Semifinale Stefano Mancini

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Spartaco
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Semifinale Stefano Mancini

Messaggio#1 » martedì 7 marzo 2017, 0:12

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Eccoci alla seconda parte de La Sfida a Nero Elfico.
In risposta a questa discussione, gli autori semifinalisti del girone Stefano Mancini, hanno la possibilità di postare il loro racconto revisionato, così da poter dare allo SPONSOR del loro girone un lavoro di qualità ancora superiore rispetto a quello che ha passato il girone.
Quindi, Linda De Santi e Sonia Lippi, possono sfruttare i due giorni concessi per limare i difetti del racconto, magari ascoltando i consigli che gli sono stati dati da chi li ha commentati.

Scadenza: Mercoledì 8 marzo alle 23:59
Limite battute: 21.313

Se non verrà postato alcun racconto, allo SPONSOR verrà consegnato quello che ha partecipato alla prima fase.
Anche se già postato, il racconto potrà essere modificato fino alle 23:59 del 8 marzo. Non ci sono limiti massimi di modifica.
Il racconto modificato dovrà mantenere le stese caratteristiche della versione originale, nel caso le modifiche rendessero il lavoro irriconoscibile verrà inviato allo SPONSOR il racconto che ha partecipato alla prima fase.

Non fatevi sfuggire quest'occasione, state sicuri che il vostro avversario starà già pensando a come migliorarsi!



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Linda De Santi
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Re: Semifinale Stefano Mancini

Messaggio#2 » mercoledì 8 marzo 2017, 21:21

Domina il mondo dal tuo divano

L’uomo con il cappello a cilindro svoltò l’angolo e si trovò davanti alla chiesa.
Secondo le sue previsioni, il prete sarebbe passato da lì tra le nove e le dieci e mezza di sera. Guardò l’orologio: aveva ancora un’ora di tempo prima di poter agire.
Si sedette a un tavolino di un grazioso locale in stile liberty. Non si tolse il cappello: anche se ultimamente di rado qualcuno ci faceva caso, non voleva scoprire le corna. Ordinò un caffè e tirò fuori la sua copia di Vathek di Beckford.
Adesso non doveva fare altro che aspettare.

