Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Tutti pronti per lunedì 16 gennaio 2017 dalle 21.00 all'una con un tema del mitico Emanuele Manco!
mezzomatto
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Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#1 » lunedì 16 gennaio 2017, 23:39

UNA CORSA NEL PARCO

Al parco Forlanini, a Milano, un corridore sentì una vocina dietro di sé:
“Signore, Signore, Le è caduta questa.”
Era una bimbetta, che gli porgeva sorridente una penna stilografica.
“No, non è mia.”
“Allora posso tenerla?”
Gli occhi della bimba esprimevano gioia, mentre cominciava a svitarne il cappuccio. Il corridore si sentì gelare il sangue: vide un’esplosione che le devastava il viso, le troncava le mani, le apriva il ventre.
“No! Fermati, non svitarlo.”
Dalla penna uscì una nuvola di gas nervino e di virus letali.
Una signora apparve accanto alla bambina.
“Ho trovato questa, mamma, volevo restituirla ma il signore dice che non é sua.”
“Non è mia. La bambina voleva svitare il cappuccio e ho cercato di impedirglielo. Sa, di questi tempi, fra maniaci e terroristi bisogna diffidare di qualunque oggetto.”
“Sì. E’ proprio un brutto mondo quello che stiamo lasciando ai nostri figli.” Poi,prendendo per mano la bambina, le disse: “Adesso andiamo. Quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto.”
***
Il Consiglio d’Amministrazione era riunito. Il Presidente prese la parola: “Signori l’avvenire è dei nanocongegni. Il nostro reparto Ricerche ne ha realizzato di efficientissimi. così piccoli, pochi micron, che sono impossibili da individuare e disinnescare. Sparò la cifra, enorme, degli invesrtimenti, poi quella, più formidabile ancora, dei profitti realizzabili.
“E ora“ concluse “la parola al nostro ricercatore, per i dettagli tecnici.”
Un ingegnere si alzò, aprì l’incartamento e fissò dritto negli occhi i consiglieri, ma vide, all’altra estremità del tavolo, la signora del parco e la bambina.che gli fecero ciao con le mani.
Richiuse la cartella, rispose al saluto alle donne.
“Signori,” disse “certamente i nanocongegni hanno grandi possibilità di successo, ma oggi preferirei richiamare la vostra attenzione sugli impieghi di pace. Per cento milioni di persone che fanno la guerra, quante sono invece quelle che non la vogliono? Sei, sette miliardi di persone. Pensate! Quale mercato si aprirebbe se lasciassimo perdere le mine e convertissimo la nostra produzione alla nanotecnologia di utilità per tutti questi miliardi di persone!”
Continuò a fissare l’altra estremità del tavolo ansioso di ottenere l’approvazione della signora e della figlia. La bambina stava svitando senza paura il cappuccio della penna. La signora fece un cenno di approvazione col capo.
I consiglieri seguirono lo sguardo dell’oratore, ma tornarono subito a fissarlo, sconcertati. Il Presidente lo rimbrottò: “Non dica stupidaggini! Noi abbiamo sempre fatto mine, sappiamo fare solo mine, le mine portano a casa i soldi, tanti soldi. La smetta di fissare inebetito il muro di fronte, apra il suo dossier e c’illustri il nanodetonatore.”
L’ingegnere guardò i consiglieri ad uno a uno e, alternativamente, le sue amiche.
“Ma voi, non le vedete?” chiese.
No, loro non le vedevano.

Racconto di GIUSEPPE DE MICHELI
Ultima modifica di mezzomatto il martedì 17 gennaio 2017, 0:09, modificato 1 volta in totale.



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antico
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#2 » lunedì 16 gennaio 2017, 23:42

Rieccoti Giuseppe! Ho visto che hai ripostato il racconto. Vuoi che provveda io a eliminare la precedente versione?

mezzomatto
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#3 » martedì 17 gennaio 2017, 0:04

Sì, perché era solo l'incipit, che avrebbe dovuto rimanere in bozza, ma mi è partito il colpo. Nella versione completa ci sono degli errorini di stampa. Come posso correggerli?
Non ho trovato la funzione: modifica.

