Una passeggiata
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Una passeggiata
Le nubi si ammassavano veloci, trasportate da un vento freddo che faceva rabbrividire i corpi accaldati dei due giovani. L'odore dell'ozono si mischiava con quello resinoso dei pini.
Il sentiero scendeva ripido e gli altri ragazzi erano già lontani.
Le prime gocce di pioggia caddero lente bagnando le pietre e accentuando i profumi del sottobosco.
I tuoni e lampi si sovrapposero sopra le loro teste, le piccole macchie umide vennero coperte dal fiume d'acqua che gli cadeva addosso.
“Dovremmo trovare un riparo” disse Sandro.
Lei gli sorrise. Riprese la discesa ma il piede scivolò facendogli perdere l'equilibrio.
Sandro l'afferrò prima che fosse troppo tardi.
“Non mi ascolti mai! Meglio fermarsi da qualche parte.”
“Forse hai ragione” replicò Anna, imbronciandosi per un secondo.
“Allora muoviamoci, dovrebbe esserci una vecchia baita.”
“Come fai a saperlo?”
“L'ho vista mentre salivamo.”
I due si incamminarono sotto l'acquazzone. Sandro cercava di non fissarla, ma la maglietta bianca, resa semitrasparente dall'acqua, era un richiamo a cui era difficile resistere.
I ragazzi svoltarono ad un tornante e un rudere fatiscente apparve alla vista.
“E questa la chiami baita?!”
“Beh, è ancora in piedi, e il tetto non è ancora crollato. Entriamo?” replicò il ragazzo.
Anna lo fissò con piglio accigliato.
“Non è che hai qualche strana idea. Vero?”
Sandro arrossì nonostante il freddo.
“Ma cosa pensi. Io non...cioè, voglio dire..” balbettò.
“Scherzavo.” rispose entrando nel rudere.
Il temporale non accennava a diminuire, anche se in lontananza cominciava a dar segni di schiarita.
L'interno era umido, le finestre erano dei buchi nella pietra, ma almeno erano protetti dal vento e dalla pioggia.
Anna si strinse le braccia al petto.
“Sto gelando.”
“Ti scalderei, ma non vorrei essere frainteso.” rispose sedendosi a terra.
“Giusto” disse Anna mettendosi accanto “allora lo faccio io.”
I due stettero seduti in silenzio godendosi il calore reciproco.
Sandro sentiva un sasso all'interno dello stomaco. Il calore dalla sua pelle gli mozzava il respiro.
“Anna..” ma si interruppe temendo di rovinare il momento.
Gli sguardi si incrociarono e lei gli si avvicinò.
Le labbra si incontrarono, umide di pioggia. Un lungo istante. Il primo.
Anna si alzò andando verso la porta.
“Sta quasi smettendo” disse osservando il cielo “Andiamo?”
“Si” balbettò Sandro.
“Resterà tra di noi?”
Sandro non rispose.
Lei gli sorrise, con quel sorriso che gli stringeva i visceri.
“Certo”
Si diedero la mano e si incamminarono, insieme.
Il sentiero scendeva ripido e gli altri ragazzi erano già lontani.
Le prime gocce di pioggia caddero lente bagnando le pietre e accentuando i profumi del sottobosco.
I tuoni e lampi si sovrapposero sopra le loro teste, le piccole macchie umide vennero coperte dal fiume d'acqua che gli cadeva addosso.
“Dovremmo trovare un riparo” disse Sandro.
Lei gli sorrise. Riprese la discesa ma il piede scivolò facendogli perdere l'equilibrio.
Sandro l'afferrò prima che fosse troppo tardi.
“Non mi ascolti mai! Meglio fermarsi da qualche parte.”
“Forse hai ragione” replicò Anna, imbronciandosi per un secondo.
“Allora muoviamoci, dovrebbe esserci una vecchia baita.”
“Come fai a saperlo?”
“L'ho vista mentre salivamo.”
I due si incamminarono sotto l'acquazzone. Sandro cercava di non fissarla, ma la maglietta bianca, resa semitrasparente dall'acqua, era un richiamo a cui era difficile resistere.
I ragazzi svoltarono ad un tornante e un rudere fatiscente apparve alla vista.
“E questa la chiami baita?!”
“Beh, è ancora in piedi, e il tetto non è ancora crollato. Entriamo?” replicò il ragazzo.
Anna lo fissò con piglio accigliato.
“Non è che hai qualche strana idea. Vero?”
Sandro arrossì nonostante il freddo.
“Ma cosa pensi. Io non...cioè, voglio dire..” balbettò.
“Scherzavo.” rispose entrando nel rudere.
Il temporale non accennava a diminuire, anche se in lontananza cominciava a dar segni di schiarita.
