Sposo una rana

Moderatore: Laboratorio

Avatar utente
gcdaddabbo
Messaggi: 410

Sposo una rana

Messaggio#1 » domenica 17 novembre 2024, 16:08

Sposo una rana

24 novembre 1132
Dal portone del castello in cima alla collina una trentina di cavalieri con le armature lucide escono e si schierano uno accanto all’altro.
Dietro di loro, sul suo destriero bianco, il conte Alessandro fiancheggiato dal fido Gualtiero.
Procedono in formazione verso il villaggio in basso.
Penetrano attraverso i vicoli deserti. Non ci sono uomini, né donne, né bambini.
“Vili! Sono fuggiti! Come femminucce.”
L’eco degli zoccoli sul selciato si diffonde lugubre.
Più giù l’uliveto.
Dalla fonte in basso giunge il gracidare di rane.
Sulla terra i cavalli non fanno rumore.
In fondo un bagliore inconsueto. Solo un attimo. Il sole si nasconde dietro le nubi.

All’improvviso alte grida si levano.
Pronto il conte: «Ci assalgono! Sulla destra! Qui a manca! Forza uomini! Vi darò denari e donne in quantità.”
Il vento trascina le parole e le confonde tra le foglie delle chiome degli ulivi.
“Spuntano come dannati, conte. Temo che dovremo ripiegare.”
Il tuono dalla parte del mare si fa beffe di quell'uomo a cavallo.
“Giammai, Gualtiero! Il conte di Conversano non fugge davanti ad un branco di contadini.”
In ogni dove figure spuntano dai tronchi come bisce, saltano giù dai rami come rospi.
“Io resto con voi, ma l’ala sinistra è andata. Vedo in terra Goffredo, il suo cavallo è preso. Quelli che erano con lui, sono scesi di sella e risalgono nascondendosi dietro i tronchi più grossi. Sulla destra in sella non c’è più nessuno su cui valga la pena di fare affidamento. Siamo ormai circondati.”
Il cavallo scarta di lato. Gualtiero vacilla e cade trafitto alla schiena da una di quelle frecce con cui il conte si divertiva dal castello a mirare le anfore delle donne alla fonte.
“Son preso. Su, fuggite!”

Ora c’è solo lui, Alessandro, il conte di Conversano, sul suo cavallo bianco. Mena fendenti a caso, ma è già tutto finito.
Sono almeno dieci i bifolchi, due su cavalli pigliati alla sua guarnigione, che lo circondano e tirano giù. Ha le terga sul terreno umido. Non si agita più. Lo trascinano e lo legano alla base di un tronco. Di fronte a lui un giovane che gli sembra di riconoscere, alto, forte, lo sguardo fiero.
“Conte Alessandro, vi ricordate di me? Sono Roccuccio, il figlio di Maria la ‘ualan e di Cosimino u galessier’. Da ragazzo, a volte, ci facevano correre o combattere l’uno contro l’altro e vi lasciavo vincere sempre.
Un mese fa, mi avete mandato i vostri uomini perché ritenevate vostro diritto dovere applicare, a tutti, anche a me, la ius primae noctis. Ho risposto che io non avrei sposato una ragazza, ma una rana di questo stagno dove le donne vengono a prendere l’acqua con le anfore in testa. Se voi lo chiedevate, l‘avrei pigliata la mia sposa, la rana, e l’avrei portata al castello e principe sareste diventato.”
Finalmente il conte riconosce i suoi occhi. “Non mi ricordavo di te. Cosa vuoi ora?”
“Ci avete mandato subito Gualtiero ad avvisarci che sareste venuti voi, il giorno di San Flaviano, al villaggio, a prendervi tutte le ragazze in età da marito.”
Tra i campi si intravvede una fila tranquilla di cavalieri che sale verso il castello.
“Ci servivano armi e coraggio. Il conte di Acquaviva con i suoi era lì, dietro i laghetti che aspettava. Salirà, né feriti né morti, fino in alto per prendere il vostro posto. Ha preteso lui che vi salvassimo la vita.”
“Tu, maledetto, mi hai tradito! Io farò uccidere i tuoi, prima di farti scuoiare vivo.”
Due cavalieri si avvicinano.
“Ci hanno promesso che vi trascineranno in Dalmazia. Noi vi avremmo volentieri fatto a pezzi per quante donne avete trafitto con le vostre frecce e quanto ne avete sverginate per il vostro capriccio. A noi toccherà continuare a lavorare in questi campi e fornire ai nuovi padroni olio, legna, grano e decima per la chiesa.”
Il conte Alessandro viene fatto salire su di un mulo. Tra due cavalieri e due contadini si allontana verso il mare.
Intanto si radunano cavalli ed armi. Con donne e bambini si torna al villaggio. Stasera si festeggia San Flaviano. Domani si raccolgono le olive.



