Chloroforming - DAY ONE
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Chloroforming - DAY ONE
CHLOROFORMING
Odio questo maledetto pianeta, la sua atmosfera velenosa, i colori del suo cielo, la sua vegetazione e i suoi abitanti. Ma è proprio questo odio che mi fa fare bene il mio lavoro: bisogna odiare un pianeta per poterlo trasformare in un mondo abitabile.
Strano mondo questa Terra, completamente disarmonico: basato sull’ossigeno, numero atomico otto, i suoi abitanti dovrebbero avere otto arti, come noi che, basati sul cloro, numero atomico diciassette, ne abbiamo diciassette, allungabili telescopicamente, ciascuno dotato di diciassette articolazioni, che ci consentono di raggiungere agevolmente qualunque punto nell’arco di diciassette metri, e di tirare pugni anche dietro le spalle. Invece ne hanno solo quattro, con tre articolazioni ciascuno. Le braccia sono solo due, che consentono loro di grattarsi, a malapena, la schiena.
Come sono felice di cloroformare questo mondo assolutamente deviante. Vedo le nubi verdi del cloro salire dagli elettrodi immersi nell’oceano. In meno di una rivoluzione planetaria tutto il velenoso ossigeno sarà sostituito dal salubre cloro. E il tutto grazie all’energia elettrica delle loro stesse centrali nucleari. Invulnerabile e invincibile, grazie ai miei campi di forza protettivi, me ne impadronisco, una alla volta, infischiandomi delle ridicole armi degli umani. E metto i miei robot al lavoro per elettrolizzare gli oceani.
Recito l’antica preghiera di ringraziamento: “Laudato si’ mi Signore per Frate Cloro, qui est verde et acre et corroborante”, e penso alla mia diletta Chlorhodrina. Il mio muco superficiale aumenta di spessore e di fluidità. Non vedo l’ora di abbracciarla e di raggiungere con lei l’estasi della fusione delle secrezioni bavose.
Il robot di sentinella mi avverte: «Avvistato un umano nei paraggi della Prima Base. Non porta armi. Chiede di entrare per parlamentare. Ha scafandro con respiratore per difendersi dal cloro».
«Lascialo entrare» ordino.
Poveraccio. Si illude di poter trattare sulla choroformazione del suo (ormai ex-suo) pianeta. Lo lascerò parlare, implorare probabilmente, poi mi divertirò un mondo a vederlo boccheggiare quando romperò il vetro del suo casco di protezione. Non corro nessun rischio, non è difficile rimanere fuori dal raggio d’azione delle sue ridicole braccia.
L’umano entra.
Gran Chloro, cos’è quello strano braccio flessibile che spunta dalle sue spalle e che le sue mani dirigono verso di me? Un tentacolo! Gli umani hanno tentacoli nascosti! Da quel tentacolo esce un getto di ossigeno che mi investe in pieno. I polmoni mi bruciano, mi si annebbia la vista, reagisco d’istinto e rompo la bolla di vetro dell’umano. Anche lui boccheggia ma ha la forza di continuare a dirigere verso di me il suo tentacolo sputa-ossigeno. Vorrei urlare, ma non ne ho la forza, I mei polmoini bruciano.Si incendia anche il mio adorato muco.
L’invasione è fallita, a causa di un maledetto, imprevisto tentacolo che gli umani tenevano nascosto.
Odio questo maledetto pianeta, la sua atmosfera velenosa, i colori del suo cielo, la sua vegetazione e i suoi abitanti. Ma è proprio questo odio che mi fa fare bene il mio lavoro: bisogna odiare un pianeta per poterlo trasformare in un mondo abitabile.
Strano mondo questa Terra, completamente disarmonico: basato sull’ossigeno, numero atomico otto, i suoi abitanti dovrebbero avere otto arti, come noi che, basati sul cloro, numero atomico diciassette, ne abbiamo diciassette, allungabili telescopicamente, ciascuno dotato di diciassette articolazioni, che ci consentono di raggiungere agevolmente qualunque punto nell’arco di diciassette metri, e di tirare pugni anche dietro le spalle. Invece ne hanno solo quattro, con tre articolazioni ciascuno. Le braccia sono solo due, che consentono loro di grattarsi, a malapena, la schiena.
Come sono felice di cloroformare questo mondo assolutamente deviante. Vedo le nubi verdi del cloro salire dagli elettrodi immersi nell’oceano. In meno di una rivoluzione planetaria tutto il velenoso ossigeno sarà sostituito dal salubre cloro. E il tutto grazie all’energia elettrica delle loro stesse centrali nucleari. Invulnerabile e invincibile, grazie ai miei campi di forza protettivi, me ne impadronisco, una alla volta, infischiandomi delle ridicole armi degli umani. E metto i miei robot al lavoro per elettrolizzare gli oceani.
