[P] P'ngieng

Minuti Contati affronta il mese più caldo dell’anno decidendo di sperimentare la nuova formula TWO DAYS. Non più una sola data per partecipare, ma due: lunedì 20 e mercoledì 22 luglio sempre alle 21.00 e con quattro ore di tempo per scrivere racconti di massimo 3000 caratteri. Gli autori potranno decidere di cimentarsi nella sfida nella serata a loro più comoda e troveranno ad aspettarli due diversi temi. I racconti di lunedì e quelli di mercoledì verranno poi riuniti insieme e divisi in gruppi per la fase di confronto diretto fra gli scrittori che servirà a selezionare i migliori che verranno inviati alla Guest Star per essere giudicati e ordinati in quella che sarà la classifica finale. Dopo Dario Tonani, Matteo Di Giulio e Barbara Baraldi, Minuti Contati è lieta di annunciare che la Guest del mese di luglio sarà uno dei suoi Campioni: Roberto Bommarito.
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AmbraStancampiano
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[P] P'ngieng

Messaggio#1 » giovedì 23 luglio 2015, 0:13

Devo assolutamente tornare a casa, qui non posso essere felice.

Purtroppo sarà più facile a dirsi che a farsi, ed io non spiccico una parola da anni. Rendo l’idea?
In effetti rimanere zitta mentre tutti mi fissano ed aspettano che io faccia qualcosa non è molto educato, ma di parlare non mi va. Non saprei cosa dire: da piccola badavo alle capre, mica andavo a scuola. Nessuno poteva immaginare che un giorno sarei stata così interessante.

Questi giornalisti sono una manna per mio padre, che fino a ieri era poverissimo ed oggi, grazie a me, è l’uomo più ricco del villaggio. I vicini lo guardano con un misto di pena ed invidia: nessuno vorrebbe essere al suo posto, ma tutti quei soldi, tutti questi stranieri, chi li aveva mai visti?
Ogni giorno arrivano jeep da Phnom Penh, piene di gente che vuole vedermi. Gli abitanti di Oyadao, davanti alla nostra capanna, cercano di farsi notare dai turisti per mettersi al loro servizio, sovrastandosi l’un l’altro con la voce o venendo alle mani, tutti presi da una strana febbre.
Tutti, tranne mia madre: lei non ha occhi che per me.

Gli occhi di mia madre sono grandi e stanchi, anche se dalla piega delle rughe che li circondano si vede che una grande gioia ha preso il posto di una tristezza immensa. Ride con gli occhi e mi guarda. Con amore, anche quando faccio qualcosa che per lei è strana. Mi parla come quando ero bambina: dolcemente, con parole semplici. Spera che io le risponda, o che qualcosa nel mio sguardo, nel mio viso, le indichi che ho capito; se la mia impassibilità la delude, non lo dà a vedere. Sono la sua bambina sperduta e ritrovata. Non si è lamentata nemmeno quando le ho fatto un occhio nero, l’altro giorno, mentre cercava di abbracciarmi. E’ stato allora che ho avuto la certezza che non vado bene per loro, e loro non vanno bene per me. Devo tornare a casa.

Per fortuna Mohok mi ha insegnato a strisciare dietro le spalle degli uomini senza che loro si accorgano di nulla; non è facile rubare il cibo nelle capanne di questi tempi: perfino io sono stata beccata. Meno male che mia sorella Shanti, che dovrebbe farmi da guardia, non è sveglia come quello che mi ha incastrata. Che gli spiriti di palude se lo portino!

Ora, solo una passeggiata tra le capanne e poi l’abbraccio umido della Giungla, con il suo caldo soffocante, i suoi rumori mai uguali, i suoi odori marci e stucchevoli… meraviglioso. E giurerei di aver sentito delle voci amiche…

Mamma! Papà! Sono venuti a prendermi! Ed hanno portato tutto il branco, e degli amici, e delle altre scimmie che non conosco! I rami tutto intorno a noi sono strapieni di scimmie di tutte le razze e dimensioni, e tutti mi guardano:
- figliola! - mia madre mi salta in braccio da un ramo appena sopra la mia testa - mi sei mancata tantissimo!
Mi commuovo, e la cosa è così umana che mi fa un po’ senso. Spero di non aver preso troppe cattive abitudini con la mia famiglia biologica, non voglio fare brutte figure con la mia famiglia naturale. Si avvicina anche mio padre. Le altre scimmie ci guardano dai rami con curiosità ed impazienza. Sussurro:
- ma chi sono tutti questi?
- Scimmie di altri branchi, tesoro - mi dice la mamma - vogliono solo farti qualche domanda sugli uomini.
- E mi hanno pagato profumatamente! - aggiunge papà, gonfiando il petto.
 
