Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Lunedì 17 ottobre 2016 ore 21.00
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antico
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Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » martedì 18 ottobre 2016, 1:59

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BENVENUTI ALLA ATZORI EDITION, LA SECONDA DELLA QUINTA ERA DI MINUTI CONTATI!

Questo è il gruppo SHARDAN della ATZORI EDITION con Andrea Atzori nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo SHARDAN dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo JANAS.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo MAMUTHONES.


I primi QUATTRO racconti di questo raggruppamento avranno diritto alla pubblicazione immediata sul sito ed entreranno tra i finalisti che verranno valutati da ANDREA ATZORI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro già in possesso di punti Rank d'Era (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via regolandomi con gli orari di consegna in caso di autori a pari punti), coloro che ancora non hanno punti rank d'Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo SHARDAN:

Non sono più il tuo sogno, di Eleonora Rossetti, ore 22.15, 2839 caratteri
Storia di ordinaria alternanza veglia-sonno, di Marco Roncaccia, ore 22.54, 2988 caratteri
L’eterna danza, di Manuel Piredda, ore 23.47, 3000 caratteri
Ice kiss, di Nicola Gambadoro, ore 23.13, 2985 caratteri
Coprifuoco, di Raffaele Marra, ore 23.23, 2992 caratteri
Sol Invictus, di Anna-Maria Galluzzi, ore 22.32, 2259 caratteri
Dormire, forse sognare, di Mario Pacchiarotti, ore 23.37, 2993 caratteri
Ilapa, di Chiara Rufino, ore 23.42, 2801 caratteri
Il mondo dipinto di sangue, di Evandro Straccini, ore 23.58, 2972 caratteri
La seduta del venerdì, di Marin, ore 00.17, 2807 caratteri
L’eco degli applausi, di Andrea Crucitti, ore 00.50, 3000 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 27 ottobre per commentare i racconti del gruppo JANAS. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 28 ottobre, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare gli UNDICI racconti del JANAS e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete TRENTADUE (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo JANAS.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA QUINTA ERA E BUONA ATZORI EDITION A TUTTI!















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Callagan
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Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » giovedì 20 ottobre 2016, 21:12

1. L'eterna danza - Manuel Piredda

Ciao Manuel. Hai dato una buona interpretazione del tema, con una storia semplice ma ben scritta. Forse mi è mancato lo sguardo introspettivo e il testo è tutto molto chiaro, anche nella sua parte onirica che non lascia spazio a dubbi e interpretazioni. Ma questa è sia una questione di gusti da lettore, che una questione di stile da scrittore. Penso che il tuo sia un lavoro discreto che, però, non mi ha lasciato completamente soddisfatto a causa di una mancanza di pathos.

2. COPRI-FUOCO - Raffaele Marra

Ciao, Raffaele. Il tuo racconto mi è piaciuto anche se, a parer mio, devi apportare alcune correzioni. Innanzitutto la ripetizione di "ella" è davvero ridondante, stona, mentre un semplice "lei" renderebbe più chiara e pulita la prosa e sarebbe in maggiore sintonia con la stessa. Quando scrivi "Nessuno poteva immaginare che qualcuno continuasse imperterrito a rifugiarsi come un topo in quella che un tempo era stata una gloriosa città." stai ingannando il lettore, dal momento che evidentemente qualcuno se lo immaginava. Trovo inoltre inverosimile che il protagonista non fosse uscito altre volte, la notte, per strada per procacciarsi da che vivere. Inverosimile è anche il fatto che sia stato ingannato da un quadro, dal momento che non dà segni di instabilità psichica (giustificati dalla fame, ad esempio, ma questo non traspare dalle tue righe). Sarebbe stato più verosimile qualcosa come un manichino mosso dal vento, tanto per far un esempio.
Per il resto, comunque e come già detto, la storia mi piace.

3. Dormire, forse sognare - Mario Pacchiarotti

Ciao, Mario. Il tuo racconto è buono fino a un certo punto. Devi semplicemente aggiustare il tiro. La cosa che mi ha disturbato di più è stata vedere la solita immagine della morte palesarsi nel finale. Non era affatto necessaria! Avevi preparato bene tutto il racconto, in un escalation di tensione che non poteva che finire in quel modo. Bastano poche battute, pochi accenni, per far comprendere al lettore che il protagonista non si sveglierà mai più, caduto nelle braccia della morte che ha già delle bellissime fattezze. Non è l'orrore del suo aspetto l'importante, ma il terrore che comporta abbandonarsi a lei.

4. Non sono più il tuo sogno - Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora. Ho letto il tuo racconto più volte per capire cosa non andasse. Non perché fossi alla ricerca di qualche pelo nell'uovo, per carità, ma per capire cosa mi avesse fatto storcere il naso alla prima lettura. Dimostri padronanza nella scrittura e la voce narrante ne esce viva e credibile. Quello che non mi piace sta nella trama in sé e in come il racconto è composto. Tutto molto standard, mentre trovo la storia stereotipata. Bambino monello nell'infanzia, canne nella pre-adolescenza, cosa che lo porta alle droghe pesanti, allo spaccio, al furto, all'assassinio. Ho imparato che le cose non sono mai così lineari, così semplici e il racconto è, da questo punto di vista, ingenuo. Capisco che tutto questo è funzionale a mettere in risalto la critica a una persona disposta a giustificare l'impossibile per il proprio caro, ma non mi convince.

5. Storia di ordinaria alternanza veglia - sogno - Marco Roncaccia

Ciao, Marco. Anche io ho trovato l'incipit un poco ridondante, qualche ripetizione eliminata qua e la lo renderebbe più scorrevole. Il corpo del testo è un pochino caotico, costringe il lettore nella confusione del protagonista, cosa interessante ma che da lettore mi ha disturbato (non so se fosse un escamotage voluto il tuo). Mi dispiace per il finale perché, nonostante le intenzioni che dichiari nei commenti sopra, sembra davvero che si concluda con "ma era tutto un sogno" che va a demolire tutto il racconto. Se avessi visto realizzato il tuo intento, del tipo "ma allora, il sogno qual è?", avrei apprezzato tanto questo pezzo.

6. La seduta del venerdì - Marin

Ciao e benvenuta, Marin.
Una cosa che mi ha dato noia del tuo racconto è stato lo scarso bilanciamento tra le parti, che non mi pare giustificato da un escamotage narrativo, ma sembra, piuttosto, casuale. Esempio di escamotage: sedute sempre più corte fino a ridursi a due battute di dialogo che scemano nella tenebra.
Nel racconto mi è sembrata poco credibile la figura del dottore. Le risposte che da lui, corredate da perplessità ed espressioni di circostanza, le posso dare io a una persona che mi racconta un suo sogno, e io non sono pagato per ascoltare le persone, io non sono un dottore.
Non mi ha convinto nemmeno l'ultima parte. Troppe parole, troppe descrizioni chiare, troppe sensazioni tangibili per essere nel regno dei morti. Tanto che il messaggio non arriva immediato.
Insomma non ho un'opinione totalmente negativa del tuo racconto, penso che se applichi qualche intervento qua e là puoi trasformarlo in qualcosa di veramente buono.

7. Ilapa - Chiara Rufino

Ciao, Chiara. Il tuo racconto non mi ha convinto. Al di là dell'abuso delle virgole, che talvolta sono usate in modo errato, non mi è piaciuto il modo in cui hai narrato la storia. Molto di detto, poco di visto. Prendo ad esempio la scena finale, quando dici chiaro e tondo che “tirò fuori il coltello per iniziare il sacrificio rituale.” Che è un sacrificio rituale il lettore dovrebbe capirlo dalla circostanza, da quello che gli fai vedere... era tra l'altro già chiaro che sarebbe andata a finire così, quindi è stato del tutto inutile ribadirlo esplicitamente.
Ancora molto debole la frase finale, quando (se è giusta l'interpretazione che ne ho dato) ha molto potenziale. Non è chiaro se intendessi dire che i suoi genitori fossero lì ad assistere al rituale. La frase che hai scritto è molto generica, eviterei di dire “famiglia”, chi è questa famiglia? Vorrei vedere volti, espressioni, emozioni. Questo manca al tuo racconto.

8. Sol Invictus - Anna Maria Galluzzi

Ciao, Anna Maria. Penso che tu non abbia centrato a pieno il tema "oltre il sogno, la tenebra", piuttosto sembra l'interpretazione di un "oltre il sonno, la tenebra". Il racconto si legge in modo scorrevole, ho trovato lo stile delicato e (anche per quanto riguarda la trama) funzionale a un pubblico di adolescenti e giovani ragazzi. Ma è la stessa trama a lasciarmi perplesso: perché Chalys si trova in quel bosco, perché porta con sé la polvere gialla nella foglia di tiglio? Voleva forse giustificarsi davanti agli dei? Eppure appare sorpreso quando è proprio una dea a palesarsi a lui. Strana inoltre la reazione della dea, che sembra giustificare il comportamento di Chalys che invece io trovo (per gli occhi di una divinità) ingiustificabile. Il tuo scritto risulta essere una scena tratta da qualcosa di più ampio piuttosto che un racconto chiuso in sé.
Non so se questa sia la tua prima partecipazione a MC, in tal caso ti faccio un bell'incoraggiamento perché i presupposti per far bene li hai.

9. Ice Kiss - Nicola Gambadoro

Ciao, Nicola. Per come è scritto e come è impostato, il finale del tuo racconto non mi convince. Ti invito da un lato a seguire i consigli di Timetrapoler e, dall'altro, a eliminare questa frase "Solo che non era domenica mattina, era l’anno 3721 dopo Cristo." che funziona solo come infodump superflua dal momento che il lettore comprende già dalle vicende narrate che il protagonista è sparato avanti nel futuro. Trovo invece centrato il tema del contest. A mio parere, il tuo può diventare un buon racconto se vai a intervenire sul finale.

10. L'eco degli applausi - Andreacrux

Ciao, Andrea. Come Francesco, anche io penso che se parti per riassumere in due righe l'intera vita del personaggio hai già perso in partenza. Da un lato perché sei costretto a raccontare tutto e a mostrarci nulla, cosa che ha come risultato la mia indifferenza da lettore nei confronti del protagonista, del quale non condivido esperienze, non condivido emozioni, non condivido nulla. Devi considerare che in un racconto devi prendere un determinato momento della vita del protagonista che sia rappresentativo di tutta la sua esistenza, un condensato di emozioni, immagini, parole che in poche righe ci permettono di entrare e vedere il suo mondo. Pensa, in questo contesto, scrittore e lettore come artefici della stessa storia. Quello che lo scrittore non dice, il lettore lo completa. La lettura, d'altro canto, non deve essere un'attività passiva.

11. Il mondo dipinto di sangue - Evandro Straccini

Ciao, Evandro. Il difetto più grande del tuo racconto sta in quell'immenso infodump che spezza il testo in due. Lo spiegone che sta alla base del racconto lo dovevi evitare, andando a mostrarci immagini, azioni, facendoci ascoltare dialoghi che ci facessero capire quello che hai detto esplicitamente.
Inoltre, credo che qui il tema del contest sia un po' tirato per le orecchie. Dal momento che già il sogno della protagonista comprende la tenebra.

"Sotto i piedi sentiva il duro: un pavimento trasparente."
Questo periodo è scritto male, è brutto da leggere e non da immagini immediate, potenti, che possono giustificare due frasi così secche.

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Jacopo Berti
Messaggi: 441

Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » sabato 22 ottobre 2016, 10:26

A parte per il primo racconto, che mi è piaciuto molto (bravo Mario!) ho avuto abbastanza difficoltà a stilare la classifica, perché i racconti che ho definito "buoni" avevano pregi e difettucci molto diversi e quelli che non mi hanno convinto avevano dei problemi incomparabili tra loro.
Ad ogni modo, ecco la mia classifica corredata dai commenti.

1) Dormire, forse sognare, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario,
davvero un bel racconto: un'ottima scrittura per una bella idea.
La seduzione della morte, la tendenza ad andarvi incontro di proposito ma inconsapevolmente, in una strana ambiguità. Ho capito come sarebbe andata a finire e che la donna era la morte quando ha cominciato ad aumentare la dose di sonnifero. Ma non mi ha disturbato: da lì il racconto è volato verso il finale, che ho trovato appropriato.
La parte iniziale è indubbiamente più curata e in certe frasi riesci a dare il meglio di te:
"È di spalle e i suoi lunghi capelli corvini si bagnano disegnando ghirigori sulle spalle bianche. Ne seguo i capricci lungo la schiena perfetta fin giù, dove due fossette fanno da ambasciatrici alle rotondità invitanti dei glutei."

Al di là della dinamicità della descrizione, invidio un po' chi sa fare questi trucchi delle "mezze metafore" come le fossette che fanno da ambasciatrici.
Concordo con la perplessità di Ambra per l'accelerata che dai con quella frase, ma evidentemente dovevi rimanere nei 3000 caratteri.
Un racconto molto buono, secondo me.

2) Ilapa, di Chiara Rufino
Ciao Chiara,
il tuo racconto mi ha convinto quasi su tutto. Come hanno fatto notare altri, può essere migliorato, ma funziona già bene.
Il contesto e la conclusione, se si ha un'idea delle pratiche religiose delle civiltà precolombiane, si capisce sin da subito. Non credo che sia necessario alcun "effetto sorpresa", ma non mi pare neanche che tu abbia voluto ricorrervi.
Il tuo testo, secondo me, funziona così: il lettore sa sin dall'inizio, o comunque molto presto, come andrà a finire: per questo empatizza con Ilapa e la sua ingenuità e legge tutta la festa e le belle cerimonie con il pungolo emotivo del sacrificio imminente.
La salita al monte facilitata dalle foglie di coca è un punto forte del tuo racconto.
Due appunti:
Nell'ultima frase, non serve dire "il pugnale per il sacrificio rituale". Credo che non ci sia nessun lettore che a questo punto non abbia capito quel che sta accadendo. Penso sia meglio invece descrivere il pugnale come un bell'oggetto, dalle forme sinuose, splendente, istoriato di gemme. Continua fino all'ultimo la prospettiva ingenua della bambina che vede tutto come una bella festa.
Quanto alla frase finale, è vero che è ambigua. Non ho minimamente pensato che la sua famiglia fosse quella degli orfani e delle balie - come precisi nel commento - ma la sua famiglia di nascita, prima di diventare orfana.
Un racconto complessivamente buono o qualcosa di più.

3) L’eterna danza, di Manuel Piredda
Ciao Manuel,
sicuramente un bel racconto che centra il tema in maniera semplice ma efficace. Condivido le osservazioni di chi ti ha detto che il sogno poteva essere un po' più onirico e focalizzato sulla vaghezza che inevitabilmente dovrebbe percepire il protagonista, per quanto sciamano. Insomma, avresti potuto curare di più la forma di quella parte, introducendo alcuni elementi del flusso di coscienza: la soppressione dei connettivi logici o l'aumento della paratassi, il cumulo di sostantivi, la rimozione del verbo essere eccetera. Perché come immagini, ovvero come contenuto, sei riuscito a far bene.
Condivido l'appunto sul toro, che mi stona se incrociato col gonnellino di giunchi, perché pure io ho pensato ad un’ambientazione insulare.
Si vede che cerchi soluzioni (tipo similitudini, metafore, ampliamenti di vario tipo) per rendere il testo più interessante. A volte ci riesci ("La luna si arrampicò fino all'apice della volta celeste prima che lo spirito si facesse avanti" - anche se nella stessa frase c'è un terribile 'materializzandoglisi', che secondo me, in generale, non dovrebbe stare in narrativa); altre volte le soluzioni sono un po' stanche, tipo "la sua ombra, fedele compagna di una vita", che mi sa proprio di grande classico abusato.
Ad ogni modo, un racconto buono. Nel suo equilibrio, il migliore fra i quattro letti fino ad ora.

