Ultima possibilità

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Mauro Lenzi
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Messaggio#1 » mercoledì 13 gennaio 2021, 0:14

Versione rivista del racconto che ha partecipato all'edizione Scilla Bonfiglioli di MC.
Tema: "Non c'è mostro che non mi sia venuta voglia di accarezzare".


Ultima possibilità

La ragazza raccoglie le lenzuola al petto e copre la sua nudità. Anche così, la curva dei seni si intuisce tra le pieghe della seta, accentuata dalla magrezza delle sue membra. Schiude le labbra.
Attende che io vada da lei.
Il pugno e il crocifisso si frappongono tra noi.
“Vade retro!” grida il Professore.
Lei spalanca la bocca: i canini superiori bene in vista. Balza indietro, contro il muro di pietra.
Non ho più dubbi, è davvero una vampira.
Il Professore la costringe verso l’angolo della stanza. Solleva il paletto.
Un lampo di luce alle nostre spalle. Il ragazzo - come si chiama, Dodi? - alza lo smartphone.
Gli sorrido. “È venuta bene?”
Lui fa una smorfia. “Sì. Ma che cazzata.”
“Se lo dici tu.”

Lei è composta sul letto, con gli occhi sbarrati. Il paletto sporge dal suo torace, un filo di sangue cola nell’incavo dei seni. L’aria viziata del seminterrato odora di cera e sudore. Il Professore ansima; si sistema il colletto.
“È tutta sua.”
Mi avvicino, le carezzo il volto. “Quanto può sopportare?”
Il Professore si infila un mignolo nel naso, esamina l’unghia.
“Ce l’ho da quattro anni e l’hanno sfondata e pestata in tutti i modi. Ed è sempre tornata come nuova, questa troia.”
La ragazza muove appena le pupille. Una lacrima rossa le scivola lungo la tempia e si perde tra la massa dei capelli scuri.
Le pulisco il viso con un dito. La pelle è diafana.
“Non sembra in gran forma.”
“È un problema trovarle sangue che le piaccia: risputa quasi tutto. A parte questo, non dà fastidio.”
“Soprattutto perché la lascia sempre con quel paletto nel cuore, immagino.”
“Ovvio…” porta la mano alla bocca, reprime un rutto. “Le sarebbe costato molto meno, se non avesse preteso che la impalettassi di nuovo.”
Annuisco. “Ma io volevo che il mio amico vedesse tutto.”
Dodi si sposta alle mie spalle e riprende la ragazza, a distanza.
“Tanto l’ho capito che il paletto è come quei pugnali da teatro, pagliacci.”
“Cioè?”
“La punta rientra, ed esce il sangue finto. Bella fica, però.”
Da dove sta puntando lo smartphone, non so se si riferisce alla ragazza nella sua interezza.
“Professore, è sicuro che non si possa muovere?”
“Certo che no.” Scuote il paletto. “Vede? Ma se si sente più tranquillo, le posso dare una sega da ferro.”
“Per…?”
“Segarle i canini. Non è mica il primo a preoccuparsi. Anche perché levati quelli, poi non rischia di lacerarselo quando… ha capito.”
“Sì… Eppure mi sembra di aver visto la pupilla muoversi. Guardi!”
Il Professore si china. Lo colpisco sotto la nuca col taglio della mano.
Crack.

