Vita da schiave

Appuntamento a Torino il 17 dicembre 2016 alle 10.30 presso Vaporosamente!
Gianfranca Gastaldi
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Vita da schiave

Messaggio#1 » sabato 17 dicembre 2016, 16:06

Giorno primo.
Sono seduta per terra.
Il pavimento è ghiacciato: Lei non si vede, ma so che è presente. Le sue facoltà chiaropercettive Le permettono di osservarmi in ogni momento. Mi osserva, mi valuta: con attenzione scrupolosa attribuisce un punteggio per ogni mia azione, a seconda dell’Obiettivo Target Endano (chiamiamo così le finalità emisettimanali previste dal Progetto di Comportamento Appreso – PCA, specifico della Comunità Fraterna di Appartenenza) che Lei definisce e comunica.
In questi tre giorni dovrò perseguire l’obiettivo di farla divertire.
Far divertire Lei.
Lei.
Un’ossessiva psicopatica con facoltà di chiaroveggenza.
Praticamente non posso mandarla a fare in culo neanche dentro di me.
Ogni OTE viene valutato secondo precisi indicatori elettromagnetici cerebrali, rilevati con l’applicazione di sensori alle zone fisiologicamente deputate alle funzioni prese in esame. Nel caso dell’obiettivo target di questa settimana, i sensori saranno posizionati all’altezza delle Sue tempie.
Cioè, devo riuscire a procurarle un piccolo elettroshock a distanza: potrebbe in effetti riuscirmi bene.
Sono sempre seduta su questo pavimento, in attesa dell’ispirazione (o della disperazione).

Giorno secondo.
Questo diario non è più solo un obbligo previsto dalla prova. Scrivo immaginando che qualcuno legga, qualcuno che non ha mai conosciuto questa solitudine e che forse neanche immagina possa esistere questo mondo. Non so, è una percezione vaga.
Oggi Lei è entrata in questa camera: il secondo giorno prevede una valutazione intermedia, in cui Lei esamina lo stato della schiava e determina se questa abbia le caratteristiche per poter proseguire nella sfida.
Si è seduta di fronte a me, anche Lei sul pavimento, con le gambe rannicchiate sotto il bacino, e ha iniziato a guardarmi negli occhi. In silenzio. Di quello che è avvenuto dopo non ricordo più nulla. Ricordo solo che mi sono svegliata distesa su una morbida coperta rossa, con un biglietto al mio fianco su cui era scritto “Puoi”.
Ora, potere o non potere: ma vaffanculo, sono una schiava!

Giorno terzo.
Mi sveglio e non vedo il sole: almeno ora ho una coperta in cui avvolgermi. Inizio ad avere le prime allucinazioni date dalla fame, ma non voglio arrendermi. Non posso.
Se non raggiungo l’OTE (Obiettivo Target Endano) sarò retrocessa al Mondo Primo, in cui quelle come noi sono sì, libere, ma nell’abbandono totale alla natura, con il divieto di abitare in luoghi chiusi.
Cosa ci può essere di peggiore? Forse restare qui, in effetti.
Si sa con certezza cosa ci attende se non si passa questa prova, ma nessuna sa (perché i contatti tra il Mondo Primo e il Mondo Secondo sono proibiti) che cosa realmente si ottiene superandola.
Vita da schiave.
La porta chiusa è alla mia sinistra: ieri la osservavo. Oggi la studio. Se provassi a infrangere le norme di Sicurezza Suprema? In effetti nessuno nel Primo Mondo sapeva spiegare in cosa consistessero le norme SS.
Ho deciso: mi avvicino, provo ad aprirla.


Rise. Ella.


Gianfranca Gastaldi

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Peter7413
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Re: Vita da schiave

Messaggio#2 » lunedì 19 dicembre 2016, 23:16

Magnetico, questa la prima impressione derivata dalla lettura di questo racconto. Vero, mancano dei riferimenti, forse. E forse no perché comunque crei una realtà altra, diversa e lontana che può essere chissà dove su questa Terra, nel nostro futuro o decisamente aliena. Tante domande, tante incertezze, ma non in senso negativo in quanto contribuiscono a costruire il magnetismo del testo. E il tema è perfettamente rispettato, anche se nella definizione di schiava si nasconde forse quello che sento come il punto più debole della struttura. Mi sembra una definizione forzata, utile solo allo scopo di chiarire il tema, poco contestualizzata, unico punto del racconto in cui, davvero, ho sentito il bisogno di saperne di più. Detto questo, un lavoro più che buono e una forma matura.

