Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

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Jacopo Berti
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Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#1 » martedì 22 novembre 2016, 0:41

Gli altri sognan se stessi

«Tu sei morto». Non era una minaccia, ma un dato di fatto. Una comunicazione.
Non vi furono altre comunicazioni, quel giorno, tra Mauro e la signora Patrizia. La donna riprese a mangiare lo yogurt all’albicocca, leccando con gusto il cucchiaino, fronte e retro, dopo ogni boccone. Poi ruppe il vasetto di plastica in quattro pezzi, suggendo ognuno come una canocchia, mentre il nuovo volontario la guardava impietrito. Non appena ebbe finito, Patrizia ammonticchiò i frammenti con gesti misurati, si levò ieratica nel suo metro e novanta e se ne andò dal refettorio segnandosi innominepatris con la massima riservatezza che la sua stazza e le trenta gocce di diazepam le consentivano.

Patrizia udiva le voci da quand’era ragazzina. Le voci, a volte, le dicevano cose orribili, ma la rassicuravano quando Enzo tornava a casa prima di mamma e tirava la cordicella delle tapparelle della cucina, che calavano come una ghigliottina.
Patrizia sognava, anche. Ogni notte. La sua morte.
Sin dall’inizio c’era stato tutto, nei minimi dettagli. Il luogo le era ignoto, ma lo sentiva familiare. Lei che si alzava dal letto, che metteva a posto le lenzuola e ravvivava il cuscino. Andava verso la finestra, scostava le tende, le agganciava coi magneti a forma di girasole. Spostava pazientemente le orchidee e le aloe, facendo attenzione a non rovinarle.
Questa scena si ripeteva tale e quale, notte dopo notte, acquistando concretezza, spessore. Come se in uno degli infiniti mondi, ogni notte, una sua copia compisse il folle volo. Ogni volta una Patrizia diversa si separava dagli strati di Patrizie affastellate sul letto, lasciando una scia di riverberi digradanti come in un quadro futurista. Con un piccolo schiocco si distaccava da quelle ombre che poi rimbalzavano sul materasso. Le ricopriva e sistemava il cuscino sotto le loro teste, mentre queste sognavano la sua sorte e la seguivano nelle consuete operazioni.
Patrizia scostava le tende e spostava le piante, intravvedendo nel tessuto dei reali le ombre delle piante non spostate o di altre piante, o di soprammobili, o il davanzale di lucido marmo; delle tende di un altro colore e consistenza, di altre città fuori dalla finestra, esaltanti nella luce, o devastate da bombardamenti. Vedeva la sagoma eterea di una gatta acciambellata alle sue spalle. Il suo ronfare si confondeva col fruscio del vento.
Mentre lei precipitava, per strada la gente andava senza impronte sulla neve soffice o veniva bagnata da scrosci di pioggia che passavano attraverso gli ombrelli.
Ogni volta, sentiva il dolore.

Per questo, forse, una notte, la voce che udiva le fece una domanda e Patrizia rispose senza esitazione.
Se avesse saputo che anni dopo, alla casa Santa Tecla, avrebbe trovato quelle tende, quel davanzale, quelle aloe, quelle orchidee.
Se avesse saputo che i suoi sogni erano vera verità – così diceva – giurin giurello.
Se avesse saputo, avrebbe risposto diversamente.
«Vuoi sognare te stessa o gli altri?».
Ultima modifica di Jacopo Berti il martedì 22 novembre 2016, 0:58, modificato 1 volta in totale.


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antico
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#2 » martedì 22 novembre 2016, 0:44

Ed ecco il vincitore della Atzori Edition e attuale leader del Rank d'ERA, Jacopo Berti! Tutto ok con i paramentri, buona Troccoli Edition!

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erika.adale
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#3 » martedì 22 novembre 2016, 21:16

Jacopo, che ti devo dire? Mi pare che ogni giro tu faccia, più che un passo, un salto in più. E questa storia di pazzia e preveggenza è davvero ottima, sia come contenuto che per forma. Inoltre, senza pretese di colpi di scena, è originale sia nell'integrazione del tema sogno che nella scelta finale che si suppone abbia fatto la poveretta, dando un senso a tutta la storia.

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Angela
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#4 » giovedì 24 novembre 2016, 9:24

Gli altri sognan se stessi - Jacopo Berti.