alexandra.fischer
Messaggi: 3145

Re: Sposo una rana

Messaggio#2 » venerdì 22 novembre 2024, 15:28

Racconto molto migliorato. Si avverte la tensione con dialoghi ben calibrati. Unica nota: perché il conte, sposando una rana, sarebbe divenuto principe? Per il resto, tutto bene. C’è tutta la rabbia dei contadini per gli abusi del conte, il quale finisce in esilio.
Per quel che riguarda la rana, scriverei: chissà che non portandola al castello non si sarebbe trasformata in principessa.
Per favore, quando hai tempo, potresti commentare di nuovo il mio racconto?

Marta Fondi
Messaggi: 22

Re: Sposo una rana

Messaggio#3 » venerdì 22 novembre 2024, 15:55

La scena é carina e si vede che c'é un'attenzione anche al registro di parole adeguato al contesto, da non sottovalutare. Il problema di questo testo é che non c'é un punto di vista, é proprio evidente la presenza di una telecamera esterna tipo drone che si muove e vede la scena da fuori. Un punto di vista focalizzato avrebbe coinvolto molto di piú. I dialoghi hanno spesso battute un po' troppo lunghe, le spezzerei in diversi punti aggiungendo magari qualche gestualità o azione dei personaggi in scena. Spero di esserti stata utile!

Avatar utente
gcdaddabbo
Messaggi: 410

Re: Sposo una rana

Messaggio#4 » lunedì 25 novembre 2024, 16:56

alexandra.fischer ha scritto:Racconto molto migliorato. Si avverte la tensione con dialoghi ben calibrati. Unica nota: perché il conte, sposando una rana, sarebbe divenuto principe? Per il resto, tutto bene. C’è tutta la rabbia dei contadini per gli abusi del conte, il quale finisce in esilio.
Per quel che riguarda la rana, scriverei: chissà che non portandola al castello non si sarebbe trasformata in principessa.
Per favore, quando hai tempo, potresti commentare di nuovo il mio racconto?

Ciao Alexandra! Ti ringrazio del commento. Roccuccio fa dell'ironia.
da Google: "Nella cultura di massa. L'espressione "baciare un ranocchio" viene usata comunemente con una quantità di significati metaforici. In genere, la trasformazione da ranocchio a principe viene paragonata al cambiamento di una persona che scopre il vero amore."
Baciare la rana (accettare di rinunciare al diritto della prima notte) avrebbe dato a Roccuccio un attestato di stima che sarebbe stato ricambiato con la propria disponibilità in ogni occasione e avrebbe evitato al conte la rivolta dei contadini che ora gli ha fatto perdere i propri possedimenti e lo ha costretto all'esilio.
Prometto di commentare il tuo racconto appena ho tempo.