L'interno era umido, le finestre erano dei buchi nella pietra, ma almeno erano protetti dal vento e dalla pioggia.
Anna si strinse le braccia al petto.
“Sto gelando.”
“Ti scalderei, ma non vorrei essere frainteso.” rispose sedendosi a terra.
“Giusto” disse Anna mettendosi accanto “allora lo faccio io.”
I due stettero seduti in silenzio godendosi il calore reciproco.
Sandro sentiva un sasso all'interno dello stomaco. Il calore dalla sua pelle gli mozzava il respiro.
“Anna..” ma si interruppe temendo di rovinare il momento.
Gli sguardi si incrociarono e lei gli si avvicinò.
Le labbra si incontrarono, umide di pioggia. Un lungo istante. Il primo.
Anna si alzò andando verso la porta.
“Sta quasi smettendo” disse osservando il cielo “Andiamo?”
“Si” balbettò Sandro.
“Resterà tra di noi?”
Sandro non rispose.
Lei gli sorrise, con quel sorriso che gli stringeva i visceri.
“Certo”
Si diedero la mano e si incamminarono, insieme.
Re: Una passeggiata
Ciao Diego! Caratteri ok, ma non il tempo, quindi malus minimo per te, anche se non inficerà in alcun modo la tua partecipazione. Buona Vietti Edition!
- angelo.frascella
- Messaggi: 729
Re: Una passeggiata
Ciao, Diego.
Hai deciso di affrontare questa prova con una piccola storia, un po’ crepuscolare e fatta quasi di niente (se non di ambientazione e sentimenti appena suggeriti). Il titolo stesso con quell’articolo indeterminativo sembra suggerire che questa è una microstoria fra le tante che capitano nel mondo. L’idea è buona. Personalmente non mi ha soddisfatto del tutto, perché vi ho trovato davvero troppa poca tensione narrativa (il che è implicito nella scelta di affrontare il tema in questo modo… probabilmente è una questione di gusti). Inoltre, l’elemento di interesse che compare alla fine (il sasso nello stomaco di lui, la richiesta di lei di non parlarne) rimane sconosciuta al lettore e forse dire qualcosa in più del perché la loro storia sia impossibile, far intuire questa “difficoltà” sin dall’inizio, insomma inserire un minimo di conflitto in modo più esplicito secondo me avrebbe giovato al racconto.
A rileggerci,
Angelo
Hai deciso di affrontare questa prova con una piccola storia, un po’ crepuscolare e fatta quasi di niente (se non di ambientazione e sentimenti appena suggeriti). Il titolo stesso con quell’articolo indeterminativo sembra suggerire che questa è una microstoria fra le tante che capitano nel mondo. L’idea è buona. Personalmente non mi ha soddisfatto del tutto, perché vi ho trovato davvero troppa poca tensione narrativa (il che è implicito nella scelta di affrontare il tema in questo modo… probabilmente è una questione di gusti). Inoltre, l’elemento di interesse che compare alla fine (il sasso nello stomaco di lui, la richiesta di lei di non parlarne) rimane sconosciuta al lettore e forse dire qualcosa in più del perché la loro storia sia impossibile, far intuire questa “difficoltà” sin dall’inizio, insomma inserire un minimo di conflitto in modo più esplicito secondo me avrebbe giovato al racconto.
A rileggerci,
Angelo
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Re: Una passeggiata
Grazie del commento Angelo.
Concordo con quasi tutto, non ho inserito volutamente del conflitto, come hai notato volevo giocarsela con l'atmosfera. Potevo calcare la mano sui sentimenti ma il pdv doveva essere centrato su uno dei protagonisti.
Non amo particolarmente questo genere di racconti, ed è questo il motivo per cui ho provato a scriverne uno.
Concordo con quasi tutto, non ho inserito volutamente del conflitto, come hai notato volevo giocarsela con l'atmosfera. Potevo calcare la mano sui sentimenti ma il pdv doveva essere centrato su uno dei protagonisti.
Non amo particolarmente questo genere di racconti, ed è questo il motivo per cui ho provato a scriverne uno.
- angelo.frascella
- Messaggi: 729
Re: Una passeggiata
diego.ducoli ha scritto:Non amo particolarmente questo genere di racconti, ed è questo il motivo per cui ho provato a scriverne uno.
In effetti una delle cose belle di MC è che si può sperimentare con uno sforzo contenuto nel tempo e vedere che succede ;)
Re: Una passeggiata
Ciao Diego,
tema centrato, piove tanto in effetti!
Non mi è dispiaciuto questo tuo racconto: leggero, molto descrittivo, ma delicato, una delicatezza che riesci a descrivere bene come in una foto; un tenero istante tra due adolescenti (almeno così me li sono immaginati). Poesia in alcuni passaggi, bravo!
