[V] VECCHIO BASTARDO di Fernando Nappo

Minuti Contati affronta il mese più caldo dell’anno decidendo di sperimentare la nuova formula TWO DAYS. Non più una sola data per partecipare, ma due: lunedì 20 e mercoledì 22 luglio sempre alle 21.00 e con quattro ore di tempo per scrivere racconti di massimo 3000 caratteri. Gli autori potranno decidere di cimentarsi nella sfida nella serata a loro più comoda e troveranno ad aspettarli due diversi temi. I racconti di lunedì e quelli di mercoledì verranno poi riuniti insieme e divisi in gruppi per la fase di confronto diretto fra gli scrittori che servirà a selezionare i migliori che verranno inviati alla Guest Star per essere giudicati e ordinati in quella che sarà la classifica finale. Dopo Dario Tonani, Matteo Di Giulio e Barbara Baraldi, Minuti Contati è lieta di annunciare che la Guest del mese di luglio sarà uno dei suoi Campioni: Roberto Bommarito.
Fernando Nappo
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[V] VECCHIO BASTARDO di Fernando Nappo

Messaggio#1 » martedì 21 luglio 2015, 0:08

Il vecchio bastardo apre gli occhi e mi vede. «Cosa ci fai ancora qui? T’ho già detto che non ti voglio vedere.»
Ormai ridotta a una velina, la pelle sul viso lascia intravvedere la ragnatela bluastra delle vene.
«Non ti libererai facilmente di me» rispondo. «Questa volta non puoi.»
Allunga una mano nodosa, tasta il matersasso in cerca del pulsante per chiamare gli infermieri.
Mi alzo e lo precedo.
«Ho ottenuto un permesso dal direttore della clinica. Posso venirti a trovare tutte le volte che voglio e rimanerti accanto finché sarà necessario.»
Un tremore sulle sue labbra: la mia presenza gli pesa. Come speravo.
«Qui mi seguono bene, non ho bisogno...
«Io non ti abbandonerò... papà.» Enfatizzo l’ultima parola, come fosse la più importante che un uomo possa pronunciare. Chiude gli occhi; nonostante l’apparente dolcezza, la frase lo colpisce come un maglio.
«Vuoi sapere perché, vero? Vuoi sapere perché me ne sono andato?»
Lo guardo e non rispondo. Lo so già il perché. Perché sei un bastardo, perché non l’avresti fatto, altrimenti. Il resto non conta.
«Mamma non ti ha mai perdonato» dico. «Mi ha fatto giurare che te l’avrei riferito, se mai t’avessi ritrovato.»
«Non ho bisogno del perdono di tua madre, nè del tuo, nè di quello di nessun altro. So bene cosa ho fatto e perché...»
Tossisce, un paio di colpi che lo lasciano senza fiato.
Mi alzo e controllo che le cannule per l’ossigeno siano al loro posto.
«Perché non te ne vai, eh? Perché non mi lasci crepare in santa pace?
Non rispondo e passo a controllare la flebo.
«Chiudila» mi dice. «Facciamola finita.»
Già, sarebbe facile per te vero? Pochi minuti e addio passato, addio sensi di colpa, addio a me. Ancora una volta. No, mi dispiace ma questa volta non funziona così.
«Il flusso è costante, come s’è raccomandato l’infermiere. Lo sai: voglio che tu viva il più a lungo possibile, per quanto le tue condizioni lo permetteranno.» Mi faccio più vicino. «Passeremo molto tempo insieme, d’ora in poi»
Un altro accesso di tosse lo squassa. Un macchinario emette un lieve fischio.
Un infermiere entra nella stanza e mi si avvicina. «Dovrebbe uscire un attimo, grazie» dice.
Guardo il vecchio bastardo e gli faccio l’occhiolino. «Tranquillo papà, torno subito.»
Faccio un cenno all’infermiere che ricambia con un sorriso. «Se tutti i figli fossero come lei...»
Mi avvio verso il corridoio, soddisfatto.
Crepa, vecchio bastardo, ma crepa lentamente, così da dover sopportare la mia presenza quanto più a lungo possibile, perché, stanne certo, io non ti mollerò fino a quando non ti avrò visto tirare le cuoia.



alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Messaggio#2 » giovedì 23 luglio 2015, 21:35

UN VECCHIO BASTARDO di Fernando Nappo
Mi piace questo confronto padre –figlio. A quanto pare, non si sfugge dai figli anche se si è bastardi dentro, come si evince vedendo il padre, granitico nonostante la malattia e l’aspetto da maschera mortuaria che gli dai. La storia incuriosisce: come mai è scappato dalla moglie e dal figlio? Forse, anche loro non sono poi tanto angelici. Ci deve essere una grande ipocrisia (la si vede dalla capacità del figlio di fingersi amorevole con il padre fino a guadagnarsi il complimento dell’infermiere). L’insieme mi ricorda “Groviglio di vipere” di François Mauriac.
Refuso: matersasso per materasso

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Vastatio
Messaggi: 621

Messaggio#3 » venerdì 24 luglio 2015, 21:54

Ciao, non so se fosse voluto ma mi sono trovato a patteggiare per il "vecchio bastardo" piuttosto ch eper il figlio abbandonato. Per quanto possa essere più che comprensibile il livore del figlio che decide di attuare questa vendetta nei confronti del padre che ha abbandonato lui e la madre non ci sono indizi per odiare realmente il padre. Anzi lui è pienamente consapevole del perché ha fatto quella scelta. Non sembra pentirsene, e questo lo rende sicuramente un bastardo, ma... tale padre e tale figlio. tremila caratteri che volano senza intoppi.

