Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Tutti pronti per lunedì 16 gennaio 2017 dalle 21.00 all'una con un tema del mitico Emanuele Manco!
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Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#1 » martedì 17 gennaio 2017, 2:16

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BENVENUTI ALLA EMANUELE MANCO EDITION, LA QUINTA DELLA QUINTA ERA DI MINUTI CONTATI!

Questo è il gruppo CAPTAIN AMERICA della EMANUELE MANCO EDITION con EMANUELE MANCO nelle vesti di Guest Star.

Gli autori del gruppo CAPTAIN AMERICA dovranno commentare e classificare i racconti del gruppo SPIDER-MAN.

I racconti di questo gruppo verranno invece commentati e classificati dagli autori del gruppo IRON MAN.


Questo è un gruppo da NOVE racconti, pertanto saranno i primi TRE racconti ad avere diritto alla pubblicazione immediata sul sito e a entrare tra i finalisti che verranno valutati da EMANUELE MANCO. Altri racconti ritenuti meritevoli da me, l'Antico, verranno a loro volta ammessi alla vetrina del sito, ma non alla finale. Ricordo che per decidere quanti finalisti ogni gruppo debba emettere cerco sempre di rimanere in un rapporto di uno ogni tre approsimandolo per eccesso.

Per la composizione dei gruppi ho tenuto conto del seguente metodo: per primi ho assegnato ai raggruppamenti coloro già in possesso di punti Rank d'Era (il primo nel gruppo A, il secondo nel gruppo B, il terzo nel gruppo C, il quarto nel gruppo A e così via regolandomi con gli orari di consegna in caso di autori a pari punti), coloro che ancora non hanno punti rank d'Era sono stati assegnati a seguire (primo a postare gruppo X, secondo a postare gruppo Y, terzo a postare gruppo BETA, quarto a postare gruppo X e così via).

E ora vediamo i racconti ammessi nel gruppo CAPTAIN AMERICA:

Una notte romana, di Polly Russell, ore 23.17, 2996 caratteri
Nogai, di Fernando Nappo, ore 01.09, 2965 caratteri MALUS 4 PUNTI
Panchina con belvedere, di Ambra Stancampiano, ore 00.53, 2760 caratteri
Il saluto del sole, di Giancarmine Trotta, ore 00.33, 2996 caratteri
Fragrante di forno, di Chiara Rufino, ore 00.34, 2598 caratteri
Vicoli, di Viviana Tenga, ore 23.48, 2789 caratteri
Mancato appuntamento, di Alessandra Corrà, ore 00.40, 2937 caratteri
Una corsa nel parco, di Giuseppe De Micheli, ore 23.42, 2848 caratteri
Silenzi, di Joshua, ore 00.42, 2935 caratteri

Avete tempo fino alle 23.59 di giovedì 26 GENNAIO per commentare i racconti del gruppo SPIDER-MAN. Le vostre classifiche corredate dai commenti andranno postate direttamente sul loro gruppo. Per i ritardatari ci sarà un'ora di tempo in più per postare le classifiche e i commenti, quindi fino alle 00.59 del 27 GENNAIO, ma si prenderanno un malus pari alla metà del numero di autori inseriti nel gruppo approssimato per difetto. Vi avverto che sarò fiscale e non concederò un solo secondo in più. Vi ricordo che le vostre classifiche dovranno essere complete dal primo all'ultimo. Una volta postate tutte le vostre classifiche, posterò la mia e stilerò quella finale dei raggruppamenti.
NB: avete DIECI giorni per commentare e classificare i NOVE racconti del SPIDER-MAN e so bene che sono tanti. Ricordatevi però che Minuti Contati, oltre che una gara, è primariamente un'occasione di confronto. Utilizzate il tempo anche per leggere e commentare altri racconti, ne avete VENTISEI (escluso il vostro) a disposizione e se la guardate in quest'ottica, ve lo assicuro, DIECI giorni sono anche troppo pochi. E ancora: date diritto di replica, tornate a vedere se hanno risposto ai vostri commenti, argomentate, difendete le vostre tesi e cedete quando vi convinceranno dell'opposto. Questa è la vostra palestra, dateci dentro.

Eventuali vostre pigrizie nei confronti dei commenti ai racconti (che devono avere un limite minimo di 300 caratteri ognuno) verranno penalizzate in questo modo:
– 0 punti malus per chi commenta TUTTI i racconti assegnati al suo gruppo con il corretto numero minimo di caratteri.
– 13 punti malus per chi commenta tutti i racconti assegnati al suo gruppo, ma senza il numero minimo di caratteri.
– ELIMINAZIONE per chi non commenta anche solo un racconto di quelli assegnati al suo gruppo.


Vi ricordo che i racconti non possono essere più modificati. Se avete dubbi su come compilare le classifiche, rivolgetevi a me.
Potete commentare i vari racconti nei singoli thread per discutere con gli autori, ma la classifica corredata dai commenti deve obbligatoriamente essere postata nel gruppo SPIDER-MAN.
Altra nota importante: evitate di rispondere qui ai commenti ai vostri lavori, ma fatelo esclusivamente sui vostri tread.

BUONA EMANUELE MANCO EDITION A TUTTI!












alexandra.fischer
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Re: Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#2 » martedì 17 gennaio 2017, 21:36

Buonasera, ecco i miei commenti e relativa classifica

UNA NOTTE ROMANA di Polly Russell Il punto cieco del tuo racconto è la porta posteriore nera del retro del locale “Trauma”, difficile da distinguere dalle altre due porte vicine, quelle di un’autofficina.
La sorpresa del racconto è la spiegazione dell’abbigliamento dei tre uomini (completi di pelle e, nell’ordine, maschera d’ottone, maschera antigas, respiratore collegato a tubi) e del loro comportamento nei riguardi della protagonista (tallonata in modo scherzoso, di certo per giocare con lei. Non sono poi così cattivi, se l’uomo con il mantello le offre un bicchiere d’acqua per risciaquarsi il ginocchio).
Il motivo per il quale i tre si trovano nei paraggi di via Nomentana è il raduno steampunk con sede nel locale “Trauma”.
(“Vaporour” 2017).
La ragione per la quale la ragazza si trova lì, invece, la ipotizzo così, visto l’abbigliamento da sera, forse è uscita da un locale notturno delle vicinanze e, spaventata dai tre ha deciso di correre a casa ma, si è trovata nei pressi del Trauma non essendo riuscita a seminare gli inseguitori per via della caduta sui sampietrini (con tanto di ginocchio sbucciato). L’inizio della storia, molto inquietante, mi ha dato un brivido.

Attenzione a: Hei! Per Ehi!


NOGAI di Fernando Nappo

In questa storia, Il punto cieco è la parete di carta di riso che rivela una natura inaspettata: quella di trasformarsi in aquilone per divertire un bambino (e diventa una bellissima farfalla di carta). Lo stile mi ricorda quello delicato e di alta perfezione tecnica di autori come Kawabata e Murakami. Il piccolo Nogai e il vecchio Majin sono personaggi assolutamente credibili, mi piace questo confronto fra persone di età così diverse, che tuttavia hanno molto in comune (la sensibilità, l’amore per il gioco).
L’angolo cieco, però, potrebbe anche essere la casa nascosta fra le altre, nei vicoli di periferia e la sorpresa l’esistenza di Majin, un uomo gentile (offre tre mandarini a Nogai, oltre a riparargli l’aquilone) e dall’animo artistico (e Nogai, quanto a generosità non è molto diverso da lui, perché tiene alcuni semi di mandarino per la cerbottana del fratello).

Attenzione alla frase: osservava Nogai e l’aquilone, felice e sorridente fra gli altri bambini (sembra che sia l’aquilone a essere felice e sorridente).
La riformulerei così: osservava Nogai felice e sorridente fra gli altri bambini e l’aquilone (o anche osservava l’aquilone e Nogai felice e sorridente fra gli altri bambini).



PANCHINA CON BELVEDERE di Ambra Stancampiano Il punto cieco del tuo racconto è il belvedere, con tanto di panchina trappola, che trasferisce Piero in una dimensione dove il tempo è annullato e lo imprigiona lì. Il palazzo che si trova nei pressi si è spostato misteriosamente (forse per l’intervento della ragazza-donna in abiti antiquati e qualche filo grigio fra i capelli che Piero ha intravisto da lontano. La vedo come una specie di vittima di una stregoneria, visto che lo invita sulla panchina per poi scappare lasciandoci seduto lui). L’atmosfera è inquietante (la cittadina di provincia non meglio specificata ha qualcosa di kafkiano, come del resto il tuo racconto) e lo spunto della ragazza-donna seduta sulla panchina fantasma accanto al palazzo diroccato è notevole.

Attenzione a: 10 anni, meglio scrivere dieci anni.

IL SALUTO DEL SOLE di Giancarmine Trotta Il punto cieco della tua storia è la via nascosta nella quale un anziano venditore di accendini racconta al nipote la storia di Amir, divenuto lo schiavo Jack nella piantagione di cotone di Mr. Taylor. Anche nella vita di Amir c’è stato un nonno, Nassor, che ha sofferto per il destino del nipote, fino a quando ha visto splendere la luna (prima offuscata dalla schiavitù di Amir e poi di nuovo brillante quando il giovane riesce a fuggire dalla piantagione). Storia di speranza, che affronta il tema della schiavitù. Il venditore di accendini usa la storia come messaggio di speranza per il nipote (anche lui, come Amir, avrà un futuro, con una casa e una famiglia). Unico neo: non aver mostrato il destino di Amir (dove si è rifugiato?). E poi il titolo: più che del saluto del sole, si tratta del saluto della luna.

FRAGRANTE DI FORNO di Chiara Rufino
La storia del diplomato alla scuola alberghiera Angelo, che si ritrova a lavorare in una panetteria il cui punto cieco è un pezzo d’inferno, ha qualcosa dell’apprendista stregone, ma rivisitato in modo originale (il proprietario non vuole che quell’angolo venga pulito per lasciare tranquillo il piccolo demone, forse per evitare danni all’attività). La trasgressione di Angelo viene punita con una fine orrenda, scoperta dalla collega Marisa.

Attenzione a: da là per di là.

Frase da riformulare: nonostante le ustioni le lodi e i rimbrotti. La riscriverei così: nonostante le ustioni e i rimbrotti, ci furono le lodi.
Interagire: qui non va bene, scriverei: sapere di più da lui.