Avatar utente
gcdaddabbo
Messaggi: 410

Re: Sposo una rana

Messaggio#5 » lunedì 25 novembre 2024, 17:00

Marta Fondi ha scritto:La scena é carina e si vede che c'é un'attenzione anche al registro di parole adeguato al contesto, da non sottovalutare. Il problema di questo testo é che non c'é un punto di vista, é proprio evidente la presenza di una telecamera esterna tipo drone che si muove e vede la scena da fuori. Un punto di vista focalizzato avrebbe coinvolto molto di piú. I dialoghi hanno spesso battute un po' troppo lunghe, le spezzerei in diversi punti aggiungendo magari qualche gestualità o azione dei personaggi in scena. Spero di esserti stata utile!

Ciao Marta! Grazie del commento e dei suggerimenti. Proverò ad apportare le modifiche che mi hai proposto.

Mardox
Messaggi: 24

Re: Sposo una rana

Messaggio#6 » mercoledì 11 dicembre 2024, 23:14

Ciao, nel complesso buon racconto, l'atmosfera da racconto storico è resa bene e c'è qualche descrizione che ho trovato efficace. Il punto di forza più grande che ho trovato sta nei dialoghi, che lasciano trasparire un po' del carattere e delle emozioni dei personaggi e danno loro una certa identità.
Una scrittura un po' più vicina al punto di vista di un personaggio, magari, avrebbe permesso un maggior coinvolgimento. E poi sarebbe stato interessante lasciare più spazio a pensieri e fraseggi interiori dei personaggi, per viverli un po' più "dall'interno" e creare maggior empatia con loro.
Comunque interessante per trama e ambientazione per quanto mi riguarda. Ciao :)

Avatar utente
Manuel Marinari
Messaggi: 348

Re: Sposo una rana

Messaggio#7 » giovedì 12 dicembre 2024, 8:58

Ciao Giovanni, eccomi a ricambiare lettura e commento.
Un altro racconto storico che ti caratterizza molto. Noto, come sempre, la tua conoscenza in tema. Grazie per portarmi indietro nel tempo.
Allora, secondo me, come già ho avuto modo di suggerirti, fai un utilizzo un pò troppo didascalico. Il primo paragrafo è quello in cui ne ho risentito parecchio.

Guarda

Procedono in formazione verso il villaggio in basso. STOP
Penetrano attraverso i vicoli deserti. STOP Non ci sono uomini, né donne, né bambini. STOP
“Vili! Sono fuggiti! Come femminucce.”
L’eco degli zoccoli sul selciato si diffonde lugubre. STOP
Più giù l’uliveto. STOP
Dalla fonte in basso giunge il gracidare di rane. STOP
Sulla terra i cavalli non fanno rumore. STOP
In fondo un bagliore inconsueto. STOP Solo un attimo. STOP Il sole si nasconde dietro le nubi. STOP

Mi arriva un pò telegrammatico. Lavorerei un pò sulla fluidità della prosa, per renderla più fruibile. Soprattutto nell'incipit che è anche una parte molto importante della storia. Il lettore decide se proseguire la lettura o chiudere pagina. Secondo me puoi lavorarci su questo aspetto. Perchè poi, in realtà, il testo dopo metà assume un pò questo senso.

Un altro aspetto su cuoi potresti concentrarti è la focalizzazione del punto di vista. In questo racconto sembra molto esterna: sembrano statuette che si muovono in una scena vista da lontano. Non arrivano le emozioni dei personaggi (o almeno di uno su cui puntare), le motivazioni che spingono alla battaglia. Cioè in senso pratico sì, si capisce. Manca l'aspetto emotivo.