4) Ice kiss, di Nicola Gambadoro
Ciao Nicola, piacere di leggerti!
Il tuo mi sembra un bel racconto, ben scritto, interessante e opportunamente "spietato". Lo valuto complessivamente buono, e ora ti segnalo tre cose per cui non mi pare molto buono o ottimo:

- l'aderenza al tema non è proprio perfetta, secondo me. Sia "sogno" che "tenebra" potevano essere interpretati letteralmente o metaforicamente. La tua "tenebra" mi pare azzeccata come interpretazione metaforica: il male assoluto, la paura, il buio della morte. Quanto a "sogno" lo vedo un po' ambiguo, come se avessi voluto intercettare entrambe le interpretazioni e non ne avessi centrata in pieno nessuna: non è letterale perché il protagonista non sogna ma dorme senza sogni, tant'è che gli pare di svegliarsi subito dopo. Ma non lo vedo azzeccatissimo neanche come interpretazione metaforica: il protagonista non vive mai una condizione da sogno, la sua vita prima, nella malattia, e poi congelata non hanno niente del "sogno". E anche "sognare (desiderare) di guarire" non mi convince del tutto.

- quando, all'inizio, scrivi "il suo piccolo romanzo horror", ho pensato alla possibilità che fosse uno scrittore. Non conoscevo il termine "Glioblastoma", e ho pensato che fosse un bel titolo (inventato) per un vero romanzo. Dirai giustamente che sono io l'ignorante. Ma se avessi scritto "cartella medica" o qualcosa del genere anziché "fascicoletto" avresti evitato il problema.

- Il finale mi convince meno del resto. Quando parlo di finale non intendo, ovviamente, l'idea dell'aggressione mostruosa dopo lo scongelamento, che mi piace, ma proprio l'ultimissima parte: "Ma prima di morire Luka ebbe l’impressione di vedere uno stemma luminoso sulla enorme fronte di quell’essere… Il logo. Il logo della Ashal.srl.".
Secondo me questa parte non avrebbe dovuto concludere il racconto, ma giungere un po' prima. Il lettore viene giustamente interpellato da alcune domande: Perché ha lo stemma dell'Ashal? Sono alieni che si sono impossessati del pianeta e delle sue infrastrutture? Oppure c'è stata un'evoluzione dell'uomo che si è trasformato in queste creature (e mi ricorda moltissimo, in questo, la serie TV "Wayward Pines", di cui ho apprezzato la prima stagione). Ma il porre il dubbio alla fine interrompe l'escalation orrifica che ti era riuscita molto bene e porta il coinvolgimento altrove, ma solo per due righe.
Secondo me potrebbe essere migliorato molto in questo modo: scrivi che Luka, al risveglio, vede lo stemma dell'Arshal, magari su quello che crede essere un elmetto (ma che è la testa dell'essere) e questo lo rincuora perché sa che significa che può guarire. Poi metti in azione il mostro e chiudi con un elemento di sofferenza, uno di quelli che fa venire la pelle d'oca, del tipo "non sentiva niente mentre il tentacolo si infilava su per il naso, verso il cervello" o qualcosa del genere. In questo modo il racconto finisce sempre col pathos giusto e il lettore che si è probabilmente accorto dell'incongruenza si pone la domanda dopo essersi ripreso dal pahtos.

5) Storia di ordinaria alternanza veglia-sonno, di Marco Roncaccia
Ciao Marco,
capisco che il tuo racconto è aperto a più interpretazioni, ma per quella che è la mia esperienza personale a me è subito venuta in mente la ricorsività dei risvegli, che spesso sperimento. Ovvero: sogno di svegliarmi da un brutto sogno e mi trovo dinanzi a un mondo verosimile, fino a che tale mondo degenera e mi sveglio da quello che era un ulteriore sogno. E per analogia ho sempre il timore di vivere in un sogno più reale degli altri.
Trovo che il tuo racconto sia interessante e ben scritto - non che mi faccia piacere lo stile, ma lo trovo appropriato al contenuto - e che il tema sia opportunamente declinato. Credo che la "tenebra" sia il grado zero della realtà, quell'appiattimento alla minima capacità di movimento e di autentica percezione che troviamo in film come Matrix ma anche in quella che è forse la mia puntata preferita di x-files (6x21) e in tante narrazioni tra cui racconti e romanzi di Dick.
La scelta del 'tu' mi piace, ma renditi conto che è rischiosa. Se da un lato l'immedesimazione è più facile e di tipo più potente, dall'altro la sospensione dell'incredulità può cadere per un nonnulla. La mia credulità è stata messa in difficoltà dalle domande "Cosa cazzo ho fumato?" e "Quanto cazzo ho fumato"? Semplicemente non riesco a immedesimarmi, perché non ho mai sperimentato un risveglio o uno stato di coscienza così confuso da sostanze o da alcool, e questa esperienza non può diventare, per me, chiave interpretativa per un'altra esperienza. Il 'tu' mi richiede di farlo, ma io sono uno di quelli con le fisse, gli incubi e le ansie; uno di quelli per cui "il cervello è la droga più pesante".
Complessivamente, direi, un buon racconto.

6) Sol invictus, di Anna Maria Galluzzi
Benvenuta Anna Maria, piacere di leggerti.
Le mie osservazioni non si discostano molto da quelle degli altri: del tuo racconto mi piace soprattutto lo stile, che è semplice ma non banale. Sei una bravissima affabulatrice.
“Non fu il rumore, piuttosto un lieve riverbero sull’acqua a distrarlo: una lingua azzurra serpeggiava contro corrente come un nastro che gioca con il vento. Chalys la seguì con lo sguardo mentre si inabissava e poi tornava in superficie più vivida e luminosa”
In frasi come queste non sembrano esserci grandi idee e anche la metafora non è notevolissima. Però funziona benissimo, probabilmente per un ritmo interno. Brava!
Mi sono piaciuto anche alcune piccole trovate, come la foglia che sbadiglia: è una creatura magica? è stata animata dalla dea? è una bella metafora per dire che si dischiuse? Non so, ma mi piace in ogni caso.
E mi convince pure l'idea di far parlare la dea in corsivo: la voce di un dio, anche se fa vibrare l'aria, si sente interiormente, in maniera diversa dalla propria.
Secondo me c'è un unico problema, anche piuttosto importante e già segnalato. Non hai trovato una trama interessante e credibile. Forse volevi affrontare il tema di una dea punitiva e capricciosa, ma non mi pare che tu ci sia riuscita: manca qualche elemento ulteriore di caratterizzazione o forse non l'ho trovato.
Dopo la frase "Una foglia è troppo piccola per contenere una buona ragione." non vedo più una coerenza e un progetto in ciò che accade.
Penso sia un racconto un po' sopra il discreto.

7) Copri-fuoco, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele,
trovo che il racconto sia scritto bene, fatta eccezione per la ripetizione davvero importuna di "ella", come ti hanno già fatto notare. L'idea c'è, ma nutro anch'io qualche dubbio sulla verisimiglianza della situazione. Non mi dispiace l'idea che in quell'istante in cui il quadro viene illuminato non riconosca che si tratta di un quadro. Piuttosto trovo strano che non si stupisca di vederla sempre nella stessa posizione ed espressione, sera dopo sera. Se, come era la giusta tua intenzione, il protagonista è propenso ad essere ingannato, avresti dovuto dare qualche indizio in più. Noi crediamo fino alla fine che sia una persona ragionevole.
Mi convince solo in parte. Complessivamente trovo sia una prova discreta.

8) La seduta del venerdì, di Marin
Ciao e benvenuta :)
Hai avuto una buona idea sia nel contenuto che nella struttura scelta per metterlo in atto. Riesci a costruire una di quelle situazioni di ricorsività, di loop, che personalmente mi piacciono molto: la protagonista è gelosa e sogna che il marito vada con un'altra donna e lo racconta allo psicologo; ma sognante e sognata coincidono ed essendo lei "l'altra donna" è lei che viene ammazzata dal marito, probabilmente geloso della persona che non sa essere lo psicologo.
Anche la struttura, ovvero l'idea di riportare delle sedute dallo psicologo, funziona.
Manca un po' il controllo della scrittura, secondo me. Come ti hanno fatto notare altri, lo psicologo non è credibile: salvo alcune battute, sembra un confidente qualsiasi. Condivido le osservazioni di Ambra nel merito di alcune frasi.
E, nello scambio di battute finali, manca un po' di chiarezza. I due sono morti e sono in quella fase dopo la morte in cui non sanno ancora di esserlo? O stanno morendo?
Il racconto ha potenzialità ma l'impressione è che o tu non abbia effettivamente molta esperienza di scrittura o sia buttato un po' su.
Mi dispiace, ma complessivamente non mi convince, perché le buone idee che non trovano una realizzazione adeguata sono un vero peccato.

9) Il mondo dipinto di sangue, di Evandro Straccini
Ciao Evandro, attento che qui si stanno generando conflitti per nulla: quando Callagan scrive "Il mio è un invito a far attenzione non solo a quello che dici, ma a come lo dici." non si sta riferendo allo scambio di opinioni su questo thread, perché il tuo atteggiamento è correttissimo quanto il suo. Si sta semplicemente riferendo al racconto: alle parole parole che soggettivamente scegli per trasmettere un'immagine. Dice semplicemente che il contenuto (quel che dici) è condivisibile, mentre la forma (come lo dici) secondo lui non rende.
Detto questo, il tuo racconto mi ha incuriosito parecchio e mi è parso scritto bene all'inizio. Quando la contessa dice "ho dipinto il suo mondo di sangue", complice anche il titolo, l'interesse è vivo, perché non sappiamo se si tratti di una metafora o di una qualche procedura fantastica o fantascientifica. La cosa si fa più chiara (si tratta di un rituale) quando appaiono le tre vergini, e a questo punto il lettore è curioso di sapere come concili fantascienza e rituali magici.
Poi inizia la parte che anche io non esito a chiamare "spiegone" o "infodump". Improvvisamente passi dalla narrativa alla "storia", assumi uno stile quasi saggistico, e alcune frasi sono come una pagina di wikipedia:
"Ciò l'aveva portata a commettere atti di violenza insensata contro chiunque le si opponesse. Ancora poco più che ragazza, ascese al potere grazie a una magia che le fu donata attraverso un sogno reale"
.
Lo stile "voce di un'enciclopedia" continua poi a lungo e anche se il racconto torna potenzialmente godibile non lo si apprezza come prima, dopo un terzo del testo in quella forma.
Guardando la storia dall'esterno, ovvero senza preoccuparmi di quanto mi sia piaciuto il modo in cui l'hai raccontata, mi piace e la tua inventiva è il punto forte del racconto. Ma non basta. E in questo posso ripetere le parole di Callagan: conta "come lo dici" non solo "cosa dici". Sembra che a un certo punto tu abbia fretta di comunicare tutta la trama e ti preoccupi poco delle qualità comunicative ed empatiche della scrittura. Certo, fa parte del gioco di MC rimanere senza caratteri, ma l'abilità sta nello scrivere qualcosa che abbia bisogno al più di 3000 battute o condensare in modo che non si veda che hai dovuto farlo.
Complessivamente il tuo testo mi ha convinto poco.

10) Non sono più il tuo sogno, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora,
avevo proprio voglia di leggere uno dei tuoi racconti ma purtroppo questo non è, per quel che ricordo, una delle storie interessanti e innovative a cui ci hai quasi abituato.
La vicenda è deprimente e la scrittura, riuscita come tuo solito, enfatizza giustamente quello che è il tratto principale del racconto e - visto che non mi pare ci siano alternative evidenti - il tratto principale è proprio la vicenda deprimente. Dico che non ci sono alternative perché i fatti mi sembrano molto lineari e standardizzati. Come fa notare Callagan, dall'inizio alla fine, la storia è ciò che il lettore si aspetta e niente più. La circostanza che il figlio uccida la madre più per pietà nei suoi confronti che per egoismo secondo me passa solo in parte e non potrebbe essere altrimenti, perché non credo che possa esserci una singola motivazione.
Mi dispiace, stavolta proprio non mi hai convinto. Poi ti confesso che non sarà facile valutare, perché ammetto, sì, che uno dei problemi è solo mio: non mi va proprio di leggere un racconto di tipo realistico e così triste.

11) L’eco degli applausi, di Andrea Crucitti
Ciao Andrea,
mi ricollego anch'io ai commenti precedenti e quello di Callagan è così preciso che non posso che riportarlo:
Devi considerare che in un racconto devi prendere un determinato momento della vita del protagonista che sia rappresentativo di tutta la sua esistenza, un condensato di emozioni, immagini, parole che in poche righe ci permettono di entrare e vedere il suo mondo.

Insomma, il tuo racconto è un riassunto e non si situa in un momento preciso, in cui magari il protagonista rivive il suo passato in forma di flashback o semplice ricordo. Se avessi iniziato con l'immagine (ancora priva di connotati e interpretazioni) della bambina che porge il papavero al protagonista già il tuo "riassunto", da iniziare col secondo paragrafo, sarebbe stato giustificato. Poi comunque nella forma non sarebbe andato bene, perché manca una focalizzazione, ma sarebbe stato qualcosa.
Così è freddo e impersonale e quel poco di colore che riesco a vedere viene dalle marionette che sono qualcosa che suscita empatia e struggimento di per sé.
Non mi hai convinto, perché le intenzioni ci sono, ma il racconto no.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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Adry666
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Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » domenica 23 ottobre 2016, 11:18

Ciao a tutti, di seguito la mia classifica e a seguire i commenti ai singoli racconti. Complimenti a tutti!