VICOLI di Viviana Tenga Storia delicata. Davide si smarrisce in un dedalo di vicoli, il cui punto cieco è un vicoletto da attraversare toccandone i muri per vedere esaudito un desiderio sensato (e Davide ottiene di passare in modo brillante l’esame di Fisica 2, ma alcuni mesi più tardi, non ritrova più il vicolo, dunque, per conquistare la ragazza che gli piace dovrà cavarsela da solo. Questo fatto, dà un carattere di fantastico puro al tutto, come anche il mancato ricorso al cellulare per via dell’aspetto inquietante dei vicoli nel quale il giovane si è perso). La vecchietta che glielo dice fa parte del luogo e ha qualcosa della strega buona (nodosa, si trova accanto a una chiesa). Il riferimento ai saraceni e lo stato del palazzo (imbrattato con scritte fatte con la vernice e simboli anarchici conferisce al tutto un’atmosfera intrigante, fascino storico e decadenza del presente). La narrazione, fatta dal punto di vista del narratore onnisciente che racconta la storia dall’esterno, è avvincente.





MANCATO APPUNTAMENTO di Alessandra Corra il punto cieco della tua storia è la città improvvisamente deserta dopo l’appuntamento mancato di Aldo con la protagonista. Il vuoto si spinge fino all’alloggio di lui, buio. Aldo, che non è una brava persona, ha ucciso il gatto, unica compagnia rimasta all’anziano vicino, il quale si è vendicato di lui accoltellandolo a morte (ecco perché non si è presentato all’appuntamento…stava già progettando di uccidere il gatto). La finestra illuminata della casa di fronte nel finale, è un occhio accusatore. L’atmosfera raggela, a partire dall’irrazionale attaccamento della protagonista per un uomo così crudele.

UNA CORSA NEL PARCO di Giuseppe De Micheli Il punto cieco della corsa del protagonista al parco Forlanini di Milano è costituito da una donna e dalla figlioletta di lei. La piccola raccoglie una stilografica da terra e prima la porge al corridore credendo che l’abbia smarrita lui. L’uomo, pur ignorandone la provenienza, la dissuade dallo svitarne il cappuccio (può esplodere, sprigionare gas nervino). Quello che sembra un eccesso di prudenza da parte di un individuo angosciato dalle notizie di attentati terroristici, si rivela un timore fondato nella seconda parte del racconto, nella quale il misterioso corridore si rivela un ingegnere esperto di nanotecnologie applicate agli oggetti di uso quotidiano (per esempio, una penna stilografica). L’incontro con la donna e la bambina prosegue durante la riunione d’affari, quando lui propone un uso pacifico di quella tecnologia, ricevendo un rifiuto deciso dal presidente del Consiglio di amministrazione. Notevole la comparsa delle due amiche del parco sotto forma di spiriti benigni durante la riunione (con l’immagine della bambina che svita il cappuccio della stilografica senza paura), purtroppo, però, le vede solo l’ingegnere-corridore.

SILENZI di Joshua Il punto cieco della tua storia è la casa abbandonata che si trova nell’angolo più squallido della città di mare fatta di vicoli dove vive Orazio, muto e autistico, senza più i genitori (madre morta, padre scomparso). Il suo unico amico va a trovarlo all’istituto e assiste alla fuga dell’amico dal fisico imponente senza poterlo fermare. L’immagine finale del giovane con la valigia, in corsa lungo la collinetta a strapiombo sul mare è commovente. Orazio cerca un anelito di libertà (forse uccidendosi?). La casa vuota e buia mi fa pensare a un ricordo familiare lontano di Orazio, di qui il suo atteggiamento distruttivo nei riguardi della porta.


Attenzione:
manca lo spazio nella frase: ma perché sempre lì?Forza Orazio! (e anche la virgola dopo forza).
Nella frase: C…o Orazio (manca la virgola dopo c…o)
Nella frase Orazio c...o manca la virgola dopo c…o

L’inizio andrebbe rivisto, correggerei erano passati tre anni con sono passati tre anni, per concordare meglio con il verbo iniziale al presente. Poi comincerei la frase successiva con Orazio era.


La mia classifica (sofferta, siete tutti bravissimi) è:


1. UNA CORSA NEL PARCO di Giuseppe De Micheli
2. UNA NOTTE ROMANA di Polly Russell
3. VICOLI di Viviana Tenga
4. PANCHINA CON BELVEDERE di Ambra Stancampiano
5. NOGAI di Fernando Nappo
6. MANCATO APPUNTAMENTO di Alessandra Corra
7. FRAGRANTE DI FORNO di Chiara Rufino
8. SILENZI di Joshua
9. IL SALUTO DEL SOLE di Giancarmine Trotta

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Laura Cazzari
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Re: Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#3 » mercoledì 18 gennaio 2017, 8:19

Ciao a tutti,

complimenti per i vostri racconti! Devo dire che, visto il tema scelto, sono usciti molti racconti interessanti e che mi sono piaciuti.
Ecco la mia personale classifica e, a seguire, i miei commenti. Devo ammettere che non è stato facile stilarla.

CLASSIFICA:

1. Panchina con belvedere
2. Silenzi
3. Il saluto del sole
4. Vicoli
5. Una notte romana
6. Nogai
7. Una corsa nel parco
8. Mancato appuntamento
9. Fragrante di forno

COMMENTI:

Panchina con belvedere

Una storia davvero bella e originale. Mi è piaciuta molto e mi ha fatto riflettere, caratteristica molto importante per un racconto secondo me. Dopo la lettura mi sono presa ancora qualche istante per ragionarci su. Lo stile di scrittura è scorrevole e piacevole. Solo la frase relativa al cellulare che cade giù dal belvedere, e poi su dal belvedere, non mi è parsa molto chiara e non mi ha aiutato ad immaginarmi la scena.

Silenzi

Mi è piaciuto il tema che hai scelto, un argomento importante e toccante, e il concetto che alcune persone devono faticare di più per conquistarsi quello che noi diamo per scontato ogni giorno. L’immagine finale è bella, d’effetto e trasmette al lettore diverse emozioni contrastanti. Forse in alcuni punti la narrazione è un po’ confusa. Non riuscivo bene a capire perché a un certo punto il protagonista si ritrovasse a terra con la valigia addosso.

Il saluto del sole

Mi è piaciuto lo sfasamento temporale, l’alternanza tra passato e presente e le tematiche che hai scelto di trattare. Argomenti importanti e sempre attuali che non sempre si trova il coraggio di raccontare. Bella l’idea che, in qualsiasi posto ci si trovi, la propria storia non deve andare perduta. Ho fatto solo un po’ di confusione e ho avuto difficoltà a seguirti quando si passa dall’Amir del passato a quello del presente.

Vicoli

Mi piace molto l’idea di un vicolo stretto presente in ogni città che può essere trovato solo perdendosi e che, una volta attraversato, sparisca, come le vere occasioni della vita che, quando capitano, bisogna saperle cogliere al volo. Ho trovato anche originale il metodo di narrazione utilizzato nella prima parte del racconto. Triste solo l’idea trasmessa che i giovani non riescano a desiderare niente che vada oltre la settimana successiva.

Una notte romana

L’idea di base mi è piaciuta molto e mi ha fatto divertire immaginarmi la scena finale. L’unica pecca che ho trovato è lo stile di scrittura un po’ frammentato. In alcuni punti, specialmente all’inizio, non riuscivo a proseguire bene il filo della storia e dovevo tornare indietro a rileggere per riuscire a capire bene cosa fosse successo.

Nogai

Il racconto inizia bene e lo stile di scrittura invoglia alla lettura. Molto bella anche l’immagine di confronto tra due generazioni tanto lontane, la giovinezza e la vecchiaia. Il tuo racconto è la dimostrazione che spesso quando un ragazzo e un anziano si incontrano fanno faville insieme. Forse solo un punto non mi è piaciuto tantissimo. Il fatto che il vecchio abbia rovinato la sua casa per riparare l'aquilone, mi è sembrata un’immagine un po’ poco credibile.

Una corsa nel parco

Mi piace l’idea di base e il messaggio che, anche nel nostro piccolo, possiamo provare a fare qualcosa per migliorare il mondo che ci circonda. Non riesco tanto a trovare un’attinenza con l’argomento del contest, ma forse hai voluto esprimere il tema degli angoli ciechi in modo più astratto. La scena iniziale bambina quando prende in mano la penna e il protagonista si immagina le possibili conseguenze l’ho trovato molto forte, ma è solo perché personalmente non amo molto lo splatter, neanche quello leggero.

Mancato appuntamento

Ho apprezzato la suspance che cresce a poco a poco, facendo intravedere lentamente l’inesorabile fine del racconto. La scrittura è leggera e scorrevole e ci sono delle frasi carine e d’effetto. Ho avuto difficoltà a cogliere l’attinenza con il tema scelto per il contest. Forse il racconto si riferisce più agli angoli bui dentro ognuno di noi.

Fragrante di forno

Sicuramente hai preso alla lettera il tema dei punti ciechi, angoli magici che si possono annidare ovunque. Carina l’idea del demone a forma di insetto, messo lì per sorvegliare un ingresso o imbrogliare gli sprovveduti. Solo la storia in generale non mi ha coinvolto molto e non mi è stato chiaro da subito chi fosse Marisa. Magari servivano solo due parole in più per introdurla.


Ancora complimenti a tutti!
Laura Cazzari

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Rionero
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Re: Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#4 » giovedì 19 gennaio 2017, 10:07

Ciao! Come al solito compito arduo, ma eccoci alla classifica, su cui stavolta pesa la mia incapacità di vedere il tema rispettato, chiedo venia quindi per alcune posizioni più in basso cdeterminate magari da una mia eventuale mancanza di comprensione^^

1) Vicoli, di Viviana Tenga
2) Nogai, di Fernando Nappo
3) Panchina con belvedere, di Ambra Stancampiano
4) Silenzi, di Joshua
5) Fragrante di forno, di Chiara Rufino
6) Il saluto del sole, di Giancarmine Trotta
7) Una notte romana, di Polly Russell
8) Mancato appuntamento, di Alessandra Corrà
9) Una corsa nel parco, di Giuseppe De Micheli

1) Vicoli, di Viviana Tenga
il tuo stile mi piace tanto. Riesci con semplicità a piegarlo alle tue esigenze e, in questo caso, a immeggere il lettore in uno spicchio di realtà comune a molte città italiane e a evocare Genova (o un'altra città simile) senza necessariamente legarti ad essa o nominarla. Semplice ed efficace anche la storia. Ho personalmente rosicato a sentire il desiderio distratto espresso dal protagonista, segno che hai creato bene l'atmosfera e il legame con il personaggio. Ho apprezzato anche il finale che chiude il cerchio con l'inizio.

