[V] Un buon padre [Roberto Romanelli]

Minuti Contati affronta il mese più caldo dell’anno decidendo di sperimentare la nuova formula TWO DAYS. Non più una sola data per partecipare, ma due: lunedì 20 e mercoledì 22 luglio sempre alle 21.00 e con quattro ore di tempo per scrivere racconti di massimo 3000 caratteri. Gli autori potranno decidere di cimentarsi nella sfida nella serata a loro più comoda e troveranno ad aspettarli due diversi temi. I racconti di lunedì e quelli di mercoledì verranno poi riuniti insieme e divisi in gruppi per la fase di confronto diretto fra gli scrittori che servirà a selezionare i migliori che verranno inviati alla Guest Star per essere giudicati e ordinati in quella che sarà la classifica finale. Dopo Dario Tonani, Matteo Di Giulio e Barbara Baraldi, Minuti Contati è lieta di annunciare che la Guest del mese di luglio sarà uno dei suoi Campioni: Roberto Bommarito.
Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

[V] Un buon padre [Roberto Romanelli]

Messaggio#1 » lunedì 20 luglio 2015, 23:45

Come si fa ad essere un buon padre? Io me lo sono chiesto spesso. Nel momento esatto in cui ho deciso che avrei voluto avere dei figli mi sono posto questa domanda.
Non è come mettersi davanti a un foglio, provare a scrivere una storia e poi, rileggendola, accorgersi che hai sprecato cosa? un paio di rami di un albero, qualche goccia di inchiostro e due ore del tuo tempo? Non importa, accartocci il tutto e via. No, non puoi farlo con un figlio. E' un casino trovare un bidone adatto. Te la immagini poi la signora delle pulizie la mattina dopo?
Allora cosa fai quando ti accorgi che un figlio è venuto su male? Quando tutto quello che gli hai insegnato l'ha usato al posto della carta igienica. Quando, sbattendo la porta, ti ha insultato in modi che avrebbero imbarazzato un rinoceronte?
Non fai niente. Lo lasci andare. Sperando che, anche se ha mandato te a quel paese, non faccia lo stesso con la vita.
E allora fai finta di dimenticarti di lui.
Hai altri figli a cui badare, non puoi rovinare la vita di tutti solo perché con uno non hai centrato il vaso e sei uscito fuori. Che vada a infilarsi nel bidone che preferisce.
E così credi che sia. Lui ha dimenticato te e tu hai fatto finta di dimenticare lui.
Poi un giorno torna a bussare alla tua porta. Si è infilato così a fondo nel culo del mondo che per tirarlo fuori faresti prima a passare dalla bocca che da dove è entrato lui.
E gli altri figli che ti guardano sgomenti sudare mentre lo tiri fuori. Mentre perdi quel poco di credibilità che ancora avevi per salvare quel figlio che, sì, ti è venuto male, ma che non puoi lasciare così a respirare merda. Anche se lo meriterebbe.
Poi ti giri, che ancora ti stai chiedendo come gli gratterai via quell'odore, e scopri che gli altri si stanno organizzando per farti dare l'infermità mentale.
Come si fa ad essere un buon padre? Io me lo continuo a chiedere. Perché la risposta me la possono dare solo i figli. Li metti al mondo, ce la metti tutta e … e poi vedi cosa hai combianto questa volta.
Dopotutto non ho mai conosciuto i miei genitori. Non ho mai avuto un esempio da imitare o meno. Ogni tanto mi chiedo anche se li ho mai avuti i genitori. Allora mi scopro la pancia a mi cerco l'ombelico. E continuo a farmi la stessa domanda.
Come si fa ad essere un buon padre? Non lo so. Sono almeno 6000 anni che ci provo. Qualcuno mi è riuscito meglio di altri, ma l'unica cosa che so è che, per quanto possano credere il contrario, non ne ho mai dimenticato nessuno.



alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Messaggio#2 » giovedì 23 luglio 2015, 21:26