Un altro aspetto su cui lavorare sono i dialoghi. Troppo lunghi, quasi monologhi inseriti in una scena interminabile.
Prova a esercitarti sulla frammentazione. Inserisci dei dialogue tag a intramezzo. Quindi delle gestualità del pdv, un emozione, qualche elemento percettivo.
Arrivano un pò inverosimili.
Provo a spiegarmi: stai dialogando con una persona. Mettiamo che lui/lei sia la più logorroica del mondo :D e parla tantissimo. ok. Tu sei il pdv. Mentre l'ascolti, noterai il suo intercalare della voce, qualche gesto (mani tra i capelli, giocherella con una sigaretta o una cannuccia, sbatte i piedi sul gambo del tavolo, ecc). Se siete al tavolo di un bar, magari puoi essere distratto da elementi esterni: macchine che passano, bambini urlanti, una bella donna che passa (so che ci tenevi, me lo scrivi sempre di inserirlo nei miei racconti ahahha)

Ecco, mi sembra di averti detto le prime impressioni più importanti.
Magari ci ripasso, se mi viene in mente altro.
Alla prossima, Giovanni!
Manuel Marinari

Avatar utente
Manuel Marinari
Messaggi: 348

Re: Sposo una rana

Messaggio#8 » giovedì 12 dicembre 2024, 22:48

Manuel Marinari ha scritto:Ciao Giovanni, eccomi a ricambiare lettura e commento.
Un altro racconto storico che ti caratterizza molto. Noto, come sempre, la tua conoscenza in tema. Grazie per portarmi indietro nel tempo.
Allora, secondo me, come già ho avuto modo di suggerirti, fai un utilizzo un pò troppo didascalico. Il primo paragrafo è quello in cui ne ho risentito parecchio.

Guarda

Procedono in formazione verso il villaggio in basso. STOP
Penetrano attraverso i vicoli deserti. STOP Non ci sono uomini, né donne, né bambini. STOP
“Vili! Sono fuggiti! Come femminucce.”
L’eco degli zoccoli sul selciato si diffonde lugubre. STOP
Più giù l’uliveto. STOP
Dalla fonte in basso giunge il gracidare di rane. STOP
Sulla terra i cavalli non fanno rumore. STOP
In fondo un bagliore inconsueto. STOP Solo un attimo. STOP Il sole si nasconde dietro le nubi. STOP

Mi arriva un pò telegrammatico. Lavorerei un pò sulla fluidità della prosa, per renderla più fruibile. Soprattutto nell'incipit che è anche una parte molto importante della storia. Il lettore decide se proseguire la lettura o chiudere pagina. Secondo me puoi lavorarci su questo aspetto. Perchè poi, in realtà, il testo dopo metà assume un pò questo senso.

Un altro aspetto su cuoi potresti concentrarti è la focalizzazione del punto di vista. In questo racconto sembra molto esterna: sembrano statuette che si muovono in una scena vista da lontano. Non arrivano le emozioni dei personaggi (o almeno di uno su cui puntare), le motivazioni che spingono alla battaglia. Cioè in senso pratico sì, si capisce. Manca l'aspetto emotivo.

Un altro aspetto su cui lavorare sono i dialoghi. Troppo lunghi, quasi monologhi inseriti in una scena interminabile.
Prova a esercitarti sulla frammentazione. Inserisci dei dialogue tag a intramezzo. Quindi delle gestualità del pdv, un emozione, qualche elemento percettivo.
Arrivano un pò inverosimili.
Provo a spiegarmi: stai dialogando con una persona. Mettiamo che lui/lei sia la più logorroica del mondo :D e parla tantissimo. ok. Tu sei il pdv. Mentre l'ascolti, noterai il suo intercalare della voce, qualche gesto (mani tra i capelli, giocherella con una sigaretta o una cannuccia, sbatte i piedi sul gambo del tavolo, ecc). Se siete al tavolo di un bar, magari puoi essere distratto da elementi esterni: macchine che passano, bambini urlanti, una bella donna che passa (so che ci tenevi, me lo scrivi sempre di inserirlo nei miei racconti ahahha)

Ecco, mi sembra di averti detto le prime impressioni più importanti.
Magari ci ripasso, se mi viene in mente altro.
Alla prossima, Giovanni!


Ho scritto dialogue tag, volevo dire beat. Perdonami Giovanni
Manuel Marinari

Torna a “Tavolo di lavoro (racconti attivi)”

Chi c’è in linea

Visitano il forum: Nessuno e 2 ospiti