[V] Stellaluce (di Raffaele Marra)

Minuti Contati affronta il mese più caldo dell’anno decidendo di sperimentare la nuova formula TWO DAYS. Non più una sola data per partecipare, ma due: lunedì 20 e mercoledì 22 luglio sempre alle 21.00 e con quattro ore di tempo per scrivere racconti di massimo 3000 caratteri. Gli autori potranno decidere di cimentarsi nella sfida nella serata a loro più comoda e troveranno ad aspettarli due diversi temi. I racconti di lunedì e quelli di mercoledì verranno poi riuniti insieme e divisi in gruppi per la fase di confronto diretto fra gli scrittori che servirà a selezionare i migliori che verranno inviati alla Guest Star per essere giudicati e ordinati in quella che sarà la classifica finale. Dopo Dario Tonani, Matteo Di Giulio e Barbara Baraldi, Minuti Contati è lieta di annunciare che la Guest del mese di luglio sarà uno dei suoi Campioni: Roberto Bommarito.
Avatar utente
raffaele.marra
Messaggi: 397

[V] Stellaluce (di Raffaele Marra)

Messaggio#1 » giovedì 23 luglio 2015, 0:04

Stellaluce (di Raffaele Marra)

Comparve la sera di San Giovanni, mentre una stella azzurra brillava lontana nel cielo sopra le colline. Fu per questo che Nino e Laurita la chiamarono Stellaluce.

Era piccola come un tozzo di pane, avvolta in un vecchio panno giallo, posata da mani sconosciute sul sentiero che attraversava gli orti fino alla porta di casa. Piangeva, invocando cibo e pietà, spaventata da quell’albore di vita avaro di ogni cosa.

Nino e Laurita la raccolsero come una farfalla posata su un fiore, l’accarezzarono, la nutrirono, le diedero un tetto e un giaciglio.

Abitavano ai piedi della collina di Pisticci, in un frammento di terra di proprietà del convento, in una casa di mattoni costruita da Nino quando aveva ancora la schiena dritta e tutti i capelli in testa, ai margini dei campi di grano dei frati dove quella schiena, anno dopo anno, si era curvata come un ramo di ulivo.

Vivevano da braccianti nella terra di altri, ma in quella casa Nino era il re e Laurita la regina. E Stellaluce, sempre più bella e sorridente, divenne la principessa. In quella casa c’erano già Rocco, Giovanni, Alvaro, Rosina, Anna, Bianca e tutti gli altri. Erano più di venti, e baciarli tutti in fronte prima di dormire richiedeva un bel po’ di tempo. Ma fu subito evidente che Stellaluce era diversa, una bambina speciale.

In quella casa ella imparò a camminare, a pregare, a parlare, a curare le galline e i conigli, a vagliare il grano dopo la mietitura, a fare il pane, a correre e cantare. Era una bambina felice, e quando giocava con i suoi fratelli raccontava loro quanto le piacesse correre nei campi di grano.

Fu la notte dell’Immacolata che, al diradarsi improvviso delle nuvole, riapparve lontana la stella azzurra. Fu quella notte che la donna bussò alla porta di Nino quando ormai era tempo di dormire. Era bella, proprio come Stellaluce, ma non aveva né il suo sorriso né la sua pelle liscia. La bambina aveva cinque anni, la donna molti di più

Fu immediatamente chiaro a tutti che fosse la madre. Maria, disse di chiamarsi. Avevano sentito parlare di lei; in paese si diceva che la sua casa fosse testimone di indicibili pratiche, che uomini di qualunque età fossero disposti a pagare per godere della sua discutibile arte. Maria passò la notte con loro, raccontando a bassa voce la sua storia, incapace di guardare negli occhi Laurita, Nino, Stellaluce e tutti gli altri. Raccontò di quanto avesse sofferto in quei cinque anni, dopo aver lasciato quella creatura indesiderata davanti alla loro casa.

Fu così che, all’alba di un tiepido giorno di dicembre, Stellaluce scomparve per sempre, pronta a nascere di una nuova vita, in una nuova casa e con una nuova madre. La vera madre.

