Abral Sea di Kaipirissima

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kaipirissima
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Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#1 » mercoledì 30 agosto 2017, 23:26

Abral Sea

«Esistono tre mondi» iniziò il vecchio quando la donna gettò nel fuoco un pezzo di legno. «Quello della libertà, della giustizia e infine quello dell'amore. In ognuno esiste la guerra, la fame, la violenza. Questo significa che non esistono mondi perfetti».
A quel punto s'interruppe e aspettò che la donna aggiungesse altra legna poi continuò, «Esistono tre tipi di uomini: quelli che cercano il potere, il denaro e, infine, quelli che cercano la pace. Tu desideri la pace, ma ricorda che come nei tre mondi nemmeno gli uomini che cercano la pace sono perfetti. Sai che cosa significa questo?»
La donna annuì, gettò un legno nel fuoco e il vecchio rimase in silenzio.
La fiamma arse l'intera notte e al mattino si spense naturalmente.

Giunta l'alba la donna disperse le ultime braci. Il vecchio era scomparso.
Le parole non dette durante la notte si sollevarono insieme alla cenere. La donna allargò le dita e ruotando il polso accennò una danza.
I piedi strisciavano sulla cenere disegnando piccoli semicerchi, poi ad essi si unirono le gambe, le braccia e infine la testa.
Esistono solitudini che è difficile intendere, poiché esistono da prima, prima che il resto venisse a mancare. Sono solitudini primigenie che appartengono a coloro che danzarono con le prime stelle.
A ogni movimento il suo corpo diventava più flessuoso ed elastico, i muscoli si contraevano, estendevano. Le linee disegnate si fecero più ampie, e il suo corpo si caricò di una forza pronta a espandersi nel deserto intorno.

Un tempo in quel luogo c'era uno dei laghi salati più grandi del mondo. Ora, tra cespugli, navi arrugginite e scheletri di animali, rimaneva solo un acquitrino di colore viola.
Mentre camminava la donna s'interrogava sulla fine dei due emissari. “Di sicuro” pensò, “una scomparsa così repentina, tale da coinvolgere la memoria di uno stesso uomo, non era da imputare alla natura, essa aveva tempi più lunghi”. Sorrise amaramente. “Quale dei tre uomini era colpevole?”
Senza volere il pensiero corse a lei.
Hack l'aveva accolta quando i suoi genitori l'avevano lasciata per andare alle miniere in cerca di lavoro. Smarrita, trascorreva le notti guardando il cielo, lo stesso, ne era certa, che anche i suoi guardavano.
Una notte Hack venne a sederle vicino.
«Tutta la materia di cui siamo fatti l'hanno costruita le stelle,» le aveva spiegato e aveva continuato parlando di Supernove e reazioni nucleari. All'età di cinque anni, lei non aveva compreso quasi nulla, ma la conclusione di quel discorso divenne un approdo sicuro all'incertezza del presente. «E per questo motivo noi siamo figli delle stelle». Aveva concluso Hack e lei aveva ritrovato se stessa in quel cielo.

Terra rossa. Tra la polvere, un pick up procedeva nella sua direzione.
La donna strinse gli occhi. Individuò la sagoma di due uomini nella cabina e altri due nel cassone.
Il pick up si fermò. Una ventata risucchiò la polvere.
Nessuno scese.
L'uomo al volante guardò i suoi calzoni infilati dentro gli stivali di cuoio e la giacca informe, chiusa, nonostante la temperatura fosse di 30°.
«Sei armata?» le chiese.
La donna rimase in silenzio, poi aprì la giacca e se la sfilò rimanendo con una t shirt stinta.
«Cosa sono quelle?» domandò l'uomo indicando le cinghie che si incrociavano lungo il busto.
«Elastici. Sostengono la schiena».
«Dove sei diretta?»
«Est».
«Est» ripeté l'uomo. «Hai incontrato altri sulla strada?»
«Ieri, un blindato. Non si è fermato».
L'uomo annuì e rimase in silenzio.
«Forza Paul, andiamo. Non abbiamo tempo da perdere» gli intimò l'uomo seduto al suo fianco.
«Acqua ne hai?»
«Stai giù!» ordinò una voce maschile dal cassone..
La donna si girò, la sagoma che aveva intravisto si era nascosta dietro il bordo del pick up.
Annuì, senza fare domande.
L'uomo fece un cenno con la testa, la donna si spostò di lato mentre l'autocarro ripartiva.
Appena la polvere smise di vorticare la donna riprese il cammino senza perdere di vista la scia lasciata dal veicolo.
Rifletteva. Era certa che quella sagoma intravista fosse di una bambina. Guardò il cielo. Quella notte, decise, avrebbe chiamato Jenny.

