Domina il mondo dal tuo divano

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Linda De Santi
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Domina il mondo dal tuo divano

Messaggio#1 » sabato 25 febbraio 2017, 17:58

L’uomo con il cappello a cilindro svoltò l’angolo e si trovò davanti alla chiesa.
Secondo le sue previsioni, il prete sarebbe passato da lì tra le nove e le dieci e mezza di sera. Guardò l’orologio: aveva ancora un’ora di tempo prima di poter agire.
Si sedette a un tavolino di un grazioso locale in stile liberty. Non si tolse il cappello: anche se al giorno d’oggi raramente qualcuno ci faceva caso, non voleva scoprire le corna. Ordinò un caffè e tirò fuori la sua copia di Vathek di Beckford.
Adesso non doveva fare altro che aspettare.

Davide si sentiva come se fosse sdraiato su una griglia, già condito e pronto per essere cotto alla brace.
La temperatura all’interno della sala riunioni della ICT Digital era rovente, nonostante fossero le 21 passate. Aveva appena terminato la sua esposizione e ora cinque persone lo guardavano dal tavolo delle decisioni, con le facce stanche e irritate per essere arrivati alla dodicesima ora di lavoro consecutiva.
Il volto della modella Miranda Marish, testimonial di DominApp, gli sorrideva dal totem pubblicitario al centro della stanza, poco sopra la scritta "DominApp: tutto quello che ti serve, senza muoverti da casa”. Davide ebbe l'impressione che si prendesse gioco di lui.
L’amministratore delegato, Saverio Pangloss, lo fissava con aria truce. Si schiarì la gola, fece per alzarsi dalla sedia, poi ci ripensò e restò seduto.
—Perciò, Davide— disse, —mi stai dicendo che l’app del nostro cliente più importante non vende perché è inutile?
Davide deglutì e rispose: —Ecco, non sto dicendo che è inutile, solo che… non fa quello che dice di fare.
—E quindi, secondo te, io dovrei andare da Deri e dirgli: oh, mi spiace, ma sa, l’app che abbiamo sviluppato per lei non vende perché non fa quello che dice di fare. Ma non si preoccupi, eh, son cose che capitano, andrà meglio con la prossima app.
Davide non rispose. Lo sguardo imbarazzato con cui lo fissava Rita, una delle key account del progetto la cui arrogante bellezza s’insinuava spesso nei suoi sogni notturni e diurni, gli bruciava addosso come sudore su un taglio vivo.
In teoria DominApp, che il loro cliente aveva pagato qualcosa come 315.000 euro tra costi di sviluppo e strategia digitale, avrebbe dovuto essere un rivoluzionario portale che dava accesso a una serie di servizi di cui gli utenti potevano usufruire restando comodamente a casa.
I servizi in questione permettevano di fare shopping, prendere lezioni di ginnastica, comprare la spesa, fare colloqui di lavoro online, sottoporsi a visite mediche, confessarsi o svolgere altre azioni religiose senza doversi muovere dalle pareti domestiche.
Allo stato attuale delle cose, il 95% dei servizi dell’App non funzionava.
Qualcuno diceva che DominApp era prematura; la gente non era ancora pronta per l’epoca in cui per soddisfare la gran parte dei bisogni sarebbe stato sufficiente chiedere al proprio smartphone.
Per Davide, invece, la diagnosi era chiara: gli accordi con gli enti che avrebbero dovuto erogare i servizi erano stati stipulati frettolosamente, senza che venisse fornita loro una preparazione sufficiente. Come si poteva pretendere che un maestro di pilates, abituato a trovarsi davanti a gruppi di ragazze avvolte in una nube di feromone e ansiose di soddisfarlo con esercizi eseguiti alla perfezione, iniziasse a dare lezioni davanti a una webcam fredda e inodore?
Sfortunatamente, per Pangloss la causa per cui l’app non vendeva (e per cui, di conseguenza, Deri era incazzato nero), era che la strategia digitale elaborata da Davide era sbagliata.
Di fatto, Pangloss sentenziò: —Io credo che il problema sia la strategia digitale.
—Saverio, se mi permette…
—Inventati qualcosa per vendere quella cazzo di app— tagliò corto Pangloss. —E fallo in fretta, o la prossima volta ci vai tu farti sbranare da Deri.