Quel mattino, Nino restò in casa con Laurita, tenendola per mano e carezzandole le guance ormai secche. Restarono così, per un giorno intero, a pensare e a ricordare. Intorno a loro c’erano tutti i bambini di sempre, muti e immobili. Erano solo bambole di pezza, ma quel giorno i loro occhi sembravano un po’ più vivi.

 



alexandra.fischer
Messaggi: 2862

Messaggio#2 » giovedì 23 luglio 2015, 21:10

STELLALUCE di Raffaele Marra
Hai scritto una favola delicata, il cui punto di forza è la sorpresa finale. I personaggi sono molto ben resi. Nino e Laurita accolgono la piccola, abbandonata la sera di S. Giovanni dandole il nome di Stellaluce (sembra che la sua stella di nascita sia azzurra) e crescendola in modo semplice, in mezzo a una ventina di fratelli e sorelle (bambole). La madre torna dopo cinque anni ed è in odore di stregoneria (in effetti, c’è una simbologia arcana nella data del ritrovamento della piccola). L’arcano aleggia anche nella misteriosa stella azzurra che accompagna la bambina anche verso la sua nuova vita con la madre naturale (e anche la data dell’Immacolata non è scelta a caso: forse la madre ha cambiato vita?)

Avatar utente
raffaele.marra
Messaggi: 397

Messaggio#3 » giovedì 23 luglio 2015, 23:28

Grazie per il commento, Alexandra. Devo dire che hai colto in pieno molti degli aspetti del mio racconto. Devo ammettere che il riferimento all'Immacolata come cambio di vita è una tua interpretazione che mi piace molto, ma non era esplicita nelle mie intenzioni. Sulla data di San Giovanni invece hai visto bene. Complimenti.

Avatar utente
Vastatio
Messaggi: 621

Messaggio#4 » venerdì 24 luglio 2015, 21:53

Ciao, uno dei racconti che mi è piaciuto di più per come sei riuscito a mantenere la sorpresa finale che poi è solo un'altra coltellata nel cuore del lettore. Una fiaba che scorre veloce e che alla fine ti fa dubitare anche della stessa esistenza di Stellaluce, perché io non so se sarei in grado di ridare alla madre che l'ha abbandonata in fasce,  la bambina che ho cresciuto per cinque anni e che ha portato la "luce" che mancava nella mia casa. Questo è l'unico punto debole che trovo nel racconto, non ci sono stati abbastanza elementi per farmi accettare questa scelta. Da questo punto di vista Stellaluce ha avuto realmente dei genitori sbagliati, sia prima che dopo.

alberto.priora
Messaggi: 23

Messaggio#5 » venerdì 24 luglio 2015, 22:09

Ciao. Anche qui il tema è rispettato, con l'uso di sbagliato come "genitori non originali". La storia è semplice e si dipana senza intoppi e incontra una risoluzione che da un lato e logica, dall'altra crea abbastanza empatia per rimanere in mente. Anche se col senno di poi dovevo sospettarlo, il colpo di scena finale è la cosa migliore e alza di una spanna l'intero racconto.
Lo stile è un po' troppo aulico forse (quei tre paragrafi che iniziano con un "fu" non sono certo leggeri) e ne soffre un pochino il ritmo, che tende a essere troppo raccontato. Però la semplicità degli avvenimenti sono anche la forza del racconto e il tutto scorre bene.

Avatar utente
eleonora.rossetti
Messaggi: 553

Messaggio#6 » lunedì 27 luglio 2015, 16:11

Ciao Raffaele,

hai scritto una storia molto dolce e delicata, il tono della narrazione si sposa bene con questa scelta. I genitori sbagliati sono due, gli adottivi (nel senso di "non naturali") e la madre naturale che, però, ha dei trascorsi del tutto discutibili. Mi hai sorpreso con le bambole, mi dà l'idea che quella coppia non possa avere avuto figli e si sia circondata di "finti" figli a cui voler bene per sopperire la mancanza, cosa che ha reso un vero dono dal cielo l'arrivo di Stellaluce. Mi è un pochino stonato il fatto che l'affido sia stato dato così "velocemente", dato che comunque è sempre difficile separarsi da una creatura che hai cresciuto per anni.

