Gruppo SAMI': Lista racconti ammessi e classifiche

Lunedì 21 novembre dalle 21 all'una!
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antico
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Gruppo SAMI': Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » martedì 22 novembre 2016, 2:11

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BENVENUTI ALLA TROCCOLI EDITION, LA TERZA DELLA QUINTA ERA DI MINUTI CONTATI!

Questo è il gruppo SAMI' della TROCCOLI EDITION con FRANCESCO TROCCOLI nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo SAMI' dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo HOBBES.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo TOBRUK.


Questo è un gruppo da dieci racconti, pertanto saranno i primi QUATTRO racconti ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da FRANCESCO TROCCOLI. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro già in possesso di punti Rank d'Era (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via regolandomi con gli orari di consegna in caso di autori a pari punti), coloro che ancora non hanno punti rank d'Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo SAMI':

Punti di vista, di Francesco Nucera, ore 00.05, 2971 caratteri
Lo spettacolo più grande, di Raffaele Marra, ore 00.54, 2947 caratteri
Prossima tappa Proxima, di Mario Pacchiarotti, ore 23.58, 2989 caratteri
Utopia di verdura in salsa astratta, di Fernando Nappo, ore 00.29, 2956 caratteri
Nave colonia IT-152, di Roberto Romanelli, ore 23.52, 2988 caratteri
Il campanello, di Alexandra Fischer, ore 22.01, 2766 caratteri
Le cose sottili, di Andrea Grillone, ore 23.06, 2976 caratteri
28_08, di Adriano Muzzi, ore 00.02, 2939 caratteri
Il musicista, di Diego Ducoli, ore 00.33, 2946 caratteri
Dio perdona, la frittensuppe no, di Giuseppe Gangemi, ore 00.57, 2933 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 1 DICEMBRE per commentare i racconti del gruppo HOBBES. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 2 dicembre, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i NOVE racconti del HOBBES e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete VENTOTTO (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo HOBBES.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA QUINTA ERA E BUONA TROCCOLI EDITION A TUTTI!













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Polly Russell
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Re: Gruppo SAMI': Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » martedì 22 novembre 2016, 21:22

Dio perdona la frittatensuppe, no. Di Giuseppe Gangemi
Ben trovato Pep.
Non so, mi sembra il riassunto di un racconto. La parte iniziale, va bene, ma il centro è troppo condensato. Racconti una serie di avvenimenti in poche righe, avvenimenti che avresti potuto filtrare per guadagnare spazio. Potevi omettere che Giovanni fosse un gondoliere, bastava che avesse salvato la donna dal canale.
O addirittura, poteva averla affogata dal principio, e avresti potuto mostrarci la scena senza doverti dilungare a far la cronistoria, di come il marito di lei, e perché, volesse Giovanni morto. Oltretutto, che sia lui io cuoco, il marito di lei, caduto in disgrazia, lo immagino io, perché darebbe un senso alla vicenda, tu, in effetti, non me lo dici.
Abbastanza bizzarro anche che lavori proprio in quel dirigibile, che sappia chi c'è a bordo... Insomma, è un po' campato in aria.
Immagino e penso che questa storia, con tre o quattro mila caratteri in più, sarebbe tutta un'altra cosa. Quindi, tienila, ampliala, perché se lo merita.

Diego Ducoli. il musicista
Uff.. Che tristezza!
No, va beh, in fonda ha fatto quello che voleva, vivere di musica.
Allora, c'è uno scollegamento tra il racconto e il suo epilogo. Non è chiaro che il musicista in metro sia lui, il protagonista rockettaro, dico.
L'unico appunto che mi sento di farti è questo. Dovresti caratterizzare il personaggio, basta anche una caratteristica fisica, un dito chiodato, un neo. E poi ripeterla nell'epilogo. Nell'epilogo, dovrebbe essere anche un pochino più vecchio, perchè pare ci abbia provato, alla fine, a fare sto latino americano. Ma evidentemente non era per lui, del tempo sarà pur passato.
Per il resto una buona scrittura, fluida, leggera. La trama non mi ha appassionata troppo, ma è un mio gusto personale, indipendente dalla sua qualità.


"28_08" - di Adriano Muzzi

E la Peppa! Mi hai spiazzata. Davvero, e sì che mi ritengo abbastanza avvezza ai finali a sorpresa. Di solito non mi sorprendono. E il tuo era pure anticipato.
Complimenti.
Da come eri partito, mi aspettavo che questo signore cercasse di cambiare il passato, che ci provasse. Quindi mi aspettavo l'azione di un signor Nessuno, alle prese con un tempo non suo. E invece, eccoci qua. Con un M.L. King in arrivo da tre o quattro secoli più tardi.
Ci sono diversi racconti che giocano le stesse carte con Leonardo da Vinci, ma tu mi hai davvero presa alla sprovvista. Bravo.
Unico appunto, avrei preferito il discorso finale in italiano. Ci avrei messo un paio di secondi in più, a capire, ma sarebbe stato ancora più efficace.
Scrittura fluida, come sempre.
Un buon lavoro.


Andrea Grillone. Le cose sottili

Non ho capito.
Ciao, intanto! Allora, andiamo per ordine. La parte iniziale del racconto mi è piaciuta parecchio, mi ha coinvolta. È ben scritto, conforme, e lascia il giusto spazio all'emozione. Il tutto fila liscio fino all'arrivo del narrante in Messico. Mi spiego. La narratrice è morta. Ora, ponendo che stiamo parlando di una gosth story, quindi non mi metterò a far menate sull'inganno al lettore, lei non può dire "Il mio cuore si è spezzato, ma adesso sono qui. " Lei è lì, ma cadavere.
Avresti dovuto lasciare al passato quel pezzo. Togliere quel "adesso", perchè, almeno a me, fa pensare alla vita. Poi certo, il bacio e il sorriso mi ricatapultano sulla gosth story, e il tutto si aggiusta.
Altra cosa che non ho capito, il terremoto.
Lei ha sognato di morire, quindi è morta? O la morte le è parso un sogno? Mi spiego, come fa un sogno a cambiarle la vita. Fosse stato premonitore, lo capirei, ma così sono confusa. Il che è un peccato perchè per il resto è un gran bel racconto. Molto suggestivo.



Il campanello. Alexandra Fisher

Ciao Shanda! :)
Allora, questo l'ho capito più degli altri, e guarda, conoscendomi, è un primato. :)
Mi è piaciuta la storia, un po' meno i dialoghi. Verso la fine sono parecchio confusi, e non riesco a comprendere, se non rileggendo, chi dica cosa. Toglierei qualche animale. La libellula cattura l'attenzione che invece dovrebbe essere del falengattumano. Anche l'artigliata la descrivi leonina, e allora mi chiedo, sarà stato il padrone di casa? Si, ma era un gatto... O crei un gatto gigante, o lo descrivi come un leone da subito.
Per il resto una piacevole lettura.


Nave colonia di Vestatio
Ben trovato!
Mi piace. Certo, la limitazione delle nascite è parecchio abusata, ma fa sempre il suo porco effetto. Il codice di sblocco (e qui mi fermo) è davvero una bella trovata.
Mi piace l'ambientazione e anche l'inversione dei ruoli. Possibile, plausibile.
Qualche dubbio sul tatuaggio, non ho capito del tutto a cosa serva, la controlla, le fa passare la sbronza. Ok. È abbastanza inutile ai fini della trama, ma fa atmosfera.
L'ipnosi invece, mi rimane proprio oscuro. Se lo ha usato per sé, non dovrebbe ricordare di essere stato uno "schifo" prima. Anche l'attinenza al tema è sfiorata.
Il sogno che cambia la vita di chi è? Di lei che vorrebbe un figlio da ben due anni? Di lui che ha usato l'ipnosi e l'ha fatta innamorare? In entrambi i casi, ho il sogno, ma non la vita cambiata. Lui si è sposato, ma continua a fare il meretore, lei il figlio non ce l'ha.
Detto questo, genere super affino alle mie corde, ben scritto.



Utopia di verdure in salsa astratta. Fernando Nappo

Ma che carino! Delicato davvero. La descrizione del "pasto" tra l'altro m'ha fatto venir fame, sarà l'ora. Oppure sarà che sei stato dannatamente bravo.
L'avrei fatto destare dal sogno con la mosca, al massimo con gli altri clienti che lo deridono. L'assalto alla "piovono polpette" ha fatto perdere punti al racconto. Non serviva, era già perfetto così, e lo era anche il finale.
Anzi, elidendo quella parte, dai alla voglia di ricominciare a coltivare, una valenza totalemte salutista, alimentare. Con le megaverdure inglobanti, invece può essere scambiata per paura.
A parte quelle due o tre righe da "taglia", il resto è perfetto.



Jimjam. Prossima tappa proxima.

Wow! Un finale a sorpresa nel finale a sorpresa. Con quel "lo aveva detto anche ieri" hai aperto un mondo di infinite possibilità. :) dal classico "giorno della marmotta" ai viaggi tra dimensioni, ai viaggi nel tempo... Ok, forse sono io che divago. Comunque, molto interessante.
Da un punto di vista formale hai ripetuto "l'italiana" un paio di volte, e in venti righe sono troppe. Per il resto si è lasciato leggere con piacere e fluidità. Null'altro da aggiungere. Un buon lavoro.


Raffaele Marra. Lo spettacolo più grande

Molto delicato, Raffaele. Davvero. Mi è piaciuta molto la delicatezza che hai usato nel tratteggiare i due personaggi, in questa ottica "lui era solo un marito e un padre" stona. Almeno fino all'ultima frase, in cui si rende conto che il "solo" è un concetto relativo. Il problema è che non lo pensa Ninuccio, ma il narratore. Forse sarebbe stato meglio "si sentiva solo un marito..." O qualcosa del genere.
Ci sono un paio di pov sballati. Per esempio
replicò il giovanotto chinandosi a raccoglierlo. Lo vide andare...
sembra che sia Ninuccio a sparire dietro al tendone. Credo che il punto non sia sufficiente, ci vuole un "a capo".
Comunque una buona prova, la battuta "ad averceli tutti e due" è perfetta.




Francesco Nucera. Punti di vista

Alla faccia della pax romana! Ben trovato Francesco. :)
Le parti legate al ricordo le avrei preferite in terza. Sono troppo impersonali per essere in prima. Sono pensieri intimi, nascosti, che lo coccolano, lo proteggono e a parte il profumo di tabacco e sudore (E qui, Finardi ci sta tutto) non sento le sue emozioni. Con la terza ti levi d'impaccio.
La storia è agghiacciante, ma visto che l'intento era quello, complimenti.
Non ho ben capito come abbia fatto l'Italia a diventare la superpotenza atomica che descrivi, ma, nella vita nel non si sa mai.
Alla prox!


