Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Leo aprì gli occhi. Attorno a lui c'era solo nebbia e l'insegna luminosa di un bar.
Cercò di capire come fosse finito lì, ma l'ultima cosa che ricordava era la sua bicicletta, la statale e lo zaino sulle spalle.
Avanzò, la pelle accapponata e le ossa umide, ed entrò nel locale. Una luce bianca lo accecò.
«Ragazzo, tu sei quello nuovo?» chiese una voce gentile.
Leo si strofinò gli occhi. Un uomo, che doveva pesare più di duecento chili, fluttuava davanti a lui con indosso un paio di slip. La massa flaccida lambiva le pareti e impediva al ragazzo di vedere oltre.
«Mah…» balbettò, timoroso.
L'uomo si sporse in avanti e sbirciò il foglietto che, solo in quel momento, Leo si accorse di aver in mano.
«Come immaginavo» disse il ciccione.
Confuso, Leo guardò il pezzo di carta su cui c'era scritto: “Quello nuovo”.
«Seguimi! Cosa sai fare di particolare?»
«Nulla» rispose Leo, incerto. Alzò lo sguardo e strabuzzando gli occhi. Ora che non c'era più il ciccione vicino a lui, il locale gli si era aperto attorno. Un tizio dalla pelle verde era al tavolo con uno con la testa da sciacallo, due donne attaccate per le spalle flirtavano con una coppia di minotauri e una ragazza blu, con una decina di braccia e una corona in testa, cercava di farsi spazio tra la ressa con dei vassoi in mano.
«Ragazzo,» lo richiamò all'ordine il ciccione «finché non sapremo cosa sai fare sarai l'assistente pizzaiolo.»
Leo si voltò e incrociò lo sguardo di un demone rosso con le corna ricurve che aveva la pala tonda in mano e un grembiule cinto in vita. «Che me ne dovrei fare?» chiese questi.
«Insegnargli il mestiere» rispose secco il ciccione.
Il demone sbuffò e si rivolse a Leo: «Non stare a guardarmi, dai una pulita al piano i lavoro.»
Il ragazzo corse dietro il banco e cercò un canovaccio. Non trovandolo spostò la farina, sparpagliata sul tavolo, con la mano nuda. La polvere bianca si addensò, formò una sfera e iniziò a roteare sul suo palmo.
«Più rapido del previsto» si compiacque il ciccione.
«Cosa?» chiese Leo.
«Il tuo potere.»
«Il mio potere, cosa?»
«Allunga la mano verso quell'angolo» gli intimò il ciccione, indicando un punto lontano.
Leo stese il braccio e aprì il palmo: polvere, briciole e cocci di vetro si misero a volteggiare.
«Ora vai lì e getta tutto. Però attento a non cadere fuori.»
Il ragazzo avanzò verso la porta che gli era stata indicata e l'aprì. Un vuoto allo stomaco lo bloccò. Fuori non c'era la strada, ma solo stelle e il sole a portata di mano.
«Ora brucia tutto.»
Con un gesto della mano, Leo spazzò fuori la spazzatura che si volatilizzò.
«Ge', come si chiamano quelli nuovi?»
Il ragazzo si voltò. Il ciccione stava parlando con il barista; un capellone che versava vino da una brocca piena d'acqua. «Quali?» gli rispose questi.
«Dai, quelli con il paradiso pieno di birra.»
«Pastafariani! Ma che c'entra con loro?»
«Nulla, ma neanche il tuo gioco con l'acqua c'entra qualcosa. Iniziamo così, poi, al massimo, lo ricicliamo per gli scalzisti; tanto prima o poi tutti fondano una religione.»
Cercò di capire come fosse finito lì, ma l'ultima cosa che ricordava era la sua bicicletta, la statale e lo zaino sulle spalle.
Avanzò, la pelle accapponata e le ossa umide, ed entrò nel locale. Una luce bianca lo accecò.
«Ragazzo, tu sei quello nuovo?» chiese una voce gentile.
Leo si strofinò gli occhi. Un uomo, che doveva pesare più di duecento chili, fluttuava davanti a lui con indosso un paio di slip. La massa flaccida lambiva le pareti e impediva al ragazzo di vedere oltre.
«Mah…» balbettò, timoroso.
L'uomo si sporse in avanti e sbirciò il foglietto che, solo in quel momento, Leo si accorse di aver in mano.
«Come immaginavo» disse il ciccione.
Confuso, Leo guardò il pezzo di carta su cui c'era scritto: “Quello nuovo”.
«Seguimi! Cosa sai fare di particolare?»
«Nulla» rispose Leo, incerto. Alzò lo sguardo e strabuzzando gli occhi. Ora che non c'era più il ciccione vicino a lui, il locale gli si era aperto attorno. Un tizio dalla pelle verde era al tavolo con uno con la testa da sciacallo, due donne attaccate per le spalle flirtavano con una coppia di minotauri e una ragazza blu, con una decina di braccia e una corona in testa, cercava di farsi spazio tra la ressa con dei vassoi in mano.
«Ragazzo,» lo richiamò all'ordine il ciccione «finché non sapremo cosa sai fare sarai l'assistente pizzaiolo.»
Leo si voltò e incrociò lo sguardo di un demone rosso con le corna ricurve che aveva la pala tonda in mano e un grembiule cinto in vita. «Che me ne dovrei fare?» chiese questi.
«Insegnargli il mestiere» rispose secco il ciccione.
Il demone sbuffò e si rivolse a Leo: «Non stare a guardarmi, dai una pulita al piano i lavoro.»
Il ragazzo corse dietro il banco e cercò un canovaccio. Non trovandolo spostò la farina, sparpagliata sul tavolo, con la mano nuda. La polvere bianca si addensò, formò una sfera e iniziò a roteare sul suo palmo.
«Più rapido del previsto» si compiacque il ciccione.
«Cosa?» chiese Leo.
«Il tuo potere.»
«Il mio potere, cosa?»
«Allunga la mano verso quell'angolo» gli intimò il ciccione, indicando un punto lontano.
Leo stese il braccio e aprì il palmo: polvere, briciole e cocci di vetro si misero a volteggiare.
«Ora vai lì e getta tutto. Però attento a non cadere fuori.»
Il ragazzo avanzò verso la porta che gli era stata indicata e l'aprì. Un vuoto allo stomaco lo bloccò. Fuori non c'era la strada, ma solo stelle e il sole a portata di mano.
«Ora brucia tutto.»
Con un gesto della mano, Leo spazzò fuori la spazzatura che si volatilizzò.
«Ge', come si chiamano quelli nuovi?»
Il ragazzo si voltò. Il ciccione stava parlando con il barista; un capellone che versava vino da una brocca piena d'acqua. «Quali?» gli rispose questi.
«Dai, quelli con il paradiso pieno di birra.»
«Pastafariani! Ma che c'entra con loro?»
«Nulla, ma neanche il tuo gioco con l'acqua c'entra qualcosa. Iniziamo così, poi, al massimo, lo ricicliamo per gli scalzisti; tanto prima o poi tutti fondano una religione.»
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ed ecco anche Francesco! Tutto ok con i parametri, buona Walter Lazzarin Edition!!!
- elena.coppari
- Messaggi: 37
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Carino, fantascienza e ironia di pari passo. Mi è piaciuto! mi ha fatto rivivere le atmosfere del bar di Star War, quello dove c'erano gli alieni che suonavano una assurda canzoncina. Questo locale che descrivi è molto simpatico. Anche gli alieni assomigliano un pò ai classici dei film di fantascienza. Il superpotere che descrivi già visto.
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao Elena, piacere di incontrarti e grazie per il commento. Una domanda, dove hai già visto il superpotere di Leo? Ora sono curioso.
Per quanto riguarda il bar ho immaginato più una cosa alla "Ai confini della realtà".
Ciao e alla prossima.
Per quanto riguarda il bar ho immaginato più una cosa alla "Ai confini della realtà".
Ciao e alla prossima.
- erika.adale
- Messaggi: 304
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao Francesco, il tuo racconto è davvero divertente, soprattutto per l'"indovina chi" delle divinità che lavorano in questo strambo locale. (Levami una curiosità, l'oste ciccione è Budda?) Ed è suggestiva anche la "discarica solare" dove il nostro amico getta l'umido di fine serata.
Ho la sensazione però di essermi persa qualche pezzo: cioè non capisco bene chi sia Leo, a quale religione/credo faccia riferimento la sua figura e come sia finito lì. Magari è un mio limite culturale. Se invece è un soggetto avulso dalle fedi, si perde un po' un'occasione di caratterizzare oltre il racconto, a mio avviso.( Sempre che non si diventi dei DOPO aver lavorato nel locale, e allora in effetti sarebbe un altro discorso.)
Ho la sensazione però di essermi persa qualche pezzo: cioè non capisco bene chi sia Leo, a quale religione/credo faccia riferimento la sua figura e come sia finito lì. Magari è un mio limite culturale. Se invece è un soggetto avulso dalle fedi, si perde un po' un'occasione di caratterizzare oltre il racconto, a mio avviso.( Sempre che non si diventi dei DOPO aver lavorato nel locale, e allora in effetti sarebbe un altro discorso.)
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao Erika. Sì, il "ciccione" è budda.
La mia idea era: nuova religione, nuova divinità. Quindi Leo è un ragazzo "normale" che, una volta morto, viene promosso a divinità (in questo caso dei pastafariani).
Non so se si capisce, ma l'idea è quella di un'entità superiore che affida al bar i nuovi dei (il biglietto con scritto "quello nuovo"), che resteranno lì come aiutanti fino a quando non verrà svelato il loro potere. A quel punto, in base al talento, gli verrà affidato un lavoro all'interno del bar.
Ho compresso un po' quest'idea malsana, ma spero si capisca e che non risulti troppo offensiva.
Ciao
La mia idea era: nuova religione, nuova divinità. Quindi Leo è un ragazzo "normale" che, una volta morto, viene promosso a divinità (in questo caso dei pastafariani).
Non so se si capisce, ma l'idea è quella di un'entità superiore che affida al bar i nuovi dei (il biglietto con scritto "quello nuovo"), che resteranno lì come aiutanti fino a quando non verrà svelato il loro potere. A quel punto, in base al talento, gli verrà affidato un lavoro all'interno del bar.
Ho compresso un po' quest'idea malsana, ma spero si capisca e che non risulti troppo offensiva.
Ciao
- elena.coppari
- Messaggi: 37
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Con queste spiegazioni, ho capito meglio, grazie Francesco
- erika.adale
- Messaggi: 304
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
L'Idea è davvero forte, non c'è dubbio. Ho dovuto ragionarci un po' su, cioè non mi è risultato tutto chiaro da subito. Difetto di costruzione o difetto di comprensione della lettrice (io)? Devo ragionarci un po' su, magari vedendo se per gli altri la trama è lampante oppure no. (I pastafariani di fatto una divinità, volutamente improbabile, ce l'hanno già! )
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Cavolo, mi ero perso il nuovo cuoco del bar.
- chiara.rufino
- Messaggi: 147
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Che onore commentarti a questo giro:D.
Inizio con un punto che non ho compreso; come gli altri ti fanno notare, non è ben chiaro il super potere del ragazzo-la religione. Ti dirò che pensavo fondasse un ordine di pizzaioli, ma i pastafariani proprio no.
Tolto questo, è sempre un piacere leggerti, se riuscissi a limare quella parte, sarebbe tutto perfetto.
Inizio con un punto che non ho compreso; come gli altri ti fanno notare, non è ben chiaro il super potere del ragazzo-la religione. Ti dirò che pensavo fondasse un ordine di pizzaioli, ma i pastafariani proprio no.
Tolto questo, è sempre un piacere leggerti, se riuscissi a limare quella parte, sarebbe tutto perfetto.
404 Patience Not Found
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao Chiara, grazie per il commento. A dire il vero il potere di Leo è la manipolazione dei rifiuti.
Ciao
Ciao
- Andrea Partiti
- Messaggi: 1047
- Contatta:
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao!
Il racconto è carino, anche se l'ambientazione, ammettiamolo, non è delle più originali. Il bar in cui le divinità si ritrovano a bere e interagire e comportarsi in maniera più umana è stato ripreso in mille forme diverse, e non ci aggiungi *così tanta* novità.
Avrei apprezzato molto di più se avessi collegato il potere del protagonista in maniera diretta alla nuova religione da affidargli, la manipolazione della spazzatura (purgamecinesi? sembra più un insulto razziale, non so se va bene) non mi richiama proprio nulla in ambito religioso. Un ammiccamento esplicito ai Pastafariani a cui viene assegnato d'autorità una vera divinità, contro ogni loro credenza, sarebbe stato un finale molto più a tono!
Approvo l'aver appioppato il potere in modo insolito, e non al ragazzino medio (sulla terra) che viene spontaneo usare come protagonista!
Il racconto è carino, anche se l'ambientazione, ammettiamolo, non è delle più originali. Il bar in cui le divinità si ritrovano a bere e interagire e comportarsi in maniera più umana è stato ripreso in mille forme diverse, e non ci aggiungi *così tanta* novità.
Avrei apprezzato molto di più se avessi collegato il potere del protagonista in maniera diretta alla nuova religione da affidargli, la manipolazione della spazzatura (purgamecinesi? sembra più un insulto razziale, non so se va bene) non mi richiama proprio nulla in ambito religioso. Un ammiccamento esplicito ai Pastafariani a cui viene assegnato d'autorità una vera divinità, contro ogni loro credenza, sarebbe stato un finale molto più a tono!
Approvo l'aver appioppato il potere in modo insolito, e non al ragazzino medio (sulla terra) che viene spontaneo usare come protagonista!
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao Andrea, il fatto di non associare in maniera "pensata" il potere ala religione è voluto. Mettiamola così, è una critica poco nascosta alle religioni in generale.
Le cosa si esplicita anche nelle parole di Budda che ha già un'eventuale nuova locazione per il nuovo dio.
Le cosa si esplicita anche nelle parole di Budda che ha già un'eventuale nuova locazione per il nuovo dio.
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao!
Ho trovato l'avvio del racconto simpatico e divertente (oltre che ben scritto, come il resto della storia). Bella l'idea del cartello di presentazione per un protagonista che nessuno conosce e che non sa dove si trova. Il finale, però, mi ha lasciato in sospeso: perché è diventato una divinità? Chi l'ha deciso? Perché proprio lui e non un'altra qualsiasi persona sulla terra? Perché proprio quel potere? Credo che sarebbe importante dare qualche spiegazione in più che potrebbe aiutare il lettore ad addentrarsi nella dinamica della storia.
Inoltre, mi sembra originale l'idea di non voler necessariamente assegnare un effetto al superpotere, ma, messo così, il potere in sé pare un po' casuale: Leo avrebbe potuto avere qualsiasi altra supercapacità e sarebbe andata bene lo stesso. O forse è sfuggito a me qualche particolare importante; in quel caso, ti chiedo scusa.
Ho trovato l'avvio del racconto simpatico e divertente (oltre che ben scritto, come il resto della storia). Bella l'idea del cartello di presentazione per un protagonista che nessuno conosce e che non sa dove si trova. Il finale, però, mi ha lasciato in sospeso: perché è diventato una divinità? Chi l'ha deciso? Perché proprio lui e non un'altra qualsiasi persona sulla terra? Perché proprio quel potere? Credo che sarebbe importante dare qualche spiegazione in più che potrebbe aiutare il lettore ad addentrarsi nella dinamica della storia.
Inoltre, mi sembra originale l'idea di non voler necessariamente assegnare un effetto al superpotere, ma, messo così, il potere in sé pare un po' casuale: Leo avrebbe potuto avere qualsiasi altra supercapacità e sarebbe andata bene lo stesso. O forse è sfuggito a me qualche particolare importante; in quel caso, ti chiedo scusa.
- angelo.frascella
- Messaggi: 729
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao Francesco.
Idea simpatica e racconto divertente, anche se ho dovuto rileggere per capirlo (all’inizio credevo il tipo si trovasse in mezzo a personaggi dei fumetti e quello ciccione fosse Majin bu, quello verde Hulk e il demone Hellboy…). L’unica cosa che non mi è piaciuta e il fatto che non tu non faccia sentire al lettore lo spaesamento del protagonista (parti in modo molto lineare e freddo e rimani sempre al di fuori delle sue emozioni, tranne qualche accenno per aggettivi che, com’è noto, sono poco efficaci). In ogni caso mi hai fatto sorridere e quindi credo il racconto abbia raggiunto il suo scopo.
A rileggerci
Angelo
Idea simpatica e racconto divertente, anche se ho dovuto rileggere per capirlo (all’inizio credevo il tipo si trovasse in mezzo a personaggi dei fumetti e quello ciccione fosse Majin bu, quello verde Hulk e il demone Hellboy…). L’unica cosa che non mi è piaciuta e il fatto che non tu non faccia sentire al lettore lo spaesamento del protagonista (parti in modo molto lineare e freddo e rimani sempre al di fuori delle sue emozioni, tranne qualche accenno per aggettivi che, com’è noto, sono poco efficaci). In ogni caso mi hai fatto sorridere e quindi credo il racconto abbia raggiunto il suo scopo.
A rileggerci
Angelo
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
@Canadria troppe domande per una persona semplice come me. Scherzi a parte, sapevo che in molti avrebbero potuto sentire la mancanza di alcune spiegazioni e avrei potuto infilarcele, ma volevo trasmettere lo smarrimento di Leo (cosa che dal commento di Angelo ho capito di non essere riuscito a fare) per concentrarmi su altro. Ai fini del racconto non trovo importante sapere chi sia veramente Leo, ne perché sia stato scelto. Il chi invece c'è, ed è un unico Dio, un'entità superiore che ha messo lì tutti (Questo dovrebbe intuirsi dal biglietto. Budda accetta il suo arrivo come dato di fatto).
Sul potere di Leo hai ragione, per Budda un potere valeva l'altro. Non era importante quale fosse.
@Angelo. La tua interpretazione probabilmente era più divertente di quello che ho scritto. Se non ho trasmesso smarrimento ammetto d'aver toppato.
Sul potere di Leo hai ragione, per Budda un potere valeva l'altro. Non era importante quale fosse.
@Angelo. La tua interpretazione probabilmente era più divertente di quello che ho scritto. Se non ho trasmesso smarrimento ammetto d'aver toppato.
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao,
deriva surreale che entra a pieno titolo nel campo della critica religiosa (che potrebbe essere facilmente scambiata per blasfemia) che apprezzo. Mi hai ricordato alcune vignette di Jenus. La battuta che mi è piaciuta di più credo sia quella relativa alla non importanza del potere che il "nuovo arrivato" acquisisce in relazione alla religione di cui diventerà il dio.
Qui uno scivolone, tutte le divinità già presenti hanno già la "forma" che gli si attribuisce in terra, è vero che magari la trasfigurazione avviene dopo, ma tirare in ballo i pastafariani è stato un errore: non è uan vera religione, ma una presa per il culo delle altre religioni, quindi il loro dio non esiste.
Mi hai "leggermente" confuso anche quando lui entra: nella scena vediamo buda che gli ostruisce completamente la vista, poi Budda si china per vedere il foglietto e, nella scena dopo Budda è sparito e lui ha campo aperto, senza nessuna descrizione di azioni da parte dei due.
PS: occhio ai verbi, è vero, sono corretti, ma tutta questa sequela di azioni relativamente ravvicinate "cercò.. avanzò..entrò...accecò...strofinò..." creano, almeno nella mia testa, una fastidiosa assonanza lagnosa.
Interpretazione del tema e del titolo OK.
deriva surreale che entra a pieno titolo nel campo della critica religiosa (che potrebbe essere facilmente scambiata per blasfemia) che apprezzo. Mi hai ricordato alcune vignette di Jenus. La battuta che mi è piaciuta di più credo sia quella relativa alla non importanza del potere che il "nuovo arrivato" acquisisce in relazione alla religione di cui diventerà il dio.
Qui uno scivolone, tutte le divinità già presenti hanno già la "forma" che gli si attribuisce in terra, è vero che magari la trasfigurazione avviene dopo, ma tirare in ballo i pastafariani è stato un errore: non è uan vera religione, ma una presa per il culo delle altre religioni, quindi il loro dio non esiste.
Mi hai "leggermente" confuso anche quando lui entra: nella scena vediamo buda che gli ostruisce completamente la vista, poi Budda si china per vedere il foglietto e, nella scena dopo Budda è sparito e lui ha campo aperto, senza nessuna descrizione di azioni da parte dei due.
PS: occhio ai verbi, è vero, sono corretti, ma tutta questa sequela di azioni relativamente ravvicinate "cercò.. avanzò..entrò...accecò...strofinò..." creano, almeno nella mia testa, una fastidiosa assonanza lagnosa.
Interpretazione del tema e del titolo OK.
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao Roberto. Io comprendo il tuo "Trauma da frigorifero", però nel racconto è vero che non descrivo il movimento, ma il ciccione gli dice di seguirlo.
Direi che il movimento è intuibile. Però rispetto i tuoi problemi, quindi accetto la critica.
«Seguimi! Cosa sai fare di particolare?»
«Nulla» rispose Leo, incerto. Alzò lo sguardo e strabuzzando gli occhi. Ora che non c'era più il ciccione vicino a lui, il locale gli si era aperto attorno.
Direi che il movimento è intuibile. Però rispetto i tuoi problemi, quindi accetto la critica.
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
... Seguimi... me l'ero perso. Letto tre volte e tre volte bruciato via. La terza anche facendo attenzione... ho carenze di sonno gravi.
- patty.barale
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Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
TRAMA: ma come, invece che in un luogo rassicurante e accogliente dove si beve caffè Lavazza, tu ci fai finire in una pizzeria multireligiosa, dove, tra il resto, ci mettono subito a sgobbare
PERSONAGGI: ben delineati i "capi" delle varie confessioni religiose, pochi tratti, ma estremamente efficaci: il capellone che versa vino dalla brocca d'acqua è un po' stereotipato nell'aspetto, ma assolutamente fantastico nel gesto!
Unico appunto: mentre per tutte le altre divinità riesci a essere più originale nella descrizione, facendole passare quasi come freaks (mi hai fatto ricordare il film "Big fish"), per il demone mi sei sembrato troppo chiaro e diretto: quel "demone rosso con le corna ricurve" spezza l'incanto, toglie qualunque dubbio.
ORIGINALITÀ: pur avendo i ricordato a grandi linee "A volte ritorno", devo ammettere che l'introduzione dei pastafariani mi ha sorpresa... quindi non originale al 100%, ma non certo banale!
STILE: la tua scrittura è sempre molto curata e lineare, senza fronzoli e, a parte un "e strabuzzando" sicuramente sfuggito in fase di rilettura... nulla da eccepire.
COERENZA AL TEMA: il super potere insolito è presente, quindi pollice su
AMBIENTAZIONE: ben strutturata
PANCIA: mi è piaciuto tantissimo!
PERSONAGGI: ben delineati i "capi" delle varie confessioni religiose, pochi tratti, ma estremamente efficaci: il capellone che versa vino dalla brocca d'acqua è un po' stereotipato nell'aspetto, ma assolutamente fantastico nel gesto!
Unico appunto: mentre per tutte le altre divinità riesci a essere più originale nella descrizione, facendole passare quasi come freaks (mi hai fatto ricordare il film "Big fish"), per il demone mi sei sembrato troppo chiaro e diretto: quel "demone rosso con le corna ricurve" spezza l'incanto, toglie qualunque dubbio.
ORIGINALITÀ: pur avendo i ricordato a grandi linee "A volte ritorno", devo ammettere che l'introduzione dei pastafariani mi ha sorpresa... quindi non originale al 100%, ma non certo banale!
STILE: la tua scrittura è sempre molto curata e lineare, senza fronzoli e, a parte un "e strabuzzando" sicuramente sfuggito in fase di rilettura... nulla da eccepire.
COERENZA AL TEMA: il super potere insolito è presente, quindi pollice su
AMBIENTAZIONE: ben strutturata
PANCIA: mi è piaciuto tantissimo!
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Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Il superpotere del tuo personaggio è ambito da molta gente: possiede una mano in grado di raccogliere la sporcizia senza l’uso di strofinacci e simili (pensa al risparmio di detersivi e detergenti vari). Finita la premessa scherzosa, passo al racconto. Mi piace questo mondo situato oltre al tempo e allo spazio, in cui creature mitologiche (minotauri, ragazza blu dalle molte braccia e incoronata, avventore verde dalla testa di sciacallo, gemelle siamesi e demone pizzaiolo, con tanto di barista in grado di trasformare l’acqua in vino). Ho apprezzato anche come lo introduci: un bar nella nebbia. E la guida, per il protagonista simile in tutto e per tutto a uno sperduto turista, è un ciccione in slip. Simpatici i rimandi alle religioni immaginarie: pastafariani, scalzisti. Accidenti: esiste un paradiso della birra? Trovata molto interessante. Geniale la resa del retro del bar: un scorcio di universo, con tanto di sole e stelle.
Attenzione a: piano i lavoro per piano di lavoro.
Attenzione a: piano i lavoro per piano di lavoro.
- Polly Russell
- Messaggi: 812
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Bene, il mio dovere l'ho fatto, quindi girellerò per gli altrui racconti. E guarda un po', parto dal tuo.
Molto gradevole, davvero.
L'inizio mi ha scaraventato in una sorta di Alice nel paese delle meraviglie al maschile, magari colpa del foglietto, non so, ma l'effetto mi è piaciuto parecchio.
Come altri, mi son divertita all'indovina chi delle divinità, e le due ragazze unite per la schiena, mi mancano.
Il fatto che lui sia il nuovo dio di turno, è chiaro, non è chiaro perchè lavorino in un bar. Di chi è il bar? Della super divinità? E chi sono gli avventori?
Nel senso, l'idea è bella, ma sarebbe bello capire per chi è pensato questo aldilà. Ok, con 3000 caratteri era dura, magari pensa a un'ampliamento, che, nel caso, mi farai leggere.
Ci sono un paio di ridondanze.
Molto gradevole, davvero.
L'inizio mi ha scaraventato in una sorta di Alice nel paese delle meraviglie al maschile, magari colpa del foglietto, non so, ma l'effetto mi è piaciuto parecchio.
Come altri, mi son divertita all'indovina chi delle divinità, e le due ragazze unite per la schiena, mi mancano.
Il fatto che lui sia il nuovo dio di turno, è chiaro, non è chiaro perchè lavorino in un bar. Di chi è il bar? Della super divinità? E chi sono gli avventori?
Nel senso, l'idea è bella, ma sarebbe bello capire per chi è pensato questo aldilà. Ok, con 3000 caratteri era dura, magari pensa a un'ampliamento, che, nel caso, mi farai leggere.
Ci sono un paio di ridondanze.
Polly
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
L'idea sicuramente è originale e averla sviluppata in 3000 caratteri, probabilmente, ha rappresentato un limite in quanto di cose ne accadono ed altre vengono immaginate dal lettore. L'inizio del racconto è molto particolare perché sembra una scena normale: un bar, delle luci, un ragazzo che entra nel locale. Invece poi si capisce il senso e diventa una scena importante di un bel racconto.
Il finale, tra pastafariani, ciccioni e scalzisti, non l'ho trovato impeccabile rispetto ad una storia che ha una sua anima ben definita e che rende immortale un ragazzo probabilmente morto a causa di un incidente stradale. Ma è una mia opinione. In generale, una buona prova.
Il finale, tra pastafariani, ciccioni e scalzisti, non l'ho trovato impeccabile rispetto ad una storia che ha una sua anima ben definita e che rende immortale un ragazzo probabilmente morto a causa di un incidente stradale. Ma è una mia opinione. In generale, una buona prova.
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao a tutti e grazie per i molti commenti :D
@Patty, Il demone, nella prima versione, era infilato per metà nel forno della pizza, ma per una questione di spazio ho dovuto tagliare la scena.
@Alexandra, grazie :)
@Polly, mi piace l'ambientazione, quindi penso che la riutilizzerò. Nel caso ti farò un fischio per farti leggere la nuova versione :D
@Giancarmine. Se la storia non ci sta nelle 3000 battute, vuol dire che ho sbagliato qualcosa. :D Probabilmente avrei potuto essere più chiaro, ma attraverso una fase di scrittura in cui sono tornato a essere ermetico e la cosa non giova ai fini del contest. Però tranquillo, se avessi avuto altre 3000 battute avrei inserito nuove scene mantenendo il tutto ambiguo.
@Patty, Il demone, nella prima versione, era infilato per metà nel forno della pizza, ma per una questione di spazio ho dovuto tagliare la scena.
@Alexandra, grazie :)
@Polly, mi piace l'ambientazione, quindi penso che la riutilizzerò. Nel caso ti farò un fischio per farti leggere la nuova versione :D
@Giancarmine. Se la storia non ci sta nelle 3000 battute, vuol dire che ho sbagliato qualcosa. :D Probabilmente avrei potuto essere più chiaro, ma attraverso una fase di scrittura in cui sono tornato a essere ermetico e la cosa non giova ai fini del contest. Però tranquillo, se avessi avuto altre 3000 battute avrei inserito nuove scene mantenendo il tutto ambiguo.
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Eeeeevabbé! Hai tremila commenti, cosa vuoi che possa aggiungere di più? :D
Ciao Francesco ^^
Come va?
Allora, la prima cosa che mi viene da scriverti è quel genere di frase che secondo me ogni autore detesta. Ovvero: "È tipo la storia di..." :D
E purtroppo mi ritrovo a dire che sembra il bar degli dei in Top10 del vecchio Alan Moore (che maledetto lui, non ha mai finito la serie!). L'hai mai letto? È stratosferico.
Però è anche vero che ognuno mette del suo e devo dire che la storia della divinità pastafariana è molto carina ^^
Detto ciò, faccio un'appunto, che poi è più una domanda che altro.
Non ho ben capito il genere del tuo racconto. O meglio.. non ho capito se hai scelto di renderlo ironico fin da subito o se invece doveva essere serio e poi con la battuta finale far capire la situazione (che poi la situazione è abbastanza chiara da subito. Il divertimento l'ho avuto nello scoprire chi fosse il ragazzo).
Mi viene questo dubbio perché, bene o male, hai usato uno stile anche abbastanza greve, con quest'immagine grigia isolata, parli di statale e ossa, eppure poi ti riferisci a Buddha usando aggettivi quantomeno buffi, parlando del grasso strabordante. Per non tirar fuori il bigliettino in mano.
Io sceglierei una via o l'altra. O rendi la situazione misteriosa e tesa, quasi pericolosa dal punto di vista di Quello Nuovo, che fa concludere con il botto più forte nel finale, trasformandolo in quelle che io chiamo "barzellette".
Oppure scegli di dare una parvenza assurda al tutto rendendolo dall'inizio alla fine divertente.
Spero sia apprezzato come consiglio (perché questa non poteva chiamarsi critica) ^^
Alla prossima!
Ciao :)
Ah! Mi dimenticavo di un p.s...
P.S: Dato il carattere del racconto dargli un titolo così altisonante lo trovo stonato. Fa pensare a un libro di fantascienza di serie 'G'.. o 'N' addirittura. Piuttosto ci stava un banalissimo "Quello Nuovo" ma di più effetto!
(Parere personale)
Ciao Francesco ^^
Come va?
Allora, la prima cosa che mi viene da scriverti è quel genere di frase che secondo me ogni autore detesta. Ovvero: "È tipo la storia di..." :D
E purtroppo mi ritrovo a dire che sembra il bar degli dei in Top10 del vecchio Alan Moore (che maledetto lui, non ha mai finito la serie!). L'hai mai letto? È stratosferico.
Però è anche vero che ognuno mette del suo e devo dire che la storia della divinità pastafariana è molto carina ^^
Detto ciò, faccio un'appunto, che poi è più una domanda che altro.
Non ho ben capito il genere del tuo racconto. O meglio.. non ho capito se hai scelto di renderlo ironico fin da subito o se invece doveva essere serio e poi con la battuta finale far capire la situazione (che poi la situazione è abbastanza chiara da subito. Il divertimento l'ho avuto nello scoprire chi fosse il ragazzo).
Mi viene questo dubbio perché, bene o male, hai usato uno stile anche abbastanza greve, con quest'immagine grigia isolata, parli di statale e ossa, eppure poi ti riferisci a Buddha usando aggettivi quantomeno buffi, parlando del grasso strabordante. Per non tirar fuori il bigliettino in mano.
Io sceglierei una via o l'altra. O rendi la situazione misteriosa e tesa, quasi pericolosa dal punto di vista di Quello Nuovo, che fa concludere con il botto più forte nel finale, trasformandolo in quelle che io chiamo "barzellette".
Oppure scegli di dare una parvenza assurda al tutto rendendolo dall'inizio alla fine divertente.
Spero sia apprezzato come consiglio (perché questa non poteva chiamarsi critica) ^^
Alla prossima!
Ciao :)
Ah! Mi dimenticavo di un p.s...
P.S: Dato il carattere del racconto dargli un titolo così altisonante lo trovo stonato. Fa pensare a un libro di fantascienza di serie 'G'.. o 'N' addirittura. Piuttosto ci stava un banalissimo "Quello Nuovo" ma di più effetto!
(Parere personale)
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Ciao Dimitri.
No, non l'ho letto, ma sono certo sia un capolavoro vista l'idea brillante di base :D
L'intento era quello di fornire un racconto ironico/surreale spiazzando un po' il lettore all'inizio. Voleva essere una cosa trash alla "Ai confini della realtà". Probabilmente in parte ci sono riuscito.
Per quanto riguarda il titolo ti deve bastare sapere che era una scommessa e che non l'ho scelto io.
Per il resto, ben tornato su MC e a presto ;)
No, non l'ho letto, ma sono certo sia un capolavoro vista l'idea brillante di base :D
L'intento era quello di fornire un racconto ironico/surreale spiazzando un po' il lettore all'inizio. Voleva essere una cosa trash alla "Ai confini della realtà". Probabilmente in parte ci sono riuscito.
Per quanto riguarda il titolo ti deve bastare sapere che era una scommessa e che non l'ho scelto io.
Per il resto, ben tornato su MC e a presto ;)
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Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Hey Ceranu/Francesco! Delizioso il tuo racconto. A me ha ricordato la cantina di Mos Eisleys su Tatooine di Star Wars, con le divinità che si sciallano come clienti e lavoratori in questo mentre il titolo mi ha rimandato a "il ristorante al termine dell'universo" di Douglas Adams per lo stile scanzonato e il titolo. Il mio cervello funziona per associazioni mentali.
L'idea del superpotere di manipolazione post mortem che permette di accedere a una forma di divinità la trovo molto carina - l'ho letto a ora di cena e ciao...mi hai fatto voglia di pizza, pasta e una bella birra! - e sicuramente alternativa.
Non ho trovato particolari pecche nella trama, a parte un pochino nel finale, ma la battuta di Buddha in qualche modo salva in extremis la situazione.
L'idea del superpotere di manipolazione post mortem che permette di accedere a una forma di divinità la trovo molto carina - l'ho letto a ora di cena e ciao...mi hai fatto voglia di pizza, pasta e una bella birra! - e sicuramente alternativa.
Non ho trovato particolari pecche nella trama, a parte un pochino nel finale, ma la battuta di Buddha in qualche modo salva in extremis la situazione.
Re: Una porta socchiusa ai confini del sole (di Francesco Nucera)
Pollice ni che punta verso il su. Perché? Perché pur con un’impalcatura divertente e briosa il finale non mi è arrivato, mi ha tenuto lontano non riuscendo a chiudere il cerchio. Sei dietro a Muzzi perché pur essendo meno brillante il suo racconto non ha falle e sei davanti a Marra a causa dell’errore grave da lui commesso riguardo alla metodologia. Un testo con grandi potenzialità, ma gli serve una chiusa migliore e, intanto che ci sei, anche una maggiore empatia del lettore verso il protagonista (che poi credo sia collegata con la chiusa). Il tema c’è ed è anche originale.
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