La radice

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gcdaddabbo
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La radice

Messaggio#1 » domenica 24 aprile 2022, 19:36

Martedì 19, il giorno dell'ultimo contest di MC, sono andato all'ennesima visita medica. Ne ero uscito così depresso da rifiutare l'idea di lasciare il televisore per cercare anche solo il tema proposto. Poi, alle 21:01, mi è arrivato un messaggio: Tema di MC di stasera: "Numeri incomprensibili". Sono rimasto davanti al televisore, ma la testa ha cominciato ad elaborare idee che sono rimaste in circolo durante il riposo notturno e nei giorni successivi. Alla fine, l'unica soluzione era tirarle fuori e farle leggere. E magari sentire il parere di qualcuno.

La radice

Quando i tre vagoni del treno delle 7 e 10 entravano in stazione erano praticamente vuoti.
I viaggiatori, in gran parte studenti, facevano a gara però per salire sull’ultima vettura nell’illusione di allontanare il più possibile l’ingresso in classe. Gianni, solitario come sempre, scelse invece, sin dal primo giorno, quella di testa che era meno affollata. La primo liceo scientifico si presentava per lui denso di incognite. Era uno dei pochi di paese nella sua classe di baresi autentici che si conoscevano e classificavano secondo i meriti pregressi. Taciturno a scuola, isolato in treno. Dopo qualche giorno, aveva imparato il succedersi delle stazioni, dei passaggi a livello, dei palazzi che si affacciavano sulla linea ferroviaria, cominciò così ad interessarsi ai suoi compagni di viaggio. Si accorse allora che, ogni giorno, in quel vagone, saliva un giovane vestito di grigio che sedeva sempre allo stesso posto, in cima al vagone, vicino al finestrino sinistro, di spalle al senso di marcia. Poggiava la cartella di pelle di fronte a sé e si immergeva nella lettura di un grosso libro. Saliva insieme a lui, ma restava in treno per scendere poi, probabilmente a Bari Centrale.
Che cosa leggeva? Come faceva a restare concentrato tutto il tempo? Come riusciva a restare da solo fin quando c’erano ancora posti liberi? Decise che doveva scoprirlo.
Un giorno di sole, andò a sedersi di fronte. Il giovane lo guardò appena. Gianni vide che il libro era scritto in inglese e, probabilmente, era un libro di fisica. Prese coraggio e chiese: “Che cosa leggi?”
Ne ebbe una risposta secca: “Che classe fai?”
“Il primo liceo scientifico!”
“Sai calcolare una radice quadrata?”
“Sì!”
“Bene! Calcola la radice quadrata di 2. Poi, quando avrai finito, ti spiegherò cosa leggo.”
Gianni era quasi felice. Aveva parlato con quell’individuo misterioso ed ora gli avrebbe dimostrato che lui la sapeva calcolare la radice quadrata di 2. Era l’unico della sua classe della media che aveva imparato il procedimento. Prese il suo quaderno di matematica e cominciò l’operazione. Era già alla terza cifra decimale quando il treno entrò nella sua stazione di arrivo. Uno sguardo reciproco di saluto appena accennato e scese.
La testa, per tutto il percorso fino a scuola, impegnata a domandarsi quanto tempo ci avrebbe messo a trovare la soluzione e mostrarla.
Nei tre giorni successivi, sedette in modo da poter osservare il suo amico, ma trascorse tutta la mezz’ora di durata del viaggio nel tentativo di arrivare alla soluzione di quel calcolo. Le operazioni però si complicavano sempre più. Alla sesta cifra decimale, i prodotti erano già dell’ordine di centinaia di milioni. Arrendersi non gli sembrava un’opzione accettabile. Si poteva andare avanti. Solo cominciò a balenargli il sospetto che il calcolo potesse essere veramente complicato e che quel tizio ne fosse consapevole. Lo vedeva sempre intento a leggere il suo libro di cui girava le pagine un paio di volte al giorno, solo gli pareva che, in quei momenti, lo guardasse e sorridesse fra sé.
Intanto, a scuola, aveva scoperto che, con le espressioni con le frazioni, era uno dei più veloci e precisi e questo gli aveva permesso di risalire nelle considerazioni dei compagni che non cercavano più di evitarlo come compagno di banco. Poi, la professoressa di matematica accennò all’esistenza dei numeri irrazionali, alle radici dei numeri che non erano quadrati perfetti e capì. Era ormai arrivato a calcolare la decima cifra della radice di 2: 1,4142135623 e aveva anche verificato che il calcolo era corretto sviluppando il quadrato e aggiungendo il resto. Non disse nulla. Sentì tutta la sua piccolezza. Il sentirsi liberato del peso del calcolo da portare avanti non lo compensava del pensiero che era un concetto da prima liceo che non conosceva e questo aveva permesso al suo amico di burlarsi di lui. Era sabato e avrebbe dovuto aspettare il lunedì successivo per ammettere la sconfitta.
Era un giorno di pioggia. Lo vide con un impermeabile grigio sul solito completo. Aveva poggiato la cartella accanto a sé. Gianni impiegò un po’ di tempo per districarsi con l’ombrello. Il treno era già ripartito. Sui finestrini le gocce scivolavano obliquamente. Gianni gli si sedette di fronte con la testa bassa: “La professoressa mi ha spiegato i numeri irrazionali.”
“Ho visto che calcolavi!”
“Sì, ero arrivato alla decima cifra decimale.”
“Fa' vedere!”
Gianni prese il quaderno dalla cartella e gli mostrò il calcolo fatto sulle ultime pagine. Lui lo guardò con attenzione, glielo restituì, gli poggiò una mano sui capelli bagnati e gli disse: “Io mi chiamo Paolo. Tu, ho visto, Giovanni Carlo! Giancarlo, sei un bravo ragazzo! Hai delle buone capacità e non ti arrendi facilmente. Se avrai delle curiosità in futuro, chiedi pure! Cercherò, per quanto possibile, di rispondere alle tue domande!”
Fu un premio insperato, il più grande ed incommensurabile che avesse mai avuto fino ad allora.
Ultima modifica di gcdaddabbo il martedì 10 maggio 2022, 14:51, modificato 1 volta in totale.



