Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
NUOTANDO NELL'ARIA
Ti stringo stretto a me. La tua mano accarezza il mio membro stanco.
«Neri...» Ti sussurro.
Mi baci la guancia, mugugni.
«Promettimi una cosa»
«Tutto quello che vuoi...»
«Se mai dovessi morire, ti prego, dimenticami e vivi felice.»
«Cosa?! Perché mai mi dici questo?! Mi devi dire qualcosa?!»
Ho rovinato questo momento, lo so. Ma non sono riuscito a tenermi tutto dentro. Già tremi. Ti bacio sulle labbra.
«No, amore, tranquillo. Sto bene. Ma mi è capitato spesso di pensarci. Vorrei che tu fossi felice, anche se per qualche motivo io venissi a mancare.»
«Non potrei mai dimenticarti!» Ti alzi, incombi su di me con gli occhi spalancati e inumiditi da lacrime precoci.
Ti accarezzo il viso, la barba rada.
«Dimentichiamo per poter rivivere tutto. In ogni nostra vita ci rincontriamo per amarci e riamarci. Come la prima volta, come adesso.»
«Ma...»
«Ci rincontreremo. È nel destino, nella natura delle nostre anime.»
Mi abbracci e lo senti anche tu, non ci potremo separare mai.
Sono sicuro che ripensi alle parole di quella notte, sotto questo sottopassaggio umido, mentre l'uomo ti blocca puntandoti una lama alla gola. Il tuo petto gracile sussulta: è il cuore che vuole fuggire e venire a me. Devi mangiare di più. Te lo ripetevo sempre mentre ti accarezzavo il corpo nudo, baciavo i tuoi piccoli capezzoli, sentivo le tue ossa sotto i miei palmi.
«Lascialo andare!» urlo allo stronzo.
«Stai zitto e non ti muovere, frocio!»
«Ti giuro che...»
«Ho detto zittooo!»
La punta del coltello affonda un poco nella tua pelle, là dove ti mordevo per sentire le tue labbra sussultare di piacere.
«Abbassati i pantaloni.» Ti intima, con la bava alla bocca. «Voglio vedere come vi eccitate, Voi.»
Mi guardi. I tuoi occhi giudicano la mia immobilità. Ti slacci la cintura e gli obbedisci. Resti nudo dalla vita in giù. Il maiale trascina l'arma sulla tua maglietta, stracciandola. Fino ad arrivare giù, al pene intimorito.
«E adesso toccati, coraggio, coraggio!»
«Neri... no.» Ti scongiuro.
«Non parlare! Tu sei il prossimo! Frocio, frocio! Tu, avanti, toccati!»
Ancora gli obbedisci. Lui sussulta, sorride. La sua mano trema. Te ne accorgi. Sai che lui non sa. Gli afferri il polso prima che possa accorgersi di quanto stia succedendo. Glielo giri e le ossa cedono. Prima che il coltello tocchi terra, gli rifili una gomitata e lo scaraventi a terra. Ti tiri su le braghe e corri da me, mi abbracci, mi baci. Ma non può finire così, non per me. Ti scosto e vado a raccogliere l'arma. Lo stronzo deve morire. Lo stronzo che nasconde un altro coltello. Così, dolorante, mi coglie alle spalle e infila il coltello tra le mie membra. Ancora, ancora e ancora.
Sono stelle quelle che mi circondano? Mi trovo sospeso in un tiepido limbo, in attesa di tornare. Chiudo gli occhi, palpito. Un brivido mi scuote nel sentirti qui con me, in volo libero. Non è facile, perché tu, ancora, non ci sei.
Ti stringo stretto a me. La tua mano accarezza il mio membro stanco.
«Neri...» Ti sussurro.
Mi baci la guancia, mugugni.
«Promettimi una cosa»
«Tutto quello che vuoi...»
«Se mai dovessi morire, ti prego, dimenticami e vivi felice.»
«Cosa?! Perché mai mi dici questo?! Mi devi dire qualcosa?!»
Ho rovinato questo momento, lo so. Ma non sono riuscito a tenermi tutto dentro. Già tremi. Ti bacio sulle labbra.
«No, amore, tranquillo. Sto bene. Ma mi è capitato spesso di pensarci. Vorrei che tu fossi felice, anche se per qualche motivo io venissi a mancare.»