In fila alla cassa del supermercato, Davide mise in pratica tutti gli esercizi di canalizzazione dell’energia cosmica che aveva appreso con l’app “Il meglio di te in ogni momento”. Che però non solo si rivelarono inutili, ma ebbero l’effetto di innervosirlo perché quell’app da quattro soldi stava avendo più successo di DominApp.
Pagò la spesa (due sandwich e un succo d’arancia) e uscì. Una volta arrivato a casa, si sarebbe subito messo a lavoro. Erano le 22.30, aveva meno di dodici ore prima di tornare in ufficio: doveva assolutamente elaborare un piano convincente per aumentare le vendite di DominApp. La notte prima si era concesso il lusso di dormire ben due ore, stavolta non sarebbe stato così ingordo.
Scorse un volto familiare tra i passanti. Non si sbagliava: era padre Donato. Allungò il passo per raggiungerlo. Padre Donato avrebbe dovuto tenere dei minicorsi su come operare le confessioni online per DominApp, tuttavia, malgrado fossero passati già due mesi dal lancio dell’app e Deri fosse stato generoso con le donazioni, non aveva ancora tenuto neppure un minicorso. Era l’occasione buona per invitarlo a darsi una mossa.
—Buonasera, padre— lo salutò Davide.
Padre Donato si fermò e gli sorrise con occhi vacui.
—Sono Davide di ICT Digital, ricorda? Le posso offrire un caffè?
Erano davanti a un bar in stile liberty. Il locale era praticamente deserto, c’era solo un uomo seduto a leggere un libro.
—Vado un po’ di fretta, caro Davide. Mi volevi dire qualcosa?
—No, è solo che l’ho vista e ho pensato di chiederle come vanno i minicorsi di DominApp…
—Purtroppo non ho ancora iniziato, sono molto impegnato. Ma lo farò, dammi solo il tempo di organizzarmi.
—Grazie Padre. Sa, questo sarebbe un momento più che mai opportuno per iniziare a promuovere DominApp tra i fedeli.
—Come mai? Non sta andando bene?
—Non proprio.
—Ve l’avevo detto: la tecnologia non è altro che una moda. È destinata a passare, come…
—Sì, certo, padre, ma intanto potrebbe iniziare con i mini corsi? Poi magari non funziona lo stesso, eh, ma almeno proviamoci…
—Va bene, va bene. Ora devo andare, buona serata, figliolo.
Padre Donato si defilò. Davide lo seguì con lo sguardo, poi si rimise in cammino. Non aveva fatto pochi passi, che uno sconosciuto gli si parò davanti.
Era alto, così alto che Davide gli arrivava sotto al collo. Indossava un improbabile cappello a cilindro, un vestito elegante e una giacca di ottima fattura. La mano destra stringeva un libro intitolato Vathek, mentre la sinistra era protesa verso di lui.
Davide alzò la testa fino a incontrare i suoi occhi azzurri, illuminati da un sorriso radioso.
—Buonasera— disse lo sconosciuto. —Mi chiamo Igor Nero. Ho una proposta da farle per la sua app. Ha cinque minuti per ascoltarla?
—E lei come fa a sapere…
Non terminò la frase. In quell’uomo c'era qualcosa (lo sguardo forse, o magari i modi di fare, così precisi e sicuri) che ispirava una simpatia e una fiducia istantanee.
Forse era la stanchezza, o magari il desiderio di convincere Pangloss che non era un coglione, o semplicemente la disperazione, ma di colpo sentì il bisogno di affidarsi a quell’uomo.
Senza chiedere niente, gli strinse la mano e disse: —Sì.

