[S] L'ultimo respiro (di Valter Carignano)

Minuti Contati affronta il mese più caldo dell’anno decidendo di sperimentare la nuova formula TWO DAYS. Non più una sola data per partecipare, ma due: lunedì 20 e mercoledì 22 luglio sempre alle 21.00 e con quattro ore di tempo per scrivere racconti di massimo 3000 caratteri. Gli autori potranno decidere di cimentarsi nella sfida nella serata a loro più comoda e troveranno ad aspettarli due diversi temi. I racconti di lunedì e quelli di mercoledì verranno poi riuniti insieme e divisi in gruppi per la fase di confronto diretto fra gli scrittori che servirà a selezionare i migliori che verranno inviati alla Guest Star per essere giudicati e ordinati in quella che sarà la classifica finale. Dopo Dario Tonani, Matteo Di Giulio e Barbara Baraldi, Minuti Contati è lieta di annunciare che la Guest del mese di luglio sarà uno dei suoi Campioni: Roberto Bommarito.
valter_carignano
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[S] L'ultimo respiro (di Valter Carignano)

Messaggio#1 » martedì 21 luglio 2015, 0:14

Il primo a morire fu Pan.
Era da qualche giorno soltanto cominciata la primavera, e così avvenne che lo trovasse Persefone, mentre vagava per le campagne dando loro vita. Inizialmente credette che il fauno le stesse giocando uno dei suoi tiri per farla avvicinare e metterle le mani addosso. Perché no? Dopo sei mesi sottoterra, non le sarebbe dispiaciuto.
Si sciolse la veste e nuda si avvicinò all’albero da cui spuntavano le zampe di Pan, appena illuminate da Eos, l’Aurora, che faceva capolino attraverso le chiome frondose. Per scherzo gli tirò gli zoccoli, e il cadavere di Pan rovinò a terra. Era come irrigidito, improvvisamente invecchiato, rinsecchito. Il suo flauto era poco più in là,  scheggiato, come se la morte l’avesse colto mentre suonava.
Persefone sbarrò gli occhi e li alzò in cerca d’aiuto verso Elios, il Sole, che proprio in quel momento stava levandosi alto sul suo carro fiammeggiante. Poi la vita abbandonò anche lei.
Immediatamente Elios col suo sguardo cui nulla e nessuno potevano celarsi trovò Ermes, e in un attimo lo informò di quanto era successo perché portasse a tutti la notizia. Il dio barbuto esitò un istante, indeciso se recare il messaggio o cercare di usare le sue doti di guaritore per soccorrere suo figlio e sua sorella, e così morì insieme a Elios, Selene ed Eos.
Ma una tale notizia non aveva bisogno di messaggeri, perché ovunque gli dei morivano.
Apollo e Dioniso chiesero aiuto ad Ade e Poseidone e insieme cercarono scampo oltre il mare, oltre le Colonne d’Ercole, oltre le stesse Isole dei Beati. Ma gli zoccoli dello Scuotitore di Terra non poterono proteggerli, né lo poterono i poteri degli Inferi.
Cerbero spirò uggiolando fra le braccia e le lacrime di Caronte, pronto per traghettare impassibile se stesso verso la morte ma non per assistere agli ultimi istanti del cane fedele. Efesto, indipendente fino all’ultimo, baciò per un’ultima volta Afrodite e si gettò lui stesso nella propria fornace. La dea strinse il figlioletto Eros al seno, e insieme resero l’anima.

Al tramonto, rimanevano soltanto Zeus ed Era.
- Addio, moglie mia. Ti ho sempre amato… - disse lui con un filo di voce, mentre ancora stava aggrappato alla vita, benché vecchio oltre ogni dire.
- Mi hai amato, ma non mi sei mai stato fedele… e tuttavia anch’io ti ho sempre amato. - rispose lei guardandolo con i grandi occhi.
Improvvisamente, giunse Eracle: - Padre! Nobile Era! Quale prodigio è questo? Sono…sono tutti morti! Ch’io possa vendicarvi e togliere mille vite a chi vi ha fatto questo! -
- Allora dovresti uccidere tutti gli uomini, buon Eracle, e tu stesso sei vivo soltanto in quanto nato umano. - gli disse Era - Gli uomini ci chiamavano padri e madri, si affidavano a noi, ma furono loro a crearci con le loro speranze, timori, desideri. Eravamo i loro figli, ed essi non lo sapevano. Oggi è morto un vecchio pazzo, l’unico che ancora credeva in noi. E noi, figli dimenticati, a nostra volta moriamo. -
Zeus ed Era si presero per mano ed esalarono l’ultimo respiro.