Davide si sentiva come se fosse sdraiato su una griglia, già condito e pronto per essere cotto alla brace.
La temperatura all’interno della sala riunioni della ICT Digital era rovente, nonostante fossero le 21 passate. Aveva appena terminato la sua esposizione e ora cinque persone lo guardavano dal tavolo delle decisioni, con le facce stanche e irritate per essere arrivati alla dodicesima ora di lavoro consecutiva.
L’amministratore delegato, Saverio Pangloss, lo fissava con aria truce. Si schiarì la gola, fece per alzarsi dalla sedia, poi ci ripensò e restò seduto.
—Perciò, Davide— disse, —mi stai dicendo che l’app del nostro cliente più importante non vende perché è inutile?
Davide deglutì e rispose: —Ecco, non sto dicendo che è inutile, solo che… non fa quello che dice di fare.
—E quindi, secondo te, io dovrei andare da Deri e dirgli: oh, mi spiace, ma sa, l’app che abbiamo sviluppato per lei non vende perché non fa quello che dice di fare. Ma non si preoccupi, eh, son cose che capitano, andrà meglio con la prossima app.
Davide non rispose. Lo sguardo imbarazzato con cui lo fissava Rita, una delle key account del progetto la cui arrogante bellezza s’insinuava spesso nei suoi sogni notturni e diurni, gli bruciava addosso come sudore su un taglio vivo.
Nel contempo, nella testa gli risuonavano incessanti il jingle idiota dell’app e la voce dell’attore che ne elencava i servizi nel video promozionale.
DominApp, un portale rivoluzionario senza precedenti. Con DominApp puoi fare shopping, ritrovare una forma fisica perfetta, ricevere offerte di lavoro, effettuare colloqui online, sottoporti a visite mediche, confessarti da un prete. Tutto quello che ti serve, senza muoverti da casa.
DominApp avrebbe davvero dovuto essere un portale rivoluzionario senza precedenti. Peccato che in quel momento di senza precedenti ci fosse solo la proporzione del disastro a cui stavano andando incontro. Tra costi di sviluppo e strategia digitale, il loro cliente aveva pagato qualcosa come 315.000 euro. Naturale che fosse incazzato per il fatto che DominApp fosse stata scaricata a malapena da poche centinaia di utenti, ovvero l’equivalente digitale di quattro stronzi.
Qualcuno diceva che DominApp era prematura; le persone non erano ancora pronte per l’epoca in cui per soddisfare la gran parte dei bisogni sarebbe stato sufficiente chiedere allo smartphone.
Per Davide, invece, la ragione dell’insuccesso era chiara: il 95% dei servizi messi a disposizione dall’app non funzionava. Gli accordi con gli enti che avrebbero dovuto erogare i servizi erano stati stipulati frettolosamente, senza che venisse fornita loro una preparazione sufficiente. Come si poteva pretendere che un maestro di pilates, abituato a trovarsi davanti a gruppi di ragazze avvolte in una nube di feromone e ansiose di soddisfarlo con esercizi eseguiti alla perfezione, iniziasse a dare lezioni davanti a una webcam fredda e inodore?
Sfortunatamente, per Pangloss il motivo per cui l’app non vendeva era che la strategia digitale elaborata da Davide era sbagliata.
Di fatto, Pangloss sentenziò: —Io credo che il problema sia la strategia digitale.
—Saverio, se mi permette…
—Inventati qualcosa per vendere quella cazzo di app— tagliò corto Pangloss. —E fallo in fretta, o la prossima volta ci vai tu farti sbranare da Deri.

In fila alla cassa del supermercato, Davide mise in pratica tutti gli esercizi di canalizzazione dell’energia cosmica che aveva appreso con l’app “Il meglio di te in ogni momento”. Che però non solo si rivelarono inutili, ma ebbero l’effetto di innervosirlo perché quell’app da quattro soldi stava avendo più successo di DominApp.
Pagò la spesa (due sandwich e un succo d’arancia) e uscì. Una volta arrivato a casa, si sarebbe subito messo a lavoro. Erano le 22.30, aveva meno di dodici ore prima di tornare in ufficio: doveva assolutamente elaborare un piano convincente per aumentare le vendite di DominApp. La notte prima si era concesso il lusso di dormire ben due ore, stavolta non sarebbe stato così ingordo.
Scorse un volto familiare tra i passanti. Non si sbagliava: era padre Donato. Allungò il passo per raggiungerlo. Padre Donato avrebbe dovuto tenere dei minicorsi su come operare le confessioni online per DominApp, tuttavia, malgrado fossero passati già due mesi dal lancio dell’app e Deri fosse stato generoso con le donazioni, non aveva ancora tenuto neppure un minicorso. Era l’occasione buona per invitarlo a darsi una mossa.
—Buonasera, padre— lo salutò Davide.
Padre Donato si fermò e gli sorrise con occhi vacui.
—Sono Davide di ICT Digital, ricorda? Le posso offrire un caffè?
Erano davanti a un bar in stile liberty. Il locale era praticamente deserto, c’era solo un uomo seduto a leggere un libro.
—Vado un po’ di fretta, caro Davide. Mi volevi dire qualcosa?
—No, è solo che l’ho vista e ho pensato di chiederle come vanno i minicorsi di DominApp…
—Purtroppo non ho ancora iniziato, sono molto impegnato. Ma lo farò, dammi solo il tempo di organizzarmi.
—Grazie Padre. Sa, questo sarebbe un momento più che mai opportuno per iniziare a promuovere DominApp tra i fedeli.
—Come mai? Non sta andando bene?
—Non proprio.
—Ve l’avevo detto: la tecnologia non è altro che una moda. È destinata a passare, come…
—Sì, certo, padre, ma intanto potrebbe iniziare con i mini corsi? Poi magari non funziona lo stesso, eh, ma almeno proviamoci…
—Va bene, va bene. Ora devo andare, buona serata, figliolo.
Padre Donato si defilò. Davide lo seguì con lo sguardo, poi si rimise in cammino. Non aveva fatto pochi passi, che uno sconosciuto gli si parò davanti.
Era alto, così alto che Davide gli arrivava sotto al collo. Indossava un improbabile cappello a cilindro, un vestito elegante e una giacca di ottima fattura. La mano destra stringeva un libro intitolato Vathek, mentre la sinistra era protesa verso di lui.
Davide alzò la testa fino a incontrare i suoi occhi azzurri, illuminati da un sorriso radioso.
—Buonasera— disse lo sconosciuto. —Mi chiamo Igor Nero. Ho una proposta da farle per la sua app. Ha cinque minuti per ascoltarla?
—E lei come fa a sapere…
Non terminò la frase. In quell’uomo c'era qualcosa (lo sguardo forse, o magari i modi di fare, così precisi e sicuri) che ispirava una simpatia e una fiducia istantanee.
Forse era la stanchezza, o magari il desiderio di convincere Pangloss che non era un coglione, o semplicemente la disperazione, ma di colpo sentì il bisogno di affidarsi a quell’uomo.
Senza chiedere niente, gli strinse la mano e disse: —Sì.

