhi e proprio il silenzio, accompagnato dall'apertura delle palpebre, mi convinsero del contrario. Mi stavo giocando la libertà con un cacasotto dagli occhi sgranati alla Totò Schillaci. Riuscii pure a sorridere.
Il ferro buono era nei pantaloni.
In mano stringevo una Beretta 92 scarica, ma l'agitavo deciso, tanto che lo sguardo angosciato della commessa mentre riempiva il sacco coi soldi mi rinforzava l'animo e ammorbidiva le percussioni del cuore che sentivo nel mio petto tra un urlo e un altro ai presenti.
Lui menava e basta: un pugno al Direttore, uno schiaffio alla cassiera a cui aveva strappato la camicia e nel sacco i piccioli per giocare a tombola. L'avrei picchiato io se avessi avuto il tempo e la possibilità.
Poi li sentimmo e il sogno di abbandonare per un po' questa terra amara si sgretolò come l'argilla assetata d'estate.
Io avevo il Direttore e lui la cassiera.
“Arrendetevi!”
“Siete circondati”.
Dal megafono parlava uno sbirro con una voce conosciuta. Tutto stava per finire, per sempre.
Mentre Lino mi supplicava di trovare una soluzione stringendo il collo della donna come una gallina da spennare, pensai che di sbarre ne avevo viste pure troppe in quarant'anni e che stavolta non sarebbe andata come nei film del lunedì sera.
“Andiamo Linù”.
“Dove Gaetà?”
“Vieni dietro di me e muoviti piano”. Cambiai tono e lo bloccai prima che ammazzasse la ragazza senza volerlo. Io l'avrei sacrificata volentieri per scappare, ma non aveva senso ucciderla così.
“E lasciala! Lo vedi di che colore è diventata! Prendi il sacco e coprimi le spalle”.
All'uscita del supermarket erano tanti. Troppi.
Chiesi dieci o cento volte la macchina per salvare la vita al Direttore. Il ferro buono era sulla sua tempia e io li guardavo aumentare di numero e posizionarsi, poi puntare le armi e attendere un segnale.
Lino si mosse chissà come e perché. Da quel momento sentii bruciori sul viso, poi vidi un lampo dovuto alla retina e il caldo colare del mio sangue.
Oggi, dopo mesi, sogno ancora quel giorno e solo il finale varia. Alcune volte mi muovo io e sparano, spesso si muove Lino. Poi penso che dal buio di questo posto, che ha le sbarre ma non è un carcere, nulla ha più senso, neppure scoprire come sia andata veramente.
Il proiettile che mi ha tolto la vista, che mi ha costretto all'oscurità profonda, è ancora incastrato tra la mia carne e i miei pensieri.
E oggi, quando ripenso agli occhi sgranati di Schillaci, quegli occhi che i miei non rivedranno più, non riesco più a sorridere.
Sono solo e al buio.
Il caldo della soffitta, quel maledetto ticchettio che veniva dall'orologio e qualche domanda scimunita del mio compare mi nauseavano più di un uomo in divisa.
La porta del bagno era aperta, quasi mi chiamasse a pisciare ancora una volta. Centrai il buco senza mani, mentre quel deficiente guardava nel vuoto e chissà a quale puttana stesse pensando.
Gli parlai e rinvenne lì dov'era, sudando.
“Tra poco scendiamo Linù. Stai bene?”
Cercò di rispondere con gli occhi e proprio il silenzio, accompagnato dall'apertura delle palpebre, mi convinsero del contrario. Mi stavo giocando la libertà con un cacasotto dagli occhi sgranati alla Totò Schillaci. Riuscii pure a sorridere.
Il ferro buono era nei pantaloni.
In mano stringevo una Beretta 92 scarica, ma l'agitavo deciso, tanto che lo sguardo angosciato della commessa mentre riempiva il sacco coi soldi mi rinforzava l'animo e ammorbidiva le percussioni del cuore che sentivo nel mio petto tra un urlo e un altro ai presenti.
Lui menava e basta: un pugno al Direttore, uno schiaffio alla cassiera a cui aveva strappato la camicia e nel sacco i piccioli per giocare a tombola. L'avrei picchiato io se avessi avuto il tempo e la possibilità.
Poi li sentimmo e il sogno di abbandonare per un po' questa terra amara si sgretolò come l'argilla assetata d'estate.
Io avevo il Direttore e lui la cassiera.
“Arrendetevi!”
“Siete circondati”.