Racconto confezionato con cura, come tutte le cose che scrivi. Nel racconto c'è una donna malata che compie gli stessi gesti, i famosi rituali tanto cari a chi ha bisogno di punti fermi al quale fare riferimento. La parte che secondo me illustra meglio la condizione di Patrizia, è in quel "Ogni volta una Patrizia diversa si separava dagli strati di Patrizie affastellate sul letto".
Nel finale che completa degnamente il testo, si chiude il cerchio in cui Patrizia è destinata a ripetersi all'infinito come un criceto nella gabbia.
Se devo fare una critica, è nella scelta dei termini a volte troppo ricercati (si levò ieratica riverberi digradanti); è una critica soggettiva naturalmente, perché a me piacciono i testi semplici che trovo più scorrevoli. Tema centrato, una buona prova.
Uno scrittore è un mondo intrappolato in una persona (Victor Hugo)

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Andrea Partiti
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#5 » giovedì 24 novembre 2016, 16:41

La mia interpretazione spontanea del racconto forse non è quella che avevi in mente in origine. Ci vedo un disturbo della protagonista che desidera morire, e ogni notte pensa e rimugina su come si sarebbe tolta la vita, aggiunge dettagli alla scena, la pianifica e la rende concreta. Il mondo che cambia attorno a lei sono tutti i rimpianti e le scelte fatte in passato che l'hanno portata lì. Immagina le versioni alternative di sé, come avrebbe potuto essere.

Ammetto di non essere completamente sicuro di questa interpretazione, perché penso che ci possa essere dell'altro che mi sfugge, soprattutto per via della scena iniziale, che dopo aver letto e riletto il racconto continua a sfuggirmi. So che non avresti inserito un rituale di pulitura del vasetto dello yogurt e un personaggio che poi non torna più senza una ragione precisa, e mi disturba non capirla ^^
E' una versione di Patrizia che sogna le morti altrui e ne ha prevista una? In quel caso la dinamica di questi sogni sarebbe meno lineare rispetto al sognare la propria morte, non giustificherebbe il poter rivelare a qualcuno la sua fine imminente, senza dei dettagli in più oltre alla scena della morte.

Dubbi a parte, il tema c'è tutto e lo stile è impeccabile come al solito. Ma fa bene al morale specificarlo di nuovo :p

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Callagan
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Messaggio#6 » venerdì 25 novembre 2016, 13:31

Ciao, Jacopo. La lettura del tuo racconto è stata nel mio caso guastata dal filtro "trova il tema all'interno". Così ho fatto fatica a trovarlo. Il sogno ricorrente che la protagonista fa non le cambia, di fatto, la vita... l'accompagna, piuttosto, durante tutta la sua esistenza andando poi a prevedere la sua morte. Il sogno non cambia né in maniera diretta né indiretta la sua esistenza.
Dal mio punto di vista questo è un peccato, mi dispiace tanto andare a penalizzare questo racconto nella classifica finale (per quel che conta) dal momento che è davvero scritto bene, è godibile; in pochi passaggi abbiamo esperienza diretta di quella che è stata la vita di Patrizia, il lettore ci entra dentro e soffre con lei.
Perciò, al di là di tutto, complimenti!

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Jacopo Berti
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#7 » sabato 26 novembre 2016, 10:32

Grazie a tutti per i commenti, mi fanno molto piacere le "recensioni" positive e i posti in classifica ricevuti fino ad ora.

Questa è l'ennesima volta in cui avevo deciso di non spoilerare niente del racconto prima di avere tutti i commenti ma poi mi trovo a voler rispondere a una critica mirata ;)

Quindi, per ora, rispondo solo @Callagan, che ha avuto difficoltà a rintracciare il tema.
Dunque: vado per due gradi.
Dici che quello della mia protagonista non è un singolo sogno, ma una serie di sogni. Ma anche tu usi l'espressione "sogno ricorrente", e mi pare che quello ricorrente possa essere "UN sogno". E davvero mi sta stretta la tua idea che il sogno non cambi radicalmente l'esistenza della protagonista. Insomma, se è quello che è e sta dove sta è anche a causa di quei sogni.
Secondo passo: in realtà c'è un sogno, ed è quello in cui la voce, di notte, le domanda se vuole sognare se stessa o gli altri e la sua risposta le cambia la vita. Io mi sento di definirlo "sogno", nel senso di parvenza, illusione, irrealtà.
Spero di aver chiarito le tue perplessità. Grazie comunque anche a te per l'apprezzamento per la forma. Ammetto che "è scritto male" mi avrebbe intristito molto di più di un "non hai centrato il tema" :P
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patty.barale
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#8 » sabato 26 novembre 2016, 15:47

-TRAMA: le voci nella mia testa sono un po' in disaccordo, ma la maggioranza ha scelto la seguente lettura:

Patrizia per sopravvivere agli abusi subiti da ragazzina cerca consolazione nelle voci che iniziano a popolare la sua testa. E inizia a sognare: un sogno ricorrente, un sogno di liberazione, un sogno che, però, invece di farla volare libera, lascia sempre una parte di lei legata alla realtà. Un giorno, però le sue voci le domandano se voglia sognare la propria morte o quella degli altri e lei sceglie la seconda opzione.
Così, quando dall'alto della sua possanza fisica comunica a Mauro "sei morto", sa che sarà lei a scaraventare il malcapitato giù da quella finestra, oltre le familiari piante del davanzale...

