L'eterna danza - Manuel Piredda

Lunedì 17 ottobre 2016 ore 21.00
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invernomuto
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L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#1 » lunedì 17 ottobre 2016, 23:47

La sagoma dello sciamano si stagliava sulla scogliera illuminata dalla luna piena, ancora bassa sull'orizzonte; dietro di lui la sua ombra, fedele compagna di una vita, si allungava fino a perdersi nel fitto della foresta.
Il giovane rimase immobile per qualche minuto, intento ad ascoltare lo sciabordare delle onde contro il granito decine di metri sotto di lui: il mare sembrava triste quella notte e il riflesso della luna danzava senza pace sulla superficie increspata.
Spostò con movimenti solenni il gonnellino di giunchi che gli copriva la vita e sganciò dalla cintura un piccolo sacchetto di pelle, lo strinse al petto mentre si inginocchiava sulla nuda roccia come aveva visto fare a suo padre e suo nonno prima di lui.
Vne versò il contenuto sul palmo della mano, cinque semini verdi avvolti in una pasta smeraldina di foglie impastate; invocò la protezione degli antenati e li mise in bocca uno dopo l'altro, sforzandosi di contrastare i conati di vomito.
La luna si arrampicò fino all'apice della volta celeste prima che lo spirito si facesse avanti: l'ombra alle sue spalle si era fatta sempre più minuta fino a scomparire e materializzarglisi accanto; si abbracciarono per qualche istante prima che la sagoma nera gli posasse una mano sulle palpebre, chiudendole.
Dove si aspettava di trovare il buio, vide una luce pulsante e paglierina, circondata di figure che vi danzavano attorno come ballerini durante la festa del fuoco. Fluttuò verso il bagliore, che irradiava un senso di appartenenza e protezione, il ballo selvaggio delle sagome cessò d'improvviso e i suoi ospiti si voltarono verso di lui: riconobbe suo padre, pochi giorni prima era sul letto di morte, consumato dalla malattia, mentre ora sembrava ringiovanito di dieci anni, con spalle forti come quelle di un toro e gambe solide come tronchi.
Gli uomini parlarono all'unisono, il coro gli risuonò nel petto.
«L'anima della tua terra ti aspetta, presto ballerai con noi.»
Era una sentenza di morte, ma il suo cuore era in pace, estasiato dalla luce melliflua.
«Le tue rocce, la tua foresta e tutte le creature che la abitano saranno al tuo fianco, rendici fieri di te.»
Aprì gli occhi di scatto, lo scrosciare delle onde si era fatto più violento e un vento gelido agitava le foglie della grande foresta, persino le civette si erano messe a cantare.
Dal profilo della costa sbucò una prora rostrata, la nave degli invasori avanzò veloce ma silenziosa, sospinta da quel vento di sventura.
Il giovane capì e scattò in piedi, si spogliò posando il gonnello di giunchi sulla pietra più alta della scogliera, poi cominciò a sfregare due bastoni sino a generare il fuoco.
Pochi istanti dopo, una linea di fuochi di segnalazione tagliava la foresta fino all'entroterra: ogni villaggio avrebbe saputo dell'attacco, ogni guerriero sarebbe stato pronto a difendere quelle rocce antiche.
La sagoma dello sciamano si stagliava sulla scogliera, ballava intorno al fuoco con un ghigno beffardo, sapeva bene che presto avrebbe danzato con suo padre.



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antico
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#2 » lunedì 17 ottobre 2016, 23:53

Ciao Manuel! Tutto ok con i parametri, divertiti in questa Atzori Edition e in quanto sardo goditela ancora di più! :)

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Callagan
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#3 » mercoledì 19 ottobre 2016, 13:07

Ciao Manuel. Hai dato una buona interpretazione del tema, con una storia semplice ma ben scritta. Forse mi è mancato lo sguardo introspettivo e il testo è tutto molto chiaro, anche nella sua parte onirica che non lascia spazio a dubbi e interpretazioni. Ma questa è sia una questione di gusti da lettore, che una questione di stile da scrittore. Penso che il tuo sia un lavoro discreto che, però, non mi ha lasciato completamente soddisfatto a causa di una mancanza di pathos.