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antico
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#4 » martedì 17 gennaio 2017, 0:10

In alto sulla destra rispetto al titolo, clicca sul simbolo della penna. Puoi modificare fino all'una!

alexandra.fischer
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#5 » martedì 17 gennaio 2017, 21:08

UNA CORSA NEL PARCO di Giuseppe De Micheli Il punto cieco della corsa del protagonista al parco Forlanini di Milano è costituito da una donna e dalla figlioletta di lei. La piccola raccoglie una stilografica da terra e prima la porge al corridore credendo che l’abbia smarrita lui. L’uomo, pur ignorandone la provenienza, la dissuade dallo svitarne il cappuccio (può esplodere, sprigionare gas nervino). Quello che sembra un eccesso di prudenza da parte di un individuo angosciato dalle notizie di attentati terroristici, si rivela un timore fondato nella seconda parte del racconto, nella quale il misterioso corridore si rivela un ingegnere esperto di nanotecnologie applicate agli oggetti di uso quotidiano (per esempio, una penna stilografica). L’incontro con la donna e la bambina prosegue durante la riunione d’affari, quando lui propone un uso pacifico di quella tecnologia, ricevendo un rifiuto deciso dal presidente del Consiglio di amministrazione. Notevole la comparsa delle due amiche del parco sotto forma di spiriti benigni durante la riunione (con l’immagine della bambina che svita il cappuccio della stilografica senza paura), purtroppo, però, le vede solo l’ingegnere-corridore.

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Laura Cazzari
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#6 » mercoledì 18 gennaio 2017, 8:08

Ciao Giuseppe,

Mi piace l’idea di base e il messaggio che, anche nel nostro piccolo, possiamo provare a fare qualcosa per migliorare il mondo che ci circonda. Non riesco tanto a trovare un’attinenza con l’argomento del contest, ma forse hai voluto esprimere il tema degli angoli ciechi in modo più astratto. La scena iniziale bambina quando prende in mano la penna e il protagonista si immagina le possibili conseguenze l’ho trovato molto forte, ma è solo perché personalmente non amo molto lo splatter, neanche quello leggero.
Laura Cazzari

mezzomatto
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#7 » mercoledì 18 gennaio 2017, 9:45

Grazie Alexandra, grazie Laura per l'attenzione. La mia ambizione è scrivere per simboli (modelli: Italo Calvino, Ray Bradbury). Mi fa piacere che vi abbia colpiti la penna stilografica. Non ci ho ragionato sopra, mi è venuta spontanea. Un pregio di Minuti Contati è prorpio quello, non hai tempo per ragionare troppo. Un simbolo che non ho potuto esplicitare, per ragioni di lunghezza, e anche per non appesantire la storia, è il parco Forlanini. Magari, dopo le classifiche, ci tornerò sopra.
Anch'io odio lo splatter. In e-book è stato pubblicato (Passerino Editore) un mio romanzo breve Ammazzateli tutti, pieno di stragi (crociata contro gli albigesi, inquisizione, bombardamenti a tappeto) senza il minimo (credo) splatter, eppure, secondo i giudizi, l'orrore vi è ben rappresentato.

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Rionero
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#8 » mercoledì 18 gennaio 2017, 13:48

Ciao Giuseppe,

Mi piace l’idea del racconto e l'interpretazione del tema degli angoli ciechi in modo più astratto.

Per quanto riguarda lo sviluppo devo ammettere che l'ho dovuto rileggere per capire bene i rapporti tra i personaggi, in particolare - credo - perché va bene che si svolga tutto nella mente del protagonista ma in alcuni passaggi il confine tra realtà e fantasia più che volutamente ambiguo resta confuso. Guarda per esempio il passaggio
"Dalla penna uscì una nuvola di gas nervino e di virus letali.
Una signora apparve accanto alla bambina."
Prima di questa frase avevi introdotto le immagini stranienti con "lui vide", poi sembrano semplicemente accadere, infine anche la madre non si avvicina ma semplicemente "appare", come se anche lei fosse una visione...insomma o non ho capito io ed è tutto immaginato (ma a questo punto mi immagino che anche le frasi di bambina e signora dovrebbero essere...più determinanti in questo senso) oppure non colgo dov'è il confine.

Il finale è interessante, ma perde molto di forza con la frase in cui sottolini che loro non le vedevano...era già evidente sia al lettore che - mi immagino - al protagonista.

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angelo.frascella
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#9 » giovedì 19 gennaio 2017, 22:30

Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Ciao Giuseppe.