La donna gettò nel fuoco un pezzo di legno.
«...» un sussurro.
La donna gettò altri rami, la fiamma si fece più grande.
«...» un lamento.
«Jenny, dove sei?» chiese la donna inquieta. «Jenny!» chiamò più forte. Non avendo risposta la donna raccolse tutta la legna e la gettò nel fuoco.
«Aiutami» sussurrò una voce sconosciuta.
«Chi sei?» chiese al fuoco
«Aiutami» ripete la voce e l'eco continuò fino a quando il fuoco non si spense.

Appena fu l'alba la donna si mise in cammino per attraversare il canyon, ma, dopo alcune ore, la strada le fu sbarrata da un imponente muro di cemento che chiudeva la gola.
Si ergeva per almeno trecento metri raggiungendo quasi la cima delle montagne. La larghezza era suddivisa in piani e su ognuno notò due uomini armati che sorvegliavano la postazione.
“Una fortezza” pensò, ma qualcosa non la convinceva. Ora che era più vicina sentiva ancora più chiaramente un suono che prima aveva solo vagamente percepito. Decise di arrampicarsi per guardare oltre.
Arrivata in cima i suoi occhi trovarono la risposta che cercava. Limitato dalle montagne e da imponenti pareti di cemento, davanti a lei si apriva un bacino artificiale sulla cui superficie si aprivano dei pozzi di dimensioni diverse.
Spinta dalla curiosità, incurante della sicurezza, saltò sul ballatoio per osservare da vicino una di quelle gole spalancate. Troppo tardi si accorse dell'errore. Una mano l'afferrò per il collo, mentre un calcio la costringeva in ginocchio.
«Chi sei?» le urlò una voce maschile.
La donna non rispose, l'uomo la gettò a terra e le puntò un MP4 in faccia.
Resosi conto che era una donna, ripose il fucile sulle spalle, si chinò e l'afferrò per il bavero della giacca, spingendola verso il parapetto della diga. Con i piedi le divaricò le gambe e tenendole un braccio piegato dolorosamente sulla schiena procedette alla perquisizione.
La donna, in silenzio, subì quell'assalto che s'attardava risalendo lungo le sue cosce, chiudendosi sul sesso. S'irrigidì, il pensiero corse alla frusta che portava avvolta al busto.
«Basta così» ordinò una voce alle loro spalle.
Con un ultimo strattone l'uomo l'afferrò facendola girare, poi fece un passo indietro e imbracciò di nuovo il fucile.
La donna alzò lo sguardo. L'uomo che aveva parlato indossava un casco protettivo e una tuta mimetica grigia. Riconosciutolo stava per dire qualcosa, ma un forte boato seguito da un risucchio la fermò.
L'uomo le fece cenno di alzarsi e di guardare alle sue spalle.
Il bacino sembrava aver preso vita, ogni pozzo era in funzione, incamerava acqua come un imbuto. Ogni suono era fagocitato da quell'enorme flusso che precipitava nelle viscere della terra.
Fu allora che la diga tremò sotto i suoi piedi.
Prima le sirene presero a suonare, poi uno dietro l'altro apparvero degli uncini che strisciarono alla ricerca di un appiglio. L'uomo che l'aveva perquisita si precipitò a sparare contro le corde per far cadere nel vuoto la minaccia. Invano.
