Il demone riflesso
Moderatore: Laboratorio
Il demone riflesso
Goffredo vagava per il campo, mano destra ben ferma sull’elsa dello spadone, sguardo fisso in avanti, scrutando tra i padiglioni i suoi uomini portare avanti le attività quotidiane. Il rumore dei soldati che chiavavano le prostitute gli fece salire l’invidia, e l’uccello.
Si incamminò verso il padiglione. In cima svettava il suo stendardo issato su una bandiera: due cavalli bianchi su un campo nero.
La guardia accennò un saluto.
«Gli altri comandanti sono già dentro, signore.»
Lo ringraziò con un cenno.
Dentro alla tenda la temperatura era gradevole, ristorava dal rigido freddo invernale. Le braci nel camino da campo erano ancora accese. Il torpore si impossessò per un attimo di Goffredo, che distese le membra e fece un paio di respiri profondi, prima di iniziare la dannatissima riunione giornaliera.
«Non c’è più tempo, signori. L’armata di Mezzone sarà a tiro dei nostri balestrieri entro domani, secondo le spie.»
Goffredo si sforzò di rimanere concentrato e di non pensare ai gemiti delle puttane.
«Quanti sono?»
Il sergente si grattò la barba bianca.
«Poco meno di 500 uomini, signore.»
Goffredo si allontanò dal tavolo di comando, scrollò le spalle e si diresse verso uno specchio.
Prese dalla tasca il vecchio anello di suo padre e se lo rigirò fra le dita.
Un giro
Un secondo giro
Un terzo giro
Quella massa di incompetenti ti porterà verso la rovina, lo sai.
Il demone a tre corna, occhi di un giallo intenso e con una lingua biforcuta comparve sulla superficie, e gli ricambiò il saluto con un ghigno.
Grazie al cazzo, imbecille.
Panta Rei fece un gestaccio con la mano sinistra.
[i]Lo sai che potresti diventare il condottiero migliore della penisola, se solo mi concedessi di aiutarti. Tu e i tuoi merdosi scrupoli morali.[/i]
Il vociare incessante dei suoi comandanti gli impediva di pensare lucidamente.
Non puoi soverchiare l’ordine delle cose, nemmeno se sei un fottuto demone.
Ancora quel gestaccio.
[i]Tu mi sottovaluti, Goff, e hai visto cosa sono in grado di fare. Ma senza la condotta firmata da un umano non posso fare nulla. Come si dice, verba volant. [/i]
Ah. Non aveva tutti i torti. Da questo inverno, dopo che l’esercito di Mezzone aveva preso il sopravvento. Non incassava una vittoria da mesi ormai; era come se ci fosse un muro fra se e i suoi piani, e ogni volta che provava a superarlo veniva sconfitto.
Non tentarmi, Panta.
Il demone schioccò le dita. Dal nulla comparve una lunga lista di pergamena. La srotolò e lesse ad alta voce:
Ti faccio partecipe dei miei appunti di questo semestre, Goff:
“5 gennaio 1340: Sconfitta al Passo furioso. Il ragazzo ha talento, ma non si applica. Con un pizzico di acume in più avrebbe benissimo potuto aggirare l’avversario in una mossa. Pazienza.”
30 febbraio 1340: una carica di cavalleria falcia in pieno la colonna di fanti in marcia in mezzo alla foresta. Ah, che spreco di umani in così poco tempo e con errori davvero davvero grossolani.”
“Assalto alle mura di Rocca Ferrata: ma da quando un assedio si porta avanti senza torri d’assedio? è da molti secoli che non vedo nessuno più imbranato di Goff.”
Devo continuare?
Le voci dei suoi uomini attorno al tavolo aumentavano di intensità.
Che branco di incapaci.
Goffredo si passò una mano tra i folti capelli ricci.
Non posso pagarti, Panta. Non con il sacrificio che mi hai chiesto.
La lunga coda del demone si agitò.
Oh suvvia, Goff. Voglio solo l’anima di tuo figlio. Mi fai sembrare pure banale. Devo sbarcare il lunario anche io, sai?
Goffredo replicò il gestaccio verso il demone.
«Signore, si potrebbero attaccare a ridosso del villaggio. Signore?»
[i]Ci vediamo domani, caro Goff. Carpe Diem. [/i]
Panta Rei sparì dallo specchio in una nube nera. Alle narici di Goffredo arrivò ad un tratto una curiosa folata di zolfo.
Si incamminò verso il padiglione. In cima svettava il suo stendardo issato su una bandiera: due cavalli bianchi su un campo nero.
La guardia accennò un saluto.
«Gli altri comandanti sono già dentro, signore.»
Lo ringraziò con un cenno.