1. Ilapa, di Chiara Rufino, ore 23.42, 2801 caratteri
2. Dormire, forse sognare, di Mario Pacchiarotti, ore 23.37, 2993 caratteri
3. Coprifuoco, di Raffaele Marra, ore 23.23, 2992 caratteri
4. Sol Invictus, di Anna-Maria Galluzzi, ore 22.32, 2259 caratteri
5. Il mondo dipinto di sangue, di Evandro Straccini, ore 23.58, 2972 caratteri
6. Ice kiss, di Nicola Gambadoro, ore 23.13, 2985 caratteri
7. Non sono più il tuo sogno, di Eleonora Rossetti, ore 22.15, 2839 caratteri
8. Storia di ordinaria alternanza veglia-sonno, di Marco Roncaccia, ore 22.54, 2988 caratteri
9. L’eterna danza, di Manuel Piredda, ore 23.47, 3000 caratteri
10. La seduta del venerdì, di Marin, ore 00.17, 2807 caratteri
11. L’eco degli applausi, di Andrea Crucitti

-----------------------------------

Non sono più il tuo sogno, di Eleonora Rossetti,
Ciao Eleonora,
tema centrato.
Il tuo racconto è scritto molto bene, magistralmente direi. Il ritmo è buono e si legge tutto di un fiato. Tuttavia, come già segnalato, anche io mi sono piuttosto depresso nella lettura e come padre (e figlio) mi sono sentito piuttosto triste. Chiaramente generare dei sentimenti forti è un fattore positivo per un racconto ma in questo caso non so se sia troppo “depressivo”.
Ciao
Adriano

Storia di ordinaria alternanza veglia-sonno, di Marco Roncaccia
Ciao Marco,
tema centrato.
Il tuo racconto è particolare, per vari motivi: la scelta della seconda persona, l’annidamento dei sogni (in parte mi ha ricordato una scena di Inception). Il ritmo non è fluido e sono stato costretto a rileggere alcuni passaggi perché non riuscivo a connettere le varie parti. Anch’io il finale l’ho interpretato come una conferma dell’avvenuto sogno e mi ha lasciato un po’ a bocca asciutta.
Ciao
Adriano

L’eterna danza, di Manuel Piredda,
Ciao Manuel.
tema centrato. Forse io l’avrei intitolato “l’ultima danza” ma è una mia opinione.
Il tuo racconto è scritto bene e fila liscio fino alla fine. Tuttavia non sono riuscito a immedesimarmi e quindi a provare qualcosa per il protagonista e la su gente.
Occhio al refuso: ”…Vne versò il contenuto sul palmo della mano…”
Questa frase la potevi scrivere diversamente:
“…La luna si arrampicò fino all'apice della volta celeste prima che lo spirito si facesse avanti: l'ombra alle sue spalle si era fatta sempre più minuta fino a scomparire e materializzarglisi accanto; si abbracciarono per qualche istante prima che la sagoma nera gli posasse una mano sulle palpebre, chiudendole…”
Tipo:
“La luna si arrampicò fino all'apice della volta celeste prima che lo spirito si facesse avanti: l'ombra si era fatta sempre più minuta fino a scomparire; si abbracciarono per qualche istante, poi la sagoma nera gli posò una mano sulle palpebre, chiudendole.
Nel complesso buona prova.
Ciao
Adriano

Ice kiss, di Nicola Gambadoro,
Ciao Nicola,
tema centrato.
Il racconto è ben scritto, alcune parti andrebbero un po’ riviste per dare maggior ritmo. Il tema che narri è piuttosto classico anche se rivisto con un finale non a lieto fine. Ho fatto fatica capire perché lo fai finire con il nome dell’azienda criogenica e perché un addetto dovrebbe ucciderlo? Boh, non ho capito bene. O ci troviamo di fronte a degli Et che divorano gli umani, oppure ci dovrebbe essere una spiegazione del perché la stessa azienda cannibalizza i pazienti…
Nel complesso buona prova
Ciao
Adriano

Coprifuoco, di Raffaele Marra,

Ciao Raffaele,
tema centrato.
Storia scritta molto bene, scorre fluida fino all’epilogo.
Il tema è carino, anche se non originale ma ho avuto dei problemi con la “verosimiglianza”.
Mi spiego meglio: non mi sembra possibile che dopo ripetute osservazioni, anche se fatte da lontano e in condizione di luce disagevole, tu non ti accorga della fissità dell’espressione / posizione della figura. Difficile…
Nel complesso discreta prova
Ciao
Adriano

Sol Invictus, di Anna-Maria Galluzzi
Ciao Anna,
tema centrato in parte.
Il tuo racconto è scritto molto bene e ha alcune parti molto evocative. Non mi è dispiaciuta nemmeno la trama, anche se ho letto commenti poco entusiasti sull’argomento.
L’unici appunto che mi sento di farti è in relazione alla tipologia di racconto: essendoci un limite di caratteri “forte” dovresti stare più attenta a una sintesi che comprenda un incipit d’effetto, un’azione chiara e un epilogo significativo. Ma questa ovviamente è solo una mia opinione.
Nel complesso buona prova
Ciao
Adriano

Dormire, forse sognare, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario,
Buon racconto con un ritmo notevole. Il tema mi sembra centrato.
Il contenuto non mi sembra originale ma tu lo hai scritto a tuo modo e questo lo rende unico. L’incipit è forte, direi da manuale. Lo sviluppo è un crescendo che fa trattenere il fiato. Il finale invece mi ha lasciato un po’ perplesso: perchè hai scelto la via più facile? Se per i caratteri ok, se invece è stata una scelta ragionata ti consiglierei di pensare a qualcosa di alternativo.
Nel complesso ottima prova, bravo.
Ciao
Adriano

Ilapa, di Chiara Rufino
Ciao Chiara,
Tema centrato.
Il tuo racconto mi è piaciuto molto: bella ambiente e trazione, evocativo è un finale drammatico in cui trascini il lettore ormai spaventato a “morte”.
Ci sono alcune parole di troppo che invece potevano essere sostituite agilmente da descrizioni. Però il limite dei caratteri è crudele con tutti. Spero di rileggere questa storia in una forma più ampliata e con più “aria”.
Nel complesso ottima prova.
Ciao
Adriano

Il mondo dipinto di sangue, di Evandro Straccini,
Ciao Evandro,
tema centrato.
L’idea è buona, la tua storia è scritta bene, invece il ritmo risente di alcune imprecisioni di punteggiatura e scelte non sempre felici di termini.
Una notazione: potresti evitare di chiudere i dialoghi con un trattino, genera confusione; come qui:
- Che cosa? - urlò la Contessa Bathory, mentre si dirigeva sul Ponte di Comando dell'ammiraglia dell'Armata Stellare. - Il Voivoda non si è arreso? -
Ho letto che ti hanno fatto già notare il troppo “parlato” centrale. Sarebbe andato bene per un racconto più lungo, in questo caso suona troppo da infodump.
Nel complesso discreta prova. Spero di leggere il tuo racconto senza limitazioni di caratteri.
Ciao
Adriano

La seduta del venerdì, di Marin
Ciao Marin,
il tema è centrato.
Il tuo racconto è scritto bene, il ritmo è notevole, bel calibrato, ma la storia non mi ha convinto.
I dialoghi con lo psicanalista sono troppo surreali pe non esserlo veramente, c’è qualcosa che stride, ce non mi fa credere a quello che leggo. Il presupposto del finale cozza con le mie credenze (i sogni prevedono il futuro) e mina fortemente la mia sospensione d’incredulità.
Tuttavia immagino lo stesso racconto sviluppato più coerentemente e bilanciato a dover,e e posso vedere, anche se non prevedo il futuro, un gran bel lavoro ))
Nel complesso prova discreta.
Ciao
Adriano

L’eco degli applausi, di Andrea Crucitti
Ciao Andrea,
il tema è centrato.
Il tuo racconto è scritto bene, ma dopo qualche riga diventa una biografia che non riesce più scrollarsi di dosso la pura cronaca. E’ un peccato perché la storia ci sarebbe. Io proverei a riscriverla partendo dal finale e aprendo dei flashback sui momenti più significativi. Il tutto legato dal filo rosso del papavero: incipit, flashback, finale.
Spero di rileggerti e rileggerlo in forma più completa
Ciao
Adriano

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ceranu
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Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » martedì 25 ottobre 2016, 0:07

L'eco degli applausi, di Andrea Crucciti

Ciao Andrea, bentrovato.
Storia toccante nelle sue intenzioni, ma nell'esecuzione lo è meno di quanto avrebbe potuto essere. Nel riassumere una vita intera in 3000 battute mi hai allontanato dal protagonista. Non me lo hai fatto vivere, ma ti sei limitato a raccontare ascesa e caduta (tra l'altro la seconda parte troppo repentina). Io avrei preferito spendere queste 3000 battute nell'ultima scena con lui che carezza i suoi ricordi, ma è solo un mio gusto personale.
Il racconto fila bene, non ha grossi difetti.
Una buona lettura.

La seduta del venerdì, di Marin

Ciao Marin, piacere di incontrarti.
L'idea di base è interessante, ma c'è qualcosa che stona nel racconto.
Partiamo dal presupposto che non mi piace l'idea di due cadaveri che chiacchierano dopo la morte, richiede una sospensione dell'incredulità a cui non mi hai preparato. Diverso sarebbe stato se tutto fosse iniziato con loro sdraiati al buoi a chiacchierare. Così invece tu presenti una storia normale che alla fine ha un capovolgimento troppo repentino. Tra l'altro credo che tu abbia dovuto tagliare una seduta per una questione di spazio, oppure ne hai inserita una in più, perché hai unito due sogni in un'esperienza unica.
Sullo stile non ho appunti da farti, sei stata controllata è hai usato molto bene i dialoghi.
Però il racconto non mi convince, mi dispiace.
Ciao e alla prossima.

Il mondo dipinto di sangue, di Evandro Straccini

Ciao Evandro, bentrovato. 
La storia è carina, ma lo svolgimento un po' confuso. Cambi stile di narrazione troppo spesso e ci catapulti da una terza persona soggettiva a una onnisciente in maniera repentina. La parte centrale è un tell troppo lungo. Sarebbe stato più efficace se fosse passato al lettore come un racconto della contessa e non come il riassunto di una voce fori campo. 
Nel complesso è un racconto piacevole ma, dal mio punto di vista, con un errore tecnico importante. 
Ciao e alla prossima.

Ilapa, di Chiara Rufino

Ciao Chiara, bentrovata. 
Interessante questa storia. L'ambientazione, credo Azteca, è affascinante, ma la prima parte travisa il lettore. In particolare quella "fila indiana" mi porta a un'ambientazione europea, ma di certo non precolombiana. 
Per il resto il racconto è godibile, ma cercherei di usare registro linguistico più adeguato all'ambientazione. 
Mi piace la scalata sotto gli effetti della droga.
Nel complesso è un buon lavoro che potrebbe migliorare.
Ciao e alla prossima.

Dormire, forse sognare, di Mario Pacchiarotti

Ciao Mario, eccoci qui…
Il racconto per tre quarti è intrigante, ma il finale non mi è piaciuto. Mi aspettavo qualcosa che spiazzasse il lettore, ma non un mostro. Piuttosto un uomo con i baffoni, ma il mostro è troppo classico.
La lettura è interessante, c'è un crescendo fino all'ultima scena, ma lì c'è quello che per me è stato uno scivolone. Ripeto, lo è per me, probabilmente per altri sarà diverso.
Ciao e alla prossima.

Sol Invictus, di Anna-Maria Galluzzi

Ciao Anna Maria, piacere di conoscerti.
Il tuo stile è buono, ma la trama mi lascia un po' perplesso. Succede poco, quasi nulla. O meglio, di cose ne succedono, ma i personaggi non sono delineati e non lo è nemmeno l'ambientazione. Peccato, perché lo stile è molto buono. Non ho capito a pieno nemmeno la storia della foglia. So che conteneva una droga, ma non ho capito se era senziente e come lo fosse. Era una ninfa?
Un appunto grafico. Non capisco perché i dialoghi della Dea fossero in corsivo senza trattino. Essendo un dialogo il trattino ci andrebbe comunque. Cosa diversa è se la voce fosse direttamente nella testa del protagonista, ma a questo punto dovresti farci almeno un appunto.
Nel complesso è un racconto che non mi convince, lo stile è buono, ma la storia è da rivedere.
Ciao, spero di rivederti da queste parti.

Coprifuoco, di Raffaele Marra


Ciao Raffaele, bentrovato.
Partiamo dal presupposto che il racconto è scritto benissimo. Lo stile è coerente con l'ambientazione e questa non è una cosa da poco. La storia di per se è classica, l'uomo incarcerato che osserva la donna nella finestra difronte. Mi lascia perplesso il fatto che la donna fosse solo un quadro, anche se la vedeva solo grazie al bagliore del lampo la vedo dura riuscire a confondersi, ma potresti avere ragione tu.
Il racconto scorre bene, non ha il guizzo ma non è indispensabile.
Nel complesso è un racconto buono, ma che passa senza lasciare il segno.
Ciao e alla prossima.

Ice Kiss, di Nicola Gambadoro

Ciao Nicola.
Il tuo racconto è troppo classico. Ci sono elementi della fantascienza un po' abusati. La criogenia che hai inserito non ha nulla di nuovo, lo stesso motivo è quello classico. Per spezzare un po' avresti almeno potuto mettere un'ambientazione italiana, invece il nome dei protagonisti e dell'azienda non lo sono.
Sono rimasto stranito anch'io dal colpo di scena finale e concordo nel dire che più che sorprendere spiazza.
In generale, avrei visto meglio il racconto senza la prima parte. Magari lui già nella capsula che ricorda il suo passato durante il risveglio, giusto per creare un po' d'empatia col protagonista.
Nel complesso è una buona prova di scrittura, ma con contenuti un po' abusati.

L'eterna danza, di Manuel Piredda

Ciao Manuel, il tuo racconto è scritto bene, ma non ho afferrato l'ambientazione. Mentre leggevo cercavo di orientarmi, ma ho trovato dei segnali forvianti. All'inizio credevo fossimo in centro america, forse per via della foresta. Poi però arriva il gonnellino di giunchi e mi porta nell'oceano pacifico, alla fine c'è il richiamo al toro, e lì mi sono perso di nuovo. Potrei pensare a un'ambientazione fantasy, ma mancano gli elementi fantastici (quelli che hai inserito si possono trovare in qualsiasi civiltà tribale). Quindi chiedo a te, dov'è ambientato?
Nel complesso è un buon lavoro, ma ho l'impressione che sia incompleto.
Ciao e alla prossima!

Storia di ordinaria alternanza veglia – sonno, di Marco Roncaccia

Ciao Marco, per fortuna che ho letto gli altri commenti, altrimenti avrei pensato di essermi rincoglionito. La confusione c'è, ma forse è troppa.
Concordo con chi ti ha fatto notare che nella prima parte hai usato uno stile un po' troppo ricercato. Per il resto devo dire che mi è piaciuta la scenetta centrale, quella a scuola.
Sul finale anch'io ho interpretato la sveglia come la fine del sogno.
Nel complesso è un racconto che si fa leggere, ma in cui non ho ritrovato la tua freschezza narrativa.
Ciao e alla prossima.

Non sono più il tuo sogno, di Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora, arrivo tardi e ho poco da aggiungere. Anche dopo la tua spiegazione sono insoddisfatto e ci terrei a dire che l'omicidio suicidio resta un gesto egoistico (per tutti quelli che mi conoscono e mi vogliono bene: preferisco piangere la vostra morte che la mia, non fatemi favori). 
Detto questo il racconto si legge bene. 
Nel complesso è un racconto con un messaggio opinabile, ma comunque di buon livello.
Ciao e alla prossima


Classifica:

1. L'eterna danza, di Manuel Piredda
2. Ilapa, di Chiara Rufino
3. L'eco degli applausi, di Andrea Crucciti
4. Coprifuoco, di Raffaele Marra
5. Dormire, forse sognare, di Mario Pacchiarotti
6. Non sono più il tuo sogno, di Eleonora Rossetti
7.Storia di ordinaria alternanza veglia – sonno, di Marco Roncaccia
8. Ice Kiss, di Nicola Gambadoro
9. La seduta del venerdì, di Marin
10. Sol Invictus, di Anna-Maria Galluzzi
11. Il mondo dipinto di sangue, di Evandro Straccini[/list]

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beppe.roncari
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Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » martedì 25 ottobre 2016, 19:44

Commenti e Classifica Minuti Contati Ottobre 2016
(Aggiungo sempre un titolo alternativo scherzoso, senza offesa, eh!)

1) Dormire, forse sognare, di Mario Pacchiarotti, “La morte si fa bella”
Ciao Mario, ben ritrovato!
Bel racconto, bravo, solo quando prende i sonniferi ho capito che la donna con cui sogna di fare l’amore è la Morte, che prima lo stuzzica e poi viene a prenderlo e lo fa suo.
Tema classico, eros e thanatos, e tema del contest rispettato alla lettera.
Non ho appunti di stile da farti, il ritmo, la narrazione, la voce, tutti corretti a mio parere.
Un’ottima prova per un racconto breve, continua così! :-)

2) Ice kiss, di Nicola Gambadoro, “Messi nel congelatore per i tempi di magra”
Ciao Nicola,
Ben trovato. Una buona prova nel complesso, alla prima lettura. Poi ho letto i commenti per vedere se chiarivi alcuni punti oscuri e in me è aumentata la confusione invece che la chiarezza. Il dire una data precisa al risveglio ("era l’anno 3721 dopo Cristo") è un semplice errore di punto di vista, il protagonista non poteva saperlo. Che gli alieni o umani evoluti si nutrissero del suo DNA o dei suoi ricordi non si capisce. La mia proto-interpretazione è che fossero umani evoluti ma ormai sull'orlo dell'estinzione che si riducevano a mangiare persino gli altri umani congelati (gli ultimi hamburger rimasti in fondo al freezer... brrrr... questa interpretazione sì che mi aveva raggelato!).
Può essere migliorato, scegliendo una direzione precisa e mantenendola. Ciao!

