Dài che è facile!

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Sirimedho
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Dài che è facile!

Messaggio#1 » domenica 6 dicembre 2020, 20:16

Arriva dalla gara di ottobre, l'Antico mi aveva chiesto di fare piccole modifiche prima di, a suo dire, pubblicarlo.
Spero possa andare così, i commenti sono assolutamente benvenuti.
Grazie!


Dài che è facile!
di Sirimedho Stefano De Luca
19 ottobre 2020, rivisto 6 dicembre 2020


«Sei sicuro che sia il posto giusto?» La fronte di Gabriele era tutta una ruga, la bocca aperta. «Non pensavo fosse così…»
«Così come?», anche Giovanni guardò in basso, in quell’enorme abisso davanti a loro. Nemmeno lui sembrava convinto.
«Gelato. Avevo sentito dire che fosse fuoco e fiamme.»
«Si saranno sbagliati. Sai, quando entri non è che poi riesci a uscire e raccontare com’era.»
«A meno che non lo faccia tu», e Gabriele fece un gran sorriso di incoraggiamento.
«Già, speriamo», rispose sconsolato Giovanni, iniziando a scendere.
*
Un paio di ore prima, mentre stavano seduti a bere birra, tutto sembrava più facile. Come al solito, Giovanni si lamentava che non lo prendevano sul serio: «Sfido io che non mi credono! Con tutti questi aspiranti messia, mica è facile capire che soltanto io sono quello vero!»
Gabriele gli versò dell’altra birra: «Su, su, lo sai che io ti credo».
«Ma sei l’unico. E mi credi solo perché siamo amici da sempre.»
«Beh, guardati! Il physique du rôle ce l’hai! Sei bello, alto e biondo. Ma sei timido, e un messia timido non si è mai sentito!». Improvvisamente serio, continuò: «Dobbiamo trovare una soluzione».
L’aspirante messia provò a cercare ispirazione dal fondo della birra, ma non si era posato nulla e così la divinazione andò fallita.
«Ecco! Ho trovato!», disse Gabriele.
«Ossia?»
«Devi fare una cosa che non ha fatto nessuno. Roba da messia vero, roba tosta.»
«Ovvero?»
«Vai all’Inferno! Scendi giù, ti riprendi una bella anima persa e, voilà, ti ritrovi un testimonial d’eccezione! Dirà a tutti quel che hai fatto, e tutti sapranno che sei il vero messia, unico e inimitabile!
«E come capiranno che è tornato dall’Inferno?»
«Ma dalla puzza, no? E dagli occhi di triglia. Ma lo hai mai visto un morto?».
«Ha una sua logica», confermò Giovanni. «E sia! Andiamo a farlo!»
*
Ed eccoli là, davanti al baratro che Giovanni aveva invocato, ma che anche a lui sembrò strano. Sotto terra, un enorme lago ghiacciato, con delle striature sopra e in alcuni punti si vedeva anche l’acqua che si muoveva, ancora più sotto. Molto in fondo, delle figurine scure.
Giovanni continuò a scendere, a metà si girò verso l’amico e chiese: «Vieni con me?»
«Non ci pensare nemmeno, il messia sei tu, mica io. Vai, vai, ti aspetto qui, lo so che ce la puoi fare.»
Era quel ghiaccio perfido che appena ci metti un piede sopra ti ritrovi col sedere a terra e le gambe in aria. Ma lui camminò senza problemi, fino all’altro lato, dove iniziavano gallerie e gallerie, fino ad arrivare a vedere quelle prime sembianze, povere anime sofferenti, costrette a scavare altre gallerie e che appena si fermavano un attimo dal lavorare venivano punite a frustate da diavoli annoiati. I quali si riscossero alla sua vista.
«E tu chi diavolo saresti?»
«Sono il messia, scansatevi che debbo prendermene uno.»
«Ma ce l’hai l’autorizzazione?»
«Aspetta che te la faccio vedere». Giovanni gli pose un dito sul naso, si sentì un “puff” e in un niente il diavolo non c’era più; gli altri diavoli videro la scena e ci misero anche meno a cambiare aria.
Giovanni era diventato euforico. Si era radunata una folla, si avvicinò alla prima anima che vide, la prese per una mano ed iniziò a trascinarla indietro. Solo che non veniva.
«Ohi, ma dove mi vuoi portare?»
«Ti riporto su, hai finito di spalare.»
«Su dove?»
«Su alla vita. Niente più Inferno, niente più diavoli. Ti va bene o prendo un altro?»
«No, no. Se è così vengo subito!»
Ma insomma, ma ti pare che per salvare un’anima bisogna anche pregarla? Il giovane messia lo iniziò a trascinare con foga, puntando dritto quel lontano punto oscuro che era diventata l’uscita.
Ad ogni passo però faceva sempre più fatica. L’uscita era vicina, ma non riusciva più a camminare, l’anima sembrava pesare tonnellate. Solo a quel punto si girò, e vide che quell’anima se ne trascinava dietro un’altra − «È mia moglie!» − e quella un’altra ancora − «È mio figlio!» − e poi un’altra - «È un mio amico!» - e un’altra ancora in una catena infinita. E appena lui si fermò, si ammucchiarono tutti vicini a lui, o almeno ci provarono:
«Fermi! Siamo sul ghiaccio, non reggerà!». Il lago non aspettava altro, a sentire quella voce possente si spaccò all’istante e tutte le anime finirono in acqua, andando a fondo. Completamente infradiciato dagli schizzi, solo Giovanni restava sull’acqua.
Ormai solo, risalì da Gabriele che al vederlo così inzaccherato proruppe in un grido: «Ma come, sei solo? Non sei riuscito a prendere nemmeno un’anima?”
Gli occhi di Giovanni fiammeggiarono nel dirgli: “Vai all’Inferno!”. E si ritrovò solo.