CLASSIFICA

1) 28_08, di Adriano Muzzi
2) Nave colonia IT-152, di Roberto Romanelli
3) Utopia di verdura in salsa astratta, di Fernando Nappo
4) Prossima tappa Proxima, di Mario Pacchiarotti,
5) Punti di vista, di Francesco Nucera
6) Lo spettacolo più grande, di Raffaele Marra
7) Il musicista, di Diego Ducoli
8) Le cose sottili, di Andrea Grillone
9) Il campanello, di Alexandra Fischer
10) Dio perdona, la frittensuppe no, di Giuseppe Gangemi
Polly

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Jacopo Berti
Messaggi: 441

Re: Gruppo SAMI': Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » giovedì 24 novembre 2016, 12:15

Complimenti a tutti i partecipanti! Credo che in un'altra edizione i primi cinque racconti della mia classifica avrebbero potuto essere sul podio.
A parte il racconto di Fernando, che mi ha davvero colpito, sui successivi ho avuto molti dubbi. Mi dispiace per racconti che mi sono piaciuti (Alexandra! Mario! Sorry!) e che sono comunque finiti in fondo alla classifica.

1) Utopia di verdure in salsa astratta, di Fernando Nappo
Fernando: certo, ci sono delle cose migliorabili, ma un "bravissimo!" come commento breve mi pare comunque doveroso, se non altro per la prima parte, che è praticamente perfetta. C'è un gioco ottimo tra l'illusione della "tecnica tecnologica" e quella della "tecnica scrittoria", la tua, che è quasi altrettanto potente. Catturi il lettore in quello che forse è poco di meno rispetto a ciò che sta vivendo il tuo protagonista. L'elemento onirico, poi, è rappresentato benissimo nell'assurdità della situazione generale e soprattutto nel momento (molto cinematografico) in cui tutti cominciano a ridere e si genera quell'ansia da riprovazione sociale generale e quello scadere nel surreale che portano spesso alla conclusione dei sogni.
Su tutto il primo lungo paragrafo ho solo un'osservazione: la sinto-chicle mi ha messo un po' in difficoltà. Non conoscevo la parola "chicle" (poi sono andata a cercarla) e non sapevo se si pronunciasse all'italiana o alla "latina": ho controllato ho trovato la pronuncia inglese, ˈtʃɪkəl. L'idea di questa cosa che assorbe i sapori inalati e li ritrasmette è geniale, ma vista la mia sensibilità irritabile per i fatti linguistici avrei preferito altro.
La conclusione (che poi è la cornice che contiene il sogno) è un'ottima idea. Didascalica, anzi, didattica. Metterei questo racconto come testo motivazionale su un opuscolo per gli orti urbani o per la valorizzazione dell'agricoltura.
Però la resa è un po' meno convincente. Perdi il pathos della prima parte. Certo, non era facile mantenere la qualità dell'inizio. Qualche soluzione mi viene in mente. Lasciare da parte la fase della "risoluzione" (sebbene questa renda più chiara l'aderenza al tema) e passare subito a lui che coltiva l'orto. Mi viene in mente una mano che afferra la vanga e un piede che la pianta nella terra. Ancora sensazioni fisiche, ma questa volta concrete; e i moschini che si incastrano tra i peli delle braccia madidi di sudore.
Complessivamente, molto buono.

2) Nave colonia IT-152, di Roberto Romanelli
Ciao Roberto, piacere di leggerti.
A differenza di alcuni tuoi racconti, ho trovato questo tuo ultimo di facile accessibilità. Visto che come tuo solito l'idea è buona e la forma, se non "raffinata", è corretta e apprezzabile, riuscendo tu a essere anche comprensibile, direi hai fatto un buon lavoro.
L'ambientazione e godibile, le idee non sono nuove ma le concerti molto bene e le fai passare con pochi accenni, facendo entrare subito il lettore in questo futuro possibile e credibile.
Non ho nulla da obiettare sull'interpretazione del tema: una pillola di ipnosi che modifica la memoria del passato rende effettivamente il presente un "sogno", una cosa irreale.
Ci sono due problemi, a mio avviso.
- Il refuso "afferrò" per "afferro". So che i refusi sono tali, ma questo genera ambiguità perché sembra un passaggio alla terza persona. Sono dovuto tornare indietro chiedendomi perché e quando avessi cambiato focalizzazione.
- Il proposito di utilizzare l'ultimo chip di ipnosi. Anche questo fa tornare indietro nel testo alla ricerca di una disambiguazione che non c'è. Ovviamente non è che dobbiamo sapere tutto di tutti ("come arriva dalla sedia al frigo"), ma visto che questa parte è posta in chiusura, si carica di significato, e io penso di essermi perso qualcosa fino a che non leggo nella tua risposta a Polly in cui sei aperto a più possibilità. Il lettore cerca uno scioglimento tramite "l'oggetto magico" ma tu glielo neghi.

Ad ogni modo, un racconto più che buono.

3) Lo spettacolo più grande, di Raffaele Marra

Ciao Raffaele,
un racconto toccante, che mette a confronto due uomini ben tratteggiati a rappresentanza di due "tipi" di esseri umani, l'avventuroso e l'accorto, il migratore e lo stanziale, forse un po' stereotipati ma ben rappresentati dal circense e dal padre e nonno di famiglia.
Rischi eh. Rischi di essere stucchevole e non lo sei per poco, almeno per quelli che sono i miei gusti. Ma superi molto bene la prova e te ne esci con un racconto che non saprei come migliorare se non lavorando di fino sullo stile, cosa che non sempre si ha l'opportunità di fare nel tempo concesso da minuti contati.
In complesso, direi più che buono.

4) Le cose sottili, di Andrea Grillone

Ciao Andrea, piacere di leggerti.
Credo di aver capito il tuo racconto: in sostanza, morendo, la protagonista è diventata una delle "cose sottili" percepibili dalla madre. Devo dire di averlo apprezzato abbastanza come idea, molto come stile. Specialmente la prima metà, prima del trasferimento in Messico, è molto curata e le metafore e le immagini sono convincenti ed efficaci nella loro surreale delicatezza. "Nella mia mente questo ricordo è sempre ambientato in un crepuscolo estivo, con gli insetti che ronzano attorno a lei come se fosse la loro regina". "Le cose sottili" è un bel titolo e una bellissima definizione per questo tipo di soprannaturale, vicino al realismo fantastico.
Resta il problema, pedissequo, è vero, dell'interpretazione precisa del tema. Problema che fa notare anche Polly. Come lo aggiro? Voglio? Riesco? Diciamo che "il sogno" può essere "la dimensione del sogno" e quindi tutta la faccenda delle cose sottili che effettivamente cambiano l'esistenza delle due donne. Si può fare, sì, ma lo trovo ovviamente un po' tirato.
Se non che la seconda parte non sia incantevole come la prima (ma comunque valida), non ho altre osservazioni da farti.
Complessivamente, un racconto più che buono.

5) 28_08, di Adriano Muzzi
Ciao Adriano, piacere di leggerti.
Ti confesso che credevo che il viaggiatore nel tempo stesse andando a impedire l'elezione di Trump o ad assassinarlo. Un po' speravo nel finale alternativo tipo Bastardi Senza Gloria.
Devo ammettere quindi che con questa soluzione pacifica mi hai sorpreso, anche se l'idea non è nuovissima. Ci sono altri racconti o romanzi in cui qualcuno torna indietro nel tempo non per cambiare un fatto storico ma per determinare un fatto storico appunto accaduto (mi ricordo, ad esempio, l'ereticissimo INRI di Michael Moorcook, in cui il viaggiatore nel tempo è nientemeno che Gesù Cristo).
Forse mi faccio troppe domande, ma mi chiedo se ci sia stata una sostituzione di persona tra il nostro viaggiatore e un Martin Luther King che non aveva ancora iniziato a fare la storia o se sia apparso dal nulla. Mi chiedo anche se avesse programmato a tavolino una strategia, se avesse un piano, e come abbia fatto l'uomo venuto dal futuro a "diventare M.L.K.". Non saperlo mi dà, in effetti, un po' fastidio, una sensazione di buco nel plot.
Il racconto è ben scritto, l'incipit è molto bello e fa subito visualizzare la città verticale futuristica, certo non nuova ma ottima per dare le coordinate temporali.
Sulla lingua nel finale, secondo me la soluzione era semplice. La prima lunga frase in italiano e poi alla fine "I have a dream today".
Complessivamente è un buon racconto.

6) Punti di vista, di Francesco Nucera
Ciao Francesco, piacere di rileggerti.
Il tuo racconto non mi dispiace, anche se questa forma l'ho vista più di una volta, di recente, su minuti contati e mi pare ormai un po' convenzionale.
Concordo con l'osservazione sull'uso della prima persona nei flashback. Stona un po', ma non stonerebbe se anche il resto fosse in prima persona, né stonerebbe se quella prima persona avesse una chiara circostanza in cui viene proferita (una seduta psicanalitica, un diario, un'email, confidenze...). Insomma, a stonare, per quel che è la mia sensibilità, è lo stacco senza apparente giustificazione tra terza e prima.
Un'altra piccola osservazione riguarda il "sogno" del padre. Troppo esplicito, troppo artificioso nel suo essere funzionale al tema e al plot: "Un giorno tutti gli uomini saranno felici, non esisterà più la guerra e nessuno sarà povero. Tu lotta sempre contro i soprusi, con la violenza se sarà necessario, e vedrai che il mio sogno si avvererà". Non sembra un discorso tra padre e figlio, ma al limite le ultime parole, o un testamento, o una dichiarazione oracolare.
Nel complesso, un racconto buono.

7) Il campanello, di Alexandra Fischer
Ciao Alexandra,
racconto enigmatico come sono quasi tutti i tuoi. Questo credo di averlo capito meglio di altri, ma mi tormenta l'idea di non averlo compreso davvero, quindi ti chiedo conferma che questo ne sia un possibile riassunto (che metto in spoiler per non disturbare chi non lo volesse vedere:
► Mostra testo

Spero che sia così, perché mi dispiacerebbe aver travisato.
Ad ogni modo, il racconto ha il suo fascino; come sempre trovo nella tua prosa qualche caratteristica "alternativa" che non mi dispiace. Come in molti dei tuoi racconti, vedo una focalizzazione su un piccolo elemento materiale, un oggetto magico o non magico, ma che alla fine lascia il segno, perché me ne ricordo diversi: sciarpa, piatto decorato, alamaro, registratore (o era una radio?). Riesci a inserirli in alcuni dei tuoi racconti come elemento di continuità della narrazione attorno al quale ruota tutto il resto.
Mi incuriosisce il dettaglio ripetuto su Ursula Le Guin. Se ti riferisci a qualche sua opera in particolare, non è tra quelle che ho letto, perché non colgo il riferimento. Ad ogni modo mi pare sia troppo insistito, se proprio non c'è qualcosa che mi sfugge della trama.
Complessivamente, un buon racconto.

