Il musicista - di Diego Ducoli

Lunedì 21 novembre dalle 21 all'una!
diego.ducoli
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Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#1 » martedì 22 novembre 2016, 0:33

I due uomini si fissavano in silenzio, i caffè appoggiati sul tavolino si stavano raffreddando, ma nessuno dei due sembrava voler rompere quella quiete.
“Mario non so come dirtelo ma il disco è stato un flop” iniziò Gino.
“Stai scherzando? Lo hanno passato tutte le radio.”
“Già, abbiamo sborsato fior di quattrini per quelle messe in onda. Ma non è piaciuto.”
“Al massimo io ho sborsato. Ho ipotecato la casa, per seguire il mio sogno” replicò Mario.
“Dettagli. Io, tu, che importa? Il pezzo non funziona! Te l'avevo detto che il rock non vende più.”
“Ok, forse hai ragione, cosa mi consigli?” chiese sorseggiando il caffè ormai freddo.
“Latino americano!”
Il caffè si bloccò nella gola di Mario, come una palla di fango rappreso, e risali erompendo dalla bocca inondando il suo interlocutore.
“Stai scherzando?” ripose mentre veniva scosso da violenti colpi di tosse.
“No! Non guardi MTV?” Gino attese invano una risposta “logico che non la guardi. Tu e la tua musica, ma chi ti credi di essere? Quelli sono musicisti. Hanno soldi e successo.”
Mario si alzò picchiando le mani sul tavolo.
“Quelli non sono musicisti, sono costruiti a tavolino. Sono marionette nella mani delle case discografiche.”
“Gia! Ma vendono ed e questo quello che conta. Se hai i soldi puoi fare quello che vuoi. Diventa famoso e poi scatenati. Ma per ora...”
Il musicista rimase pensieroso per qualche minuto, esalò un lungo respiro.
“Ok” disse con un filo di voce e chinando la testa “che dobbiamo fare?”
“Bravo, sapevo che alla fine mi avresti dato retta. Guarda questo” disse allungandogli uno spartito.
Mario contemplò le note che si susseguivano, ogni piccolo segno nero si collegava la sua testa formando una melodia.
“Che ne dici?” chiese Gino.
“È una merda” replico laconico.
“Vero. Ma se il mondo vuole merda offrigliela calda e fumante al punto giusto. Con questo pezzo spacchiamo.”
“Se lo dici tu.”

La stazione della metropolitana era gremita di gente, il classico, rumoroso lunedì mattina.
Pochi notavano la figura magra con in mano una chitarra nell'angolo in fondo alle scale.
Le note, che uscivano dal piccolo amplificatore, si perdevano nel rumore della calca, ma il musicista non ci badava. Lui eseguiva le sue scale armoniche incurante dei passanti ma, se qualcuno gli lanciava una moneta lo ringraziava con un cenno del capo.
Molti lo compativano per il suo aspetto trasandato, ma pochi notavano il largo sorriso che gli illuminava il volto mentre percorreva con le dita quelle sei corde.
E forse il suo sogno si era avverato.
Ultima modifica di diego.ducoli il martedì 22 novembre 2016, 0:56, modificato 2 volte in totale.



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antico
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Re: Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#2 » martedì 22 novembre 2016, 0:37

Ola Diego! Tutto a posto con i parametri! Buona Troccoli Edition!

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Polly Russell
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Re: Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#3 » martedì 22 novembre 2016, 8:43

Uff.. Che tristezza!
No, va beh, in fonda ha fatto quello che voleva, vivere di musica.
Allora, c'è uno scollegamento tra il racconto e il suo epilogo. Non è chiaro che il musicista in metro sia lui, il protagonista rockettaro, dico.
L'unico appinto che mi sento di farti è questo. Dovresti caratterizzare il personaggio, basta anche una caratteristica fisica, un dito chiodato, un neo. E poi ripeterla nell'epilogo. Nell'epilogo, dovrebbe essere anche un pochino più vecchio, perchè pare ci abbia provato, alla fine, a fare sto latino americano. Ma evidentemente non era per lui, del tempo sarà pur passato.
Per il resto una buona scrittura, fluida, leggera. La trama non mi ha appassionata troppo, ma è un mio gusto personale, indipendente dalla sua qualità.
Polly

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angelo.frascella
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Re: Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#4 » martedì 22 novembre 2016, 23:23

Ciao, Diego.

Ti piace vincere facile, eh? ;)
Quello che voglio dire è che hai messo in scena, traslandolo sulla musica, il dubbio che a molti di noi di tanto in tanto verrà in testa: scrivo quello che mi piace e basta (magari provando a passare per l’auto-pubblicazione e auto-promozione) oppure potrebbe valere la pena di tentare una strada facile e buttarsi su un genere di moda per cercare miglior fortuna? Da questo punto di vista la situazione è semplice ma, almeno per me, ha funzionato e ho empatizzato col protagonista, gradito il racconto e la soluzione finale. Segnalo solo un refuso (una “è” senza accento che ti è scappata “ed e questo quello che conta”)

A rileggerci,
Angelo

valter_carignano
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Re: Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#5 » mercoledì 23 novembre 2016, 14:50

ciao e ben ritrovato dopo l'estate
il problema del protagonista è uno di quelli che io e molti amici musicisti professionisti ci siamo trovati a fronteggiare, prima o poi, e anzi per alcuni ha significato proprio diventare o meno professionisti. Quindi, sotto questo aspetto, ottima 'fotografia' della realtà.
Mi sembra molto buona la prima parte, nella conclusione forse potevi insistere di più sul valore del musicista (ammesso che io abbia capito bene e lui in effetti fosse bravo), e conseguentemente sulla critica al mercato.
In tutti i casi, secondo me una buona prova.