Davide fissò il foglio che Igor Nero gli aveva messo davanti al naso. La tazza di thè gli tremò tra le dita.
—Che gliene pare? È un buon payoff, non crede?— Chiese Nero.
—È… è perfetto— balbettò Davide.
Credeva di essere impazzito quando, qualche ora prima in strada, dal nulla gli era uscita la domanda: —Vuole venire a bere un thè da me, signor Nero?—. Adesso però iniziava a credere che quell’incontro fosse avvenuto per uno scopo. Forse, dopo decenni di scherzi di cattivo gusto, il destino iniziava finalmente a sorridergli.
—Cosa sono questi caratteri sotto alle parole?
—Banali ornamenti grafici per rendere più attraente lo slogan. Vorrei che lo diffondesse così come lo vede.
Davide guardò il foglio. Non vedeva grossi problemi d’attuazione, la frase era perfetta e gli ornamenti indubitabilmente la valorizzavano.
Domina il mondo dal tuo divano— lesse. —Vorrei averci pensato io. Ah, se solo uno slogan riuscisse a migliorare anche la funzionalità di un prodotto…
—Non sottovaluti il potere delle parole, Davide— disse Nero. —Conosco qualcuno le cui parole hanno cambiato il mondo.
—Steve Jobs?
—No— rispose Nero, bevendo un sorso di thè. —Si ricordi che gli slogan plasmano le masse più dei sistemi politici. Lo slogan che ha tre le mani è potente, attirerà molte persone e avrà effetti profondi. Lo sfrutti al meglio.
—Lo farò. Signor Nero, posso sapere perché mi sta aiutando? Mi ha detto che non vuole soldi, allora cosa…?
—Oh, non ci badi. La aiuto perché credo nel suo prodotto. Perché penso che possa cambiare le cose.
—Sul serio?— Davide gonfiò il petto. —Beh, me lo auguro davvero. Io…
—Si è fatto tardi, devo proprio andare. Abbia fede nel suo nuovo slogan, e si goda i risultati.
Nero si alzò e si diresse verso la porta.
—Mi dia il suo biglietto da visita, in caso dovessi ricontattarla…
—Mai avuto biglietti da visita, mi spiace. La saluto.
—Allora mi dia il suo numero…
Ma Nero era già quasi in fondo alle scale. Solo a quel punto Davide si accorse delle escrescenze strane e scure che Igor Nero aveva in testa. Chissà che tipo di malattia era.
Chiuse la porta e si sedette al tavolo. Strinse tra le mani il pezzo di carta con lo slogan. Certo, doveva essere completamente pazzo a pensare che un semplice payoff sarebbe riuscito a cambiare le sorti di un’app inutile e di una strategia digitale fallimentare, eppure aveva un’ottima sensazione addosso.
“Domina il mondo dal tuo divano” sarebbe apparso ovunque: già immaginava la rete piena di banner e video con quello slogan. Più lo rileggeva, più sentiva che DominApp sarebbe stata un successo.
Gli sembrava già di vedere i download iniziare a salire…