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ceranu
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#4 » giovedì 20 ottobre 2016, 0:17

Ciao Manuel, il tuo racconto è scritto bene, ma non ho afferrato l'ambientazione. Mentre leggevo cercavo di orientarmi, ma ho trovato dei segnali forvianti. All'inizio credevo fossimo in centro america, forse per via della foresta. Poi però arriva il gonnellino di giunchi e mi porta nell'oceano pacifico, alla fine c'è il richiamo al toro, e lì mi sono perso di nuovo. Potrei pensare a un'ambientazione fantasy, ma mancano gli elementi fantastici (quelli che hai inserito si possono trovare in qualsiasi civiltà tribale). Quindi chiedo a te, dov'è ambientato?
Nel complesso è un buon lavoro, ma ho l'impressione che sia incompleto.
Ciao e alla prossima!

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invernomuto
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#5 » giovedì 20 ottobre 2016, 1:48

Ciao Filippo e Francesco,
per prima cosa grazie a entrambi per i vostri commenti.
Per quanto riguarda il commento di Filippo lo trovo condivisibile, le sensazioni suscitate "a pelle" da un racconto sono insindacabili e se non sono riuscito a trascinarti dentro la storia non posso che prenderne atto e, possibilmente, cercare di far meglio la prossima volta.

Francesco, hai sollevato un punto importante su cui ho lavorato attivamente. Nella "prima stesura" il racconto era ambientato in Sardegna, lo sciamano era un protosardo coperto di pelli di pecora, i semi erano indicati con il nome locale della pianta Datura Stramonium (ischizza-babbau, in sardo) realmente usata nei rituali magici e sciamanici dei tempi andati, la prora rostrata apparteneva a un'imbarcazione nordafricana.
A rileggerlo, però, mi son reso conto che sarebbe stato un po' paraculo ambientare la storia in Sardegna, e che con poche modifiche avrei potuto richiamare un archetipo piuttosto che un'ambientazione reale. Ecco perché ho rimosso ogni indicatore effettivo di luogo e data, volevo che lo sciamano fosse uno qualsiasi dei selvaggi che hanno combattuto per le proprie terre nella storia dell'uomo; che il messaggio sia riuscito a "filtrare", però, è un altro paio di maniche.

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Jacopo Berti
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#6 » giovedì 20 ottobre 2016, 13:33

Ciao Manuel,
sicuramente un bel racconto che centra il tema in maniera semplice ma efficace. Condivido le osservazioni di chi ti ha detto che il sogno poteva essere un po' più onirico e focalizzato sulla vaghezza che inevitabilmente dovrebbe percepire il protagonista, per quanto sciamano. Insomma, avresti potuto curare di più la forma di quella parte, introducendo alcuni elementi del flusso di coscienza: la soppressione dei connettivi logici o l'aumento della paratassi, il cumulo di sostantivi, la rimozione del verbo essere eccetera. Perché come immagini, ovvero come contenuto, sei riuscito a far bene.
Condivido l'appunto sul toro, che mi stona se incrociato col gonnellino di giunchi, perché pure io ho pensato ad un ambientazione insulare.
Si vede che cerchi soluzioni (tipo similitudini, metafore, ampliamenti di vario tipo) per rendere il testo più interessante. A volte ci riesci ("La luna si arrampicò fino all'apice della volta celeste prima che lo spirito si facesse avanti" - anche se nella stessa frase c'è un terribile 'materializzandoglisi', che secondo me, in generale, non dovrebbe stare in narrativa); altre volte le soluzioni sono un po' stanche, tipo "la sua ombra, fedele compagna di una vita", che mi sa proprio di grande classico abusato.

Ad ogni modo, un racconto buono. Nel suo equilibrio, il migliore fra i quattro letti fino ad ora.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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Andrea Partiti
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#7 » giovedì 20 ottobre 2016, 16:16

A rileggerlo, però, mi son reso conto che sarebbe stato un po' paraculo ambientare la storia in Sardegna, e che con poche modifiche avrei potuto richiamare un archetipo piuttosto che un'ambientazione reale.


Però, tra tutti, visto che sei sardo, avresti avuto ogni diritto di ambientare il tuo racconto nei luoghi che conosci! :)
(Sono un po' di parte, perché, dopo aver visto le foto delle maschere per i potenziali gruppi, ho passato mezza giornata a leggere di tradizioni e leggende sarde ed ero quasi entrato in modalità rinoceronte dove ogni idea che mi viene in mente riguarda quel che mi ha occupato la mente fino a poco prima...)

Per me il momento di grande dubbio, dopo essere stato completamente convinto che fossero conquistadores in arrivo su qualche costa in sud america, sono state le navi rostrate, che non tornavano proprio per nulla con l'immagine che mi ero creato e poi i fuochi di segnalazione.

Visti anche gli altri commenti, sembra che sia sentito il bisogno di un contesto preciso, perché lasciar fare al lettore pare dannoso per il racconto che, per il resto, mi pare ottimo e ben scritto. La pesantezza del lessico e una sorta di lentezza generale mi sembrano adatte e funzionale al tipo di storia che racconti, a creare un senso di oppressione.

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Adry666
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#8 » giovedì 20 ottobre 2016, 17:12

Ciao Manuel.

tema centrato. Forse io l’avrei intitolato “l’ultima danza” ma è una mia opinione.

Il tuo racconto è scritto bene e fila liscio fino alla fine. Tuttavia non sono riuscito a immedesimarmi e quindi a provare qualcosa per il protagonista e la su gente.
Occhio al refuso: ”…Vne versò il contenuto sul palmo della mano…”
Questa frase la potevi scrivere diversamente:
“…La luna si arrampicò fino all'apice della volta celeste prima che lo spirito si facesse avanti: l'ombra alle sue spalle si era fatta sempre più minuta fino a scomparire e materializzarglisi accanto; si abbracciarono per qualche istante prima che la sagoma nera gli posasse una mano sulle palpebre, chiudendole…”
Tipo:
“La luna si arrampicò fino all'apice della volta celeste prima che lo spirito si facesse avanti: l'ombra si era fatta sempre più minuta fino a scomparire; si abbracciarono per qualche istante, poi la sagoma nera gli posò una mano sulle palpebre, chiudendole.

Nel complesso buona prova.

Ciao
Adriano

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beppe.roncari
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#9 » venerdì 21 ottobre 2016, 19:38

Ciao Manuel,
A me non ha dato eccessivamente fastidio l'elemento indeterminato dell'ambientazione, anche se poteva essere giocata meglio. Mi ero convinto che fosse uno sciamano pitto nell'antica Scozia o su di là e che le navi rostrate fossero romane o puniche o giù di lì, ma non credo che sia questo il punto.
Il punto, per me, è che la dimensione onirica del racconto è abbastanza inutile allo svolgersi della trama. Lo sciamano non si accorge dell'attacco perché è uno sciamano e ha un sogno premonitore, ma solo perché si trova nel punto giusto al momento giusto, sulla scogliera. Ai fini della trama l'elemento sciamano e sogno sono superflui e quindi poco forti.
Peccato, perché erano la parte più interessante e meglio trattata dal punto di vista stilistico e delle immagini.
Immagino che il padre gli dica che presto danzerà con loro perché rimane indietro a danzare attorno al fuoco di segnalazione ma... non poteva semplicemente accenderlo e poi correre a uno dei villaggi e combattere con gli altri guerrieri? Non è un sacrificio proprio proprio necessario e inevitabile, dai.
Alla prossima, ciao!

Fernando Nappo
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#10 » domenica 23 ottobre 2016, 14:27

Ciao Manuel,
per quanto mi riguarda, m'ero immaginato uno sciamano degli indiani d'america, un pellerossa; non chiedermi perché. Forse le troppe letture di Zagor in gioventù, o qualche Tex. Di conseguenza il gonnellino di giunchi e più ancora la nave col rostro mi hanno mandato in confusione, e non sono riuscito a stabilire l'ambientazione della tua storia. Il racconto peraltro rispetta pienamente il tema e la tragedia che si prospetta è tremendamente reale. In generale mi è piaciuto, lo trovo ben scritto , scorrevole, basato su un'idea semplice ma, a mio avviso, potente come quella dello sterminio delle popolazioni native, anche se le difficoltà a stabilire la corretta ambientazione (se storica o di fantasia) lo indeboliscono un po'.

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invernomuto
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#11 » lunedì 24 ottobre 2016, 17:25

Ciao a tutti, grazie per i commenti!
A quanto pare l'ambientazione americana (del sud o pellerossa) è quella maggiormente richiamata alla mente; se da una parte mi pento di aver rimosso gli indicatori di località, dall'altra trovo decisamente curioso come ognuno riesca a evocare civiltà differenti in cui posizionare lo sciamano (salvo poi incappare in stridenti dissonanze cognitive una volta che appare la nave rostrata, avrei dovuto semplicemente parlare di nave nemica).

Per quanto riguarda le critiche mosse da Beppe, le trovo condivisibili. Il sogno non è direttamente responsabile dell'avvistamento della nave nemica, ma solo della profezia di morte; il messaggio del padre/spirito della terra è che presto danzerà con i morti perché non c'è modo di vincere la battaglia, per cui presto sarà morto anche lui.
La mia decisione di far danzare lo sciamano intorno al fuoco mentre la nave gli passava di fronte, piuttosto che unirsi ai combattimenti, è ispirata a un avvenimento storico che mi piace molto: il Massacro di Menai, quando i romani incontrarono una serie di druidi che, piuttosto che combattere, agitavano torce e lanciavano maledizioni, un evento che ha molto spaventato i superstiziosi romani.

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Flavia Imperi
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#12 » lunedì 24 ottobre 2016, 20:09

Ciao Manuel!
Personalmente adoro le storie che riguardano ambientazioni tribali e ti dirò, lo strano miscuglio di elementi che ha disorientato altri, a me non ha dato particolarmente fastidio. L’ho immaginato come un “nativo X”.
Sono molto belle le descrizioni del rituale e delle visioni, tuttavia la trama in sé e per sé è un po’ carente e non lascia il segno. Per esempio c’è un popolo invasore. La mia prima domanda è stata “è quindi lo sapevano già? Non c’è lo stupore per un qualcosa di nuovo e mai visto prima come una nave (ma anzi, nonostante siamo nel pdv del protagonista sciamano, è descritta in modo tecnico come se lui la conoscesse molto bene). E se già sapeva della loro esistenza, invece, non gli richiama nessun ricordo, nessun vissuto, informazioni sentite dire su questi invasori?
Ho riscontato poi una serie di errori, te li segnalo:
“Il giovane” - se siamo nel pdv del protagonista, è un errore passare così al narratore esterno.
Queste frasi vogliono la virgola:
contro il granito, decine di metri
sulla nuda roccia, come aveva visto
della volta celeste, prima che
più minuta, fino a scomparire
attorno, come ballerini
circondata di figure
Poi, più che il termine “ballerini”, che evoca un altro tipo di immaginario, userei non so, “guerrieri danzanti” o simili. “Ballerino” come parola fa venire in mente un altro tipo di civiltà.
Fluttuò verso il bagliore - chi? Si è perso un po’ il soggetto, dato che poco prima era la luce.
“persino le civette si erano messe a cantare” - che le civette cantino di notte non è una cosa rara. Avrei aggiunto qualche particolare straordinario per rendere meglio questo effetto.

Nel complesso è un racconto suggestivo e poetico, ma imperfetto.
Siamo storie di storie

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invernomuto
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#13 » lunedì 24 ottobre 2016, 21:20

Ciao Flavia!
Sì, l'idea è quella che il popolo invasore sia già noto agli indigeni e abbia già compiuto attacchi e razzie lungo la costa (in origine era una nave nordafricana parte di una delle frequenti scorribande nell'isola), l'idea era che l'apparizione di quella prora fosse sufficiente ad anticipare la "tenebra" che avrebbe seguito il sogno, ovvero un attacco particolarmente intenso a cui lo sciamano non sopravviverà, come gli viene anticipato nel sogno.

Riguardo gli errori: ho aperto il racconto con un narratore extradiegetico onnisciente ("la sagoma dello sciamano...") che mantiene la sua coerenza quando invece che ripetere "lo sciamano" lo chiama "il giovane"; non credo di aver mai voluto imprimere il punto di vista dello sciamano.
Riguardo il consiglio di creare più incisi, ne terrò conto nel caso il racconto finisca nel Laboratorio!
A presto!