Ambra Stancampiano
 
Nota: Rochom P'ngieng si è persa nella giungla cambogiana nel 1989, ad 8 anni. Nel 2007 viene ritrovata e riconosciuta dalla sua famiglia. Nel 2010 scappa, e di lei non si sa più nulla.
Per maggiori informazioni sulle luci e le ombre di questa storia, vi rimando ad un blog che pubblica due articoli, oltre ad un commento
https://frz40.wordpress.com/2010/05/30/rochom-pngieng-la-figlia-della-giungla/


Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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Angela
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Messaggio#2 » giovedì 23 luglio 2015, 22:24

Il tuo racconto ha qualche similitudine con il mio che si svolge in Cile e in qualche modo affronta il tema dei bambini desaparecidos ovvero dimenticati. Molti di loro vivono ai margini, alcuni addirittura nella foresta. L'incipit è perfetto, mi piace molto quando si entra subito nel vivo della storia senza preamboli o descrizioni che rallentano. Ci sono delle parti che ho molto apprezzato nel tuo testo, per esempio il fatto che la madre "rida con gli occhi", ci dai un quadro molto chiaro e completo della famiglia. Tuttavia le radici sono là dove siamo cresciuti (anche questo è in linea con il mio racconto) e la decisione finale era quella preannunciata.
Ora passiamo agli appunti. Ho visto che usi molto i due punti, prova a considerare anche il punto e virgola che spesso è più adatto per separare due periodi differenti. Un'altra cosa che ho notato è che spesso e volentieri non usi la maiuscola a inizio dialogo. La scelta di usare la prima persona ti ha costretto a usare un linguaggio meno elaborato, questo non è un appunto, la bambina ha otto anni e dovevi necessariamente esprimerti in modo semplice e chiaro. Il tema trattato a mio avviso è pregevole, peccato per la carenza di caratteri, viene voglia di saperne di più. Brava :)
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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angelo.frascella
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Messaggio#3 » giovedì 23 luglio 2015, 23:23

Ciao Ambra.

Bel racconto, il tuo. Metti curiosità sin dall’inizio con un ottimo incipit e costruisci il mistero parola per parola. Quando, infine, la verità viene svelata, getta luce all’indietro sul testo, tanto che mi sono chiesto: come ho fatto a non capire prima? Oltre all’aspetto tecnico della gestione dei tempi, ho apprezzato anche il modo in cui rendi l’incapacità della bambina di adattarsi al nuovo mondo, la sottile critica alla società umana e la battuta finale che anziché idealizzare le scimmie, le umanizza regalandole difetti tipicamente nostri.
Aggiungo una piccola annotazione: usi le “d” eufoniche davanti a vocali diverse e il vangelo dei giovani scrittori dice che è peccato (per me veniale, ma pare che per gli editori sia mortale)

A rileggerci (magari sotto l'ombrellone)
Angelo

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beppe.roncari
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Messaggio#4 » sabato 25 luglio 2015, 13:27

Ciao Ambra,

Finale perfetto il tuo. Tutto cambia perché nulla cambi, eh? Mi è piaciuto molto il ribaltamento del, diciamo, "mito di Tarzan" o del buon selvaggio o del ragazzo-scimmia che dir si voglia.

Drammatico trovare così tanta "umanità" anche fra le scimmie, povera piccola bambina perduta!

A rileggerci, ciao!

Beppe

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AmbraStancampiano
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Messaggio#5 » domenica 26 luglio 2015, 19:14

Ciao a tutti, e grazie per i commenti positivi!
Chiedo venia per gli errorucci e le imperfezioni, il racconto appena scritto era lungo quasi il doppio, e tra i vari tagli ed il caldo soffocante mi sono sfuggite virgole e maiuscole un po' da tutte le parti.
Per le d eufoniche non ho scusanti invece: quando scappano, scappano! ;)
A rileggerci!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

Alexia
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Messaggio#6 » domenica 26 luglio 2015, 22:48

Il tuo racconto mi è piaciuto molto.
Devo dire che le molte d eufoniche delle prime righe mi hanno bloccato, rallentando la lettura endofasica, ma poi la storia mi ha conquistata.
Bella l’ambientazione e l’aspetto psicologico. Riesci a catapultare il lettore nella storia e metti curiosità.
A metà lettura mi sembrava di vedere Mowgli, poi sei riuscita a dare molto spessore nell’ultima parte, dando vita a una chicca.

Alexia Bianchini

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marco.roncaccia
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Messaggio#7 » lunedì 27 luglio 2015, 17:22

Ciao Ambra,
Bel racconto il tuo. Gestito bene, nonostante una difficoltà oggettiva: quattro personaggi, due scimmie e due umani con lo stesso nome (mamma e papà). L'unico momento di perplessità e incertezza nella lettura l'ho avuto al punto "Mamma! Papà!" Ma il tutto viene fugato dalla parola "scimmie" poco dopo. Una sola perplessità: la nota. Secondo me il racconto non ne ha bisogno, anzi, a mio avviso, lo rende meno "racconto". Comunque una buona prova. Complimenti.