Tasto la gamba nuda del Professore. L’arteria femorale pulsa. “Stai riprendendo tutto, Dodi?”
Sbuffa. “Sì, si! Và avanti.”
Mostro l’ago in fondo al tubicino di gomma. “Se è come penso, il sangue del Professore le piacerà.”
Spingo l’ago, piano. Fora la pelle, scivola in profondità. Il rosso colora il tubo, fino all’estremità opposta, nella bocca della ragazza.
“Dimmi se questo ti sembra un effetto speciale, Dodi.”
“Ma vaffanculo. Riprendo tutto apposta, così ci guardo con calma e ti sgamo.”
Lo sguardo del Professore è lucido.
Bene.
“Professore, come avrà capito, sono venuto qui a salvare questa povera ragazza, che lei ha fatto stuprare e torturare per anni.”
Sbatte le palpebre, già piene di lacrime.
“M… ostr…”
Gli passo la mano tra i capelli sporchi. “No, il mostro è lei, Professore. Ma la esorto a spendere quel poco che le resta da vivere per pentirsi di quel che ha fatto. È ancora in tempo.”
Carezzo la ragazza sul collo, scendo lungo la spalla. È più turgida.
Fisso il Professore negli occhi finché il suo odio non cede il passo all’incoscienza.
“Nessun ravvedimento; francamente è quel che speravo. Addio, Professore.”
Impugno il paletto e lo sfilo via. La ragazza caccia un grido e salta a sedere sul letto. Il tubicino si sfila via dalla bocca, ripulito alla perfezione.
Si tocca le labbra. “Grazie, chiunque tu sia...” mormora. Allunga le braccia verso di me, mi sottraggo all’abbraccio.
Scuote la testa. “Non temere: sei una brava persona, non posso bere il tuo sangue...”
“Lo so. È che non volevo rovinare la vista al mio amico.”
Mi volto verso Dodi, gli strappo lo smartphone di mano.
“Ehi! Stron—”
Gli afferro la faccia, gliela giro verso la ragazza. “Guarda coi tuoi occhi, per una volta.” Il buco sul seno si sta richiudendo. Gli cingo il collo col braccio e gli accarezzo la testa. “Cosa devo fare per convincerti?”
“I v-vampiri... non esistono!”
“Oh, sì. Solo che per sopravvivere ai giorni nostri hanno dovuto fare un patto con Dio. Ripulire questo mondo dai mostri che minacciano il genere umano; ma dando loro un’ultima possibilità. Hai capito?”
“L-lasciami… Soffoc—”
Lo accontento.
“Mostri di vari tipi, Dodi. Come abbiamo visto questa ragazza si nutre del sangue degli aguzzini. Specie infide, difficili da trovare.”
Mi punta contro il medio.“Siete attori, è tutto finto!”
Sorrido, e questa volta mostro i canini. “Invece io ho un genere molto più diffuso: gli idioti.”



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Alessandro -JohnDoe- Canella
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Re: Ultima possibilità

Messaggio#2 » mercoledì 13 gennaio 2021, 16:43

Ciao Mauro. Parto subito con le note, che penso siano quelle che t'interessano di più, e solo dopo un giudizio generale. Bene, tre, due, uno... via!

Anche così, la curva dei seni si intuisce tra le pieghe della seta, accentuata dalla magrezza delle sue membra.

1. passerei a "s'intuisce", solo per una questione maggiore scorrevolezza della frase. 2. Membra, termine un po' aulico, che cozza un po' con il resto del testo. 3. La ragazza è prigioniera ma ha lenzuola di seta?

Schiude le labbra.
Attende che io vada da lei.

Non andrei a capo. Il tempo d'attesa è già ben espresso dal punto fermo, anche se a mio avviso anche la virgola in questo caso andrebbe bene.

Lei spalanca la bocca: i canini superiori bene in vista. Balza indietro, contro il muro di pietra.
Non ho più dubbi, è davvero una vampira.

Fai capire che la ragazza sia un vampiro già alla prima frase. Quel commento del narratore/personaggio nell'ultima frase è pertanto inutile. In generale, è sempre meglio non trattare il lettore come un bambino da accompagnare per mano. Vero: a volte, da autori, abbiamo il terrore che quello che è chiaro nella nostra testa non lo sia per il lettore (e spesso e volentieri è proprio così), ma attenzione a non cadere nell'effetto contrario, stile puntata dell'attentato de gli occhi del cuore (se non sai di cosa sto parlando, non siamo più amici!).

Il Professore la costringe verso l’angolo della stanza. Solleva il paletto.
Un lampo di luce alle nostre spalle. Il ragazzo - come si chiama, Dodi? - alza lo smartphone.

Pur essendo un amante dello stile asciutto, unirei le prime due frasi da una virgola.
Andrei invece a capo con "il ragazzo" così da dare maggior risalto, anche grafico, all'interruzione causata dal flash.

Lei è composta sul letto, con gli occhi sbarrati. Il paletto sporge dal suo torace, un filo di sangue cola nell’incavo dei seni.