Poco dopo, da ogni fune piazzata, apparve un uomo che, una volta trovato l'appoggio a terra, si mise a sparare.
La donna si gettò a terra. Dalla porta fuoriuscirono altri uomini in tuta grigia sparando. Con lo sguardo cercò un riparo. Fu allora che vide l'uomo del pick up correre verso il parapetto e gettarsi di sotto. D'istinto la donna decise di seguirlo. Appena si tuffò dietro il muro, l'acqua l'avvolse. Boccheggiò. Per un attimo credette di essere finita nel bacino. Poi realizzò di trovarsi in una specie di cornicione a filo dell'acqua.
Immediatamente si mise in piedi e iniziò a correre. L'acqua le arrivava alle cosce, ma lentamente, man mano che i pozzi risucchiavano l'acqua, questa scendeva permettendole di correre più agilmente. In breve si trovò alle spalle dell'uomo che cercava di aprire un portellone.
«Aiutami» le urlò l'uomo. «Aiutami».
Scuotendosi da un sogno, la donna afferrò la maniglia e insieme iniziarono a tirare. La porta si aprì.
Una volta dentro l'uomo iniziò a correre lungo una passatoia. Sotto i loro piedi la donna vedeva altri uomini andare in diverse direzioni. Urla dappertutto. Sirene. Era il caos, ma l'uomo procedeva sicuro in quel labirinto.
A un tratto, in direzione contraria, incrociarono un gruppo di persone da cui si staccò una piccola figura che corse loro incontro.
«Papà!»
L'uomo s'inginocchiò e abbracciò la bambina. «Non avere paura» le disse. Poi, senza perdere tempo, la prese in braccio e ricominciò a correre. «Seguimi» le urlò.
La donna gli si mise dietro senza sapere dove stessero andando, chiedendosi perché lo seguisse, poi i suoi occhi incontrarono quelli spaventati di una bambina, aggrappata alle spalle di suo padre. Il tempo scomparve.
«Eccoci» disse l'uomo fermandosi davanti a un portellone sferico. Posò la bambina a terra e procedette ad aprirlo. Una corrente d'aria fredda li investì. La bambina si rannicchiò dietro le gambe dell'uomo. «No» sussurrò, quasi avesse capito le sue intenzioni.
La donna guardò il tunnel, poi l'uomo.
«Tieni questa» le disse porgendole una pila. «Procedi senza deviare mai. Il tunnel vi porterà fuori attraversando il bacino. Poi dirigiti a Est. Giunta in città cerca John Malcon lui vi aiuterà» poi senza aspettare una risposta si chinò per parlare a sua figlia. Le sussurrava piano all'orecchio e la bambina piangendo scuoteva la testa.
«Sì, no, no, sì» singhiozzava la piccola.
Il padre l'abbracciò stretta, poi rivolto alla donna sembrò non avere più parole, sopraffatto dall'emozione.
La donna prese la mano della bambina e annuendo all'uomo si introdusse nel tunnel che si richiuse alle loro spalle.
Camminarono per ore in silenzio. I loro passi risuonavano nel condotto che attraversava il bacino.
Quando giunsero alla fine, e uscirono all'aperto, era notte.
La donna accese un fuoco, la fiamma crepitò.
Presto il calore le avvolse. La donna pose il braccio sulle spalle della bambina che le si appoggiò contro. Insieme guardarono le stelle.