Gianfranca Gastaldi
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Re: Vita da schiave

Messaggio#3 » lunedì 19 dicembre 2016, 23:54

Grazie per il feedback!
E, devo dirti, concordo con quanto dici a proposito del termine "schiave": di per sé, ne ho fatto un uso germinale, "di comodo" in quanto chiaramente riferibile al tema ma, onestamente, poco contestualizzato e pertinente rispetto alla realtà narrata nel testo.
Gianfranca Gastaldi

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ceranu
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Re: Vita da schiave

Messaggio#4 » mercoledì 21 dicembre 2016, 15:50

Ciao Gianfranca.
Racconto destabilizzante, c'è veramente tanto carne al fuoco, troppa.
Se Maurizio non ha sentito il bisogno di risposte, io non riesco a farne a meno. L'ambientazione è fumosa, lo scopo resta misterioso. È difficile accettare tutto senza una spiegazione.
Però il racconto ha la capacità, nonostante i dubbi che lascia, di trasmettere emozioni. Hai una scrittura molto forte, riesci a trasmettere sentimenti, disagio.
Credo che questo racconto abbia bisogno di più spazio, di più elementi che possano aiutare il lettore a schiarirsi le idee.
Nel complesso penso che sia un racconto da rivedere, con dei pregi emotivi, ma troppi elementi da chiarire.
Ciao e alla prossima.

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Vastatio
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Re: Vita da schiave

Messaggio#5 » giovedì 22 dicembre 2016, 19:20

Ciao,
ho qualche problema col tuo racconto. E' un diario e, a parte l'ultima frase che può essere intesa come narratore onniscente, tutto quello che narri è inficiato dalla "conoscenza" della protagonista, che può quindi essere imperfetta ed errata: in pratica gioco facile. Quindi, se c'è qualcosa che mi confonde o non mi torna chi è a sbagliare? Il protagonista o lo scrittore?
Qualunque sia la risposta sono confuso, decidi tu se hai raggiunto il tuo scopo o se lo hai fallito.
La prima cosa che mi turba è l'abuso di paroloni. Paroloni e acronimi (di cui perdi il controllo: o me li spieghi ogni volta o dai per scontato che io me li ricordi, cosa assolutamente falsa, infatti al secondo OTE sono tornato su a vedere cosa significava, mentre al terzo mi rimetti la definizione) che, a pelle, mi lasciano presupporre che la protagonista sia in qualche modo non stupida (e quindi, per tornare al discorso precedente, i problemi sono colpa tua, non sua). Da una parte cerchi di instaurare così una specie di empatia col lettore, come se stessimo parlando di cose "normali", dall'altra non lo sono affatto, visto che mi stai dando informazioni frammentate sul mondo/contesto decisamente fuori dall'ordinario.
Quanto chiaroveggia la tua chiaroveggente (chiaroveggente,chiaropercettiva... orripilandia... usa un solo termine, tanto più che sei nella stessa giornata, non contraddirti/confondermi in due righe)? Perché se la protagonista non può mandarla a cagare, perché LEI lo saprebbe, allora scateni tutto un insieme di domande e seghe mentali non indifferenti (e io ci sguazzo).
Il grosso problema è proprio quello. Mi hai ficcato in testa uno dei classici cliché e io sono lì a rimuginarci per tutto il tempo: "che senso hanno questi test su una chiaroveggente? chi li fa? la chiaroveggente è una schiava anche lei? hanno il saldo TASI pure loro a Dicembre?), anche perché, dopo questa bella introduzione, non aggiungi pressoché altro se non altre descrizioni pseudo scientifiche.
Finale... Bah? Tiri fuori una Legge Sicurezza Suprema mai citata prima (non scappate durante il test? Non toccate quella porta?) e concludi con la .
A parte le riserve sulla storia lo stile è buono, riesci comunque a trasmettermi l'esasperazione/disperazione della tua schiava.

viviana.tenga
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Re: Vita da schiave

Messaggio#6 » venerdì 23 dicembre 2016, 17:24

Ciao Giafranca,
Nel tuo racconto si intravede un'ambientazione molto affascinante che però, purtroppo, rimane solo abbozzata. E' vero, anche la protagonista è disorientata in mezzo a quello che le sta succedendo e ci sta che lo sia un po' anche il lettore, ma secondo me così è troppo. Insomma, si vede che c'è davvero tantissimo potenziale, ma non viene fuori, probabilmente era impossibile in 3000 battute.
Appunto minore: avrei evitato di ripetere due volte il significato di OTE.