Quel "suo" può essere tolto, essendo sottinteso a chi appartiene il torace. Fosse un mio testo, toglierei anche il "con" della prima frase, ma in questo caso mi rendo conto che è proprio questione di stile personale.

Questi a mio avviso i principali punti critici. Più in generale, il testo è buono e le migliorie rispetto all'originale si vedono e hanno il loro peso. Ho però dei dubbi...

Il primo riguarda l'introduzione al racconto. Servono 4 frasi prima di capire che il testo è in prima persona e che il POV non è quello della ragazza. Ok, nulla di tragico, sia chiaro, ma ammetto che il passaggio alla prima persona mi ha un attimo preso alla sprovvista. Come risolverlo? Se il rispetto dei limiti di spazio non t'interessa più, puoi introdurre la scena in maniera diversa, così da rendere più chiara anche l'ambientazione e chi sono i presenti. Ad esempio, anziché iniziare la scena con l'azione della ragazza, puoi descrivere il professore che apre la porta della cella/scantinato/stanza/variedeventuali e fa segno al protagonista e a Dodi di entrare. In questo modo il lettore sa subito chi sono i presenti e dove si trovano. Deve essere però un passaggio breve, così da passare subito alla vista della ragazza spaventata. Altro vantaggio di questa soluzione (a mio modo di vedere, s'intende) sarebbe l'immediato capovolgimento della prospettiva: faresti pensare che la ragazza è la vittima e che il POV sia dalla parte degli aguzzini, per far capire in un secondo momento (comunque molto ravvicinato) che è lei il mostro e sono gli altri ad essere potenzialmente in pericolo.

Riguardo Dodi, avrei invece provato a calcare ancora di più la mano sul suo personaggio, rendendolo più attivo sulla scena, ma ammetto il rischio di trasformarlo in una macchietta, oltre che quello di non starci con i caratteri a disposizione (btw, mi sono accorto solo dopo aver scritto questa frase che in verità la seconda versione va ben oltre i limiti classici di MC). Va però detto che fai capire subito che i due non si conoscono. Nel lettore (o almeno per me è stato così) scatta quindi la curiosità: chi è Dodi? perché si trova lì? come ha conosciuto il protagonista? Il fatto è che non hai lo spazio per fornire queste informazioni, che poi, a ben vedere, sono abbastanza superflue ai fini della trama. Resta però il fatto che, sul piatto della bilancia, il peso a livello drammaturgico di Dodi è maggiore a quello del Professore o quantomeno equivalente; eppure lo spazio d'azione lasciato a lui è nettamente inferiore, il che è un peccato. Questione complessa, me ne rendo conto: poco spazio e tanti personaggi da gestire possono essere una combo micidiale. Tu l'hai gestita bene, ma lo spazio di manovra c'è. Visto che, come scritto nell'edit, hai deciso di fregartene del limite dei caratteri, proverei a pensarci su.

Altra cosa, decisamente minore: perché Professore maiuscolo?

Per concludere, bel racconto e ottimo livello di scrittura. Bravo.
(e perdona il pippone)
lupus in fabula

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Mauro Lenzi
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Re: Ultima possibilità

Messaggio#3 » mercoledì 13 gennaio 2021, 17:21

Ciao Alessandro. Grazie!

Per gli aspetti tecnici ci ragiono su. Volevo invece specificarti un paio di cose.

JohnDoe ha scritto:
Lei spalanca la bocca: i canini superiori bene in vista. Balza indietro, contro il muro di pietra.
Non ho più dubbi, è davvero una vampira.

Fai capire che la ragazza sia un vampiro già alla prima frase. Quel commento del narratore/personaggio nell'ultima frase è pertanto inutile. In generale, è sempre meglio non trattare il lettore come un bambino da accompagnare per mano. Vero: a volte, da autori, abbiamo il terrore che quello che è chiaro nella nostra testa non lo sia per il lettore (e spesso e volentieri è proprio così), ma attenzione a non cadere nell'effetto contrario, stile puntata dell'attentato de gli occhi del cuore (se non sai di cosa sto parlando, non siamo più amici!).