Occhio ai periodi lunghi tre o quattro righe, noto che lo fai spesso nei tuoi racconti; arrivare in fondo "con il fiato" a volte è arduo ;)
Uccidi scrivendo.

Avatar utente
maria rosaria
Messaggi: 687

Messaggio#7 » martedì 28 luglio 2015, 19:10

Ciao, Raffaele.
Il tuo è un racconto che ho apprezzato moltissimo.
Impeccabile ed equilibrato, lo scritto scorrevole, mai banale, ci accompagna in una storia tenera e allo stesso tempo drammatica. Il desiderio di un figlio, il suo arrivo inaspettato, la sua crescita e poi l’andata via con la madre naturale, tutto narrato con profonda delicatezza e sensibilità.
Un finale inaspettato ci fa concludere, con una tenerissima metafora, che i veri genitori sono coloro che ci aiutano a crescere, anche fossimo solo bambole di pezza.
Un tema attuale, rivisitato in forma di fiaba.
Complimenti!
In bocca al lupo!
Maria Rosaria

Fernando Nappo
Messaggi: 584

Messaggio#8 » giovedì 30 luglio 2015, 17:32

Bel racconto dai risvolti fiabeschi, che punta più su atmosfera e sensazioni che non sul ritmo. Il tema mi pare centrato. Notevole la sorpresa finale delle bambole che mette sotto una nuova luce i due vecchi. Trovo però difficile credere che i due mollino la bimba cresciuta per anni a una sconosciuta che si presenta alla porta senza opporre la minima resistenza.
Ottimo lo stile, forse solo un filo pesante.

Avatar utente
ceranu
Messaggi: 738

Messaggio#9 » giovedì 30 luglio 2015, 22:40

Ciao Raffaele, era molto che non ci incontravamo.
Racconto scritto benissimo. Lo stile scelto si sposa alla perfezione con il narrato. È una fiaba buia che mi è piaciuta molto. Ho apprezzato in maniera particolare l'ambientazione e i protagonisti. Pisticci e la famiglia del mezzadro mi hanno fatto vivere ogni momento.
Però una cosa negativa te la devo dire (devo giustificare il commento). Il colpo di scena finale mi ha indispettito. Sono andato a rileggere la parte prima e non c'è nessun segnale che quelli non fossero bambini, ma pupazzi. Te ne ho già parlato in passato, il colpo di scena deve cogliere impreparato il lettore, ma questo non si deve sentire preso in giro, deve avere gli elementi per giustificare tutto.
Ottima prova, bravo.
Ciao e alla prossima.

Omaima Arwen
Messaggi: 45

Messaggio#10 » venerdì 31 luglio 2015, 20:51

Ciao Raffaele.
Bel racconto che sa di fiaba, scritto molto bene e in un ottimo stile, delicato e avvincente. I personaggi e l'ambientazione sono davvero ben descritti.
Il finale è grandioso, anche se del tutto inaspettato.
Il racconto è quindi risultato davvero ben scritto, la lettura scorrevole e sorprendente alla fine. Complimenti!

Avatar utente
antico
Messaggi: 7167

Messaggio#11 » domenica 2 agosto 2015, 18:27

Ok, non c'è dialogo e di solito lo sottolineo per richiederlo, ma qui non se ne sente il bisogno. Il racconto è decisamente poetico, delicato, anche un po' magico. E il finale è triste pur nella sua correttezza. Ci si domanda se Stellaluce tornerà mai, negli anni a venire, dai due angeli che l'hanno accudita, c'è materiale per un racconto lungo (in cui però quanto narrato qua dovrà apparire come prologo e basta, un prologo poetico in contrasto con la durezza del tratto del futuro). Il tema è preso in pieno. Il pollice è SU.

Torna a “69ª Edizione – 4ª della 4ª Era – Two Days Edition Starring Roberto Bommarito”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti