La curandera - M.R. Del Ciello

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maria rosaria
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La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#1 » martedì 31 gennaio 2017, 15:47

La curandera
di M.R. Del Ciello

Quando Rose La Fontaine scese dalla carrozza, gli occhi le si riempirono di spazio. Per un attimo le sembrò di ricordare tutto, ma fu solo un istante. Alcuni granelli di sabbia, trascinati dal vento bollente, le irritarono un occhio che lacrimò. Come se le lacrime cercassero un motivo per uscire mentre lei faceva di tutto per ricacciarle indietro.
Entrò nel saloon e tutti rimasero impietriti quando la udirono ordinare: «Un whiskey, per favore».
Rose conosceva bene i sentimenti che attraversavano gli animi degli astanti.
Incredulità di fronte a una donna, non più giovane, che entrava in un saloon.
Stupore per quel volto metà carne, metà metallo.
Doveva ringraziare l’amico Pantera se era ancora viva e se aveva imparato un mestiere.
Il passato era ancora sepolto e faticava a venire a galla, ma lei sapeva di avere più di un debito morale con quell’uomo. Per questo non si era potuta tirare indietro quando l’aveva pregata di recarsi in quel villaggio.
Durante il viaggio Rose La Fontaine aveva avuto strane visioni mentre il treno attraversava praterie e deserto. Ragni e serpenti avevano popolato i suoi brevi sogni e lei si era chiesta perché. Giunta a destinazione, la pelle sotto la maschera di rame, che le copriva metà del volto, aveva cominciato a pizzicare.

«Siete forestiera?» un uomo grasso, barba incolta di giorni e sguardo bovino le si avvicinò e allungò una mano. «Lasci che mi presenti. Sono Pat Smith, proprietario di gran parte dei terreni che vede qui intorno. Cosa la porta qui da queste polverosi parti?»
Rose strinse la mano dell’uomo forse con troppo vigore e nello sguardo dell’uomo le parve di notare un moto di disappunto.
«Mi chiamo Rose La Fontaine. Son qui su invito di padre…»
Non terminò la frase che una figura nera e allampanata fece ingresso nel saloon e, allargando le braccia, si rivolse alla donna:
«Che piacere vedervi, Rose. Sono padre Whitestone. Venga, dia pure a me la borsa» e dopo averla abbracciata si chinò per afferrare i manici del borsone di cuoio che Rose aveva poggiato accanto a sé. «Pantera mi ha parlato molto di voi.»
«Credo che le abbia taciuto alcuni particolari» rispose Rose, divertita dallo sguardo sfuggente dell’uomo sul suo volto di metallo.
«È un onore per me, Rose, avervi qui...» Il reverendo arrossì.
I due uscirono dal locale e padre Whitestone raccontò a Rose l’affanno che negli ultimi tempi colpiva il villaggio.
«Siamo tutti preda di incubi. Da oltre un anno. All’inizio abbiamo pensato a un caso, poi pian piano tutti ne sono stati contagiati. Nessuno ha più voglia di prendere sonno, in paese.»
«Siamo sicuri che non sia solo una specie di fantasia collettiva?»
«Se Pantera l’ha fatta venire significa che c'è un motivo valido.»
«Cosa sono quelle rovine?» Rose indicò alcuni resti di antiche costruzioni circolari, proprio ai margini del villaggio.
«Quelli sono i resti dell’antico Pueblo Bonito. Più tardi, se vuole, le faccio fare una visita. Ma ora venga con me che le mostro la sua stanza presso la vecchia infermeria. So che lei è un’apprezzata levatrice.»
«Bah, i bambini possono nascere benissimo da soli. Io sto solo lì a guardia delle madri.»