Racconto interessante e piacevole, che pone un bel dilemma morale stile "Finché c'è guerra c'è speranza" e lo lascia aperto. Cosa farà l'ingegnere, dopo il rimprovero dei dirigenti? Andrà avanti? Si dimetterà? Rimarrà nell'azienda cercando di boicottarla? Non lo sappiamo.
Da alcuni indizi che dai, ho l'impressione che mamma e bimba non siano "reali" (la mamma appare all'improvviso e, dopo aver messo il dubbio al progettista afferma "quello che dovevamo fare l'abbiamo fatto). Spiriti, forse? O comunque altre creature sovrannaturali? Questo è un altro punto che rende interessante il racconto.
Ti segnalo un bel po' di refusi all'inizio della scena della riunione (dagli "invesrtimenti" ai punti messi al posto delle virgole alla virgoletta mancante in chiusura di un dialogo).

A rileggerci,
Angelo

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Vastatio
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#10 » sabato 21 gennaio 2017, 16:24

Ciao,
una presa di coscienza un po' tardiva e, sinceramente, mal gestita.
L'incontro iniziale nel parco, che si conclude con un ottimo "quel che dovevamo fare l'abbiamo fatto", funziona: usi delle immagini che fanno già intuire, se non capire, che non è reale (a meno di ipotizzare esperimenti dei nanodetonatori ad armi chimiche nel parco sotto casa).
La parte successiva è un disastro. Sorvoliamo sulla marea di refusi (tanti anche per un contest come MC, dove di norma perdono questo genere di errori, ma tra punteggiatura e conocrdanze qui si sprecano), ma riutilizzare mamma e figlia è una caduta di stile. Avevi la penna stilografica, bastava quella. Il Presidente poteva averla e innescare (applausi) così il ricordo dell'evento.
Trovo anche abbastanza fuori luogo che "un ingnegnere" (occhio che "un ingnegnere" in realtà è il nostro protagonista, non uno dei tanti che passano l'esame di stato), per quanto sia sia appena reso conto che lavora in una ditta che fabbrica mine, ha lavorato su un detonatore, è davanti al consiglio si metta a parlare di pace.
Avrei piuttosto "preferito" che lo svitare il cappuccio richiamasse, piuttosto, un atto "suicida" dell'ingegnere che con un nanodetonare (magari nel suo portatile, l'incartamento fa un po' a cazzotti con i nanodetonatori), facesse saltare tutto il consiglio di amministrazione. Allora sì, il discorso sulla pace potrebbe essere il suo tentativo (abbastanza ingenuo) di offrire un'ultima possibilità di redenzione.
Anche la domanda su "voi non le vedete?" in questa ottica avrebbe più senso, considerando mamma e figlia come "la luce della ragione". Però non percepisco questo intento suicida.
Il tema ha tanti di quei vincoli che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti, ma probabilmente li hai presi.

mezzomatto
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#11 » sabato 21 gennaio 2017, 22:24

Rionero ha scritto:Ciao Giuseppe,

Mi piace l’idea del racconto e l'interpretazione del tema degli angoli ciechi in modo più astratto.

Per quanto riguarda lo sviluppo devo ammettere che l'ho dovuto rileggere per capire bene i rapporti tra i personaggi, in particolare - credo - perché va bene che si svolga tutto nella mente del protagonista ma in alcuni passaggi il confine tra realtà e fantasia più che volutamente ambiguo resta confuso. Guarda per esempio il passaggio
"Dalla penna uscì una nuvola di gas nervino e di virus letali.
Una signora apparve accanto alla bambina."
Prima di questa frase avevi introdotto le immagini stranienti con "lui vide", poi sembrano semplicemente accadere, infine anche la madre non si avvicina ma semplicemente "appare", come se anche lei fosse una visione...insomma o non ho capito io ed è tutto immaginato (ma a questo punto mi immagino che anche le frasi di bambina e signora dovrebbero essere...più determinanti in questo senso) oppure non colgo dov'è il confine.

Il finale è interessante, ma perde molto di forza con la frase in cui sottolini che loro non le vedevano...era già evidente sia al lettore che - mi immagino - al protagonista.