Davide fissò il foglio che Igor Nero gli aveva messo davanti al naso. La tazza di thè gli tremò tra le dita.
—Che gliene pare? È un buon payoff, non crede?— Chiese Nero.
—È… è perfetto— balbettò Davide.
Credeva di essere impazzito quando, qualche ora prima in strada, dal nulla gli era uscita la domanda: —Vuole venire a bere un thè da me, signor Nero?—. Adesso però iniziava a credere che quell’incontro fosse avvenuto per uno scopo. Forse, dopo decenni di scherzi di cattivo gusto, il destino iniziava finalmente a sorridergli.
—Cosa sono questi caratteri sotto alle parole?
—Banali ornamenti grafici per rendere più attraente lo slogan. Vorrei che lo diffondesse così come lo vede.
Davide guardò il foglio. Non vedeva grossi problemi d’attuazione, la frase era perfetta e gli ornamenti indubitabilmente la valorizzavano.
Domina il mondo dal tuo divano— lesse. —Vorrei averci pensato io. Ah, se solo uno slogan riuscisse a migliorare anche la funzionalità di un prodotto…
—Non sottovaluti il potere delle parole, Davide— disse Nero. —Conosco qualcuno le cui parole hanno cambiato il mondo.
—Steve Jobs?
—No— rispose Nero, bevendo un sorso di thè. —Si ricordi che gli slogan plasmano le masse più dei sistemi politici. Lo slogan che ha tre le mani è potente, attirerà molte persone e avrà effetti profondi. Lo sfrutti al meglio.
—Lo farò. Signor Nero, posso sapere perché mi sta aiutando? Mi ha detto che non vuole soldi, allora cosa…?
—Oh, non ci badi. La aiuto perché credo nel suo prodotto. Perché penso che possa cambiare le cose.
—Sul serio?— Davide gonfiò il petto. —Beh, me lo auguro davvero. Io…
—Si è fatto tardi, devo proprio andare. Abbia fede nel suo nuovo slogan, e si goda i risultati.
Nero si alzò e si diresse verso la porta.
—Mi dia il suo biglietto da visita, in caso dovessi ricontattarla…
—Mai avuto biglietti da visita, mi spiace. La saluto.
—Allora mi dia il suo numero…
Ma Nero era già quasi in fondo alle scale. Solo a quel punto Davide si accorse delle escrescenze strane e scure che Igor Nero aveva in testa. Chissà che tipo di malattia era.
Chiuse la porta e si sedette al tavolo. Strinse tra le mani il pezzo di carta con lo slogan. Certo, doveva essere completamente pazzo a pensare che un semplice payoff sarebbe riuscito a cambiare le sorti di un’app inutile e di una strategia digitale fallimentare, eppure aveva un’ottima sensazione addosso.
“Domina il mondo dal tuo divano” sarebbe apparso ovunque: già immaginava la rete piena di banner e video con quello slogan. Più lo rileggeva, più sentiva che DominApp sarebbe stata un successo.
Gli sembrava già di vedere i download iniziare a salire…

