Viaggio nella Città Antica

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Andrea Furlan
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Viaggio nella Città Antica

Messaggio#1 » martedì 9 febbraio 2021, 23:00

Vogliono farmi del male, strapparmi l’anima.
Mi fissano, non posso evitare di guardali negli occhi. I loro sorrisi ambigui mi riempiono di paura.
Come sempre sono in coppia, l’uomo e la donna. In due, ma ripetuti, copiati. Quattro paia di occhi che mi attirano.
Potrei vivere libero fra le mie montagne se non fosse per loro.
Voglio fuggire, ma rimango fermo a fissarli. Urlo di frustrazione.

Mi sveglio sudato sul pavimento della capanna. Attorno a me dormivano tutti, i miei genitori e i miei quattro fratelli più piccoli. Ma ora mi fissano irritati, come se fossi pazzo.
«Madre, aiutami! Li ho visti anche stanotte… mi fissavano senza parlare. Liberami da loro, ti supplico!» mi abbraccia e trovo conforto nel suo calore. Ma non posso evitare di guardare l’immagine appesa al muro. Sono lì, gli spiriti, proprio come nel sogno. Mi ossessionano da quando sono nato.
«Adesso basta, Olmo. Devi partire, cercarli. Sarai libero solo quando li avrai trovati. Devi andare alla Città Antica.» lo dice in tono dolce ma fermo. Solo pensare a quel posto maledetto mi dà i brividi: è il luogo che riempie di terrore le storie che ci raccontiamo attorno al fuoco. Me lo ha ripetuto tante volte, quando mi sono svegliato tormentato dagli incubi. Ma fino ad ora non ho mai voluto lasciare il villaggio, la mia famiglia.
Guardo ancora la piccola immagine. Basta. Questa volta ho deciso, partirò.

La pianura giallastra si stende di fronte a me, rugosa come la pelle di un vecchio animale. Aggiusto il turbante comprato lungo la strada per ripararmi dal calore. In lontananza vedo gli edifici della Città Antica fluttuare a mezz’aria. Prima di partire uno degli Anziani mi aveva spiegato che era un’illusione, di stare in guardia per non perdermi seguendo le immagini riflesse sulla pianura rovente. Ma anche di avere coraggio, perché la Città esisteva davvero ed era più vicina di quello che sembrava.
Ho lasciato le mie montagne da tre lune, seguendo le indicazioni dei viaggiatori che passano dal nostro villaggio: per raggiungerla ho evitato le antiche strade e seguito il fiume. Anche se non ci credevo, ho visto sparire la sua acqua nella terra, subito dopo le montagne. Poi ho continuato a seguirlo, fino a dove mi trovo ora.
Per prudenza sul percorso ho evitato i vecchi villaggi e le città in rovina. Da lontano, ho visto predoni assalire una carovana: sono rimasto nascosto mentre uccidevano anche le donne e i bambini. A casa sarei stato il primo ad aiutarli, ma ora non posso permettermi di rischiare.
In mezzo alla bruma, i volti enigmatici degli spiriti si confondono con il fantasma della Città: forse vivono ancora laggiù, mi aspettano per imprigionarmi.

La lancia in mano, ora cammino nella Città deserta, fra gli edifici bruciati dal sole. Le aperture nelle vecchie case sono decorate da simboli familiari che non so decifrare. Voci create dal vento bollente mi fanno girare di scatto, pronto a difendermi. Corro cauto da un edificio all’altro, mi nascondo fra le rovine, non mi fido a scendere nelle strade scavate nella pianura rovente.
Sbuco all’improvviso in uno spiazzo aperto: sul lato sinistro le cupole di un edificio dorato sono cadute su sé stesse. Sopra a un enorme portale, le statue di quattro cavalli fanno da sentinella al campanile crollato di lato.
Lo riconosco: il posto è questo.
Smetto di essere prudente, corro all’aperto fino al bordo opposto. Cerco febbrile nella sacca l’immagine semidistrutta che mio padre, e il padre di suo padre avevano custodito per tutto quel tempo. Da quando il sole era diventato così caldo da portare pestilenze, carestie e la guerra che li aveva decimati. Prima dell’Esodo verso nord, prima che il mare si prosciugasse.
Gli spiriti mi guardano come sempre con quel mezzo sorriso inquietante. L’uomo e la donna sono seduti in una barca nera, mentre il loro riflesso nell’acqua calma, una copia perfetta, mi fissa. Dietro di loro l’edificio ora distrutto risplende d’oro alla luce del sole, il campanile rosso svetta in mezzo alla piazza e così la colonna, che porta la statua di un leone alato.
«Vi ho trovati, maledetti! Sono libero!» urlo nella piazza deserta. Strappo l’immagine, lascio i suoi pezzi allontanarsi nel vento, come i miei sogni.
Poi grido di dolore. La prima freccia mi spunta dalla gamba destra.