«Non potrei mai dimenticarti!» Ti alzi, incombi su di me con gli occhi spalancati e inumiditi da lacrime precoci.
Ti accarezzo il viso, la barba rada.
«Dimentichiamo per poter rivivere tutto. In ogni nostra vita ci rincontriamo per amarci e riamarci. Come la prima volta, come adesso.»
«Ma...»
«Ci rincontreremo. È nel destino, nella natura delle nostre anime.»
Mi abbracci e lo senti anche tu, non ci potremo separare mai.
Sono sicuro che ripensi alle parole di quella notte, sotto questo sottopassaggio umido, mentre l'uomo ti blocca puntandoti una lama alla gola. Il tuo petto gracile sussulta: è il cuore che vuole fuggire e venire a me. Devi mangiare di più. Te lo ripetevo sempre mentre ti accarezzavo il corpo nudo, baciavo i tuoi piccoli capezzoli, sentivo le tue ossa sotto i miei palmi.
«Lascialo andare!» urlo allo stronzo.
«Stai zitto e non ti muovere, frocio!»
«Ti giuro che...»
«Ho detto zittooo!»
La punta del coltello affonda un poco nella tua pelle, là dove ti mordevo per sentire le tue labbra sussultare di piacere.
«Abbassati i pantaloni.» Ti intima, con la bava alla bocca. «Voglio vedere come vi eccitate, Voi.»
Mi guardi. I tuoi occhi giudicano la mia immobilità. Ti slacci la cintura e gli obbedisci. Resti nudo dalla vita in giù. Il maiale trascina l'arma sulla tua maglietta, stracciandola. Fino ad arrivare giù, al pene intimorito.
«E adesso toccati, coraggio, coraggio!»
«Neri... no.» Ti scongiuro.
«Non parlare! Tu sei il prossimo! Frocio, frocio! Tu, avanti, toccati!»
Ancora gli obbedisci. Lui sussulta, sorride. La sua mano trema. Te ne accorgi. Sai che lui non sa. Gli afferri il polso prima che possa accorgersi di quanto stia succedendo. Glielo giri e le ossa cedono. Prima che il coltello tocchi terra, gli rifili una gomitata e lo scaraventi a terra. Ti tiri su le braghe e corri da me, mi abbracci, mi baci. Ma non può finire così, non per me. Ti scosto e vado a raccogliere l'arma. Lo stronzo deve morire. Lo stronzo che nasconde un altro coltello. Così, dolorante, mi coglie alle spalle e infila il coltello tra le mie membra. Ancora, ancora e ancora.
Sono stelle quelle che mi circondano? Mi trovo sospeso in un tiepido limbo, in attesa di tornare. Chiudo gli occhi, palpito. Un brivido mi scuote nel sentirti qui con me, in volo libero. Non è facile, perché tu, ancora, non ci sei.
Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Tutto ok anche qui! Buona Tarenzi Edition, Filippo!
- Andrea Partiti
- Messaggi: 1047
- Contatta:
Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Il tuo racconto non mi dispiace, è una storia di ordinaria violenza, raccontata mostrando il lato umano di una vittima.
Però i dialoghi sono davvero innaturali. All'inizio pensavo fossero volutamente ricercati per creare una qualche atmosfera passata ed elaborata, ma il passaggio alla crudezza dell'aggressione li rende molto più incongruenti di quanto sia ragionevole.
Pensa a quel "Cosa?! Perché mai mi dici questo?! Mi devi dire qualcosa?!", a parte l'eccesso di esclamazione, letto ad alta voce sembra una parodia di dialogo. Uguale la promessa di amarsi in ogni vita stile hawkman/hawkgirl. Ci vedo una buona intenzione dietro, per far capire la profondità del rapporto tra i due protagonisti, ma penso che ottenga l'effetto opposto. Forse apprezzerei di più uno sguardo o un gesto che dimostrano l'affetto, rispetto ad una dichiarazione che sembra così esagerata far dubitare di essere una parodia :)
La scena dell'aggressione invece mi piace così com'è, molto diretta e con un buon ritmo. Riesce a creare tante tensione in poche righe.
Però i dialoghi sono davvero innaturali. All'inizio pensavo fossero volutamente ricercati per creare una qualche atmosfera passata ed elaborata, ma il passaggio alla crudezza dell'aggressione li rende molto più incongruenti di quanto sia ragionevole.