L'introduzione "Lui vide..." serve per mettere in evidenza il punto di vista. Sarebbe noioso e ripetitivo continuare con "vide" o analoghi, quindi sono passato a narrare direttamente ciò che vede il protagonista senza verbi d'introduzione. Mi pare chiaro che si tratti di immaginazione. Il verbo 'appare' dovrebbe essere abbastanza illuminante in proposito.
Sulla frase finale ho anch'io effettivamente dei dubbi, ma non ho trovato niente di meglio, e non mi sembra giusto troncare il racconto senza una chiusa.

mezzomatto
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#12 » sabato 21 gennaio 2017, 22:33

angelo.frascella ha scritto:Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Cosa farà l'ingegnere, dopo il rimprovero dei dirigenti? Andrà avanti? Si dimetterà? Rimarrà nell'azienda cercando di boicottarla? Non lo sappiamo.
Da alcuni indizi che dai, ho l'impressione che mamma e bimba non siano "reali"...
Ti segnalo un bel po' di refusi...
Angelo


Mi cospargo il capo di cenere e mi inginocchio sui ceci per i refusi. Ero reduce da una stressante riunione condominiale ed è già un miracolo che sia riuscito a mettere insieme qualcosa di sensato.
Non mi sembra importante specificare cosa faccia l'ingegnere dopo la riunione. Il nodo focale è sottolineare fra chi vede e chi non vede le conseguenze della fabbricazione di armi.
Poiché il tema merita uno sviluppo più ampio terrò conto delle tue osservazioni nella redazione di una versione più approfondita.

mezzomatto
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#13 » sabato 21 gennaio 2017, 22:48

Vastatio ha scritto:Ciao,
...
L'incontro iniziale nel parco, che si conclude con un ottimo "quel che dovevamo fare l'abbiamo fatto", funziona: usi delle immagini che fanno già intuire, se non capire, che non è reale ...


Grazie

Vastatio ha scritto:Avevi la penna stilografica, bastava quella. Il Presidente poteva averla e innescare (applausi) così il ricordo dell'evento.


Mi sembra troppo ermetico. Asimov diceva che "la violenza è il rifugio degli incapaci". Io ritengo che in narrativa sia l'ermetismo il rifugio degli incapaci. E' una forma di superiorità che l'autore sfoggia nei confronti del lettore: gli insinua l'idea che: "se io non capisco vuol dire che sono un cretino".
Comunque tengo da conto l'idea. La inserirò in un'altra redazione del racconto solo se riuscirò a trovare per quella penna una funzione utile a far andare avanti la storia. Escludo un atto suicida dell'ingegnere e l'eliminazione fisica dell'intero Consiglio di Amministrazione. Questa conclusione sarebbe proprio il rifugio di chi è incapace di finire la storia.

Vastatio ha scritto:Il tema ha tanti di quei vincoli che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti, ma probabilmente li hai presi.

Questa non l'ho capita.

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Vastatio
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#14 » lunedì 23 gennaio 2017, 8:52

Non capisco il pippone sull'ermetismo.
Essere ermetici, criptici o far sentire "cretino" il lettore è una scelta (e se non è tale è incapacità, ne convengo) dell'autore. Nel momento in cui utilizzeresti la penna stilografica come "collegamento" tra i due eventi sta a te nella realizzazione/descrizione della scena renderla più o meno fruibile al lettore.
Quello che trovo "irreale" è lo stupore/non stupore del tuo protagonista nel trovarsi, alla riunione del consiglipo di amministrazione, mamma e figlioletta. Fosse solo la madre, potrebbe essere un membro del consiglio che lui (giustamente) non conosce, ma la bambina? NO, non regge che lui non si chieda "che cacchio ci fanno la bambina e la mamma che ho visto al parco mentre correvo in calzoncini a una riunione di produttori di mine?" o, se si accetta che siano i suoi "angeli della coscienza", che chieda agli altri "ma voi non le vedete?" se non in un'ottica di redenzione?
Per quello ti consigliavo di usare la penna stilografica.

Spesso il problema è riuscire a far coincidere/guidare il lettore nella tua storia, perché magari tu vuoi raccontare della presa di coscienza di un ingegnere ma il lettore si aspetta di sapere chi sono mamma e figlia.

Nel tuo racconto, la storia che vuoi raccontare, quale sarebbe?

Aristide Capuzzo
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#15 » martedì 24 gennaio 2017, 9:07

Ciao Giuseppe,
non amo molto le storie dove l'autore impone a viva forza la sua opinione al lettore e nel tuo questo l'ho sentito molto. Forse per la presa di posizione finale de protagonista. Ma ciò che più stona è la sequenza temporale. Al tuo posto non avrei interrotto un racconto per fargli fare un balzo temporale e narrativo così grande. Sento che un pezzo di storia mi è stato rubato. So che in tremila battute è difficile attaccare il lettore alle righe, ma forse c'è un'espediente per mantenere la trama invariata: cambiare l'intreccio. Siamo nella sala conferenze e parte un flash back sulla corsa al parco e l'incontro. Si interrompe quando il direttore riprende il protagonista perché fissa il muro, dove adesso sono comparse le due. A mio parere funziona meglio di uno stacco così grande in un racconto così breve.

