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[V] Operazione Urlo

Inviato: martedì 21 luglio 2015, 0:27
da ceranu

Operazione Urlo
di
Francesco Nucera



«Pronti?»
La voce di “Marrakech” colse impreparato Gino. Il suo cuore saltò un battito; pigiò l'auricolare più a fondo e deglutì: «“J-Ax” in posizione» disse d'un fiato. Aveva paura, ma lo stavano facendo per una giusta causa.
«”Fedez” pronto.»
«Buona anche per “Emis.”»
«“Moreno” presente.»
Gino scoppiò a ridere, così come gli altri.
«Perché ridete? Anche Moreno è un rapper.»
«Certo. Però la prossima volta facciamo i calciatori e tu fai Ranocchia» disse Emis.
«Basta ragazzi, ora parte il silenzio radio. Dichiaro aperta la missione “Urlo”.» La voce di Marrakech sovrastò gli schiamazzi.
Il silenzio riportò Gino alla realtà. Si passò una mano sulla fronte, espirò e corse in strada. Attraversò un parchetto e andò verso dei palazzoni. A ogni passo le bombolette che trasportava si scontravano fra di loro provocando un tintinnio insopportabile. Sfilò una spallina dello zaino, lo portò davanti e lo abbracciò. Non voleva attirare l'attenzione dei due puscher che battevano quella zona.
Arrivò al suo primo obbiettivo; le luci delle case erano spente. Si fregò le mani, controllò che nessuno lo stesse guardando e si infilò la mascherina. Il getto nero impregnò la facciata fatiscente. Pochi tratti sicuri e il lavoro era compiuto. Fece un passo indietro e lesse ad alta voce: «NO EXPO!» Sorrise e corse via; doveva farne altre nove quella notte.
 
«Non capisco cosa vogliate da me!» disse Gino entrando in caserma.
Il carabiniere, che l'aveva prelevato sotto casa, sorrise e gli indicò la sala d'aspetto dove Marrakech, Fedez e Emis erano seduti a testa bassa. Li avevano beccati.
Si aprì una porta, un uomo in divisa uscì e li squadrò. «Venite dentro» disse.
I ragazzi si scambiarono delle occhiate preoccupate, ma nessuno di loro parlò.
Gino entrò per ultimo, alzò lo sguardo e il fiato gli morì in gola; Moreno era già lì. Aveva le mani tra i capelli, gli occhi arrossati dal pianto e continuava a scuotere la testa.
«Non fatevi strane idee. La sua unica colpa è stata quella di postare su facebook un selfie con il cassonetto che bruciava.» Il carabiniere girò attorno alla scrivania e si sedette. «Il resto l'ha fatto WhatsApp. Non è stata una grande idea usarlo per organizzarvi.»
Fedez tirò una gomitata a Marrakech che fece spallucce.
«Però una cosa dovete dirmela. Voi non vi conoscete e frequentate ambienti diversi. C'è un universitario, un iscritto a un centro sociale, uno a Casa Pound... Perché vi siete messi a distruggere Gratosoglio?»
I ragazzi si voltarono verso Gino che annuì. Ormai non c'era molto da tenere nascosto.
«Il quartiere era già devastato, noi abbiamo solo migliorato la situazione» disse andando alla finestra. «Domani mattina la gente si indignerà e i Tg si ricorderanno di questa periferia. Noi pagheremo una multa, ma ne sarà valsa la pena perché il “Grato” tornerà a vivere.»


Inviato: giovedì 23 luglio 2015, 22:03
da alexandra.fischer
OPERAZIONE URLO di Francesco Nucera
I tuoi protagonisti hanno nomi da rapper molto grintosi: Marrakesch, J-Ax , Emis, Fedez e c’è anche un Moreno-Gino altrettanto coraggioso. La loro protesta con il bombing (la scritta “NO EXPO”) e anche il selfie di Moreno con il cassonetto che brucia postato su WhatsApp mostrano la loro volontà di far rivivere la loro zona, dimenticata nell’era del villaggio globale, simboleggiata dal grande e dispersivo Expo (io vedo così la loro protesta). Per loro, il quartiere di Grattasoglio è il nido, la casa, la famiglia. E appartiene a tutti, dagli universitari, agli iscritti ai Centri Sociali e a Casa Pound.
Refuso puscher per pusher