Pensa a quel "Cosa?! Perché mai mi dici questo?! Mi devi dire qualcosa?!", a parte l'eccesso di esclamazione, letto ad alta voce sembra una parodia di dialogo. Uguale la promessa di amarsi in ogni vita stile hawkman/hawkgirl. Ci vedo una buona intenzione dietro, per far capire la profondità del rapporto tra i due protagonisti, ma penso che ottenga l'effetto opposto. Forse apprezzerei di più uno sguardo o un gesto che dimostrano l'affetto, rispetto ad una dichiarazione che sembra così esagerata far dubitare di essere una parodia :)
La scena dell'aggressione invece mi piace così com'è, molto diretta e con un buon ritmo. Riesce a creare tante tensione in poche righe.
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Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
NUOTANDO NELL’ARIA di Filippo Puddu Nel tuo racconto alterni il Cielo e l’Inferno con grande maestria. La relazione fra i due protagonisti è sicuramente celestiale. Sono due anime gemelle. Difatti, si stringono l’una all’altra mentre il presagio di morte aleggia su di loro nel momento felice. Il cielo lo si vede anche durante l’aggressione di loro due da parte dell’omofobo, nella bellissima immagine del cuore di Neri che vorrebbe uscire dal petto e andare incontro all’amato. Il finale tragico rimanda all’inferno. Si tratta di una morte assurda (a vedere l’umiliazione di Neri, il suo compagno reagisce con temerarietà e paga con la vita), che scaraventa l’amante di Neri in un limbo tiepido dove l’amato aleggia ma non c’è ancora.
- erika.adale
- Messaggi: 304
Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Ciao Filippo, il primo racconto che ho letto di questa edizione, spinta da un titolo bellissimo che mi ricorda un mio sogno ricorrente. Cosa hai raccontato? Una storia di amore e di morte, basata sull'idea non originale ma sempre seducente dell'altra metà della mela a cui si è destinati in eterno, a ogni incarnazione. E' un concetto che riesce sempre a commuovermi. Come lo hai raccontato? Condivido l'opinione di chi ti ha già detto che la prima parte dialogata paia un po' legnosa, come volessi mettere in chiaro subito la situazione ( e anche quella successiva). Va bene la premonizione, ma qui guida troppo il lettore alla conclusione e diventa un'autogol (si capisce subito come andrà a finire l'aggressione e chi sarà la vittima). Bello il finale, anche se mi sono un po' confusa: cioè il brivido lo scuote "sapendolo" con lui. Eppure non c'è (corretto, non è ancora morto). Utilizzerei un altro verbo (magari legato all'attesa dell'amato, piuttosto che alla presenza). Ho visto cielo e inferno? Decisamente sì.
- maria rosaria
- Messaggi: 687
Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Ciao Filippo.
L’amore è eterno, sembra voler dire il tuo racconto. Eterno e ciclico. Ci si lascia per poi ritrovarsi.
Non ci credo molto a questa cosa, però mi piace.
Il racconto che hai scritto è bello e struggente e l’inferno è una vita difficile per chi si ama fuori dagli schemi. Conduci con ritmo crescente fino alla fine, anche se un po’ di colpi li perdi lì. Un finale diverso, meno sdolcinato (perdonami il termine) l’avrei preferito.
L’amore è eterno, sembra voler dire il tuo racconto. Eterno e ciclico. Ci si lascia per poi ritrovarsi.
Non ci credo molto a questa cosa, però mi piace.
Il racconto che hai scritto è bello e struggente e l’inferno è una vita difficile per chi si ama fuori dagli schemi. Conduci con ritmo crescente fino alla fine, anche se un po’ di colpi li perdi lì. Un finale diverso, meno sdolcinato (perdonami il termine) l’avrei preferito.
Maria Rosaria
- francescocascione
- Messaggi: 101
Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Ciao Filippo,
La prima persona in un racconto dà una sola garanzia. Chi racconta è vivo.
La prima persona in un racconto dà una sola garanzia. Chi racconta è vivo.
Rompere questo patto con il lettore è una sfida avvincente (L'inferno della Paura di Simmons è un esempio magistrale) anche perché per farlo devi giustificarlo e il lettore devi saperlo convincere.
E tu riesci a farlo.
L’attinenza con il tema è tirata per i capelli. Volevi raccontare questa storia. L’hai contestualizzata.
E anche se l’abito di Tarenzi ti sta un po’stretto ci entri piuttosto bene. Mettere in gioco tanto merita un premio.
Racconti l’amore, la passione come forza universale e lo fai da un punto di vista nell quale non è per tutti semplice immedesimarsi. È la seconda sfida. E anche questa è affrontata nel modo giusto.
Finale forse frettoloso; avresti forse dedicarci più spazio per renderlo più epico.
La prima persona in un racconto dà una sola garanzia. Chi racconta è vivo.
La prima persona in un racconto dà una sola garanzia. Chi racconta è vivo.
Rompere questo patto con il lettore è una sfida avvincente (L'inferno della Paura di Simmons è un esempio magistrale) anche perché per farlo devi giustificarlo e il lettore devi saperlo convincere.
E tu riesci a farlo.
L’attinenza con il tema è tirata per i capelli. Volevi raccontare questa storia. L’hai contestualizzata.
E anche se l’abito di Tarenzi ti sta un po’stretto ci entri piuttosto bene. Mettere in gioco tanto merita un premio.
Racconti l’amore, la passione come forza universale e lo fai da un punto di vista nell quale non è per tutti semplice immedesimarsi. È la seconda sfida. E anche questa è affrontata nel modo giusto.
Finale forse frettoloso; avresti forse dedicarci più spazio per renderlo più epico.
- eleonora.rossetti
- Messaggi: 553
Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Ciao Filippo, ben trovato!
La contrapposizione tra Cielo e Inferno è ben marcata anche nello stacco tra i due paragrafi che mostrano la serenità del rapporto di coppia e quella realtà che viene stroncata dal traviato di turno.
Un pochino "telefonato" il discorso "se dovesse succedermi qualcosa", un pochino mi spoilera che piega avrebbe avuto il racconto, ma non è stato tanto determinante. Forse un poco artificiosi certi dialoghi iniziali, tipo appunto il "«Cosa?! Perché mai mi dici questo?! Mi devi dire qualcosa?!»" che se dovessi dirlo ad alta voce mi sembra, appunto, un poco "finto". Niente di troppo pesante nella mia valutazione,in ogni caso.
L'unica cosa che mi ha un po' stranito è che un magrolino tutto ossa sia riuscito ad avere la meglio su un bulletto armato girandogli il polso e tramortendolo con una semplice gomitata, da come lo descrive il compagno sembrava uno scricciolo...
Tirando le somme, è comunque un bel racconto, mi è piaciuto ;)
La contrapposizione tra Cielo e Inferno è ben marcata anche nello stacco tra i due paragrafi che mostrano la serenità del rapporto di coppia e quella realtà che viene stroncata dal traviato di turno.
Un pochino "telefonato" il discorso "se dovesse succedermi qualcosa", un pochino mi spoilera che piega avrebbe avuto il racconto, ma non è stato tanto determinante. Forse un poco artificiosi certi dialoghi iniziali, tipo appunto il "«Cosa?! Perché mai mi dici questo?! Mi devi dire qualcosa?!»" che se dovessi dirlo ad alta voce mi sembra, appunto, un poco "finto". Niente di troppo pesante nella mia valutazione,in ogni caso.
L'unica cosa che mi ha un po' stranito è che un magrolino tutto ossa sia riuscito ad avere la meglio su un bulletto armato girandogli il polso e tramortendolo con una semplice gomitata, da come lo descrive il compagno sembrava uno scricciolo...
Tirando le somme, è comunque un bel racconto, mi è piaciuto ;)
Uccidi scrivendo.
- marco.roncaccia
- Messaggi: 559
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Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Ciao Filippo,
quello che mi piace del tuo racconto è l’interpretazione del tema e la drammaturgia. Le cose che invece non mi convincono sono i dialoghi e una divisione in due del racconto in cui la prima parte si dilunga molto (nell’economia delle 3000 battute) posticipando di troppo il momento in cui il lettore sarà messo in condizione di comprendere la situazione in cui i personaggi si trovano nel momento attuale. Per me un racconto da rivedere.
quello che mi piace del tuo racconto è l’interpretazione del tema e la drammaturgia. Le cose che invece non mi convincono sono i dialoghi e una divisione in due del racconto in cui la prima parte si dilunga molto (nell’economia delle 3000 battute) posticipando di troppo il momento in cui il lettore sarà messo in condizione di comprendere la situazione in cui i personaggi si trovano nel momento attuale. Per me un racconto da rivedere.
- beppe.roncari
- Messaggi: 382
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Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Ciao Filippo, ben ritrovato!
Il tema del tuo racconto mi sembra essere l’amore eterno e non “fra inferno e cielo”, semmai “fra cielo e cielo” nel limbo in attesa che i due amanti si possano ricongiungere in un’altra vita.
Del racconto invece non mi è piaciuto il ricorso alla violenza, non era necessario. E diventa un po’ grottesco il tentativo di doppio colpo di scena con l’amante che riesce a disarmare l’aggressore omofobo per poi terminare con il narratore che viene invece lui accoltellato dallo stesso.
Per comunicare profondi sentimenti sarebbe bastato un incidente d’auto o simile, il ricorso al killer, più istinto da killer del narratore, più killer che torna a essere killer mi pare artificioso.
Alla prossima! ;-)
Il tema del tuo racconto mi sembra essere l’amore eterno e non “fra inferno e cielo”, semmai “fra cielo e cielo” nel limbo in attesa che i due amanti si possano ricongiungere in un’altra vita.
Del racconto invece non mi è piaciuto il ricorso alla violenza, non era necessario. E diventa un po’ grottesco il tentativo di doppio colpo di scena con l’amante che riesce a disarmare l’aggressore omofobo per poi terminare con il narratore che viene invece lui accoltellato dallo stesso.
Per comunicare profondi sentimenti sarebbe bastato un incidente d’auto o simile, il ricorso al killer, più istinto da killer del narratore, più killer che torna a essere killer mi pare artificioso.
Alla prossima! ;-)
Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Ciao a tutti. Vi ringrazio per i commenti. Condivido l'opinione di chi ha messo in risalto la legnosità della prima parte, avrei dovuto armonizzare e amalgamare meglio tutto il racconto che, così com'è, non mi soddisfa. Non condivido le critiche sul tema da un lato e il "le cose potevi dirle così piuttosto che cosà". Per l'interpretazione del tema: da un lato vi è il contrasto tra prima parte (cielo) e seconda (inferno), dall'altro lo stato di sospensione in cui si ritrova il protagonista nelle ultime righe, per l'appunto tra cielo e inferno.
C'è chi ha scritto: "piuttosto è tra cielo e cielo, il protagonista sta in un limbo." Per definizione, il limbo non sta in cielo, anzi.
Per quanto riguarda il secondo punto: i sentimenti si possono esprimere a gesti, ma anche a parole; le persone fanno entrambe le cose e non trovo che una sia "letteralmente più accettabile dell'altra" (il problema del mio pezzo è che ho scritto male i dialoghi, davvero poco naturali). Per quanto riguarda "meglio un incidente o cos'altro in luogo di un omicidio"... perché meglio? Sono situazioni diverse, storie diverse... La mia storia è quella che ho scritto.
C'è chi ha scritto: "piuttosto è tra cielo e cielo, il protagonista sta in un limbo." Per definizione, il limbo non sta in cielo, anzi.
Per quanto riguarda il secondo punto: i sentimenti si possono esprimere a gesti, ma anche a parole; le persone fanno entrambe le cose e non trovo che una sia "letteralmente più accettabile dell'altra" (il problema del mio pezzo è che ho scritto male i dialoghi, davvero poco naturali). Per quanto riguarda "meglio un incidente o cos'altro in luogo di un omicidio"... perché meglio? Sono situazioni diverse, storie diverse... La mia storia è quella che ho scritto.
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Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Ciao Filippo
Un racconto davvero forte e crudo, quasi difficile da leggere e digerire, tuttavia sono molti i punti in cui mi sono trovato a storcere il naso, anche se preso dalla vicenda. Per prima cosa il dialogo iniziale, l’ho trovato molto poco credibile, parecchio artefatto e da un forte senso di “artificiale”, insomma sembra molto poco spontaneo e parecchio costruito. Ed in effetti lo è, trattandosi di un testo, ma credo che avrebbe giovato di una maggiore rifinitura. Non solo la forma, ma anche il contenuto del dialogo in se andrebbe sistemato, il parlare dell’eventualità che ad uno dei due succeda qualcosa ha l’aria di un grosso cartello su quella che sarà poi la conclusione della vicenda, ho avuto la sensazione di starmi svelando il finale da solo leggendo. Insomma rende la vicenda troppo prevedibile. Per quanto riguarda la seconda parte, la crudezza della descrizione è ottimamente contrapposta alla dolcezza e all’intimità della parte iniziale, qui per quanto riguarda la resa non ho molto da dire in ambito di valutazione, una buona descrizione, ma a livello personale ho trovato alcune frasi che mi hanno fatto storcere il naso parecchio, come quel «Ho detto zittooo!» nel quale avrei evitato il prolungarsi della finale, molto sgradevole ai miei occhi. Nel complesso una prova così e così, più per una realizzazione che avrebbe richiesto maggior tempo (e qui capisco il limite dato dal contesto) e rifiniture che non per l’idea che di per se ha una sua notevole valenza. Per l’attinenza al tema non posso dire che non ci sia, il contrasto tra la celestialità della parte iniziale e l’inferno della seconda è evidente, per quanto il discorso “cosa devi fare se muoio” rompe un po’ la dolcezza della prima parte, facendola risultare meno difficile, almeno per me, da identificare come momento “paradiso”
Un racconto davvero forte e crudo, quasi difficile da leggere e digerire, tuttavia sono molti i punti in cui mi sono trovato a storcere il naso, anche se preso dalla vicenda. Per prima cosa il dialogo iniziale, l’ho trovato molto poco credibile, parecchio artefatto e da un forte senso di “artificiale”, insomma sembra molto poco spontaneo e parecchio costruito. Ed in effetti lo è, trattandosi di un testo, ma credo che avrebbe giovato di una maggiore rifinitura. Non solo la forma, ma anche il contenuto del dialogo in se andrebbe sistemato, il parlare dell’eventualità che ad uno dei due succeda qualcosa ha l’aria di un grosso cartello su quella che sarà poi la conclusione della vicenda, ho avuto la sensazione di starmi svelando il finale da solo leggendo. Insomma rende la vicenda troppo prevedibile. Per quanto riguarda la seconda parte, la crudezza della descrizione è ottimamente contrapposta alla dolcezza e all’intimità della parte iniziale, qui per quanto riguarda la resa non ho molto da dire in ambito di valutazione, una buona descrizione, ma a livello personale ho trovato alcune frasi che mi hanno fatto storcere il naso parecchio, come quel «Ho detto zittooo!» nel quale avrei evitato il prolungarsi della finale, molto sgradevole ai miei occhi. Nel complesso una prova così e così, più per una realizzazione che avrebbe richiesto maggior tempo (e qui capisco il limite dato dal contesto) e rifiniture che non per l’idea che di per se ha una sua notevole valenza. Per l’attinenza al tema non posso dire che non ci sia, il contrasto tra la celestialità della parte iniziale e l’inferno della seconda è evidente, per quanto il discorso “cosa devi fare se muoio” rompe un po’ la dolcezza della prima parte, facendola risultare meno difficile, almeno per me, da identificare come momento “paradiso”
Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
L'ho letto due volte e dopo la seconda sono ancora più perplesso della prima. La storia non mi convince, così come l'attinenza al tema non mi è del tutto chiara. I dialoghi da cow-boy male si incastrano con una storia seppur rude e spesso ho trovato difficoltà a capire chi parlasse o chi rispondesse. Può essere però che sia stato semplicemente io a non capire il racconto, nel caso mi scuso.
Re: Nuotando nell'aria, Filippo Puddu
Non mi convince appieno la struttura che hai scelto. La prima parte è troppo lunga e ho l'impressione che la decisione di anticipare la svolta sia eccessiva. Forzato anche il susseguirsi di eventi che portano alla morte del protagonista. Troppo corto il finale che, forse, era meglio, quello sì, anticipare, magari utilizzandolo anche come prologo, per chiudere meglio il tutto. Coraggioso, infine, il tuo voler narrare di un amore così socialmente maledetto. Pollice timidamente puntato verso l'alto per la qualità della scrittura, ma serve una rielaborazione interna più funzionale.
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