Dentro alla tenda la temperatura era gradevole, ristorava dal rigido freddo invernale. Le braci nel camino da campo erano ancora accese. Il torpore si impossessò per un attimo di Goffredo, che distese le membra e fece un paio di respiri profondi, prima di iniziare la dannatissima riunione giornaliera.
«Non c’è più tempo, signori. L’armata di Mezzone sarà a tiro dei nostri balestrieri entro domani, secondo le spie.»
Goffredo si sforzò di rimanere concentrato e di non pensare ai gemiti delle puttane.
«Quanti sono?»
Il sergente si grattò la barba bianca.
«Poco meno di 500 uomini, signore.»
Goffredo si allontanò dal tavolo di comando, scrollò le spalle e si diresse verso uno specchio.
Prese dalla tasca il vecchio anello di suo padre e se lo rigirò fra le dita.
Un giro
Un secondo giro
Un terzo giro
Quella massa di incompetenti ti porterà verso la rovina, lo sai.
Il demone a tre corna, occhi di un giallo intenso e con una lingua biforcuta comparve sulla superficie, e gli ricambiò il saluto con un ghigno.
Grazie al cazzo, imbecille.
Panta Rei fece un gestaccio con la mano sinistra.
[i]Lo sai che potresti diventare il condottiero migliore della penisola, se solo mi concedessi di aiutarti. Tu e i tuoi merdosi scrupoli morali.[/i]
Il vociare incessante dei suoi comandanti gli impediva di pensare lucidamente.
Non puoi soverchiare l’ordine delle cose, nemmeno se sei un fottuto demone.
Ancora quel gestaccio.
[i]Tu mi sottovaluti, Goff, e hai visto cosa sono in grado di fare. Ma senza la condotta firmata da un umano non posso fare nulla. Come si dice, verba volant. [/i]
Ah. Non aveva tutti i torti. Da questo inverno, dopo che l’esercito di Mezzone aveva preso il sopravvento. Non incassava una vittoria da mesi ormai; era come se ci fosse un muro fra se e i suoi piani, e ogni volta che provava a superarlo veniva sconfitto.
Non tentarmi, Panta.
Il demone schioccò le dita. Dal nulla comparve una lunga lista di pergamena. La srotolò e lesse ad alta voce:
Ti faccio partecipe dei miei appunti di questo semestre, Goff:
“5 gennaio 1340: Sconfitta al Passo furioso. Il ragazzo ha talento, ma non si applica. Con un pizzico di acume in più avrebbe benissimo potuto aggirare l’avversario in una mossa. Pazienza.”
30 febbraio 1340: una carica di cavalleria falcia in pieno la colonna di fanti in marcia in mezzo alla foresta. Ah, che spreco di umani in così poco tempo e con errori davvero davvero grossolani.”
“Assalto alle mura di Rocca Ferrata: ma da quando un assedio si porta avanti senza torri d’assedio? è da molti secoli che non vedo nessuno più imbranato di Goff.”
Devo continuare?
Le voci dei suoi uomini attorno al tavolo aumentavano di intensità.
Che branco di incapaci.
Goffredo si passò una mano tra i folti capelli ricci.
Non posso pagarti, Panta. Non con il sacrificio che mi hai chiesto.
La lunga coda del demone si agitò.
Oh suvvia, Goff. Voglio solo l’anima di tuo figlio. Mi fai sembrare pure banale. Devo sbarcare il lunario anche io, sai?
Goffredo replicò il gestaccio verso il demone.
«Signore, si potrebbero attaccare a ridosso del villaggio. Signore?»
[i]Ci vediamo domani, caro Goff. Carpe Diem. [/i]
Panta Rei sparì dallo specchio in una nube nera. Alle narici di Goffredo arrivò ad un tratto una curiosa folata di zolfo.
Re: Il demone riflesso
Bello! Lo stile molto “mostrato” mi ha portato dritto nel 1300 dentro l'accampamento di Goffredo. C'è la tensione di sapere come si svolgerà questa riunione e come sta andando la guerra. Buona l'idea che il protagonista è nei guai e il demone lo tenta e lui affronta un dilemma. (Ah, un dettaglio: “Devo sbarcare il lunario anche io, sai?” La taglierei, non mi piace in bocca al demone che vedrei parlare in stile più “aulico”)- Forse funzionerebbe meglio (e dico forse) se la crisi militare di Goffredo venisse mostrata, più che dalle battute del demone, dalla situazione dell'accampamento e dai dialoghi con i suoi subalterni e Goffredo fosse messo proprio alle strette. (Per esempio, numero esiguo di soldati, molti feriti, militari che trascurano i loro doveri, magari giocando a carte d'azzardo o simili -ok, mi va bene anche così, ma ci vorrebbe un pensiero critico di Goffredo verso i soldati che gozzovigliano-).