UN BUON PADRE di Roberto Romanelli
La tua storia è una riflessione sulla paternità in generale. Il tuo protagonista l’ho visto come Dio, che crea i suoi figli dando loro il libero arbitrio e soffrendo per i loro tradimenti, ma lasciando sempre una porta aperta per la riconciliazione. Non ne ha mai dimenticato nessuno e anzi sembra amare proprio quello meno riuscito, che torna come il Figliol Prodigo quando meno se lo aspetta. Questo, nella parte finale (dove si vede anche la solitudine del creatore del padre divino, che non ha conosciuto i genitori, dunque non parte da nessun modello di riferimento). La prima sembrava più quella del tipico padre scrittore (vista anche la metafora della storia cancellata dal foglio e dall’atteggiamento degli altri figli, traditori a loro volta del padre, che vorrebbero interdire).

alberto.priora
Messaggi: 23

Messaggio#3 » venerdì 24 luglio 2015, 22:18

Ciao. Sono un poco spiazzato dal racconto. Anche rileggendolo non sono sicuro di dove vuole arrivare. Vuole svolgersi su vari livelli: uno più pratico (all’inizio pensavo che fosse una storia realistica), la parabola e poi passa al mistico o alla fantascienza, ma malgrado il lungo monologo alla fine non mi ha lasciato molto, forse anche perché tende a ripetere un unico concetto. Forse è stata una questione di tempo rimanente (poco) per far quadrare il tutto. Sul piano “parabola” si possono mettere molte cose da interpretare, ma non tutte mi filano (avrebbe un solo figlio perduto? È l’angelo caduto?). Non so. Anche la storia dei 6000 anni mi lascia perplesso; capisco da dove arrivi il concetto, ma prima era assente? I figli li aveva già fatti.
A livello di tema poi non è che si tratti proprio di un figlio dimenticato, perché ne parla fin troppo e mi pare che lo abbia sempre nei suoi pensieri.
Forse concettualmente puntava troppo in alto per quello che poi era possibile realizzare.

Avatar utente
eleonora.rossetti
Messaggi: 553

Messaggio#4 » lunedì 27 luglio 2015, 11:19

Ciao Roberto,

una lunga riflessione, la tua, e ammetto che sono un po' rimbalzata tra i concetti. Prima mi sembrava di aver a che fare con un umano (anche io ho pensato a uno scrittore, lo ammetto), e sul finale mi spiazzi. Forse una sorpresa poco annunciata che non mi colpisce come avrei voluto. Avrei preferito un po' di fatti anziché un lungo monologo, ma è questione di gusti.

Sul tema, più che figlio dimenticato mi sembra "padre dimenticato", perché comunque lui non lo dimentica (fa solo finta) e anzi, si fa in quattro a cercare di tirarlo dalla me**a in cui si è cacciato.

Buono lo stile, e belle le frasi "che si scelga il bidone" e quella del buco del c**o, sono d'effetto. :)
Uccidi scrivendo.

Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

Messaggio#5 » lunedì 27 luglio 2015, 16:32

Ciao, confermo che le intenzioni erano quelle rimarcate da Eleonora. Tirando fuori la storia dello scrittore volevo che pensaste che si trattasse di un monologo "umano" (già che siamo così sensibili all'argomento srittori).

Il figliol prodigo è uno dei fatti che ho deciso di usare. Avrei potuto citarne altri, ma rischiavo di esporre troppo la vera natura del protagonista.

Per quanto riguarda il tema lo ammetto... ci si attacca per i peli delle gambe... volevo evitare di rifugiarmi in una storia melensa o drammatica. E' un padre che vorrebbe dimenticarsi dei figli ma non ce la può fare... in effetti ho tirato troppo il tema e ha fatto il giro!

PS: per quanto riguarda i 6000 anni ho cercato su google  l'età dell'uomo secondo la bibbia e quello è il primo risultato ch eho trovato... non pretenderete pure ricerche approfondite col poco tempo che abbiamo...