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kaipirissima
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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#2 » venerdì 1 settembre 2017, 9:19

Criticamente

Lo stile di Altieri non mi appartiene, e sarò franca: mi piace poco. Ammetto pure di non aver letto un suo romanzo, (però tutte le cronache tradotte!) mi sono limitata a leggere qua è là. Ho visto più azione, più immagini che descrizioni, onomatopee e un lessico scabro, mai banale, irriverente e duro.
Riconosco la bravura e rispetto la sua impronta così personale, (un traguardo per ogni scrittore) ma non me la sono sentita di imitarla.

Cosa ho preso da Altieri?
Il sottotesto. La donna guerriera outsider, un mondo esangue, violento, in lotta per il controllo delle risorse. Ci ho messo tutta l'azione che è in mio potere, e mi sono documentata sull'unico fucile che si vede nel racconto.

Mi è servito? Vedendo come hanno lavorato i miei compagni, a loro va tutta la mia stima e il mio rammarico, ma sarebbe stato come cucinare un piatto che non mi piace per il solo fatto che amo cucinare. Però la prossima volta ci proverò.

Sono contenta? Sì, perché quando si scrive e si porta a termine un racconto è sempre una bella sensazione.

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Eugene Fitzherbert
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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#3 » domenica 3 settembre 2017, 20:42

Ciao, Kaipi!
Ho letto il tuo commento critico e ne ho preso atto (ma dopo aver letto il racconto) e quindi la mia chiosa qui sotto ne terrà conto, ovviamente.
La tua storia mi ha ricordato le atmosfere di La strada di Cormac McCarthy (sicuramente l'hai letto, e se non l'hai fatto, vola in libreria a prenderlo, è un romanzo che ti strappa la pelle di dosso per quanto è angosciante!). L'idea di McCarty mi è venuta soprattutto per la scelta di non dare un nome alla protagonista. E questo forse è un po' fuorviante nel corso della narrazione. Magari, si sarebbe creato un po' più di ordine se la donna fosse diventata la Donna (con al D maiuscola, per differenziarla dal resto).
Sicuramente hai messo in piedi in pochi paragrafi un mondo alla deriva, e l'Abral Sea del titolo si riferisce probabilmente all'Aral Sea che è uno dei più importanti disastri ecologici del centro Asia. Non ho capito bene le figure che attaccano sulla diga chi siano: sono i cattivi, sicuramente, ma non è ben spiegato cosa vogliono.
Un lavoro di lima, qua e là, per dare alla protagonista una motivazione per fare quello che fa, fosse anche solo la mera sopravvivenza, darebbe nuovo lustro a una storia distopica e disperata, popolata da esseri umani allo stremo, ma nonostante con un messaggio positivo: anche nelle più totali avversità, si riesce a trovare qualcuno che ti dà una mano.

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kaipirissima
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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#4 » lunedì 4 settembre 2017, 11:15

Hippy!
All'arrivo del primo commento mi assale l'eccitazione di un bambino in attesa di salire sulla giostra!

Eugene, intanto, grazie. Sei sempre molto attento e disponibile nei tuoi commenti.
La strada? Sì, letto. (Il finale però non l'ho capito molto) E visto anche il film. In realtà il fatto della donna-uomo-bambina mi sono ispirata (e non è la prima volta) a Saramago.
Qui però ero un po' in dubbio mentre scrivevo pensavo di concludere con la scoperta dei nomi nel finale... Poi è finito in modo diverso...
Abral = Aral, yes.

Sui buoni e cattivi e le motivazioni della donna, mi dispiace non passino. spiegherò alla fine dei commenti le mie intenzioni. :)

Grazie ancora. Ciao

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maria rosaria
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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#5 » giovedì 7 settembre 2017, 18:32

Ciao Kaipirissima.
In tutto il tuo racconto c'è un'atmosfera magica, di fiaba moderna che lo rende dolce e misterioso.
La protagonista sembra seguire messaggi che solo lei riesce a vedere: nella natura, nelle persone, nell'ambiente circostante, e tutti questi segnali la portano lì dove forse lei è sempre voluta arrivare.
Anche la sua apparente calma sembra dettata da una fiducia totale nell'evolvere degli eventi.
Siamo figli delle stelle, e ad esse dovremmo affidare la nostra vita.
Questo sembra il messaggio sottinteso alla storia. (Ma magari mi sono fatta un film ;) )
Ad ogni modo quello che manca sono forse un po' di dettagli sull'uomo e la bambina, almeno a me sarebbe piaciuto sapere un po' di più di loro.
Non faccio commenti sull'aderenza allo stile di Altieri perché hai già precisato tu tutto.
Molto bella l'immagine iniziale della donna che danza all'alba con movimenti circolari del corpo.

Alla prossima
Maria Rosaria

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eleonora.rossetti
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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#6 » domenica 10 settembre 2017, 19:28

Ciao kaipi, ben trovata! E' la prima volta che ci leggiamo quindi piacere di conoscerti.
Veniamo al sodo sul tuo racconto.

STILE: per tua stessa ammissione, non hai aderito allo stile di Altieri. E' ovvio che dovrò renderne conto in fase di classifica, tuttavia ci sono altri modi per "aderire" a un autore, ovvero evocarne l'atmosfera (vedi sezione STORIA). Qualche virgola mancante, per rendere più sciolta la narrazione, ma nessun difetto rilevante.