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Andrea Furlan
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Re: Viaggio nella Città Antica

Messaggio#2 » martedì 9 febbraio 2021, 23:13

Cari amici di Minuti Contati,

ecco il racconto con cui ho partecipato al mio primo contest, la Specularia edition. Si tratta quindi anche del mio primo racconto nel laboratorio, scusate se farò qualche errore.
Trovate la prima stesura fra i racconti dell'edition, se siete curiosi di vedere come l'ho modificato in base agli utilissimi commenti ricevuti.
Però mi farebbe piacere se prima voleste leggerlo cosi, come una prima volta.
Ho un minimo di esperienza scrivendo da anni e ho pubblicato nel passato un paio di racconti in seguito a corsi e rassegne letterarie. Ma sento che in questa fase nel mio processo creativo ho bisogno di ricevere commenti costruttivi per migliorare dove non riesco ad arrivare da solo. Mi aiuterà senz'altro a padroneggiare meglio tecnica e creatività.
Quindi vi prego: siate impietosi ma obiettivi, vorrei davvero sfruttare il più possibile la possibilità del Laboratorio.

E sono già pronto per il prossimo contest, dove spero di fare meglio... :-)

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Michael Dag
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Re: Viaggio nella Città Antica

Messaggio#3 » martedì 16 febbraio 2021, 17:24

il racconto in se non è male.
per qualche motivo, mi ha ricordato la ricerca onirica del kadath, di lovecraft.

voglio farti notare alcuni sbalzi

Mi sveglio sudato sul pavimento della capanna. Attorno a me dormivano (perche il passato?) tutti, i miei genitori e i miei quattro fratelli più piccoli. Ma ora mi fissano (di nuovo presente...e poi dormono o ti fissano? manca la parte dove si svegliano) irritati, come se fossi pazzo.

Me lo ha ripetuto tante volte, quando mi sono svegliato tormentato dagli incubi
me lo ripete sempre quando mi sveglio tormentato dagli incubi

cerca di tenere la narrazione con massimo due tempi verbali


inoltre non ho ben capito che cos'è questa immagine..una pergamena? un disegno, un oracolo?
è una cosa importante, dedicagli qualche parola in più

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Andrea Furlan
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Re: Viaggio nella Città Antica

Messaggio#4 » giovedì 11 marzo 2021, 18:18

Vogliono farmi del male, strapparmi l’anima.
Mi fissano, non posso evitare di guardali negli occhi. I loro sorrisi ambigui mi riempiono di paura.
Come sempre sono in coppia, l’uomo e la donna. In due, ma ripetuti, copiati. Quattro paia di occhi che mi attirano.
Potrei vivere libero fra le mie montagne se non fosse per loro.
Voglio fuggire, ma rimango fermo a fissarli. Urlo di frustrazione.