Dal megafono parlava uno sbirro con una voce conosciuta. Tutto stava per finire, per sempre.
Mentre Lino mi supplicava di trovare una soluzione stringendo il collo della donna come una gallina da spennare, pensai che di sbarre ne avevo viste pure troppe in quarant'anni e che stavolta non sarebbe andata come nei film del lunedì sera.
“Andiamo Linù”.
“Dove Gaetà?”
“Vieni dietro di me e muoviti piano”. Cambiai tono e lo bloccai prima che ammazzasse la ragazza senza volerlo. Io l'avrei sacrificata volentieri per scappare, ma non aveva senso ucciderla così.
“E lasciala! Lo vedi di che colore è diventata! Prendi il sacco e coprimi le spalle”.
All'uscita del supermarket erano tanti. Troppi.
Chiesi dieci o cento volte la macchina per salvare la vita al Direttore. Il ferro buono era sulla sua tempia e io li guardavo aumentare di numero e posizionarsi, poi puntare le armi e attendere un segnale.
Lino si mosse chissà come e perché. Da quel momento sentii bruciori sul viso, poi vidi un lampo dovuto alla retina e il caldo colare del mio sangue.
Oggi, dopo mesi, sogno ancora quel giorno e solo il finale varia. Alcune volte mi muovo io e sparano, spesso si muove Lino. Poi penso che dal buio di questo posto, che ha le sbarre ma non è un carcere, nulla ha più senso, neppure scoprire come sia andata veramente.
Il proiettile che mi ha tolto la vista, che mi ha costretto all'oscurità profonda, è ancora incastrato tra la mia carne e i miei pensieri.
E oggi, quando ripenso agli occhi sgranati di Schillaci, quegli occhi che i miei non rivedranno più, non riesco più a sorridere.
Sono solo e al buio.
Ultima modifica di giancarmine trotta il martedì 18 ottobre 2016, 0:55, modificato 1 volta in totale.
Re: Gli occhi sgranati
Ciao Giancarmine! Tutti rispettati i parametri!
Buona Atzori Edition!
Buona Atzori Edition!
- anna-maria.galluzzi
- Messaggi: 16
Re: Gli occhi sgranati
GLI OCCHI SGRANATI / GIANCARMINE TROTTA
Non mi aspettavo di trovare un poliziesco, quindi lo considero un regalo! L'indizio che hai inserito nella prima parte mi aveva già messa sulla buona strada: se lo nauseava più di un uomo in divisa, doveva essere per forza un bandito. Ho visto che hai abbreviato il nome di un personaggio che chiami Linù e questo indica che sono amici e nella fattispecie complici (questo elemento lo scopriamo dopo). Devo anche dire che il racconto è scritto molto bene, hai saputo dosare tanti elementi ho trovato ironia, suspence e i toni di un buon giallo. Tema rispettato nel finale, inoltre non c'è traccia di infodump, questo è il lavoro migliore tra quelli che ho letto fino ad ora.
Non mi aspettavo di trovare un poliziesco, quindi lo considero un regalo! L'indizio che hai inserito nella prima parte mi aveva già messa sulla buona strada: se lo nauseava più di un uomo in divisa, doveva essere per forza un bandito. Ho visto che hai abbreviato il nome di un personaggio che chiami Linù e questo indica che sono amici e nella fattispecie complici (questo elemento lo scopriamo dopo). Devo anche dire che il racconto è scritto molto bene, hai saputo dosare tanti elementi ho trovato ironia, suspence e i toni di un buon giallo. Tema rispettato nel finale, inoltre non c'è traccia di infodump, questo è il lavoro migliore tra quelli che ho letto fino ad ora.
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Gli occhi sgranati
Grazie dei complimenti Anna Maria,
sto iniziando ora a leggere i racconti e in effetti il tema è stato toccato in maniera molto diversa dai partecipanti.
Io sono felice che ti sia piaciuto il mio!
Ciao,
Giancarmine
sto iniziando ora a leggere i racconti e in effetti il tema è stato toccato in maniera molto diversa dai partecipanti.
Io sono felice che ti sia piaciuto il mio!
Ciao,
Giancarmine
- eleonora.rossetti
- Messaggi: 553
Re: Gli occhi sgranati
Ciao Giancarmine,
mi è piaciuto il tuo racconto, che rispetta il tema su due piani: da una parte il sogno fisico che lui fa da mesi e la tenebra dovuta alla cecità, dall'altro, in senso metaforico, la speranza dei due di potersi rifare una vita via dalla loro terra d'origine che s'infrange malamente nella rapina fallita e non solo.