STORIA: vedo uno scorcio di un mondo alla deriva, tanto caro ad Altieri. Ho pensato anche io all'Aral Sea, anche se ho dovuto farmi un ripassino per ricordarmi la faccenda. Mi accodo sul commento per l'immagine iniziale, è molto poetica e suggestiva.
Ho avuto un po' di confusione nel leggere la storia. Forse l'assenza di nomi mi ha spiazzato, così come anche le motivazioni della protagonista, che sembra trovarsi lì senza una precisa ragione, quasi per una coincidenza. Mi è rimasto il dubbio: chi è Jenny? Se era ovvio e non l'ho capito me ne scuso, ma non trovando altri richiami nella storia non comprendo che parte abbia.
Se dovessi mai ampliare questa storia, suggerisco di mantenere la diga come location focale: è fantastica.

A rileggerci!
Uccidi scrivendo.

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kaipirissima
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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#7 » lunedì 11 settembre 2017, 13:23

Oggi è una giornata calma, approfitto per rispondere ai vostri graditissimi commenti.

@Eleonora

Qualche virgola mancante, per rendere più sciolta la narrazione, ma nessun difetto rilevante.


Virgole ballerine. La mia croce da sempre.


avuto un po' di confusione nel leggere la storia. Forse l'assenza di nomi mi ha spiazzato, così come anche le motivazioni della protagonista, che sembra trovarsi lì senza una precisa ragione, quasi per una coincidenza.



Anche Eugene ha sofferto la poca chiarezza a causa della mancanza dei nomi. Dovrò metterci un po' mano. Speravo/credevo che essendoci pochi personaggi non si rischiasse di perdere le loro tracce. Forse ci sono troppi uomini.

Effettivamente la donna è una viaggiatrice, alla ricerca di un luogo in cui vivere in pace, anche se è un'utopia.

Mi è rimasto il dubbio: chi è Jenny? Se era ovvio e non l'ho capito me ne scuso, ma non trovando altri richiami nella storia non comprendo che parte abbia.


Jenny è, ipoteticamente, una bambina. (Amica dell'infanzia? Figlia? Non lo so neppure io). L'ho inserita per mantenere il legame con il fuoco e dare alla donna una sfumatura mistica, tipo sciamana.


Eugene

Non ho capito bene le figure che attaccano sulla diga chi siano: sono i cattivi, sicuramente, ma non è ben spiegato cosa vogliono.


In realtà non sono più cattivi di quelli che già occupano la diga. È una lotta per avere il controllo delle risorse. Una lotta indiscriminata, oggi occupa la diga A, domani B, più avanti ritorna A, poi C... E intanto il deserto dilaga, sia quello naturale che umano.
L'idea era dell'universalità delle risorse, per questo la donna è più in comunione con la natura mentre tra gli uomini è solitaria.

Non so,se può aiutare questa citazione di Hubert Reeves. "L'uomo è la specie più folle: venera un Dio invisibile e distrugge una Natura visibile. Senza rendersi conto che la Natura che sta distruggendo è quel Dio che sta venerando."


Maria Rosaria

La protagonista sembra seguire messaggi che solo lei riesce a vedere: nella natura, nelle persone, nell'ambiente circostante, e tutti questi segnali la portano lì dove forse lei è sempre voluta arrivare.
Anche la sua apparente calma sembra dettata da una fiducia totale nell'evolvere degli eventi.
Siamo figli delle stelle, e ad esse dovremmo affidare la nostra vita.
Questo sembra il messaggio sottinteso alla storia. (Ma magari mi sono fatta un film ;) )


Direi che sì, un po' l'intenzione era quella.

Nei tagli ho dovuto eliminare tutta una frase di Hack, alias Margherita Hack, ""Tutta la materia di cui siamo fatti noi l'hanno costruita le stelle, tutti gli elementi, dall'idrogeno all'uranio, sono stati fatti nelle reazioni nucleari che avvengono nelle supernove, cioé queste stelle molto più grosse del Sole, che alla fine della loro vita esplodono e sparpagliano nello spazio il risultato di tutte le reazioni nucleari avvenute al loro interno. Per cui noi siamo veramente figli delle stelle"


Ad ogni modo quello che manca sono forse un po' di dettagli sull'uomo e la bambina, almeno a me sarebbe piaciuto sapere un po' di più di loro.



