Andare via - di Viviana Tenga

Lunedì 17 ottobre 2016 ore 21.00
viviana.tenga
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Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#1 » lunedì 17 ottobre 2016, 23:33

Fabio comincia a correre appena vede la folla spostarsi. Presto è parte di un muro umano, deve schivare e dare gomitate, sfruttare la sua corporatura di tredicenne mingherlino per guadagnare metri o centimetri preziosi. Vede flash con la coda dell’occhio, sente urlare domande e acclamazioni, uno spintone gli fa quasi perdere l’equilibrio ma si mantiene in piedi aggrappandosi per un attimo alla spalla di qualcuno che nemmeno guarda in faccia.
Fabio va avanti deciso, finché non raggiunge la prima fila. Finché non lo vede.
Il suo idolo, il campione europeo di salto in alto. Quello che è cresciuto nel suo stesso quartiere di periferia ed è arrivato alle olimpiadi.
I loro sguardi si incontrano. Fabio si sforza di tenere a bada il respiro affannato.
“Anch’io faccio salto in alto” dice prima che quel momento scivoli via. “Al campo in via Gessi, abito in via Livingstone e vado a scuola alla Foscolo.”
E lui si stupisce, e sorride. Un omaccione vestito di scuro gli fa cenno di andare avanti, ma lui scuote la testa e si ferma.
“Davvero?”
Fabio annuisce.
“Wow” risponde lui, poi si incupisce un attimo. “È una brutta zona dove crescere, eh?”
“Già. Beato te che sei riuscito ad andartene.”
Lui sorride di nuovo.
“Se ce l’ho fatta io, puoi farcela anche tu.”
“No. Non sono così bravo.”
“Non deve essere per forza il salto in alto. Può anche non essere niente. Non hai bisogno di nessun talento particolare. Solo di essere determinato e credere in te stesso. Capito? Non arrenderti. Non fare mai l’errore di pensare che non puoi cambiare le cose. Mai!”
Qualcuno spintona Fabio da dietro. L’omone fa di nuovo segno di andare avanti. Lui si allontana. Fabio è stordito. Sente uno strano calore che gli si diffonde nel petto. Quelle parole non erano frasi fatte, erano dette col cuore. E forse il futuro non deve per forza essere triste come l’ha sempre immaginato.

Enrico sorride al suo compagno di squadra mentre si augurano la buona notte. Chiude dietro di sé la porta della stanza d’albergo; solo dopo si lascia scivolare per terra e si rannicchia su se stesso. Guarda dalla finestra le luci dei palazzi del centro; sembra impossibile che appartengano alla stessa città in cui è cresciuto. Chiude gli occhi e un’ondata di malessere lo invade. Pensa a tutte le medaglie che ha vinto, a come nessuna di loro riporterà mai in vita suo padre, morto per un incidente nel cantiere in cui lavorava; pensa a sua mamma, ai percorsi di riabilitazione che le ha pagato e che non sono mai riusciti a strapparla davvero dalla tossicodipendenza. Pensa a quanto abbia fatto schifo crescere in un quartiere dove tutti si sentivano destinati al fallimento, a come quella sensazione di impotenza e rabbia verso il mondo non riesca mai ad andarsene.
E poi, pensa al ragazzino che incontrato quel pomeriggio. Quello che vive a poche centinaia di metri dalla casa dove è cresciuto e va a scuola alla Foscolo. Enrico si augura con tutto se stesso che almeno lui riesca un giorno ad andare via per davvero.



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antico
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#2 » lunedì 17 ottobre 2016, 23:35

Bentornata Viviana! Era da un po' di mesi che mancavi!
Che bell'orario di consegna, le 23.33 (sai della mia malattia verso il numero 3, no?)...
Parametri tutti ok, buona Atzori Edition anche a te!

viviana.tenga
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#3 » lunedì 17 ottobre 2016, 23:47

Grazie Antico! Personalmente mi dispiace un po' aver mancato di poco un palindromo 23.32, ma si fa quel che si può ;)

Niko G
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#4 » giovedì 20 ottobre 2016, 20:24