Non mi è piaciuto molto come suona la frase:
“Lei gli sorrise, con quel sorriso che gli stringeva i visceri.”
Preferisco “le viscere”, al maschile mi suona troppo arcaico, e vista la “leggerezza” del racconto, lo eviterei.
Buona prova :-)))
Ciao
Adriano
tema centrato, piove tanto in effetti!
Non mi è dispiaciuto questo tuo racconto: leggero, molto descrittivo, ma delicato, una delicatezza che riesci a descrivere bene come in una foto; un tenero istante tra due adolescenti (almeno così me li sono immaginati). Poesia in alcuni passaggi, bravo!
Non mi è piaciuto molto come suona la frase:
“Lei gli sorrise, con quel sorriso che gli stringeva i visceri.”
Preferisco “le viscere”, al maschile mi suona troppo arcaico, e vista la “leggerezza” del racconto, lo eviterei.
Buona prova :-)))
Ciao
Adriano
- maria rosaria
- Messaggi: 687
Re: Una passeggiata
Ciao.
Un racconto delicato, romantico, in cui l'acqua fluisce dall'inizio alla fine e si confonde quasi con il sentimento del protagonista: un fluire prima lento che pian piano si accresce fino a smettere del tutto. Così Sandro vede il suo sentimento per Anna accrescersi durante tutta la durata della passeggiata fino a inibirsi alla fine, quando l'acquazzone finisce ed è ora di tornare a casa.
Credo anch'io che manchi qualcosa, un guizzo forse, un imprevisto che potesse far godere di più di questa piccola bella storia che, seppur delicata e ben scritta, rimane un po' sospesa.
Un racconto delicato, romantico, in cui l'acqua fluisce dall'inizio alla fine e si confonde quasi con il sentimento del protagonista: un fluire prima lento che pian piano si accresce fino a smettere del tutto. Così Sandro vede il suo sentimento per Anna accrescersi durante tutta la durata della passeggiata fino a inibirsi alla fine, quando l'acquazzone finisce ed è ora di tornare a casa.
Credo anch'io che manchi qualcosa, un guizzo forse, un imprevisto che potesse far godere di più di questa piccola bella storia che, seppur delicata e ben scritta, rimane un po' sospesa.
Maria Rosaria
- giancarmine trotta
- Messaggi: 383
Re: Una passeggiata
Ciao Diego,
hai scritto un racconto delicato in cui i fatti e i protagonisti lasciano spazio alle belle descrizioni.
Non ci sono tanti appunti da fare, se non che la leggerezza con la quale l'hai costruito ha tolto un po' di sapore, come se mancasse l'ingrediente che lo facesse distinguere.
Non ho idea ancora della classifica perché è il secondo racconto del gruppo che leggo. Posso dirti che qualitativamente è discreto ed è mancato solo un imprevisto o un finale più deciso.
Alla prossima,
G.
hai scritto un racconto delicato in cui i fatti e i protagonisti lasciano spazio alle belle descrizioni.
Non ci sono tanti appunti da fare, se non che la leggerezza con la quale l'hai costruito ha tolto un po' di sapore, come se mancasse l'ingrediente che lo facesse distinguere.
Non ho idea ancora della classifica perché è il secondo racconto del gruppo che leggo. Posso dirti che qualitativamente è discreto ed è mancato solo un imprevisto o un finale più deciso.
Alla prossima,
G.
- raffaele.marra
- Messaggi: 397
Re: Una passeggiata
Se io raccontassi a qualcuno la trama di questo racconto, probabilmente il mio interlocutore mi direbbe che si tratta di un qualcosa di banale, di una storia poco avvincente, di "un niente di che". Invece devo confessarti che leggendolo il tuo testo è capace di coinvolgere il lettore e il coinvolgimento arriva fino in fondo, nonostante un finale privo di fuochi d'artificio (e anche di acqua, visto che spiove). Non so che dire; è vero che mancano particolari slanci emotivi, che manca la passione sfrenata, che manca il colpo di scena. Eppure il tutto mi sembra funzionare, perché il testo lascia un senso di appagamento e di compiutezza. In definitiva, si tratta di un racconto di buono stile, in tema con il contest, che non sarà probabilmente eccezionale ma merita assolutamente rispetto.
Re: Una passeggiata
Troppo spesso tendi a nasconderti nella battuta, nel racconto ironico e quasi scherzoso. E invece ecco che quando te ne discosti riesci a produrre piccole gemme, come questa. Del resto, anche nell'edizione in cui hai vinto, se non ricordo male, il tuo racconto era ben lungi dallo scherzo. Poco da dire, mantieni la narrazione sempre sul filo senza mai scadere nel patetico, ma rimanendo dal lato del VERO, molto bene. Il tema è preso in pieno e senza mai nominarlo, altro punto a tuo favore. Per me questo è un pollice su.
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