alexandra.fischer
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Re: La radice

Messaggio#2 » lunedì 9 maggio 2022, 18:34

Bellissima prova, peccato per il contest sfumato. Mi piace questo Gianni Carlo, o Giancarlo, dapprima solitario sul treno delle 7,10 per arrivare all’ultimo istante nella classe barese liceale, e incuriosito dal lettore in grigio, il quale gli pone l’enigma della radice quadrata di due. Notevole che lui lo risolva, ci guadagni in punti di popolarità a scuola e in voti sul registro della docente di matematica, per poi arrivare all’amicizia con il misterioso viaggiatore, Paolo. Notevole che si tratti di numeri irrazionali. Ossia, il fascino della matematica partendo da una radice quadrata. Che Gianni Carlo sia stato sempre bravo in scienze matematiche aggiunge fascino al suo personaggio.
Attenzione:
la prima liceo scientifico
individuo misterioso
Fa’ vedere
Per me, dopo queste modifiche, merita la Vetrina.

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gcdaddabbo
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Re: La radice

Messaggio#3 » martedì 10 maggio 2022, 15:00

Grazie, Alexandra! Le tue osservazioni sono giuste ed ho provveduto a modificare il testo. Non so se merita. Sono comunque contento che tu l'abbia letto e che ti sia piaciuto. Leggere i tuoi racconti e sentire i tuoi pareri è sempre, per me, stimolo a riflettere ed a continuare a scrivere. A presto rileggerti. Giancarlo

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Alba 359
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Re: La radice

Messaggio#4 » domenica 26 giugno 2022, 23:31

Ciao, gcdaddabbo, è la prima volta che commento un racconto, perdonerai eventuali errori o balordaggini varie.
I viaggiatori, in gran parte studenti, facevano a gara però per salire sull’ultima vettura nell’illusione di allontanare il più possibile l’ingresso in classe.
Metterei una virglola o il punto e virgola dopo vettura e toglierei però, al limite se lo vuoi lasciare dovresti metterlo tra due virgole come un inciso.

[i]Gianni, solitario come sempre, scelse invece, sin dal primo giorno, quella di testa che era meno affollata. [/i]
Troppi incisi, è una frase troppo lunga. Farei così: Gianni amava stare solo. Fin dal primo giorno scelse la vettura di testa perché era semivuota.

Ti ho fatto questi due esempi per dirti che dovresti rivedere la punteggiatura, togliere qualche avverbio, e questa frase:

Un giorno di sole, andò a sedersi di fronte.
Dovresti rivederla, andò a sedersi di fronte a lui, oppure si sedette di fronte a quel ragazzo. No so, a me sembra che non vada bene come l'hai scritta.
Il testo ha un contenuto un pò vago. Perchè Gianni è così solitario? dovresti mostrare qualche dettaglio in più del suo carattere. Perchè il fatto di avere l'attenzione di quel giovane è così importante? con u un pò di caratteri in più potresti farla diventare una storia sul tema della crecsita personale: Gianni è timido, solitario perchè viene da un paese piccolo, ma riesce a farsi strada e a vincere la timidezza.
Spero di essere stata utile, alla prossima.

Julius
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Re: La radice

Messaggio#5 » domenica 21 maggio 2023, 16:21

Interessante ambientazione. Il treno, lo sconosciuto, il mistero dei numeri, la sfida del calcolo. Mi piace assai l'idea. E' un racconto che merita di essere sviluppato. Lo sconosciuto in grigio potrebbe avere poteri magici, che ne so? Il treno arrivare in un luogo inaspettato se Gianni riesce a risolvere la radice quadrata. Sto buttando lì, si intende.
PS "Praticamente vuoti". Elimina l'avverbio che è meglio

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massimogrilli
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Re: La radice

Messaggio#6 » giovedì 29 giugno 2023, 12:57

Spero facciano piacere dei piccoli appunti veloci e soggettivi (ovviamente dimmelo se non concordi).

Non mi ha convinto molto questa parte:
"Come faceva a restare concentrato tutto il tempo? Come riusciva a restare da solo fin quando c’erano ancora posti liberi?"
Forse lo stupore poteva ricadere su elementi più visuali. Così invece almeno a me appare un po' più forzato.

"Gianni era quasi felice" queste espressioni con il "quasi+aggettivo" di solito si possono migliorare.

"Solo cominciò a balenargli il sospetto che il calcolo potesse essere veramente complicato e che quel tizio ne fosse consapevole. Lo vedeva sempre intento a leggere il suo libro di cui girava le pagine un paio di volte al giorno, solo gli pareva che, in quei momenti, lo guardasse e sorridesse fra sé."
La ripetizione dei "solo" è un po' pesante.

"Intanto, a scuola, aveva scoperto che, con le espressioni con le frazioni, era uno dei più veloci e precisi e questo gli aveva permesso di risalire nelle considerazioni dei compagni"
La punteggiatura è migliorabile. Inoltre personalmente non mi sembra molto verosimile il motivo che lo ha fatto risalire nelle considerazioni dei compagni.

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