Mi sveglio sudato sul pavimento della capanna. I miei genitori e fratelli mi fissano irritati, come se fossi pazzo. Li ho svegliati con le mie grida.
«Madre, aiutami! Li ho visti anche stanotte… mi fissavano senza parlare. Liberami da loro, ti supplico!» mi abbraccia e trovo conforto nel suo calore. Ma non posso evitare di guardare l’immagine appesa al muro. Sono lì, gli spiriti, proprio come nel sogno. Mi ossessionano da quando sono nato.
«Adesso basta, Olmo. Devi partire, cercarli. Sarai libero solo quando li avrai trovati. Quella fotografia ti guiderà. Devi andare alla Città Antica.» lo dice in tono dolce ma fermo. Solo pensare a quel posto maledetto mi dà i brividi: è il luogo che riempie di terrore le storie che ci raccontiamo attorno al fuoco. Me lo ha ripetuto tante volte, quando mi sono svegliato tormentato dagli incubi. Ma fino ad ora non ho mai voluto lasciare il villaggio, la mia famiglia.
Mi avvicino, prendo in mano la piccola immagine trattenendomi dalla voglia di distruggerla. Fisso mia madre con un'espressione nuova. Ho deciso, partirò.

La pianura giallastra si stende di fronte a me, rugosa come la pelle di un vecchio animale. Aggiusto il turbante comprato lungo la strada per ripararmi dal calore. In lontananza vedo gli edifici della Città Antica fluttuare a mezz’aria. Prima di partire, uno degli Anziani mi ha messo in guardia da quelle illusioni, per non perdermi seguendo le immagini riflesse sulla pianura rovente. Mi ha detto di avere coraggio, perché la Città esiste davvero ed é più vicina di quello che sembra.
Ho lasciato le mie montagne da tre lune, seguendo le indicazioni dei viaggiatori che passano dal nostro villaggio: per raggiungerla ho evitato le antiche strade e seguito il fiume. Anche se non ci credevo, ho visto sparire la sua acqua nella terra, subito dopo le montagne. Poi ho continuato a seguirlo, fino a dove mi trovo ora.
Per prudenza sul percorso ho evitato i vecchi villaggi e le città in rovina. Da lontano, ho visto predoni assalire una carovana: sono rimasto nascosto mentre uccidevano anche le donne e i bambini. A casa sarei stato il primo ad aiutarli, ma ora non posso permettermi di rischiare.
In mezzo alla bruma, i volti enigmatici degli spiriti si confondono con il fantasma della Città: forse vivono ancora laggiù, mi aspettano per imprigionarmi.

La lancia in mano, ora cammino nella Città deserta, fra gli edifici bruciati dal sole. Le aperture nelle vecchie case sono decorate da simboli familiari che non so decifrare. Voci create dal vento bollente mi fanno girare di scatto, pronto a difendermi. Corro cauto da un edificio all’altro, mi nascondo fra le rovine, non mi fido a scendere nelle strade scavate nella pianura rovente.
Sbuco all’improvviso in uno spiazzo aperto: sul lato sinistro le cupole di un edificio dorato sono cadute su sé stesse. Sopra a un enorme portale, le statue di quattro cavalli fanno da sentinella al campanile crollato di lato.
Lo riconosco: il posto è questo.
Smetto di essere prudente, corro all’aperto fino al bordo opposto. Cerco febbrile nella sacca la fotografia semidistrutta che mio padre, e il padre di suo padre hanno custodito da quando il sole è diventato così caldo, portando pestilenze, carestie e la guerra che li aveva decimati. Prima dell’Esodo verso nord, prima che il mare si prosciugasse.
Gli spiriti mi guardano come sempre con quel mezzo sorriso inquietante. L’uomo e la donna sono seduti in una barca nera, mentre il loro riflesso nell’acqua calma, una copia perfetta, mi fissa. Dietro di loro l’edificio ora distrutto risplende d’oro alla luce del sole, il campanile rosso svetta in mezzo alla piazza e così la colonna, che porta la statua di un leone alato.
«Vi ho trovati, maledetti! Sono libero!» urlo nella piazza deserta. Strappo l’immagine, lascio i suoi pezzi allontanarsi nel vento, come i miei sogni.
Poi grido di dolore. La prima freccia mi spunta dalla gamba destra.