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Flavia Imperi
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Messaggio#2 » giovedì 23 luglio 2015, 21:55

Ciao Valter!

Mi è piaciuta molto la storia, vagamente alla Neil Gaiman, gli dei come figli dimenticati da coloro che li hanno in qualche modo creati. La prima parte l’ho trovata poco scorrevole però, va bene uno stile vagamente aulico, ma deve sempre essere letto senza intoppi, ad es. “era da qualche giorno soltanto cominciata”…non fila come frase, meglio frasi più semplici, con magari qualche termine aulico qui e lì per evocare l’ambientazione mitologica.
Siamo storie di storie

Simone Cassia
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Messaggio#3 » venerdì 24 luglio 2015, 23:56

Ciao Valter,
racconto originale, con una variazione sul tema ben declinata. Forse risulta un po’ superfluo esporlo letteralmente dalla bocca di Era (parlo giusto dell’inciso “figli dimenticati”, non di tutto il discorso che è pertinente e necessario).
La sintassi è particolare e non mi dispiace affatto salvo poi qualche caduta come su:
“Perché no? Dopo sei mesi sottoterra, non le sarebbe dispiaciuto.”
Forse cercavi di alleggerire il contesto ma, a parer mio, non era necessario. La forza del racconto sta nell’essere marcatamente differente.
Citare i patronati delle divinità è stata una mossa saggia che con poco evita al lettore di doversi armare di enciclopedia .
Nel complesso un buon lavoro. Bene.

Alice Gibellini
Messaggi: 28

Messaggio#4 » sabato 25 luglio 2015, 0:16

Decisamente originale l’approccio al tema, anche se fatico a rappresentarmi gli Dei come “figli”. Lo stile è corretto, anche se un’approfondita conoscenza della mitologia greca sicuramente aiuta la comprensione del tutto. La storia mi è piaciuta ma non riesco a collegarla al tema, per quanto scritto all’inizio. Un appunto puramente formale relativo alla punteggiatura nei dialoghi:
- [...]tuttavia anch’io ti ho sempre amato. – rispose lei.
Se metti un punto dopo “amato” la prima lettera di “rispose” dev’essere maiuscola. Stessa regola vale per la frase:
– [...] e tu stesso sei vivo soltanto in quanto nato umano. – gli disse Era.

valter_carignano
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Messaggio#5 » sabato 25 luglio 2015, 10:33

Grazie a tutti.

Pensavo di fare un ringraziamento unico alla fine di tutti i commenti, ma poi ho pensato che poteva risultare scortese e quindi comincio a ringraziare per la loro opinione chi ha postato sino ad ora.

Non risponderò a ognuno, non per scortesia ma perché credo che ognuno giustamente esprima la propria opinione in base al proprio gusto, al proprio vissuto esperienziale, alla propria particolare cultura (in senso antropologico) e strumenti tecnici. Si tratta di punti di vista diversi, da accettare così come sono e su cui meditare, a prescindere dal fatto che si sia d'accordo o sembrino fuori luogo. Inoltre, nei commenti di altri ad altri racconti ho visto nascere liti anche abbastanza aspre, e pur non avendo assolutamente intenzione di scatenarne io non voglio correre il rischio.

Solo una cosa vorrei dire a Simone, non perché sia in contrasto con la sua 'recensione' - è buona, perché dovrei lamentarmi :-)? - ma per dare qualche informazione in più. L'inciso 'figli dimenticati' l'ho scritto perché ho pensato che il racconto potesse in futuro forse avere una destinazione diversa rispetto al concorso, e che quindi il lettore non conoscesse il 'tema'. Forse ho sbagliato.