Nel pomeriggio il reverendo mostrò i resti del villaggio degli antichi Anasazi e Rose ne rimase affascinata.
«Interessante… e gli scavi?»
«Sono interrotti da un anno, da quando i soldi sono stati usati per costruire la ferrovia. Poi sono cominciati gli incubi. E molti parrocchiani sono morti, altri hanno perso la fede. Rose, sono molto preoccupato e mi piacerebbe che lei riuscisse a porre fine al più presto a questo dramma.»
«Non si preoccupi, per ora sto solo curiosando un po’ e la mia pelle sotto la maschera ha iniziato a procurarmi un lieve fastidio… » Rose si chinò per raccogliere qualcosa.
«Quindi?»
«Significa che in questo luogo c’è energia negativa, padre. Mi racconti per bene.»
«Come le dicevo da circa un anno i miei parrocchiani hanno cominciato ad avere i incubi. Hanno cominciato le persone più anziane e abbiamo pensato fosse per via della ferrovia.»
«Cosa c’entra la ferrovia?»
«Per la costruzione della ferrovia che passa per Santa Fe e Albuquerque sono stati espropriati molti terreni, in larga parte di proprietà dei più anziani. Perciò all’inizio abbiamo legato gli incubi agli espropri.»
«Invece?»
«Dopo un paio di mesi hanno cominciato ad avere incubi anche gli uomini e le donne più giovani.»
«Tutti?»
«Non proprio…»
«Cioè?»
«C’è una persona del villaggio che pare ne sia rimasta immune.»
«Chi?»
«La vecchia pazza che abita oltre il fiume.»
«Vecchia pazza?»
«I più anziani la chiamano curandera, ma secondo me è solo una vecchia pazza. Dice di essere discendente degli antichi Anasazi.»

La mattina seguente Rose si recò oltre il fiume, dove era la baracca della vecchia. Poche galline scorrazzavano intorno, un paio di gatti giocavano a nascondino nella polvere.
Da lontano la figura di un uomo, lo stesso grassone che l’aveva accolta all’arrivo nel villaggio, uscì sbraitando dalla capanna. I loro sguardi si incrociarono: «È una strega!» urlò l’uomo superando Rose di corsa. «È colpa sua se non riusciamo ad avere sonni tranquilli.»
Rose si avvicinò all’uscio e una voce indurita dal catarro e dall’età la invitò ad entrare.
La vecchia, rannicchiata in un angolo, sollevò lo sguardo dalla ciotola che teneva tra le mani e fece cenno a Rose di sedersi.
«Siediti, donna di metallo.»
«Mi chiamo Rose e voi…»
«Io sono la polvere di ciò che era un tempo. Ma presto tutto diverrà polvere…»
«Cosa dite? Perché polvere?»
«Perché ci sono ossa che devono avere ancora giustizia. E perché l’uomo ha cacciato l’altro uomo e ora gli spiriti vagano alla ricerca della terra che hanno perso. E’ tempo che la fine si compia.»
La vecchia bevve un sorso della sua scura bevanda. Ne offrì anche a Rose, poi si sdraiò su un pagliericcio sporco di fango.
Rose intuì che quella bevanda fosse veicolo di qualche viaggio mistico. Ne aveva sentite di storie di erbe che mettono in contatto con gli spiriti e con il mondo ultraterreno.
«Bevi l’ayahuarasca» la invitò la vecchia. «Ti porterà in contatto con gli spiriti del luogo.»
Rose accettò e sorseggiò quell’intruglio amaro.
Cadde in un sonno profondo, almeno così le parve.
Fu allora che tutto si fece vivido. Vide tre figure altere, con abiti sontuosi muoversi in circolo e danzare. «Tu non sei kachina!» le disse uno di questi tre. Rose toccò il metallo sul suo volto e ricordò.