Recito l’antica preghiera di ringraziamento: “Laudato si’ mi Signore per Frate Cloro, qui est verde et acre et corroborante”, e penso alla mia diletta Chlorhodrina. Il mio muco superficiale aumenta di spessore e di fluidità. Non vedo l’ora di abbracciarla e di raggiungere con lei l’estasi della fusione delle secrezioni bavose.
Il robot di sentinella mi avverte: «Avvistato un umano nei paraggi della Prima Base. Non porta armi. Chiede di entrare per parlamentare. Ha scafandro con respiratore per difendersi dal cloro».
«Lascialo entrare» ordino.
Poveraccio. Si illude di poter trattare sulla choroformazione del suo (ormai ex-suo) pianeta. Lo lascerò parlare, implorare probabilmente, poi mi divertirò un mondo a vederlo boccheggiare quando romperò il vetro del suo casco di protezione. Non corro nessun rischio, non è difficile rimanere fuori dal raggio d’azione delle sue ridicole braccia.
L’umano entra.
Gran Chloro, cos’è quello strano braccio flessibile che spunta dalle sue spalle e che le sue mani dirigono verso di me? Un tentacolo! Gli umani hanno tentacoli nascosti! Da quel tentacolo esce un getto di ossigeno che mi investe in pieno. I polmoni mi bruciano, mi si annebbia la vista, reagisco d’istinto e rompo la bolla di vetro dell’umano. Anche lui boccheggia ma ha la forza di continuare a dirigere verso di me il suo tentacolo sputa-ossigeno. Vorrei urlare, ma non ne ho la forza, I mei polmoini bruciano.Si incendia anche il mio adorato muco.
L’invasione è fallita, a causa di un maledetto, imprevisto tentacolo che gli umani tenevano nascosto.
Re: Chloroforming
Ciao Giuseppe! Tutto ok anche per te con i parametri, il tuo racconto è ammesso alla Forlani Edition!
Ps: se domani sera vorrai scrivere un secondo racconto sul nuovo tema che svelerò alle 21 in punto potrai partecipare sia con questo che con quell'altro!
Ps: se domani sera vorrai scrivere un secondo racconto sul nuovo tema che svelerò alle 21 in punto potrai partecipare sia con questo che con quell'altro!
- angelo.frascella
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Re: Chloroforming - DAY ONE
Ari-ciao Giuseppe,
Trovo questo secondo racconto troppo "narrato" e questo lo rende poco coinvolgente. L'idea inoltre è un po' debole e l'insistenza sui numeri atomici all'inizio mi pare eccessiva. Non mi è chiaro il finale: cosa sarebbe il tentacolo dell'umano? Un semplice tubo per spruzzare ossigeno o una mutazione dell'uomo del futuro? Nell'insieme mi ha lasciato un po' freddino: non sono riuscito a empatizzare né con l'alieno invasore né con l'eroe umano (ma poi basta uccidere uno di questi alieni per sconfiggere l'invasione?)
A rileggerci,
Angelo
Trovo questo secondo racconto troppo "narrato" e questo lo rende poco coinvolgente. L'idea inoltre è un po' debole e l'insistenza sui numeri atomici all'inizio mi pare eccessiva. Non mi è chiaro il finale: cosa sarebbe il tentacolo dell'umano? Un semplice tubo per spruzzare ossigeno o una mutazione dell'uomo del futuro? Nell'insieme mi ha lasciato un po' freddino: non sono riuscito a empatizzare né con l'alieno invasore né con l'eroe umano (ma poi basta uccidere uno di questi alieni per sconfiggere l'invasione?)
A rileggerci,
Angelo
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Re: Chloroforming - DAY ONE
Ciao Angelo,
non riesco ancora ad abituarmi al tempo stretto di minuti contati, Mi manca la pausa fra prima stesura e revisione che consente di mettere in luce e quindi eliminare i difetti che tu denunci.
Il tentacolo dell'umano è nient'altro che un tubo erogatore di ossigeno (la guerra chimica!). Dal PdV dell'alieno non è decidibile se sia un manufatto o un organo.
L'insistenza sui numeri atomici dovrebbe dare un po' di colore e mettere in luce una certa ottusità dell'alieno, una rigidità di pensiero che gli impedirà di percepire il pericolo. Ovvio che, avendo a disposizione una maggior lunghezza, potrei mettere in evidenza altri aspetti della rigidezza mentale dell'alieno e dei suoi pregiudizi.
L'alieno era l'unico invasore. Ho fatto solo un rapido accenno ai robot che lo accompagnavano. pensavo che questo fosse sufficiente.
Avrei dovuto specificare che l'astronave dei coloni disarmati, attendeva oltre l'orbita di Marte che gli arrivasse il segnale di cloroformazione prima di sbarcare.
non riesco ancora ad abituarmi al tempo stretto di minuti contati, Mi manca la pausa fra prima stesura e revisione che consente di mettere in luce e quindi eliminare i difetti che tu denunci.
Il tentacolo dell'umano è nient'altro che un tubo erogatore di ossigeno (la guerra chimica!). Dal PdV dell'alieno non è decidibile se sia un manufatto o un organo.
L'insistenza sui numeri atomici dovrebbe dare un po' di colore e mettere in luce una certa ottusità dell'alieno, una rigidità di pensiero che gli impedirà di percepire il pericolo. Ovvio che, avendo a disposizione una maggior lunghezza, potrei mettere in evidenza altri aspetti della rigidezza mentale dell'alieno e dei suoi pregiudizi.
L'alieno era l'unico invasore. Ho fatto solo un rapido accenno ai robot che lo accompagnavano. pensavo che questo fosse sufficiente.
Avrei dovuto specificare che l'astronave dei coloni disarmati, attendeva oltre l'orbita di Marte che gli arrivasse il segnale di cloroformazione prima di sbarcare.
Re: Chloroforming - DAY ONE
Originale, indubbio.
Cloroformare in luogo di terraformare, la disquisizione sui numeri atomici e gli arti, la preghiera cloro-francescana dell'invasore e le sue speculazioni sentimentali ...
Poi mi cadi sul primo radicale libero terrestre che spazza via la tua simpatica orchestra di avvelenatori!
Speravo che, a differenza di Sentinella di Brown, stavolta fossero i nostri a soccombere.
Cloroformare in luogo di terraformare, la disquisizione sui numeri atomici e gli arti, la preghiera cloro-francescana dell'invasore e le sue speculazioni sentimentali ...
Poi mi cadi sul primo radicale libero terrestre che spazza via la tua simpatica orchestra di avvelenatori!
Speravo che, a differenza di Sentinella di Brown, stavolta fossero i nostri a soccombere.
Non è morto ciò che può vivere in eterno e in strani eoni anche la morte può morire.
Quando sento la parola "cultura" alzo il cane della mia Browning.
Quando sento la parola "cultura" alzo il cane della mia Browning.
Re: Chloroforming - DAY ONE
Ciao Giuseppe,
il tema è centrato, il tentacolo c’è e l’ET non se lo scorderà di certo.
IL tuo racconto è scritto bene ma in alcuni tratti fatica con il ritmo (numeri atomici, permessi avventati) e oscilla pericolosamente tra la sentinella di Brown e Men in Black.
Il finale mi sembra un po’ ingenuo, se fossi in te lo rivedrei in un’ottica meno semplicistica. Immagino che per l’esiguità dei caratteri hai dovuto tagliare in modo repentino la narrazione.
Nel complesso discreta prova.
Ciao
Adriano
il tema è centrato, il tentacolo c’è e l’ET non se lo scorderà di certo.
IL tuo racconto è scritto bene ma in alcuni tratti fatica con il ritmo (numeri atomici, permessi avventati) e oscilla pericolosamente tra la sentinella di Brown e Men in Black.
Il finale mi sembra un po’ ingenuo, se fossi in te lo rivedrei in un’ottica meno semplicistica. Immagino che per l’esiguità dei caratteri hai dovuto tagliare in modo repentino la narrazione.
Nel complesso discreta prova.
Ciao
Adriano
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Re: Chloroforming - DAY ONE
ciao
lavoro gradevole. Anch'io non ho capito subito - come Angelo - cosa fosse il 'tentacolo', però ti capisco riguardo ai 'minuti contati'. Anch'io quasi mai, e se càpita è più fortuna che bravura, riesco a dare il meglio senza revisione, metto sempre dentro cose che potrebbero non esserci e tralascio quelle due frasi fondamentali che darebbero il miglior risultato.
Non dico che l'abbia fatto anche tu, non mi permetto, però mi sembra che il racconto soffra un po' della 'sindrome di prima stesura' nel tono e anche nel finale, che mi pare un po' tirato via (possibile che l'alieno sia così ingenuo?).
lavoro gradevole. Anch'io non ho capito subito - come Angelo - cosa fosse il 'tentacolo', però ti capisco riguardo ai 'minuti contati'. Anch'io quasi mai, e se càpita è più fortuna che bravura, riesco a dare il meglio senza revisione, metto sempre dentro cose che potrebbero non esserci e tralascio quelle due frasi fondamentali che darebbero il miglior risultato.
Non dico che l'abbia fatto anche tu, non mi permetto, però mi sembra che il racconto soffra un po' della 'sindrome di prima stesura' nel tono e anche nel finale, che mi pare un po' tirato via (possibile che l'alieno sia così ingenuo?).
- Linda De Santi
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Re: Chloroforming - DAY ONE
Oddio, quanti numeri! Ho fatto una fatica boia a superare la prima parte. Troppe informazioni, troppo infodump. Dopo migliora, ma se non fossimo in un contest letterario in cui per regolamento dobbiamo leggere i racconti fino alla fine, difficilmente credo che avrei proseguito la lettura oltre la quinta riga.
A differenza degli altri, stranamente ho capito subito cos’era il tentacolo, ma la domanda comunque è sorta anche a me… basta sconfiggere un solo membro della specie aliena per far fallire l’invasione?
Decisamente mi è piaciuto di più l’altro tuo racconto ;) Alla prossima!
A differenza degli altri, stranamente ho capito subito cos’era il tentacolo, ma la domanda comunque è sorta anche a me… basta sconfiggere un solo membro della specie aliena per far fallire l’invasione?
Decisamente mi è piaciuto di più l’altro tuo racconto ;) Alla prossima!
Re: Chloroforming - DAY ONE
Una specie aliena eppure i numeri atomici degli elementi sono uguali? Ci sta se accettiamo una fantascienza alla Adams, non se il modello è Brown. Ma abbracciamo la prima ipotesi (anche se in alcuni passaggi mi hai fatto pensare che stessi giocando con la seconda): ecco, a questo punto il tutto si risolve troppo in fretta e non sto a ripeterti quanto già scritto dagli altri commentatori però sì, è evidente che tu avessi bisogno di fare una revisione migliore di quella che ti concede un contest come Minuti Contati. Pollice ni piuttosto meh, questa volta.
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Re: Chloroforming - DAY ONE
Scusate se non ho risposto prima alle vostre, più che giuste, osservazioni su questa mia fatica. Vi assicuro che le terrò in considerazione nella riscrittura di questo racconto che, nonostante tutto, non intendo lasciar cadere nel dimenticatoio.
I numeri atomici sono uguali per l'alieno e per noi per il semplice fatto che apparteniamo allo stesso mondo fisico: essi non sono altro che il numero di protoni del nucleo degli elementi. L'avete scambiato per infodump mentre voleva solo esprimere l'alienità dell'invasore, il diverso schema mentale, che gli fa accettare di introdurre il solitario kamikaze nella sua base.
Prendo atto delle osservazioni e modificherò di conseguenza. Per ora vi basti sapere che il Chloro vorrebbe divertirsi con l'umano, rompergli il casco e guardarlo come boccheggia nella atmosfera di cloro, insomma fa la figura del piffero di montagna che... ecc.
Inoltre l'umano sarà un marine che attaccherà cantando ;"Topolin, viva Topolin".
Dovrò far rilevare inoltre che il Chloro è solo, con tutta una banda di robot che gli fanno il lavoro di chloroformazione della terra.
Andrà meglio così? Visto che è il 5 maggio: "Ai posteri l'ardua sentenza, nui...".
I numeri atomici sono uguali per l'alieno e per noi per il semplice fatto che apparteniamo allo stesso mondo fisico: essi non sono altro che il numero di protoni del nucleo degli elementi. L'avete scambiato per infodump mentre voleva solo esprimere l'alienità dell'invasore, il diverso schema mentale, che gli fa accettare di introdurre il solitario kamikaze nella sua base.
Prendo atto delle osservazioni e modificherò di conseguenza. Per ora vi basti sapere che il Chloro vorrebbe divertirsi con l'umano, rompergli il casco e guardarlo come boccheggia nella atmosfera di cloro, insomma fa la figura del piffero di montagna che... ecc.
Inoltre l'umano sarà un marine che attaccherà cantando ;"Topolin, viva Topolin".
Dovrò far rilevare inoltre che il Chloro è solo, con tutta una banda di robot che gli fanno il lavoro di chloroformazione della terra.
Andrà meglio così? Visto che è il 5 maggio: "Ai posteri l'ardua sentenza, nui...".
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