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marco.roncaccia
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#16 » martedì 24 gennaio 2017, 18:03

Ciao Giuseppe,
Non ti nascondo che ho qualche difficoltà con il tuo racconto. La mia incredulità non si sospende nemmeno con il decesso quando una bambina, irrorata di gas nervino, in una scena, me la ritrovo a conversare amabilmente con la mamma in quella successiva. Per me non regge anche se è una scena immaginaria. Gestito meglio poteva essere un buon racconto. L'idea di fondo non mi dispiace.

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willy
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#17 » mercoledì 25 gennaio 2017, 17:38

Ciao Giuseppe,
credo che per un racconto di questa portata i caratteri e forse anche il tempo a disposizione siano troppo pochi. L'idea in generale è molto buona e anche il messaggio pacifista che arriva forte e chiaro. L'incipit, però, è un po' confuso, bisogna rileggere per capire che le cose accadute sono tutte nella testa del protagonista. Complimenti, invece, per la fantasia, la trama è davvero interessante.
Avrei evitato di scrivere queste frasi:

“Ma voi, non le vedete?” chiese.
No, loro non le vedevano.
Alla prossima!

mezzomatto
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#18 » mercoledì 25 gennaio 2017, 21:23

Vastatio ha scritto:
Nel tuo racconto, la storia che vuoi raccontare, quale sarebbe?


La mia storia è semplice: un ingegnere ha progettato nanocongegni ad uso bellico, ma la visione delle loro nefaste conseguenze lo convince a proporre soluzioni alternative e pacifiche, ma i membri del Consiglio di Amministrazione della sua Società non hanno le stesse visioni e procedono con lo sviluppo bellico dei congegni.

Vedo di non essere stato capace di far capire che donna e bambina esistono solo nell'immaginario dell'ingegnere.

Per quanto riguarda la penna rettifico la mia prima reazione (v. un mio post precedente)e concordo che farla apparire nelle mani del presidente della Società può diventare un notevole strumento di narrazione.

mezzomatto
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#19 » mercoledì 25 gennaio 2017, 21:36

Aristide Capuzzo ha scritto:Ciao Giuseppe,
non amo molto le storie dove l'autore impone a viva forza la sua opinione al lettore e nel tuo questo l'ho sentito molto.


Nessuno ti obbliga ad accettare le mie opinioni. Io ho esposte degli argomenti a favore del pacifismo. Dove starebbe la mia forza coercitiva?


Aristide Capuzzo ha scritto:ma forse c'è un'espediente per mantenere la trama invariata: cambiare l'intreccio. Siamo nella sala conferenze e parte un flash back sulla corsa al parco e l'incontro. Si interrompe quando il direttore riprende il protagonista perché fissa il muro, dove adesso sono comparse le due. A mio parere funziona meglio di uno stacco così grande in un racconto così breve.


E' una possibile alternativa. Non l'ho presa in considerazione perché mi è sembrata troppo schematica e scolastica. Ma qui siamo sul piano delle opinioni. Potrebbe essere interessante aprire un thread su "come e perchè intrecciare la fabula".

mezzomatto
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#20 » mercoledì 25 gennaio 2017, 21:38

marco.roncaccia ha scritto:Ciao Giuseppe,
Non ti nascondo che ho qualche difficoltà con il tuo racconto. La mia incredulità non si sospende nemmeno con il decesso quando una bambina, irrorata di gas nervino, in una scena, me la ritrovo a conversare amabilmente con la mamma in quella successiva. Per me non regge anche se è una scena immaginaria. Gestito meglio poteva essere un buon racconto. L'idea di fondo non mi dispiace.


Constato che non sono stato capace di far capire bene che il narrato si svolge nella testa del protagonista. Ma era proprio così difficile capirlo?

mezzomatto
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#21 » mercoledì 25 gennaio 2017, 21:42

willy ha scritto:Ciao Giuseppe,
credo che per un racconto di questa portata i caratteri e forse anche il tempo a disposizione siano troppo pochi. L'idea in generale è molto buona e anche il messaggio pacifista che arriva forte e chiaro. L'incipit, però, è un po' confuso, bisogna rileggere per capire che le cose accadute sono tutte nella testa del protagonista. Complimenti, invece, per la fantasia, la trama è davvero interessante.
Avrei evitato di scrivere queste frasi:

“Ma voi, non le vedete?” chiese.
No, loro non le vedevano.
Alla prossima!