8) Prossima tappa Proxima, di Mario Pacchiarotti
Ciao Mario, piacere di leggerti!
Un racconto abbastanza buono, anche se non mi pare tu sia riuscito a dare del tuo meglio. Mi sembra che ci sia una trama abbastanza convenzionale e poco elaborata, nonostante l'idea finale del ciclo continuo o del sogno a matrioska. Mi pare scritto bene come tuo solito (corretto, controllato, si fa leggere), ma non vi sono note stilistiche o un tono che fanno apprezzare lo spazio dedicato al dialogo centrale. In particolare, lo scambio di battute in cui parlano della situazione e decidono il da farsi mi sembra un riassunto di uno scambio di battute. Avresti dovuto avere molto più o molto meno spazio, o una diversa prospettiva, o presentarne alcuni frammenti come un flashback.
L'impressione è che ci siano due trovate: il titolo e la conclusione e che tu abbia cercato qualcosa da metterci nel mezzo.
Ti critico in questo modo perché so che certi tuoi scritti sono eccezionali (ricordo con piacere Room Service e altre cose) e quindi mi permetto di sperare di più da parte tua.
Complessivamente, tra il discreto e il buono.

9) Il musicista, di Diego Ducoli
Ciao Diego, ben ritrovato.
Il racconto non mi dispiace, non vi vedo grossi difetti se non quello evidenziato da Polly. Non è che non si capisca eh, ma manca un collegamento esplicito, un rapporto di causa-effetto e uno scarto temporale tra il rockettaro e il musicista nella metro.
La lettura è scorrevole e il contenuto condivisibile, ma non mi appassiona e non mi sorprende, mi pare piuttosto convenzionale. Non volermene, ma in questo girone con diversi racconti molto riusciti, il tuo manca di un "di più" di idee e di stile personale.
Complessivamente mi sembra una prova discreta.

10) Dio perdona, la Frittatensuppe no, di Giuseppe Gangemi
Ciao Giuseppe,
purtroppo un racconto con questo titolo poteva essere un capolavoro dall'inizio alla fine o un disastro, senza vie di mezzo.
L'inizio mi è piaciuto! Bravo! Mi hai convinto a credere al surreale e al grottesco della morte asburgica in dirigibile per annegamento nella Frittatensuppe!
Poi però riassumi una storia poco interessante e un po' sconclusionata, in un lungo e noioso flashback, di cui ti sono già stati segnalati i difetti.
Mi spiace, ma secondo me non ci siamo.
«Se avessimo anche una Fantastica, come una Logica, sarebbe scoperta l'arte di inventare» (Novalis, Frammenti)

valter_carignano
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Re: Gruppo SAMI': Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » venerdì 25 novembre 2016, 12:33

ciao a tutti.
Moltissimi racconti validi (e grande invidia da parte mia che nei Minuti Contati faccio sempre una gran fatica, al di là degli impegni di lavoro che me li rendono ancora più 'contati').
Una classifica però bisogna farla, e avrei voluto aspettare ancora i commenti di qualcun altro, per scoprire aspetti dei racconti cui magari non avevo fatto caso e che mi avrebbero aiutato a 'classificare'. Ma da oggi comincia un mese con molti spettacoli da preparare e rischio di non avere più tempo, quindi ecco qua.

1. 28_08
ciao e ben ritrovato
non sono troppo amante dei finali a sorpresa. O meglio, non ritengo che un racconto breve lo debba avere per forza e credo che tante volte siano solo dei giochetti verbali.
Ma non in questo caso. L'idea è molto forte, incisiva l'ambientazione iniziale, ottimo il dialogo. Credo che il fatto che uno torni indietro per fare qualcosa di buono, invece di impedire un qualcosa direttamente (uccidere un dittatore o simili) dia ancora più valore al tutto... buonissimo lavoro.

2. Punti di Vista
ciao
boh, niente da dire. Secondo me, davvero molto ma molto buono. Tre o quattro rasoiate et voilà, per puntualizzare - se ce ne fosse bisogno - che non tutti i i genocidi è gente maltrattata dai genitori e bla bla bla psico-wiki-analitici.
Mi sembra molto buono anche il tono dei pensieri del bambino, anche perché in fondo si tratta - o almeno credo si possa interpretare così - del ricordo dei pensieri/sensazioni che aveva da bambino, ora che lui è adulto e in quella situazione presente.
Ottimo.

3. Utopia di verdura in salsa astratta,
ciao
uffa, un altro racconto molto buono, come farò a fare una classifica?
Secondo il mio parere, riuscitissimissima (si dice?) la prima parte, comprese le risate e l'inglobamento finali, anzi in verità queste cose danno quel tocco di follia e accentuano il grottesco (con Polly, ormai si è capito, siamo sempre di opinioni diverse...)
Finale - sempre secondo me - un poco sottotono, o forse ero io che mi aspettavo un'altra cosa. Ma quello che mi aspettavo conta molto poco. Buonissimo lavoro.

4. Nave Colonia IT-152
ciao
rieccoci dopo l'estate, come va? E mentre io continuo ad avere grandi difficoltà nei Minuti Contati (che poi questa volta erano contatissimi, per me, finito di lavorare alle 23, mononeurone con autonomia di massimo un'ora, butto giù una roba per onor di bandiera e chi s'è visto s'è visto) tu questa volta sei andato alla grande.
Poco da dire dopo gli illustri commenti precedenti, inutile ripetere. Tema forse davvero solo sfiorato ma in tutti i casi - secondo me - racconto molto buono, molto chiaro e lineare, ottimo lavoro.


5. Prossima tappa Proxima
ciao
il racconto sarebbe stato molto buono, non originalissimo (e cosa lo è, ormai?) ma buono. Ma poi si arriva al paragrafo finale e uno dice 'vabé dai carino non un capolavoro ma carino'. Ma poi si arriva alla frase finale del paragrafo finale e allora uno dice 'madonna mi ha fregato ah ah bravo'.
Ecco, appunto. Bravo bravo. Ho messo troppi 'ma'? Mah.



6. Lo spettacolo più grande

Ciao
bella storia, l'intrusione - se così si può dire - del narratore che disturba un poco Polly a me anzi piace, dà tono di favola, o forse di parabola, di narrazione alla radio... non saprei dire ma la trovo adeguata. ognuno ha il proprio giusto modo di vedere le cose, così come 'pazienza e sacrificio' possono voler dire molte cose, diverse per ognuno, e proprio tutto nella vita magari non si può avere.
Ottimo lavoro.

7. Il musicista
ciao e ben ritrovato dopo l'estate
il problema del protagonista è uno di quelli che io e molti amici musicisti professionisti ci siamo trovati a fronteggiare, prima o poi, e anzi per alcuni ha significato proprio diventare o meno professionisti. Quindi, sotto questo aspetto, ottima 'fotografia' della realtà.
Mi sembra molto buona la prima parte, nella conclusione forse potevi insistere di più sul valore del musicista (ammesso che io abbia capito bene e lui in effetti fosse bravo), e conseguentemente sulla critica al mercato.
In tutti i casi, secondo me una buona prova.

8. Il Campanello
ciao e ben ritrovata
rispetto ad altre cose tue (penso per esempio al racconto per la steampunk edition) ho trovato questo racconto molto più lineare, più chiaro e più 'compiuto', nel senso che parte, si sviluppa e si conclude bene senza lasciare l'idea di 'incompiuto'. Per quello che posso valutare, mi sembra molto meglio di altri.
Per una volta (in genere non abbiamo le stesse idee) concordo con Polly che il finale poteva essere più chiaro, specie riguardo agli animali. Però una buona prova.

9. Le cose sottili
ciao
racconto a mio parere scritto con ottima proprietà di linguaggio e stile. Scorre bene, si fa leggere con piacere. Ottimo, sotto questo aspetto.
Anch'io, come Polly, ho un po' faticato a raccapezzarmi nella vicenda, sono tornato indietro, ho riletto e alla fine mi rimangono delle zone d'ombra. Forse era tua intenzione lasciarle (e allora in questo caso io forse non sono il lettore 'giusto'), forse sono i maledetti Minuti e Caratteri Contati che non ti hanno permesso di sviluppare bene un'idea a mio parere molto buona.
Il tema forse è solo sfiorato, ma non avendo compreso appieno la vicenda anche su questo mi rimane qualche dubbio.

10. Dio perdona, la frittatensuppe no
ciao e ben ritrovato
racconto che secondo me comincia molto bene, con ottimo ritmo e ironia, e qualche piccola sbavatura 'da minuti contati' non rovina la buonissima partenza.
Solo che poi si passa al 'sogno' in modo brusco (personalmente, non ho capito bene come potesse addormentarsi in quel momento, per esempio, a meno di non considerare il 'sogno' un 'pensiero') e si entra in una sezione che sembra davvero un riassunto, come ha fatto notare Polly. E nemmeno chiarissimo nelle sue dinamiche.
Se spendi un po' di tempo secondo me può diventare ottimo.
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giancarmine trotta
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Re: Gruppo SAMI': Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » sabato 26 novembre 2016, 0:52

Il momento della classifica è sempre particolare.
Si rischia di penalizzare troppo alcuni racconti con dei meriti e questo dispiace.
I racconti meritano tutti un giudizio positivo, e la classifica è un atto dovuto!
Eccola di seguito con i commenti:

1) Punti di vista di Francesco Nucera

Racconto Ottimo!
Alla fine mi è dispiaciuto che fosse finito.
Chissà se le guerre, tutte, derivino da situazioni simili, in cui l'uomo decisivo ricorra anche al bimbo che è stato, alla sua storia, e non solo ai dati oggettivi presenti al suo tavolo.
La contrapposizione dell'uomo forte e del bambino fragile e impaurito mi ha fatto pensare a quale fosse stata l'adolescenza di Hitler o di Obama, per esempio.
Anche gli ambienti sono stati descritti bene e mi è parso equilibrato il rapporto tra l'attualità e il passato.
Per me un ottimo lavoro!

2) Lo spettacolo più grande di Raffaele Marra

Racconto ottimo, corposo, ambientato con le giuste parole. Sembrava di essere lì, al cospetto dell'uomo che spezza il sogno di Ninuccio per tre volte. L'amarezza che accompagna il racconto è scacciata dal finale improvviso, inatteso, positivo. E sembra anche la metafora di tante donne e tanti uomini che lottano per raggiungere un obiettivo ma spesso, a causa delle capacità insufficienti o della sfortuna, si ritrovano, ormai maturi, a consolarsi col bene più prezioso e più vicino: la famiglia.
In questo bellissimo racconto e in particolare nel finale, sono evidenti tutti i valori di cui noi italiani andiamo fieri, come appunto la famiglia e la voglia di non arrendersi di fronte alle difficoltà. Anche i nomi sono funzionali alla storia: Ninuccio, la piazza di Santa Lucia. Quest'ultima, in particolare, aggiunge quel velo di Spirito al racconto, come se dall'alto, finalmente, Qualcuno si fosse deciso a dare felicità a Ninuccio nei pressi del posto dove desiderava esibirsi.
Complimenti!

3) 28_08 di Adriano Muzzi

Storia raccontata bene e con coraggio. Sono rimasto spiazzato dal finale, che ha il merito di farci riflettere, anche sulle stesse parole di M. L. K.
Il mio appunto riguarda il dialogo: un gran peccato averlo allungato così tanto invece di dare spazio ai pensieri del protagonista, immaginandoli prima (o dopo) quel discorso che ha fatto la storia. A parte il dialogo l'idea è vincente ed è stata gestita in maniera da nascondere la sorpresa finale.
E questo è un gran merito, bravo!

