[P] Sintetico borghese - Aronica Serena

Minuti Contati affronta il mese più caldo dell’anno decidendo di sperimentare la nuova formula TWO DAYS. Non più una sola data per partecipare, ma due: lunedì 20 e mercoledì 22 luglio sempre alle 21.00 e con quattro ore di tempo per scrivere racconti di massimo 3000 caratteri. Gli autori potranno decidere di cimentarsi nella sfida nella serata a loro più comoda e troveranno ad aspettarli due diversi temi. I racconti di lunedì e quelli di mercoledì verranno poi riuniti insieme e divisi in gruppi per la fase di confronto diretto fra gli scrittori che servirà a selezionare i migliori che verranno inviati alla Guest Star per essere giudicati e ordinati in quella che sarà la classifica finale. Dopo Dario Tonani, Matteo Di Giulio e Barbara Baraldi, Minuti Contati è lieta di annunciare che la Guest del mese di luglio sarà uno dei suoi Campioni: Roberto Bommarito.
Serena
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[P] Sintetico borghese - Aronica Serena

Messaggio#1 » mercoledì 22 luglio 2015, 23:18

Me ne sto con il naso all'insù, verso un cielo accigliato e rumoroso quando il clacson del pulmino della scuola strombazza facendomi sobbalzare. Recupero il mio zaino da terra e salgo. Le porte si chiudono alle mie spalle, sbuffando sui pistoni esausti. Una pallottola di carta mi sfiora la faccia, seguita da uno scroscio di risate. Provo a stamparmi in faccia un mezzo sorriso, poi cerco rapidamente un posto per sedermi. Tra le facce umide e accaldate, ne trovo una che sembra non prestarmi molta attenzione. E' un ragazzino con una zazzera rossa simile a stoppa, ha la faccia spruzzata di lentiggini e un paio di occhiali fondi come culi di bicchieri. Mi siedo accanto a lui.
"Ciao!" il mio entusiasmo non deve essere molto contagioso.
Il ragazzino si sistema con l'indice gli occhiali, poi torna a fissare fuori dal finestrino.
Penso che questa nuova scuola farò fatica a farmela piacere.

Il pulmino ci rigurgita davanti una struttura alta e squadrata. Tra schiamazzi e spintoni, raggiungo il portone. Il corridoio è lungo, troppo. Soprattutto per quelli che devono attraversarlo sotto lo sguardo di quelli più grandi. Vedo di nuovo il ragazzino occhialuto. Cammina a testa bassa, i libri stretti al petto. Nessuno lo tocca, ma le parole che gli lanciano addosso pesano più dei sassi.
“Da quale dei due culi sei uscito? “ gli ringhia contro un ragazzino grosso come un armadietto.
I tirapiedi del marmocchio ridono tenendosi le pance.
Io vorrei solo vomitare.

La lezione di matematica sembra infinita. Quando finalmente la campanella suona, mi trascino al bagno per pisciare.
Appena davanti la porta dei bagni, qualcuno mi spintona per farsi largo. Mi ritrovo dentro, in un cerchio di ragazzini accaldati e esagitati. Nell'ultimo bagno il ragazzino armadietto sta ficcando nella tazza del cesso la testa di quello occhialuto.
“Ti piace quello che esce dal culo vero?” tutti sghignazzano.
“Siete una famiglia di froci marci!” e mentre lo dice, con l'altra mano inizia a tirargli giù i pantaloni.
In un attimo mi trovo a menare pugni e calci. In un attimo mi ritrovo con la testa nel cesso a mangiare merda mentre mi chiamano frocio.
Torno a casa in condizioni pietose e racconto ai miei tutto. L'indomani il preside ci vuole tutti nel suo ufficio. Bel modo del cazzo di cominciare.

E' tutta una manfrina. Il preside è uno di quelli con la faccia da prete, che di notte ama incappucciarsi per andare in giro a bastonare i negri e i froci. Finisce con lo sminuire l'accaduto.
Lo sguardo sconfitto dei genitori del ragazzino roscio mi infiamma il cuore.
Mi giro verso i miei con impeto.
“ Voi siete dei genitori sbagliati!” gli urlo in faccia.
Sgranano gli occhi e si fissano.
D'impeto mi allungo e strappo con foga la parrucca bionda dalla testa di mio padre.
Eccoli. Due uomini, davanti a loro figlio.
Li fisso mentre stringo la parrucca sintetica, poi il mio sorriso esplode.
“Ora, siete giusti!” e le lacrime di orgoglio che affiorano nei loro occhi, mi fanno sentire un figlio fortunato.