Ciao Viviana,
il racconto affronta una tematica molto delicata e che tocca molti di noi da vicino: la voglia di rivalsa , di emergere, di fuggire dai propri problemi, di cambiare le cose una volta per tutte. Mi piace come hai descritto la scena dell’incontro del ragazzino con il suo “eroe”, quello che ce l’ha fatta, apparentemente imbattibile ma vulnerabile come e più di lui, nel chiudersi da solo nella sua stanza d’albergo pensando alle cose che non potrà mai cambiare. Insomma, il messaggio mi è arrivato forte e chiaro e ho apprezzato molto la sensibilità che c’è dietro.
Alcune cose mi hanno convinto meno: la descrizione di Enrico mi sembra un po’ troppo “drammatica”e poco confacentesi con una persona che ha superato muri insormontabili per cambiare la propria vita; lo stile mi sembra un po’ “brusco” con molte proposizioni brevi e poca subordinazione; Inoltre non trovo perfettamente centrato il tema dell’edizione.
A parte questo, un’ottima prova!
Non so scrivere, ma ho bisogno di farlo.

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anna-maria.galluzzi
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#5 » venerdì 21 ottobre 2016, 14:50

ANDARE VIA /VIVIANA TENGA.
Racconto non di genere che ho apprezzato. Ci sono però alcune cose che non sono chiare, la prima è dove si trovano i personaggi: sono nel campetto di periferia? Durante una gara? Alle Olimpiadi? C'è questo ragazzino che incontra il suo idolo che conosce la zona dove è cresciuto e si è fatto strada nella vita. Il mito incoraggia il ragazzino ma poi scopriamo che non è contento della sua vita. Punti molto sull'aspetto nostalgico a discapito del tema. La scrittura è interessante, secondo me però è un racconto che andrebbe sviluppato almeno nella prima parte inquadrando meglio la scena, il luogo, l'antefatto che riguarda Fabio.

viviana.tenga
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#6 » venerdì 21 ottobre 2016, 17:17

Grazie per i commenti.
Rispondo sulla questione del tema visto che me l'avete già sollevata in due: per me il sogno è il desiderio di rivalsa di Fabio, un sogno che apparentemente per Enrico è diventato realtà.
La tenebra l'ho intesa in senso metaforico come il malessere che Enrico ancora si porta dentro sotto la superficie, appunto di 'sogno realizzato'. A me come interpretazione è venuta abbastanza naturale, mi dispiace se nel risultato finale non è altrettanto chiara.
Sul resto avete tendenzialmente ragione, sono aspetti su cui avrei potuto lavorare meglio (comunque l'incontro nella mia testa si svolge dopo un evento sportivo non meglio specificato nella città dove Fabio vive ed Enrico è cresciuto, anche se non nel loro quartiere di periferia).

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eleonora.rossetti
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#7 » venerdì 21 ottobre 2016, 20:36

Ciao Viviana,
a differenza degli altri, non ho avuto alcun disturbo a inquadrare la scena del campione e del ragazzo che ne fa il suo idolo. Un po' meno chiara, tuttavia, l'aderenza al tema. Mi sarei aspettata che dopo quel messaggio d'incoraggiamento dato al ragazzo, la situazione del campione fosse stata tratteggiata in maniera più cupa, mentre comunque il messaggio che ne esce è tutto sommato positivo. Non so, magari mi è sfuggito un substrato d'interpretazione, e in tal caso mea culpa...
Alla prossima!
Uccidi scrivendo.

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jimjams
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#8 » venerdì 21 ottobre 2016, 22:52

OK, il tema ci sta, la prima parte del racconto è davvero piacevole da leggere e conquista. La seconda parte invece appare un pochino forzata e mi lascia in testa una domanda: ma aiutarlo direttamente il ragazzino? Ecco forse al termine di quella riflessione la mia spinta ottimistica avrebbe optato per un Enrico che infine decideva di andarlo a cercare quel ragazzino, e salvarlo. Una scelta non molto diversa insomma, ma nella mia testa più umana. O forse più utopistica, chissà, io sono un inguaribile ottimista, come ho detto. Buon racconto comunque, originale.