Ricordò quando quell’uomo l’aveva aggredita. Ubriaco, aveva cominciato a toccarla, a palparla, a dire parole oscene e Rose lo aveva allontanato da se. Finché era divenuto una vera e propria minaccia. L’aveva colpita con un pugno sul viso, afferrata per i capelli e trascinata. Era buio e l’uomo aveva continuato a trascinarla nel buio e nel fango. Poi s’era fermato. Aveva provato di nuovo ad abusare di lei e allora Rose aveva cominciato a scalciare, ma lui era stato più veloce. Le aveva legato i polsi con una corda, l’aveva premuta a terra e aveva fatto i suoi comodi. Fu subito dopo che Rose aveva sentito qualcosa di bollente colpirle il volto. Forse vapore, forse una fiamma. Riusciva ancora a percepire l’odore di carne bruciata. La sua carne.
No, lei non era kachina, avevano ragione gli spiriti. Non era un essere soprannaturale. Il soprannaturale era lì, davanti a lei e l’uomo bianco, che aveva portato caos tra quelle popolazioni, ora stava scontando la pena. Comprese ciò che stava accadendo.
Gli antichi Anasazi, costretti all’esilio, tornavano come spiriti per condannare il serpente di ferro, la ferrovia, e gli incubi erano la giusta pena.

La sera stessa Rose tornò dalla curandera per mettere in pratica gli insegnamenti dell’amico Pantera. Portò la prenda, vi sbriciolò piccole ossa che aveva raccolto nella kiva, insieme a manufatti e altri oggetti, e vi mise dentro alcune rocce di quel terreno e piante mediche che aveva portato con sé. Chiese alla vecchia di unire le erbe che usava per l’ayahuarasca, poi bollì il tutto.
Intonò degli icaros e chiese alla curandera di bere il miscuglio.
«Sei donna di pace, lo sento» disse la vecchia e bevve, in segno di condivisione.
Alcuni minuti dopo iniziò a parlare una lingua incomprensibile, poi sempre più chiara:
«Siamo tornati dopo la morte per incontrare Kwanitaqa. Quando lui avrà guardato nel cuore degli uomini allora raggiungeremo il popolo delle nubi, da cui dipende l'abbondanza del raccolto ed il benessere della tribù.»

Anche Rose bevve e rivide serpenti già sognati che pian piano presero la consistenza di metallo lucente sotto il sole accecante del deserto.
Ai serpenti si unirono ragni, piccoli, numerosi, poi sempre più grandi che ingabbiavano cose e persone in una stretta mortale. Tutto si colorò di nero, il cielo e la terra divennero una cosa sola. E serpenti e ragnatele di metallo occuparono lo spazio.
Rose rassicurò gli spiriti che il cuore degli uomini di quel villaggio era puro e che ad altri uomini dovevano chiedere conto.
Quando la vecchia si riprese, iniziò a piovere.

L’indomani la pioggia caduta durante la notte aveva ripulito l’aria polverosa e secca. Ora tutto sembrava più nitido. All’orizzonte si riusciva a vedere persino il contorno del Monte Elbert.
Rose, in piedi davanti al saloon, teneva con una mano il borsone di cuoio consumato, con l’altra sistemava i capelli dietro la nuca. La pelle sotto la maschera aveva smesso di bruciare.
Un gruppetto si era radunato per salutarla, prima che arrivasse la carrozza per tornare a casa.
Uomini e donne la guardavano questa volta con interesse e curiosità.
Il reverendo, in segno di festa, si accese un sigaro.
«Ben fatto, Rose. Io e i miei parrocchiani, per la prima volta dopo mesi, abbiamo avuto un sonno tranquillo.»
In molti a quelle parole annuirono.
Poco lontano, seduta su un masso, la curandera sorrideva, fumando una lunga pipa.
Rose accarezzò la sua maschera, scrutando la fine della strada in attesa della carrozza.
Una voce le risuonò nella testa e nel cuore.
Ben fatto, mia cara…
Era la voce di Pantera. Il suo maestro. Il suo angelo.