Le chiusure sono sempre un bel problema. Intendi dire che queste frasi sono ridondanti essendo già chiaro dallo sviluppo che i consiglieri vedono solo i soldi? E, se sì, come chiudere?

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jimjams
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#22 » mercoledì 25 gennaio 2017, 23:05

Qualche piccolo refuso (invesrtimenti, l'uso di corridore non è ideale). Buona idea, con un'ingenuità di fondo, perdonabile, perché quando si inventa qualcosa del genere gli usi civili e quelli militari sono sempre paralleli e inevitabili. Però il lettore si lascerà facilmente convincere dalla morale della storia che quindi funziona comunque. In fondo quello che viene raccontato è il conflitto interno di questo ingegnere combattuto tra il business e la consapevolezza della sua devastante azione.

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marco.roncaccia
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#23 » giovedì 26 gennaio 2017, 10:03

mezzomatto ha scritto:
marco.roncaccia ha scritto:Ciao Giuseppe,
Non ti nascondo che ho qualche difficoltà con il tuo racconto. La mia incredulità non si sospende nemmeno con il decesso quando una bambina, irrorata di gas nervino, in una scena, me la ritrovo a conversare amabilmente con la mamma in quella successiva. Per me non regge anche se è una scena immaginaria. Gestito meglio poteva essere un buon racconto. L'idea di fondo non mi dispiace.


Constato che non sono stato capace di far capire bene che il narrato si svolge nella testa del protagonista. Ma era proprio così difficile capirlo?


La mia scuola di pensiero è la seguente: meglio dire che far capire, anzi mostrare, ancora meglio. Il far capire si presta a interpretazioni molteplici. Il che va anche bene se tu vuoi che questo avvenga. Se invece tu vuoi dire una cosa precisa e lasci lo spazio per il fraintendimento (a prescindere da quanto sia facile o difficile fraintendere), dal mio punto di vista è un errore. C'è da dire che il mio punto di vista, come quello di chiunque, è del tutto opinabile, in ogni caso è l'unico di cui dispongo e su esso si basa il metro per la valutazione di un racconto.

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willy
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#24 » giovedì 26 gennaio 2017, 14:59

Mi dici: Le chiusure sono sempre un bel problema. Intendi dire che queste frasi sono ridondanti essendo già chiaro dallo sviluppo che i consiglieri vedono solo i soldi? E, se sì, come chiudere?
Mi viene in mente che se lui cambia opinione e usa la nanotecnologia a scopo pacifico, nella sua testa le due amiche potrebbero scomparire, come due grilli parlanti che hanno portato a termine la loro missione.
Quando dici, invece, se era proprio così difficile capire che il tutto era solo nella testa del tuo protagonista, mi salta in mente una frase:
...Poi,prendendo per mano la bambina, le disse: “Adesso andiamo. Quello che dovevamo fare l’abbiamo fatto.”
Mi pare improbabile che lui riesca a formulare un pensiero inconscio così articolato. A meno che tu non decida di cambiare binario e, invece di una crisi di coscienza, scelga la strada della malattia mentale, bipolarità, o altro. Fammi sapere se mi sono spiegata.

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antico
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Re: Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Messaggio#25 » giovedì 26 gennaio 2017, 22:53

Devo ammetterlo: anch'io non sono riuscito ad arrivare al fatto che l'incontro con la bambina e sua madre si svolge nella sua mente. C'è qualcosa che non funziona e non perché non l'abbia capito io, ma perché mi sembra sia stata difficoltà di molti. Passando invece alla seconda parte, apprezzo il messaggio, ma mi sembra troppo raccontato, poco mostrato. Show, don't tell. Convinci il lettore attraverso la storia e non colpendolo direttamente con la tesi che vuoi esporre. E forse ecco il problema della prima parte... Sembra quasi che tu l'abbia inserita per rinforzare ancora di più la tesi e non per avvinghiare il lettore in una storia. Ti attendo a una nuova prova per poter comprendere meglio quella che è la tua "voce" e poter così dare indicazioni più precise. Per il momento è un pollice ni, ma tirato tirato. Ps: il tema nella sua accezione PUNTI CIECHI lo accetto dal momento in cui lo fai guardare nel vuoto, vedendo qualcosa che gli altri non vedono.

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