Avatar utente
maria rosaria
Messaggi: 687

Messaggio#6 » martedì 28 luglio 2015, 19:12

Ciao, Roberto.
Anche in questo racconto un finale a sorpresa ha aggiunto piacere a quello che già la lettura iniziale mi aveva procurato.
Il flusso di coscienza di un padre che si pone gli interrogativi che qualsiasi genitore amorevole e scrupoloso si pone. Il tuo, poi, è un padre veramente particolare. :)
Unico appunto: il tema (Figli dimenticati) non mi è sembrato del tutto centrato, visto che i figli del racconto non sembrano affatto dimenticati. Anzi.
In bocca al lupo! 
Maria Rosaria

Avatar utente
raffaele.marra
Messaggi: 397

Messaggio#7 » giovedì 30 luglio 2015, 8:38

Un lungo monologo che si sviluppa come un sincero flusso di coscienza, un cinico sfogo di un uomo disincantato ma non del tutto rassegnato. Ottimo il finale a sorpresa che rivela, o per lo meno suggerisce l’identità del protagonista, elevando notevolmente il livello della storia e dimostrando, proprio nel contrasto tra la divinità del personaggio e la prosaicità dei suoi pensieri l’originalità del pezzo.

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Messaggio#8 » giovedì 30 luglio 2015, 17:33

Ciao Roberto, trovo difficile giudicare il tuo racconto. Non vedo una trana, una vicenda da seguire. Mi sembra più che altro un lungo ragionamento a tratti piuttosto ingarbugliato e difficile da seguire.
La frase “Quando, sbattendo la porta, ti ha insultato in modi che avrebbero imbarazzato un rinoceronte?” mi ha fatto storcere il naso, m’è parsa un po’ ridicola e, scusa se mi permetto, involontariamente comica.
La sorpresa il finale porta ilracconto su un diverso livello: chi è veramente il narratore? Non Dio, credo, che 6000 anni sono pochini per l’apparizione del suo primo figlio sulla terra. Perciò, chi sarà mai?
Forse le ultime tre righe contengono un embrione di idea che, se ben sviluppata potrebbe risultare molto interessante.

Avatar utente
ceranu
Messaggi: 738

Messaggio#9 » giovedì 30 luglio 2015, 22:41

Ciao Roberto, piacere di leggerti.
Un lungo monologo di Dio (che dovrebbe avere qualche anno in più) non è di certo una novità. Usi la parabola del figliol prodigo, ma lo fai slegandola dal contesto.
Il pensiero di Dio è molto forte, usa termini che probabilmente dovrebbero umanizzarlo, ma lo fanno male. Manca completamente l'ambientazione, il contesto e gli eventi. È un racconto che non necessitava di Dio, anzi questa cosa lo fa slittare in basso.
Per parlare di Lui avresti dovuto essere più ironico.
A rileggerci.

Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

Messaggio#10 » venerdì 31 luglio 2015, 13:43

Ciao,

 

grazie per i commenti (anche se eravate obbligati a farli). Vedo che molti problemi di interpretazione del racconto sono dovuti alla datazione, recuperata su internet senza fare troppe ricerche. Ho chiesto a un mio amico che studia la bibbia ed, in effetti, il periodo dell'uomo secondo la bibbia si può stimare, a seconda delle varie interpretazioni, tra i 6000 e i 20000 anni. Lui, personalmente, propende per i 15000.

I motivi per identificare Dio come fonte dello "sfogo/monologo", perché tale è il racconto, dovrebbero essere tre: l'età a cui ha iniziato ad avere figli, l'assenza dei genitori e l'accenno alla parabola del figliol prodigo (ma questo ultimo solo con il "senno di poi"). Visto che alcuni di voi si sono trovati spiazziati però dovevo probabilmente essere più esplicito.