Maria Rosaria

Fernando Nappo
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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#2 » mercoledì 1 febbraio 2017, 21:34

Ciao M.R.,
il tuo spin-off di Pantera è il primo racconto che leggo, e devo ammettere che mi ha molto divertito. Lo trovo ben scritto, e mi pare ben in stile con quella scritta da evangelisti in Metallo Urlante. L'ambientazione è subito a fuoco, e non potrebbe essere altrimenti dato che nella pima parte del racconto appaiono subito una carrozza, un saloon, del whiskey (e non whisky, brava! Una finezza che ti invidio), e la citazione di Pantera, che già da solo completa il quadro. E non manca neppure il metallo.
Molto ben gestiti gli elementi mistici, che, ho fatto qualche brevissima ricerca, hai preso direttamente dalle tradizioni religiose dei nativi americani. Sono ben distribuiti e integrati nel racconto, quasi da farmi pensare che tu sia una appasionata della cultura degli indiani d'America. Unica eccezione, l'ayahuarasca, che mi pare sia più tipica dell'America del Sud, ma potrei sbagliare o non aver fatto ricerche sufficientemente approfondite (come invece sembra abbia fatto tu).
L'unico punto debole del racconto, a mio avviso, è legato alla lunghezza, che in questo caso risulta un limite e ti costringe a uno sviluppare la vicenda in modo un po' frettoloso. Se avessi potuto attaccarci qualche migliaio di caratteri e articolare im maniera un po' più complessa la ricerca di Rose e la soluzione del problema, il racconto sarebbe stato ancora migliore.
Ma già così è davvero ottimo.

Edit: ho dimenticato di menzionare la critica sociale, ben presente nei racconti di Evangelisti che ho letto. Nel tuo racconto, mi pare di identificarla nella contrapposizione tra la spinta del progresso - la ferrovia, gli espori... - e le antiche tradizioni. Ci ho preso?

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maria rosaria
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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#3 » venerdì 3 febbraio 2017, 17:22

Ciao Fernando.
Grazie del commento.
No, non sono assolutamente un'esperta di nativi americani. Mi sono documentata un po' per il racconto e per quanto riguarda l'ayahuarasca forse hai ragione tu: la bevanda è originaria dell'America del Sud e ce l'ho ficcata dentro un po' a forza.
Son contenta comunque che il racconto non ti sia dispiaciuto.
Per quanto riguarda la lunghezza hai colto il punto: ho dovuto tagliare molto e ho faticato tanto proprio sulla parte della soluzione del problema (rituale e dialogo con gli spiriti).
La critica sociale: questa è la cosa che più ho amato di Evangelisti che, va detto, non conoscevo affatto. Quindi sì, c'ho ficcato dentro la ferrovia, l'esproprio dei terreni, e, a un occhio più attento, anche un po' di femminismo. :D :D (scusate...)
Maria Rosaria

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angelo.frascella
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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#4 » domenica 5 febbraio 2017, 0:27

Ciao M.R.

Racconto molto carino il tuo, con immagini vivide e belle descrizioni.
Credo che il difetto principale sia la mancanza di un po’ di pepe. Per prima cosa il problema che viene posto a Rose è, tutto sommato, lieve. D’accordo la gente del villaggio ha gli incubi, ma che non ne ha? Questo riduce un po’ il mordente nella storia. A questo si aggiunge il fatto che la soluzione del problema procede in maniera lineare e, alla fine va tutto liscio. Non c’è nulla che scuota un po’ il lettore.
Quindi, alla fine, il racconto si legge piacevolmente, ma senza emozionarsi troppo.
Aggiungo che c’è una scena che sembra un po’ appiccicata: quando Rose arriva dalla Curandera, trova Pat che sta scappando via. Ci si aspetterebbe di trovare la vecchia morta o ferita o comunque che quella fuga abbia qualche conseguenza. Invece sembra messa là solo per creare l’attesa di conoscere la vecchia. Magari una descrizione ben studiata della casa dall’esterno sarebbe stata più efficace a questo scopo.
Ti segnalo un paio di d eufoniche davanti a vocale diversa “ad entrare”, “ed il benessere” (Attenta che poi gli editor ti mazziano :P)
Per quello che riguarda Evangelisti, se come linguaggio e come critica sociale ci siamo, manca si quell’impatto sullo stomaco che danno le sue opere che la visione negativa degli esseri umani.