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Mauro Lenzi
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Re: Dài che è facile!

Messaggio#2 » lunedì 7 dicembre 2020, 11:41

Ciao Stefano. Risparmio i convenevoli, ma ti dirò che questo racconto mi era tornato in mente pochissimi giorni fa, ed ecco che lo ritrovo qui. Tra tutti i racconti che sono stati postati - e tra l'altro questo neppure lo avevo dovuto giudicare - è una bella casualità, non trovi? :)

Forse ti dirò una cosa che non ti piacerà. Il racconto soffre del fatto di essere scritto con un narratore onniscente, quando beneficerebbe molto dall'essere mostrato dal punto di vista di Giovanni.
Se hai voglia di ritoccarlo così, poi potremmo andare nel dettaglio. Che ne pensi?

alexandra.fischer
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Re: Dài che è facile!

Messaggio#3 » martedì 8 dicembre 2020, 17:41

Io trovo il racconto molto ben congegnato. L’idea di una gara per riconoscere il vero Messia fra la folla di aspiranti tali e il fatto che Giovanni, consigliato dall’amico Gabriele, vada all’Inferno per dimostrarlo: davanti a un’anima recuperata, nessuno oserà mettere in dubbio queste sue doti. Almeno questo è il consiglio di Gabriele. Anche la scrittura è buona, scorrevole. Diverte la morale finale: persino il dannato più corrotto (il lago ghiacciato mi ha fatto pensare alla Caina dantesca) si trascina dietro la famiglia, gli amici pregiudicando la prova di Giovanni. Divertente il numero in cui Giovanni fa sparire il diavolo incuriosito e anche come fa sparire lo stesso Gabriele.
Se fosse il mio racconto, modificherei qualcosetta, perché in effetti, scena della birra a parte, l’ambientazione iniziale è molto scarna. E anche l’epoca e la natura dei personaggi restano sullo sfondo.
Se fosse il mio racconto riscriverei così:
Un paio d’ore prima, seduti a bere birra al pub.
Scriverei Messia al maiuscolo.
Scriverei così la domanda del diavolo: «E tu, chi diavolo saresti?»
E la risposta di Giovanni: «Diavolo a me? Sono il Messia
Scriverei:
l’anima pesava tonnellate.
Scriverei:
«Ma come, non sei riuscito a prendere neanche un’anima?»