2) Nogai, di Fernando Nappo
La tua storia si basa tutto sullo stile e riesci così a restituirci un racconto molto centrato nell'atomosfera orientale che volevi creare: l'attenzione per i piccoli piaceri, per l'arte dell'acquilone, per la cura e l'uso e della carta e il rispetto di solitudine e povertà sono riprodotte in maniera delicata. Bello!

3) Panchina con belvedere, di Ambra Stancampiano
Bel racconto, con uno spunto molto molto bello e una scrittura, come al solito, pulita e chiara.
Secondo me potevi però sfruttarlo molto di più!
Oltre alla confusione/allentamento della tensione che, come ti hanno fatto notare, provoca il cellulare caduto, secondo me potevi caratterizzare meglio le sensazioni stranianti legate al luogo assolutamente unico costituito dalla panchina con belvedere e alla persona che per ben 10 anni vi è rimasta seduta.
Per quanto riguarda il luogo, infatti, ti accontenti ad andare per negazione "tutto è assolutamente normale.
Tutto, tranne lo scorcio spuntato dal nulla tra ieri e oggi", una soluzione interessante ma rispetto all'assurdità della svolta secondo me debole. Sulla donna poi non usi molte parole né nel descriverla né tanto meno nel caratterizzarne il linguaggio...che anzi sembra assolutamente normale come se stesse facendo la conversazione più normale del mondo. A proposito: c'è un motivo per cui lo chiama per nome?

4) Silenzi, di Joshua
Il tuo racconto ha due personaggi semplici ma ben delineati e il pregio di riuscire a fare intuire anche il bel rapporto tra loro.
Secondo me il primo passaggio "il sorriso da muto. Il sorriso di chi è (...) Lui per ripicca aveva smesso di parlare" ha belle frasi ma un ritmo stentato, forse per la ripetizione iniziale di sorriso, o forse per l'ordine con cui arrivano le informazioni...proverei a rimotarlo magari mettendo il tutto dopo il paragrafo successivo e senza la frase iniziale che indica il passaggio di tre anni (ma sto riflettendo ad alta voce eh).
Mi sembra inoltre poco naturale la battuta: "Dai aspettami! Ma poi perché sempre lì?", mi fa l'effetto di quando nei film dicono "dai vieni qui" prima di abbracciare una persona^^
Invece la parte centrale, quella in cui corrono verso la casa, ha un ottimo ritmo nell'alternare battute di dialogo efficaci alla descrizione dell'azione e riesce a mostrare i personaggi e a far crescere l'attesa per il finale...che arriva con un'immagine che sinceramente non mi è chiarissima, forse era quella l'intenzione e lo apprezzo, ma che in ogni caso ha sicuramente il pregio di essere bella!

5) Fragrante di forno, di Chiara Rufino
storia carina che sfrutta il tema in maniera quasi letterale, ma inserendolo in un ambiente apparentemente tranquillo e familiare (il forno) per aumentare il contrasto (evientemente ironico) con la porta dell'inferno.
Come nel commento precedente ho avuto problemi con la frase "nonostante le ustioni le lodi e i rimbrotti" e nella presenza/ruolo di Marisa. Forse, poi, mancano un po' di parole nella creazione della suspence e della curiosità nei confronti dell'angolo buio e proibito...sembravi più interessata al lavoro nel forno che all'elemento di mistero^^

6) Il saluto del sole, di Giancarmine Trotta
complimenti per la scelta dell'argomento e per l'interpretazione originale del tema, chiara anche se non lo avessi esplicitato con l'ultimo paragrafo (che nella descrizione di Milano poteva semplicemente essere utilizzato per introdurre quello precedente, che secondo me nella formulazione attuale soffre un attimo lo stacco netto dalla storia precedente).
Buona la gestione della storia di Amir fin all'inizio, nel suo quoditiano di cacciatore e soprattutto il far concludere la sua storia nel racconto diretto del nonno!

7) Una notte romana, di Polly Russell
Bello l'inizio, la descrizione efficace dell’inseguimento e la costruzione dell’atmosfera thriller. Anche secondo me il finale con il volantino sgonfia improvvisamente tutto il lavoro iniziale: l'equivoco può essere anche interessante, ma la risoluzione con volantino sa in effetti un po' di barzelletta forse, magari è una questione di gusto personale.

8) Mancato appuntamento, di Alessandra Corrà
del tuo racconto mi è piaciuta la voce narrante, non solo molto vera ma anche coerente con lo stile che hai. Anche la storia è semplice ma carina, con l'ombra che si nasconde dietro un semplice e banale episodio di vita quotidiana.
Trovo tuttavia molta difficoltà a riscontrare l'attinenza col tema: leggo nei commenti precedenti il riferimento al quartiere in cui si muove (ma ci passa solo e non fa parte della storia e non è neanche nascosto è solo...buio) e agli angoli bui dentro ognuno di noi... ma il tipo non sembrava affatto nasconderlo il suo angolo visto come ha finito per sfogarsi sul gatto ma soprattutto come già ne parlavano le amiche di lei.

9) Una corsa nel parco, di Giuseppe De Micheli
Mi piace l’idea del racconto e l'interpretazione del tema degli angoli ciechi in modo più astratto.
Per quanto riguarda lo sviluppo devo ammettere che l'ho dovuto rileggere per capire bene i rapporti tra i personaggi, in particolare - credo - perché va bene che si svolga tutto nella mente del protagonista ma in alcuni passaggi il confine tra realtà e fantasia più che volutamente ambiguo resta confuso. Guarda per esempio il passaggio
"Dalla penna uscì una nuvola di gas nervino e di virus letali.
Una signora apparve accanto alla bambina."
Prima di questa frase avevi introdotto le immagini stranienti con "lui vide", poi sembrano semplicemente accadere, infine anche la madre non si avvicina ma semplicemente "appare", come se anche lei fosse una visione...insomma o non ho capito io ed è tutto immaginato (ma a questo punto mi immagino che anche le frasi di bambina e signora dovrebbero essere...più determinanti in questo senso) oppure non colgo dov'è il confine.
Il finale è interessante, ma perde molto di forza con la frase in cui sottolini che loro non le vedevano...era già evidente sia al lettore che - mi immagino - al protagonista.

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angelo.frascella
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Re: Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#5 » giovedì 19 gennaio 2017, 23:01

Acciderbolina! Credo che questa sia una delle classifiche più difficili da stilare per me da quando partecipo a MC. Forse per merito del tema interessante, ma sicuramente per merito degli autori, i racconti sono tutti interessanti e piacevoli e anche provando a "oggettivizzare" i parametri guardando gli aspetti tecnici, non riesco a ottenere un risultato che mi soddisfi.
Dunque non posso che affidarmi al gusto personale per definire un minimo di graduatoria (ma le differenze fra le varie posizioni sono davvero infinitesimali). Comunque, eccola qua:
[PS mi affido al messaggio per il formato, ma ho un dubbio: il nome ce lo posso mettere?]

1) Nogai
2) Vicoli
3) Una corsa nel parco
4) Silenzi
5) Il saluto del sole
6) Panchina con belvedere
7) Una notte romana
8) Mancato appuntamento
9) Fragrante di forno

Ed ecco i commenti:


Nogai, di Fernando Nappo

Questa volta ci presenti un racconto molto diverso dai tuoi soliti (se avessi dovuto indovinare di chi era avrei fatto fatica ad attribuirlo a te), una storia lieve e delicata di un vecchio generoso e un bambino gentile in un contesto di povertà. All’inizio ho fatto fatica a vedere il tema, ma pensandoci ho attribuito il punto cieco a quelle vicende quotidiane positive che non fanno notizia, fra le pieghe di una grande città sempre di fretta. E proprio quell’indugiare sui dettagli e l’assenza del “male” da questa scena sembra voler evidenziare il contrasto con la grande città appena nominata, ma che incombe sulla scena con tutto il suo peso, perché è nelle nostre teste (per tutto il tempo della lettura sono rimasto in attesa che la magia si spezzasse e il vecchio si rivelasse, per esempio, un pedofilo…). Proprio per questo, pur essendo tutto sommato lontano dai miei gusti, ho apprezzato questa piccola storia felice.
+ : lo stile, l’atmosfera, l’alchimia dei personaggi, i buoni sentimenti, funziona nonostante l’assenza di un conflitto
- : l’assenza di un conflitto vero e proprio, che di solito è il cuore della narrativa (lo segnalo perché, su uno spazio più lungo, probabilmente il racconto non reggerebbe)

Vicoli - di Viviana Tenga

Ciao Viviana,

Bella interpretazione del tema: un vicolo in cui esprimere un desiderio una sola volta. Sarà vero? Avrà davvero passato l’esame di Fisica II per merito del vicolo? Il racconto gioca abilmente con l’ambiguità di una simile verità senza dare risposte. Anche se non è intenzionale, mi piace l’interpretazione dell’incapacità del protagonista di andare oltre l’urgenza e sognare “un po’ più alto”… per quanto considerando il tempo che mi ha fatto perdere quell’esame, non è che riesca a biasimarlo più di tanto :)
Una sola annotazione: la scelta di usare il presente, mi pare, in questo caso, poco efficace. Il presente è un tempo che comunica urgenza e si sposa bene, secondo me, con racconti più d’azione o di suspense. In questo caso, invece, fa sembrare alcuni passaggi eccessivamente didascalici e colloquiali (”Qualche mese dopo, Davide torna a cercare il vicolo…”). Secondo me, il passato remoto sarebbe stato più efficace.
+ : l’idea, l’ambiguità della magia del vicolo (vera o supertizione), la scelta di Davide e le conseguenti riflessioni (anche quelle inizialmente non previste da Viviana :)
- : l’uso del presente

Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli

Racconto interessante e piacevole, che pone un bel dilemma morale stile "Finché c'è guerra c'è speranza" e lo lascia aperto. Cosa farà l'ingegnere, dopo il rimprovero dei dirigenti? Andrà avanti? Si dimetterà? Rimarrà nell'azienda cercando di boicottarla? Non lo sappiamo.
Da alcuni indizi che dai, ho l'impressione che mamma e bimba non siano "reali" (la mamma appare all'improvviso e, dopo aver messo il dubbio al progettista afferma "quello che dovevamo fare l'abbiamo fatto). Spiriti, forse? O comunque altre creature sovrannaturali? Questo è un altro punto che rende interessante il racconto.
Ti segnalo un bel po' di refusi all'inizio della scena della riunione (dagli "invesrtimenti" ai punti messi al posto delle virgole alla virgoletta mancante in chiusura di un dialogo).
+ : riesce a parlare di un tema importante portandolo sul dilemma morale e non sulla retorica, il dubbio su chi siano la bimba e la madre (persone o creature sovrannaturali), il finale aperto che lascia decidere a lettore la soluzione del dilemma
- : un po’ di refusi nella parte centrale

Silenzi di joshua

Bel racconto, semplice è pieno di immagini (forse qui e là da rifinire un po') e con poche spiegazioni. Cosa cerca Orazio, in quella casa? Perché ha la valigia? Un ricordo d'infanzia o vuol partire per l'aldilà? E alla fine si suicida? (direi di sì, ma dal testo non è esplicitato). A proposito: bella l'immagina finale. Però è giusto che sia così, perché il racconto funzione bene in questo modo e non è detto che si debba dire sempre tutto a lettore. E poi queste spiegazioni non le ha nemmeno il narratore e la verità rimarrà solo nella testa di Orazio. A noi non resta che tentare di interpretare i fatti.
Ti segnalo un po' di problemi con la gestione degli spazi (che a volte mancano e a volte ce ne sono dove non necessari)
+ : racconto ricco di suggestioni in cui molto è lasciato all’interpretazione del lettore, bell’approccio stilistico
- : in alcuni punti andrebbe un po’ rifinito

Il saluto del sole di Giancarmine Trotta

Buona interpretazione del tema, in cui i punti ciechi sono quelli nascosti fra le luci della nostra città, ma anche quelli della storia e dei soprusi verso determinate popolazioni che continuano a ripetersi anche oggi.
Giusto qualche appunto stilistico:
- ci sono un paio di “d” eufoniche davanti a vocale diversi “ad un” “ad essere”: ricordati che sono il Male! (esagerazioni a parte, all’inizio mi sembrava strano, ma la prosa moderna le rifiuta e lo fa a ragion veduta).
- impallidire è intransitivo: quindi la Luna non può impallidire il volto del vecchio
- c’è un passaggio in cui, pur rimanendo uguale il soggetto, lo chiami in due modi diversi: “Il mercante strappò le misere vesti del giovane per mostrare il busto e sorrise avidamente di fronte ai pettorali scolpiti. Mr. Taylor lo guardò negli occhi, pronunciando una sola parola: “Jack”. Questo mi ha un attimo mandato in confusione facendomi credere che parlassi di due persone diverse. Meglio togliere Mr. Taylor all’inizio della seconda frase e legarla alla prima, magari con un “Poi”.
+: tema interessante. La gestione della sequenza complessa di avvenimenti, nonostante il poco spazio
-: alcuni passaggi da rivedere


Panchina con belvedere di Ambra Stancampiano

Bella l’idea della panchina trappola proveniente da chissà quale dimensione, in cui l’unico modo di liberarsi è convincere un altro a sedersi (un po’ come in quel mito in cui Atlante cerca di appioppare il peso del cielo a Eracle). La realizzazione è buona e la sorpresa arriva a buon segno. Ti segnalo una cacofonia nella ripetizione “Dal belvedere posso vedere”. Inoltre non mi piace la scena del cellulare che cade e rimbalza, che fa sembrare, per un attimo, il racconto un episodio di Tom e Jerry.
Unico dubbio: perché gli amici non riescono a vedere la panchina? Mi spiego meglio: dalla frase della ragazza (erano dieci anni che nessuno passava da lì) mi sarebbe venuto da pensare che chi sta sulla panchina non può vedere chi non vede la panchina. Nel finale mi sarei aspettato perciò di vedere l’amico invecchiato (sono passati dieci anni e la panchina ridà la possibilità al ragazzo di effettuare uno scambio). Così mi sembra meno coerente

Una notte romana di Polly Russell

Racconto piacevole il tuo, anche se scritto mentre cenavi con gli ospiti. La prima parte forse soffre di un ritmo un po’ monotono dovuto alla sequenza troppo lunga di frasi brevi, ma descrive comunque in modo efficace l’inseguimento, costruendo l’atmosfera da thriller che permea buona parte del racconto (escluso il finale). Se il finale poi strappa un sorriso, devo dire che qui il racconto un po’ si sgonfia (ma forse è questione di gusti personali) quando si svela l’equivoco. Aggiungo che sono stato un bel po’ a lambiccarmi il cervello per capire cosa fosse il “Trauma”. Credevo che si trattasse di un termine steampunk (genere che conosco poco), ma non ne trovavo traccia su Internet. Poi mi sono chiesto se non fosse un indizio che ciò che vedevamo non era ciò che sembrava: la protagonista aveva sbattuto la testa e le visioni che aveva erano frutto di un trauma (e quella porta ne era la via di fuga?).
Solo il commento di Alexandra Fisher mi ha svelato l’arcano. Forse è un limite mio, ma essendo un nome poco adatto a un locale (salvo, immagino, per locali stile heavy metal), forse un nome più classico aiuterebbe il lettore “medio”.
Ti segnalo un refuso: “color color ottone”

Mancato appuntamento di Alessandra Corrà

Una storia semplice: una ragazza innamorata del classico bastardo, nonostante le avvertenze delle amiche (altro classico) scopre che è stato ucciso da un vicino. Nell’insieme è piacevole e l’approccio che hai scelto funziona. Mi convince poco che un vecchio che ha difficoltà a reggersi in piedi abbia avuto la meglio su un giovane uomo, probabilmente palestrato. Inoltre ho un dubbio logico: lui soi stava preparando per uscire con un’altra, quando è giunto l’assassino? Altrimenti non si spiega l’SMS.
Una nota: per i dialoghi non si usa il segno meno “-”, ma il trattino lungo (questo “–” oppure questo “—”).

Fragrante di forno di Chiara Rufino

Il tuo racconto mi sembra incompleto, come se qualcosa ti fosse rimasto nella tastiera: abbiamo un panificio, come tanti altri panifici. In questo panificio c’è un angolo misterioso che contiene una specie di demonio mangia uomini. Il padrone lo sa? Se sì, perché si limita a dirgli “guarda, non pulire lì” invece di incutergli un sacro timore (l’effetto vaso di Pandora avrebbe funzionato in modo molto più efficace di fronte a un divieto grosso come una casa)? E soprattutto, perché rimane in un locale così pericoloso, invece di scappare via terrorizzato? Avrebbe senso se lui ci guadagnasse qualcosa, avesse una specie di patto con quel demone (o magari fosse anche lui una creatura mostruosa sotto mentite spoglie). Ma non c’è traccia di tutto ciò nel tuo racconto. Allora magari non lo sa. Ma allora perché metterlo in guardia contro un angolo del locale? E, se un sacco di gente è sparita misteriosamente da lì, come mai non ci sono torme di poliziotti a indagare?
Insomma, così come la storia non regge e sembra che manchi una parte importante del racconto per renderlo coerente.

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Vastatio
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Re: Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#6 » lunedì 23 gennaio 2017, 13:57

Premessa: per questa edizione non ho considerato troppo "fiscale" l'aderenza al tema.
I vincoli erano tanti e, in alcuni casi discutibili, per dei racconti da 3000 caratteri in cui, magari, bisognava infilarci anche un po' di storia.
Detto questo, un racconto in cui io NON ho trovato il tema, per quanto bello, di sicuro non entrerà nel mio podio.

Classifica

1. Nogai
2. Una notte romana
3. Panchina con belvedere
4. Silenzi
5. Vicoli
6. Il saluto del sole
7. Mancato appuntamento
8. Una corsa nel parco
9. Fragrante di forno




Una notte romana

Ciao,
la prima parte mi è piaciuta, buona tensione e empatia verso la protagonista. Comincio a staccarmi da lei quando ribatte un "è mezz'ora che mi seguite", la trovo troppo rilassata come frase dopo l'agitazione/panico che mi hai messo addosso.
Sempre legato al momento concitato e "notturno" trovo disturbante specificare i rami "d'edera" o lo slargo in "arenaria". Dettagli che sviano la mia attenzione e che non noterei/riterrei importanti, anzi, lasciarli in sospeso creerebbe più ansia.
La fine mi ha esaltato e deluso.
Esaltato quando hai tirato fuori Trauma come nome del locale, interpretabile in una chiave di lettura che trasformava il racconto in una possibile seduta di psicoanalisi/ipnosi per superare magari un evento del passato... deluso perché con l'ultima frase mi butti invece nella realtà e disintegri quella interpretazione, relegando il tutto a una manifestazione steampunk (già chiara per le maschere degli "inseguitori").
Tema non saprei, ha tanti di quei vincoli il tema che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti. Direi comunque che ci stai.


Nogai
Ciao,
Il racconto mi è piaciuto, semplice e senza colpi di scena che rovinino l'atmosfera che crei. Il problema è che "dimensione" dare al vecchio. Se da una parte avrei apprezzato che mi anticipassi in qualche modo che la casa è di "tipo tradizionale" cinese/giapponese (quindi con carta di riso utilizzabile per riparare un aquilone) che mi ha parecchio spiazzato, dall'altra il fatto che il vecchio "conosca" il nome di Nogai, che non si è mai presentato, mi porta a credere che possa essere una specie di "vecchio mago" (e quindi il parlare col vento alla fine può assumere anche una interpretazione mistica, visto il contesto e il nome del vecchio). Oppure è semplicemente un vecchio che conosce i nomi dei bambini
Non so se volessi creare questa ambiguità o se questo è il "problema" che citi nel tuo commento, decidi tu se i tuoi intenti sono stati raggiunti.
Tema non saprei, ha tanti di quei vincoli il tema che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti.