A rileggerci,
Angelo

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Vastatio
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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#5 » domenica 5 febbraio 2017, 10:16

Ciao,
come anticipato non sono studiato, quindi mi limiterò a giudicare su quello che "ricordo" delle tematiche di Evangelisti saltando a piè pari l'aderenza allo stile.
Sono in difetto per non avere l'originale fresco, ma la fruibilità del racconto ne risente senza sapere chi sia Pantera (hai scritto uno spinoff/fanfic che dirsi voglia) e il mondo in cui si muove. In qualche modo ci arriviamo lo stesso: se lui è il maestro allora la sua allieva è simile. Con la differenza che arrivo a questa consapevolezza a fine racconto, però, più o meno ci arrivo.
Il racconto scorre da A a C, passando per B, senza grossi problemi. Forse scorre troppo, non c'è un intoppo, un dubbio, un imprevisto. Magari "Pantera" (ripeto, non mi ricordo perfettamente il plot) è così: la persona giusta, al momento/posto giusto (chiamata o meno che sia), con gli ingredienti e le conoscenze giuste e la sua allieva ne è la quota rosa.
Normalmente, se non è "il problema" ad essere il fulcro della storia, lo sono i protagonisti, con una caratterizzazione particolare, ma non vedo nemmeno questo.
A parte l'utilizzo dei personaggi di Evangelisti però non mi sembra di riscontrarne la visione oscura, a tratti disturbante, del mio passato (da lettore).

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maria rosaria
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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#6 » domenica 5 febbraio 2017, 12:20

Sì, credo che abbiate ragione, Angelo e Roberto.
Leggendo gli altri racconti di questo Camaleonte mi sono resa conto che il mio è troppo soft.
Purtroppo è una cosa di cui ho preso consapevolezza solo dopo, e quindi di Evangelisti c'è ben poco.
Non c'è quell'atmosfera quasi apocalittica e disturbante dei suoi scritti, almeno di quelli che ho letto io, e che in qualche modo ritrovo invece nei vostri racconti.
Credo non sia nelle mie corde scrivere in quel modo ma questo non mi scusa lo stesso: è un Camaleonte e avrei dovuto pensarci prima.
Quello che conta però è che mi sono divertita molto a scrivere questo racconto.
Alla prossima
:-)
Maria Rosaria

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angelo.frascella
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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#7 » domenica 5 febbraio 2017, 17:11

maria rosaria ha scritto:Credo non sia nelle mie corde scrivere in quel modo ma questo non mi scusa lo stesso: è un Camaleonte e avrei dovuto pensarci prima.
Quello che conta però è che mi sono divertita molto a scrivere questo racconto.


Invece, secondo me, è importante affrontare sfide che siano lontane dalla propria indole, per crescere, migliorarsi e misurare i propri limiti.

Mi pare di aver letto che Calvino, quando doveva scrivere un romanzo nuovo cercasse di affrontare qualcosa di diverso, di nuovo e di lontano dalla sua "zona di confort". Se ci fosse Jacopo in giro magari potrebbe confermare o dirmi che ho preso una gran cantonata :)

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maria rosaria
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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#8 » domenica 5 febbraio 2017, 18:09

Ma sì, certo Angelo, sono d'accordo con te.
Unico rammarico non aver compreso appieno lo stile di Evangelisti, o averlo compreso un po' in ritardo rispetto alla stesura del racconto. Magari poi il risultato era lo stesso...
Per il resto trovo questi esercizi molto utili, soprattutto quando ci spingono a confrontarci con cose così diverse da noi.
:-)
Maria Rosaria

valter_carignano
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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#9 » mercoledì 15 febbraio 2017, 11:06

ciao
ultimo racconto che leggo, mi scuso molto per il ritardo. Come in altri casi, quello che avrei voluto dire è già stato detto, probabilmente meglio, e non posso che concordare con gli altri. In particolare, va davvero tutto troppo liscio, e la bella atmosfera/ambiente iniziale poco a poco si sbiadisce. Tu stessa hai detto che hai dovuto tagliare e credo sia stato un po' il problema di tutti (tranne mio, che sì avrei voluto sviluppare di più certe cose, ma tanto non ne avrei avuto il tempo...).
Non mi disturba troppo che sia uno spin-off, e che non si capisca chi è Pantera. Il contest poteva anche essere interpretato, secondo me, come una riproposizione di temi e personaggi di Evagelisti, dando questi ultimi per noti.
In ogni caso, come sempre scritto molto bene.