-PERSONAGGI: pochi tratti, quasi uno schizzo, ma Patrizia ha una forza tridimensionale impressionante. Quei piccoli gesti nel leccare il cucchiaino, nello spezzare il vasetto dello yogurt, nel farsi il segno della croce... MAGISTRALE!

-ORIGINALITÀ: il tema ha reso molto difficile l'originalità in termini assoluti, ma tu sei riuscito a mettere talmente tanto in questo scarsi tremila caratteri, che anche questo parametro lo centri senza problemi.

-STILE: sindrome di Stendhal... di fronte alla bellezza si resta estasiati. Amo il tuo modo di narrare (anche se spesso dai contenuti troppo criptici e stratificati su più livelli, talvolta difficili per una mente semplice come la mia!) e con questo racconto, secondo me, ti sei ulteriormente elevato.

In particolare quegli scrosci di pioggia che passano attraverso gli ombrelli di coloro che assistono nel sogno alla caduta, sono pura poesia.

-COERENZA AL TEMA: centrata

-AMBIENTAZIONE: la stanza, il letto, la finestra... cavoli, potrei riconoscerli senza fatica, trovandomeli davanti!

-PANCIA : un gioiellino, anche se, con i tuoi racconti, temo sempre di fare la figura della cretina, capendo... cazzi per mazzi (come si dice a Roma!)

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patty.barale
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#9 » sabato 26 novembre 2016, 15:51

ps.: se la mia lettura è corretta, il titolo è perfetto!

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marco.roncaccia
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#10 » domenica 27 novembre 2016, 15:47

Ciao Jacopo,
ogni tanto mi capita di incontrare un racconto qui su Minuti Contati che non riesco proprio a capire. Questo mi rende parecchio complicato commentarlo e classificarlo. Ciò mi fa sentire un cretino. Poi mi ricordo una delle lezioni della scuola di scrittura che ho frequentato e una frase: “il lettore va presunto stupido”. Quindi, mi dico, sono nella condizione perfetta per valutare questo racconto. Se ti metto in una posizione bassa della classifica è per i miei limiti, e per invitarti, per quel che vale, a scrivere in maniera più accessibile. In ogni caso i movimenti di Patrizia e la scena iniziale li ho molto apprezzati. Anche la citazione del matto di Spoon River nella versione di De Andrè.

viviana.tenga
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#11 » domenica 27 novembre 2016, 19:54

Ciao Jacopo,
Stile ottimo, onirico quanto basta per sfumare i contorni tra sogni e realtà. Belle le immagini, soprattutto la scena iniziale dello yogurt. Ho trovato un po' ostico decifrare la trama. La mia interpretazione finale è sostanzialmente la stessa di Patty, anche se non sono convinta che sarà Patrizia a buttare giù Mauro (non escludo un'interpretazione più fatalistica, in cui lui è predestinato a morire da forze arcane non meglio definite), ma in ogni caso trovo che sia un po' troppo faticosa da seguire e che questo non giovi al racconto.

Zebratigrata
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#12 » giovedì 1 dicembre 2016, 16:33

Il tema c’è e il racconto mi piace, in particolare trovo molto efficace il paragrafo in cui descrivi il carattere ricorrente del sogno con l’idea della stratificazione: l’immagine è potente e secondo me riesce anche a calare bene il lettore nella dimensione ‘onirica’ del racconto.

Quello che invece non mi convince appieno è il paragrafo iniziale, che sembra avere uno scopo oltre la caratterizzazione del personaggio, ma in realtà poi non torna più fuori. Non ne sono certa, ma forse volevi rappresentare la vita della signora nel caso avesse dato l’altra risposta?

A parte questo l’unico appunto che ho da farti è sull’espressione ‘folle volo’: in questo caso si tratta di un volo vero e proprio, ma la citazione pesa tanto su questa espressione che viene spontaneo cercare un riferimento a Odissea, conoscenza e quant’altro; forse in un certo senso quello della ‘veggente’ è un folle volo perché può conoscere la sua morte, o quella degli altri, e di conoscenza si tratta… ma mi sembra un’interpretazione un po’ forzata, quindi forse non è quello che avevi in mente.