Invece, riguardo all'altra frase da te citata, posso soltanto dire che gli studiosi di storia delle religioni cui mi sento per varie ragioni più vicino sono fra gli altri quelli di scuola francese, secondo i quali i greci erano molto meno 'greci' (nel senso di ordinati, filosofi, razionali, 'educati') di quanto altre scuole di pensiero ritengano. E conseguentemente lo erano anche i loro dei. Da cui il pensiero di Persefone, che mal sopportava (pur essendoselo cercato volutamente, ma qui il discorso diverrebbe davvero troppo lungo) il periodo dell'anno passato negli Inferi.

Grazie ancora a tutti.

luca.pagnini
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Messaggio#6 » giovedì 30 luglio 2015, 16:41

Ciao Valter!

Il racconto è scritto molto bene, però a mio parere ha due limiti, il primo non è di per sé importante e sarebbe la mancanza di originalità, il secondo invece è determinante ed è l'elencazione piatta con cui vengono eliminati, ad uno ad uno, tutti gli Dei senza coinvolgere il lettore in ciò che sta accadendo. In pratica alla fine mi pare di aver letto solo un mini riassunto sull'Olimpo, utile per imparare un po' di mitologia, ma anche noioso. Molto più interessante e coinvolgente, per me, sarebbe stato se la stessa storia si fosse svelata pian piano, magari con qualche personaggio in meno e, soprattutto, con qualche azione in più, come hai fatto all'inizio con Pan. Butto lì a mo' di esempio: Ares che muore davvero in un duello, oppure Artemide in una battuta al cinghiale, Afrodite in un baccanale. E' vero che i caratteri sono pochi, però così la storia è veramente compressa nell'inizio e nell'ultima frase di Zeus, con tutto il resto a semplice elenco tipo pagina dei necrologi. Niente da dire da dire sullo stile, la lettura scorre sempre bene. Tema preso e affondato.

Alla prossima!

Damiano Garofalo
Messaggi: 15

Messaggio#7 » giovedì 30 luglio 2015, 17:12

Ciao Valter,
il tuo racconto mi ha particolarmente colpito. L’idea di abbinare gli dei del pantheon della mitologia greca a frutto delle credenze umane e come tali destinati a svanire alla cessazione del credo stesso è alquanto simbolica. Non eccessivamente originale, ma molto ben elaborata. Friziona forse la figura di Eracle stesso, che pur essendo umano nasce da quella stessa mitologia di cui dovrebbe esserne vittima all’oblio del credo.

In quanto allo stile, direi che non ho appunti da fare, lo stile aulico associato alla mitologia classica non stona a mio avviso, ma la caratterizza ulteriormente.

Ottimo elaborato.

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invernomuto
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Messaggio#8 » giovedì 30 luglio 2015, 22:22

Ciao Valter!
Buona sovversione del concetto delle divinità, che da entità genitrici diventano invece entità generate e di conseguenza "figli".
Ottima anche la padronanza di linguaggio e la scelta di uno stile aulico e alto che aiuta il lettore a calarsi meglio nella storia.
Trovo anche io, come Luca Pagnini, che la storia tenda a essere leggermente troppo compressa (complice anche il conto caratteri tiranno) e che affidare la rivelazione della morte di una divinità a scene più d'impatto avrebbe aggiunto del pepe alla composizione.
Un'ottima prova, in ogni caso, che ha centrato in pieno l'obiettivo. Complimenti.

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antico
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Messaggio#9 » domenica 2 agosto 2015, 15:44

Benvenuto a Minuti Contati! Una buona prova minata in parte dalla sua stessa struttura, a eliminazione. Sembra un elenco di caduti e una volta capito il giochino diviene presto poco intrigante. Non benissimo il finale con la spiegazione quasi forzata di quanto sta accadendo, si poteva senz'altro trovare una via meno diretta e, forse, elegante. Detto questo, il giudizio è senz'altro positivo, direi un pollice tendente all'alto anche per te.

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