Premesso che, mi spiace, ho una cattiva notizia da darti: non ho idea di cosa stai parlando! QQ
Vedi, io non sono di quelli che si lamentano sempre di non avere tempo e poi ti snocciolano tutto di film, videogiochi e serie tv. Io mi lamento e basta perché il tempo mi scarseggia davvero :|

Detto questo, volevo far capire che il protagonista non ha la certezza di avere di fronte una vampira fino a quel momento.
Perché? Per due motivi, derivanti dai feedback dei lettori.
Alcuni hanno dato per scontato che due vampiri si potessero riconoscere a un primo sguardo. Mi serviva far capire che non è così.
Alcuni hanno capito che, alla fine, la ragazza e il protagonista fossero d'accordo: lei faceva da esca e lui giustiziava. Invece no, lui ha saputo che lei era tenuta prigioniera ed è andato lì per salvarla.

JohnDoe ha scritto: Ad esempio, anziché iniziare la scena con l'azione della ragazza, puoi descrivere il professore che apre la porta della cella/scantinato/stanza/variedeventuali e fa segno al protagonista e a Dodi di entrare. In questo modo il lettore sa subito chi sono i presenti e dove si trovano. Deve essere però un passaggio breve, così da passare subito alla vista della ragazza spaventata. Altro vantaggio di questa soluzione (a mio modo di vedere, s'intende) sarebbe l'immediato capovolgimento della prospettiva: faresti pensare che la ragazza è la vittima e che il POV sia dalla parte degli aguzzini, per far capire in un secondo momento (comunque molto ravvicinato) che è lei il mostro e sono gli altri ad essere potenzialmente in pericolo.

Può funzionare e magari è meglio così, ci penso su. Perché quello che perderei è l'idea, per le prime righe, che il protagonista si trovasse di fronte a una scena erotica. Una breve aspettativa per chi legge che viene ribaltata subito dopo.

JohnDoe ha scritto: sul piatto della bilancia, il peso a livello drammaturgico di Dodi è maggiore a quello del Professore o quantomeno equivalente; eppure lo spazio d'azione lasciato a lui è nettamente inferiore, il che è un peccato. Questione complessa, me ne rendo conto: poco spazio e tanti personaggi da gestire possono essere una combo micidiale. Tu l'hai gestita bene, ma lo spazio di manovra c'è. Visto che, come scritto nell'edit, hai deciso di fregartene del limite dei caratteri, proverei a pensarci su.

Vero, ma la rilevanza del ruolo di Dodi si scopre nel twist finale. Vero che Dodi non dice nulla di memorabile perché è un idiota e... nei pochi caratteri mi è venuto da rappresentarlo così. Sciocco e volgare.

JohnDoe ha scritto:Altra cosa, decisamente minore: perché Professore maiuscolo?

In effetti ho notato che lo scrivevo alternando minuscolo e maiuscolo; e ho pensato che maiuscolo fosse più corretto. Mi hai messo la pulce nel'orecchio e... in effetti no, va bene minuscolo.


Alla luce di quanto ti ho detto, che ne pensi, in generale?
così valuto tutto in un'unica ristesura.

Grazie ancora!

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Re: Ultima possibilità

Messaggio#4 » mercoledì 13 gennaio 2021, 18:04

Partiamo dalle cose fondamentali e gravi: non puoi non aver mai visto Boris! Corri subito a rimediare, che oltre a essere una delle serie migliori di sempre, tra una battuta e l'altra regala un sacco di perle su come (non) andrebbe scritta una storia.