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Peter7413
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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#10 » mercoledì 15 febbraio 2017, 16:05

Concordo con chi ti ha evidenziato una sostanziale linearità del racconto ed è vero anche che sembra filare via tutto troppo liscio. Inoltre, la presenza di Pantera, infilata a forza, rende il tutto poco autonomo, anche se poi, in effetti, non ha alcuna funzione... Ma proprio questa assenza di funzione è aggravante perché ritengo che un racconto debba funzionare come un meccanismo in cui tutti gli elementi concorrono per un qualche risultato e non è il caso della figura di Pantera in questo contesto. Infine, non è presente quel senso di marcio che ho annusato in METALLO URLANTE. Poi il racconto si legge bene e anche con piacere, ma credo sia inutile evidenziare il fatto che sei brava e che ritengo che sia difficile che tu possa sbagliare un testo. Quello che però rilevo è che, contestualmente al Camaleonte, la prova mi sembra mancante in alcuni aspetti e in più la presenza di un personaggio di Evangelisti, più che rivelarsi utile ai fini del tuo racconto, s'è dimostrata zavorra tagliabile in fase di revisione.

Spezzo infine una lancia in favore di un contest come il Camaleonte, utilissimo per portarci dove altrimenti non oseremmo esplorare. E si sa che con l'esplorazione si possono scoprire tesori inimmaginabili, in questo caso dentro noi stessi, nel nostro modo di mettere in atto la nostra comune passione.

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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#11 » mercoledì 15 febbraio 2017, 22:24

Ciao Maria Rosaria,
Il tuo racconto è bello ed è un buon spin-off delle avventure di Pantera.
È scritto molto bene anche se rivedrei un attimo il vocabolario data l’epoca e il contesto: carrozza, i termini legati a esproprio, parrocchia. Robetta correggibile.
Il vero problema del tuo racconto è che non è veramente estremo in nessun punto. Manca di qualcosa che lo renda memorabile o epico.
Il personaggio principale non è abbastanza disturbato mentalmente (in senso buono) per essere apprezzato e avvicinarsi a quelli di evangelisti. Nonostante abbia subito uno stupro è in pace con il cosmo intero. Hai lavorato di più sugli aspetti esteriori (la maschera) che psicologici della tua protagonista. Manca dei tratti dell’amazzone. Il rimando alla cronaca e alla distruzione del viso femminile mi è piaciuto.
Dopo quello che ha subito perché la tua protagonista nel tuo racconto non spacca il culo ad almeno un paio di uomini? Perché non fa entrare in sciopero le prostitute del villaggio in cui è arrivata? Ecc…
Inoltre gira disarmata e non ha una spalla per aiutarla in caso di pericolo (in teoria Pantera e magari dopo questa avventura la curandera)
Il livello di difficoltà di questa avventura mi è sembrato basso, nessun duello, nessun morto. Neanche una scacciacani ha sparato.
In Benni mi sei piaciuta molto, in London anche, qui mi sei piaciuta ma meno ma ci sei (sicuramente molto più di me).
Il racconto è buono, rendilo un tantino più cattivello.
Brava
Ciao!