PS: sembra un racconto perfetto per l'iniziativa di Lezere (scaduta ormai ai primi di gennaio) per un racconto incentrato sul vento. Prova a chiedere a Puddu, magari ti accettano in ritardo


Panchina con belvedere
Ciao,
l'idea del tuo "pozzo" è carina, peccato che tu decida di non svelare l'unica cosa che mi interessa sapere e che, in questo modo, riduce di molto la forza del racconto.
PERCHE` Piero riesce a vedere la panchina? Quale è la condizione scatenante che rende visibile la panchina, anche per brevi periodi, e quindi possibile lo scambio?
Riuscire a inserire questo elemento nel racconto (e renderlo originale/interessante) sarebbe il top. Così, affidandosi solo a un "caso", beh... mi deprime il sense of wonder.
Un altro aspetto, minore, che mi ha lasciato un po' perplesso è la "razionalità" di Piero quando gli fai dire "Del resto, neanch’io sentivo la ragazza.", mi sembra un po' presto per questa calma, considerando la situazione in cui è in quel momento. Affermazione ch epoi fa a pugni con la frase di sotto in cui afferm ach euno lo ha sentito (ma se ha appena stabilito e compreso che non lo sentono).
Tema non saprei, ha tanti di quei vincoli il tema che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti. Dovresti più o meno prenderli tutti.


Il saluto del sole

Ciao,
un bel racconto che ha perso un po' di potenza per alcune imperfezioni che, limate, lo farebbero brillare.
Intanto ottima la struttura a flash sulla vita di Amir, ci starebbe bene un piccolo accenno alla sua cattura per rendere meno "brusco" il salto al secondo blocco (per quanto i "cattivi presagi" aiutino).
I passaggi di tell/show/show/tell/show/tell un po' mi hanno destabilizzato, avrei preferito un'alternanza più "armoniosa".
La scelta del titolo non mi è piaciuta, intanto ti obbliga a spiegare cosa sia il "saluto del sole", ma poi, non è che sia così centrale nel racconto, anzi, lo è più la Luna (che si contrappone al Sole nell'immaginario comune).
La frase finale è orrenda. La trovo una paraculata per giustificare l'aderenza al tema (Milano, New York, Singapore... cosa cambia?) peraltro inutile visto che il blocco precedente già ti sistema per buona parte di esso.
In ogni caso il tema ha tanti di quei vincoli il tema che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti.



Fragrante di forno
Ciao,
non riesco a capire se hai voluto fare un nonsense horror di serie z, di quelli che mandavano in seconda serata su Italia 1 d'estate anni fa (ma in quello Marisa avrebbe avuto le tette di fuori) o se semplicemente hai messo insieme tutti gli ingredienti senza mischiarli tra loro.
Manca un legame "logico" praticamente con tutto e tutti.
Perché lì c'è un demone (ci dici cosa fa, ma non se ci sia un motivo, come le leggende giapponesi ad esempio), perché il padrone sembra sapere del pericolo (il padrone da "da mangiare" al demone?), perché notare un esserino nero in un angolo che balla non ti sorprende, perché lui è così "idiota" (vabbé, si uniforma allo standard da film horror), perché un angolo tu lo chiamo punto cieco (a parte per rendermi evidente il tema nel caso avessi panna al posto di mielina).
L'idea non è male, ma unisci i punti e prendi una decisione sul livello di "senso" che deve avere il tutto.
Il tema ha tanti di quei vincoli che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti, ma ci tieni a indicarmelo col freccione lampeggiante.


Vicoli
Ciao,
ho trovato la prima parte molto bella. Fintanto che mi descrivi i vicoli, ciò che c'è dietro, hai tutta la mia attenzione.
Quando arrivi alla scoperta del vicolo mi crolla tutto. E' chiaro che lui sprecherà il desiderio (sempre che sia reale), ma senza senso trovo che vada cercarlo di nuovo.
Le "regole" gli sono state dette, avrei preferito che cercasse di portarci un amico, che si maledicesse per aver sprecato l'occasione, che cercasse su internet altre città con "centri storici" simili.
In pratica, qualsiasi cosa che ne dimostrasse un cambiamento: il tuo protagonista non ha una crescita.
Carino come chiudi il cerchio con la battuta del cellulare.
Il tema ha tanti di quei vincoli che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti, ma tu riescia stare dentro a tutti, anche se il risultato alla fine lo trovo un po' piatto.


Mancato appuntamento
Ciao,
parti bene e finisci male. La fine mi ha lasciato di sasso, mi aspettavo che ci fosse stato un impedimento indipendente dalla sua volontà (dopo tutto quello che semini all'inizio), ma l'omicidio da parte del vecchio a cui ha ammazzato (davvero?) il gatto è una uscita che non riesco a farmi piacere.
Intanto non riesco a dare un senso alla scena. Lui si sta preparando ad uscire con lei, arriva il vecchio e lo fa entrare in casa (il coltello lo trova sul tavolo)? Io il colloquio/alterco col vecchio me lo immaggino sull'uscio, da quel poco che ci descrivi di lui non me lo vedo proprio.
Poi sei costretta a fare tutto questo spiegone che disintegra tutto quello che avevi costruito prima.
Perché non farlo trovare semplicemente vittima di un incidente stradale, con lei che segue inconsapevole una sirenza di ambulanza.
Non riesco a capire quale sia il contrattempo (ha visto il gatto in cortile ed è sceso ad avvelenarlo?)
Il tema ha tanti di quei vincoli che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti, ma non ne trovo nemmeno uno.


Una corsa nel parco
Ciao,
una presa di coscienza un po' tardiva e, sinceramente, mal gestita.
L'incontro iniziale nel parco, che si conclude con un ottimo "quel che dovevamo fare l'abbiamo fatto", funziona: usi delle immagini che fanno già intuire, se non capire, che non è reale (a meno di ipotizzare esperimenti dei nanodetonatori ad armi chimiche nel parco sotto casa).
La parte successiva è un disastro. Sorvoliamo sulla marea di refusi (tanti anche per un contest come MC, dove di norma perdono questo genere di errori, ma tra punteggiatura e conocrdanze qui si sprecano), ma riutilizzare mamma e figlia è una caduta di stile. Avevi la penna stilografica, bastava quella. Il Presidente poteva averla e innescare (applausi) così il ricordo dell'evento.
Trovo anche abbastanza fuori luogo che "un ingnegnere" (occhio che "un ingnegnere" in realtà è il nostro protagonista, non uno dei tanti che passano l'esame di stato), per quanto sia sia appena reso conto che lavora in una ditta che fabbrica mine, ha lavorato su un detonatore, è davanti al consiglio si metta a parlare di pace.
Avrei piuttosto "preferito" che lo svitare il cappuccio richiamasse, piuttosto, un atto "suicida" dell'ingegnere che con un nanodetonare (magari nel suo portatile, l'incartamento fa un po' a cazzotti con i nanodetonatori), facesse saltare tutto il consiglio di amministrazione. Allora sì, il discorso sulla pace potrebbe essere il suo tentativo (abbastanza ingenuo) di offrire un'ultima possibilità di redenzione.
Anche la domanda su "voi non le vedete?" in questa ottica avrebbe più senso, considerando mamma e figlia come "la luce della ragione". Però non percepisco questo intento suicida.
Il tema ha tanti di quei vincoli che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti, ma probabilmente li hai presi.



Silenzi
Ciao,
ho riflettuto parecchio per capire cosa non riuscissi a farmi piacere di questo racconto che non fosse solo gusto personale (personalmente non amo le storie con protagonisti con deficit mentali, il paraculismo è sempre dietro l'angolo). Alla fine credo di averlo trovato nella incongruenza del narratore. All'inizio ha un registro calmo, dolce perfino poetico (molto belle alcune frasi) per poi scivolare in "cazzi e puttane" come se piovesse e ritornare poetico e compassato alla fine.
Occhio ai numeri: tre non 3, anche se risparmi due caratteri, idem per i cento chili. Un numero andrebbe mantenuto tale solo se ha una valenza significatova o se è parte di un codice, ecc.
Per il resto la storia è bella e resa bene. Bello il confronto tra queste due persone e l'immagine della valigia, come indizio che Orazio quel giorno sarebbe partito.
Il tema ha tanti di quei vincoli che non so quali siano interpretabili e quali vincolanti, ci tieni a menzionarlo (cosa che trovo sempre di cattivo gusto), così non ce lo perdiamo.

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willy
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Re: Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#7 » mercoledì 25 gennaio 2017, 18:04

Ecco la mia classifica. Bravi a tutti i partecipanti, la mia frase di rito è sempre valida: non è mai facile decidere le posizioni dei racconti perché ognuno interpreta la traccia a suo modo. È bello proprio vedere tutti questi punti di vista variare a seconda della penna. Bella edizione!

1) Vicoli, di Viviana Tenga
2) Nogai, di Fernando Nappo
3)Il saluto del sole, di Giancarmine Trotta
4) Silenzi, di Joshua
5) Panchina con belvedere, di Ambra Stancampiano
6) Fragrante di forno, di Chiara Rufino
7) Una notte romana, di Polly Russell
8) Una corsa nel parco, di Giuseppe De Micheli
9) Mancato appuntamento, di Alessandra Corrà

1) Vicoli, di Viviana Tenga
Ciao Viviana, ottimo racconto! C'è qualcosa nel modo in cui scrivi che mi fa camminare col ragazzo in mezzo al dedalo di vicoli, non chiedermi cosa sia, forse le descrizioni o le sensazioni provate dal giovane. Fatto sta che mi ci sono trovata bene. C'è anche quel filo di magia senza esagerazione che fa sparire lo stretto vicolo dei desideri. La maggior parte dei ragazzi avrebbe agito nello stesso modo di Davide, penso. Sia perché non ci crede, sia per quel voler tutto e subito che ricordo con molta chiarezza di aver provato anch'io. Bella prova!

2) Nogai, di Fernando Nappo
Ciao Fernando, ma che bello il tuo racconto! L'ho letto volentieri arrivando alla fine in un lampo e con molte sensazioni positive, e già questo mi sembra un traguardo. Devo dire che la storia si presterebbe a un racconto più lungo che possa sviluppare appieno le potenzialità che si sentono affiorare, sia dalla situazione, sia dai personaggi che in pochi caratteri hai pennellato bene. Il tema non è centrato in pieno, ma te lo fai perdonare...
Alla prossima!