Tornando al testo, nel mio caso, già alla lettura delle versione originale, non ho mai avuto modo di pensare che i due vampiri si conoscessero, quindi mi è difficile capire come tale informazione possa essere passata ad altri. Oltretutto, il POV è fisso nella testa del protagonista (esticazzi, dirai tu, la storia è in prima persona) con tempo verbale al presente, quindi se il protagonista mantiene un distacco emotivo da un personaggio (la chiama soltanto "ragazza") io, lettore, non posso che pensare che non la conosca. Secondo me hai fornito già tutte le informazioni in maniera corretta. Pensare qualcosa di diverso vuol dire aver letto il testo in maniera distratta (e, in questo caso specifico, sarebbe colpa del lettore, non di te, Mauro, autore). Pensa, ti sto pure difendendo. Sto proprio invecchiando... :D

Sul discorso dell'introduzione a sfondo erotico, è vero, non ci avevo pensato. Rimango però dell'opinione che dovresti fare in modo di far intuire subito che la narrazione è in prima persona, così da identificare quantomeno il pov. Basterebbe che la prima azione della ragazza sia rivolta al protagonista. Poi, ripeto, è un problema veramente minore, quindi non fasciarti la testa. Siamo però pur sempre in un laboratorio e ogni occasione può rivelarsi importante per migliorare noi stessi. :)

Più in generale, il racconto come dicevo mi è piaciuto molto (ti sei cagato addosso, quando ti ho scritto in privato, confessalo! XD). I tempi narrativi sono molto ben gestiti e la trama regge. Sei riuscito a condensare bene una trama che anche se avesse occupato il doppio dello spazio non sarebbe forse risultata diluita, segno di un gran lavoro in fase preparatoria.
lupus in fabula

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Re: Ultima possibilità

Messaggio#5 » giovedì 28 gennaio 2021, 8:53

JohnDoe ha scritto:Tornando al testo, nel mio caso, già alla lettura delle versione originale, non ho mai avuto modo di pensare che i due vampiri si conoscessero, quindi mi è difficile capire come tale informazione possa essere passata ad altri. Oltretutto, il POV è fisso nella testa del protagonista (esticazzi, dirai tu, la storia è in prima persona) con tempo verbale al presente, quindi se il protagonista mantiene un distacco emotivo da un personaggio (la chiama soltanto "ragazza") io, lettore, non posso che pensare che non la conosca. Secondo me hai fornito già tutte le informazioni in maniera corretta. Pensare qualcosa di diverso vuol dire aver letto il testo in maniera distratta (e, in questo caso specifico, sarebbe colpa del lettore, non di te, Mauro, autore). Pensa, ti sto pure difendendo. Sto proprio invecchiando... :D


Tecnicamente giusto e grazie per avermi rammentato la retta via!
Ma credo che siamo concordi nel pensare che se alcuni lettori si sono confusi, qualche intervento si potrebbe fare. Vediamo se riesco senza stravolgere. Altrimenti torno alla versione originale. ty!

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Alessio
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Re: Ultima possibilità

Messaggio#6 » mercoledì 10 febbraio 2021, 17:11

Mauroooo! Ecco finalmente il tuo altro kattivo preferito!

In generale direi che lo stile va bene come al solito, tranne alcuni punti specifici.
A livello di trama, faccio un po' di fatica a pensare che il pov non conoscesse la vampira: è andato lì apposta per salvarla e sa che lei si nutre di aguzzini. Se non la conosce, faccio fatica a mettere insieme i pezzi.

Passiamo alle pulci.

Mauro Lenzi ha scritto:La ragazza raccoglie le lenzuola al petto e copre la sua nudità. Anche così, la curva dei seni si intuisce tra le pieghe della seta, accentuata dalla magrezza delle sue membra. Schiude le labbra.
Attende che io vada da lei.

Qui anch'io ho avuto qualche problema col pov. Messa così sembra che il pov sia la ragazza. Secondo me la puoi risolvere facile con una cosa tipo "La ragazza mi guarda - in qualche modo provocante - e raccoglie le lenzuola al petto a coprire la sua nudità." Così sappiamo subito chi è il pov.
Poi, "seni", plurale, è scorretto. Propriamente il seno è la concavità fra le mammelle, quindi per sineddoche si può usare abitualmente per indicare "le tette", però è uno :-) (a meno che la vampira non abbia tre tette, ma a quel punto ci sono altri problemi! :-D)

Mauro Lenzi ha scritto:Il pugno e il crocifisso si frappongono tra noi.
“Vade retro!” grida il Professore.

Il fatto che tu usi l'articolo determinativo presuppone che sappiamo di chi sono il pugno e il crocifisso, ma così non è. Lo sa il pov, ma al lettore manca l'informazione. Specificherei nella prima frase che il pugno è del professore e userei il tutto come beat per introdurre la battuta, che a quel punto è per forza del prof.