Inviato: venerdì 24 luglio 2015, 21:57
da Vastatio
Ciao, per mia deformazione mentale non riesco a empatizzare con chi decide di compiere le proprie battaglie (giuste o meno che siano) deturpando i beni della comunità. Il racconto in sé funziona, mostrando uno spaccato della società moderna dove i figli dimenticati non appartengono necessariamente solo alla classe sociale meno abbiente e per attirare l'attenzione devono per forza urlarti in faccia. Il modo idiota con cui vengono scoperti è forse una delle parti che ho più apprezzato come specchio di quella innocenza/ignoranza che riduce il gesto veramente a uno sfogo di "bambini cresciuti"

Inviato: venerdì 24 luglio 2015, 22:04
da alberto.priora
Ciao. Ho il sospetto che dopo la partenza iniziale il racconto sia andato un po' per conto proprio. Innanzitutto il tema non lo trovo: dov'è il figlio dimenticato? Poi la logica che sta dietro alla missione è troppo labile e forzata: fanno tutto questo per attirare attenzione? Non solo fanno troppo poco, visto quello che accade nella cronaca reale la cosa rimarrebbe assolutamente non notata, ma nessuno sembra comportasi nella prima parte del racconto come se questo fosse il loro scopo, anche se si comportano ingenuamente (legge ad alta voce quando prima stava in silenzio?), non pare pianificato.  Altra cosa forzata è l'accostamento tra un militante centri sociali e uno di Casa Pound, temo che siamo in pura fantascienza. Non è scritto male, anche se si sofferma a descrivere troppi particolari e ha troppi personaggi in scena per riuscire a essere incisivo.
Varie: puscher (refuso) - Virgolettare i nomi dentro al discorso diretto (molto meglio il corsivo) non mi pare l'ideale.

Inviato: venerdì 24 luglio 2015, 23:28
da ceranu
Ciao Alberto e grazie per il commento. Ti rispondo:
Ho il sospetto che dopo la partenza iniziale il racconto sia andato un po’ per conto proprio.

L'inizio serve a caratterizzare il gruppo ed è coerente con il resto.
Innanzitutto il tema non lo trovo: dov’è il figlio dimenticato?

Il figlio dimenticato sono i protagonisti, che vivono nel degrado di una civiltà che li ha abbandonati.
Poi la logica che sta dietro alla missione è troppo labile e forzata: fanno tutto questo per attirare attenzione? Non solo fanno troppo poco, visto quello che accade nella cronaca reale la cosa rimarrebbe assolutamente non notata, ma nessuno sembra comportasi nella prima parte del racconto come se questo fosse il loro scopo, anche se si comportano ingenuamente (legge ad alta voce quando prima stava in silenzio?), non pare pianificato.

Il loro intento era quello di dare una sveglia al quartiere non al mondo. E comunque non erano dei geni del crimine.
Altra cosa forzata è l’accostamento tra un militante centri sociali e uno di Casa Pound, temo che siamo in pura fantascienza.

Stiamo parlando di ragazzi cresciuti nello stesso quartiere di periferia. È una cosa più che normale. Conosco gente con ideologie completamente diverse che vanno allo stadio insieme. Guardie e ladri che bevono insieme al bar. Forse hai poco presente il mondo di periferia.
Non è scritto male,

Grazie
anche se si sofferma a descrivere troppi particolari e ha troppi personaggi in scena per riuscire a essere incisivo.

Mi ero stufato di usare solo due personaggi alla volta. Ciò nonostante credo che i personaggi più importanti siano delineati.
Varie: puscher (refuso) – Virgolettare i nomi dentro al discorso diretto (molto meglio il corsivo) non mi pare l’ideale.

Con gli apici bassi si possono tranquillamente usare le virgolette, e comunque non uso il corsivo per una questione di comodità. Per averlo sul forum avrei dovuto aggiungerlo in un secondo momento.

Ciao e alla prossima.

Inviato: venerdì 24 luglio 2015, 23:32
da ceranu
Ciao Alexandra, Ciao Vastatio. Grazie a entrambi per il commento.
Mi dispiace non vi sia piaciuto il racconto, ma può starci.
Ciao

Inviato: lunedì 27 luglio 2015, 12:41
da eleonora.rossetti
Ciao Francesco,

il racconto è scritto molto bene, com'è nel tuo stile, ma mi ha lasciato perplessa. Premesso che anche io sono contraria al deturpamento dei beni comuni per attirare l'attenzione, qualunque sia il motivo che li spinge a farlo... non è un po' un controsenso "distruggere" di più per far vedere com'è conciato il quartiere?