3) Il saluto del sole, di Giancarmine Trotta
Ciao Giancarmine,
racconto molto incisivo, il tuo. Bello il modo in cui hai saputo fondere passato e presente, anche un po' triste, se vogliamo, perché se di anni ne sono passati tanti, la situazione non è poi cambiata così tanto. Forse è questo che volevi far emergere dalla tua storia, o sono io che ho recepito il messaggio in questo modo.
Un angolo buio che lascia filtrare un filo di speranza. Bel messaggio. Per quanto riguarda la forma ho visto che ti hanno già fatto notare alcune piccolezze. Per me tema centrato e un buon lavoro.

4)Silenzi, di Joshua
Ciao Joshua, non so come commentarlo questo tuo racconto. Mi è piaciuto moltissimo perché i personaggi sono più che mai concreti, a mio parere. E allora le sbavature passano in secondo piano. Sembra scritto di getto, o magari questo è il tuo stile, ed emergono i sentimenti in maniera forte. 
Un consiglio: un accenno di linguaggio scurrile dà una pennellata di colore al personaggio e lo fa apparire più definito, ma troppe parolacce finiscono per appesantire il testo, e questo non perché io sia bacchettona, intendiamoci. Altro suggerimento, scrivi meno, ma cerca di essere il più possibile chiaro. Quello che è nella tua testa non sempre arriva anche a chi ti legge. Complimenti per come hai saputo dipingere Orazio, un buon lavoro.

5)Panchina con belvedere, di Ambra Stancampiano
Ciao Ambra,
mi è piaciuto il tuo racconto, fila via bene. Si sente il ma? Non un "ma" grande come una casa, intendiamoci.
Il fatto è che mi ha fatto sorgere qualche domanda: come fa la donna a sapere il nome del ragazzo? E perché lui non si chiede chi possa essere una volta "intrappolato" sulla panchina? Le risposte possiamo inventarle noi, chiaro; ma io che sono curiosa per natura avrei voluto saperle da te. Detto questo ho gradito le descrizioni e la naturalezza con cui costruisci la scena e anche le dinamiche e l'effetto dei ragazzi che attraversano la panchina. Centrato in pieno il tema con una buona dose di fantasia, brava.

6) Fragrante di forno, di Chiara Rufino
Ciao Chiara,
hai una scrittura fluida che tende a mostrare le situazioni e i dettagli in modo accurato, ma l'insieme non ha l'armonia che serve a far combaciare tutte le tessere del racconto. C'è un punto oscuro, ma ce ne sono anche altri a livello di trama. La mia sensazione è che una storia come questa abbia bisogno di più caratteri, se non altro per spiegare alcune dinamiche "nebulose". Il tema c'è, ma non centrato in pieno. Comunque un lavoro apprezzabile. Alla prossima!

7) Una notte romana, di Polly Russell
Ciao Polly, si sente che hai dimestichezza con le parole, che sai come dare ritmo a una scena e tenere col fiato sospeso... almeno fino a un certo punto. Quando ho capito che non c'era nessun inseguimento è caduta la suspance. Mi sono anche chiesta perché lei non capisse che gli energumeni erano innocui, tanto si sentiva tra le righe. Niente da dire sullo stile, ma l'insieme non mi ha "acchiappato". Chissà, forse il titolo mi ha portata a sperare in qualcosa di diverso. Alla prossima!

8)Una corsa nel parco, di Giuseppe De Micheli
Ciao Giuseppe,
credo che per un racconto di questa portata i caratteri e forse anche il tempo a disposizione siano troppo pochi. L'idea in generale è molto buona e anche il messaggio pacifista che arriva forte e chiaro. L'incipit, però, è un po' confuso, bisogna rileggere per capire che le cose accadute sono tutte nella testa del protagonista. Complimenti, invece, per la fantasia, la trama è davvero interessante.
Avrei evitato di scrivere queste frasi: 

“Ma voi, non le vedete?” chiese.
No, loro non le vedevano.
Alla prossima!

9)Mancato appuntamento, di Alessandra Corrà
Ciao Alessandra, prima i complimenti: bella la tensione che cresce man mano, buone le descrizioni che fai del luogo verso cui la ragazza si dirige, quasi calamitata contro la sua volontà. Notevole anche la fantasia.
Non mi convince l'incipit, forse per le ripetizioni "ero" "era" in questo pezzo...

Ero una persona ottimista, cercavo di vedere il lato buono in ogni situazione. Ma quella sera ero davvero arrabbiata. 
Arriverà, mi ero detta, avrà avuto problemi al lavoro. Avevo provato a chiamarlo, ma era scattata la segreteria telefonica. Ed ecco che dopo un'ora mi era arrivato un sms dove diceva che aveva avuto un contrattempo e non poteva raggiungermi. 
Ero rimasta come una scema con il telefono in mano.
Non era tardi

Da rivedere, a mio parere, lo sfogo troppo "nitido" e descrittivo del vecchio che suona inverosimile in una situazione di grande choc. Magari qualche fotogramma del gatto che l'anziano fa uscire (ad esempio) a inizio racconto avrebbe fatto intuire il suo attaccamento senza bisogno di spiegazioni. Comunque un buon racconto che merita di essere ripreso in mano.

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marco.roncaccia
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Re: Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#8 » mercoledì 25 gennaio 2017, 19:11

Secondo le nuove direttive ecco prima la classifica e poi i commenti.

1. Vicoli di Viviana Tenga
2. Nogai - Fernando Nappo
3. Panchina con belvedere –Ambra Stancampiano
4. Mancato appuntamento di Alessandra Corra
5. Il saluto del sole di Giancarmine Trotta
6. Una notte romana di Polly Russell
7. Fragrante di forno di Chiara Rufino
8. Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli
9. Silenzi di Joshua


Vicoli di Viviana Tenga

Ciao Viviana,
Complimenti per come riesci a rendere l'ambientazione. Credo che se anche non sapessi di dove sei, mi sarei sentito nei carrugi di Genova. Forse perché lì mi sono trovato in una situazione di disorientamento simile. Per fortuna avevo una guida migliore di un cellulare costoso. Sei riuscita a dire senza dire, a definire pur lasciando aperte le possibili interpretazioni. Mi sembra una buonissima prova.

Nogai - Fernando Nappo
Ciao Fernando, mi piace molto il tono e il ritmo del tuo racconto.
Rende bene il volo di un aquilone in un giorno con il giusto vento. Io ho ravvisato il tema nella “invisibilità” di episodi quotidiani come questo in cui un vecchio e un bambino si trovano, grazie al caso, o meglio, al vento a condividere un momento positivo. Non c’è la città italiana, è vero, e il vecchio, misteriosamente o per errore conosce il nome del bambino. Tutto sommato però la cosa non mi disturba, essendo il senso del racconto chiaro.


Panchina con belvedere –Ambra Stancampiano
Ciao Ambra,
mi è piaciuta molto l’idea di fondo del tuo racconto. Ho trovato, però, nella lettura, qualche ostacolo al ritmo. Oltre a quelli già segnalati, a me, ad esempio, crea problemi: “sono in una via qualsiasi di una qualsiasi città di provincia”. Penso che una frase del genere non aiuti il lettore a entrare nel racconto. Sono piccole cose che forse potrebbero essere rese meglio e che, a mio avviso, darebbero una marcia in più a un racconto che comunque mi sembra buono.

Mancato appuntamento di Alessandra Corra

Ciao Alessandra, un buon racconto, il tuo, con alcune cose da rivedere, sia in termini di forma (per esempio io toglierei la storia della neve che lava le miserie dell'uomo), sia dal punto di vista logico (la storia del messaggino, soprattutto). Il personaggio è convincente e la storia ben sceneggiata, al tema hai pagato il giusto tributo.

Il saluto del sole di Giancarmine Trotta
Ciao Giancarmine. Complimenti per come hai declinato il tema. In maniera molto originale. Quello che normalmente non apprezzo in un racconto breve, o brevissimo, salvo eccezioni, è la divisione in blocchi con salti spazio temporali e con cambi di punti di vista. La giudico una struttura eccessivamente complessa per il numero di caratteri a disposizione. Il lettore (o meglio il lettore che è in me) non fa in tempo ad ambientarsi in Africa, che si ritrova in Virginia e poi a Milano. Quest’ultima location, poi, che dovrebbe essere centrale, rispetto al tema la liquidi con un “Milano era colma di luci, colori, suoni.” Un peccato, a mio avviso.
A rileggerci!

Una notte romana di Polly Russell

Ciao Polly,
Tra le tue prove questa la catalogo tra le meno convincenti. Per carità ... il manico, come si suol dire, c'è tutto, soprattutto nella prima parte di azione. Quando però il quadro si chiarisce, ci si ritrova con un finale abbastanza telefonato. Leggo dai commenti che la sera di mc eri impegnata in altre faccende, quindi, in ogni caso, complimenti per le tue facoltà multitasking


Fragrante di forno di Chiara Rufino
Ciao Chiara, la tua storia ha una buona voce narrante e un ritmo adeguato. Quanto al tema, bene per il punto cieco anche se non emerge molto la città italiana. Quanto alla struttura abbiamo, a volerla dire con Propp, il divieto, l'infrazione del divieto, punzione. Mi sembra che dal punto di vista della trama tutto arrivi in maniera abbastanza automatica, forse troppo. Non capisco perché una panetteria (quella panetteria) nasconda un accesso All'inferno vigilato da un demone e quale sia esattamente il compito di questo. Insomma, fossi in te, complessizzerei un po' se no sembra una favola con la semplice morale: non disobbedire.

Una corsa nel parco di Giuseppe De Micheli
ciao Giuseppe,
Non ti nascondo che ho qualche difficoltà con il tuo racconto. La mia incredulità non si sospende nemmeno con il decesso quando una bambina, irrorata di gas nervino, in una scena, me la ritrovo a conversare amabilmente con la mamma in quella successiva. Per me non regge anche se è una scena immaginaria. Gestito meglio poteva essere un buon racconto. L'idea di fondo non mi dispiace.

Silenzi di Joshua

Ciao Joshua, il maggior pregio del tuo racconto è la definizione dei personaggi. Il maggior difetto è il fatto che non sia chiaro dove vadano e perché. Leggo da un tuo commento che è fondamentale l'aspetto simbolico. Personalmente lo considero un terreno parecchio spinoso e infatti a me le cose simboleggiate non arrivano se non nel già citato commento. Probabilmente il limite è mio. Fai attenzione, molte delle considerazioni su Orazio sembrano più dell'autore che non del personaggio.