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antico
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Messaggio#8 » venerdì 31 luglio 2015, 0:13

Ho un po’ storto il naso quando ho visto il racconto prendere la strada canonica dell’animale che parla, dell’umanizzazione a tutti i costi… E tutto questo dopo lo scimmiottamento (letterale, direi, battuta…) delle classiche storie di bambini recuperati dalla foresta e cresciuti da animali. Poi arriva il finale e tutti i nodi vengono al pettine. E che finale. Come già il mese scorso trovo che tu abbia un modo assolutamente originale di vedere la realtà e mi piace: uno sguardo un po’ deviato, la capacità di pungere al momento giusto dopo aver portato il lettore (senza ingannarlo e questo è importante) a pensare a tutt’altro. Il tema, poi, è centrato in pieno. Pollice SU per me.

Serena
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Messaggio#9 » venerdì 31 luglio 2015, 2:29

Ciao Ambra! Sei riuscita a farmela! Fino alla fine ho creduto che la protagonista fosse una scimmia e invece... brava! Molto bella l'immagine di questa creatura che sembra la sola che si preoccupi di cosa le accade, mentre da entrambe le parti (umana e animale) ci sia solo la mera curiosità di mettere in mostra qualcosa di stravagante. Semplice nella sua complessità...

A presto!

Luigi_Locatelli
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Messaggio#10 » venerdì 31 luglio 2015, 9:00

(GS) P’ngieng, di Ambra Stancampiano, ore 00.13, 3266 caratteri

Il racconto è scritto bene e si arriva alla fine piacevolmente e tutto di un fiato. Trovo che sia equilibrato. Bello l'inizio e sopratutto la battuta finale che, da un lato da significato agli avvenimenti precedenti e, dal'altro rende quasi umane le scimmie. Quando dici che porta avanti il petto, non so perchè, ho immaginato un gorilla. Il racconto è diviso in due parti. La prima dove lei manifesta il disagio nella famiglia ritrovata e la seconda dove ritorna da quella che secondo lei è la sua vera famiglia. La perte che dovrebbe congiungere le due, la trovo poco comprensibile.
* Ora, solo una passeggiata tra le capanne... * rivedrei solo queste tre righe di testo, poi per il resto, ottima prova.

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alberto.dellarossa
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Messaggio#11 » venerdì 31 luglio 2015, 19:04

P’ngieng di Ambra Stancampiano
Ciao Ambra. Il tuo racconto ci mostra una scrittura sicura, ben aggettivata ed equilibrata. Mi piace lo stile e riesci a gestire bene gli spazi narrativi che, come sappiamo, non è facile in concorsi come MC. Tuttavia c'è qualcosa che stride fortemente e che non è giustificabile in alcun modo, neppure nell'ottica dell'elemento fantastico. La coerenza interna della storia cede nel modo di pensare della ragazza TROPPO, DAVVERO TROPPO umano. Tanto più che tu stessa rilanci verso il fondo sottolineando il sentimento di commozione come qualcosa di alieno, per poi mischiare nuovamente le carte introducendo delle scimmie che, pur nelle poche righe dedicate loro, sono decisamente umane nel comportamento. Questa inconsistenza di fondo purtroppo mi ha fatto storcere il naso a fronte di una prosa davvero cristallina ed efficace.

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AmbraStancampiano
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Messaggio#12 » venerdì 31 luglio 2015, 19:32

Ciao a tutti, grazie ancora per i bei commenti e gli spunti di riflessione.
@Luigi: concordo con te; ho dovuto tagliare una metà abbondante del racconto, e rendere l'idea della fuga è stato davvero difficile. Lo stratagemma che ho usato (la visualizzazione delle capanne e poi della giungla accompagnate dall'avverbio di tempo "ora") non convince neanche me, ma complice l'ansia del tempo che scorre non ho trovato nulla di meglio.

Stessa cosa potrei risppndere ad @Alberto, ma il poco tempo ed i pochi caratteri, sebbene siano uno dei motivi per cui il racconto sembra "incoerente", non sono i motivi principali. Ho cercato di essere il più fedele possibile alla storia (vera) cui mi sono ispirata. P'ngieng viene smarrita nella giungla ad 8 anni, e ritrovata che di anni ne ha 27. Nei primi 8 anni di vita, avrà sicuramente sviluppato una certa umanità, a prescindere poi dalla sua scelta. Ho cercato di usare il linguaggio estremamente semplice come espediente (infatti qualcuno ha pensato che fosse una bambina e non una giovane donna a parlare) e di farle magnificare quanto possibile la giungla, per rendere a livello narrativo la forza della sua scelta. Ci lavorerò ancora, comunque ;)
Riguardo alle scimmie troppo umane... be', quello è fatto apposta!

Che tutto possa cambiare perché nulla cambi, come ha detto anche @Beppe.

Alla prossima!
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.

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