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angelo.frascella
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#14 » lunedì 24 ottobre 2016, 23:11

Ciao Manuel.

Racconto, il tuo, scritto linguisticamente in maniera ineccepibile, scorrevole nonostante i dettagli (per quanto, secondo i miei gusti, eccessivamente descrittivo). C’è però un problema legato secondo me a due elementi: il conflitto viene presentato troppo in ritardo e il narratore esterno (che non è un errore in sé, ma in questo contesto, accentua il distacco e la mancanza di coinvolgimento). Ne risulta, perciò, una sequenza di avvenimenti che hanno poco interesse emotivo e persino un elemento forte come al comparsa del fantasma del padre perso pochi giorni prima dal protagonista, risulta annacquata.

A rileggerci
Angelo

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Vastatio
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#15 » martedì 25 ottobre 2016, 14:33

Ciao,
partendo dal presupposto che di sciamanico conosco solo quello che ci hanno mostrato in TV, il tuo racconto non si discosta da questo "cliché" (che poi magari corrisponde anche alla realtà?). Quello che ho trovato un po' artificioso è la calma/misticismo che, come cliché richiede, pervade un po' tutto il testo. Non c'è timore, paura (stanno arrivando gli invasori da combattere), eccitazione. Trovo tutto un po' piatto nel suo tentativo di essere stucchevole.
"Il mare sembrava triste" perchè, da cosa ne deriva questa sensazione?
Ho trovato anche un po' troppe ripetizioni (ballo/ballerini) che, specie in un contesto onirico potevano essere rielaborate (ma si sà , non è che MC permetta chissà che rielaborazioni e revisioni, anzi, i tagli spesso distruggono frasi e periodi che prima invece reggevano).
Tema ok.

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alessandra.corra
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#16 » mercoledì 26 ottobre 2016, 19:01

Ciao Manuel,

il tuo racconto ha un buon inizio. Molto bella e suggestiva l'atmosfera creata nelle prime righe. Interessante come hai descritto la sagoma dello sciamano che si staglia nella scogliera illuminata dalla luce della luna. Sul tema, nulla da dire, è centrato. Però ho fatto un pò fatica a seguire la storia fino al suo epilogo; o meglio, non sono riuscita a calarmi dentro la vicenda, a emozionarmi, tutto mi è sembrato leggermente impersonale, poco avvincente. Ma forse è un problema mio. Sorry.

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AmbraStancampiano
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#17 » giovedì 27 ottobre 2016, 22:42

Ciao Manuel,
mi dispiace molto di essere così in riardo coi commenti, temo di non poter più dire niente di utile.
Personalmente ho apprezzato molto il tuo racconto, anche se lo trovo un po' troppo visivo. Le immagini che crei hanno un certo spessore e lo stile e il ritmo narrativo sono perfetti, ma ti confesso che mi sarebbe piaciuto sentire il sapore dei semi invece di vedermelo raccontato, e magari le urla dei nemici e il rumore dei tam tam, o qualche scintilla di fuoco sulla pelle, l'odore della brace o quello salmastro della spiaggia. Forse a questo modo il problema di coinvolgimento che molti hanno avuto non ci sarebbe stato.
Il racconto fila, il tema c'è, personalmente non mi sono sentita disturbata dall'ambientazione incerta, anzi. Non bisogna necessariamente essere precisi al millimetro, la fantasia non riguarda solo le trame ;)
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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antico
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Re: L'eterna danza - Manuel Piredda

Messaggio#18 » mercoledì 2 novembre 2016, 17:17

Punto il dito verso un problema che ho percepito e che non mi sembra sia stato ancora sollevato: cosa ci faceva, lui, in quel luogo proprio in quel momento? La lettura, pur decisamente gradevole, mi ha lasciato un retrogusto di dubbio e alla fine mi sono concentrato sul perché, perché tutto questo? Sono contro i deus ex machina e il fatto che cui, in certa parte, si manifesti, beh, è il motivo per non posso dare una valutazione alta al racconto. In più, il tema non mi sembra richiamato perfettamente in quanto non percepisco tenebra al termine del suo percorso, ma un padre amorevole che lo attende di fronte a un fuoco confortevole. Pollice ni che vorrebbe puntare verso l'alto, pertanto.

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