—Buonasera smart people, benvenuti su Digital Trends! Oggi parliamo del trend del momento: un’app che ha spopolato, che ha battuto tutti i record di download su territorio italiano, che ha cambiato la vita di milioni di persone... sapete di cosa parlo? Ma ceeeerto che lo sapete! Abbiamo con noi Gabriele Martesana, digital analyst e enterpreneur. Gabriele, cosa puoi dirci di quest’app che ha fatto impazzire tutti?
—Buonasera, e grazie DigiDino per la presentazione. In genere preferisco far parlare i numeri, e quelli di DominApp sono piuttosto chiari: a tre mesi dal lancio, la versione lite ha avuto più di 5 milioni di download e più del 75% degli utenti ha acquistato l’app completa. A partire dal quarto mese, i download sono raddoppiati e nel quinto sono triplicati. Non si vedeva un successo simile dai tempi di Pocket Monster Go.
—Impressionante! E cosa dicono gli utenti?
—Facile, DigiDino. DominApp viene valutata con cinque stelle dal 98,9% degli utenti. In generale, l’opinione diffusa è che sia utilissima per trovare un buon impiego, riacquistare la forma fisica e risparmiare tempo.
—Davvero interessante! Mi dicono che sta andando molto bene la consulenza medica online…
—La consulenza medica sta avendo effetti incredibili: fa risparmiare tempo ai pazienti, che non sono più costretti a ore e ore di attesa, e ha dato una spinta fondamentale alla ricerca sulla nanotecnologia per il monitoraggio della salute e la diagnosi precoce.
—Però, come ben sappiamo, DominApp ha dato il suo contributo maggiore nel settore dello shopping.
—Mio caro DigiDino, ormai la cosa è risaputa. Già dopo pochi mesi dal lancio dell’app le catene di supermercati e i grandi marchi hanno modificato le proprie strutture per venire incontro alla richiesta sempre maggiore di consegna a domicilio degli acquisti. Il mercato delle consegne con i droni, che fino a prima di DominApp era a dir poco tentennante, è… letteralmente decollato.
—E per quanto riguarda il servizio su cui tutti avevano dubbi? Le famigerate confessioni online?
—Ebbene, perfino il servizio di confessioni ha avuto risultati strepitosi: i preti potranno confermarlo, sono passati dall’officiare il rito della confessione poche volte la settimana al ricevere centinaia di richieste online. E c’è di più: Don Alemanno di Pardossi, in provincia di Pisa, ha sperimentato la prima messa online su app della storia. È durata 20 minuti e ha avuto più di 300 partecipanti virtuali… su un paesino di appena 400 anime! A quanto ne so anche altri preti stanno proponendo la stessa formula e la funzione è diventata molto popolare tra i fedeli.
—E bravi fedeli! E per quanto riguarda le nuovissime funzioni dell’app?La consulenza psicologica online e l’elearning onnicomprensivo?
—Mio stimato DigiDino, cose da non credere. Grazie ai portali di consulenza psicologica di DominApp, ora le famiglie riescono a convivere felicemente sotto allo stesso tetto nonostante la permanenza tra le mura domestiche sia più lunga che in passato.
L’elearning, invece, ha avuto effetti a dir poco miracolosi: come sai anche tu, un numero sempre maggiore di studenti di tutte le età ha iniziato a prendere lezioni online. La funzione di elearning di DominApp permette di selezionare il programma di insegnamento più adatto alle proprie inclinazioni, e, ci si creda o no, studiare materie a cui si è realmente interessanti e il fatto di poterlo fare in un ambiente familiare e confortevole, ha determinato un miglioramento senza precedenti della qualità dell’apprendimento. Senza contare che gli insegnanti, dovendo soltanto trasmettere la conoscenza senza più preoccuparsi dei problemi disciplinari, lavorano meglio.
—È arrivato il momento della chicca finale: cosa puoi dirci del tanto agognato lavoro da casa?
—Che è aumentato alla grande, e che, facendo risparmiare alle aziende i costi degli affitti e delle utenze, ha permesso più assunzioni. Senza contare l’incremento vertiginoso che c’è stato di richieste di consulenza specializzata online: in Italia sono nate decine di nuove professioni e posti di lavoro. E, sempre per far parlare i numeri: le ultime indagini rivelano che la disoccupazione è calata dal 39% al 13%.
—Grazie, Gabriele, sei stato illuminante. Cosa dire di più? Ma è ovvio: continuate, continuate, continuate a dominare il mondo dal vostro divano con DominApp!

Il primo di giugno, a un anno dal lancio di DominApp, Davide fece il suo ingresso trionfale alla ICT Digital, attorniato dai colleghi che gli davano pacche sulle spalle.
Pangloss lo stava aspettando davanti al suo ufficio. Quando lo vide, gli rivolse un sorriso e fece un mezzo inchino.
—Eccolo qui, il mio miglior project manager!— Lo salutò.
—Buongiorno, Saverio. Come va?
—Molto bene, Davide, molto bene. Senti, più tardi passa dal mio ufficio, okay? Dobbiamo parlare— gli strizzò l’occhio e si allontanò.
Davide inspirò a fondo e chiuse gli occhi, restando immobile sulla soglia del suo ufficio. Sapeva che quello era il momento più bello della sua vita e che difficilmente ce ne sarebbe stato un altro così: voleva farlo durare il più possibile.
Infine si decise ad aprire la porta.
Rita lo aspettava seduta alla sua scrivania. Davide quasi sussultò per la sorpresa.
—Rita, che ci fai qui?
Lei si portò un dito alle labbra.
Era indescrivibilmente bella: i capelli lisci e morbidi, lo sguardo concentrato e dolce, le labbra rosse come ciliegie mature. Indossava un tubino attillato più adatto a un appuntamento che a una mattina in ufficio. Sembrava uscita da un film intitolato Tutti i desideri erotici di Davide.
—Chiudi la porta— gli disse.
Davide chiuse la porta.
A chiave— precisò lei, e gli si avvicinò.
Quando si ritrovò con il naso affondato tra i capelli di Rita, Davide si rese conto di essersi sbagliato a proposito del momento più bello della sua vita. Non era appena trascorso… stava per arrivare.

Davide chiuse l’ennesimo scatolone con il nastro adesivo e contemplò la stanza semivuota. Non gli sarebbe mancato quel bilocale. La sua nuova casa, che avrebbe condiviso con Rita, era stata progettata per svolgere il grosso delle incombenze senza doversi muovere. Spesa, palestra, visite mediche e perfino il lavoro: in capo a poche settimane, infatti, Davide avrebbe iniziato a lavorare da casa, per curare al meglio l’internazionalizzazione di DominApp.
Sentì un rumore e si voltò. Le tende della finestra si mossero come per un colpo di vento. Un istante dopo, Igor Nero avanzò nella stanza.
—Buondì, Davide— lo salutò. —Fai i bagagli?
—Da dove sei entrato?— Chiese Davide. —Comunque sì. Mi trasferisco.
—Oh, bene. Ho fatto appena in tempo, allora.
Nero si chinò e iniziò a perlustrare il pavimento della stanza.
—Io… vorrei ringraziarti— disse Davide. —Se non fossi arrivato per me, non mi sarebbe mai capitato tutto questo.
—Non sono arrivato per te— ribatté Nero, tranquillo.
—No? Eppure ho quest’impressione. Se non mi avessi aiutato con lo slogan, quella sera, io…
—Quella sera— disse Nero, continuando a esaminare il pavimento, —stavo aspettando Padre Donato. Volevo corromperlo affinché nei corsi sulle confessioni online di DominApp insegnasse ai preti ad assolvere la gente senza penitenza, così avrebbe svuotato di significato il rito della confessione. Ma poi ho trovato te, il project manager di DominApp, ed è andata decisamente meglio. All’inizio temevo che ti saresti insospettito per quei caratteri sotto allo slogan, ma a quanto pare non ti è neppure passato per la mente.
—Non erano semplici ornamenti grafici?
—In verità erano una formula per convincere la gente che DominApp è una cosa buona.
Davide lo guardò con sospetto.
—Ma tu chi sei?
—Chi sono? Che mistero! Accidenti, ma dov’è finito?
Solo a quel punto Davide si rese conto che le escrescenze sulla testa di Nero assomigliavano tantissimo a delle corna. Trasalì.
—Non sarai mica Satana, vero?
Igor Nero rise. —Fuochino.
Davide abbassò lo sguardo. —Santo cielo.
—Davvero non ci eri arrivato?
Davide scosse la testa. —Immagino che adesso vorrai la mia anima.
Nero lo guardò. —La tua anima? Perché mai dovrei?
—Beh, perché… funziona così, no? Con Faust hai fatto lo stesso, gli hai fatto raggiungere il successo e la felicità, e poi…
Nero scoppiò a ridere. —Ti prego, lascia stare il Dottor Faust. Tra di voi c’è un abisso.
Davide si sentì punto nell’orgoglio. —E allora perché sei qui?
—Eccolo, finalmente— disse Nero, chinandosi. Quando si rialzò, stringeva tra le mani il cilindro, finito dietro al divano. —Sono solo venuto a riprendere il cappello. Non se ne trovano più fatti così, al giorno d’oggi.
—Quindi non prenderai la mia anima?
Igor Nero lo fissò, incuriosito. —E a cosa mai mi dovrebbe servire la tua anima, quando posso avere quella di milioni di persone?
—Che cosa intendi?
—Oh, Davide. È deliziosa la tua ingenuità. So che non lo fai da mesi, ma affacciati alla finestra.
Davide si avvicinò alla finestra e scostò le tende.
—Che cosa vedi?
—La strada deserta.
—E che ore sono?
Davide guardò l’ora sullo smartphone. —Le tre del pomeriggio.
Solo in quel momento gli sovvenne quanto fosse strano che, a quell’ora, non ci fosse nessuno fuori. Né passanti, né signore in giro a fare shopping, né ragazzini a giocare a palla. Non c’era neppure un vecchio con il cane al guinzaglio. L’unico rumore che proveniva dalla strada era il ronzio dei droni che, instancabili, solcavano i cieli portando scatole e pacchetti. Si voltò verso Nero.
—Hai fatto un ottimo lavoro, Davide— sorrise lui. —Adesso i fedeli hanno tutto ciò che desiderano senza muoversi da casa. Significa che non guardano più i tramonti, non vanno più al mare, non sentono più l’odore della pioggia e (non che contasse granché anche prima) non vanno in chiesa. In pratica, non vanno più nei posti in cui tradizionalmente dicono di trovare Dio.—
—Ma io ho fatto del bene. Così la gente sta meglio… gli italiani sono più felici!
Nero ridacchiò. —Certo che l’hai fatto. Non c’è dubbio che adesso in Italia la gente sia più felice: chi oserebbe negarlo? Solo che per un po’ i fedeli non andranno nei posti pittoreschi del creato, quelli in cui si sentono vicini a Dio. E il mio compito è quello di tenere i credenti lontani da lui, non di renderli infelici.
Davide non rispose. Che aveva fatto? Poteva rimediare? Sì, poteva fermare tutto. Poteva fermare l’internazionalizzazione di DominApp. Poteva…
—Se stai pensando di tornare indietro, lascia perdere. Non puoi: è una cosa più grande di te. Oh, ma non sentirti troppo in colpa. Il vecchio volpone troverà il modo di infiltrarsi anche lì, vedrai. Nell’intimità dei divani, e perfino nella tua stupida DominApp. E a quel punto dovrò inventarmi qualcos’altro per allontanare di nuovo la gente da lui. È così da sempre. Sai, è così che passiamo il tempo. È così che dominiamo il mondo… o almeno, la parte che s’interessa a noi.
Igor Nero si mise il cappello in testa, diede una pacca sulla spalla di Davide e gli fece l’occhiolino.
—In fondo, lo sai meglio di me: è tutta una questione di buona pubblicità.
Gli sorrise per l’ultima volta, poi sparì.
Per un po’ Davide non riuscì a muoversi e rimase come congelato, a bocca aperta, a fissare il pavimento. Poi, all’improvviso, sentì di avere la nausea e corse alla finestra. La spalancò e respirò a fondo.
Alzò lo sguardo al cielo e chiese perché tutto questo era capitato a lui.
Non ebbe risposta.
Allora richiuse la finestra e si diresse verso il divano, dove aveva lasciato lo smartphone. Chissà se DominApp poteva aiutarlo. Cercò un portale di consulenza per le domande esistenziali, ma non lo trovò e ne rimase molto sorpreso. Bisognava assolutamente implementare un servizio di quel tipo. In fondo il mondo ne aveva un gran bisogno...