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alberto.dellarossa
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Re: Vita da schiave

Messaggio#7 » martedì 27 dicembre 2016, 13:07

Ciao Gianfranca. Il racconto ha potenzialità non sviluppate. Anzi, diciamola tutta: mi piace l'aspetto più sintattico della tua prosa - si sente che sai usare le parole - ma a livello strettamente narratologico il racconto presenta troppe incertezze, troppi buchi logici che allo stato attuale impediscono al lettore qualsiasi coinvolgimento. A partire dal jargon definito da un'ambientazione che definita non è, il racconto rimane indeterminato, pieno di suggerimenti espressi ma non risolvibili. Peccato, perché sono sicuro che con un adeguato numero di caratteri e uno stretto controllo dell'info-dump (sempre in agguato in queste ambientazioni) potrebbe venire fuori qualcosa di molto interessante.

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lordmax
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Re: Vita da schiave

Messaggio#8 » martedì 27 dicembre 2016, 21:13

Racconto interessante, riesci a trasmettere perfettamente il senso di disperazione mista a esasperazione mista a vaffanculismo di chi deve subire situazioni di questo tipo (l'esame di guida quando sei l'ultimo della giornata, il test per l'ingresso universitario, il terzo/quarto colloquio di file per un lavoro stupido). Nonostante l'impostazione pseudoscientifica del racconto tutta incentrata nel rendere un monto altro, surreale e psicofantastico si legge il fastidio della protagonista per la sua vita come se fosse una normale ragazza obbligata a trovarsi un lavoro che non vorrebbe fare.
In questo anch'io vedo l'uso del termine schiava poco adatto, anche se tutti ci sentiamo schiavi della realtà a cui dobbiamo partecipare.
Se posso indicare due difetti li troverei nell'uso di tante sigle che creano confusione e nella frase finale che sembra buttata lì per chiudere.
Molto più interessante sarebbe stato leggere il resoconto della veggente (anche lei schiava del sistema evidentemente) che valutava la candidata.

diego.ducoli
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Re: Vita da schiave

Messaggio#9 » martedì 27 dicembre 2016, 23:20

Ciao Gianfranca.
Sicuramente catapulti il lettore dentro un universo particolare, ma talmente particolare da risultare un po' confuso.
Hai creato in poche righe un gigantesco mondo con le sue regole e classi, ma rischiano di creare confusione nel lettore.
Sicuramente una buona idea ma necessita di molte più battute per raggiungere la forma ottimale.

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giuseppe.gangemi
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Re: Vita da schiave

Messaggio#10 » martedì 27 dicembre 2016, 23:55

Ciao Gianfranca,
il tuo è sicuramente il racconto con le tematiche più interessanti e stimolanti di questa dizione di minuti contati. Leggendolo mi sono tornate alla mente molte letture sociologiche dei tempi dell’università riguardanti i nuovi movimenti religiosi (scientology, sette e culti ufologici vari) e varie tecniche di lavaggio del cervello sui prigionieri (gli americani prigionieri ai tempi della guerra di Korea).
Il temi sono presenti. Il divertimento della padrona del tuo racconto è presente nel finale quando la tua schiava ha l’illusoria idea di potersene andare via. Tuttavia il tuo schiavo è più un prigioniero o una cavia, in quanto secondo me non fa un lavoro di fatica o qualcosa di manuale. O almeno noi non lo vediamo. Qualche lavoro ripetitivo e inutile avresti potuto mostrarcelo, serve a fiaccare lo spirito dei prigionieri.
Non sono un amante degli incisi e soprattutto di quelli posti fra parentesi. Renderei in modo diverso quanto hai messo fra parentesi.
A livello grafico renderei meglio la successione dei giorni.
Racconto interessante che forse non rende abbastanza perchè posto nei paletti dei 3k caratteri e perché ambientato in un arco temporale di solo 3 giorni.

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