Come stile niente da appuntarti, sono riuscita a sentire la tensione prima e durante la rapina, quindi vuol dire che hai fatto centro ;)
Alla prossima!
mi è piaciuto il tuo racconto, che rispetta il tema su due piani: da una parte il sogno fisico che lui fa da mesi e la tenebra dovuta alla cecità, dall'altro, in senso metaforico, la speranza dei due di potersi rifare una vita via dalla loro terra d'origine che s'infrange malamente nella rapina fallita e non solo.
Come stile niente da appuntarti, sono riuscita a sentire la tensione prima e durante la rapina, quindi vuol dire che hai fatto centro ;)
Alla prossima!
Uccidi scrivendo.
Re: Gli occhi sgranati
Ciao Giancarmine,
Trovo centrato il tema del contest. Identificare quello che spinge a delinquere determinate persone come un “sogno” di una vita migliore, insieme al degrado del loro lessico e delle loro abitudini, spinge a pensare a loro come delle “vittime” di qualcosa più grande di loro, dalla quale cercano di fuggire complicando però sempre più la loro situazione fino a tristi epiloghi, come quello della tua storia.
La prosa è ben controllata, le scelte lessicali sono molto appropriate e caratterizzano bene i personaggi. Solo la frase “Lino si mosse chissà come e perché. Da quel momento sentii bruciori sul viso, poi vidi un lampo dovuto alla retina e il caldo colare del mio sangue.”, che è il momento clue, a mio avviso è poco ben costruita e andrebbe rivista. Mi sarei aspettato di sentire il boato delle armi in quel flusso di emozioni, e avrei omesso l’informazione sulla retina.
La tragicità del finale è ben descritta.
Trovo centrato il tema del contest. Identificare quello che spinge a delinquere determinate persone come un “sogno” di una vita migliore, insieme al degrado del loro lessico e delle loro abitudini, spinge a pensare a loro come delle “vittime” di qualcosa più grande di loro, dalla quale cercano di fuggire complicando però sempre più la loro situazione fino a tristi epiloghi, come quello della tua storia.
La prosa è ben controllata, le scelte lessicali sono molto appropriate e caratterizzano bene i personaggi. Solo la frase “Lino si mosse chissà come e perché. Da quel momento sentii bruciori sul viso, poi vidi un lampo dovuto alla retina e il caldo colare del mio sangue.”, che è il momento clue, a mio avviso è poco ben costruita e andrebbe rivista. Mi sarei aspettato di sentire il boato delle armi in quel flusso di emozioni, e avrei omesso l’informazione sulla retina.
La tragicità del finale è ben descritta.
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.
- invernomuto
- Messaggi: 270
Re: Gli occhi sgranati
Ciao Giancarmine!
Una storia pulp, molto pulp, pure troppo, per citare il buon Thomas Prostata di maidiregolliana memoria.
Mi piace molto la tua scelta di caratterizzare i personaggi anche tramite le loro scelte lessicali, il linguaggio volutamente gretto funziona benissimo e proprio per questo mi son trovato doppiamente spaesato quando decidi di abbandonarlo, in favore di toni più "drammatici", per richiamare l'empatia del lettore.
È un vero peccato, perché lo stile -in generale- è buono, ma sarebbe bastata un po' di "coerenza" interna in più per rendere il racconto un vero gioiellino. A presto!
Una storia pulp, molto pulp, pure troppo, per citare il buon Thomas Prostata di maidiregolliana memoria.
Mi piace molto la tua scelta di caratterizzare i personaggi anche tramite le loro scelte lessicali, il linguaggio volutamente gretto funziona benissimo e proprio per questo mi son trovato doppiamente spaesato quando decidi di abbandonarlo, in favore di toni più "drammatici", per richiamare l'empatia del lettore.
È un vero peccato, perché lo stile -in generale- è buono, ma sarebbe bastata un po' di "coerenza" interna in più per rendere il racconto un vero gioiellino. A presto!
- Polly Russell
- Messaggi: 812
Re: Gli occhi sgranati
invernomuto ha scritto:Ciao Giancarmine!
Una storia pulp, molto pulp, pure troppo, per citare il buon Thomas Prostata di maidiregolliana memoria.
Noooo!! Cosa hai riesumato!
Fantastico.