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angelo.frascella
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Messaggio#2 » venerdì 24 luglio 2015, 0:13

Ciao Serena

Vedo, con piacere, che questa volta sperimenti uno stile diverso e più immediato (non che ci sia nulla di male nel tuo stile solito, ma è bello quando gli autori si mettono alla prova su un terreno diverso).
Racconto semplice, attuale, efficace e intelligente. All’inizio sembra semplicemente l’ambientazione di un bambino in una nuova scuola, poi diventa una denuncia sociale e chiude con una sorpresa che fa pensare all’importanza di essere se stessi e sulla difficoltà di essere “pionieri”.

A rileggerci (magari sugli scaffali di una libreria con l'aria condizionata)

Serena
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Messaggio#3 » venerdì 24 luglio 2015, 0:46

Ciao Angelo! Pur amando alla follia il mio old style grazie a Minuti Contati ho deciso di sperimentare una strada più essenziale e immediata. Sono davvero felicissima del tuo commento perché sei entrato appieno nel messaggio che desideravo dare. grazie per aver colto l'essenza della storia. Magari Angelo... soprattutto per l'aria condizionata!!!

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Angela
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Messaggio#4 » venerdì 24 luglio 2015, 16:45

Mi piace molto il tuo stile, sei veramente brava. La prima parte è quella che ho apprezzato di più perché le descrizioni sono ottime, veramente molto buone. Testo in cui è facile identificarsi perché tutti abbiamo una scuola nel nostro passato :D
Scherzi a parte, ho apprezzato anche il cambio di registro che si fa duro quando entrano in campo i bulli. Testo coerente che Angelo ha giustamente definito una "denuncia sociale" a cui mi associo. Finale a sorpresa che non toglie il pathos di un racconto ben costruito e ideato.
Gli appunti riguardano in partecolare le ripetizioni, alcune non le ho inserite ma ci sono miriadi di "ragazzini" nel testo. Se avessi avuto tempo avresti potuto limare tante imperfezioni. Il testo c'è. Brava :)

Il corridoio è lungo, troppo. (qui ci starebbe bene il punto dopo "lungo")

Soprattutto per quelli che devono attraversarlo sotto lo sguardo di quelli più grandi. (ripetizione di "quelli")

ragazzini accaldati e esagitati. Nell’ultimo bagno il ragazzino (altra ripetizione "ragazzini/ragazzino)

In un attimo mi trovo a menare pugni e calci. In un attimo mi ritrovo con la testa (altra ripetizione "in un attimo")



Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

Serena
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Messaggio#5 » venerdì 24 luglio 2015, 17:10

Ciao Angela!!! Grazie mille per gli apprezzamenti! Questo racconto è molto distante dal mio solito registro e in tutta onestà nel postarlo mi sono fatta milioni di domande! Ma alla fine ho deciso di rischiare... non essendoci nomi propri ho ripiegato sul termine "ragazzino"... avrei dovuto limare qualche ripetizione ma era come avere una patata bollente tra le mani e alla fine l'ho lanciata!!! La prossima volta cercherò di fare più attenzione....!

 

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AmbraStancampiano
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Messaggio#6 » domenica 26 luglio 2015, 19:07

Ciao Serena,
Ottimo stile! Non so come tu scrivessi in precedenza, ma qui hai dato una vera prova di bravura.
Mi piace moltissimo il modo in cui mi inserisci nel racconto partendo dal "cielo accigliato e rumoroso", che preannuncia il mood della tua narrazione. Fai un uso magistrale delle parole, e crei immagini belle e non banali come il pullman che rigurgita i ragazzini.
Tocchi un argomento che al momento scotta, e lo fai volutamente senza nessuna leggerezza, attraverso gli occhi di un bambino che assesta un vero e proprio pugno nello stomaco del lettore.
Gli unici appunti che mi sento di farti riguardano un uso un po' eccessivo e non necessario dei verbi di pensiero e degli "io", che con la narrazione in prima persona sono superflui. Poi c'è qualche ripetizione, ma poca roba.
Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

Alexia
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Messaggio#7 » domenica 26 luglio 2015, 23:18

Aggettivi che si fanno sentire, toccare. Mi piace molto come ti esprimi, dando un’anima anche alle cose materiali (un cielo accigliato e rumoroso, pistoni esausti, facce umide, ecc)
La prima parte è diametralmente opposta alla seconda. Da soffice diventa ruvida, graffiante. Le parole cambiano, la scena nel bagno è molto forte e realistica.
Peccato il limite delle battute, altrimenti avresti potuto dare più respiro alla scena in cui la sua rabbia esplode.