4) Utopia di verdura in salsa astratta di Fernando Nappo

Racconto educativo, ne farei uno spot per le future generazioni e per gli habituè dei prodotti in scatola "Apri e mangi". Non conoscevo la parola sinto-chicle e forse anche per questo ha rappresentato un ostacolo alla lettura, che per il resto invece è stata scorrevole, immediata. Tema rispettato, sogno (incubo!) illustrato nel
migliore dei modi, con un pizzico di ironia (la mosca).
Da una storia semplice, una prova più che buona! Complimenti!

5) Il musicista di Diego Ducoli

Racconto godibile, senza intoppi che rallentano il ritmo. La storia è interessante e il tema è preso in pieno. Il sogno di fare rock cambia la sua esistenza e (credo) Mario non scende a compromessi (latino americano) pur di suonare ciò che ama. Non ho molto da suggerire, se non che mi sarebbe piaciuto un dialogo ancor più duro. Vero che lui dice che il latino americano è una merda, però chiede anche candidamente "Ok, forse hai ragione, cosa mi consigli?" che sembra il dialogo tra Pippo Baudo e una nuova proposta di San Remo.
Comunque per me è una buona prova

6) Prossima tappa Proxima di Mario Pacchiarotti

Racconto scritto bene, col sogno che diventa protagonista della storia. Conoscendo il tema, l'ultimo periodo appare quasi scontato, con i dubbi di lei sul prossimo viaggio, onirico o reale. Il testo è scorrevole e piacevole alla lettura, ed il tema proposto è quanto più possibile vicino al Sogno con la S maiuscola, quello di viaggiare e scoprire mondi lontani.
Una buona prova, alla prossima lettura!

7) Le cose sottili di Andrea Grillone

Suggestivo, ottimo titolo e incipit che lascia immaginare la non comprensione dello stato della donna da parte dei medici. Anch'io ho le stesse perplessità che ti ha fatto notare Polly e la tua spiegazione sui 1000 caratteri da tagliare mi fa immaginare che il problema sta lì, nell'aver dovuto tagliare. Per inciso, quando scrivo 3200 caratteri sono in crisi e rischio di tagliare i rami buoni. Con 4000 non mi è mai capitato, ma credo sia un'impresa assai ardua. Il testo scorre bene, si poteva magari lasciare uno spazio dopo la descrizione del sogno, per marcare una pausa.
Una buona prova di scrittura, anche se il tema è preso di lato e complica la classifica, ma non il racconto in quanto tale.
Il sogno non cambia la sua esistenza, ma praticamente la termina, perché (se ho capito bene) lei percepisce che sta per morire.
Ripeto: l'incipit, anche rileggendo la storia, è ben costruito.

8) Nave colonia IT-152 di Roberto Romanelli

Bella ambientazione e ottima la trovata del codice di sblocco (sarà il futuro futuro, e chi lo sa! in fondo è una visione moderna della programmazione che già avviene). Ma veniamo al resto. Il tema è preso di lato e questo complica solo la classifica, ma non il valore del testo: scorrevole, ironico, preparato molto bene. Peccato, però, che la chiusa non sia all'altezza del resto del racconto.
Perché le pillole ipnotiche sono tre? considerato che sono importanti al fine della chiusura della storia, mi
aspettavo un piccolo accenno.
Ma si sa, i 3000 caratteri delle volto sono troppo pochi e magari con 3200 veniva tutta un'altra cosa.
Alla prossima!

9) Dio perdona le frittensuppe no di Giuseppe Gangemi

Prima parte che mi ha fatto letteralmente sobbalzare dalla sedia. Ritmo, ironia, storia.
Poi il sogno, oltre a cambiare l'esistenza del protagonista, modifica anche la continuazione del racconto!
Mi aspettavo altre battute e colpi di scena e invece il testo cambia tono, diventa più amaro e meno leggero.
Secondo la mia opinione, anche se il racconto ironico rappresenta un'impresa ardua da costruire, continuare su quella strada avrebbe portato molti benefici al testo.
Penalizzo la classifica per la seconda parte, ed è un gran peccato perché la prima, secondo me, era stata pensata alla perfezione. Aspetto la prossima (ironica?) lettura!

10) Il campanello di Alexandra Fischer

Ciao Alexandra, credo sia la prima volta che leggo un tuo racconto. Di solito evito di leggere i commenti degli altri cari amici prima di stilare la classifica, tranne quando non comprendo al volo e voglio scoprire se hanno avuto le mie stesse sensazioni. Il riassunto di Jacopo mi è servito per puntellare ciò che avevo percepito a tratti. Ho apprezzato molto l'emozione trasmessa, nel senso che i campanelli li abbiamo suonati tutti da ragazzini e quelli dei portoni vecchi ci terrorizzavano. Tu hai richiamato quella paura inconscia! E' un complimento, perché si tratta di emozione ritrovata.
I dialoghi potrebbero essere rivisti, per dare qualche spiegazione in più nel testo, anche se probabilmente la mia lettura è stata penalizzata dal non essere un lettore di fantasy.
In definitiva qualcosa da rivedere c'è, ma l'emozione pure c'è stata, anche se dalla classifica potrebbe non trasparire.
Alla prossima!

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angelo.frascella
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Re: Gruppo SAMI': Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 28 novembre 2016, 22:43

Ciao a tutti.

Difficile mettere il ordine questi racconti: comunque stili la classifica mi sembra di fare un ingiustizia nei confronti di quelli che finiscono troppo sotto. In ogni caso, eccola qui:


1. Utopia di verdure in salsa astratta - Fernando Nappo

Racconto davvero bello. La prima parte che sembra inizialmente futuristica si trasforma in modo magistrale in onirica (non sono d'accordo con Polly: il passaggio descritto con quel crescere di elementi surreali è necessario per non spiazzare il lettore). Anche la seconda parte secondo me familiare suo dovere e il cambio di stile è coerente con passaggio da sogno a realtà. Nessun problema col sinto-chicles e non solo perché qui a Bologna chiamano cicles la gomma da masticare. Nella fantascienza è normale inventare termini e lasciarne intuire il significato al lettore dal contesto.

2. Nave Colonia IT-152 di Roberto Romanelli

Un bel racconto, non c’è che dire. Riesci in poco spazio a evocare un’ambientazione con le relative problematiche. L’inversione di ruoli mi è piaciuta (e ci vedo sotto un sotto-testo che abbatte quel luogo comune secondo cui un mondo governato dalle donne funzionerebbe meglio, in quanto si capisce che nel racconto il potere corrompe e le donne finiscono per comportarsi allo stesso modo degli uomini di oggi). Mi piace anche il modo in cui hai tratteggiato il rapporto fra i due. L’unica cosa che mi ha lasciato insoddisfatto è il finale tronco che mi ha lasciato con la sensazione di essermi perso per strada qualche dettaglio che avrebbe dovuto farmi capire come lui voglia usare il terzo chip (alle fine mi sono fatto anche un’ipotesi: lui ha mentito a lei e non è riuscito ad attivare il contraccettivo. Avrà un figlio dalla supervisora e a quel punto il suo ruolo diverrà quello di allevare il bambino e allora vuol far disinnamorare la sua donna perché non soffra).
Insomma, se proprio vuoi lasciare quel finale, qualche suggerimento qua e là perché il lettore possa arrivare alla spiegazione ci starebbe proprio bene.

3. Lo spettacolo più grande (Raffaele Marra)

Bello, questo racconto, percorso da un velo di malinconia. Sembra rappresentare una perfetta metafora della vita dell’uomo alla perenne ricerca di qualcos’altro che lo renderà felice, anche quando attorno a loro sono riusciti a costruire tanto. Non ho molto altro da dire, visto che il racconto non ha particolari difetti da mettere in evidenza.

4. Le cose sottili di Andrea Grillone

Mi piace molto il tuo stile che riesce a creare una bella atmosfera avvolgente, col giusto uso dei dettagli (le mani sporche di terra, le api che ronzano ecc.) e mi piace il concetto di "cose sottili". Credo che ci sia un problema di coerenza del racconto fra la prima parte e il finale, per il fatto che fai raccontare al presente che la protagonista è in Messico, che è lontana dalla madre e non riesce a ricordarne il volto mentre poi scopriamo che è un fantasma e sta davanti alla madre (quindi non è né lontana né nella necessità di ricordarne il volto). Ma, risolto questo problema, rimane un gran bel racconto.

5. "28_08" di Adriano Muzzi

Il racconto parte bene con una breve ma efficace descrizione dello status quo e poi con la rabbia del protagonista. Si perde lievemente nel dialogo un po’ troppo lungo e poi arriva al sorprendente finale (ammetto che per mia ignoranza non avevo riconosciuto la data del titolo. Dal contesto e dai topos letterari/cinematografici mi aspettavo che il protagonista tornasse indietro per uccidere qualcuno.
Quindi, complimenti: idea semplice ed efficace concretizzata in un bel racconto (magari, se dovessi rimetterci mano, prova a limare un po’ il dialogo centrale).

6. Il musicista di Diego Ducoli

Ti piace vincere facile, eh? ;)
Quello che voglio dire è che hai messo in scena, traslandolo sulla musica, il dubbio che a molti di noi di tanto in tanto verrà in testa: scrivo quello che mi piace e basta (magari provando a passare per l’auto-pubblicazione e auto-promozione) oppure potrebbe valere la pena di tentare una strada facile e buttarsi su un genere di moda per cercare miglior fortuna? Da questo punto di vista la situazione è semplice ma, almeno per me, ha funzionato e ho empatizzato col protagonista, gradito il racconto e la soluzione finale. Segnalo solo un refuso (una “è” senza accento che ti è scappata “ed e questo quello che conta”)

7. Punti di vista, di Francesco Nucera

Un buon racconto, che parte dall’idea che tutti, persino personaggi come Hitler sono stati bambini. E allora come sono diventati Hitler? Qui la tua risposta è relativa ai maltrattamenti subiti dai bulli e dall’influenza nefasta di una frase del padre. Forse qui sta il limite del tuo racconto: 1) per quando certe frasi di sicuro si imprimono nella memoria di un bambino, la risposta mi sembra un po’ semplicistica; 2) la frase in sé suona un po’ forzata. D’altra parte siamo nella narrativa e non in un saggio di psicologia, quindi va bene così.

8. Prossima tappa Proxima di Mario Pacchiarotti

Il racconto è gradevole, ma c’è qualcosa che non mi convince del tutto. Forse è lo stile un po’ distaccato con cui gli eventi sono raccontati e che hanno creato una certa distanza fra me è il racconto (a parte il risveglio che è dolore, poi c’è una sequenza fredda di avvenimenti, che non mi ha trasmesso particolare coinvolgimento. Inoltre mi lascia molto dubbioso il fatto che una nave progettata per un viaggio così lungo poi non sia in grado di effettuare una manovra di aggiramento nello spazio (d’accordo, quella era una simulazione, ma ciò che avviene nelle simulazione deve appunto simulare qualcosa che potrebbe verificarsi). Anche il colpo di scena finale non mi ha fatto impazzire: sembra un po’ fine a se stesso, solo per stupire il lettore e rispettare il tema e non trovo che aggiunga qualcosa di sostanziale al racconto.