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invernomuto
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#9 » lunedì 24 ottobre 2016, 3:27

Ciao Viviana!
La prima parte del tuo racconto mi è piaciuta molto e tratteggia bene l'ammirazione del ragazzo per il suo idolo.
Nonostante la seconda parte sia stilisticamente altrettanto valida, mi sembra che strida un pochino con l'interpretazione del tema (e qui, naturalmente, si tratta di opinioni personali): insomma, il "sogno" è quello di Fabio, mentre la "tenebra" quella di Enrico; avrei trovato più lineare e stringente se sogno e tenebra fossero toccati allo stesso personaggio, dopotutto Fabio continua a sognare, mentre Enrico vive la sua tenebra.
In ogni caso si tratta di una bella prova, a rileggerci!

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raffaele.marra
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#10 » lunedì 24 ottobre 2016, 23:41

L'interpretazione che dai al tema è certamente originale, nonostante tu introduca un problema assolutamente attuale e diffuso. Il sogno di rivalsa, di riscatto sociale che si scontra con una realtà buia nonostante la notorietà è una cruda verità e tu la racconti senza orpelli e senza sotterfugi. La concretezza del tuo racconto è sottolineata dalla essenzialità dello stile, dei dialoghi e dei personaggi, oltre che dei sentimenti autentici e verosimili che dipingi con buona padronanza. Forse proprio questa concretezza essenziale, a ben vedere, è ciò che rende meno "aulico" e "poetico" il tuo testo, penalizzandone un tantino la qualità e la piacevolezza nel leggerlo. In definitiva, però, confermo che si tratta decisamente di una buona prova.

Evandro
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#11 » mercoledì 26 ottobre 2016, 14:33

Ciao Viviana, ho un problema con la narrazione al presente: non mi piace. Scrivi bene, avendo notato un solo errore, ma il tuo stile è piuttosto asciutto, non trasmetti emozione, almeno in questo caso, e sempre secondo il mio modesto parere. Superando ciò, il tuo racconto suddiviso in due parti è bello: lancia un messaggio positivo, nella prima parte, e trova il rovescio della medaglia, nella seconda. Un eterno equilibrio presente in ogni cosa. Per quanto riguarda il tema, secondo me, è solo sfiorato: la tenebra invece di essere rappresentata da un pensiero rivolto al passato, avrebbe potuto svilupparsi in un reale problema dovuto al suo successo nello sport. Che so, l'aver guadagnato un sacco di soldi ed essere circondato da gente di malaffare che lo portano alla perdizione. Ciao, alla prossima!

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Andreacrux
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#12 » giovedì 27 ottobre 2016, 23:26

Ciao Viviana!
Interessante la tematica, la voglia di farcela nonostante tutto, la capacità con la forza di superare le barriere sociali e geografiche e di arrivare lontano. In questo il sogno è ben espresso, è quello di Fabio che inizia a sognare probabilmente dopo aver sentito le parole del suo idolo che lo "riscaldano", ma è anche il sogno che ha avuto Enrico e che in parte è riuscito a realizzare diventando campione. La tenebra se ho capito bene è rappresentata dai fantasmi che Enrico si porta dentro e che nonostante la realizzazione del sogno sono sempre lì, di notte, e lo riportano ai momenti tristi della sua vita. Racconto molto delicato, forse un po' forzata la parte tenebrosa del racconto: "Enrico si augura con tutto se stesso che almeno lui riesca un giorno ad andare via per davvero". Questo vuol dire che lui, il campione, in fondo il suo sogno non l'ha mai realizzato? Non è mai riuscito a scappare davvero?
Alla prossima, hai sicuramente tante emozioni da raccontare

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antico
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Re: Andare via - di Viviana Tenga

Messaggio#13 » martedì 1 novembre 2016, 18:16

Parto dal tema: per me c'è, hai proprio costruito tutto su di lui. Semmai, il problema è che rimnani invischiata nella tua stessa struttura e manca il respiro necessario per tratteggiare la sconfitta di Enrico, pertanto quello che arriva al lettore è esattamente quello che gli racconti, ma così facendo lo informi senza convincerlo, il classico "show don't tell". Come intervenire? Mi rifaccio al mio solito consiglio: in questo caso evita di spezzare e tienici dentro la seconda parte. Fai riflettere Enrico sull'incontro, facci entrare nelle sue emozioni facendocele percepire. Credo che valga la pena revisionarlo sotto quell'ottica. Al momento direi un pollice ni che vorrebbe tanto puntare in su.

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