In alto, oltre le nuvole, una creatura angelica dispiegò le ali e spiccò il volo verso la Terra. Era ora di mettersi a lavoro.

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Re: Semifinale Stefano Mancini

Messaggio#3 » giovedì 9 marzo 2017, 0:11

STOP! Racconti inviati agli SPONSOR.
Per Sonia mando il racconto originale.
Buona fortuna!

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Sonia Lippi
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Re: Semifinale Stefano Mancini

Messaggio#4 » giovedì 9 marzo 2017, 7:58

Scusatemi, ma non ho avuto nemmeno il tempo di copiare l'originale per metterlo qui...
Avrei voluto tanto svilupparlo con i suggerimenti che mi hanno dato ma non ho avuto nemmeno 2 minuti liberi.
Grazie Spartaco che hai mandato il mio racconto originale e scusatemi per non averlo postato qui...

Buona giornata

Sonia

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Spartaco
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Re: Semifinale Stefano Mancini

Messaggio#5 » venerdì 10 marzo 2017, 8:30

Ecco i commenti di Stefano Mancini:

Domina il mondo dal tuo divano.

L'ho trovato ironico, accattivante, con una storia originale e ben immersa nel contesto moderno, dove la tecnologia ci avvolge e travolge quasi in ogni aspetto quotidiano (poi estremizzato nell'app ideata dal protagonista del racconto). A essere sincere, anzi, il racconto non aveva praticamente difetti. Anche dal punto di vista stilistico dialoghi e narrazione erano scorrevoli e fluidi, senza refusi ed errori. Davvero una lettura gradevole.

la strega sindacalista

Ho riscontrato un testo molto meno curato. C'erano errori e refusi in quantità eccessiva. La storia a differenza dell'altra, era molto meno originale. Inoltre non ho ben colto il riferimento a Giovanna d'arco, il senso della creazione del circolo di streghe e la loro influenza sul mondo. Diciamo che l'ambientazione era vaga. più di tutto, però, non ho capito il perché della scelta "sindacalista". Mi aspettavo che nel finale si svelasse il perché di una scelta così bizzarra, invece niente. Ho trovato il racconto deludente, vago e confuso.

Classifica:

1) Domina il mondo dal tuo divano.
2) la strega sindacalista

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