9. Il campanello di Alexandra Fisher

Racconto carino, con un paio di dubbi: perché insisti tanto sulla Le Guinn? Magari è una cosa che un suo lettore può capire al volo, ma a me sfugge (e fa suonare un tantino innaturale il dialogo, quando fai dire a lei: "ammetto di aver fatto qualche scorpacciata ecc."). Certo, chi non conosce le opere di Karel Thole potrebbe fare fatica a capire la citazione, ma questa è poco importante ai fini della trama.
L'altro dubbio è che mi convince poco anche il fatto che lui si faccia persuadere dei "deliri" della ragazza solo perché lei descrive un mostro con dei favoriti che secondo lui sarebbe la descrizione esatta del conte che abitava lì e, successivamente, da qualche graffio (anche a me capita di graffiarmi in sogno). Quello di cui lei è convinta solo per averlo visto in sogno è davvero troppo grosso, per lasciarsi convincere per un paio di dettagli.

10. Dio perdona, la Frittatensuppe no di Giuseppe Gangemi

L’idea è carina, ma nell’insieme il racconto zoppica.
C’è una prima parte in cui il protagonista è un capitano indaffarato a salvare vite. La situazione è surreale, con le persone che affogano nella zuppa e l’idea del capitano che cerca di convincere Helmut a sposare la figlia prima di morire aggiunge un altro tocco di ironia.
Questo tono però si annacqua subito dopo in una narrazione troppo sintetica e poco coinvolgente e nel finale troppo descrittivo.
Il mio suggerimento è di decidere se il tono della storia debba essere ironico o realistico e di modificare il racconto sulla base di questa decisione eliminando dettagli inutili e lavorando sullo stile per ottenere la giusta atmosfera.

A rileggerci e grazie per i bei momenti di lettura che mi avete fatto passare
Angelo

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simolimo
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Re: Gruppo TOBRUK: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » martedì 29 novembre 2016, 12:12

ciao a tutti, conosciuti e no ^__^
per chi è la prima volta che mi incontra, premetto che non leggo mai prima i commenti di altri perché preferisco che idee, incomprensioni, bellezze e emozioni sgorghino da me e non per interpretazioni altrui. quindi mi capirete se troverete delle ripetizioni, spero!
detto questo, sono davvero felice di aver letto dei buonissimi racconti, non solo in questo gruppo, ma in generale :) bello!
il gradimento o meno di un pezzo è più legato a considerazioni personali che a connotazioni oggettive, anche se l'attinenza al tema credo sia centrale in un contest per dare un giudizio meritocratico. e questo mi crea delle difticoltà enormi... -___-"
quindi, classifica a seguire e in spoiler la classifica che avrei voluto a prescindere dal tema...


1. Fernando Nappo_Utopia di verdure in salsa astratta
ben ritrovato Fernando :) e con un bellissimo pezzo sospeso tra ironia e onirico, quasi un filo “grottesco”… almeno per me. trovo molto azzeccata e delicata tutta la parte di descrizione del piatto di verdure, un vero rituale che invoglia il lettore ad addentrarsi nella magia della cucina nonostante il piatto descritto sia di una semplicità disarmante. immerge immediatamente in una bolla di piacere e goduria. altrettanto ben riuscita la contrapposizione onirica del contesto: tutta la parte in cui il protagonista viene ricoperto di ridicolo e la catastrofe in cui le verdure inghiottiscono ogni cosa. davvero ben fatto! mette in risalto lo stacco tra serenità idilliaca di un buon pasto e l’indecente degenerare della situazione.
da non tralasciare anche il messaggio forte e chiaro di recuperare quanto perduto e di ricominciare una vita che affonda le radici in un passato che, per quanto non troppo lontano, pare ormai quasi dimenticato. tema azzeccato senza rimesse. ottimo lo stile e altrettanto azzeccata la forma!
insomma Fernando, non ho nulla di che da dirti purtroppo ^_^”, il pezzo mi piace assolutamente così com’è, non cambierei nulla. quindi bravo :)
alla prossima!
ciao ciao, Lau ^_^

2. Il musicista_Diego Ducoli
ciao Diego!! piacere di rincontrarti e con un pezzo che sento assolutamente vicino: live rock, loud rock e stay rock! \,,/ ahahah! ma, bando le appartenenze musicali, arriviamo al pezzo :)
bello, scorre liscio, non hai usato escamotage visivi di formattazione, ma non per questo si crea confusione nella scansione di tempi e personaggi. hai toccato un tema molto attuale, a me molto vicino… una condizione che corrode un po’ tutte le sfere artistiche, e non solo dei nostri tempi: una passione per diventare pane deve piegarsi alle regole del mercato che, diciamocelo, il 99% dei casi sono indecenti. non è un caso che musicisti di un tempo ora ce li sogniamo… ma qui rischio di entrare in un altro discorso e, invece, voglio focalizzarmi sul tuo racconto!
il pezzo ha uno stile fresco, una scrittura fluida e la struttura è molto semplice: tutto chiaro quindi e anche ben fatto. cosa mi convince meno? la tensione emotiva… il coinvolgimento… trovo il pezzo troppo, passami il termine, piatto. le emozioni del protagoniste rimangono incollate alla pagina, non mi trascinano… ed è strano perché generalmente tu sei abbastanza introspettivo… questa tua caratteristica emerge solo sul finale, quando dai merito alla decisione di Mario ^_^
in generale… eh… Diego, il paletto del tema è sicuramente azzeccato, la realizzazione del pezzo ben fatta, ma l’emozione data non mi coinvolge al massimo.
ciao ciao e buona Troccoli edition! Lau

3. Adriano Muzzi_"28_08"
ciao Adriano, piacere, sono Laura :)
bel pezzo, complimenti, mi è piaciuto nel contenuto, nell’ambientazione e nella sorpresa. sorpresa che, però, non mi lascia soddisfatta una volta svelata. cerco di spiegarmi ^_^
nel tuo racconto palesi senza troppe ombre che il protagonista morirà, lui lo sa, ne è certo, e la dimostrazione sta nel dialogo con l’amico.
- E’ un’idea assurda, pazzesca! Se tutto andrò bene ne rimarrai ucciso!
- Lo so amico, - risposi, mentre armeggiavo con la programmazione della capsula,
- ma lo devo fare per i nostri figli, i nostri nipoti e, soprattutto, per i nostri antenati.
- Hai pochissime probabilità di riuscita, non puoi tentare un’impresa del genere basandoti su uno stupido sogno.

poi lo capisce anche il lettore il perché ;P e, da qui, un altro appunto: il tuo protagonista arriva dal futuro, e decide di tornare indietro per cancellare la discriminazione razziale, ma… se lui sa già di morire, se già sa di prendere il posto di MLK, allora cosa cambia dal passato che si è già vissuto visto che ripete esattamente le stesse parole di MLK che tutti noi conosciamo? MLK già è esistito, perché antecedente al futuro… o, forse, MLK non è mai esistito finora ed è solo grazie al tuo protagonista che l’abbiamo conosciuto?... ma allora dovresti illustrarci una contestualizzazione di lui… MLK era un uomo assolutamente integrato nella società del tempo, con una vita scandita da conoscenze e incontri… come può un uomo del futuro arrivare e prenderne il posto così? in tempo zero? non so… forse potresti risolvere facendo compiere il viaggio a un bambino ^_^” o, forse, sono io che non devo farmi troppe domande… ecco.
certe parti di dialogo, tipo quella sul tumore, le trovo poco centrali rispetto alla leva che fa scattare il protagonista, decentrano e vogliono solo dare un’idea più reale della situazione disastrosa che c’è in questo futuro, ma sei già molto bravo a descriverle in poche immagini.
da ultimo, non percepisco avvolgente la parte finale del racconto perché, per quanto avere un sogno condiviso con migliaia di persone fiduciose e speranzose come te sia incredibile e galvanizzante e appagante, non credo che potrà mai rimpiazzare l’amore vero che una famiglia e gli amici ti regalano ogni giorno… e che lui ha abbandonato per andare nel passato. oltretutto, in riferimento alla segregazione razziale in America, credo sia davvero riduttivo associare tutto il cambiamento a un personaggio che, nonostante la sua influenza e grandezza, non è stato che uno dei tanti che muovendosi ha reso possibile il cambiamento del futuro… processo che, oltretutto parte da centinaia di anni prima…
tirando le somme, il pezzo è indubbiamente scritto benone, ma è cosparso di piccoli intoppi che mi negano la bellezza della sua pienezza e, tutto questo, è solo mio mero gusto personale…
ciao ciao e alla prossima! Laura :)

4. Francesco Nuocera_ Punti di vista
ciao Francesco e ben ritrovato ^_^
accidenti che pezzo, direi che non si va per il sottile, anzi, ma arriviamo a cosa mi piace/convince e cosa meno:
mi garba il parallelismo ingenuo, ma spiazzante nella sua atrocità, della condizione psicologica del protagonista che viaggia sul filo del “ti renderò orgoglioso papà a prescindere da tutto”
trovo che tu sia riuscito a raccontare una storia terribile, quasi atroce direi, con estrema leggerezza, focalizzando il tutto su questa dicotomia bontà cattiveria, e nei contenuti e nello stile. bella la genuinità dei dialoghi da bambino, la sua insicurezza… e poi l’insensibilità e determinazione che ha una volta diventato adulto.
Invece due cose mi convincono un po’ meno:
- la struttura del racconto, senza nulla togliere alla sua funzionalità, mi stufa e mi inganna se non supportata dalla formattazione. mi spiego: io leggo tutto in TXT e ho faticato a capire immediatamente il tuo scritto perché, senza una differenza visiva, il tutto diventa un po’ pesantino e confuso, anche perché hai usato la prima persona nelle parti del ricordo e la terza in quelle contemporanee. ora, è mero gusto personale, ma trovo che una storia non debba poggiare su stratagemmi visivi di formattazione per avere una sua logica… lo trovo comodo, passami il termine.
- l’inserimento del sogno del padre. credo il pezzo possa prendere valore facendone a meno, perché il rapporto padre/figlio esce già in modo ottimo senza precisare questa particolarità, lascia solo le battute di dialogo, sono più che esplicite ^_^

nel complesso, a parte l’essermi trovata spiazzatina nell’apprendere che un militare o politico nostrano possa avere tanta influenza in una super potenza, la storia fila, il tema è stato centrato e la tua scrittura è come sempre fluida. sempre piacevole leggerti :)
ciao ciao e alla prossima!
Lau