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marco.roncaccia
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Messaggio#8 » lunedì 27 luglio 2015, 18:06

Ciao Serena,
Questo cambio di voce, linguaggio e ritmo da te proprio non me lo aspettavo! Sai una cosa? Ti riesce veramente bene! Con questo stile riesci a catalizzare l’attenzione del lettore sugli eventi che descrivi e non su come li descrivi (questa non è mia, l’ho rubata a Chandler). Margini di miglioramento ci sono (a mio avviso troppi “culi” e “froci” nonostante tu abbia a disposizione un ampia gamma di sinonimi altrettanto scurrili e a effetto). Anche sul finale ho qualche dubbio. Non mi è chiaro il perché il genitore indossi la parrucca. Per dissimulare la sua identità sessuale o per mostrarla? Cioè fa finta di essere una donna per non rivelare la sua vera identità o la sua identità è quella di travestito o trans? Dal senso generale del racconto propendo più per la prima ipotesi e, in questo caso, forse avresti dovuto inserire qualche informazione in più (la paura del coming out). Nel secondo caso sarebbe il figlio a rifiutare per primo l’identità sessuale del genitore e il racconto rischia di non funzionare. In ogni caso, per me una prova ottima.

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antico
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Messaggio#9 » venerdì 31 luglio 2015, 9:14

Brava Serena, anche cambiando registro stilistico sei riuscita a ottenere un risultato notevole. Certo, c'è qualche ripetizione qua e là, ma tendo a non valutarle per il mio giudizio, sono cose che capitano quando il tempo stringe. Qui il mio unico appunto lo faccio su una tua precisa scelta strategica che non mi sento di condividere. Ho compreso che il ragazzo, circondato da tanta falsità, decide di combattere proprio dal disvelare i segreti della sua famiglia, ma il tutto mi è arrivato troppo slegato dal contesto. Credo che una maggiore semina precedente avrebbe giovato, che il contestualizzare da subito le tematiche, lavorarci fin dalle prime righe, sarebbe stato preferibile. Pertanto al momento il mio giudizio è sì positivo, ma con riserva: il classico pollice tendente all'alto. Ma al netto del mio giudizio direi che questo mese, mettendoti in gioco a partire dal tuo classico stile, hai dimostrato che nulla ti è precluso.

Luigi_Locatelli
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Messaggio#10 » venerdì 31 luglio 2015, 9:36

– (GS) Sintetico borghese, di Serena Aronica, ore 23.18, 2971 caratteri

Il racconto è scrittomolto bene. Io adoro i raconti in prima persona. Quello che mi risulta poco chiaro è la scena del bagno. Secondo me il problema è questa battuta.
* “Siete una famiglia di froci marci!” e mentre lo dice, con l’altra mano inizia a tirargli giù i pantaloni. * Probabilmente dovrebbe essere tirarmi giù i pantaloni. Altrimenti sembra che si riferisca al ragazzino occhialuto. Altra cosa, trovo difficile che al primo giorno di scuola, visto che lui arriva con lo scuolabus, i compagni bulli sappiano che lui ha genitori gay. Per tutto il resto, ottima prova. Graffiante al punto giusto.

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alberto.dellarossa
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Messaggio#11 » venerdì 31 luglio 2015, 19:06

Sintetico borghese, di Serena Aronica
Ciao Serena. Il tuo racconto mi è piaciuto, davvero. Soprattutto la prima parte, la caratterizzazione del protagonista, la linea dei pensieri, la crudezza con la quale racconti l'infamia dei bulletti (e godo, perché sono stato un anti-bulletto. Vessavo regolarmente chi se la prendeva con gli altri in una sorta di giochetto perverso). Anche le figure che ritrai, il pulmino che vomita i ragazzi...insomma è tutto funzionale. Mi ha ricordato in qualche modo la scrittura di Palahniuk e Lansdale. Qualche appunto lo devo fare sulla fine: precipita troppo in fretta, e mi ha costretto alla rilettura due o tre volte, e questo non va bene, perché permetti al racconto di perdere forza. Attenta alle ripetizioni occulte: non sono evidenti ma ci sono.

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beppe.roncari
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Messaggio#12 » venerdì 31 luglio 2015, 19:28

Ciao Serena, ben ritrovata.
Nuovo stile e nuovi temi per te. Sui contenuti non ho niente da eccepire, ma la storia mi sembra un po' eccessiva, montata al punto giusto per diventare una denuncia. Probabilmente sarebbero bastati tratti più tenui, le violenze invece mi sembrano da riformatorio più che da scuola.
Inoltre, se i nuovi compagni sapevano che aveva i genitori gay perché se la prendono con l'altro?
E perché la farsa della parrucca? Se i genitori avessero paura della propria identità mi pare strano che il figlio ne sia fiero... Fiero di che, se si nascondono?
Alla prossima!

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