3) Coprifuoco, di Raffaele Marra, “La donna di quadri”
Ciao Raffaele, ben ritrovato!
Racconto nel complesso ben scritto, tema rispettato. Condivido i commenti degli altri lettori sulla verosimiglianza della situazione, per cui non mi soffermo su questo.
A costo di essere pedante ti segnalo che "di fronte" si scrive staccato mentre "coprifuoco" è un'unica parola. A ben vedere, poi, nel racconto non c'è alcun coprifuoco, in quanto esso si applica solo quando un'autorità lo impone, e non in una città abbandonata e solo attraversata da militari nemici.
Un saluto!

4) Storia di ordinaria alternanza veglia-sonno, di Marco Roncaccia, “Cioè tipo che ti capita in sogno e poi… capisci?”
Ciao Marco, ben ritrovato.
Tema centrato, racconto che non è dei tuoi migliori, perché emoziona poco - puntare molto sulla confusione del protagonista e della voce narrante ha questo difetto: genera confusione.
La scelta del tu, dal mio punto di vista, sembra la voce del racconto fatta da un ragazzo ai suoi coetanei "e poi chi ti capita davanti? la Razzi!" dove il "tu" è in realtà una prima persona singolare trasliterata in modo abbastanza naturale quando si parla in un gruppo di coetanei. Questa la mia interpretazione.
Data questa interpretazione, leggo il racconto come un... racconto di un sogno, puro e semplice, non ci vedo i piani di complessità e di riflessione sulla realtà onirica e su cosa sia vita reale e cosa solo sogno.
Un saluto!

5) Ilapa, di Chiara Rufino, “Le sacrificabili”
Ciao Chiara, ben ritrovata.
Prova discreta per qualche scelta semantica non proprio convincente rispetto all'ambientazione e per il finale abbastanza scontato per la protagonista, una volta individuata l'ambientazione stessa. È conoscenza comune che i bambini venissero sacrificati al dio sole dagli Aztechi, quindi nessuna sorpresa nel finale.
Vicenda scelta con cura per aderire al tema del contest, a cui si adatta molto bene. Buona la qualità di scrittura. Alla prossima!

6) L’eco degli applausi, di Andrea Crucitti, “La nipotina che non c’era”
Ciao Andrea, bentrovato.
Storia lirica e delicata sul povero marionettista abbandonato ma ancora amato dalla nipotina. La conclusione arriva senza una adeguata preparazione, avresti dovuto, a mio parere, impostare la cosiddetta "cornice" per presentare la nipotina fin dall'inizio e poi farla così interagire alla fine. È il metodo di tantissime storie di successo, soprattutto del tipo presentato da te, prendi, che ne so, Pomodori Verdi Fritti alla Fermata del Treno, per dire.
Se il tuo è un racconto (narrata e non mostrato) deve avere un contesto e uno spettatore privilegiato, la nipotina. E devi introdurla fin dall'inizio. Per forza.
Altrimenti la storia è debole. Ciao!

7) Sol Invictus, di Anna-Maria Galluzzi, “La dea della fame”
Ciao Anna-Maria, ben trovata.
Racconto scritto in un bello stile, che si legge volentieri. Quello che a mio parere manca e che si intravede anche nei commenti degli altri lettori è il fatto che non c’è un forte meccanismo di “semina-raccolta” delle informazioni.
Scopriamo troppo tardi che cos’è la polvere gialla e tutto d’un colpo. E poi, quali erano le intenzioni del cacciatore? Giustificarsi davanti agli dei? Altrimenti, pensando alla coerenza delle sue azioni, se non aveva forza per andare nella foresta prima del Sol Invictus, dove l’ha trovata dopo la festa? Sarebbe ancora più affamato, no?
Se avesse deciso non di dormire ma di andare a cacciare per vivere, invece di partecipare al Sol Invictus, allora forse la trama sarebbe decollata meglio…
Ma al di là di questo ritorno sul punto principale: semina-raccolta. Devi dare al lettore gli elementi per dire “ahah!” quando fai una rivelazione, e quindi anticipare (senza svelare) quello che è il cuore della trama.
Spero di essermi spiegato. Continua così, ciao!

8) Il mondo dipinto di sangue, di Evandro Straccini, “Vampironi spaziali”
Ciao Evandro, ben trovato!
Il tuo racconto mi ha preso e incuriosito, anche se anch'io mi sono trovato un po' a disagio davanti a una narrazione più "spiegata" che non "mostrata".
Usare troppe spiegazioni esplicite poi, credo, fa perdere anche altri elementi della narrazione, che poteva essere più pungente. Mi riferisco in questo caso alla "semina e raccolta" ("setup and payoff" in inglese).
Non ci sono indizi nella prima parte della narrazione del fatto che Vlad Tepes il Voivoda possa vincere contro la Contessa. Attenzione, questo non aumenta ma diminuisce la sorpresa e la tensione narrativa.
Ciao, alla prossima!

9) La seduta del venerdì, di Marin, “Postmonizioni”
Ciao Marin, ben trovata.
L'idea è buona, la realizzazione un po' meno. Probabilmente ti serviva più tempo, mi pare infatti che la narrazione sia confusa, senza una direzione precisa.
Normalmente in una storia dovrebbe essere facile individuare tre punti: inizio, svolgimento, conclusione. Sono i tre fari per fare la triangolazione di dove si va nel racconto. Nel tuo faccio fatica a individuarli.
In teoria dovrebbero essere: inizio che setta il finale, e quindi penso che avresti dovuto iniziare con il sogno del marito che esce dallo studio medico coperto di sangue; parte mediana in cui la protagonista va dallo psicologo e cerca di capire che cosa è successo, le cose con il marito migliorano; parte finale in cui si vede che l'inizio era anche la fine, ed è il marito geloso a uccidere la moglie.
Alla prossima!

10) L’eterna danza, di Manuel Piredda, “Io ballo cogli invasori”
Ciao Manuel,
A me non ha dato eccessivamente fastidio l'elemento indeterminato dell'ambientazione, anche se poteva essere giocata meglio. Mi ero convinto che fosse uno sciamano pitto nell'antica Scozia o su di là e che le navi rostrate fossero romane o puniche o giù di lì, ma non credo che sia questo il punto.
Il punto, per me, è che la dimensione onirica del racconto è abbastanza inutile allo svolgersi della trama. Lo sciamano non si accorge dell'attacco perché è uno sciamano e ha un sogno premonitore, ma solo perché si trova nel punto giusto al momento giusto, sulla scogliera. Ai fini della trama l'elemento sciamano e sogno sono superflui e quindi poco forti.
Peccato, perché erano la parte più interessante e meglio trattata dal punto di vista stilistico e delle immagini.
Immagino che il padre gli dica che presto danzerà con loro perché rimane indietro a danzare attorno al fuoco di segnalazione ma... non poteva semplicemente accenderlo e poi correre a uno dei villaggi e combattere con gli altri guerrieri? Non è un sacrificio proprio proprio necessario e inevitabile, dai.
Alla prossima, ciao!

11) Non sono più il tuo sogno, di Eleonora Rossetti, “Ogni scarrafone sogna a mamma soja”
Ciao Eleonora, ben ritrovata.
Nel tuo racconto ravviso un problema comune nei concorsi per racconti brevi da scrivere in un tempo molto ridotto: il ricorso a un colpo di scena scontato, come quello del narratore che uccide o si uccide alla fine della storia. Nel tuo racconto sono presenti entrambi i cliché.
A mio parere e anche per la teoria drammaturgica, invece, i colpi di scena devono essere il più possibile imprevisti e inaspettati.
Inoltre, in due cartelle, non c'è tempo di empatizzare con il protagonista o la coprotagonista (la mamma) e quindi emoziona e importa poco il fatto che muoiano alla fine. L'uso della prima persona e di un linguaggio che fa appello ai sentimenti di amore filiale-materno non è sufficiente a suscitare una vera <i>pietas</i> per la sorte dei personaggi.
Tema tutto sommato rispettato e buona qualità generale di scrittura. Ciao!

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Flavia Imperi
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Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » martedì 25 ottobre 2016, 20:09

Ciao a tutti! Ecco di seguito la classifica e i commenti. C'è stata una bella varietà di interpretazioni del tema che nessuno, a mio avviso, ha travisato. Dunque ho basato la classifica su tre elementi per me molto importanti: originalità, tecnica e capacità di emozionare. Sul podio quindi ho posto quei racconti che mi hanno emozionato in qualche modo, sono stati originali e privi di errori troppo gravi e negli ultimi posti i racconti che, pur essendo originali, avevano qualche intoppo grosso, tuttavia nessuno era da buttare. Complimenti a tutti e buon contest!

Classifica

1. Dormire, forse sognare, di Mario Pacchiarotti
2. Storia di ordinaria alternanza veglia-sonno, di Marco Roncaccia
3. Ilapa, di Chiara Rufino
4. Sol Invictus, di Anna-Maria Galluzzi
5. L’eco degli applausi, di Andrea Crucitti
6. L’eterna danza, di Manuel Piredda
7. Non sono più il tuo sogno, di Eleonora Rossetti
8. La seduta del venerdì, di Marin
9. Coprifuoco, di Raffaele Marra
10. Ice kiss, di Nicola Gambadoro
11. Il mondo dipinto di sangue, di Evandro Straccini

Commenti

Non sono più il tuo sogno, di Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora!
Il racconto non mi è dispiaciuto, come sempre sei un'ottima penna. Il problema forse è quello che passa a livello di emozioni, perché non arriva tutto quello che forse avresti voluto esprimere; leggerlo è un po' come osservare una storia da fuori, scorre ma non coinvolge, non tira dentro.
Hai scelto un tema forte come quello della tossicodipendenza, percorrendo un'intera vita (e anche in parte quella della madre) in pochi caratteri, la loro relazione, ma probabilmente servivano molti più retroscena per empatizzare con questi personaggi. L'uso della seconda persona non è così semplice, può esprimere molto bene le emozioni ma è un'arma a doppio taglio.
La prima metà della storia l'ho trovata un po' piatta, nella seconda metà la scrittura ha preso più corpo, ma non abbastanza da incendiare gli animi. Ho apprezzato molto questa parte: "La tua droga è il sogno radioso che hai di me e per me, che brilla oltre lo spettro flaccido della tossicodipendenza."
Il linguaggio l'ho trovato appropriato, frasi taglienti e crude, che potrebbero quasi essere reppate.
Rispetto al tema l'hai rispettato bene, senza infamia ma neanche le lodi che sei capace di raggiungere.

Storia di ordinaria alternanza veglia-sonno, di Marco Roncaccia

Ciao Marco!
Il tuo racconto onirico mi ha fatta un po' tornare con la memoria a quell'ORRIBILE periodo chiamato "devi anna' a scuola". La confusione iniziale è un po' fastidiosa, forse anche io avrei snellito l'inizio, che sembrava quasi un incipit fantascientifico, poi ecco le paure adolescenziali che prendono corpo (e anche chili) e vanno a creare una macchietta in puro stile Roncaccia. Il racconto mi ha prima confusa, poi divertita, infine mi ha lasciata con la soddisfazione di essere cresciuta e di aver passato quegli anni, avendola così "scampata", al contrario del povero protagonista (suppongo).
Il racconto quindi mi è piaciuto, ho solo qualche dubbio sul tema. Il sogno c'è e in modo letterale, ma 'sta tenebra?

L’eterna danza, di Manuel Piredda
Ciao Manuel!
Personalmente adoro le storie che riguardano ambientazioni tribali e ti dirò, lo strano miscuglio di elementi che ha disorientato altri, a me non ha dato particolarmente fastidio. L’ho immaginato come un “nativo X”.
Sono molto belle le descrizioni del rituale e delle visioni, tuttavia la trama in sé e per sé è un po’ carente e non lascia il segno. Per esempio c’è un popolo invasore. La mia prima domanda è stata “è quindi lo sapevano già? Non c’è lo stupore per un qualcosa di nuovo e mai visto prima come una nave (ma anzi, nonostante siamo nel pdv del protagonista sciamano, è descritta in modo tecnico come se lui la conoscesse molto bene). E se già sapeva della loro esistenza, invece, non gli richiama nessun ricordo, nessun vissuto, informazioni sentite dire su questi invasori?
Ho riscontato poi una serie di errori, te li segnalo:
“Il giovane” - se siamo nel pdv del protagonista, è un errore passare così al narratore esterno.
Queste frasi vogliono la virgola:
contro il granito, decine di metri
sulla nuda roccia, come aveva visto
della volta celeste, prima che
più minuta, fino a scomparire
attorno, come ballerini
circondata di figure
Poi, più che il termine “ballerini”, che evoca un altro tipo di immaginario, userei non so, “guerrieri danzanti” o simili. “Ballerino” come parola fa venire in mente un altro tipo di civiltà.
Fluttuò verso il bagliore - chi? Si è perso un po’ il soggetto, dato che poco prima era la luce.
“persino le civette si erano messe a cantare” - che le civette cantino di notte non è una cosa rara. Avrei aggiunto qualche particolare straordinario per rendere meglio questo effetto.
Nel complesso è un racconto suggestivo e poetico, ma imperfetto.

Ice kiss, di Nicola Gambadoro
Ciao Nicola!
Il tuo è un racconto piacevole, tuttavia non funziona al 100% per via di piccoli grandi errori "tecnici".
La questione del punto di vista e l'infodump sono molto, molto importanti da padroneggiare per far arrivare a chi legge esattamente quello che se vuole comunicare come scrittori. Non si può narrare una storia dal punto di vista del protagonista e poi per un pezzettino inserire il narratore onnipresente senza creare un disagio al lettore. O usi un espediente (per esempio non so, c'era un timer sulla porta della bara criogenica con data e ora), o non dai quel dato (lasci che il lettore deduca soltanto che è passato molto tempo da piccoli particolari (per es. si apre la bara e il paesaggio fuori è cambiato, o ci sono polvere, ragnatele, etc) oppure puoi scegliere di narrare tutta la storia da un punto di vista onnisciente fin dall'inizio (dove puoi dare tutte le informazioni, il che però va a discapito dell'immedesimazione del lettore con il protagonista, cosa che in un racconto breve è importantissimo).
Hai molta immaginazione e si vede che hai talento, pero siamo qui proprio per imparare, no? :) Quindi spero di esserti stata utile, come tutti voi lo siete per me.
Non mi ha convinto anche un'altra cosa, nella storia: il protagonista "rifiuta la chiamata", la prima volta, per il motivo che il procedimento avrebbe avuto luogo da sveglio. Ma non c'è un minimo accenno al fatto che praticamente abbandona tutto quello che conosce e che è la sua vita: famiglia, amici, amore, ruolo sociale, etc. e questo ai miei occhi l'ha reso meno "umano". Per il resto, il racconto di per sé non è male, sì, è una tematica classica nella fantascienza, con finale un po' chiamato se vogliamo, tuttavia è scritto in modo piacevole. Il tema è rispettato. Se sconfiggerai i demoni del punto di vista e dell'infodump, sfornerai ottimi racconti!