5. Jimjas_Prossima tappa Proxima
Ciao Mario (se ho capito bene, sennò perdonami aspetterò da te di sapere il tuo nome ^_^)
piacere di conoscerti, io sono Laura :)
ottima scrittura, fluida e ritmata. meno interessante il contenuto perché purtroppo sa già di sentito dire, ma certo questo non può essere elemento negativo di valutazione perché hai mantenuto una bella coerenza e dato quel tocco in più di sorpresa con la rivelazione finale ;)
purtroppo non ho granché da suggerirti, solo piccole cosucce che mi sono un pelo stonate
in primis non capisco perché hai dovuto specificare la nazionalità di un solo personaggio dell’equipaggio, tanto non sappiamo nemmeno chi siano le altre, forse per caratterizzarla? ma non c’è caratterizzazione neppure della protagonista… e poi utilizzi la stessa parola in poco spazio e risulta ridondante. non basta un nome per dire a un lettore chi è una o un’altra, credo sarebbe stato meglio ridurre il numero di personaggi, ne avessi messi solo due sarebbe stato meno dispersivo, a mio modestissimo avviso :)
in secondo luogo, ma è una mia fissa, mi fa sempre un pelo strano l’utilizzo della prima persona per descrivere movimenti e azioni… cioè, io ti sto raccontando qualcosa di mio e lo faccio descrivendo nei minimi dettagli quel che faccio? mah… non sono in un interrogatorio, non devo ricostruire dei fatti… quindi credo che chi utilizza la prima persona debba focalizzarsi di più su sentimenti o situazioni esterne, cioè, se tu descrivi cosa hai fatto a un amico non gli dici nel dettaglio i singoli movimenti che fai, ma descrivi la situazione in generale il più delle volte… ma, ripeto Mario, questo è un mio cruccio. lo so, stupido magari, ma lo trovo poco spontaneo…
altro appunto è lo scambio di opinioni sul da farsi tra le colleghe, troppo riduttivo e spiccio. ma qui mi rendo conto che sia una deformazione del numero caratteri, ma, collegandomi a quanto detto prima, credo che riducendo il numero di personaggi a due, lo scambio possa diventare più intrigante e meno distaccato.
il tema è assolutamente rispettato!
detto questo, Mario, credo di aver sviscerato ogni minuzia, perché di questo si tratta ^_^ chissà se ti rileggerò ancora…
ciao ciao e buona Troccoli edition :)
Laura

6. Andrea Grillone_Le cose sottili
ciao Andrea :), piacere di conoscerti, sono Laura!
bellissimo pezzo, complimenti… mi ha commossa ti dirò. sarà che amo le “cose sottili”… sensazioni, emozioni, sensibilità che ti uniscono a quello che “non c’è ma c’è” (il mio motto, ahah!)
divagazioni personali a parte, mi complimento per la delicatezza della scrittura, per lo stile profondo, ma semplice, per la poesia messa in parole semplici e facilmente immaginabili a livello emozionale e figurativo: bravo accidenti! sai che alla prima lettura il tuo pezzo non mi era piaciuto tanto come alla seconda? non avevo apprezzato l’incipit a cartella clinica, ma poi ho colto l’importanza di quel pezzo… cose sottili direi :), ma immense: una madre che sente il destino della propria creatura, mentre rinchiusa in un manicomio non può far altro se non cercare disperatamente di scappare per arrivare da chi non doveva morire prima di lei…
l’unico piccolo appunto che ti faccio è sulla coerenza al tema dato… c’è un sogno, pregna sulle cose sottili, certo, ma in che senso cambia la vita della protagonista? Lei muore… più che cambiarle la vita gliela nega, no? ^_^”
a parte questo mi congratulo ancora e spero di leggere ancora qualcosa di tuo ^_^ …sempre che i miei mille e pressanti impegni lavorativi non mi tengano ancora lontana da MC e dalla scrittura in generale :(
alla prossima, ciao ciao
Laura ^_^

7. Raffaele Marra_Lo spettacolo più grande
Raffaaaaaa! ma ciaoooooo!
piacerone rileggerti e… bello il pezzo, mi è piaciuto molto! delicato, gentile, non rincorre pretese, ma arrivano spontanee (proprio come accade al tuo protagonista ^_^)
davvero non ho molto da consigliarti purtroppo, il pezzo funziona, non è appieno nelle mie corde perché avrei preferito scorgere una maturazione nel comportamento di Ninuccio, ma questi sono gusti personali. diciamo che avrei preferito che Ninuccio prendesse più consapevolezza di sé o più determinazione… insomma, non si è impegnato mai per sostenere la sedia sul naso, ma neppure ha mai maturato l’appagamento della sua vita nel aver dato spazio a una bella famiglia unita, se non all’ultimo quando sembra che sia più il narratore che lui stesso a scorgerlo… boh. non fa parte della mia vita credo: si può avere una famiglia e non rinunciare a un lavoro che ti piace o una passione che t’impegna… ma, ripeto, mio punto di vista! ^__^
insomma, vedo Ninuccio troppo in balia degli eventi senza che abbia una spinta per migrarli verso qualcosa… qualcosa che, invece, poi arriva come un fulmine a ciel sereno quando ormai la sua vita è già sul viale del tramonto… forse mi sarebbe piaciuto che nell’ultimo incontro Ninuccio parlasse al circense con più consapevolezza, facendogli capire che anche se non era mai riuscito a fare il numero della sedia, aveva imparato che il “suo centro” era impegnarsi per fare una cosa ancora più difficile: creare una famiglia, tenerla unita e tramandare questa bellezza a figli e nipoti.
a parte questo pensiero, ti ripeto, il racconto lo trovo davvero scritto in punta di piedi, bello stile. forse, ultimo appunto, non trovo rispettato appieno il tema nel senso che il protagonista ha un sogno, ma non gli cambia certo la vita perché, come detto prima, a Ninuccio non cambia la vita, semplicemente la sua vita scorre come vuole o gli capita che scorra…
alla prossima Raffa :) spero non tra altri due anni ^_^”
un abbraccio e in bocca al lupo per il contest ;)
Lau

8. Roberto Romanelli_Nave Colonia IT-152
ciao Roberto e piacere di conoscerti :)
quanta carne al fuoco in così poco spazio!!! accidenti, ho dovuto rileggere il tuo pezzo due volte, forse tre… per capire bene situazione e elementi caratterizzanti questo mondo futuro. OK, il tema delle nascite controllate è indubbiamente inflazionato, così come l’inversione dei ruoli tra uomo/donna… ma sei riuscito in poco spazio a dare vita a un nuovo modo di concepire le relazioni, dove tutto è basato sull’inganno e le regole. ci sono dei chip per controllare le volontà, dei tatuaggi che classificano status e rigenerano il fisico (se ho capito bene ^_^”) e i crediti che funzionano come moneta di scambio.
il mondo creato è assolutamente credibile, la storia pure, ma la tua rappresentazione degli eventi mi lascia un pelo insoddisfatta…
dove sta il sogno che cambiala vita? vedo dei sogni, ma nessuno che sia chiave per vivere la vita in modo diverso. forse la risoluzione dovrebbe stare in quell’ultimo chip? ma questo rimane solo una fantasia da lettore che può prendere mille strade diverse perché, di fatto, per cosa lo vuole usare? lasci troppe strade aperte dati i presupposti. e perché lui si vuole scordare dello schifo che era se ora che ha quello che vuole ma, comunque, non lo appaga? comprensibile che la supervisora abbia il suo codice di sblocco, ma non credo che lo possa usare a suo piacimento… in fondo, se i due ragazzi stanno assieme è anche facilmente plausibile che i due procreino, no? se la società ha un controllo così tassativo sulle nascite, come farebbe la supervisora a rimanere incinta di un uomo che è di un’altra donna? non dovrebbe una realtà come quella che ci fai intuire essere altamente controllata in ogni suo aspetto: regole e disciplina, tutto è automatizzato, accentrato e schedulato… ma, forse, anche questa è una mia convinzione che mi son fatta u.u” diciamo che già nella normalità contemporanea ci sono un sacco di inghippi riguardo a diritti familiari e possibilità o meno di essere genitori…
penso che tu non debba lasciare questo tuo scritto un racconto breve,dovresti, scusa, potresti svilupparlo in qualcosa di più lungo, dargli più respiro e rendere merito a tutto il quadro.
in conclusione ti faccio i complimenti per l’idea generale d’ambientazione, la scrittura e la struttura del racconto. un po’ meno mi ha intrigata il contenuto in sé e trovo poco affine la traccia al tema dato.
bravo a prescindere, spero di rileggerti in altra occasione.
ciao ciao e buona Troccoli edition :)
Laura

9. Alexandra Fisher_Il campanello
ciao Alexandra e ben ritrovata in questi lidi!
arriviamo al pezzo :)
come tuo solito ci piazzi un elemento fantastico e una situazione tra l’onirico, il realistico e l’artistico ^_^
molto lineare come racconto, un po’ poco attinente a mio avviso col tema, nel senso che non mi pare un sogno che cambia la vita, quanto piuttosto un monito sul “non fare qualcosa”, nel merito, suonare il campanello e scappare. inserisci immagini molto chiare, facilmente immaginabili e ben inserite in un contesto onirico che coinvolge gli artisti a cui accenni. Bella la possibilità di immedesimarsi nei due ragazzini, chi non ha mai suonato un campanello e fatto fuga ridendo a crepapelle?? ahahah! grande!
trovo molto debole la relazione tra Ursolina e Enzo: i dialoghi sono credibili, ma il loro contenuto e le reazioni successive non lo sono appieno. Enzo parte tutto arrogante e finisce per essere un codardo pivellino… non so, mi suona stridente come comportamento, poco reale… alla fine possono dei graffi far impaurire tanto un ragazzo così bulletto? che poi… parli di graffi di leone… ma prima descrivi il personaggio a metà tra falena e gatto… gli artigli di un gatto graffiano, quelli di un leone squarciano, dilaniano…
non so Alexandra, mi trovo molto in difficoltà, perché se da un lato il tuo pezzo è semplice e fa tuffare in una realtà sinistra, ma intrigante, dall’altro ci sono piccole imperfezioni che indeboliscono trama e incisività della scrittura.
a prescindere dalle mie riflessioni personali, trovo cmq il pezzo buono, migliorabile, ma buono!
buon contest e alla prossima!
ciao ciao, Laura

10. Giuseppe Gangemi_Dio perdona, la Frittatensuppe no
ciao Giussssssssssssss! ma quanto tempoooooooo! come va? beh… scusa, non mi dilungo, che poi il tempo è quello che è ^_^”, e passiamo al racconto :)
wow, allora, vado in ordine: bella la prima parte, meno la seconda, la terza, beh, si ricollega alla prima e torna su toni grotteschi e ironici… allora, che è successo? a parte aver sbagliato nel raccordo finale il nome di Helmut con Helmet… trovo che il pezzo non sia affatto male, ma va riordinato :)
innanzitutto Gius il pezzo non parla di un sogno, ma di un ricordo o, forse, dovevo intendere il sogno di rivalsa? beh, il collegamento è chiaro: un poveraccio che non avrebbe mai potuto permettersi nulla dalla vita diventa un signore facoltoso e questa sua fortuna lo porterà a perdere la vita: morale? i soldi non cambiano il destino, ma i sogni sì? perché lui dopo la bisca si è arricchito, ma poi perché ha dovuto uccidere la ragazza? mh… non so. ci sono delle cose che non mi tornano e che non trovo utili alla storia, ma magari non ho colto io dove volevi arrivare ^_^”
nel complesso Gius il pezzo non è affatto male, dagli più respiro, prendi tempo e caratteri che ti servono e via!!!
alla prossima :) ciao ciao, Lau

ps. ottimo titolo!