È vero per essere un racconto breve non è molto esaustivo, si rimane con un'idea più che con una storia, con un'impressione più che una vicenda.

Molto bella l'immagine iniziale della donna che danza all'alba con movimenti circolari del corpo.


Non hai idea di quanto ho lottato con i caratteri per mantenerla!
Sono contenta che, pur con qualche taglietto, sia piaciuta a te e a Eleonora.

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Peter7413
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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#8 » mercoledì 13 settembre 2017, 20:02

Il racconto mantiene un'identità forte fino a dopo l'incontro con gli uomini che trasportano la bambina, poi si perde, quasi che tu ne abbia perso il controllo. Tutto procede per casualità, dall'incontro con la bimba al nuovo incontro. La protagonista avanza e basta e con lei la storia, quasi passiva. Mancano dei guizzi, manca, di nuovo, il controllo. E occhio a tutti questi "la donna, gli uomini, l'uomo, la donna, molti uomini, alcuni uomini, l'uomo", non mi sembra funzionare. Insomma, da tenere stretta tutta la prima parte, trasmette sensazioni e colori, avvinghia. Da riscrivere completamente, a mio personalissimo paese, la seconda, debole e assolutamente non ispirata quanto la prima. Su Altieri ti sei espressa, quindi non commento in questa sede.

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kaipirissima
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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#9 » mercoledì 13 settembre 2017, 20:33

Ciao Peter, grazie.
Come sempre diretto ed efficace.
Vero. Quando il pick up si è allontanato non sapevo più cosa fare. Ho atteso per giorni un'idea, ne ho scartata qualcuna e questa non mi sembrava male. Sob. Sob. :)

Approfitto per ringraziare anche Valter che ha postato la classifica con il commento al racconto.

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DandElion
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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#10 » giovedì 14 settembre 2017, 15:39

Ciao :)
Allora il racconto mi piace, ma ci vedo dei passaggi un po' scollegati, non mi riesco ad orientare bene. Forse avresti avuto anche tu bisogno di qualche carattere in più per poter fare salti tra un evento e l'altro senza lasciare buchi logici. Per quello che riguarda lo stile hai già detto che non hai letto "Altieri scrittore", ma "Altieri traduttore" e quindi è un po' difficile esprimersi riguardo a questo punto in un contest basato sulla camaleonticità (si può dire?) dello stile. Senza voler allungare il brodo bene o male il racconto è piacevole, magari a fine contest buttalo nel laboratorio e vediamo di lavorarci sopra :) secondo me ci può uscire qualcosa di buono!
#AbbassoIlTerzoPuntino #NonSmerigliateLeBalle
#LicenzaPoeticaGrammatica
Adoro le critiche, ma -ve prego!- che siano costruttive!!

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lordmax
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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#11 » sabato 23 settembre 2017, 11:34

Idea interessante, anch’io ho subito pensato agli eventi tragici del lago Aral.
Purtroppo, come tu stessa indichi, non hai seguito lo stile di Altieri nel tuo racconto e dovendo io giudicare in base allo stile questo causa una forte penalità.
Non mi dilungo quindi sugli aspetti di stile che sono palesemente lontani da questo Camaleonte.
Ti faccio però notare alcuni elementi che a mio avviso danneggiano molto il tuo racconto.
Partiamo dall’incipit, ci presenti il classico rapporto magico maestro allievo tanto caro a Saramago come segnali tu stessa. Poi però questo elemento non ha valore nella storia.
Poco oltre fai una promessa importantissima. Ci fai vedere la protagonista e ce la presenti come una maga che riceve indicazioni tramite il fuoco. Non solo, ci spieghi bene come funziona la sua magia, più alimenta il fuoco e più chiari sono i messaggi che ricevi. Poi questo non ha valore nella storia.
Inserisci pochi dettagli nel tuo racconto quindi io come lettore so che sono importanti. Mi aspetto che siano importanti soprattutto quelli presentati dalla protagonista quindi quando lei dice di aver visto un blindato passare mi aspetto che sia importante invece non compare più in alcun modo.
Allo stesso modo alla fine del racconto parli di una porta rotonda, visto i pochi dettagli che inserisci mi aspetto che sia importante, invece non lo è.
Questi aspetti, tecnicamente, si chiamano tradimento delle promesse. Sono il peccato più grave che uno scrittore possa commettere: tradire le aspettative del lettore. Non viene perdonato, mai.
Il mio consiglio è di spostare il tuo racconto nel laboratorio e rivederlo alla luce non dello stile di Altieri ma delle promesse che fai e non hanno seguito così da renderlo nel modo che merita. Questo ti permetterebbe anche di limitare lo stacco fra la prima e la seconda parte del racconto dove, nella prima sembra lei parta per un viaggio iniziatico e poi, nella seconda parte sembra che lei si muova a caso, guidata dal caos degli eventi e turista di ciò che accade.