@Nappo. Sono contento che quella frase ti abbia spiazzato, ma l'intento era proprio quello:f ar sorridere con una frase volutamente comica... Solo che a quanto pare per te è stata una cosa negativa. Questo non era nei miei piani.

@Ceranu. Trovo un po' insensata la necessità di "ambientazione e contesto" data come premessa quella di uno sfogo/monologo, così come affermare che il racconto non necessitasse di Dio. Il fulcro è proprio far pensare fino alla fine che sia un uomo a parlare, con riferimenti allo scrivere una storia (e Dio ne ha scritte tante) e usando un linguaggio che non ci si aspetterebbe da Lui. Senza Dio sarebbe "solo" lo sfogo di un padre, anzianotto, ma senza originalità (per quanto anche il monologo di Dio non sembra sia originale) per il tema proposto (che ho comunque forzato parecchio).
Da quanto scrivi mi pare che tu avessi capito che il protagonista fosse Dio già prima delle ultime righe. Solo così riesco a dare un significato al fatto che lo abbia "umanizzato" male. Un esempio per capire dove ho sbagliato è graditissimo.
Mi permetto inoltre di farti notare che non ho mai scritto che quella fosse l'età di Dio, ma solo quella da quando ha deciso di diventare padre e che nella tua ultima frase hai coniugato il verbo sbagliato: Per parlare di Lui avrei preferito fossi più ironico.

 

Avatar utente
ceranu
Messaggi: 738

Messaggio#11 » venerdì 31 luglio 2015, 15:58

Ciao.
Solo in questa edizione hai un altro racconto che parla di Dio e un altro che rivede la Genesi, in più potresti chiedere a Raffaele che, se non sbaglio, l'anno scorso a proposto un dialogo tra Dio e il Diavolo. Sempre l'anno scorso abbiamo avuto almeno altri due racconti che parlavano di lui, quindi mi permetto di dire che è un argomento abusato.
Sì, avevo capito che si parlava di Di dalla terza riga, forse è stata solo un intuizione, forse fortuna, ma il risultato non cambia.
La datazione è fondamentale perché è un prima persna, e se tu non sai quando sei nato hai dei problemi. Anche l'accenno al fatto di non sapere se ha avuto dei genitori mi sembra poco forte, lui è onnipotente.
La mancanza di ambientazione l'ho trovata solo un mezzuccio per tenere nascosta l'identità del protagonista.
Mi scuso anticipatamente per eventuali errori ortografici nel commento e ti prego, eventualmente, di segnalarmeli. Grazie! :)

Omaima Arwen
Messaggi: 45

Messaggio#12 » venerdì 31 luglio 2015, 21:09

Ciao Roberto.
Il tema che hai scritto non mi sembra molto centrato, in quanto i figli del tuo racconto non sembrano essere stati dimenticati.
Forse la mancanza di vicende e ambientazioni, fanno risultare il racconto un po' difficile da seguire. Ma comunque bella l'idea di scrivere un lungo insieme di ragionamenti e pensieri. Fantastico il finale a sorpresa che rivela suggerimenti sulla vera identità del protagonista.

Avatar utente
antico
Messaggi: 7171

Messaggio#13 » domenica 2 agosto 2015, 18:36

Usi la figura di Dio per imbastire una riflessione sull'essere padre. Positivo il fatto che riesci a celare bene la natura del tuo protagonista, poco elegante il riferimento ai 6000 anni, credo si possa trovare di meglio per disvelarlo. Il tema è centrato, ma mi sembra che il tutto vada un pelo in loop nel momento in cui decide di recuperarlo, il figlio. Ecco, in quel punto anche la riflessione si accartoccia su se stessa e si appesantisce. In fase di revisione interverrei proprio lì. Per il momento il pollice sta sul NI, anche se rispetto ad altri NI di questo gruppo è poco più su.

Torna a “69ª Edizione – 4ª della 4ª Era – Two Days Edition Starring Roberto Bommarito”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 1 ospite