Notizie come i casi di wall-writing passano in secondo piano molto in fretta, il degrado della periferia magari può dare una scossa ai giornali locali, ma di sicuro non sensibilizza l'opinione pubblica né, temo, quello delle amministrazioni, a parte il fastidio di dover riverniciare (sempre se lo fanno) i palazzi deturpati dalle scritte. Non sto dicendo che il racconto non mi sia piaciuto, perché si legge molto bene, e mi ha preso fino all'ultimo, solo che man mano che leggevo cercavo di capire dove volevi andare a parare, per il ragionamento di cui sopra. Ho inteso il tema e, per come l'hai voluto esprimere, è rispettato (i figli dimenticati sono gli abitanti di una periferia allo "sbando") ma forse sono i fatti narrati che stridono con quanto vuoi esprimere. Forse, sai cosa? Se anziché il messaggio di WhatsApp non fosse stato un caso isolato e casuale ma "voluto" (Cioè se TUTTI si fossero fatti il selfie) forse la notizia avrebbe fatto più scalpore. E quindi maggiore attenzione da parte dei media, curiosi di una cosa così "strana". IMHO eh!

Inviato: martedì 28 luglio 2015, 19:20
da maria rosaria
Ciao, Francesco.
Il tuo è uno spaccato di vita giovanile in periferia. L’idea non è male, anche se il tema dei Figli Dimenticati l’ho trovato un po’ tirato. A meno che vogliamo definire come Figli un’intera parte di società, e allora ci può anche stare.
A parte queste finezze di significato il racconto mi è piaciuto. Mi è piaciuta la caratterizzazione dei ragazzi, un po’ rapper un po’ naif , che sognano di cambiare le cose imbrattando muri o bruciando cassonetti.
Un appunto che però è solo una mia impressione: ho trovato il racconto compresso soprattutto nella seconda parte. Mentre nella prima metà del racconto si riescono a leggere e visualizzare bene le scene, nella seconda parte questo c’è meno e la lettura perde di piacere. Ma è solo una mia personale impressione.
In bocca al lupo!

Inviato: giovedì 30 luglio 2015, 8:23
da raffaele.marra
Un racconto che con un inizio molto originale incuriosisce e diverte. Poi “il silenzio riportò Gino alla realtà” è una frase di grandissimo effetto: l’atmosfera cambia, i protagonisti no. Il resto del racconto assume un sapore amaro e attuale, andando a sfociare in una declinazione un po’ “allegorica” del tema del mese che trovo intelligente e coraggiosa.

Inviato: giovedì 30 luglio 2015, 17:38
da Fernando Nappo
Ciao Francesco, l’inizio del tuo racconto è spumeggiante e coinvolgente, però per trovare l’aderenza al tema ho dovuto rileggerlo un paio di volte. Peraltro, una volta capito il meccanismo, si fa apprezzare l’idea dei ragazzi come figli dimenticati della società, diversa da tutte le altre lette finora.
Nonostante questo il racconto mi ha coinvolto poco, forse perché l’azione compiuta dai ragazzi non mi sembra sufficientemente incisiva e di portata tale da poter smuovre le coscienze di alcuno.

Inviato: venerdì 31 luglio 2015, 22:19
da Omaima Arwen
Ciao Francesco Nucera.
Il racconto che hai scritto non è del tutto attinente al tema dei figli dimenticati, l'ho trovato un po' tirato, anche se è stata la civiltà ad averli abbandonati.
Il racconto è nonostante tutto scritto bene, anche se nella seconda parte perde un po' di piacere.
Nel complesso un buon racconto!

Inviato: domenica 2 agosto 2015, 20:31
da antico
In questo caso i figli dimenticati sono quelli del sottobosco, gli abitanti delle zone degradate. Accetto l'utilizzo del tema. Ordinato lo svolgimento, hai un discreto controllo, anche se una revisione in alcune parte non stonerebbe. Bello il titolo. Pollice tendente all'alto per me.