alberto.priora
Messaggi: 23

Messaggio#4 » venerdì 24 luglio 2015, 22:06

Ciao. Il tema del figlio dimenticato c’è, anche se verte più su di un figlio “abbandonato”. Non sono convintissimo del risultato, forse perché la figura del figlio mi irrita un pochino (alla fine si rivela bastardo quanto il padre con tempo a disposizione che decide di usare male, ma non so se sia un effetti voluto nello scrivere il racconto) e forse il fatto che sia tutto basato su di un prolungato botta e risposta distrae.
Il ritmo non è male, le dinamiche chiare, ma mi sembra una costruzione un poco artificiosa attorno a un qualcosa che stenta a esserci
Varie
Matersasso (refuso); nè (refuso)

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eleonora.rossetti
Messaggi: 553

Messaggio#5 » lunedì 27 luglio 2015, 12:11

Ciao Fernando. Una cruda vendetta di un figlio dimenticato (nel senso di abbandonato, madre compresa) che ha come obiettivo quello di rendere gli ultimi giorni/mesi del padre un autentico supplizio. Devo confessare che non ho provato molta empatia per il protagonista, anche perché alla fine si dimostra ancora più bastardo del genitore (ce l'hanno nella genetica, forse..?) e il fatto che non voglia neanche sentire le ragioni del padre mi fa un po' parteggiare per quest'ultimo. Non so se era quello il tuo scopo, ma credo dipenda dalla sensibilità di chi legge. Magari era meglio dare qualche indizio in più per giustificare questo astio così profondo, a partire dalla condizione sua e della madre dopo l'abbandono.

 

Buono lo stile, i refusi che ho notato te li hanno segnalati poco sopra ;)
Uccidi scrivendo.

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maria rosaria
Messaggi: 687

Messaggio#6 » martedì 28 luglio 2015, 19:13

Ciao, Fernando.
Anche qui un padre “cattivo” ha lasciato moglie e figli. Idea non originalissima che sembra ripetersi per questo tema dei Figli Dimenticati.
Ad ogni modo il racconto è scritto molto bene, anche qui la lettura corre via senza intoppi, le scene sono ben descritte, così come pure i personaggi. C’è poi un crescendo di tensione che hai saputo creare e che mi ha fatto a un certo punto pensare: “e ora che accadrà al povero vecchio?”.
Eh sì, perché alla fine questo padre, malato, in un letto di ospedale a me ha fatto un po’ pena.
In bocca al lupo!
Maria Rosaria

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raffaele.marra
Messaggi: 397

Messaggio#7 » giovedì 30 luglio 2015, 8:44

Diretto e schietto, senza ipocrisie e buonismi, senza censure e ripensamenti. Un ottimo racconto che ha il coraggio di portare fino in fondo (e oltre) un concetto scomodo e terribile senza cercare in qualche modo di salvare il mondo con un lieto fine che avrebbe precipitato vorticosamente la qualità della vicenda. Invece il bello di questo racconto è proprio nella coerenza di un sentimento negativo, perfettamente trasmesso al lettore e ancora più terribile perché non se ne conoscono le vere motivazioni. Complimenti.

 

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ceranu
Messaggi: 738

Messaggio#8 » giovedì 30 luglio 2015, 22:41

Ciao Fernando.
Stile ottimo e buona idea. Forse manca qualcosa che scuota il lettore. Parti imbastardito e così finisci. Magari potevi far dare un colpo di coda al bastardo, che così avrebbe destabilizzato il figlio e avrebbe reso più interessante la lettura, ma già così è un buon lavoro. C'è qualche refuso, ma nel complesso è un buon lavoro. Bella l'immagine dell'infermiera che si congratula con lui. Poco credibile il fatto che il padre non chieda ai medici di bloccare le visite, ma forse a lui non dispiaceva così tanto avere il figlio lì.
Ciao e alla prossima

Omaima Arwen
Messaggi: 45

Messaggio#9 » venerdì 31 luglio 2015, 21:44

Ciao Fernando Nappo,
Il tuo racconto è attinente al tema del figlio dimenticato, anche se più che dimenticato sembra abbandonato.
Buono lo stile di scrittura, la lettura è risultata chiara e scorrevole; e le scene e i personaggi sono ben descritti.
Nel complesso un buon racconto, con ottime idee. Molto bello, complimenti!

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antico
Messaggi: 7171

Messaggio#10 » domenica 2 agosto 2015, 18:45

Mi è rimasto il dubbio e la voglia di sapere perché il padre ha abbandonato la sua famiglia, per come hai impostato quel punto sembrava quasi ci fosse sotto qualcosa, una verità che, nonostante tutto, lui ha deciso di tenere segreta al figlio. Ecco, quello è il problema del racconto: seminare qualcosa che poi non arriva, lasciare "letteralmente" con un senso di vuoto il lettore. Detto questo, il tema è rispettato e i dialoghi efficaci. Manca quel colpo finale per ribaltare la situazione. Per me pollice NI, anche se più su rispetto ad altri del gruppo.

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