Polly
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Gli occhi sgranati
Eleonora ti ringrazio molto perché hai colto uno degli aspetti a cui tenevo di più: il doppio binario sogno-tenebra, metaforico e non. Non aggiungo altro perché ti posso solo ringraziare!
Ciao Nicola, la parola "retina" e la costruzione di quella frase in effetti non è in linea con il resto della narrazione e in qualche maniera stride. Avete ragione, potevo fare meglio, allineando quel periodo al contesto.
Per Invernomuto&Bebo Storti: Ti rispondo come avrebbe risposto il mitico Felice Caccamo, con tanto di cravatta invisibile e camicia coi bottoni rinforzati.
"Caro invernomuto, ma io non volevo fare una "frittura totale globale", è scivolata via una frase, c'era troppo olio forse. Che poi, a me, il pulp che hai citato mi piace assai, soprattutto il pulp con le patate!"
A parte gli scherzi (e i meravigliosi ricordi di "Mai dire goal") effettivamente la parola "retina" è di troppo e tutta la frase coi bruciori la cambierei proprio come mi avete suggerito.
Sull'ultimo periodo volevo fare questa considerazione: il personaggio che ho immaginato diventa riflessivo (forse troppo, boh!), perché non vede più e cambia il suo atteggiamento verso la vita. Ho immaginato che potesse avere pensieri più alti, rispetto alla vita da vedente, proprio perché in quella condizione.
Ciao Nicola, la parola "retina" e la costruzione di quella frase in effetti non è in linea con il resto della narrazione e in qualche maniera stride. Avete ragione, potevo fare meglio, allineando quel periodo al contesto.
Per Invernomuto&Bebo Storti: Ti rispondo come avrebbe risposto il mitico Felice Caccamo, con tanto di cravatta invisibile e camicia coi bottoni rinforzati.
"Caro invernomuto, ma io non volevo fare una "frittura totale globale", è scivolata via una frase, c'era troppo olio forse. Che poi, a me, il pulp che hai citato mi piace assai, soprattutto il pulp con le patate!"
A parte gli scherzi (e i meravigliosi ricordi di "Mai dire goal") effettivamente la parola "retina" è di troppo e tutta la frase coi bruciori la cambierei proprio come mi avete suggerito.
Sull'ultimo periodo volevo fare questa considerazione: il personaggio che ho immaginato diventa riflessivo (forse troppo, boh!), perché non vede più e cambia il suo atteggiamento verso la vita. Ho immaginato che potesse avere pensieri più alti, rispetto alla vita da vedente, proprio perché in quella condizione.
- raffaele.marra
- Messaggi: 397
Re: Gli occhi sgranati
Un racconto di sicuro impatto, che lascia il segno sia grazie ad una vicenda emozionante e carica di tensione, sia grazie ad uno stile perfettamente funzionale e magistralmente sostenuto, quasi aulico. Per quanto riguarda la trama, riconosco in essa le influenze (volute o no) di una grande quantità di storie letterarie, cinematografiche e persino canore (Chicco e Spillo), ma la bella novità è l'ambientazione nella quale hai piombato la tua storia. Io ho riconosciuto le terre di Basilicata (la mia e la tua terra), ma l'ho fatto attraverso indizi lasciati qua e là con saggezza. Mi riferisco al caldo, all'argilla, ai nomi troncati, persino agli occhi sgranati usati come risposta impacciata. Per quanto riguarda lo stile, devo dire che sta diventando un tuo marchio di fabbrica. Parlo della ricercatezza attenta dei termini mai banali e mai eccessivi, della perfetta corrispondenza tra forma e contenuto, rinnovata rigo dopo rigo da cambi di tono appropriati. Insomma, in definitiva si tratta di un'ottima prova, soprattutto se ritorniamo al concetto che sei partito da un tema (la rapina finita male) usato e abusato, e quindi sei partito da un'idea che potenzialmente avrebbe potuto causarti un mare di critiche. Invece, come vedi, sei stato davvero bravo!
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Gli occhi sgranati
Caro Raffaele,
ti ringrazio per i complimenti e le sottolineature sull'ambientazione della storia e tutto il resto. In effetti ho cercato di caratterizzare il personaggio incastrandolo in uno spazio - tempo ben definito (sud Italia, ceto popolare, vita di espedienti) con annessi pensieri inizialmente spigolosi e via via più alti, con le riflessioni di un uomo ormai in difficoltà.
Grazie anche a Chiara, per le belle parole sul testo che ovviamente condivido.