CLASSIFICA EMOZIONALE
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Canadria
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Re: Gruppo SAMI': Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » martedì 29 novembre 2016, 23:01

Punti di vista, di Francesco Nucera
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Lo spettacolo più grande, di Raffaele Marra
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Utopia di verdure in salsa astratta, di Fernando Nappo
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Nave colonia IT-152, di Roberto Romanelli
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Il campanello, di Alexandra Fischer

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Dio perdona, la Frittatensuppe no, di Giuseppe Gangemi
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1. Nave colonia IT-152, di Roberto Romanelli
2. Punti di vista, di Francesco Nucera
3. Il campanello, di Alexandra Fischer
4. Utopia di verdure in salsa astratta, di Fernando Nappo
5. Le cose sottili, di Andrea Grillone
6. Lo spettacolo più grande, di Raffaele Marra
7. Prossima tappa Proxima, di Mario Pacchiarotti
8. 28_08 di Adriano Muzzi
9. Dio perdona, la Frittatensuppe no, di Giuseppe Gangemi
10. Il musicista, di Diego Ducoli

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Rionero
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Re: Gruppo SAMI': Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » giovedì 1 dicembre 2016, 12:56

Eccomi qui con l'arduo compito di fare una classifica, facendo naturalmente i compliment a tutti:

1) Utopia di verdura in salsa astratta, di Fernando Nappo
2) Lo spettacolo più grande, di Raffaele Marra
3) Punti di vista, di Francesco Nucera
4) Nave colonia IT-152, di Roberto Romanelli
5) 28_08, di Adriano Muzzi
6) Prossima tappa Proxima, di Mario Pacchiarotti
7) Le cose sottili, di Andrea Grillone
8) Il musicista, di Diego Ducoli
9) Dio perdona, la frittensuppe no, di Giuseppe Gangemi
10) Il campanello, di Alexandra Fischer


Punti di vista, di Francesco Nucera

molto bella la struttura e come l'hai utilizzata (leggo dai commenti che volevi sperimentare proprio questo), così come la modalità con cui hai affrontato il tema: quella che mi è piaciuta di più certamente nel suo essere agghiaciante.

Piccoli appunti te ne posso fare nella chiarezza: capisco l'intento di non descrivere, ma ho avuto qualche difficoltà a destreggiarmi e se questo contribuisce all'effetto finale di sorpresa quando si scopre che adulto e bambino sono la stessa persona, nel mentre confonde oltre questo aspetto. Le prime due righe, per esempio, le avrei ritenute più utili se avesero introdotto più precisamente la scena della riunione piuttosto che lui-bambino-debole, dicotomia che mi sembrava evidente già grazie alla struttura.
Forse il problema è legato in parte alla scelta di descrivere i rappresentanti dei paesi con le bandiere a loro associate in maniera quasi infantile (interessante ma che mi ha spinto a pensare che il bambino fosse testimone della scena - ad un certo punto ho addirittura pensato fossero in contemporanea).

Lo spettacolo più grande, di Raffaele Marra

racconto che mi piace e su cui non ho suggerimenti particolari da darti.
I personaggi sono semplici e stereotipati ma proprio per questo funzionano in questa struttura, lo stile tende al favolistico e ci sta e la ripetizione è una cosa che mi piace molto e tu qui la usi bene per creare una serie di quadri interessanti nel loro legame: forse per rendere più forte il passaggio del tempo avresti potuto aggiungere qualche mglioramento rispetto ai tentativi di ninuccio.

Prossima tappa Proxima, di Mario Pacchiarotti

storia di fantascienza superclassica (se mi passi la definizione) con un doppio finale a sorpresa perfettamente incastonato nel tema del giorno che ne è il valore aggiunto.

Nella parte centrale tuttavia perde molto di mordente: non calchi sullo stile (usando una prima persona potevi caratterizzare a mio avviso molto di più il personaggio), non caratterizzi l'ambientazione né la sitauzione di crisi. Peccato, il finale avrebbe avuto decisamente più effetto!

Utopia di verdura in salsa astratta, di Fernando Nappo

Ottimo racconto che affronta con originalità e stile un tema che mi è particolarmente caro: quello del gusto e del cibo.
Attinenza al tema perfetta, ottima la trovata del chicle e realizzazione all'altezza, con picco sulle prime righe e un lieve calo della didascalica conclusione: penso anche io fosse dovuta come quadro, ma probabilmente potevi essere meno diretto e più descrittivo anche in quella parte.

Nave colonia IT-152, di Roberto Romanelli

sicuramente il racconto più affine ai miei gusti e che mi ha preso di più: immergi immediatamente nell'atmosfera (a me ha fatto pensare anche a starship trooper, ma non so se tu puoi prenderlo come un complimento: per me lo è!). Mi sono piaciuti molto i personaggi, l'inversione di ruoli, il tatuaggio di controllo e il geniale codice di sblocco. Il tutto creando relazioni interessanti tra i personaggi.

Passando alle cose negative: l'attinenza al tema, che sinceramente non vedo anche se ho letto le tue spiegazioni nei commenti (ma è eventualmente un problema solo di classifica ma che non influenza la godibilità del racconto) e soprattutto il finale con la pillola dell'ipnosi, mi dispiace ma proprio non l'ho capito (altra cosa che sono poi andato a ricontrollare nei commenti). In ogni caso vorrei proprio rileggerlo se vorrai rimetterci mano! A proposito, mi chiedo anche io se in terza persona avresti più agilità per spiegare i passaggi oscuri...

Il campanello, di Alexandra Fischer

ti dico subito che secondo me è forte nel tuo racconto il passaggio onirico...graffiante se permetti il gioco riferimento incrociato;)
Fossi in te lavorerei su questo! Oltretutto leggo dagli altri commenti che sono questi passagi il tuo tratto distintivo e quindi brava!
Per il resto secondo me ci sono diverse cose che non funzionano: il dialogo è deboluccio, poco credibile il cambio di atteggiamento dell'amico (forse perché per mancanza di spazio non ti sei riuscita a giocare bene il cambio di atmosfera dallo scherzo da ragazzi all'incubo lovecraftiano).
Inoltre non mi sembra molto nel tema assegnato e penso che anche tu avessi qualche dubbio dato che ad un certo punto hai messo in bocca alla protagonista "farlo mi ha cambiato la vita" (molti qui su MC direbbero che è un difetto e che dovresti mostrare e non dire).
Però mi sembra ci siano le basi per lavorarci anche perché dal punto di vista dello spunto è uno di quelli che mi è piaciuto e divertito di più!

Le cose sottili, di Andrea Grillone

titolo perfetto, incipit (Mia madre mi ha sempre ribadito l’importanza di quelle che chiamava “le cose sottili”) stupendo, stile coerente e - nella parte iniziale - decisamente accattivamente.
Detto questo, per cui ti faccio i complimenti, ecco i miei appunti: concordo con gli altri commenti, sia sul tema che mi sembra sfiorato appena, sia per quanto riguarda lo sviluppo che non mi sembra del tutto chiaro e se devo essere sincero la tua spiegazione mi ha confuso ancora di più...forse ho capito proprio qualcosa di diverso^^

28_08, di Adriano Muzzi

finale perfetto! Unendomi al dibattito sulla lingua del discorso voto per l'inglese, completa lo stacco rispetto alla parte precedente.

Bella la prima parte sul futuro distopico, se devo essere puntiglioso mi straniano i termini "condomini" e "carretti", ma forse cercavi specificatamente il contrasto!

Debole invece, secondo me, il dialogo con il collega del protagonista. Oltretutto la frase che la introduce "La passeggiata mi calmò e, come sempre, iniziai a sognare a occhi aperti." sembra aprire ad altro.

Il musicista, di Diego Ducoli

Il tuo racconto è scritto senza errori, a parte forse la mancanza di un collegamento tra le due parti. Tuttavia personalmente non mi ha sorpreso o interessato. Nel senso: fin dalla prima battuta del dialogo era evidente di cosa volessi parlare e come e non hai accelerato neanche dal punto di vista dello stile.
Peccato perché come idea di rappresentazione del tema era molto buona e originale!

Dio perdona, la frittensuppe no, di Giuseppe Gangemi

ti dico subito che sono partito prevenuto perché - è più forte di me - di fronte ai racconti comici mi chiudo come quando mi trovo davanti ad un comico televisivo: penso che siano particolarmente difficili da scrivere e che se non si raggiunge lo scopo rimangano del tutto svuotati da qualsiasi altro valore. Lo dico perché il titolo del tuo racconto lo piazza - efficacemente da questo punto di vista - immediatamente in quella categoria creando inevitabilmente delle aspettative.

A questo elemento hai poi aggiunto un'ambientazione ben precisa, se non sbaglio quella dello steampunk, e quindi ulteriori aspettative e carne al fuoco: vitale era dunque per te mantenere il ritmo e soprattutto il focus ben centrato sul tuo obiettivo.

Se ci sei riuscito nella parte iniziale del racconto con un ottimo ritmo, hai secondo me perso il focus a partire dal sogno, peccato perché in quella situazione assurda che avevi creato l'elemento onirico poteva certamente aiutarti nel compito comico dandoti una libertà incredibile.
Dopo hai iniziato a seguire una storia secondo me troppo (e penso inutilmente) complicata che ti ha lasciato senza caratteri per sfoggiare il tuo stile come hai fatto nelle prime righe...peccato, resto comunque curioso di leggerti la prossima volta^^

Alexia
Messaggi: 125

Re: Gruppo SAMI': Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 1 dicembre 2016, 14:33

Eccoci qua, come sempre a stilare la classifica. Come sempre impresa ardua.