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Jacopo Berti
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Re: Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#6 » giovedì 24 novembre 2016, 11:47

Ciao Diego, ben ritrovato.
Il racconto non mi dispiace, non vi vedo grossi difetti se non quello evidenziato da Polly. Non è che non si capisca eh, ma manca un collegamento esplicito, un rapporto di causa-effetto e uno scarto temporale tra il rockettaro e il musicista nella metro.
La lettura è scorrevole e il contenuto condivisibile, ma non mi appassiona e non mi sorprende, mi pare piuttosto convenzionale. Non volermene, ma in questo girone con diversi racconti molto riusciti, il tuo manca di un "di più" di idee e di stile personale.
Complessivamente mi sembra una prova discreta.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

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giancarmine trotta
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Re: Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#7 » sabato 26 novembre 2016, 0:01

Racconto godibile, senza intoppi che rallentano il ritmo. La storia è interessante e il tema è preso in pieno. Il sogno di fare rock cambia la sua esistenza e (credo) Mario non scende a compromessi (latino americano) pur di suonare ciò che ama. Non ho molto da suggerire, se non che mi sarebbe piaciuto un dialogo ancor più duro. Vero che lui dice che il latino americano è una merda, però chiede anche candidamente "Ok, forse hai ragione, cosa mi consigli?" che sembra il dialogo tra Pippo Baudo e una nuova proposta di San Remo.
Comunque per me è una buona prova

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Rionero
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Re: Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#8 » lunedì 28 novembre 2016, 22:56

Ciao Diego,

Il tuo racconto è scritto senza errore, a parte forse la mancanza di un collegamento tra le due parti. Tuttavia personalmente non mi ha sorpreso o interessato. Nel senso: fin dalla prima battuta del dialogo era evidente di cosa volessi parlare e come e non hai accelerato neanche dal punto di vista dello stile.
Peccato perché come idea di rappresentazione del tema era molto buona e originale!

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simolimo
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Re: Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#9 » martedì 29 novembre 2016, 11:45

ciao Diego!! piacere di rincontrarti e con un pezzo che sento assolutamente vicino: live rock, loud rock e stay rock! \,,/ ahahah! ma, bando le appartenenze musicali, arriviamo al pezzo :)
bello, scorre liscio, non hai usato escamotage visivi di formattazione, ma non per questo si crea confusione nella scansione di tempi e personaggi. hai toccato un tema molto attuale, a me molto vicino… una condizione che corrode un po’ tutte le sfere artistiche, e non solo dei nostri tempi: una passione per diventare pane deve piegarsi alle regole del mercato che, diciamocelo, il 99% dei casi sono indecenti. non è un caso che musicisti di un tempo ora ce li sogniamo… ma qui rischio di entrare in un altro discorso e, invece, voglio focalizzarmi sul tuo racconto!
il pezzo ha uno stile fresco, una scrittura fluida e la struttura è molto semplice: tutto chiaro quindi e anche ben fatto. cosa mi convince meno? la tensione emotiva… il coinvolgimento… trovo il pezzo troppo, passami il termine, piatto. le emozioni del protagoniste rimangono incollate alla pagina, non mi trascinano… ed è strano perché generalmente tu sei abbastanza introspettivo… questa tua caratteristica emerge solo sul finale, quando dai merito alla decisione di Mario ^_^
in generale… eh… Diego, il paletto del tema è sicuramente azzeccato, la realizzazione del pezzo ben fatta, ma l’emozione data non mi coinvolge al massimo.
ciao ciao e buona Troccoli edition! Lau

Canadria
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Re: Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#10 » martedì 29 novembre 2016, 22:54

Ciao, Diego!
Il racconto è ben scritto ma, secondo me, alcune cose non quadrano: intanto, mi sembra strano che un produttore possa proporre ad un cantante rock di spostarsi su un genere totalmente opposto, addirittura dal rock al latino-americano! Capisco la voglia di esagerare, di rendere evidente il paradosso, ma, allora, avrei preferito che continuassi a giocare sull’assurdo, che lo facessi diventare il nuovo Ricky Martin, che il tuo protagonista si facesse poi effettivamente conquistare (davvero o per convenienza?) dal nuovo stile e che infine, semmai, finisse in metropolitana a ballare e cantare latino-americano. L’avrei trovato più sorprendente e divertente e un po’ più affine all’avvio della storia.

Alexia
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Re: Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#11 » giovedì 1 dicembre 2016, 14:24

Non mi hai coinvolta più di tanto, forse perché non c’è l’effetto sorpresa, la suspance. Si parla di sogno, qui di sogno nel cassetto direi, e di certo c’è molta empatia con gli scribacchini come noi, che perdono ore di sonno per correre dietro al sogno ma cercano di non cedere alla tentazione di scrivere ciò che piace alla gente snaturando il proprio stile e la propria anima.
La prova secondo me è comunque superata.

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antico
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Re: Il musicista - di Diego Ducoli

Messaggio#12 » domenica 4 dicembre 2016, 19:29

Vero, c'è un profondo e netto solco tra le due parti, però il messaggio, alla fine, arriva forte e chiaro. Forse ti sei dilungato troppo con il dialogo e potevi usare molto meno spazio per dire le stesse cose, spazio che avresti potuto utilizzare per caratterizzare meglio il protagonista in modo da facilitare l'empatia del lettore nei suoi confronti. Detto questo, il tema è rispettato e bene e il racconto, alla fine, il segno lo lascia. Direi un pollice ni, ma molto tendente verso l'alto. Farei un tentativo di risistemarlo per il Laboratorio.

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