Coprifuoco, di Raffaele Marra
Ciao Raffaele!
Coraggio, non ti far travolgere dai commenti, lo so che le storie sono le nostre creature e credimi, è difficile per tutti gettarle in pasto nell'arena ^^ a volte io ci rimango malissimo per delle critiche e mi ci vuole un po' per riprendermi... però poi, quando torno a scrivere, mi rendo conto che magari proprio quella critica lì è quella che mi ha aiutata di più e che ha prodotto un cambiamento in me. (Non tutte, eh, a volte ci sono anche critiche inutili o sbagliate).
Per quanto riguarda il fattore realismo, non sono molto d'accordo: se ci fai caso, i più bei racconti fantastici, al di là del "patto col lettore" per quanto riguarda l'elemento fantastico di per sè, sono estremamente realistici per tutto quello che riguarda la normalità: dolore, sensazioni, ambientazioni ordinarie, etc. etc. Harry Potter va ogni anno ad Hogwards in un castello-scuola di maghi, è vero, però parte dalla Stazione Ferroviaria di King's Cross di Londra. Questo aiuta il lettore a entrare nella storia e immedesimarsi, e quando arriva il fantasma, arriva in un quadro tanto coerente, che lo accettiamo, perché siamo già stati catturati dalla storia. Ma se il vaso è sul soffitto senza nessun motivo, o tutte le persone in Germania si chiamano Gianfransuà, storciamo il naso e il libro lo abbandoniamo.
Condivido anche io alcune delle critiche che ti hanno fatto gli altri, soprattutto sul finale, con quel quadro immobile. Mi sono chiesta "e non se n'è accorto?" arricciando il naso. Tuttavia sei riuscito anche a creare un'atmosfera molto intensa, alla Poe, che mi ha dato un brivido. Il tema è rispettato, l'ambientazione interessante e lo stile non è male. Occhio ai tempi verbali, in "Ma in quei giorni imparò a sognare la donna della finestra difronte..." a mio avviso ci andrebbe "aveva imparato", perché racconti qualcosa che è successa prima del momento narrato.

Sol Invictus, di Anna-Maria Galluzzi
Ciao Anna Maria, e benvenuta!
Condivido in parte quello che è già stato detto: la narrazione è stupenda, davvero superiore alla media, riesci con piccoli particolari incisivi e un'ottimo ritmo di narrazione a dipingere un mondo vivo, che mi ha fatto ricordare i film di Miyazaki.
Tuttavia mi hanno fatto sorridere due cose: il nome del protagonista, che ricorda la marca di un tipo di viagra o simili (lo so per via dello spam che arrivava nella vecchia email) e il fatto della "giustificazione perché non ho fatto i compiti", un'espediente un po' ingenuo, che tuttavia potrebbe essere anche da personaggio e generare tenerezza.
Per quanto riguarda il tema, mi pare rispettato.
Ti invito caldamente però a migliorare la gestione del punto di vista, che è un aspetto tecnico fondamentale per una buona storia.
Per esempio: "la foresta si era beffata di lui (...) e gli dei erano molto arrabbiati" - qui avrei messo "gli dei dovevano essere molto arrabbiati"
Nella prima parte vediamo la storia con gli occhi del cacciatore, poi quando muore non c'è nessuno stacco, e siamo invece nella mente della dea (difficilissima da gestire, perché ha una visione molto diversa da un umano).
"Chalys ne aveva fatto uso per dimenticare la fame" è spiattellato così, mentre sarebbe stato più efficace accompagnare l'epifania, per es. "Solo allora la dea si rese conto che Chalys (sa il suo nome?) ne aveva fatto uso per dimenticare la fame."
Un'ottima prova comunque, non vedo l'ora di leggere altre tue storie.

Dormire, forse sognare, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario!
Non è facile descrive scene erotiche senza scadere nel volgare, o rimanere troppo vago. Fra quelli letti finora, a mio avviso il tuo è uno dei meglio riusciti: c'è un incipit accattivante, una trama con un mistero con tanto di semina e raccolta (i sonniferi), un crescendo, e un finale classico si, ma perfetto nel suo genere.
Solo alla fine il lettore si rende conto che era tutta una trappola della Morte in persona per farlo suo. E poi il contrasto sesso-morte è efficace. Direi che se era un riscaldamento per il prossimo romanzo, puoi pure iniziare!
Unica pecca: ho trovato un po' piatto il collega d'ufficio, e il dialogo in generale. Pochi scambi di battuta possono dire molto sui personaggi, prova a caratterizzarli meglio, anche inserendo un modo di parlare diverso, o un particolare, e la resa finale sarà migliore.
Invece di "Ho un'idea", per esempio, sarebbe stato più efficace un'allusione, per esempio "Hai mai provato con un aiutino? - ammiccò", o "e se barassi con l'aiuto della chimica?" (sono solo suggerimenti).
Buon contest!

Ilapa, di Chiara Rufino
Ciao Chiara!
Che la bambina sia una vittima sacrificale è chiaro da subito, però mi piace la scelta di una narrazione un po' ingenua, che fa empatizzare con la protagonista, quasi la accompagnassimo noi verso quell'altare senza dirle niente. E' una buona storia, scritta piuttosto bene; su alcuni difetti concordo con gli altri: termini generici (per cui immagino ci sarebbe voluta almeno qualche ora di documentazione), un po' di infodump, forse avrei messo di più l'accento sulla parte finale un po' troppo veloce, dalla scalata della piramide sotto effetto della coca alle sensazioni finali in punto di morte, e non ho amato molto la frase finale, secondo me funzionava meglio "l'ultima cosa che vide, prima del grande buio l'avvolgesse, fu... " ma nel complesso è una buona prova.

Il mondo dipinto di sangue, di Evandro Straccini
Ciao Evandro!
Di sicuro l'inventiva non ti manca, in poche righe hai creato un conflitto spaziale da far rivalità a Guerre Stellari e Doctor Who, e la contessa è un gran personaggio. Tuttavia ho avuto qualche difficoltà di lettura per via del ritmo troppo serrato: sembra scritto di fretta e con poca attenzione per ritmo, musicalità delle parole e riflessione su alcuni termini.
Detto fra noi, anche io preferirei un contest del sabato mattina, che la sera sono cotta! Prima o poi l'Antico cederà alle mie richieste, speriamo, così anche noi mattinieri potremo dare il nostro meglio.
Comunque nonostante le spiegazioni centrali, davvero non ho capito quello che accade alla fine. Il potere glielo aveva dato il Voivoda fin dall'inizio? E soprattutto come ha fatto a trovare delle vergini, oggigiorno? XD (scherzo)
Forse non era una storia adatta ai 3000 caratteri, ne richiederebbe molti di più per soddisfare il lettore, e spesso è il "difetto" dei mondi fantastici, che richiedono tempo e spazio per essere raccontati (per questo le più famose sono tutte saghe se ci fai caso!).
Quindi concludo con un incoraggiamento per il tipo di storia, ma con un posto basso in classifica per la forma del racconto troppo confusionaria.

La seduta del venerdì, di Marin
Ciao Marin!
Molto carina l'idea del ribaltamento delle aspettative rispetto alla donna del sogno. Lo stile asciutto e semplice del testo funziona. Un po' meno la seconda metà, e quel finale al buio dove non ho capito cosa sia realmente successo. Al tuo posto forse avrei fatto che il marito l'aveva preceduta e aveva ucciso il medico, e poi ne aveva preso il posto camuffando un po' la voce, prima di ucciderla; inoltre avrei dato un minimo movente all'assassino, che rimane del tutto piatto.
Anche a me non hanno convinto le risposte dello psicologo, che dovrebbero essere un po' più complesse o quantomeno condite da qualche termine tecnico. Sono indecisa sul posizionamento in classifica, perchè il tuo racconto non è brutto, ma c'è un po' da lavorarci. Buon contest!

L’eco degli applausi, di Andrea Crucitti
Ciao Andrea,
trovo anche io il tuo racconto molto tenero, soprattutto con il finale, purtroppo una vita in 3000 caratteri soffre un po' do claustrofobia. Mi ha impressionato (in senso positivo) l'uso di queste piccole scene, come far danzare un papavero a testa in giù, che da quotidiane e normali diventano magiche grazie a un vissuto che trapela, e che tocca il cuore a chi ha ricordi simili. Purtroppo non arriva tutta l'emozione che sarebbe potuta arrivare, che spesso è il motivo per cui siamo qui a commentarci a vicenda. Ti consiglierei anche io di far narrare la storia dal protagonista alla nipotina, che magari proprio nell'incipit si stava per togliere la vita e viene interrotto dall'entrata a sorpresa della piccola.
Stavolta non avrai forse un posto altissimo nella mia classifica, perché a questo racconto manca qualcosa, però non vedo l'ora di leggere il tuo prossimo racconto. Si vede che hai qualcosa da dire, e per uno scrittore questo è fondamentale.
Siamo storie di storie

Fernando Nappo
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Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » martedì 25 ottobre 2016, 22:23

1) Dormire, forse sognare - Mario Pacchiarotti
Ciao Mario,
bel racconto, e scritto davvero bene, in particolare la prima parte. È vero che l'idea del tizio che sogna una donna bellissima e poi scopre che si tratta della morte non è nuovissima, ma la tua versione è molto godibile, e fino a un certo punto lascia il dubbio che possa trattarsi di una donna bruttissima. Il dubbio comincia a chiarirsi quando le dosi di sonniffero iniziano ad aumentare, ma penso che in questo giochi, per noi che lo conosciamo, anche la declinazione del tema. Tema che, ovviamente, è centrato in pieno.

2) L'eterna danza - Manuel Piredda
Ciao Manuel,
per quanto mi riguarda, m'ero immaginato uno sciamano degli indiani d'america, un pellerossa; non chiedermi perché. Forse le troppe letture di Zagor in gioventù, o qualche Tex. Di conseguenza il gonnellino di giunchi e più ancora la nave col rostro mi hanno mandato in confusione, e non sono riuscito a stabilire l'ambientazione della tua storia. Il racconto peraltro rispetta pienamente il tema e la tragedia che si prospetta è tremendamente reale. In generale mi è piaciuto, lo trovo ben scritto , scorrevole, basato su un'idea semplice ma, a mio avviso, potente come quella dello sterminio delle popolazioni native, anche se le difficoltà a stabilire la corretta ambientazione (se storica o di fantasia) lo indeboliscono un po'.

3) Ilapa
Ciao Chiara,
la vicenda alla base del tuo racconto è chiara fin da subito: è la storia di una bambina destinata ad essere sacrificata agli dei. Si capisce quasi subito, così come quasi subito s'intuisce il destino della povera Ilapa. E credo che non cercare a tutti i costi un colpo di scena finale sia il punto forte del tuo racconto. L'ambientazione è abbastanza chiara, anche se concordo con chi ti ha fatto notare che una scelta più accurata di alcuni termini avrebbe reso il tuo racconto più preciso, favorendo una maggiore immersione nel contesto narrativo e rendendolo di conseguenza ancora più godibile.
Il tema è centrato senza alcun dubbio.

4) Ice kiss - di Nicola Gambadoro
Ciao Nicola,
sei andato decisamente sul classico (come me del resto) ma non è detto che questo sia per forza un male. Anzi, l'impianto generale del tuo racconto mi piace abbastanza. Il tema è centrato: il sogno è il desiderio di guarigione per il quale il protagonista si sottomette alla criostasi, mentre la tenebra è diventare cibo per gli esseri che abitano l'epoca nella quale si risveglia (chi siano alieni o terrestri evolutisi in modo strano).
Questa frase mi ha strappato fuori dall'atmosfera del racconto: "si chiese chi fosse il rompicoglioni che lo svegliava presto di domenica mattina interrompendo quel sogno meraviglioso.". Per due motivi: uno legato al contenuto e l'altro al tono. Mi spiego meglio: il narratore ci informa che il protagonista si risveglia provando la sensazione d'aver dormito pochi secondi, poi lo stesso narratore entra nel pensiero del protagonista e scopriamo che questo stava sognano. Mi sembra una contraddizione. Il tono, poi, è a mio parere un po' troppo leggero, scanzonato, e rompre l'atmosfera drammatica del racconto.
Riguardo alla frase infodump, concordo con sostiene che si possa tagliare: ci hai già detto che sarebbe stato risvegliato solamente quando opportuno, hai messo una riga di stacco quando si risveglia, a mio avviso non serve altro. Tanto più che sapere l'anno nel quale si risveglia non è fondamentale.
Sul finale ti hanno già dato ottimi suggerimenti che condivido.

5) COPRI-FUOCO di Raffaele Marra
Ciao Raffaele,
il racconto centra senza dubbio il tema, sogno e tenebra sono ben distinti ed evidenti. È ben scritto, scorrevole e si legge senza intoppi. Purtroppo devo sottolineare di aver avuto anch'io qualche dubbio riguardo alla credibilità di alcune situazioni, sia perché il protagonista pare stare rinchiuso per un periodo molto lungo in un luogo di fortuna, senza mai provare a uscire in cerca di cibo o altro, sia perché, pur alla sola luce di pochi lampi notturni, trovo difficile confondere un quadro con una donna reale.

6) Sol Invictus
Ciao Anna Marria,
piacere di conoscerti.
Riguardo al racconto, lo stile con cui è scritto il racconto mi piace molto, sembra quasi di leggere una favola. Riguardo al tema, invece, mentre la tenebra è ben chiara, fatico a trovare il sogno. Tra l'altro, dall'incipit io avevo capito che la vendetta della foresta fosse non fargli rtovare alcun animale da cacciare. Ma dal tuo commento scopro invece che ha inviato una dea per ucciderlo. Ecco, questa informazione a me non è arrivata, magari per mia mancanza di attenzione.
Bella l'idea della foglia che si stira, fa molto fantasy.

7) Non sono più il tuo sogno - Eleonora Rossetti
Ciao Eleonora,
mi devo accodare all'opinione generale. La scrittura è buona, e di questo non avevo dubbi, ma questo tuo ultimo racconto non mi convince del tutto. Il tema è senza dubbio centrato, ma il racconto si sviluppa in maniera piuttosto lineare e prevedibile e anche se è scritto in prima persona non sono riuscito a empatizzare col tuo protagonista. Inoltre, anche per me il finale non arriva, non al primo colpo e non senza aver letto la tua spiegazione. L'omicidio della madre sembra più un'ulteriore sprofondare nel baratro del protagonista che non un atto di pietà.

8) STORIA DI ORDINARIA ALTERNANZA VEGLIA - SONNO di Marco Roncaccia
Ciao Marco,
racconto molto particolare, il tuo, che ho dovuto rileggere per cercare di venirne a capo. E, se devo essere sincero, non credo d'esserci riuscito. Trovo difficile distinguere tra realtà, sogno e tenebra e nonostante le tue parole fatico a "reggere il passo" con quanto ci stai raccontando. Non escludo possa essere un mio limite, naturalmente.

9) La seduta del venerdì - di marin
Ciao Marin,
i racconti in cui il protagonista è un morto, o muore verso la fine, sono sempre piuttosto difficili da gestire, in particolare se poi il defunto continua a narrare. E il tuo non fa eccezione. A parte questo, l'idea mi piace molto, altrettanto la struttura basata sulle sedute dallo psicologo, personaggio che però appare non ben delineato, poco professionale; più un amicone, direi.
Il tema è centrato, naturalmente, ma il racconto non decolla.
A mio avviso il racconto merita un passaggio nel laboratorio per una buona messa a punto con la quale non escludo potrebbe puntare alla vetrina del sito. Ma al riguardo sentiamo anche il parere dell'Antico.

10) Il Mondo Dipinto di Sangue - di Evandro Straccini
Ciao Evandro,
il racconto comincia bene, incuriosisce con la storia della Contessa che cerca di sconfiggere il Voivoda senza riuscirci. Poi purtroppo lo spiegone centrale fa calare verticalmente la tensione. L'incontro tra la Contessa e il Voivoda, poi, mi ha lasciato interdetto: io avevo capito che la Contessa e il Voivoda stessero ognuno sulla propria nave da battaglia: come fa il Voivoda ad apparire lì senza che lei se ne accorga, senza che nessuno rilevi un'intrusione? Forse, possibilissimo, non ho colto qualche particolare dell'ambientazioe e mi sono incasinato?
Anche a me, ti devo dire, la questione del pavimento duro non ha fatto pensare che la Contessa sia circondata dall'universo.
Credo che il racconto abbia molte potenzialità, ma necessiti di una messa a punto.