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jimjams
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Re: Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#9 » mercoledì 25 gennaio 2017, 23:02

Classifica:

1. Silenzi - Joshua
2. Panchina con belvedere - Ambra Stancampiano
3. Una notte romana - Polly Russell
4. Vicoli - Viviana Tenga
5. Nogai - Federico Nappo
6. Mancato appuntamento - Alessandra Corrà
7. Il saluto del sole - Carmine Trotta
8. una corsa nel parco - Giuseppe De Micheli
9. Fragrante di forno - Chiara Rufino


1. Silenzi - Joshua
Al di là di ogni considerazione tecnica trovo questo racconto bellissimo. Non voglio dire poetico perché sarebbe banale, ma dolce, delicato e al tempo stesso terribile. Catturare la follia è una cosa difficile, catturare il disagio mentale, la profondità della mente. In qualche modo questo raccontino da 3000 caratteri riesce a darci uno scorcio di questo, ci riesce bene. Il tema centrato due volte, perché il punto cieco è tra i vicoli ma anche dentro noi stessi, dentro il povero Orazio. Complimenti.

2. Panchina con belvedere - Ambra Stancampiano
Parto dicendo che questa centra il tema in maniera meravigliosa. L'idea mi piace molto, c'è un posto da qualche parte che ha bisogno di qualcuno che vi sia vincolato, questa panchina, non sappiamo perché ma non importa, vuole il suo ostaggio. Ed ecco che il nostro amico ci capita per caso e rimane intrappolato. Alcune cose però mi suonano male. La prima, lei conosce il suo nome, lo chiama Piero. Poi direi che "che scherzo di merda" è minimizzare :-) E infine, ma è forse il suggerimento che considero più importante, non serviva secondo me la storia del cellulare a chiudere. Bastava l'amico che gli passava attraverso.

3. Una notte romana - Polly Russell
Racconto molto grazioso, idea che si percepisce fin da subito come direzione ma che rimane piacevole e mette in risalto un aspetto di vita reale che i maschi tendono a non avere in mente: una donna si sente sempre in pericolo. Qualche trucchetto mi ha fatto sorridere ("dalla scollatura alla punta dei piedi" per infilare dentro la descrizione del vestito). Niente da dire sul ritmo e sulla costruzione della storia. Ma con me vai sempre bene perché per certi aspetti ci somigliamo come stile. Noto che il vapore ormai scorre in MC :-)

4. Vicoli - Viviana Tenga
"è che proprio li hanno fatti apposta così" mi suona strano. devii non devi. Carina la storia, scorre bene e ha un equilibrio. Sul finale ho una perplessità, perché anche se lo avesse ritrovato il desiderio, l'unico disponibile, era già andato, ma ci sta, magari uno un tentativo lo fa lo stesso e mi piace l'idea di non riuscire in nessun modo a ritrovare il posto. Tema ovviamente centrato.

5. Nogai - Federico Nappo
Qualche piccolo gioco con le parole all'inizio che non so sia voluto ma forse andrebbe sistemato (diede corda, chiese corda, la corda si tese). Vecchi invece di vecchio. Tolti di mezzo i refusi resta una storia delicata e di stile orientale, una piccola perla di saggezza. Non ho ben capito il mandarino, forse un piccolo richiamo al piacere di condividere. Per quanto breve riesce a contenere tutto quanto serve, piccola parabola, storia e morale. Insomma non mi sembra affatto male. Anche il tema è abbastanza centrato, con un'ottica originale.

6. Mancato appuntamento - Alessandra Corrà
Un racconto drammatico, merce non troppo diffusa tra di noi. Qualche piccola ingenuità di vario tipo (la è maiuscola se usi il giusto carattere ti fa risparmiare anche un prezioso spazio) . Un pochino per me irreale l'incontro con l'assassino, sia per i tempi, sia per la solerte confessione, tra l'altro una scena difficile da descrivere. Di buono c'è una storia nera, persino realistica, che coglie alcuni aspetti dell'umanità odierna.

7. Il saluto del sole - Carmine Trotta
La compressione necessaria a contenere la storia in 3000 caratteri ha fatto qualche danno, mi pare, ma il risultato è comunque comprensibile. Percepisco alcune cose come leggermente forzate, ma apprezzo l'intento. Il tema lo vedo un po' tirato, ma comunque presente. Fossi in te lo amplierei questo racconto, aggiustando un po' anche le forzature, potrebbe trovare posto in qualche concorso se lavorato bene.

8. una corsa nel parco - Giuseppe De Micheli
Qualche piccolo refuso (invesrtimenti, l'uso di corridore non è ideale). Buona idea, con un'ingenuità di fondo, perdonabile, perché quando si inventa qualcosa del genere gli usi civili e quelli militari sono sempre paralleli e inevitabili. Però il lettore si lascerà facilmente convincere dalla morale della storia che quindi funziona comunque. In fondo quello che viene raccontato è il conflitto interno di questo ingegnere combattuto tra il business e la consapevolezza della sua devastante azione.

9. Fragrante di forno - Chiara Rufino
Un racconto senza lieto fine, povero garzone :-) Qualche imprecisione, secondo me, tipo "i suoi erano contenti e finalmente avrebbe". Al di là dei refusi e delle opinioni sullo stile, credo che l'idea potesse essere elaborata meglio. Mi vengono alcune domande: perché c'è un demone? Cosa ci guadagna il fornaio? Non che si debba rispondere a tutte le possibili domande, lungi da me dire questo, ma potevano essere spunti per arricchire il racconto. Insomma, idea interessante, realizzazione forse migliorabile.

Aristide Capuzzo
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Re: Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#10 » giovedì 26 gennaio 2017, 14:28

Classifica e relativi commenti:

1. Mancato appuntamento
2. Vicoli
3. Nogai
4. Silenzi
5. Il saluto del sole
6. Una corsa nel parco
7. Panchina con belvedere
8. Fragrante di forno
9. Una notte romana

Mancato appuntamento

Ciao Alessandra,
Il racconto ha un buon ritmo e il gusto del mistero che si scioglie procedendo verso il finale. Farei tentennare un po' di più il monologo del vecchio inserendo puntini di sospensione perché immagino che un uomo fresco di assassinio sia bello che sconvolto (come hai sottolineato) trasmettendo la sua agitazione a tutto il suo essere.
Ciò che mi è piaciuto del tuo racconto è la situazione ordinaria, così come i personaggi, che poco alla volta mutano portando a galla una straordinarietà non troppo inverosimile. A mio parere con queste modifiche può diventare un ottimo racconto.

Vicoli

Ciao Viviana, un'ottima idea la tua, la mia preferita nel gruppo - forse, devo ancora riflettere bene sulla classifica - anche se mi sarebbe piaciuta sviluppata meglio. Nel suo intimo Davide crede alla donna altrimenti non allargherebbe le braccia a toccare i muri, ma allora perché limitarsi all'esame di Fisica 2? Perché non desiderare direttamente la laurea? Una vagonata di soldi? Una notte di follie o di diventare il Presidente? Un ragazzo pensa in grande, segue sogni ambiziosi e a volte crede all'impossibile, come a un vicolo dei desideri.
Ho letto i tuoi commenti in risposta e mi sembra di capire che la tua intenzione fosse quella di fare esprimere un desiderio distratto, allora a questo proposito modificherei la frase della vecchia dandole un tono più autorevole. Ha un linguaggio troppo giovanile e c'è l'imbeccata dell'esame che una volta successo il fatto, va quasi a demolire la componente magica del testo. Una cosa è certa: è difficile rendere un'idea simile in così pochi caratteri, la tua storia merita uno sviluppo più corposo.

Nogai

Ciao Fernando,
Un bel racconto, lieve, la cui prima associazione è stata "Il cacciatore di Aquiloni". A differenza di quello, nel tuo testo la perdita dell'aquilone diventa motivo d'incontro dando toni più leggeri. Majin e Nogai mi sembrano ben caratterizzati dallo scambio di battute e dalle poche azioni che fanno. Sul finale Majin ringrazia ambiguamente, sta parlando al vento o al bambino che gioca lontano? Ciò che traspare è comunque una sorta di rivincita sulla solitudine. Questo punto non sono riuscito a decifrarlo ma non incide sulla buona riuscita del testo. Per quanto riguarda il tema, qui non c'è proprio. L'ho cercato più volte, ma vuoi per la casa tradizionale, vuoi per il gioco degli aquiloni o per entrambe le cose, non riesco a trovare il punto cieco di una città italiana. Il racconto è riuscito ma per la posizione in classifica dovrò riflettere ancora paragonandolo agli altri.

Silenzi

Ciao Joshua,
Il tuo racconto mi risulta di difficile comprensione, criptico. Mi sembra più un tentativo artistico che un racconto di cui avevi preordinato trama e svolgimento. Non che questo sia penalizzante, però fatico a trovare il bandolo della matassa, a fare mie le tue parole. Mi piace il duo ben assortito e anche la corsa forsennata di Orazio è ben descritta. Ma arrivati al climax cosa succede? Niente. Mi hai portato a correre dietro a Orazio imbestialito ma poi mi liquidi con una panoramica del luogo e un ritorno all'infanzia. Forse è un mio problema di comprensione del testo. Un appunto: inizi il racconto al presente e la seconda frase è al passato. "Ricordo ancora Orazio. Erano passati 3 anni dalla sua scomparsa." È un costrutto sintatticamente errato. O al passato "Ricordavo ancora Orazio. Erano passati tre anni (...)"; oppure ti mantieni al presente "Ricordo ancora Orazio. Sono passati tre anni (...)". Personalmente preferisco la seconda alternativa. Quale che sia la tua scelta il resto del racconto può rimanere così com'è. Un altro appunto, positivo questa volta: "il sorriso da muto" è un'immagine perfetta. È precisa e al tempo stesso apre uno spettro interpretativo enorme. Come cogliere il personaggio in quattro parole. La migliore descrizione di un personaggio tra tutto ciò che ho letto in questo contest.