Per dire un'ultima cosa, premesso che a me un racconto del genere non sarebbe venuto in mente neanche pensandoci cent'anni, avendo messo Goffredo in crisi, nel finale avrei azzardato a far decidere Goffredo di vendere il figlio al diavolo. Boh?
Punto di forza: atmosfera medievale e dilemma del demone
Punto di debolezza: non è ben mostrato lo stato dell'esercito di Goffredo dopo mesi di sconfitte.
Migliorare: far decidere Goffredo
Per dire un'ultima cosa, premesso che a me un racconto del genere non sarebbe venuto in mente neanche pensandoci cent'anni, avendo messo Goffredo in crisi, nel finale avrei azzardato a far decidere Goffredo di vendere il figlio al diavolo. Boh?
Punto di forza: atmosfera medievale e dilemma del demone
Punto di debolezza: non è ben mostrato lo stato dell'esercito di Goffredo dopo mesi di sconfitte.
Migliorare: far decidere Goffredo
Re: Il demone riflesso
Julius ha scritto:Bello! Lo stile molto “mostrato” mi ha portato dritto nel 1300 dentro l'accampamento di Goffredo. C'è la tensione di sapere come si svolgerà questa riunione e come sta andando la guerra. Buona l'idea che il protagonista è nei guai e il demone lo tenta e lui affronta un dilemma. (Ah, un dettaglio: “Devo sbarcare il lunario anche io, sai?” La taglierei, non mi piace in bocca al demone che vedrei parlare in stile più “aulico”)- Forse funzionerebbe meglio (e dico forse) se la crisi militare di Goffredo venisse mostrata, più che dalle battute del demone, dalla situazione dell'accampamento e dai dialoghi con i suoi subalterni e Goffredo fosse messo proprio alle strette. (Per esempio, numero esiguo di soldati, molti feriti, militari che trascurano i loro doveri, magari giocando a carte d'azzardo o simili -ok, mi va bene anche così, ma ci vorrebbe un pensiero critico di Goffredo verso i soldati che gozzovigliano-).
Per dire un'ultima cosa, premesso che a me un racconto del genere non sarebbe venuto in mente neanche pensandoci cent'anni, avendo messo Goffredo in crisi, nel finale avrei azzardato a far decidere Goffredo di vendere il figlio al diavolo. Boh?
Punto di forza: atmosfera medievale e dilemma del demone
Punto di debolezza: non è ben mostrato lo stato dell'esercito di Goffredo dopo mesi di sconfitte.
Migliorare: far decidere Goffredo
Grazie per il feedback. Entro poco qua causa studio e lavoro, ma ho apprezzato che ti sia piaciuto
- Marco Travaglini
- Messaggi: 196
Re: Il demone riflesso
Ciao,
premetto che sono un semplice lettore, quindi i miei suggerimenti e le mie impressioni lasciano il tempo che trovano.
Ti dico che non mi è affatto dispiaciuto il tuo stile in generale, anche se da questo punto di vista ho molto preferito la prima parte, in cui riesci in poche battute a mostrare bene, mentre nella seconda la cosa non riesce allo stesso modo.
Anche l'originalità l'ho apprezzata.
Però non so se questo possa dirsi un racconto, sembra più un'introduzione di qualcosa che va ancora sviluppato. Mi spiego meglio: abbiamo Goffredo che raggiunge il suo padiglione e inizia la riunione, scopriamo che c'è un esercito nemico in avvicinamento, scopriamo l'esistenza di un demone che vuole qualcosa in cambio della promessa di cambiare le sorti di un conflitto che Goffredo non è in grado di condurre. Il racconto termina qui, un po' troppo presto. È come se tu ci avessi illustrato status quo e incidente scatenante, ma manca tutto lo svolgimento, sbaglio? Indipendentemente dal fatto che Goffredo abbia deciso di accettare o meno (cosa che comunque non è chiara).
Inoltre non mi è chiaro cosa tu voglia mostrarci con quel rimarcare tanto il discorso delle prostitute, mi sembra un po' slegato dalla seconda parte.
A livello tipografico ti direi di rendere un po' più chiaro quando parla il demone e quando Goffredo, perché non è chiarissimo all'inizio (Panta Rei sarebbe il demone?).
Mi sembra un'ottima base, ma a mio parere va ancora sviluppata.
Un saluto.
premetto che sono un semplice lettore, quindi i miei suggerimenti e le mie impressioni lasciano il tempo che trovano.