11) L'eco degli applausi
Ciao Andrea,
ho poco da aggiungere ai commenti di chi mi ha preceduto: il tuo racconto è una biografia condensata, la sinossi di un racconto lungo. Lo scorso mese ho fatto esattamente la stessa cosa: ho seguito un personaggio dall'infanzia all'età adulta in tremila caratteri. Ho fatto anch'io un riassunto. Ora, grazie anche ai suggerimenti ricevuti, sto cercando di buttare giù un racconto lungo tenendo quanto di buono c'era e cercando di sviluppare un intreccio che possa dare interesse alla storia. Magari ne esce qualcosa.
Credo tu possa fare lo stesso, se la tua idea ti piace, perché comunque è buona, c'è il sogno e c'è anche la tenebra, e sicuramente il tema è ben presente. Ma, tema a parte, credo proprio meriti un maggiore sviluppo. Magari potresti prendere in considerazione l'idea di partecipare a uno dei prossimi laboratori.

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angelo.frascella
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Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » martedì 25 ottobre 2016, 22:25

Ciao a tutti.

Eccomi con classifica e commenti. Ma al di là classifiche che vanno fatte da regolamento, ci sono racconti molto buoni e altri che hanno sono bisogno di qualche aggiustamento per raggiungere il loro potenziale (e considerando le condizioni in cui si scrive in MC, è un gran risultato). Bravi tutti, quindi.


1. Dormire, forse sognare - Mario Pacchiarotti

Non so che dirti per riempire i caratteri necessari, Mario, perché il racconto è davvero bello e non riesco a trovare difetti o critiche particolari. Di solito non amo i sogni nelle storie, perché spesso sono tentativi di banale psicoanalisi da quattro soldi che poco aggiunge al racconto. Invece tu riesci a farne parte fondamentale della storia, un'esca che la morte (o forse è il fantasma di una donna che da lui ha subito qualcosa? Questa interpretazione mi sembra più affascinante) usa per attirare in trappola il povero Mario. Dieci e lode.

2. Non sono più il tuo sogno, di Eleonora Rossetti

Racconto scritto molto bene, che mi è piaciuto tanto. Certo non è originale, ma non tanto perché ricalca racconti già noti, quanto perché viene dalla realtà. E, secondo me, è qui la sua forza: laddove, i giornalisti si limitano a pontificare e noi non riusciamo a dire altro che “ma com’è possibile che accadano cose simili?” il tuo racconto di proietta dritti in queste difficili vite e le viviamo anche noi soffrendo con la madre che sembra non vedere chi sia davvero il figlio. Il colpo di scena qui non è nella morte prevedibile, quanto nelle lacrime soffocate nel cuscino che ci raccontano la verità su di lei. Aggiungo una cosa: dico spesso nei miei commenti che non si può far entrare una vita intera in tremila caratteri e bisognerebbe concentrarsi su pochi eventi. Qui, invece, dimostri come sia difficile, ma non impossibile.

3. Copri-fuoco di Raffaele Marra

Racconto piacevole su cui non ho grosse note a parte l'uso cacofonico di "ella" pronome ormai vetusto (e io eviterei anche di usare "egli". Poi la frase "egli vedeva lui e ella vedeva lei" suona davvero male in uno scritto moderno) e il fatto che lui non si stupisca a vedere l'immagine sempre nella stessa posizione (magari potresti far sì che lui la intraveda solo una volta all'inizio e poi ne sia ossessionato). Mi ha stupito invece scoprire che "difronte" che stavo per segnalarti come errore è un modo corretto alternativo a "di fronte" (comunque, continuo a preferire quest'ultimo)
PS in un commento dici che la voce è onnisciente in terza persona. Mi spiace ma non sono d'accordo: hai seguito passo passo il protagonista e noi vediamo quello che vede lui (e questo, aggiungo, è l'unico modo per narrare una simile storia senza anticipare la sorpresa). Secondo me la tua è una narrazione in terza persona con punto di vista limitato soggettivo.

4. Ilapa di Chiara Ruffino

Devo dire che il nome della bambina, unita alla presenza di un imperatore fanno subito pensare alle civiltà precolombiane e ai sacrifici umani e già dopo una riga sapevo dove saresti andata a parare.-
Nonostante questo il racconto è ben scritto e senza sbavature e, anzi, forse la consapevolezza di dove finirà la bambina aggiunge una sensazione struggente alla lettura. Quindi racconto promosso.
Solo due annotazioni formali: attenta alle "d" eufoniche da evitare davanti a lettera diversa (a parte il fatto che mi sono abituato a non usarle e quindi quando le vedo ne percepisco quanto siano cacofoniche, c'è sempre il rischio di essere bollati come "alle prime armi" solo per quello). Inoltre le righe di spazio inutili presenti nella secondo parte infastidiscono il lettore. Immagino si sia trattato solo di un problema di formattazione del forum


5. STORIA DI ORDINARIA ALTERNANZA VEGLIA - SONNO di Marco Roncaccia

I racconti che finiscono con la sveglia che suona (e tutto era solo un sogno) mi fanno sempre sbuffare (compresa Alice nel paese delle meraviglie). Ho letto nei commenti che tu dici che non sappiamo se sia questa la verità, ma non vedo segni di ambiguità che possano lasciarci il dubbio. L’inizio mi faceva pensare a sviluppi molto diversi e più promettenti. Insomma pur essendoci aspetti interessanti, il racconto non mi ha convinto. Per il resto un po’ difficile da seguire la parte iniziale (ma ci sta viste le caratteristiche oniriche del racconto), divertente quella della Razzi.

6. Sol Invictus di Anna-Maria Galluzzi

Il tuo racconto funziona per tre quarti, fino a quando, insieme a Chalys proviamo prima la fame e il bisogno di trovare una preda, poi lo stupore per lo strano fenomeno nell'acqua e la conseguente paura.
All'improvviso muti l'approccio per adottare, senza soluzione di continuità, un punto di vista diverso e questo fa cadere la tensione narrativa.
Inoltre non mi convincono due cose delle trama: lo strano fenomeno in acqua che non viene spiegato e la dea che non ha nulla di divino e uccide con un banale coltello. Insomma, buona idea ma da affinare un po' la realizzazione.

7. L'eterna danza - Manuel Piredda

Racconto, il tuo, scritto linguisticamente in maniera ineccepibile, scorrevole nonostante i dettagli (per quanto, secondo i miei gusti, eccessivamente descrittivo). C’è però un problema legato secondo me a due elementi: il conflitto viene presentato troppo in ritardo e il narratore esterno (che non è un errore in sé, ma in questo contesto, accentua il distacco e la mancanza di coinvolgimento). Ne risulta, perciò, una sequenza di avvenimenti che hanno poco interesse emotivo e persino un elemento forte come al comparsa del fantasma del padre perso pochi giorni prima dal protagonista, risulta annacquata.

8. Ice kiss - di Nicola Gambadoro

Arrivo in ritardo e alcuni commenti stilistici che volevo farti (”il piccolo romanzo horror”, la frase con l’infodump e la stonatura della frase del rompicoglioni) le hanno già fatti gli altri.
Aggiungo però due cose che coniugano forma e sostanza:
- la prima metà del racconto la scrivi partendo da lui nell’ufficio per poi tornare indietro a spiegare che lui all’inizio aveva non aveva accettato, aveva sbattuto la porta ecc. Tutto ciò risulta ai miei occhi infodump e questo è male (come già diceva Callagan), ma non perché lo dicono i sacri testi: il ritmo si spezza, il lettore è allontanato dalla storia e dal protagonista (non sappiamo ancora chi è e tornare indietro a raccontare cose che lo riguardano è noioso). Tu dirai: mi io quelle informazioni dovevo darle al lettore.
Certo, ma sarebbe più efficace spiegarle in maniera dinamica, facendo procedere la storia.
Prova a immaginare qualcosa del genere:
“Dunque è tornato” disse il dottore guardandolo beffardo.
Lui si sentì ribollire. Avrebbe voluto alzarsi e andare via sbattendo la porta, come l’ultima volta. Ma il cancro avanzava inesorabile e, nonostante la paura per quella procedura, Luka non aveva ormai altra speranza…
Non è mia abitudine riscrivere i testi, ma volevo solo farti un esempio di uno dei possibili modi di calare alcune di quelle informazioni in una scena che si sviluppa nel presente della storia sotto i nostri occhi, mantenendo vivo l’interesse del lettore.
Il secondo elemento è il finale: perché quell’essere? Perché tutta quella fatica per dare cibo a dei mostri di un futuro lontano?
Anche qui, qualche indizio sparso nel testo, qualche parola ambigua del dottore che prepari il terreno per il finale, sarebbe stata utile.
In sintesi: una buona idea che però avrebbe bisogno di essere un po’ rifinita, secondo me.

9. La seduta del venerdì - di marin

Idea carina, ma il finale è un po' telefonato: si capisce ciò che accadrà già a metà racconto. Inoltre loro due che chiacchierano tranquilli alla fine, pur essendo morti tolgono un po' di drammaticità. Sarebbe stato meglio coglierli nel momento dell'omicidio, ma mi sarebbe piaciuto ancora di più essere sorpreso: per esempio (ma è solo una possibilità e nemmeno la più originale), lei sta mentendo allo psicanalista ed è lei stessa l'omicida. Non mi convincono molto alcune battute del dottore. Per esempio, quando lui dice: "Deve essere stato terribile" o ancora di più "I sogni non sempre corrispondono alla realtà" mi danno l'impressione di uscite poco professionali.

10. Il Mondo Dipinto di Sangue - di Evandro Straccini

Il tuo racconto è uno strano miscuglio di generi e ambientazioni: la presenza di una flotta spaziale farebbe pensare alla fantascienza, la magia al fantasy e il richiamo a due nomi come quello di Dracula e di Elisabeth Bathory all'horror ma anche a pagine truci della Storia.
Tutto ciò non sarebbe un male: si tratta di generi che si prestano benissimo alla contaminazione. Il fatto è che nell'insieme mi sembra che manchi un'armonizzazione dei vari elementi e che il mondo che vuoi definire sia troppo complesso per essere racchiuso in tremila caratteri.
Aggiungo che tutta la parte centrale in cui racconti la storia della Contessa fa perdere fortemente il ritmo alla narrazione.
Non mi è piaciuto poi il modo in cui Vlad Tepes sconfigge la contessa: trasforma le armi della nave in qualcosa di inutile e questo mi dà la sensazione che qualunque cosa possa accadere, senza che vi siano delle "regole" di funzionamento precise di questo mondo, facendo crollare completamente il patto narrativo col lettore.
Inoltre noto che hai la tentazione, talvolta, di ricorrere a termini ed espressioni altisonanti (ingoiò fiele, tracotante sicurezza...) che stonano nell'insieme. Ti suggerirei di provare a semplificare, da questo punto di vista, un po' lo stile.

11. L’eco degli applausi, di Andrea Crucitti

Idea della storia buona, ma probabilmente più adatta a un racconto lungo. Non si può raccontare un'intera vita in tremila caratteri (o meglio è molto difficile farlo): la drammaticità ne soffre e l'empatia col protagonista viene a mancare.
La scena iniziale è molto buona: la piroetta, il gambo fra le dita, lui con la nonna sotto il carrubo e poi quel fiore rosso. Poi tutto si diluisce purtroppo.
Prova a ripartire da quell'inizio e a tenere viva quell'emozione per tutto il racconto.

A rileggerci,
Angelo

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Vastatio
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Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#10 » mercoledì 26 ottobre 2016, 8:00

Non sono più il tuo sogno

L'idea non è male, ma non mi ha convinto la realizzazione. Genitori così ne esitono, la cronaca ce lo mostra tristemente, ma, proprio per questo, non sei riuscita a catturarmi. Forse avrei preferito il contrario, il pdv della madre che distorce e riduce a bravata ogni azione del figlio e che, in ultimo, trova una scusa anche per il proprio omicidio. Così mi pare solo una lagna, per quanto scritta bene.
Tema ok.


Storia di ordinaria alternanza veglia-sonno


Ciao,
racconto complicato. Non sono un estimatore della seconda persona, la trovo petulante, ma per aumentare il senso di straniamento è ottima.
Ho trovato un po' stonato l'accostamento iniziale al mondo informatico, come se servisse a dare qualche indizio su qualcosa che però non viene mai ripreso adeguatamente alla fine (forse vittima di tagli).
Il problema è che non sei riuscito ad arrivare a nessuno dei miei interruttori d'interesse e, quindi, spari a salve. Il titolo è terribile, brucia anche quel senso di "mistero" che potresti mantenere per qualche riga.
Appena tiri fuori la storia del "fumo" ogni aspettativa svanisce, gioco troppo "facile".
Tema ok.


L’eterna danza


Ciao,
partendo dal presupposto che di sciamanico conosco solo quello che ci hanno mostrato in TV, il tuo racconto non si discosta da questo "cliché" (che poi magari corrisponde anche alla realtà?). Quello che ho trovato un po' artificioso è la calma/misticismo che, coem cliché richiede, pervade un po' tutto il testo. Non c'è timore, paura (stanno arrivando gli invasori da combattere), eccitazione. Trovo tutto un po' piatto nel suo tentaivo di essere stucchevole.
"Il mare sembrava triste" perchè, da cosa ne deriva questa sensazione?
Ho trovato anche un po' troppe ripetizioni (ballo/ballerini) che, specie in un contesto onirico potevano essere rielaborate (ma si sà , non è che MC permetta chissà che rielaborazioni e revisioni, anzi, i tagli spesso distruggono frasi e periodi che prima invece reggevano).
Tema ok.


Ice kiss

Ciao,
la forza del tuo racconto dovrebbe concentrarsi nel climax finale, nella sorpresa che spiazza, perché, a conti fatti, il resto è piatto e senza grandi sbalzi emotivi. E dire che in un processo di criostasi hai ben tre eventi "carichi" di tensione che possono portare a dei bei pezzi: l'inizio del coma, il sonno e il risveglio. Il sonno lo bruci via in due secondi, la tensione della procedura di criostasi è un cenno della testa e poi un evento paradisiaco (in contrapposizione con la descrizione che ne dai prima) e il risveglio istantaneo, in piena coscienza e senza effetti di straniamento che lo distinguano da una normale pennica pomeridiana. Il mondo è tuo, la tecnologia è tua e tutto ti è consentito, ma bruci tutto troppo in fretta. Mi sembra che verso la fine tu perda anche un po' il controllo del racconto, l'accenno all'anno quando sei sempre sul tuo protagonista che non può avere quell'informazione, il "cervello atrofizzato" che però sembra fino a poco prima molto lucido.
tema ok.

Copri-fuoco

Ciao,
col senno delle tue spiegazioni credo che il problema di fondo del tuo racconto, scritto come sempre senza sbavature, sia il focus che hai concentrato più sull'ambiente che sul protagonista. I maledetti 3000 caratteri ci costringono a delle scelte e la tua non è stata ottimale. Personalmente non ho colto l'instabilità del personaggio, anche, e soprattutto, in situazioni di stress derivanti dalla necessità di nascondersi da un nemico, credo che l'astinenza sessuale passi in secondo piano. Avrei preferito vedere, nel poco spazio che avevi a disposizione, qualcosa che giustificasse questo stress: i problemi per recuperare cibo, doversi continuamente spostare (e magari cercare sempre un luogo da cui poter vedere quelal finestra, o trovarne altri in cui la finestra si vedeva meno e allora lui avrebbe intravisto solo "pezzi" del quadro, a giustificare maggiormente l'equivoco).
Tema ok.