In capo a un mese, la versione lite di DominApp ebbe più di 5 milioni di download. Più del 60% degli utenti acquistò l’app completa. Il secondo mese i download raddoppiarono, nel terzo triplicarono: non si vedeva un successo del genere dai tempi di Pocket Monster Go.
L’App veniva valutata con cinque stelle dal 98% degli utenti, che scrivevano entusiasti che grazie a DominApp avevano trovato il lavoro dei loro sogni, riacquistato una forma fisica perfetta o guadagnato più tempo da dedicare ai propri interessi.
La consulenza medica online ebbe il doppio effetto di far risparmiare tempo ai pazienti (che non dovevano più attendere ore nelle sale d’aspetto) e di dare una spinta all’implementazione della nanotecnologia per il monitoraggio della salute e la diagnosi precoce.
Il servizio per fare acquisti online, poi, funzionava così bene che in pochi mesi le catene di supermercati e i grandi marchi modificarono le proprie strutture per venire incontro alla richiesta sempre maggiore di consegna a domicilio degli acquisti.
Inoltre, considerando che la stragrande maggioranza delle persone tendeva a fare una spesa alimentare piuttosto ripetitiva in termini di varietà e quantità, il tracciamento degli ordini online rese più facile avere un’idea precisa della quantità di cibo necessaria per soddisfare il fabbisogno della popolazione, e gli sprechi alimentari vennero drasticamente ridotti.
Perfino il servizio di confessioni online ebbe risultati stupefacenti: i preti, abituati a officiare il rito della confessione poche volte la settimana, si ritrovarono con centinaia di richieste.
La prima messa online, che venne sperimentata qualche tempo dopo da un giovane prete di paese, ebbe più 300 partecipanti virtuali.
Dopo nove mesi dal lancio dell’app, vennero introdotte due nuove funzioni: una per la consulenza psicologica online, l’altra per l’elearning onnicomprensivo.
Grazie alla prima, era possibile appianare le tensioni e i malumori tra le mura domestiche, in modo che la permanenza prolungata nelle case non diventasse un peso.
La seconda, invece, ebbe effetti a dir poco miracolosi: bambini, adolescenti e studenti di tutte le età iniziarono a prendere lezioni online, selezionando il programma di insegnamento più adatto alle proprie inclinazioni. Studiare materie a cui gli studenti erano realmente interessanti, e il fatto di poterlo farlo in un ambiente familiare e confortevole, determinò un miglioramento senza precedenti della qualità dell’apprendimento. Senza contare che gli insegnanti, dovendo soltanto trasmettere la conoscenza senza più preoccuparsi dei problemi disciplinari, divennero più motivati ed energici nel proprio lavoro.
Aumentò anche il lavoro da casa, che faceva risparmiare alle aziende i costi degli affitti e delle utenze e motivava maggiormente i lavoratori.
Tutto questo comportò un incremento vertiginoso delle richieste di consulenza specializzata online, creando nuove professioni e posti di lavoro: in Italia la disoccupazione calò dal 39% al 13%.
Il primo di giugno, a un anno dal lancio di DominApp, Davide fece il suo ingresso trionfale alla ICT Digital, attorniato dai colleghi che gli davano pacche sulle spalle.
Pangloss lo stava aspettando davanti al suo ufficio. Quando lo vide, gli rivolse un sorriso e fece un mezzo inchino.
—Eccolo qui, il mio miglior project manager!— Lo salutò.
—Buongiorno, Saverio. Come va?
—Molto bene, Davide, molto bene. Senti, più tardi passa dal mio ufficio, okay? Dobbiamo parlare— gli strizzò l’occhio e si allontanò.
Davide inspirò a fondo e chiuse gli occhi, restando immobile sulla soglia del suo ufficio. Sapeva che quello era il momento più bello della sua vita e che difficilmente ce ne sarebbe stato un altro così: voleva farlo durare il più possibile.
Infine si decise ad aprire la porta.
Rita lo aspettava seduta alla sua scrivania. Davide quasi sussultò per la sorpresa.
—Rita, che ci fai qui?
Lei si portò un dito alle labbra.
Era indescrivibilmente bella: i capelli lisci e morbidi, lo sguardo concentrato e dolce, le labbra rosse come ciliegie mature. Indossava un tubino attillato più adatto a un appuntamento che a una mattina in ufficio. Sembrava uscita da un film intitolato Tutti i desideri erotici di Davide.
—Chiudi la porta— gli disse.
Davide chiuse la porta.
A chiave— precisò lei, e gli si avvicinò.
Quando si ritrovò con il naso affondato tra i capelli di Rita, Davide si rese conto di essersi sbagliato a proposito del momento più bello della sua vita. Non era appena trascorso… stava per arrivare.

Davide chiuse l’ennesimo scatolone con il nastro adesivo e contemplò la stanza semivuota. Non gli sarebbe mancato quel bilocale. La sua nuova casa, che avrebbe condiviso con Rita, era stata progettata per svolgere il grosso delle incombenze senza doversi muovere. Spesa, palestra, visite mediche e perfino il lavoro: in capo a poche settimane, infatti, Davide avrebbe iniziato a lavorare da casa, per curare al meglio l’internazionalizzazione di DominApp.
Sentì un rumore e si voltò. Le tende della finestra si mossero come per un colpo di vento. Un istante dopo, Igor Nero avanzò nella stanza.
—Buondì, Davide— lo salutò. —Fai i bagagli?
—Da dove sei entrato?— Chiese Davide. —Comunque sì. Mi trasferisco.
—Oh, bene. Ho fatto appena in tempo, allora.
Nero si chinò e iniziò a perlustrare il pavimento della stanza.
—Io… vorrei ringraziarti— disse Davide. —Se non fossi arrivato per me, non mi sarebbe mai capitato tutto questo.
—Non sono arrivato per te— ribatté Nero, tranquillo.
—No? Eppure ho quest’impressione. Se non mi avessi aiutato con lo slogan, quella sera, io…
—Quella sera— disse Nero, continuando a esaminare il pavimento, —stavo aspettando Padre Donato. Volevo corromperlo affinché nei corsi sulle confessioni online di DominApp insegnasse ai preti ad assolvere la gente senza penitenza, così avrebbe svuotato di significato il rito della confessione. Ma poi ho trovato te, il project manager di DominApp, ed è andata decisamente meglio. All’inizio temevo che ti saresti insospettito per quei caratteri sotto allo slogan, ma a quanto pare non ti è neppure passato per la mente.
—Non erano semplici ornamenti grafici?
—In verità erano una formula per convincere la gente che DominApp è una cosa buona.
Davide lo guardò con sospetto.
—Ma tu chi sei?
—Chi sono? Che mistero! Accidenti, ma dov’è finito?
Solo a quel punto Davide si rese conto che le escrescenze sulla testa di Nero assomigliavano tantissimo a delle corna. Trasalì.
—Non sarai mica Satana, vero?
Igor Nero rise. —Fuochino.
Davide abbassò lo sguardo. —Santo cielo.
—Davvero non ci eri arrivato?
Davide scosse la testa. —Immagino che adesso vorrai la mia anima.
Nero lo guardò. —La tua anima? Perché mai dovrei?
—Beh, perché… funziona così, no? Con Faust hai fatto lo stesso, gli hai fatto raggiungere il successo e la felicità, e poi…
Nero scoppiò a ridere. —Ti prego, lascia stare il Dottor Faust. Tra di voi c’è un abisso.
Davide si sentì punto nell’orgoglio. —E allora perché sei qui?
—Eccolo, finalmente— disse Nero, chinandosi. Quando si rialzò, stringeva tra le mani il cilindro, finito dietro al divano. —Sono solo venuto a riprendere il cappello. Non se ne trovano più fatti così, al giorno d’oggi.
—Quindi non prenderai la mia anima?
Igor Nero lo fissò, incuriosito. —E a cosa mai mi dovrebbe servire la tua anima, quando posso avere quella di milioni di persone?
—Che cosa intendi?
—Oh, Davide. È deliziosa la tua ingenuità. So che non lo fai da mesi, ma affacciati alla finestra.
Davide si avvicinò alla finestra e scostò le tende.
—Che cosa vedi?
—La strada deserta.
—E che ore sono?
Davide guardò l’ora sullo smartphone. —Le tre del pomeriggio.
Solo in quel momento gli sovvenne quanto fosse strano che, a quell’ora, non ci fosse nessuno fuori. Né passanti, né signore in giro a fare shopping, né ragazzini a giocare a palla. Non c’era neppure un vecchio con il cane al guinzaglio. Si voltò verso Nero.
—Hai fatto un ottimo lavoro, Davide— sorrise lui. —Adesso i fedeli hanno tutto ciò che desiderano senza muoversi da casa. Significa che non guardano più i tramonti, non vanno più al mare, non sentono più l’odore della pioggia e (non che contasse granché anche prima) non vanno in chiesa. In pratica, non vanno più nei posti in cui tradizionalmente dicono di trovare Dio.—
—Ma io ho fatto del bene. Così la gente sta meglio… gli italiani sono più felici!
Nero ridacchiò. —Certo che l’hai fatto. Non c’è dubbio che adesso in Italia la gente sia più felice: chi oserebbe negarlo? Solo che per un po’ i fedeli non andranno nei posti pittoreschi del creato, quelli in cui si sentono vicini a Dio. E il mio compito è quello di tenere i credenti lontani da lui, non di renderli infelici.
Davide non rispose. Che aveva fatto? Poteva rimediare? Sì, poteva fermare tutto. Poteva fermare l’internazionalizzazione di DominApp. Poteva…
—Se stai pensando di tornare indietro, lascia perdere. Non puoi: è una cosa più grande di te. Oh, ma non sentirti troppo in colpa. Il vecchio volpone troverà il modo di infiltrarsi anche lì, vedrai. Nell’intimità dei divani, e perfino nella tua stupida DominApp. E a quel punto dovrò inventarmi qualcos’altro per allontanare di nuovo la gente da lui. È così da sempre. Sai, è così che passiamo il tempo. È così che dominiamo il mondo… o almeno, la parte che s’interessa a noi.
Igor Nero si mise il cappello in testa, diede una pacca sulla spalla di Davide e gli fece l’occhiolino.
—In fondo, lo sai meglio di me: è tutta una questione di buona pubblicità.
Gli sorrise per l’ultima volta, poi sparì.
Per un po’ Davide non riuscì a muoversi e rimase come congelato, a bocca aperta, a fissare il pavimento. Poi, all’improvviso, sentì di avere la nausea e corse alla finestra. La spalancò e respirò a fondo.
Alzò lo sguardo al cielo e chiese perché tutto questo era capitato a lui.
Non ebbe risposta.
Allora richiuse la finestra e si diresse verso il divano, dove aveva lasciato lo smartphone. Chissà se DominApp poteva aiutarlo. Cercò un portale di consulenza per le domande esistenziali, ma non lo trovò e ne rimase molto sorpreso. Bisognava assolutamente implementare un servizio di quel tipo. In fondo il mondo ne aveva un gran bisogno...