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Lo Smilodonte
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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#12 » venerdì 24 febbraio 2017, 18:44

Ciao Maria Rosaria. Il tuo racconto è molto più "Del Ciello" che Evangelisti. Certo, l'ambientazione e il richiamo alla figura di Pantera ti avvicinano a quel mondo, ma ti limiti a costeggiarne il perimetro, senza entrare nelle sue acque limacciose e fetide. Tutto nel tuo racconto è squisitamente femminile, e ha molto più della fanfiction che dell'esercizio di stile. L'unica scena nella quale cerchi di mettere una zampa nel marcio è nello stupro, che però ha un debole legame con quello che succede. A livello narratologico il conflitto è pressoché assente, la curandera non ha nemmeno un coyote scuoiato appeso nella tenda, non esiste torbido nelle vite dei villani. Sì, c'è l'elemento sociale di distruzione del territorio in conflitto con il progresso, ma non lo sfrutti a dovere. E mettimela allora una locomotiva fantasma, costruita con le ossa e le carni dissecate degli abitanti del vecchio pueblo. Fammelo trovare un ragazzino fatto a pezzi e crocifisso all'ingresso del villaggio. Dammi qualcosa per cui tremare di disgusto, per cui non riesca a togliere lo sguardo dalle righe: perché, in fondo, è quella la magia di Evangelisti: catturare col disgusto.
P.S. Nel calderone ci va lo sperma di qualcuno. Sempre. Almeno così ci insegna Evangelisti. Io, con un protagonista donna sarei stato davvero feroce.

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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#13 » domenica 26 febbraio 2017, 0:26

Bella prova.
Hai scelto di riprendere in toto le atmosfere di Evangelisti e applicare la tua personale interpretazione a una situazione 'standard'. Non lo trovo affatto un difetto o una scelta sbagliata.
Mi è piaciuta molto la presentazione della protagonista, forte, diretta, indifferente al lettore, sbattuta in faccia.
Purtroppo questa forza si è un po' persa dalla metà del racconto in poi.
Alcuni elementi fondamentali della stile di Evangelisti in metallo urlante sono la critica sociale e il disgusto della situazione. Nel tuo caso se posso sentire una critica, per quanto leggera, all'avanzare del progresso e del suo perdere le tradizioni, mi risulta molto vaga ed è un peccato perché ne avevi posto tutte le premesse.
Ho apprezzato molto la ricerca degli elementi mistici anche se 'solo' per un contest come il nostro.
Mi sono trovato spiazzato dalla immediatezza e facilità con cui accadono le cose, non ho sentito rischi o pericoli e non ho sentito l'horror della situazione.
Ho come avuto l'impressione che hai 'consumato' tutto il coraggio in uno schiaffo iniziale ottimo e poi hai avuto paura di esagerare.

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maria rosaria
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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#14 » domenica 26 febbraio 2017, 16:32

Grazie Alberto.
Confermi ciò che ho intuito dopo (ahimè) aver letto gli altri racconti di questo capitolo.
Manca del tutto il disgusto, il marcio. Insomma, manca Evangelisti.
Ti confesso che il tuo commento è riuscito a strapparmi un sorriso quando scrivi:

Lo Smilodonte ha scritto:E mettimela allora una locomotiva fantasma, costruita con le ossa e le carni dissecate degli abitanti del vecchio pueblo. Fammelo trovare un ragazzino fatto a pezzi e crocifisso all'ingresso del villaggio.


Mi ha ricordato il "Dì qualcosa di sinistra" di Morettiana memoria. :D :D

Per quanto riguarda lo sperma, confesso di averlo completamente dimenticato... :(
Maria Rosaria

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Re: La curandera - M.R. Del Ciello

Messaggio#15 » domenica 26 febbraio 2017, 16:36

E c'hai ragione anche te, Massimiliano.
Ho speso tanta energia nella ricostruzione del luogo, nella ricerca degli elementi mistici ma mi sono completamente persa poi nel saper riecheggiare l'atmosfera stilistica, propria di Evangelisti.

lordmax ha scritto:Ho come avuto l'impressione che hai 'consumato' tutto il coraggio in uno schiaffo iniziale ottimo e poi hai avuto paura di esagerare.


No, non ho avuto paura di esagerare... non ho proprio saputo farlo.
;)
Maria Rosaria

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