In generale, essere riuscito a mettere in piedi una storia che vi ha colpito positivamente dal sogno-tenebra iniziale, mi fa molto piacere perché so quanto siete bravi e quanto valgono i vostri racconti.
ti ringrazio per i complimenti e le sottolineature sull'ambientazione della storia e tutto il resto. In effetti ho cercato di caratterizzare il personaggio incastrandolo in uno spazio - tempo ben definito (sud Italia, ceto popolare, vita di espedienti) con annessi pensieri inizialmente spigolosi e via via più alti, con le riflessioni di un uomo ormai in difficoltà.
Grazie anche a Chiara, per le belle parole sul testo che ovviamente condivido.
In generale, essere riuscito a mettere in piedi una storia che vi ha colpito positivamente dal sogno-tenebra iniziale, mi fa molto piacere perché so quanto siete bravi e quanto valgono i vostri racconti.
Re: Gli occhi sgranati
Ciao Giancarmine, strano modo di rispettare il tema, originale, direi. E la semplice trama della rapina finita male, cela uno scrittore maturo e potenzialmente esplosivo. L'equilibrio fra forma e contenuto, ambientazione e quant'altro è quasi perfetto. Un poliziesco gustosamente buono, con il protagonosta deciso e intelligente e il compagno sempliciotto. Consigli che ti possano giovare a crescere ulteriormente non ne ho da darti. In bocca al lupo!
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Gli occhi sgranati
Ciao Evandro!
Io non posso fare altro che ringraziarti. Le tue parole mi danno lo stimolo per continuare ad inseguire i sogni comuni che tutti abbiamo.
Alla prossima lettura!
Io non posso fare altro che ringraziarti. Le tue parole mi danno lo stimolo per continuare ad inseguire i sogni comuni che tutti abbiamo.
Alla prossima lettura!
- Andreacrux
- Messaggi: 75
Re: Gli occhi sgranati
Bellissima storia.
Complimenti per il poliziesco che mancava in questa edizione.
La voglia di riuscire a farcela e il sogno che si sta per sgretolare all'arrivo della polizia.
Poi la tenebra in questo caso reale, non metaforica, della cecità. Il tuo racconto mi proietta in un film d'azione e il finale mi sorprende perchè lo immaginavo scontato e così non è stato.
Bravo
Complimenti per il poliziesco che mancava in questa edizione.
La voglia di riuscire a farcela e il sogno che si sta per sgretolare all'arrivo della polizia.
Poi la tenebra in questo caso reale, non metaforica, della cecità. Il tuo racconto mi proietta in un film d'azione e il finale mi sorprende perchè lo immaginavo scontato e così non è stato.
Bravo
Re: Gli occhi sgranati
Un racconto di buon impatto, ordinato, gradevole alla lettura. Non tanto pulp come da qualcuno affermato, almeno a mio parere. Il tema c'è, anche su più piani. Non ha fatto scattare il livello emozionale, però. Rimane freddo, forse non sono riuscito a empatizzare con i protagonisti, ma può essere un problema mio. Se posso azzardare, procedere in linea retta in un racconto così breve che vuole raccontare così tante cose può proprio portare a questo senso di distacco. In questi casi dico sempre che probabilmente sarebbe stato più funzionale focalizzare il tutto su un dato momento, quello finale, e attraverso dialogo e pensiero evocare quanto precede. Pollice tendente all'alto per me.
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Gli occhi sgranati
Ciao Antico,
la tua analisi è condivisibile per la declinazione che proponi, anche se volutamente ho cercato un taglio crudo alle scene (non esageratamente pulp!) e ho preferito il racconto in linea retta mischiato al sogno-tenebra.
Ho notato anch'io che è piaciuto tantissimo ad alcuni e meno ad altri, ed è il bello di questo contest che ho conosciuto da poco.
Grazie e a prestissimo!
la tua analisi è condivisibile per la declinazione che proponi, anche se volutamente ho cercato un taglio crudo alle scene (non esageratamente pulp!) e ho preferito il racconto in linea retta mischiato al sogno-tenebra.
Ho notato anch'io che è piaciuto tantissimo ad alcuni e meno ad altri, ed è il bello di questo contest che ho conosciuto da poco.
Grazie e a prestissimo!
Torna a “90ª Edizione - Atzori Edition - la Seconda della Quinta Era”
Chi c’è in linea
Visitano il forum: Nessuno e 3 ospiti