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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#12 » sabato 23 settembre 2017, 18:30

Ringrazio sia i compagni di sfida sia gli altri, che si sono fatti carico senza alcun obbligo. :)

@lordmax

.


Poco oltre fai una promessa importantissima. Ci fai vedere la protagonista e ce la presenti come una maga che riceve indicazioni tramite il fuoco. Non solo, ci spieghi bene come funziona la sua magia, più alimenta il fuoco e più chiari sono i messaggi che ricevi. Poi questo non ha valore nella storia.


Be' il fuoco implicitamente le dice di auitare l'uomo.


Inserisci pochi dettagli nel tuo racconto quindi io come lettore so che sono importanti. Mi aspetto che siano importanti soprattutto quelli presentati dalla protagonista quindi quando lei dice di aver visto un blindato passare mi aspetto che sia importante invece non compare più in alcun modo.


Era per dare l'idea di un mondo non pacifico. Pieno di insidie a grandezza di proiettile.

Allo stesso modo alla fine del racconto parli di una porta rotonda, visto i pochi dettagli che inserisci mi aspetto che sia importante, invece non lo è.



Rotonda perché si tratta di un tunnel a tenuta stagna. Stile oleodotto. Perciò l'ho immaginata rotonda (quelle con l'apertura che devi girare, stile sommergibile) e non rettangolare.


Questi aspetti, tecnicamente, si chiamano tradimento delle promesse. Sono il peccato più grave che uno scrittore possa commettere: tradire le aspettative del lettore. Non viene perdonato, mai.


Ops.

lo stacco fra la prima e la seconda parte del racconto dove, nella prima sembra lei parta per un viaggio iniziatico e poi, nella seconda parte sembra che lei si muova a caso, guidata dal caos degli eventi e turista di ciò che accade.


Un po' è vero che si muove a caso. Lei viaggia, non cerca il potere, né il denaro, solo vivere in pace, però inciampa in questo blitz per occupare la diga. Lei non prende parte né si schiera, l'unico suo interesse è aiutare la bambina e farsene carico. Non mi sembra una cosa da poco.

Ti ringrazio mi è piaciuto molto il tuo commento, soprattutto per lo stile diretto. Il racconto soffre della mancanza di caratteri, dovrei ampliarlo e magari scrivere il seguito mettendo la donna in una posizione più attiva. Ora che ha la responsabilità della bambina il suo ruolo di conseguenza diventa più forte.

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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#13 » giovedì 28 settembre 2017, 15:48

Ciao Kaipi. Come ho aperto con Eleonora, con te chiudo: ho pochissimo da aggiungere rispetto a quanto detto da Max. Lo stile di Altieri è assente ma quello non sarebbe un problema di fronte a una storia ben architettata. Riesci a mettere in campo la suggestione e poi tradisci - o forse dimentichi - le aspettative create. Attenzione, non è un racconto da buttare, anzi! Merita il tuo lavoro ma soprattutto merita attenzione, perché è dall'autoanalisi di pezzi come questi che si riescono a correggere certi errori ;)

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Re: Abral Sea di Kaipirissima

Messaggio#14 » giovedì 28 settembre 2017, 16:25

Grazie, anche a te per il commento

Quanto tempo.... Mi fa piacere ritrovarti.

Cercherò di metterci mano, seguendo i vostri consigli :)

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