In cima alla catena - Andrea Partiti
- Andrea Partiti
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In cima alla catena - Andrea Partiti
Il barone Villa raddrizzò il cilindro e si strinse nel tabarro. Lo sguardo gli sfuggiva, si spostava sulla strada senza soffermarsi sulla facciata. L’edificio non voleva essere notato. Sfiorò il muro esterno con una mano e lo seguì.
— Che ne pensi, Bub? — chiese il barone.
Tra i suoi piedi sfrecciò un gatto nero e affusolato.
— L’odore è giusto: trasuda ectoplasma, — rispose Bub.
Il barone annuì soddisfatto.
— Entriamo? — chiese, indicando la porta sul retro, scardinata.
Il barone Villa scostò la porta senza aspettare una risposta, vincendo una tangibile resistenza sulla soglia. Bub sparì all’interno.
L’elettricità nell’aria, l’odore di ozono… Erano lustri che il barone non sentiva tracce sovrannaturali così forti.
Dopo una breve ispezione si sistemò nella sala principale, tra stucchi e tappeti decadenti. Il barone sgombrò il tavolo al centro dell’ambiente, coprendolo con un telo bianco estratto dalla borsa, insieme a cinque candele e un carboncino. Bub ricomparve, lasciando sulla stoffa le sue impronte polverose.
Il barone si apprestava a iniziare il rituale quando il gatto annusò platealmente l’aria e sollevò lo sguardo. Il pelo gli si gonfiò.
Le spesse tende si chiusero con violenza. In un angolo della stanza si addensò una forma scura. Il barone si avvicinò curioso.
— Non sei un fantasma. Hai l’odore sbagliato, — commentò Bub.
Una voce profonda rispose: — Un fantasma? Non insultarmi! Sono un demone. E non un demone da poco!
Una risata ultraterrena fece tremare il pavimento.
— Un demone! — esclamò il Barone con voce gioiosa. — Non sono mai demoni!
— L’ultimo è stato… neanche lo ricordo quando! — fece il gatto.
— Voltri, 1823! Ci abbiamo messo mesi a ripulire quella locanda. Che anno glorioso!
— Cosa farneticate? — domandò l’ombra, irritata.
— In quasi tutte le case infestate che ho acquistato c’erano solo fantasmi. Stupidi, banali…
— Leggeri, insipidi… — continuò Bub.
— Ridicoli e insapori fantasmi!
— Dev’essere per questo, — ruggì l’ombra, — che non fuggite!
Il Barone sorrise, colpito da un irritato odore di zolfo.
— Un fantasma è patetico e innocuo, — tuonò. — È un riflesso di ciò che era. Nebbia. Ma io so essere carne e denti e unghie e corna. Posso strapparvi pelle e pelliccia, succhiarvi il midollo dalle ossa e suonarle come flauti infernali. I fantasmi spaventano, io divoro!
— Lo so, lo so! — fece il barone con un gesto sprezzante della mano.
— Siamo d’accordo! Fantasmi: bleah, — lo rassicurò Bub, avvicinandosi all’ombra e scoprendo un dente d’argento, luccicante tra le labbra nere.
— I fantasmi sono i gambi di sedano del sovrannaturale —. L’ombra si fece trasparente mentre il barone Villa gettava il cappello a terra.
— I fantasmi non saziano —. Bub si alzò sulle zampe posteriori, crescendo. L’ombra scomparve nella parete.
— I fantasmi sono come tè senza biscotti —. Il tabarro crollò al suolo.
— Ma hanno una cosa in comune coi demoni, — aggiunse Bub. — Non possono lasciare il luogo a cui sono legati.
— Ed entrambi non sanno chi c’è in cima alla catena alimentare.
— Che ne pensi, Bub? — chiese il barone.
Tra i suoi piedi sfrecciò un gatto nero e affusolato.
— L’odore è giusto: trasuda ectoplasma, — rispose Bub.
Il barone annuì soddisfatto.
— Entriamo? — chiese, indicando la porta sul retro, scardinata.
Il barone Villa scostò la porta senza aspettare una risposta, vincendo una tangibile resistenza sulla soglia. Bub sparì all’interno.
L’elettricità nell’aria, l’odore di ozono… Erano lustri che il barone non sentiva tracce sovrannaturali così forti.
Dopo una breve ispezione si sistemò nella sala principale, tra stucchi e tappeti decadenti. Il barone sgombrò il tavolo al centro dell’ambiente, coprendolo con un telo bianco estratto dalla borsa, insieme a cinque candele e un carboncino. Bub ricomparve, lasciando sulla stoffa le sue impronte polverose.
Il barone si apprestava a iniziare il rituale quando il gatto annusò platealmente l’aria e sollevò lo sguardo. Il pelo gli si gonfiò.
Le spesse tende si chiusero con violenza. In un angolo della stanza si addensò una forma scura. Il barone si avvicinò curioso.
— Non sei un fantasma. Hai l’odore sbagliato, — commentò Bub.
Una voce profonda rispose: — Un fantasma? Non insultarmi! Sono un demone. E non un demone da poco!
Una risata ultraterrena fece tremare il pavimento.
— Un demone! — esclamò il Barone con voce gioiosa. — Non sono mai demoni!
— L’ultimo è stato… neanche lo ricordo quando! — fece il gatto.
— Voltri, 1823! Ci abbiamo messo mesi a ripulire quella locanda. Che anno glorioso!
— Cosa farneticate? — domandò l’ombra, irritata.
— In quasi tutte le case infestate che ho acquistato c’erano solo fantasmi. Stupidi, banali…
— Leggeri, insipidi… — continuò Bub.
— Ridicoli e insapori fantasmi!
— Dev’essere per questo, — ruggì l’ombra, — che non fuggite!
Il Barone sorrise, colpito da un irritato odore di zolfo.
— Un fantasma è patetico e innocuo, — tuonò. — È un riflesso di ciò che era. Nebbia. Ma io so essere carne e denti e unghie e corna. Posso strapparvi pelle e pelliccia, succhiarvi il midollo dalle ossa e suonarle come flauti infernali. I fantasmi spaventano, io divoro!
— Lo so, lo so! — fece il barone con un gesto sprezzante della mano.
— Siamo d’accordo! Fantasmi: bleah, — lo rassicurò Bub, avvicinandosi all’ombra e scoprendo un dente d’argento, luccicante tra le labbra nere.
— I fantasmi sono i gambi di sedano del sovrannaturale —. L’ombra si fece trasparente mentre il barone Villa gettava il cappello a terra.
— I fantasmi non saziano —. Bub si alzò sulle zampe posteriori, crescendo. L’ombra scomparve nella parete.
— I fantasmi sono come tè senza biscotti —. Il tabarro crollò al suolo.
— Ma hanno una cosa in comune coi demoni, — aggiunse Bub. — Non possono lasciare il luogo a cui sono legati.
— Ed entrambi non sanno chi c’è in cima alla catena alimentare.
Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Ciao Andrea, felicissimo di vederti! Tutto ok con i parametri, buona Emanuele Manco Edition!
Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Bello! Mi è piaciuto l'attacco e mi è piaciuto molto il crescendo finale, anche se forse avrei preferito leggere qualcosa di più sul "cambiamento" del Barone (il gatto cresce, ma il Barone perde solo i vestiti). Però il ritmo del dialogo basta a chiarire l'atmosfera senza bisogno di troppi orpelli descrittivi. Una cosa che mi ha confuso:
"— Dev’essere per questo, — ruggì l’ombra, — che non fuggite!" -> Non ho capito "questo" a cosa si riferisce. Al fatto che i fantasmi sono pippe?
"— Dev’essere per questo, — ruggì l’ombra, — che non fuggite!" -> Non ho capito "questo" a cosa si riferisce. Al fatto che i fantasmi sono pippe?
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Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Kuranes ha scritto:Bello! Mi è piaciuto l'attacco e mi è piaciuto molto il crescendo finale, anche se forse avrei preferito leggere qualcosa di più sul "cambiamento" del Barone (il gatto cresce, ma il Barone perde solo i vestiti). Però il ritmo del dialogo basta a chiarire l'atmosfera senza bisogno di troppi orpelli descrittivi. Una cosa che mi ha confuso:
"— Dev’essere per questo, — ruggì l’ombra, — che non fuggite!" -> Non ho capito "questo" a cosa si riferisce. Al fatto che i fantasmi sono pippe?
Sì, voleva riferirsi ai fantasmi che sono pippe e i due sono abituati solo a trovare fantasmi.
In realtà ho tagliato/snellito una buona metà del dialogo e anche se rileggendo mi sembrava chiarissimo il collegamento tra le due battute, a freddo è rimasto molto più fragile.
E' forse il primo racconto in cui soffro davvero tanto per i tremila caratteri e non ci stava agevolmente tutto quel che volevo raccontare!
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Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Ciao Andrea,
Il racconto mi è davvero piaciuto. Bella la caratterizzazione dei personaggi, che partono subito come tipi un po' eccentrici con strani poteri e un po' alla volta si rivelano a pieno per quello che sono. Ben gestita la trama e la sorpresa finale, bella l'idea della casa che "non vuole essere notata" per declinare il tema e aggiungere un tocco di fantastico in più.
Il racconto mi è davvero piaciuto. Bella la caratterizzazione dei personaggi, che partono subito come tipi un po' eccentrici con strani poteri e un po' alla volta si rivelano a pieno per quello che sono. Ben gestita la trama e la sorpresa finale, bella l'idea della casa che "non vuole essere notata" per declinare il tema e aggiungere un tocco di fantastico in più.
Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Sicuramente uno dei racconti scritti meglio! Complimenti! I dialoghi hanno un bel ritmo, il registro linguistico ricercato ma non troppo e il racconto si legge facilmente. Con pochi tocchi sei riuscito a far entrare il lettore in quelle stanze. Unico punto negativo: ho dovuto rileggerlo due volte per capire il finale. Per il resto ok!
- giancarmine trotta
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Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Ciao Andrea,
il racconto si legge bene e regge il tema perfettamente.
Pur non essendo il mio genere, sei spesso tra quelli che riescono a farmi sorridere e trovare piacere nella lettura. La caratterizzazione dei personaggi è buona: impavidi, sfrontati, sfottenti. Talmente tanto da far apparire l'ombra come un'entità inferiore. E' come se i due protagonisti fossero gli antenati dei Ghostbuster moderni. Buoni anche i dialoghi, nei quali solo in un caso ho faticato a capire chi avesse preso la parola (Ridicoli e insapori fantasmi) e ho dovuto rileggere.
Il finale richiama il titolo e se non fosse per questo, giungerebbe totalmente inaspettato.
Una buona prova!
il racconto si legge bene e regge il tema perfettamente.
Pur non essendo il mio genere, sei spesso tra quelli che riescono a farmi sorridere e trovare piacere nella lettura. La caratterizzazione dei personaggi è buona: impavidi, sfrontati, sfottenti. Talmente tanto da far apparire l'ombra come un'entità inferiore. E' come se i due protagonisti fossero gli antenati dei Ghostbuster moderni. Buoni anche i dialoghi, nei quali solo in un caso ho faticato a capire chi avesse preso la parola (Ridicoli e insapori fantasmi) e ho dovuto rileggere.
Il finale richiama il titolo e se non fosse per questo, giungerebbe totalmente inaspettato.
Una buona prova!
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Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Ciao Andrea,
bella fantasia, complimenti. L'atmosfera mi ha fatto pensare a un racconto di Gaiman, in cui si muovo benissimo il barone intabarrato e il suo gatto parlante, entrambi ben più longevi del normale, veri e propri mangiafantasmi (come aperitivo) e mangiademoni. Al momento il racconto che mi è piciuto di più, per fantasia e per ambientazione. Forse, riguardo al tema, risalta poco l'ambientazione italiana, tanto è vero che potrebbe essere ambientato ovunque nel mondo e il risultato non cambiemberebbe di una virgola. Ma è un errore che ho fatto anch'io, e molto più marcatamente, ma non so quanto fosse vincolante rispettare qull'indicazione.
A parte questo, lo trovo davvero un buon racconto.
bella fantasia, complimenti. L'atmosfera mi ha fatto pensare a un racconto di Gaiman, in cui si muovo benissimo il barone intabarrato e il suo gatto parlante, entrambi ben più longevi del normale, veri e propri mangiafantasmi (come aperitivo) e mangiademoni. Al momento il racconto che mi è piciuto di più, per fantasia e per ambientazione. Forse, riguardo al tema, risalta poco l'ambientazione italiana, tanto è vero che potrebbe essere ambientato ovunque nel mondo e il risultato non cambiemberebbe di una virgola. Ma è un errore che ho fatto anch'io, e molto più marcatamente, ma non so quanto fosse vincolante rispettare qull'indicazione.
A parte questo, lo trovo davvero un buon racconto.
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Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Il tuo racconto mostra il punto cieco di un’antica villa, il demone che vi è nascosto.
Il barone Villa è un indagatore di fenomeni legati alla presenza di spettri (si vedono il telo bianco e le candele, e un carboncino, usati come materiali da evocazioni). C’è anche un gatto nero (forse per rivelare le presenze ectoplasmiche) dall’eloquio umano di nome Bub. I due incontrano il demone, il quale comincia a parlare di sé: è un divoratore (il riferimento alle ossa da suonare come flauti mi ha fatta pensare a Nyarlathotep, il Caos Strisciante lovecraftiano, questa è una parte notevole). Fra le loro vittorie c’è quella di Voltri, 1823, locanda infestata ripulita dai due. Per questo hanno buon gioco a scacciare il demone indebolito, legato comunque alla villa proprio come gli spettri che disprezza tanto. Interessante il finale, che si conclude con la battuta di un dialogo su chi predomina nella catena alimentare soprannaturale.
Il barone Villa è un indagatore di fenomeni legati alla presenza di spettri (si vedono il telo bianco e le candele, e un carboncino, usati come materiali da evocazioni). C’è anche un gatto nero (forse per rivelare le presenze ectoplasmiche) dall’eloquio umano di nome Bub. I due incontrano il demone, il quale comincia a parlare di sé: è un divoratore (il riferimento alle ossa da suonare come flauti mi ha fatta pensare a Nyarlathotep, il Caos Strisciante lovecraftiano, questa è una parte notevole). Fra le loro vittorie c’è quella di Voltri, 1823, locanda infestata ripulita dai due. Per questo hanno buon gioco a scacciare il demone indebolito, legato comunque alla villa proprio come gli spettri che disprezza tanto. Interessante il finale, che si conclude con la battuta di un dialogo su chi predomina nella catena alimentare soprannaturale.
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Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
In cima alla catena
Buona l’dea della catena alimentare fantasmatica. E buono anche lo sviluppo della storia, confinato in luogo e tempo ristretto, ma esauriente nel fornire i particolari necessari. Un neo: cosa significano il gettare il cappello per terra e il crollo del tabarro al suolo? Mi sarebbe piaciuto di più se il finale esprimesse una azione che dia inizio alla caccia. Il demonio se ne fugge così, senza che sia chiaro il motivo.
Buona l’dea della catena alimentare fantasmatica. E buono anche lo sviluppo della storia, confinato in luogo e tempo ristretto, ma esauriente nel fornire i particolari necessari. Un neo: cosa significano il gettare il cappello per terra e il crollo del tabarro al suolo? Mi sarebbe piaciuto di più se il finale esprimesse una azione che dia inizio alla caccia. Il demonio se ne fugge così, senza che sia chiaro il motivo.
- AmbraStancampiano
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Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Ciao Andrea,
il racconto mi è piaciuto moltissimo, il dialogo ha un ottimo ritmo e il disvelamento graduale è gestito in maniera ottima.
Il gatto Bub è un personaggio stupendo ^_^
Condivido la perplessità degli altri riguardo la caduta del tabarro, che immagino preceda una trasformazione di cui però manca qualsiasi altro accenno. Forse sarebbe bastato far inseguire il demone ai personaggi passando attraverso il muro per rendere l'idea ^_^
Lo trovo davvero un ottimo lavoro
il racconto mi è piaciuto moltissimo, il dialogo ha un ottimo ritmo e il disvelamento graduale è gestito in maniera ottima.
Il gatto Bub è un personaggio stupendo ^_^
Condivido la perplessità degli altri riguardo la caduta del tabarro, che immagino preceda una trasformazione di cui però manca qualsiasi altro accenno. Forse sarebbe bastato far inseguire il demone ai personaggi passando attraverso il muro per rendere l'idea ^_^
Lo trovo davvero un ottimo lavoro
Qui giace il mio cervello, che poteva fare tanto e ha deciso di fare lo stronzo.
- alessandra.corra
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Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Ciao Andrea,
nonostante il racconto non appartenga al mio genere preferito trovo che sia molto ben scritto. Mi sono piaciuti soprattutto dialoghi, che sono fluidi e leggeri e riescono a caratterizzare molto bene i personaggi e la vicenda nel suo complesso. Ho trovato interessante l'atmosfera di questa antica villa e mi sono piaciuti in special modo i personaggi del gatto Bob e del demone abitante della villa, irriverente e spregiudicato quanto basta. Nel complesso, un racconto piacevole.
Alla prossima.
nonostante il racconto non appartenga al mio genere preferito trovo che sia molto ben scritto. Mi sono piaciuti soprattutto dialoghi, che sono fluidi e leggeri e riescono a caratterizzare molto bene i personaggi e la vicenda nel suo complesso. Ho trovato interessante l'atmosfera di questa antica villa e mi sono piaciuti in special modo i personaggi del gatto Bob e del demone abitante della villa, irriverente e spregiudicato quanto basta. Nel complesso, un racconto piacevole.
Alla prossima.
- Polly Russell
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Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Davvero niente male. Divertente, sprezzante. Amo i "super" che sanno di esserlo è se la tirano come il miglior Vin Disel.
Qualche imprecisione, alcuni aggettivi che trovo inadatti a descrivere ciò per cui li hai usati. Magari era voluto, ma, a me, non è piaciuto. A parte questo, una bella prova.
Qualche imprecisione, alcuni aggettivi che trovo inadatti a descrivere ciò per cui li hai usati. Magari era voluto, ma, a me, non è piaciuto. A parte questo, una bella prova.
Polly
- Andrea Partiti
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Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Grazie a tutti per i commenti!
@quasi tutti: La svestizione del barone che non porta a nulla nelle mie intenzioni voleva essere solo un "levarsi gli impicci" per giocare meglio, ed era solo magro e smunto senza trasformarsi. S'è perso nella condensazione.
@Ambra: l'idea dell'inseguimento attraverso al muro per creare un senso di inarrestabilità mi piace molto, mi sembra una conclusione perfetta.
Per sfizio, questo è Palazzo Villa, una manciata di numeri civici più in là rispetto a dove ho vissuto a Savigliano da piccolo. Un palazzo molto vistoso ma circondato a breve distanza sui quattro lati da un muro altissimo e senza alcuna apertura. Un modo per respingere gli sguardi diverso da quello che usato, ma altrettanto efficace! I "morsi" decorativi mancanti dalla facciata in alto mi sembravano sospettosamente non naturali. L'ho sempre trovato affascinante e sprecato.
@quasi tutti: La svestizione del barone che non porta a nulla nelle mie intenzioni voleva essere solo un "levarsi gli impicci" per giocare meglio, ed era solo magro e smunto senza trasformarsi. S'è perso nella condensazione.
@Ambra: l'idea dell'inseguimento attraverso al muro per creare un senso di inarrestabilità mi piace molto, mi sembra una conclusione perfetta.
Per sfizio, questo è Palazzo Villa, una manciata di numeri civici più in là rispetto a dove ho vissuto a Savigliano da piccolo. Un palazzo molto vistoso ma circondato a breve distanza sui quattro lati da un muro altissimo e senza alcuna apertura. Un modo per respingere gli sguardi diverso da quello che usato, ma altrettanto efficace! I "morsi" decorativi mancanti dalla facciata in alto mi sembravano sospettosamente non naturali. L'ho sempre trovato affascinante e sprecato.
Re: In cima alla catena - Andrea Partiti
Divertente e ben scritto, Bub è meraviglioso. Non assegno il su completo solo perché i dialoghi verso la fine non mi sono sembrati chiarissimi, per quanto riguarda la loro assegnazione. Un paio di volte ho dovuto rileggere e questo ha rallentato la goduria della lettura. Tema rispettato per quanto riguarda i punti ciechi e anche per il Palazzo Villa che ne identifica l'italianità. Come detto più sopra, pollice quasi su.
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