Lontano punto oscuro (toglierei, semmai scriverei luminoso. Per staccare anche dal contesto infernale, che immagino immerso in una luce invernale, visto il ghiaccio, il freddo e i diavoli intirizziti).

Per il finale:
Giovanni lanciò un’occhiata di fuoco a Gabriele: «Vai all’inferno».
Lui gli chiese: «Chi, io?» E sparì.
Giovanni si ritrovò solo, a guardare una pioggia di piume.

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Sirimedho
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Re: Dài che è facile!

Messaggio#4 » mercoledì 16 dicembre 2020, 16:20

Mauro Lenzi ha scritto:questo racconto mi era tornato in mente pochissimi giorni fa, ed ecco che lo ritrovo qui


Sono contento che ti fosse tornato in mente, qualcosa riesce a suscitare!


Mauro Lenzi ha scritto:Forse ti dirò una cosa che non ti piacerà. Il racconto soffre del fatto di essere scritto con un narratore onniscente, quando beneficerebbe molto dall'essere mostrato dal punto di vista di Giovanni.
Se hai voglia di ritoccarlo così, poi potremmo andare nel dettaglio. Che ne pensi?


Diciamo che normalmente preferisco il punto immersivo di una persona, che è quello che chiedi. Ma in questo caso vorrei che rimanesse una storia più leggera, credo che osservandolo dal punto di vista di Giovanni diventerebbe un'altra cosa.

Ma secondo può si può chiedere la grazia? :-)

Grazie!
S.

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Sirimedho
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Re: Dài che è facile!

Messaggio#5 » mercoledì 16 dicembre 2020, 16:25

Ciao Alexandra,

alexandra.fischer ha scritto: Diverte la morale finale: persino il dannato più corrotto (il lago ghiacciato mi ha fatto pensare alla Caina dantesca) si trascina dietro la famiglia, gli amici pregiudicando la prova di Giovanni.


in effetti era là che volevo andare a parare, a questo e al fatto che l'approccio egoistico di Giovanni, che lo fa non per compassione ma solo per apparire non può finire bene.

Rispetto ai consigli, appena ho un po' di tempo provo ad integrarli. "Messia" è scritto minuscolo perché è ancora uno dei tanti. Il resto dei consigli mi sembrano ottimi, grazie!

A tuo avviso si può chiedere la grazia?

Grazie e a presto,
S.

alexandra.fischer
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Re: Dài che è facile!

Messaggio#6 » giovedì 17 dicembre 2020, 16:45

Ciao, Sirimedho. Se messia è scritto minuscolo proprio per far risaltare anche la protervia di Giovanni, allora lascialo pure così.
Ho visto che ci hai lavorato con grande cura (soprattutto nella scena con il diavolo che gli domanda cosa ci fa all'inferno e nella scena della pena dei dannati, costretti a lavorare in una miniera in inverno).

CHIEDO LA GRAZIA

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Alessio
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Re: Dài che è facile!

Messaggio#7 » lunedì 21 dicembre 2020, 11:52

Ciao Stefano,

grazie per aver condiviso il racconto.

La storia è divertente, molto "umana". Mi sono piaciuti i dialoghi, li ho trovati brillanti.
Giovanni, nelle poche righe a disposizione, mi sembra ben caratterizzato e anche Gabriele, che fa un po' la parte del mentore, ci sta tutto. Il diavolo che chiede l'autorizzazione mi ha ricordato l'Inferno fatto di burocrazia e scartoffie di Yu Yu Hakusho :D

Anche secondo me il racconto è un po' penalizzato dal raccontato e dal punto di vista esterno, però è vero che vuoi ironizzare sulla situazione e non puoi farlo da dentro il personaggio. Secondo me siamo in quel limbo dove non mi sento di sindacare sull'immersività "^_^

A parte questo, io noto 3 problemi principali:

1) I nomi dei personaggi
Metti subito in scena due personaggi chiamandoli per nome. Il lettore non impara subito i nomi e il punto di vista esterno fa sì che all'inizio sia difficile distinguerli. Parlo per me ma penso che valga per molti: finché non ho imparato bene ad associare il nome al personaggio, il nome è una etichetta vaga che leggo di sfuggita. Se tu me li chiami Gabriele e Giovanni io li confonderò per venti pagine. Il suggerimento è di usare due nomi con le iniziali diverse, che aiuta il lettore a distinguerli in maniera più immediata. (Mauro e Lauro non valgono! :P)

2) La descrizione del lago ghiacciato
Faccio un sacco di fatica a raffigurarmi come è fatto questo inferno. Mi par di capire che ci sia una specie di voragine molto profonda, con in fondo un lago ghiacciato e che il terreno che digrada verso il lago sia anch'esso ghiacciato. Però in molti punti le cose non sembrano collimare.
Dici che "a metà" Giovanni si gira e parla al suo amico e poi, quando recupera l'anima l'uscita è "un lontano punto oscuro", quindi io mi aspetto che la "metà" sia ben distante dall'uscita e che Giovanni debba urlare per farsi sentire da Gabriele (ma poi, perché aspettare di arrivare così lontano per chiedergli se vuole accompagnarlo). Tra l'altro, condivido il dubbio di Alexandra su come l'uscita possa essere un punto "oscuro". Poi invece dici che Giovanni arriva vicino all'uscita, il ghiaccio si rompe e lui rimane sopra l'acqua: quindi la voragine non è così profonda se il lago rimane vicino all'uscita? In un altro punto ancora dici che è sotto terra.
Non so, non riesco a capire com'è fatto.

3) Teste parlanti
Una nota più "tecnica", se vuoi. Il dialogo davanti alla birra, secondo me, è un po' oltre il limite delle "teste parlanti", o "voci nel vuoto", come le vuoi chiamare. Ci sono nove/dieci battute senza alcuna azione in mezzo (in una di queste battute ti sei perso le chiuse virgolette :) )

A parte il punto 2, che probabilmente richiede un minimo di attenzione in più, credo che gli altri si possano sistemare molto facilmente.

Spero che le mie osservazioni possano esserti utili.

Buona scrittura!

Martina Seppi
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Re: Dài che è facile!

Messaggio#8 » domenica 7 febbraio 2021, 12:59

Ciao Stefano,

complimenti per l'ironia e l'umorismo!
I racconti in cui si descrive un presunto nuovo Messia sono di solito originali perchè, come il tuo, mettono in luce persone di tutti i giorni con le loro piccole manie, fragilità e peculiarità. Insomma rendono il Messia ancora più umano. Molto bella la figura di Gabriele, una specie di angelo un po' trasandato.

Bello lo stile scarno con solo i dettagli e i passaggi chiave, aumentano l'ironia del pezzo. Davvero una bella lettura.

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Il Dottore
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Re: Dài che è facile!

Messaggio#9 » lunedì 8 febbraio 2021, 12:18

Martina Seppi ha scritto:Ciao Stefano,

complimenti per l'ironia e l'umorismo!
I racconti in cui si descrive un presunto nuovo Messia sono di solito originali perchè, come il tuo, mettono in luce persone di tutti i giorni con le loro piccole manie, fragilità e peculiarità. Insomma rendono il Messia ancora più umano. Molto bella la figura di Gabriele, una specie di angelo un po' trasandato.

Bello lo stile scarno con solo i dettagli e i passaggi chiave, aumentano l'ironia del pezzo. Davvero una bella lettura.


Ciao Martina. Se il racconto ti è piaciuto così com'è e secondo te meriterebbe la Vetrina, puoi dargli il tuo voto scrivendo "CHIEDO LA GRAZIA"
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

Martina Seppi
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Re: Dài che è facile!

Messaggio#10 » martedì 9 febbraio 2021, 9:10

Ciao Dottore,

grazie del reminder!

CHIEDO LA GRAZIA

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Il Dottore
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Re: Dài che è facile!

Messaggio#11 » mercoledì 20 ottobre 2021, 12:50

Ciao!

Vedo che il racconto è fermo da Dicembre dell'anno scorso.
Hai intenzione di rimetterci mano?
Aspetto notizie per una settimana e, se non mi dici niente, lo archivio
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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