1. Le cose sottili, di Andrea Grillone
Meravigliosamente nelle mie corde. Lo stile, la forma, le descrizioni… io adoro le “cose sottili”, sono una di quelle che osserva i più minuziosi particolari, quelli che a molti sfuggono… mi sono sentita tutt’uno con il tuo pezzo, anche scritto molto bene e la fine mi ha stravolto. Quante volte sono finita in loop mentali simili al tuo… Credo uno dei pezzi più belli letti negli ultimi tempi. Errori, refusi… se c’erano non li ho nemmeno visti, tanto ero coinvolta nella lettura!
2. Utopia di verdura in salsa astratta, di Fernando Nappo
Pollice su! Mi hai piacevolmente coinvolto e colpito, trascinandomi fin dentro il monitor. Grande capacità descrittiva e ottima scrittura. Complimenti per la storia, che poi si svela avere anche un risvolto romantico alla fine, e alla scrittura lineare e coinvolgente. Non credevo che il surrogato sintetico di un’insalata potesse piacermi tanto. Ottima prova!
3. Dio perdona, la frittensuppe no, di Giuseppe Gangemi
L’idea mi piace parecchio. Certo i pochi caratteri permessi non hanno giovato alla tua storia, dovendo inserire una reminiscenza complessa, che doveva dare un volto e un’anima al tuo personaggio. Mi sono un po’ persa con la parte grottesca, non venendo abbastanza coinvolta e devo dire che il finale mi ha lasciata un vuoto… Stai raccontando un frammento di tempo, tutto vortica intorno a lui, stanno per morire, sta per succedere l’inevitabile… avrei voluto più azione, più energia.
Credo che ne verrebbe fuori un bel racconto lungo, con più dettagli, più azione.
4. Lo spettacolo più grande, di Raffaele Marra
Mi è piaciuta molto la prosa del tuo racconto. Mi ha accompagnato dolcemente fino alla fine. Un racconto intenso per la sua semplicità. Un sogno mai realizzato ma che ha accompagnato Ninuccio per tutta la sua vita, scoprendosi poi alla fine in una veste diversa. Molti sono i messaggi fra le righe che vanno a interpretazione di chi ti legge.
Bellissima prova, complimenti.
5. Nave colonia IT-152, di Roberto Romanelli
L’idea di base mi è piaciuta molto. L’ho trovata anche originale. Ho trovato un po’ di rallentamenti nella prosa, delle incertezze nella forma. Forse avrei usato un tempo verbale diverso perché quando parla in prima persona si perde un po’ il ritmo. Giusto per curiosità proverei a riscriverlo in terza persona.
Comunque non male. L’idea del blocco, sebbene non originalissima, l’ho gradita parecchio!
6. Il campanello, di Alexandra Fischer
Brano a tratti confuso, sebbene i personaggi siano esterni al sogno. Mi è piaciuto come li hai descritti, dai dialoghi ne esce la personalità e non è cosa da tutti riuscirci. Ci sono delle incertezze e forse sarebbe servito un po’ di mostrato e un po’ di pathos. Non emerge l’emotività del personaggio, la sua paura di suonare il campanello, ma si legge nel testo.
Comunque una buona prova e direi originale.
Avrei gradito un finale più incisivo.
7. 28_08, di Adriano Muzzi
L’idea mi piace. Anche il messaggio fra le righe l’ho apprezzato molto. Rimango però un po’ perplessa sulla forma, un po’ incerta in molti punti. Arrivo alla fine e vado per deduzione, che nella sci-fi ci sta anche, perché deve spiazzare, ma avrei gradito che il testo fosse più coinvolgente, in modo da farmi vedere cosa stava succedendo… invece è un po’ nebbioso.
8. Punti di vista, di Francesco Nucera
La scrittura è matura ma ho avuto molti problemi a seguire il filo del racconto. Sono tornata indietro più volte, ho provato a rileggere, ma non mi ha coinvolto emotivamente, non ho sentito il “show, don’t tel!. Non capivo dove mi trovavo, chi stesse parlando. Il POV mi ha disorientata parecchio. Mi hai lasciata un po’ così, confusa. Non so se era la tua intenzione o meno. Forse i pochi caratteri… non saprei. Ho provato a leggere i commenti degli altri per vedere se fosse una mia lacuna e per gli altri è molto bello… non so, forse mi sbaglio io… non mi ha colpita, mi spiace.
9. Il musicista, di Diego Ducoli
Non mi hai coinvolta più di tanto, forse perché non c’è l’effetto sorpresa, la suspance. Si parla di sogno, qui di sogno nel cassetto direi, e di certo c’è molta empatia con gli scribacchini come noi, che perdono ore di sonno per correre dietro al sogno ma cercano di non cedere alla tentazione di scrivere ciò che piace alla gente snaturando il proprio stile e la propria anima.
La prova secondo me è comunque superata.
10. Prossima tappa Proxima, di Mario Pacchiarotti
Di base il tema mi piace. Mi piace l’ambientazione, che è nelle mie corde. Leggo sempre molto volentieri i racconti sci-fi perché non quelli che più mi trasmettono il sense of wonder. Però… però avrei calcato la mano con l’ambientazione, invece c’è poca fantascienza, poco futuro. Come spesso accade, anche in questo caso credo che la colpa sia dello spazio ridotto. Inserire un mondo in poche righe è impresa ardua.

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antico
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Re: Gruppo SAMI': Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#11 » domenica 4 dicembre 2016, 19:56

Ecco a voi la mia classifica, entro metà settimana preparerò la news con quella generale del gruppo con comunicazione ufficiale dei quattro finalisti. Nessun pollice su per me, quindi nessun ammesso extra alla Vetrina, ma tanti racconti potenzialmente stravalidi che dovete solo sistemare un po' per portarli a rendere come meritano, questo ovviamente a mio personale parere. Il Laboratorio vi aspetta, sfruttatelo! :)

1) Lo spettacolo più grande, di Raffaele Marra
Bello, molto. Al prezzo di un po' di polpa che non avrebbe guastato, sfrutti i 3000 caratteri per tratteggiare la vita del tuo protagonista attrraverso sogni non realizzati, che però realizzati, alla fine, si sono, caratterizzandogliela indelebilmente. Bello anche il rapporto con il comprimario, anche se, anche in questo caso, qualche carattere in più non guasterebbe. Pollice quasi su e non su totalmente proprio perché si percepisce che il racconto sta stretto in questa misura, pur essendo più che riuscito. Bravo comunque.
2) Utopia di verdure in salsa astratta, di Fernando Nappo
Un racconto decisamente ben controllato e ancora meglio confezionato. Direi che è completo, non ho molti appunti da fargli: c'è il sogno e c'è il cambiamento nella vita del protagonista. Eppure... Quanche particolare in più sul protagonista non avrebbe guastato. Ecco, forse manca un po' di empatia, è talmente formalmente perfetto da togliere spazio al coinvolgimento, perlomeno a me. E quindi pollice quasi su, gli manca giusto quel quid.
3) Nave colonia IT-152, di Roberto Romanelli
Il finale non è molto chiaro, e questo è il difetto più grosso del racconto. Di contro, abbiamo dei personaggi ben caratterizzati e, soprattutto, vivi e brillanti. In più, cavalchi elementi classici della fantascienza con uno stile personale, rimani attivo, non subisci la storia. Il tema è preso bene anche se rischi di fare la frittata proprio per ribadirlo. Per me pollice tendente all’alto con una piccola marcia in più rispetto a eventuali altri racconti con la stessa valutazione proprio per questa verve che riesci a infondere nel testo.
4) Il musicista, di Diego Ducoli
Vero, c'è un profondo e netto solco tra le due parti, però il messaggio, alla fine, arriva forte e chiaro. Forse ti sei dilungato troppo con il dialogo e potevi usare molto meno spazio per dire le stesse cose, spazio che avresti potuto utilizzare per caratterizzare meglio il protagonista in modo da facilitare l'empatia del lettore nei suoi confronti. Detto questo, il tema è rispettato e bene e il racconto, alla fine, il segno lo lascia. Direi un pollice ni, ma molto tendente verso l'alto. Farei un tentativo di risistemarlo per il Laboratorio.
5) Punti di vista, di Francesco Nucera
Un racconto con un'idea più che buona alla base e qualche problema nella realizzazione. C'è poco contesto e gli stessi comprimari non sono caratterizzati al meglio, cosa che non permette al lettore di farsi un'idea chiara della situazione. Detto questo, il tema è rispettato e tutto il discorso dei punti di vista che possono portare a risultati diametralmente opposti partendo dal medesimo presupposto è intrigante. Un pollice su che punta verso l'alto. Va sistemato, ma si può arrivare alla sua comprensione senza fare particolari piroette.
6) 28_08, di Adriano Muzzi
Un discreto racconto con un grosso punto debole potenziale: non fai abbastanza per separare questo futuro distopico dal potenziale nostro futuro e questo porta un lettore che non è disposto ad accettare che, appunto, l’uomo provenga da una distopia, a rilevare il solito problema legato ai viaggi nel tempo, quello del “è nato prima l’uovo o la gallina?”. Detto questo, la lettura è piacevole e il tema presente. Un pollice ni che tende all’alto perché se si è disposti a cedere alla distopia il problema non sussiste anche se, lo ripeto, l’errore è presente e sta nel tuo non essere riuscito a delimitare con forza la questione.
7) Prossima tappa Proxima, di Mario Pacchiarotti
Il potenziale qui è davvero buono, ma mi sembra che tu non sia riuscito a graffiare e che quel finale sia invero da te stato inserito per ovviare a una qualche mancanza attraverso il doppio colpo di scena... Anche l'italiana richiamata più volte senza poi incidere nel racconto non mi convince. Insomma, credo che tu debba riorganizzare il materiale e farlo deflagrare con l'intensità che merita. E sì, anche i dialoghi sono troppo all'acqua di rose e "passivi". Detto questo, si legge con piacere e il giudizio si attesta su un pollice ni che vorrebbe tanto puntare verso l'alto, pur venendo stoppato da tutti i piccoli problemucci sopra sottolineati. Lo rivorrei nel Laboratorio, davvero.
8) Il campanello, di Alexandra Fischer
Il racconto c'è, chiaro, anche di gradevole lettura. Manca, paradossalmente, il graffio, nel senso che dove devi affondare e raccogliere quanto da te raccolto tendi invece a perderti in qualche particolare di minore importanza, quindi fatichi a fare deflagrare la tua voce assolutamente caratteristica e interessante. Questo, rispetto ad altri tuoi testi, sembra essere più controllato e pertanto t'invito a riprenderlo per il Laboratorio. Ma occhio: spesso ho notato che il tuo revisionare un testo si concentrasse sull'ingrandirlo, se qualcosa non funziona cerchi di aggiustarlo aggiungendo. No, devi cercare invece di puntare di più all'essenzialità, a pulire laddove vai in testa coda, ma soprattutto a rinforzare i punti forti magari anche abbandonando elementi che non funzionano (come, in questo racconto, tutto il discorso legato alla Le Guin). Pollice ni che vorrebbe puntare verso l'alto.
9) Le cose sottili, di Andrea Grillone
Il tuo stile e forte e contraddistinto da una voca chiara, però cadi nella trappola dei minuti e dei caratteri contati e sì, credo che l'assenza di quei 1000 caratteri che hai dovuto tagliare si senta eccome, pertanto t'invito a sistemarlo e a postarlo nel Laboratorio perché questo è, anche se in questa forma solo potenzialmente, un racconto da Vetrina, assolutamente. Prima parte ottima, seconda che si affloscia nei tagli che ha dovuto subire. Tema, mmh... Non è che mi arrivi così tanto la sua presenza. Pollice ni al momento. Ti aspetto nel Labo.
10) Dio perdona, la Frittatensuppe no, di Giuseppe Gangemi
Prima parte davvero buona e ben controllata, ne avevi il controllo e si percepisce. Poi lo perdi e procedi per inerzia lungo un canalone che tende a sminuire tutto quanto lo ha preceduto. Non posso darti altro consiglio se non quello di tagliare tutta la seconda parte e ripartire dalla prima, mi sembra evidente che il tempo ti è stato tiranno (e probabilmente anche la stanchezza). Pollice che arriva al pelo al ni, questa volta.

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