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Jacopo Berti
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#13 » venerdì 2 dicembre 2016, 10:24

Grazie ancora per tutti i commenti e le classifiche.
Già avere l'unanimità sulla qualità della scrittura dà molta soddisfazione! :D

Quanto alla scarsa chiarezza del testo, non posso che darvi ragione prendendone atto. Quando scrivo qualcosa di questo tipo mi pare che sia molto bello dover risalire all'accaduto mettendo insieme i cocci del vaso di una vita in frantumi. Cerco di capire se sia facile o difficile, ma un giudizio su un proprio testo è quasi impossibile, perché io la storia la so. Voi siete i primi lettori, e il giudizio sull'accessibilità è tra le vostre prerogative.
Detto questo, posso confermare esattamente la prima parte del riassunto di Patty:
Patrizia per sopravvivere agli abusi subiti da ragazzina cerca consolazione nelle voci che iniziano a popolare la sua testa. E inizia a sognare: un sogno ricorrente, un sogno di liberazione, un sogno che, però, invece di farla volare libera, lascia sempre una parte di lei legata alla realtà. Un giorno, però le sue voci le domandano se voglia sognare la propria morte o quella degli altri e lei sceglie la seconda opzione.

E' proprio così, e il primo paragrafo ne è la conferma. Poi non sarà lei a uccidere Mauro, però ne vede la morte, gliela predice, ma si limita a dirle "tu sei morto" perché sa che in ogni caso non verrà ascoltata dicendo come e quando moriranno le persone viste nei suoi sogni ("la vera verità" e "giurin giurello" sono le cose che dice quando non è creduta).
Perché ha scelto di sognare gli altri? Perché stava sognando sempre se stessa ed era doloroso. Lei non sapeva che avrebbe sognato cose in qualche modo reali fino a che non è entrata nella comunità psichiatrica "Santa Tecla" e ha visto il luogo in cui sognava se stessa. Lei ora sa che si suiciderà buttandosi dalla finestra ma sa o crede anche di sapere come moriranno altre persone e sarà proprio questo a farla suicidare prima o poi.
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#14 » lunedì 5 dicembre 2016, 1:03

Allora decisamente non avevo interpretato il tutto nel modo corretto. In effetti una delle cose che mi confondevano era il fatto che lei apparentemente sognava sia sé stessa (ci racconti il sogno) che gli altri (dalla frase all'inizio). Mentre credevo che solo dopo la 'domanda' esplicita della voce avesse inziato a sognare. Per questo non mettevo insieme le due cose :-)
La descrizione del sogno secondo me vale comunque l'intero racconto :-D

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antico
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#15 » martedì 6 dicembre 2016, 19:44

Non mi ha soddisfatto il finale, mi è sembrato che tu abbia dovuto accelerare e no, non ci ho visto quanto da molti sottolineato, non l'ho visto perché, a mio personalissimo modo di vedere, non c'erano elementi sufficienti per vederlo e no, non mi va di tirare azzardare, soprattutto dopo che nel corpo centrale del racconto ti sei concentrato sugli infiniti piani della realtà senza poi, sempre a mio parere, fornirmi delle chiavi interpretative per il finale che, anche una volta lette le varie interpretazioni, mi è rimasto scollegato dal resto. E sì, mannaggia, la cosa m'innervosisce, soprattutto se tutto questo arriva al termine di quella che fino a quel momento era un'autentica perla. Hai un talento speciale, davvero, ma per questo racconto vedo un'unica via: un ampiamento. Troppo veloce il finale, insomma. Pollice ni che punta con forza verso l'alto, questa volta.

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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#16 » venerdì 9 dicembre 2016, 12:17

Grazie per il commento, Antico.
Hai ragione, dovrei fare qualcosa di più lungo e sfruttare lo scioglimento (che avrà questo nome per qualcosa) per dare compiutezza al primo e al secondo paragrafo. Purtroppo - ma visti i commenti sono in buona compagnia - mi sono innamorato di quei due primi paragrafi e non ho lasciato spazio per l'ultimo.
Magari posterò il racconto nel laboratorio anche se sarà già in vetrina. A proposito, Spartaco: si potrebbe fare una regola ufficiale per questa eventualità o esiste già?
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Re: Gli altri sognan se stessi - di Jacopo Berti

Messaggio#17 » venerdì 9 dicembre 2016, 15:28

Nessuna regola speciale. Se qualcuno vuole postare un racconto già promosso in vetrina può farlo, quello vecchio rimarrà finché il secondo non sarà promosso e lo sostituirà.
È già capitato in passato ;)

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