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Andrea Furlan
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Re: Viaggio nella Città Antica

Messaggio#5 » giovedì 11 marzo 2021, 18:26

Grazie Michael, finalmente ho trovato il tempo di rivedere il racconto, sistemando i tempi e mettendo qualche riferimento più esplicito all'immagine che é il punto chiave della storia.
Già nella prima stesura del laboratorio ho modificato anche il finale, chiarendolo meglio e lasciandolo aperto. É più soddisfacente secondo voi?
Qui il racconto originale:
viewtopic.php?f=203&t=4446

Attendo altri commenti, con la speranza di chiedere la pubblicazione nella vetrina.

Alex Didò
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Re: Viaggio nella Città Antica

Messaggio#6 » sabato 20 marzo 2021, 11:13

Ciao Andrea,

ti lascio le mie personalissime impressioni.

Il tuo racconto, per me, ha due punti di forza: il fraseggio interiore del protagonista e il ritmo.

Ma ci sono anche alcune cose che non mi convincono:


Vogliono farmi del male, strapparmi l’anima.
Mi fissano, non posso evitare di guardali negli occhi. I loro sorrisi ambigui mi riempiono di paura.
Come sempre sono in coppia, l’uomo e la donna. In due, ma ripetuti, copiati. Quattro paia di occhi che mi attirano.
Potrei vivere libero fra le mie montagne se non fosse per loro.
Voglio fuggire, ma rimango fermo a fissarli. Urlo di frustrazione.


L'incipit è bello, ma manca il contesto. Dove si trova? Hai scritto in montagna, ok, ma è troppo vago. Potrebbe essere all'aperto, al chiuso, potrebbe essere nel bosco o in una cascina. Non riesco a immaginarmi nulla di preciso.
Perché l'uomo e la donna rappresentano una minaccia? Se non conosciamo il motivo della minaccia siamo fuori dal punto di vista, perché lui questo motivo lo conosce.

Mi sveglio sudato sul pavimento della capanna.

Il contesto è arrivato, ma in ritardo. Se lo avessimo visto prima, il testo sarebbe risultato più chiaro.

Sono lì, gli spiriti, proprio come nel sogno.

Qui scopriamo che l'uomo e la donna sono spiriti. Perché adesso lo sa e prima no? Io mi ero immaginato due persone in carne e ossa. Magari altri avranno immaginato la stessa cosa. Questa dichiarazione tardiva spiazza e rende confuso il flusso delle informazioni.

Prima di partire, uno degli Anziani mi ha messo in guardia da quelle illusioni, per non perdermi seguendo le immagini riflesse sulla pianura rovente. Mi ha detto di avere coraggio, perché la Città esiste davvero ed é più vicina di quello che sembra.
Ho lasciato le mie montagne da tre lune, seguendo le indicazioni dei viaggiatori che passano dal nostro villaggio: per raggiungerla ho evitato le antiche strade e seguito il fiume. Anche se non ci credevo, ho visto sparire la sua acqua nella terra, subito dopo le montagne. Poi ho continuato a seguirlo, fino a dove mi trovo ora.
Per prudenza sul percorso ho evitato i vecchi villaggi e le città in rovina. Da lontano, ho visto predoni assalire una carovana: sono rimasto nascosto mentre uccidevano anche le donne e i bambini. A casa sarei stato il primo ad aiutarli, ma ora non posso permettermi di rischiare.[7i]

Questo è tutto tell, raccontato. Sarebbe stato più efficace se fosse stato drammatizzato con il mostrato.

[i]Le aperture nelle vecchie case sono decorate da simboli familiari che non so decifrare.


Se i simboli sono familiari, allora li sa decifrare. E comunque qualcosa vede: che forma hanno? Che cosa dobbiamo immaginarci noi lettori?

Poi grido di dolore. La prima freccia mi spunta dalla gamba destra.

Eviterei il 'poi', perché nella vita noi non sperimentiamo i poi, i dove, i quando, ma una successione continua di eventi. Ma il problema resta il 'prima': se non è arrivata una seconda freccia, perché pensa che sia la prima di una lunga serie? Lui lo sa, lo sospetta, ma noi no, e questo ci butta fuori dal punto di vista.