Mauro Lenzi ha scritto:Lei spalanca la bocca: i canini superiori bene in vista. Balza indietro, contro il muro di pietra.
Non ho più dubbi, è davvero una vampira.

Qui non sono d'accordo con gli altri: il fatto che i canini siano in vista non ci dà info sul perché il pov li nota, quindi poi ci devi dire su cosa non ha più dubbi. Potresti però dire "lunghi canini superiori" (sì, con due aggettivi, perché "canini superiori" per me è una unica entità lessicale) e poi semplicemente "Non ho più dubbi." E ti levi il commento del narratore.

Mauro Lenzi ha scritto:Un lampo di luce alle nostre spalle. Il ragazzo - come si chiama, Dodi? - alza lo smartphone.

Perché alza lo smartphone *dopo* il flash? Se Dodi ha già fatto la foto, il pov si girerà e lo troverà col telefono già alto, no? Oppure mi sto perdendo qualcosa?

Mauro Lenzi ha scritto:Lei è composta sul letto, con gli occhi sbarrati. Il paletto sporge dal suo torace, un filo di sangue cola nell’incavo dei seni.

Seno :-)

Mauro Lenzi ha scritto:Il Professore ansima; si sistema il colletto.

Questo punto e virgola non mi convince per niente.

Mauro Lenzi ha scritto:Da dove sta puntando lo smartphone, non so se si riferisce alla ragazza nella sua interezza.

Secndo me è più naturale se dici "il telefono", tanto ce lo hai già detto che è uno smartphone.

Mauro Lenzi ha scritto:“Professore, è sicuro che non si possa muovere?”
“Certo che no.” Scuote il paletto. “Vede? Ma se si sente più tranquillo, le posso dare una sega da ferro.”

Uhm... la domanda è "sei sicuro?", la risposta dovrebbe essere "sì". "Sicurissimo" al posto di "Certo che no", per esempio, scioglie l'ambiguità e ti fa risparmiare un carattere!

Mauro Lenzi ha scritto:“Segarle i canini. Non è mica il primo a preoccuparsi. Anche perché levati quelli, poi non rischia di lacerarselo quando… ha capito.”

Manca la virgola che apre l'inciso "levati quelli".

Mauro Lenzi ha scritto:Crack.

Io l'onomatopea la metterei in corsivo.

Mauro Lenzi ha scritto:Sbuffa. “Sì, si! Và avanti.”

Va', con l'apostrofo. Credo che "và" non esista proprio.

Mauro Lenzi ha scritto:Il rosso colora il tubo, fino all’estremità opposta

Qui secondo me la virgola non è necessaria.

Mauro Lenzi ha scritto:Lo sguardo del Professore è lucido.
Bene.

Non andrei a capo.

Mauro Lenzi ha scritto:“Professore, come avrà capito, sono venuto qui a salvare questa povera ragazza, che lei ha fatto stuprare e torturare per anni.”

Toglierei l'ultima virgola.

Mauro Lenzi ha scritto:Sbatte le palpebre, già piene di lacrime.

Forse anche questa, ma sono meno sicuro.

Mauro Lenzi ha scritto:“Nessun ravvedimento; francamente è quel che speravo. Addio, Professore.”

Anche qui il punto e virgola mi convince poco.

Mauro Lenzi ha scritto:Impugno il paletto e lo sfilo via. La ragazza caccia un grido e salta a sedere sul letto. Il tubicino si sfila via dalla bocca, ripulito alla perfezione.

Ripetizione: "sfilo via" e "sfila via". Oltretutto il "via" mi sembra superfluo.

Mauro Lenzi ha scritto:Ripulire questo mondo dai mostri che minacciano il genere umano; ma dando loro un’ultima possibilità.

Cari punto e virgola, niente di personale, non ce l'ho con voi. E' solo che non mi piace molto come il vostro autore vi ha usati in questo racconto. Mi spiace. :-(

Mauro Lenzi ha scritto:Mi punta contro il medio.