Sol Invictus

Ciao,
per quanto l'idea di fondo sia carina, una dea capricciosa e vendicativa, la realizzazione è troppo ingenua. Intanto chi fa cosa: la foresta si beffa di lui (immagino non facendogli trovare selvaggina) perché non ha partecipato al sol invictus gli dei sono molto arrabbiati? Non va, troppo lunga e la foresta non è un soggetto attivo (lo sono gli dei, la foresta sarà anche loro, ma sono loro a beffarsi di lui).
Ed è un errore ancora più grossolano se poi non è la foresta a intervenire, o un suo abitante, ma una dea con tanto di lama (nemmeno un artiglio).
Interpreto il corsivo come una voce interiore (o non giustifico l'assenza delle virgolette), grande prova di intuito del protagonista capire che ha davanti (o meglio dietro) una dea.
Poco convincente l'aver perso il sol invictus per un sonnifero, qualche amico che lo svegli, o, proprio lui, prendere un sonnifero senza precauzioni proprio il giorno prima del grande evento in una realtà dove gli dei sono particolarmente incazzosi.
In generale mi piace la tua dea e come fintanto che non ne snaturi il comportamento spietato con questo moto di dispiacere e relativa alzatina di spalle (vabbé, ormai l'ho ucciso, #chissenefrega). Tema ok.
PS:La polvere germoglia? davvero?



Dormire, forse sognare

Ciao,
devo dire che mi è piaciuto nonostante il finale potesse essere più poetico, per legarsi al resto. Per quanto trovi fin troppo ingenuo che qualcuno possa aumentare le dosi di sonnifero con tanta naturalezza (forse il punto più debole della tua storia). Non mi dispiace la Morte, è una delle prime "donne" a cui ho pensato ancora prima di leggere del sonnifero, ma avrei cercato di rendere la sua figura in modo meno classico. Personalemnte l'avrei lasciata bella (non in tutte le sue varie manifestazioni ha la faccia da teschio), magari accennando al fatto che fosse innamorata di lui da quando era nato, o da quando si era reincarnato. In questo ultimo caso avresti potuto ribaltare il senso di attesa, con una Morte che riconquista il suo "amato" e poi lo vede di nuovo sparire mentre la sua anima si reincarna in un nuovo corpo: una "maledizione" per la Morte.

Ilapa

Ciao,
ho riletto un paio di volte il tuo racconto perché non riuscivo a capire esattamente cosa ci trovassi di sbagliato. Credo che la sensazione di sbagliato derivi fondamentlamente dai dialoghi e dalle situazioni che mostri. Intanto non sono dialoghi, ma solo "frasi" per enfatizzare una situazione, ma li trovo poco calati nel contesto (a parte quello sulla sposa degli dei). Trovo un po' inutile, se non dannosa, la scena in cui Ilapa non riesce a mangiare altro mais, mi chiedo che funzione abbia se non andare in contrasto con quella, di poco successiva, in cui mangia con "voracità" la droga (è vero, passa del tempo, ma mi aspetto che così come l'abbiano rimpinzata all'inizio continuino a fare).
La fine è quella che tutti sappiamo, una volta capito il contesto, rimango giusto un po' perplesso dall'ignoranza delal bambina, ma non sono così dentro alla cultura maya da sapere se le vittime sacrificali erano completamante all'oscuro del loro destino.
Tema ok.


Il mondo dipinto di sangue

Ciao,
il tuo racconto fila fino a quando non ripeti per la seconda volta il titolo (capito, non serve ripeterlo per tutto il racconto come un ritornello). Hai un ottimo incipit, ma bruci tutto in un infodump/biografia eterno e in un cliché tristissimo (le vergini). A parte che di vergini ce ne sono a chili, basta prendere dei neonati (e non credo che la tua Contessa si farebbe scrupoli al riguardo), avresti almeno potuto optare su qualcosa di meno classico: se proprio ti piacciono le vergini perché non i nati nel mese della vergine e allora sì che, conosciuta la fama della Contessa, qualcuno avrebbe potuto decidere di non sfilarsi le mutande facendosi prima un paio di conti.
Molto meglio vedere una Contessa che entra nella sua stanza privata e sbatta all'aria i dipinti mentre inveisce per far capire che la sua frase è "letterale" e che "qualcosa non va come dovrebbe".
A parte questo non riesci, come non riesco io, a non creare mondi/situazioni che in 3000 caratteri non ci stanno. Troppa roba: sogno reale è un bel escamotage, ma tra quello, quindi la magia infilata in un contesto fantacientifico in cui non si è abituati a vederla (ok, star wars ci ha abituati in tal senso, ma non è la prassi), e gli spiegoni che si rendono necessari per le altre dinamiche la "bellezza" degli eventi svanisce.
Tema ok.


La seduta del venerdì

Ciao,
- Mi parli di lei signora.
- Ieri ho fatto un sogno...
Benvenuti alla prima puntata di "Analfabeti funzionali". Oggi vi mostreremo...
Scherzi a parte, per quanto un buon psicologo credo possa dedurre molto anche da una risposta del genere, mi sembra che il meccanismo delle sedute, ottimo per dipanare la storie a pezzi e farla nel frattempo evolvere, venga un po' sminuito da uno psicologo un po' tappezzeria.
Anche la "seconda seduta", in cui "riprende" ad avere gli incubi. Uan settima prima era la "prima" volta non mi sembra che giustifichi una "ripresa".
L'ultima seduta è surreale, i dialoghi non reggono. Forse volevi avere questo effetto, dopotutto anche la terza seduta non è molto lucida, ma mi hai "tirato fuori" dal racconto in modo un po' brusco.
Tema ok.


L’eco degli applausi

Ciao,
premesso che ho sempre odiato burattini e marionette, il racconto è una lunga biografia che non riesci a risollevare con il momento sentimento in chiusura. Concentrarsi su due, tre eventi al massimo avrebbe avuto più effetto, anche perché, riuscendo a far "amare" il protagonista (no, mi spiace, con me non ci saresti counque riuscito per via delle marionette), il lettore avrebbe aggiunto le parti non dette.
L'elenco di nomi/personaggi portati in scena durante la vita è sostanzialmente inutile se non c'è un collegamento significativo: a questo punto meglio mostrare una scena di "Romeo" all'inizio per poi richiamarla alla fine.
tema ok.

Classifica

1. Dormire, forse sognare
2. L’eterna danza
3. Non sono più il tuo sogno
4. Ilapa
5. Storia di ordinaria alternanza veglia-sonno
6. Copri-fuoco
7. Ice kiss
8. La seduta del venerdì
9. L’eco degli applausi
10. Il mondo dipinto di sangue
11. Sol Invictus

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alessandra.corra
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Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#11 » giovedì 27 ottobre 2016, 14:38

Ciao a tutti, ecco la mia classifica:

1. Copri-fuoco – Raffaele Marra

Ciao Raffaele,

mi è piaciuto molto il tuo racconto. Oltre a essere ben scritto, tocca tematiche molto profonde, per nulla scontate. Per alcuni aspetti mi ha ricordato il bellissimo film : il pianista - di Polanski. Anche nel film il protagonista era costretto a rimanere chiuso in una stanza, per nascondersi dai nazisti, nella più alienante solitudine.
Ma tornando al tuo racconto, ciò che ho apprezzato di più è proprio ciò che si legge tra le righe; ovvero, l'emarginazione dell'uomo.
Ho letto gli altri commenti, in apparenza può sembrare in effetti poco credibile che lui possa scambiare un disegno per una donna vera. Eppure, proprio la chiusa, in cui affermi che il protagonista (nonostante abbia visto che la donna non era altro che una figura dipinta) intravede nell'espressione della donna dolore per l'arrivo dei nemici, mi fa capire che l'uomo per l'isolamento subito si era attaccato in modo morboso a quell'unica speranza che aveva. Un''allucinazione, che per una persona normale potrebbe sembrare ingenua, ma che per chi vive l'orrore e le tenebre del quotidiano da te descritto è più che plausibile. Bravo.

2. Sol Invictus – Anna Maria Galluzzi

Ciao Anna Maria,

mi piacciono i racconti ambientati nella natura. E anche la tua foresta sacra mi ha intrigata. Il testo è scritto molto bene. Ritmo appropriato, frasi chiari ed eleganti. Secondo me il messaggio che volevi far trasparire è che, alla fine, la Natura anche se non sempre "giusta" o "corretta", è più forte e potente rispetto gli esseri umani (anche se purtroppo gli uomini spesso se lo dimenticano credendo, invece,ciecamente nella loro superiorità). Un messaggio semplice, ma allo stesso tempo interessante e per nulla banale. Una storia gradevole, brava.

3. Chiara Rufino – Ilapa

Ciao Chiara,

mi è piaciuta la scelta di narrare una storia sui sacrifici umani. Ho trovato abbastanza buona anche la narrazione. Con semplicità sei riuscita a tratteggiare bene il percorso di questa bambina, dall'ingenuità iniziale fino al tragico epilogo. Alcune frasi, come questa, rendono bene l'atmosfera: "lei vedeva arcobaleni che la chiamavano dalla cima della montagna". Non mi ha convinto tanto, invece, questo periodo, che rivedrei: "non riusciva a mangiare più di quanto le dessero, sembravano quasi offesi dal suo rifiuto".
Nel complesso, il tema è centrato e il racconto piacevole da leggere.

4. Dormire, forse sognare. Mario Pacchiarotti


Ciao Mario,

la prima parte del racconto è scritta molto bene e mi è piaciuta. Il ritmo è buono, la struttura pulita ed efficace, con qualche metafora intrigante. La seconda parte cambia invece registro. Io avrei omesso il discorso tra lui e il collega. Trovo che rompa troppo il ritmo creato nell'incipit. Mi sarebbe piaciuto di più "sentire" l'ossessione per la donna sognata crescere in lui. Fissazione che diventa per lui, giorno dopo giorno, un incubo a tal punto da costringerlo a trovare sempre nuovi espedienti per prolungare il sonno fino alla morte e all'epilogo della storia. L'idea resta carina e gestita abbastanza bene.

5. Storia di ordinaria alternanza veglia – sonno – Marco Roncaccia

Ciao Marco,

il sogno c'è e anche dentro il sogno. Lo stile è come sempre curioso, interessante, aggiungerei anche inconfondibile. Frasi chiare, decise, d'effetto. Bravo. Eppure, questa volta, la storia mi ha lasciato qualche dubbio. Credo che tu abbia puntato troppo sulla forma tralasciando la trama, che risulta troppo semplice e non riesce a emozionare come dovrebbe

6. Non sono più il tuo sogno – Eleonora Rossetti

Ciao Eleonora,

partendo dal fatto che il tuo racconto è scritto bene, come sempre; devo anche io aggiungermi tra coloro a cui la narrazione non ha convinto del tutto.
A livello tecnico forse posso solo dirti che hai inserito troppe volte il termine "sogno", come se volessi in modo troppo esplicito far passare il messaggio dell'illusione della mamma. A parte questo, il tema della tossicodipendenza è molto delicato e non è semplice da trattare. Forse hai parlato di qualcosa che non hai conosciuto direttamente, portando così in scene elementi ingenui, troppo lineari. Credo che sia questo motivo per cui la storia non riesce a emozionare come dovrebbe.

7. L’eterna danza – Manuel Piredda

Ciao Manuel,

il tuo racconto ha un buon inizio. Molto bella e suggestiva l'atmosfera creata nelle prime righe. Interessante come hai descritto la sagoma dello sciamano che si staglia nella scogliera illuminata dalla luce della luna. Sul tema, nulla da dire, è centrato. Però ho fatto un pò fatica a seguire la storia fino al suo epilogo; o meglio, non sono riuscita a calarmi dentro la vicenda, a emozionarmi, tutto mi è sembrato leggermente impersonale, poco avvincente. Ma forse è un problema mio. Sorry.

8. L’eco degli applausi – Andrea Crucitti

Ciao Andrea,

la trama della storia è molto delicata, commovente e tenera. Però, come ti hanno detto anche gli altri, sembra il riassunto di un romanzo. Tutta una vita condensata in poche righe non riesce a dare emozione e risulta un pò piatta per chi la legge. E' sicuramente un buon incipit, che incuriosisce, e verrebbe voglia di leggere altro, sapere più elementi. Ma non è quello che ci si aspetta da un racconto breve. Callagan ha epresso bene come deve essere costruito un racconto breve per incuriosire ed essere valido. So che non è cosa facile, perché anche io faccio molta fatica a trovare un momento della vita di un personaggio che possa condensare bene la sua vita. Ma è un esercizio utilissimo per chi ama scrivere!

9. Ice kiss – Nicola Gamadoro

Ciao Nicola,

la storia l'ho trovata carina, seppur non molto originale. Non so perché, il contesto è molto diverso in realtà, però mi ha fatto tornare in mente Futurama :)
Il tema è centrato. Il protagonista pensa di aver trovato il modo per guarire dalla malattia incurabile, da fiducia al medico e finalmente arriva il sonno/sogno, per poi risvegliarsi secoli dopo e scoprire la verità, le tenebre.
Però nella struttura ci sono degli elementi che stridono. In effetti, è strano, e non regge, che questi alieni abbiamo archittettato tutto questo escamotage unicamente per preservarsi del cibo futuro. Anche che il protagonista sappia di essere nel 3700 non è credibile, dopo il risveglio come faceva a sapere in che anno era?
Per il resto, il racconto è ben scritto.

10. La seduta del venerdì – Marin

Ciao Marin,

anche per me l'idea è sembrata interessante. Mi piacciono le storie che partono da situazioni quotidiane, non straordinarie, che qualsiasi persona può vivere nella sua vita. Dopo la prima parte della narrazione ho cominciato a intuire come sarebbe potuta andare a finire, anche se poi l'epilogo arriva telefonato e confuso. Anche la struttura non mi ha convinta molto. Come già ti hanno detto, i dialoghi risultano poco credibili per questo tipo di contesto. Peccato, perché la storia ha del potenziale e basterebbe cambiare qualche elemento per farla decollare.
Alla prossima.

11. Il mondo dipinto di sangue – Evandro Straccini

Ciao Evandro,

purtroppo devo ammettere che anche io ho fatto un pò fatica a seguire la tua storia. Forse è anche colpa mia, non sono molto avvezza al genere fantasy, quindi tecnicamente non mi sento in grado di esprimerti che cosa cambierei e cosa no. Posso però dirti che da lettrice, come ti è già stato fatto notare, il tutto arriva un pò confuso, incerto. La tua storia è interessante, e andrebbe approfondita, ma risente dei pochi caratteri che avevi a disposizione. Posso capire la difficoltà di far stare tutto in una storia breve, però è un esercizio/allenamento molto utile, con il tempo vedrai risultati preziosi.

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AmbraStancampiano
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Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#12 » giovedì 27 ottobre 2016, 23:47

Ciao a tutti, ecco i commenti in ordine sparso e la classifica in fondo.

Non sono più il tuo sogno
Ciao Eleonora,
purtroppo devo accodarmi a chi ti dice che stavolta hai un po' toppato :(
Per me la questione non sta tanto nel colpo di scena finale che non è un colpo di scena, né nella diatriba omicidio per violenza/omicidio per pietà; il punto è che la tossicodipendenza del personaggio viene presentata in maniera davvero troppo scontata, lineare e ingenua. Mi è sembrato un po' di leggere uno di quegli opuscoletti che ti danno alle scuole medie, in cui ti viene spiegato di non farti le canne, altrimenti un giorno passerai all'eroina.
L'idea di base era interessante e la tua scrittura funziona sempre benissimo, ma (e questo è un punto su cui batto ogni volta che leggo un racconto di questo tipo) per scomodare eroina e tossicodipendenza senza rischiare brutte figure bisogna studiare molto, entrare davvero nei personaggi che ne fanno uso (soprattutto se scegli un pov in pima persona), capire quali sono i loro buchi interni e come funziona l'ambiente dei tossici, altrimenti si rischia - appunto - di scrivere l'opuscoletto delle medie, che non credo abbia mai ottenuto altro risultato oltre ad irritare chi sapeva di cosa si stesse parlando. E 3.000 caratteri sono davvero troppo pochi per toccare questo tema senza banalizzarlo.
In più, il tuo personaggio non parla come parlerebbe un vero tossico, nelle sue parole c'è ancora amore per la madre e per sè stesso, non c''è rassegnazione, non c'è rabbia.
Non è un errore banale, ho da poco letto un libro di Mondadori molto bello e che ha avuto un discreto successo in cui è presente lo stesso errore, però per ciò che mi riguarda pregiudica tutto il lavoro :(

Storia di ordinaria alternanza veglia-sonno
Ciao Marco,
ammetto che sono più confusa che persuasa. Il che forse va bene, se ciò che volevi comunicare era una gran confusione. il racconto è scritto bene, ma temo di non aver capito la trama (se non è "e poi era tutto un sogno"), e la prima parte mi sembra troppo slegata da quella centrale, sia nella storia che nel registro linguistico. Il tema sembra un po' al rovescio: prima la tenebra e poi il sogno. La prima parte è molto interessante, però per me la scenetta in classe è stata un po' deludente. Chiaramente è una questione di gusti personali.