Spero che le mie considerazioni ti siano di aiuto. Grazie per aver condiviso con noi il tuo racconto :)

Quellon
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Re: Viaggio nella Città Antica

Messaggio#7 » sabato 20 marzo 2021, 14:12

In aggiunta a ciò che hanno detto gli altri e che non sto a ripetere mi viene da fare un appunto su quello che è un dettaglio, ma che mi ha "staccato" dal racconto. Da come è descritta la prima scena sembra che il protagonista e i suoi famigliari dormano per terra, senza coperte, nemmeno una stuoia su cui sdraiarsi e la cosa mi ha lasciato perplesso.
Per il resto Venezia deserta ha sempre il suo fascino.

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Andrea Vanacore
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Re: Viaggio nella Città Antica

Messaggio#8 » domenica 23 maggio 2021, 12:39

Ciao Andrea (mio omonimo). Trovo che questo racconto sia molto suggestivo e riesca a trasmettere bene il senso di luogo e l'atmosfera onirica. Il rovescio della medaglia di quest'aspetto è però la vaghezza: non ci sono molti dettagli concreti che suggeriscano immagini precise e molto è lasciato all'immaginazione del lettore (lettori diversi si formeranno nella testa immagini diverse). Alcune scene sono brevissime e non danno elementi sufficienti per farsi un'idea del contesto ambientale (vedi ad esempio il sogno iniziale, in cui viene rimandata anche la descrizione degli esseri che vogliono fare del male al protagonista (descrizione che, invece, dovrebbe apparire subito, prima delle considerazioni su quali siano le loro intenzioni)). Io ti consiglierei di prenderti più tempo, di scrivere un racconto più lungo che dia dettagli sufficienti a creare immagini più precise nella mente di chi legge (e di togliere le parti "raccontate" in cui si rievocano azioni del passato, al di fuori del "qui e ora"). Il senso di luogo, ben lungi dall'esserne danneggiato, ne risulterebbe invece arricchito. Grazie per aver condiviso il tuo racconto. Spero di esserti stato utile :-)

alexandra.fischer
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Re: Viaggio nella Città Antica

Messaggio#9 » lunedì 21 giugno 2021, 21:34

Molto bello il tema della quest del protagonista, che cerca le sue origini staccandosi dalle antiche strade e incontrando viaggiatori come lui. La descrizione della città è bellissima, con le statue in barca e le rovine del monumento. Io credo che l'immagine del finale sia il punto da rivedere: la strappa, ma non è ancora chiaro cosa sia (se è una bandiera, magari descriverla sarebbe bene). Per il resto, scrittura curata. Si vede molto il legame del protagonista con la famiglia che lascia, la madre i fratelli, per cominciare una ricerca del luogo conosciuto da suo padre e dal nonno.

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Signor_Darcy
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Re: Viaggio nella Città Antica

Messaggio#10 » venerdì 8 ottobre 2021, 11:16

Ciao Andrea.
Mi accodo ai commenti precedenti, che trovo molto pertinenti.
Anche a me sembra stonare un po' la lunga digressione centrale sul viaggio: forse l'avrei condensata e mostrata mentre le cose avvenivano, prima di giungere ai margini della pianura giallastra (e forse certi dettagli, come quello dell'attacco alla carovana, sono in fondo superflui alla vicenda: in questo caso non fa che ribadire quanto il protagonista sia determinato a portare a compimento la sua missione); meglio "a ora" di "ad ora" – piccolezza, questa.
Qualche commento minore: intanto sopporto poco le maiuscole, per me città antica andrebbe scritto così, così come città quando la nomini più avanti senza aggettivo; in "che mio padre, e il padre di suo padre hanno custodito" toglierei la virgola;
Interessante la scelta di Venezia. Nel complesso un racconto più che discreto, a cui però manca qualche dettaglio per il lettore.

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Il Dottore
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Re: Viaggio nella Città Antica

Messaggio#11 » lunedì 9 maggio 2022, 12:11

Ciao Andrea.

Questo racconto è fermo da più un anno.
Vuoi lavorarci ancora o lo archivio?
Fammi sapere qualcosa nei prossimi giorni. Se non sento niente, lo sposto in archivio d'ufficio
Sono pronto a vivisezionare i vostri racconti... soffriranno, ma sarà per il vostro bene!

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