Ti dico che non mi è affatto dispiaciuto il tuo stile in generale, anche se da questo punto di vista ho molto preferito la prima parte, in cui riesci in poche battute a mostrare bene, mentre nella seconda la cosa non riesce allo stesso modo.
Anche l'originalità l'ho apprezzata.
Però non so se questo possa dirsi un racconto, sembra più un'introduzione di qualcosa che va ancora sviluppato. Mi spiego meglio: abbiamo Goffredo che raggiunge il suo padiglione e inizia la riunione, scopriamo che c'è un esercito nemico in avvicinamento, scopriamo l'esistenza di un demone che vuole qualcosa in cambio della promessa di cambiare le sorti di un conflitto che Goffredo non è in grado di condurre. Il racconto termina qui, un po' troppo presto. È come se tu ci avessi illustrato status quo e incidente scatenante, ma manca tutto lo svolgimento, sbaglio? Indipendentemente dal fatto che Goffredo abbia deciso di accettare o meno (cosa che comunque non è chiara).
Inoltre non mi è chiaro cosa tu voglia mostrarci con quel rimarcare tanto il discorso delle prostitute, mi sembra un po' slegato dalla seconda parte.
A livello tipografico ti direi di rendere un po' più chiaro quando parla il demone e quando Goffredo, perché non è chiarissimo all'inizio (Panta Rei sarebbe il demone?).
Mi sembra un'ottima base, ma a mio parere va ancora sviluppata.
Un saluto.
- EnricoCastellano
- Messaggi: 7
Re: Il demone riflesso
Racconto interessante, del mi genere preferito, però non sono riuscito ad empatizzare con Goffredo, mi sono sentito tirato fuori troppe volte.
Punto di forza: l'idea mi è piaciuta molto
Punto di debolezza: discorsi funzionali alla sola distribuzione di informazione
Migliorare: non c'è un cambiamento del personaggio principale.
Punto di forza: l'idea mi è piaciuta molto
Punto di debolezza: discorsi funzionali alla sola distribuzione di informazione
Migliorare: non c'è un cambiamento del personaggio principale.
Re: Il demone riflesso
Di certo il punto di forza della tua scrittura è la scorrevolezza. Ben chiaro il punto di vista.
Mi è dispiaciuto molto leggere "sbarcare il lunario" non credo che con le anime ci paghino la bolletta del gas all'inferno ;)
Sinceramente è difficile trovare dei punti di miglioramento diversi dai colleghi che hanno commentato prima di me. Penso sia una scena e non un racconto quindi non darei per scontato che ci voglia un evoluzione del personaggio in così poche righe. La prospettiva di conflitto è ben chiara perdere la guerra (perché ne sembra il destino) o sacrificare il figlio. Ho solo un dubbio se ho capito bene il corsivo sono i pensieri di Goffredo e Panta Rei che si parlano a vicenda, quindi perché a un certo punto parte il dialogo tra i due (quello virgolettato) con il riassunto (cosa che non giova) delle battaglie precedenti?
Nota i lettori devono intuire quello che tu vuoi che intuiscano, non interpretare.
Mi è dispiaciuto molto leggere "sbarcare il lunario" non credo che con le anime ci paghino la bolletta del gas all'inferno ;)
Sinceramente è difficile trovare dei punti di miglioramento diversi dai colleghi che hanno commentato prima di me. Penso sia una scena e non un racconto quindi non darei per scontato che ci voglia un evoluzione del personaggio in così poche righe. La prospettiva di conflitto è ben chiara perdere la guerra (perché ne sembra il destino) o sacrificare il figlio. Ho solo un dubbio se ho capito bene il corsivo sono i pensieri di Goffredo e Panta Rei che si parlano a vicenda, quindi perché a un certo punto parte il dialogo tra i due (quello virgolettato) con il riassunto (cosa che non giova) delle battaglie precedenti?
Nota i lettori devono intuire quello che tu vuoi che intuiscano, non interpretare.
IlaCapi94
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- Messaggi: 15
Re: Il demone riflesso
L'atmosfera c'é, l'ambientazione é chiara fin da subito, anche la focalizzazione funziona bene. La parte di dialogo con il demone però é confusa, specialmente all'inizio, la prima battuta non si capisce subito chi é che la dice. Basta trattarlo come un dialogo vero e proprio, quindi usando le caporali come le hai usate nelle altre battute (o, al limite, usando il corsivo solo per le battute pronunciate dal demone, se vuoi differenziarle perchè si tratta di un personaggio non "reale") e andando a capo solo quando cambi interlocutore. Anche perchè le battute in se stesse funzionano. É vero, come ti hanno già detto, che sembra una parte estrapolata da un testo piú ampio, perchè si tronca un po' bruscamente. Per il resto, complimenti!
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