Io qui mi immagino che Dodi stia indicando il pov col medio, il che è abbastanza grottesco. Penso che tu intenda che gli punta contro il dito medio alzato, ma andrebbe reso un po' meglio.

Mauro Lenzi ha scritto:“Invece io ho un genere molto più diffuso: gli idioti.”

Un po' didascalica. Valuta se ti piace "Invece gli idioti sono un genere molto più diffuso."


Ora mi riavvolgo nel mio mantello e mi dileguo ridendo beffardo nella notte.

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Re: Ultima possibilità

Messaggio#7 » domenica 14 febbraio 2021, 9:13

Ciao Mauro, piacere di averti riletto!
Mi ero già imbattuto nel tuo racconto e mi aveva colpito molto per l'abilità con cui avevi gestito e reso tridimensionali tutti e quattro i personaggi in così poco spazio.
Provo proprio a cercare il proverbiale pelo nell'uovo.

Il pugno e il crocifisso si frappongono tra noi. => qui immagino tu intenda il crocifisso stretto nel pugno. A una prima lettura mi sembravano due elementi contrapposti (tipo il crocifisso del professore e il pugno della ragazza).

Mi punta contro il medio. => sembra più l'azione di indicare. forse "mi rivolge il medio" suonerebbe meglio.

Non ho veramente notato altro, davvero un bel lavoro, complimenti.
A rileggerci presto!
Giuliano
“Uno scrittore argentino che ama molto la boxe mi diceva che in quella lotta che si instaura fra un testo appassionante e il suo lettore, il romanzo vince sempre ai punti, mentre il racconto deve vincere per knock out.”
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Re: Ultima possibilità

Messaggio#8 » venerdì 8 ottobre 2021, 10:45

Ciao Mauro.
Racconto interessante, ben scritto, con diversi spunti di miglioramento che ti sono già stati elencati.

Cose sparse: sono anch'io per il levare "Non ho più dubbi: è davvero una vampira", comunque superflua; attento con la punteggiatura, soprattutto le virgole di troppo (un'altra può essere la seconda in "Il rosso colora il tubo, fino all’estremità opposta, nella bocca della ragazza"); non sono convintissimo della scelta di ignorare il limite di caratteri: sarebbe stato un bell'esercizio provare a stare comunque nei limiti che c'erano quando il racconto è stato scritto in prima battuta.

Detto questo, per me una buona prova, cos' come lo spunto.

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Re: Ultima possibilità

Messaggio#9 » mercoledì 5 gennaio 2022, 15:56

La storia c’è, il Professore è il classico sfruttatore di fenomeni, in questo caso la ragazza vampira da trattare in stile snuff-movie. Solo che il Nostro non ha fatto i conti con il protagonista, finto cliente accompagnato dall’esperto in immagini Dodi, eternato nel ruolo di scettico di turno. Molto ben congegnato il crescendo della storia con il Professore punito con la trasformazione in nutrimento per la ragazza e Dodi al cospetto dell’amico: vampiro a sua volta, nel ruolo di salvatore della ragazza, vampira specializzata in aguzzini. Lui lo è nel nutrirsi di idioti.

Attenzione:
ecco la frase corretta: Sì, sì, va’ avanti.
A carico della trama: dovresti accorciare i tempi. Se è così brava nell’attirare e cacciare aguzzini, perché sta lì a subire quattro mesi?
O li riduci a quattro giorni, e fai dire al Professore che sì, l’hanno pestata però lei si è difesa e ha amputato le dita a chi voleva segarle i canini, oppure le fai dire al protagonista che è in ritardo, e lei non ne poteva più, malgrado la cucina non fosse male (nel senso che lei è una vampira, ma che si nutre di sofferenza, anche subita).
Nel finale non ci starebbe male un’aggiunta: Invece io ho un genere molto più diffuso: gli idioti. E tu mi stai facendo venire un languorino.
Per il resto, per me merita la grazia.

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Il Dottore
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Re: Ultima possibilità

Messaggio#10 » martedì 17 maggio 2022, 9:00

Ciao Mauro.

Il racconto è fermo da diversi mesi.
Vuoi lavorarci ancora o lo sposto in archivio?
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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