Il saluto del sole

Ciao Giancarmine,
Un racconto amaro che però non mi ha coinvolto nella lettura. Ho sentito molto distacco tra i personaggi e me forse per via della velocità con cui hai deciso di raccontare una vita simile. Avrei preferito leggere anche solo una parte della vita di Amir, così da approfondire quella e lasciare il dubbio su come sia andata a finire. Sarebbe stata più d'impatto (per me) e mi avrebbe fatto immaginare che domani il vecchio avrebbe raccontato un altro pezzo della vita di Amir. Per esempio prima Amir è l'ultimo degli schiavi e poi improvvisamente diventa il miglior servo di Mr. Taylor? Devo sapere come è successo, non mi basta sapere che è andata così. Chiudere con due righe su Milano non serviva anzi, la percepisco come una frase decontestualizzata dal resto. Era sufficiente il tentativo di vendita dell'accendino per svelare un punto cieco. Per quanto sia scritto correttamente e in modo scorrevole, lo reputo un racconto da revisionare in modo abbastanza profondo.

Una corsa nel parco

Ciao Giuseppe,
non amo molto le storie dove l'autore impone a viva forza la sua opinione al lettore e nel tuo questo l'ho sentito molto. Forse per la presa di posizione finale de protagonista. Ma ciò che più stona è la sequenza temporale. Al tuo posto non avrei interrotto un racconto per fargli fare un balzo temporale e narrativo così grande. Sento che un pezzo di storia mi è stato rubato. So che in tremila battute è difficile attaccare il lettore alle righe, ma forse c'è un'espediente per mantenere la trama invariata: cambiare l'intreccio. Siamo nella sala conferenze e parte un flash back sulla corsa al parco e l'incontro. Si interrompe quando il direttore riprende il protagonista perché fissa il muro, dove adesso sono comparse le due. A mio parere funziona meglio di uno stacco così grande in un racconto così breve.

Panchina con belvedere

Ciao Ambra,
il tuo racconto ha uno spunto interessante, però trovo due stili di scrittura diversi. Curato nella prima fase del testo e un po' raffazzonato nella seconda. Sono soprattutto i dialoghi a non piacermi. E credo ci siano troppi improperi in un testo così corto. Non ho ben capito perché il cellulare torna su dal belvedere. La chiusura è buona, lascia intendere che siano gli altri a dover vedere il protagonista e non lui a cercare loro.

Fragrante di forno

Ciao Chiara, mi piace l'ambientazione familiare del forno, uno scorcio quotidiano e comune a tutti in cui pensare di nascondere (o rivelare) un punto cieco è una buona idea. La storia però non mi convince. Mi lascia con troppe domande. Perché esiste questo demone? Perché deve relegare le sue prede alle tenebre del forno? Perché non fugge dalla bottega? Chi è Marisa? Il proprietario dov'è finito? Insomma, mi dispiace ma non mi ha colpito in modo particolarmente positivo.

Una notte romana

Ciao Polly,
Il tuo racconto non mi ha colpito molto. La descrizione dell'inseguimento è sufficientemente verosimile anche se con un po' di accortezze in più la potresti rendere più d'effetto. Un esempio lo trovo in questa frase: "il parcheggio di un carrozziere che conosceva." L'hai detto due righe sopra che conosce quella strada, rimarcando il concetto mi stai inducendo a pensare che tu voglia portarmi in un punto, per poi trascinarmi via con l'escamotage dell'equivoco. E in effetti nel finale giochi sull'equivoco. Credo che per puntare su un finale comico e leggero tu debba calcare di più la prima parte rendendola tesa quasi all'inverosimile. La frase seguente invece mi ha messo in difficoltà. "Il flash del telefono nel portaoggetti dell'auto la paralizzò." Auto? Non mi sembrava avessi parlato di auto fino a questo momento. Sono tutti a piedi, o sbaglio? Poi ho capito che con flash ti riferivi a "ricordo visivo"; però lì per lì ho dovuto rileggerla più volte, fuorviato dall'idea che i telefoni abbiano il flash incorporato. Vedi tu se cambiarla o meno.

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Re: Gruppo CAPTAIN AMERICA: Lista racconti ammessi e classifiche

Messaggio#11 » domenica 29 gennaio 2017, 14:39

Ecco a voi la mia classifica per il vostro gruppo, nei prossimi giorni arriverà anche la news ufficiale con la classifica generale e i finalisti!

1) Vicoli
2) Panchina con belvedere
3) Fragrante di forno
4) Mancato appuntamento
5) Silenzi
6) Il saluto del sole
7) Una notte romana
8) Una corsa nel parco
9) Nogai

Vicoli, di Viviana Tenga
A parte il refuso propria/prossima, il racconto è davvero bello, direi un gioiellino. Bravissima, ho davvero nulla di dirti. Il tema c'è, affrontato alla grande, sia il punto cieco che la collocazione italiana. In più, riesci a esprimere al meglio la tua sensibilità avvolgendola tutto intorno al testo. Un pollice su senza, se e senza ma.
Panchina con belvedere, di Ambra Stancampiano
Molto bello. Un AI CONFINI DELLA REALTA' tutto italiano cui, pertanto, concedo la totale sospensione dell'incredulità e ci sta che accadano cose strane tipo un cellulare che, rimbalzando, torna su. Non ho trovato grossi punti deboli, per me il racconto va bene così. Tema rispettato alla perfezione. Pollice su per me.
Fragrante di forno, di Chiara Rufino
Molto carino il finale, particolare anche quanto lo precede. Tu riesci a mettermi in crisi perché, davvero, hai una visione molto personale. Dovessi fare un commento standard direi che la prima parte va resa un pelo più morbida e vicina alle atmosfere da racconto simil fantasy, però comincio a pensare che noon sia il giusto modo di approcciarti. Tu ti esprimi sui contrasti forti e pertanto ci sta che parti con un tono per poi stravolgere tutto all'improvviso e cambiare totalmente registro. Però attenzione che ogni tanto abbassi la guardia e ti deconcentri troppo, vorrei che lo rileggessi per sistemare dove devi. Tanto per cominciare, quel suo "pensare di notte"... Hai scritto poche righe prima che doveva farsi trovare pronto sul posto di lavoro per le due del mattino, come ogni buon panettiere... Insomma, stride un poco e non va bene, lui di notte non dorme. E intanto che lo rivedi trova il modo per seminare già nella prima parte il personaggio di Marisa. Pollice tendente all'alto per me.
Mancato appuntamento, di Alessandra Corrà
L'sms va eliminato, crea troppi problemi a livello logistico e non sto a enumerarli una volta ancora perché mi sembra siano già stati identificati. Detto questo, il contesto è italiano e il punto cieco è quello dentro ognuno di noi, che non riusciamo ada afferrare nell'altro, l'angolo oscuro. In generale, il racconto mi è piaciuto, ci vedo la tua sensibilità e il tuo tocco. Devi solo sistemare un paio di cose e poi è degno di vetrina. Per il momento direi un pollice tendente all'altro.
Silenzi, di Joshua
Grosso problema all'inizio: "Ricordo ancora Orazio. Erano passati 3 anni dalla sua scomparsa." ERANO? Ecco, non sono riuscito a ritrovare, nel racconto, un punto in cui riprendi da questo RICORDO ANCORA ed ERANO. Mi sa che te lo sei perso per strada e che poi il racconto ha preso vita per poi andare nella sua, invero molto bella, strada. Eh sì, perché tutta la seconda parte lascia il segno... E che finale! Però troppi piccoli segnali sparsi mi fanno pensare che il testo necessiti di una revisione per ripulirlo e ottimizzarlo. Per me pollice tendente all'lto e un invito a ripresentare il racconto nella prossima sessione del Laboratorio.
Il saluto del sole, di Giancarmine Trotta
Racconto più che buono che, però, credo sia ancora migliorabile. Penso che una narrazione più consona al racconto gli si adatterebbe meglio. Cerco di spiegarmi: il passaggio tra il primo e il secondo paragrafo non è adatto a una narrazione orale, come quella del nonno al nipote. Una volta svelato il finale, il tutto stride un poco. Andrebbe rivisto e t'invito a passare dal laboratorio. Per me, comunque, pollice tendente all'alto. Un'ultima cosa: titolo bruttino...
Una notte romana, di Polly Russell
Qui si vede tutto il tuo mestiere. Mi spiego: hai dovuto scrivere in fretta e facendo altro, ci sta che il finale non convinca, forse l'hai lasciato andare troppo facilmente. Raggiunto il target ti sei rilassata pensando che bastasse per fare funzionare il tutto. Purtroppo no, almeno per me. Troppo netto, troppo "a battuta", troppo specifico a un extracontesto che devi per forza dare come scontato per il lettore, ma che così non è (la conoscenza dello steampunk non è detto che sia così comune, insomma). Perché il mestiere? Perché tutto quello che precede, tutto il pezzo in cui hai scritto andando con l'automatico, è scritto davvero bene. Quindi brava per quello, meno per il resto, ma ci sta. Pollice ni, questa volta, per me.
Una corsa nel parco, di Giuseppe De Micheli
Devo ammetterlo: anch'io non sono riuscito ad arrivare al fatto che l'incontro con la bambina e sua madre si svolge nella sua mente. C'è qualcosa che non funziona e non perché non l'abbia capito io, ma perché mi sembra sia stata difficoltà di molti. Passando invece alla seconda parte, apprezzo il messaggio, ma mi sembra troppo raccontato, poco mostrato. Show, don't tell. Convinci il lettore attraverso la storia e non colpendolo direttamente con la tesi che vuoi esporre. E forse ecco il problema della prima parte... Sembra quasi che tu l'abbia inserita per rinforzare ancora di più la tesi e non per avvinghiare il lettore in una storia. Ti attendo a una nuova prova per poter comprendere meglio quella che è la tua "voce" e poter così dare indicazioni più precise. Per il momento è un pollice ni, ma tirato tirato. Ps: il tema nella sua accezione PUNTI CIECHI lo accetto dal momento in cui lo fai guardare nel vuoto, vedendo qualcosa che gli altri non vedono.
Nogai, di Fernando Nappo
Fernando, mi spiace, ma la mancanza del contesto italiano qui fa sì che debba considerare il racconto fuori tema. Ed è un peccato perché la storia è delicata, sottile, sensibile, magica. Inoltre il tema principale, quello del PUNTO CIECO, è stato da te interpretato alla grande. C'è quel problema legato al nome del bambino, vero. Per me è un pollicie su come giudizio sul valore (ma ti chiederò di correggere la questione nome), ma sono costretto a spostarti in basso, non so di quanto, per la questione ITALIANA.

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