In alto, oltre le nuvole, una creatura angelica dispiegò le ali e spiccò il volo verso la Terra. Era ora di mettersi a lavoro.



Paolo93
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Re: Domina il mondo dal tuo divano

Messaggio#2 » lunedì 27 febbraio 2017, 13:24

Cara Linda, il tuo racconto mi ha intrattenuto davvero molto. La trama mi è piaciuta tanto, coinvolgente che ti lascia quella curiosità su cosa accadrà o quali effetti porterà la scelta. Parlando dei personaggi, Davide è stato descritto bene anche se avrei aggiunto qualche dettaglio per farlo più spesso mentre per Rita gli avrei dedicato un po' di spazio vista poi la relazione col protagonista. L'ambientazione non è stata toccata e un po' mi dispiace perché avrebbe potuto trasmettere un che di realismo nel racconto, come se fosse possibile ciò che hai raccontato.
Sappi che è stato un piacere leggere il tuo racconto e che hai un gran talento, ti stimo per la tua abilità.

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ceranu
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Re: Domina il mondo dal tuo divano

Messaggio#3 » mercoledì 1 marzo 2017, 11:31

Ciao Linda, il racconto è scritto bene e l'idea del App è molto bella, però trovo il racconto un po' piatto. Manca un cambio di ritmo, qualcosa che possa far sussultare il lettore. Il dialogo finale con il demone scorre via troppo facilmente e si risolve con un "continueremo a giocare".
Anche la caratterizzazione del demonio è troppo standard e quei cornini risolvono l'unico dubbio che potrebbe avere il lettore.
Però la storia va bene così, quindi ti consiglio di giocare di più sul ritmo del racconto. Per esempio inserendo degli spot. All'inizio snoccioli una lunga descrizione su ciò che dovrebbe fare l'applicazione. Prova a farla vedere con mini pubblicità.
Il demone rendilo più "commerciale". Visto che sei del ramo fallo diventare un programmatore eccentrico.
Insomma, cerca di rendere originale la storia mantenendo la trama lineare.
Spero di essermi spiegato.

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angelo.frascella
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Re: Domina il mondo dal tuo divano

Messaggio#4 » mercoledì 1 marzo 2017, 22:48

Ciao Linda.

Il racconto è molto piacevole e divertente. La parodia del mondo di oggi funziona e fa sorridere. Il finale è anche molto bello, come la prospettiva dalla sfida continua fra Dio e il diavolo.
L'unico difetto che ci vedo è che è prevedibile: sin da quando vediami il diavolo nella prima scena e Davide nella seconda, capiamo che i due faranno un patto e l'App avrà successo. Dovresti trovare il modo per sorprendere un po' il lettore (forse basterebbe non rivelare da subito l'identità di Nero).


Una piccola annotazione di colore che non c'entra niente col giudizio sul racconto: quando il protagonista guarda dalla finestra e si stupisce che alle tre del pomeriggio non ci sia nessuno, ho pensato che poteva essere per colpa della App oppure poteva essere finito in meridione. Io ci ho messo un bel po', quando mi sono trasferito a Bologna, a capire come si potesse, alle tre di pomeriggio pensare di uscire a fare shopping o una passeggiata in centro. Paese che vai, usanze che trovi :)

A rileggerci

diego.ducoli
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Re: Domina il mondo dal tuo divano

Messaggio#5 » domenica 5 marzo 2017, 23:44

Ciao Linda
Hai usato un tema stra usato, il diavolo tentatore, ma l'hai fatto in maniera interessante e piacevole.
Ti faccio solo due appunti:
1) la parte centrale del racconto è troppo tell. Potresti rivedere il pezzo con Davide che riceve delle telefonate con i risultati raggiunti o comunque inserire quelle informazioni in altro modo.
2) Non è possibile che in giro non ci sia nessuno. I beni che vengono ordinati con l'app devono essere consegnati e prodotti da qualcuno. Inoltre ci sono una serie di servizi che non basta un pc per poterne usufruire. Puoi ovviare al problema alzando il livello tecnologico o vedi tu.
Comunque sono appunti di poco conto, il pezzo si legge bene, per me promosso.

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