L'eterna danza
Ciao Manuel,
mi dispiace molto di essere così in riardo coi commenti, temo di non poter più dire niente di utile.
Personalmente ho apprezzato molto il tuo racconto, anche se lo trovo un po' troppo visivo. Le immagini che crei hanno un certo spessore e lo stile e il ritmo narrativo sono perfetti, ma ti confesso che mi sarebbe piaciuto sentire il sapore dei semi invece di vedermelo raccontato, e magari le urla dei nemici e il rumore dei tam tam, o qualche scintilla di fuoco sulla pelle, l'odore della brace o quello salmastro della spiaggia. Forse a questo modo il problema di coinvolgimento che molti hanno avuto non ci sarebbe stato.
Il racconto fila, il tema c'è, personalmente non mi sono sentita disturbata dall'ambientazione incerta, anzi. Non bisogna necessariamente essere precisi al millimetro, la fantasia non riguarda solo le trame ;)

Ice kiss
Ciao Nicola,
mi dispiace essere così in ritardo con i commenti, perché temo di non poter dire più niente di utile.
Il tuo racconto è ben scritto e il tema è rispettato, ma personalmente ho faticato a empatizzare col protagonista; un po' sicuramente perché anche io non ho colto subito il riferimento alla malattia, un po' perché non sono un'amante del genere sci fi e quindi ho una difficoltà personale a provare coinvolgimento in queste situazioni.
Il paragrafo in cui lui si addormenta è davvero ben scritto, vivido, mi è piaciuto davvero tanto! La sorpresa finale è ben gestita nel suo essere brusca, ma non ho capito perché l'alieno ha il logo della compagnia medica sulla fronte, quindi la narrazione mi lascia un po' insoddisfatta.
Comunque un buon lavoro.

Copri-fuoco
Ciao Raffaele,
mi dispiace davvero essere in ritardo coi commenti, perché effettivamente ho ben poco da dire che possa risultare utile.
Il tuo racconto mi piace molto, e anche se in parte concordo con l'appunto sulla verosimiglianza (sarebbe bastato inserire un manichino o una statua al posto di un quadro) trovo che sia del tutto perdonabile rispetto all'ambientazione ben costruita e alla tua scrittura, come sempre evocativa e ben misurata.
Il tema c'è, e mi è piaciuta moltissimo la tua interpretazione.

Sol invictus
Ciao Anna Maria, piacere di leggerti.
Mi dispiace essere così in ritardo coi commenti, temo di non poter dire davvero niente di utile.
Il tuo racconto mi ha presa molto per lo stile e il ritmo narrativo, ma concordo con chi ti dice che la semina non funziona bene e che il pov ballerino spezza a metà in maniera troppo netta un'azione che invece dovrebbe essere fluida.
Non mi ha disturbato che la dea parli attraverso il corsivo, avevo capito che si trattava di un dialogo mentale. Trovo che il rituale del sol invictus avrebbe richiesto un po' più di spazio, per far capire bene al lettore il meccanismo di causa/conseguenza.
Che fine ha fatto lo strano fenomeno sull'acqua?
Lo trovo comunque un buon lavoro.

Dormire, forse sognare
Ciao Mario,
a me il racconto è piaciuto molto. Non mi dispiace che la donna del sogno alla fine sia la morte, anche se forse era prevedibile. Poi questo mese sto riflettendo molto sul colpo di scena, sulle tecniche di racconto e su come raccontare cose un po' più piccole e che abbiano un impatto diverso dallo stupore, quindi magari mi faccio influenzare dalle mie riflessioni.
Il dialogo è bel gestito, secondo me l'unico passaggio che andrebbe rivisto, complice il limite di caratteri, è questo:
La prima notte non funziona, nonostante il sonnifero mi sveglio, anche se il sogno dura più a lungo e riesco ad accarezzarle il seno. La seconda raddoppio la dose, ancora niente di fatto, ma vado un pochino più avanti. La terza e la quarta di nuovo aumento la dose, fallisco, ma guadagno terreno.

L'accelerazione mi è sembrata eccessiva rispetto al ritmo del resto del narrato.
La chiusura è perfetta.

Ilapa
Ciao Chiara,
il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Mi dispiace commentare così in ritardo, perché temo di non poter dire niente di utile, anche se al momento non mi vengono in mente dei veri e propri appunti; il testo è un po' sporco, ci sono alcuni errori di battitura e un paio di eufoniche, ma pochissima roba.
La storia mi piace e secondo me scorre con chiarezza, bella l'idea di cominciare con una puntura, come un piccolo presagio di ciò che succederà. Ecco, trovo infelice la battuta della sarta: potevi fare di meglio.
Per il resto ottima prova.

Il mondo dipinto di sangue
Ciao Evandro,
mi dispiace commentare così in ritardo, perché temo di non poter più dire niente di utile.
Anche io come gli altri ho apprezzato l'incipit e sofferto per l'immenso spiegone centrale, con un cambio di stile un po' troppo netto.
La storia si risolleva sul finale, interessante e aperto, anche se la frase finale mi ha convinto più nelle sue intenzioni che nella sua realizzazione.
Tutto sommato la storia è interessante, ma andrebbe trovato un escamotage per mostrarci la tua protagonista in modo da sopperire allo spiegone centrale lasciandoci solo intuire il suo background.

La seduta del venerdì
Ciao Marin, benvenuta :)
Il tuo racconto mi è piaciuto molto per certi versi, per altri lo trovo un po' "stridente".
Trovo ottima l'idea di raccontare la vicenda attraverso le sedute di analisi, ma il crescendo che mi sembra di intravvedere nelle tue intenzioni narrative non si concretizza, ci privi anzi del suo momento più alto, proprio sul finale.
Riguardo al finale, quoto ceranu in tutto e per tutto.
Aggiungo qualche altro appuntino personale:

marin ha scritto:“Mi parli di lei signora.”
“Ieri ho fatto un sogno che mi ha inquietato. Una mattina notavo che mio marito usciva di casa un po' prima del solito. Io lo seguivo e vedevo che non andava al lavoro ma deviava verso il centro [etc.]

La risposta della signora non corrisponde alla battuta di dialogo dell'analista, in più quel "mi parli di lei" come prima battuta del racconto mi dà l'impressione che sia la prima volta che i due si vedono, ma così non può essere se lei gli descrive un sogno con tanta confidenza e dovizia di particolari.

Venerdì 8 ottobre
“Come si sente oggi?”
“Un po' scossa; ho ripreso ad avere incubi.”

qui ci starebbero molto meglio i due punti, col punto e virgola sembra che le cose non siano collegate.

“Di nuovo suo marito?”
“Sì, e questa volta l'ho visto a letto con quella donna.”
“Signora, non si allarmi. I sogni spesso non corrispondono alla realtà.”

Partendo dal presupposto che non è ancora comprensibile perché la donna provi tutta questa inquietudine (un tradimento sognato non è un omicidio sognato), anche qui la risposta dello psicologo mi lascia un po' perplessa. Più che "I sogni SPESSO non corrispondono alla realtà" ci sarebbe stata meglio una spiegazione tecnica (ad es. "i sogni sono solo il frutto delle nostre paure") oppure qualunquista (es: "i sogni sono solo sogni").

Nel complesso trovo che il racconto sia interessante e abbastanza sperimentale da incontrare il mio gusto ^_^ con qualche rimaneggiamento diventerebbe una vera bomba! ^_^

L'eco degli applausi
Ciao Andrea,
la delicatezza della tua storia mi ha toccato e coinvolto, ma anch'io sono dell'opinione che il modello biografia/cronaca non sia vincente in uno spazio così limitato.
Ti faccio comunque i complimenti, io non sarei mai riuscita a riassumere una vita così piena in 3.000 battute. Trovo che i migliori consigli possibili ti siano già stati dati, per ciò che mi riguarda mi auguro di leggere molto presto una versione 2.0 del tuo racconto! :)

1) Ilapa
2) Dormire, forse sognare
3) Copri-fuoco
4) L'eterna danza
5) Ice kiss
6) Sol invictus
7) Non sono più il tuo sogno
8) L'eco degli applausi
9) La seduta del venerdì
10) Storia di ordinaria alternanza veglia - sonno
11) Il mondo dipinto di sangue
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Re: Gruppo SHARDAN: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#13 » mercoledì 2 novembre 2016, 19:15

Ecco a voi la mia classifica. Domani o dopodomani arriverà anche la news ufficiale con la classifica finale del gruppo, i quattro finalisti e i sette che si aggiudicano punti rank d'Era!

1) Dormire, forse sognare, di Mario Pacchiarotti
Bello, davvero, molto. Il tema caratterizza il racconto fin dalle sue fondamenta e riesci a fare rimanere il lettore con la curiosità fino al finale assolutamente non banale, ottimamente reso. Poco altro da aggiungere, il racconto è equilibrato, controllato, originale, brillante. Pollice su senza alcun dubbio. Complimenti.
2) Copri-fuoco, di Raffaele Marra
Racconto che mi è piaciuto davvero tanto. Non ho avuto problemi con la verosimiglianza, la condizione in cui si trova il protagonista è estrema e questo porta ad appigliarsi al sogno. Se proprio devo puntare il dito verso un difetto: il finale. L'avrei lasciato lì, solo, sperduto, con la compagnia del quadro e di nemici ormai immaginare, andati, spariti... Tu però decidi di chiuderlo così e mi sta bene lo stesso, anche se si perde un pizzico di poesia, a mio avviso. Tema perfettamente centrato. Per me questo è un pollice su, c'è magia nell'immagine di lui che osserva il quadro da lontano credendolo una possibile compagna.
3) Ilapa, di Chiara Rufino
Bel lavoro. Sì, quella "fila indiana" va modificata e ci sono alcune d eufoniche, ma il tutto è ben controllato, equilibrato e chiaro. Non giochi a nascondere il sacrificio, pertanto è corretto che si intuisca presto. Entri bene nella bambina, è viva e riesci a creare empatia. Allo stesso tempo mantieni la giusta distanza dalla negatività del sacrificio umano, è percepibile che non lo giudichi, rimani neutra, scelta corretta. Al netto di quel paio di refusi, per me questo è un pollice su.
4) L’eterna danza, di Manuel Piredda
Punto il dito verso un problema che ho percepito e che non mi sembra sia stato ancora sollevato: cosa ci faceva, lui, in quel luogo proprio in quel momento? La lettura, pur decisamente gradevole, mi ha lasciato un retrogusto di dubbio e alla fine mi sono concentrato sul perché, perché tutto questo? Sono contro i deus ex machina e il fatto che cui, in certa parte, si manifesti, beh, è il motivo per non posso dare una valutazione alta al racconto. In più, il tema non mi sembra richiamato perfettamente in quanto non percepisco tenebra al termine del suo percorso, ma un padre amorevole che lo attende di fronte a un fuoco confortevole. Pollice ni che vorrebbe puntare verso l'alto, pertanto.
5) Il mondo dipinto di sangue, di Evandro Straccini
Devo dire che ciò che ti caratterizza è davvero una smisurata capacità di creare trame e personaggi, anche se spesso incappi in problemi relativi al fare rientrare il tutto in spazi determinati, ma mi sembra che tu stia migliorando mese dopo mese, in questo. Vero, l'infodump centrale è eccessivo, ma la sfida è trovare il modo per fare arrivare quelle informazioni diversamente, t'invito a provarci, magari aggiungendo qualche migliaio di caratteri al racconto, nel laboratorio. Mi piace la Contessa, mi piace il disegno malefico di Vlad, trovo gradevole l'intreccio, da fantascienza anni 60. Pollice ni che punta verso l'alto, per me.
6) Non sono più il tuo sogno, di Eleonora Rossetti
Sai che c'è? Il disagio lo narri e non lo costruisci, lo sottolinei e ancora e ancora nel tuo ripetere dei sogni della madre, ma il figlio non prende tridimensionalità e pertanto il lettore fatica a stabilire delle connessioni. Certo, la confezione è da tripla A, sei una penna di grande talento e in più anche in un momento di forma spettacolare, ma il fatto che anch'io, come altri, alla fine mi sia dovuto chiedere cosa non andasse direi che è sintomatico della presenza di un problema da rintracciare in un'errata strategia interna al racconto. Pollice ni che che vorrebbe puntare verso l'alto, questa volta.
7) Sol invictus, di Anna Maria Galluzzi
Molto bella l'immagine della dea che tende l'agguato all'umano reo di avere saltato il rito, trovo però che ci siano problemi sia nell'intro che nella conclusione. Ci porti in modo un pelo incerto dentro il racconto laddove da subito avresti dovuto spendere più parole sul SOL INVICTUS per fare risaltare ancora di più la sua colpa. Il finale fallisce proprio per l'assenza di una migliore partenza in quanto non mi sembra così incisiva la rivelazione della natura della sua mancata partecipazione e questo perché, appunto, non hai convogliato da subito tutta l'attenzione proprio lì. Pollice ni, insomma, ma il racconto ha un grande potenziale e non va abbandonato.
8) Storia di ordinaria alternanza veglia-sonno, di Marco Roncaccia
Parto dalla considerazione che senza sapere il tema, non ci sarei arrivato. Come altri non vedo ambiguità nel finale, anzi lo trovo normalizzante. Inoltre credo tu abbia dato troppa importanza all'episodio della Razzi perché porti il lettore a concentrare il tutto su quello. Lo trovo un discreto esercizio di stile, un allenamento di un autore talentuoso come sei, ma non penso che possa lasciare il segno in un lettore, almeno nella sua forma attuale. Pollice ni, questa volta.
9) Ice kiss, di Nicola Gambadoro
Cadi nel finale, anche piuttosto pesantemente. Non si capisce chi sia il tizio che apre la teca: potrebbe anche essere una creatura che in un'epoca in cui l'umanità s'è estinta è riuscita ad arrivare alle cellule criogeniche per cibarsene, tanto per dire. Sei rimasto a corto di caratteri e hai dovuto lasciare molto non detto e questo ha finito per danneggiare il resto del racconto, questa la mia idea. A questo punto sarebbe stato meglio rinunciare alla prima parte e fare uscire il tuo durante il suo lento risveglio, magari approfittandone per dare qualche indizio in più, strada facendo, sulla strana creatura (che so, dandosi un'occhiata intorno poteva leggere la data su una sorta di orologio e magari accorgersi di trovarsi in una sorta di cucina, pronto per essere sgusciato). Pollice ni al pelo pelo, per il momento, ma ti invito a una revisione seguendo il mio consiglio, credo che ne verrebbe fuori una figata.
10) L’eco degli applausi, di Andrea Crucitti
Un'immagine finale davvero molto bella che però è preceduta da una preparazione piuttosto fredda e soprattutta divisa per punti. Fece quello, poi quello, poi quell'altro e papapa... Racconti la sua vita, ma non ci trasmetti il suo sogno e la sua anima. E il tema... Non lo trovo. Il tuo è un messaggio di speranza, non di tenebra, che rimane solo un passaggio prima della rivelazione della vita che continua, imperterrita, poetica, meravigliosa. T'invito a riprenderlo proprio partendo dall'immagine finale e dal bellissimo consiglio di Puddu: mostraci una sola scena che valga per tutte, mostraci QUELLA scena. Pollice ni per il momento.

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