Cacofonie da appartamento
Re: Cacofonie da appartamento
Ciao Antonio e benvenuto a Minuti Contati! Caratteri ok e anche il tempo, non mi resta che augurarti una buona EMILIANI EDITION!
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Re: Cacofonie da appartamento
Il qualcosa di terribile evocato dal tuo racconto è la trasformazione degli occhi del tuo protagonista in un frammento di cielo. La conseguenza del fenomeno è dovuta a misteriose cacofonie presenti nell’alloggio (presagiscono un cambiamento della natura del luogo in cui egli vive). Mi piace anche il suo dialogo con il vecchio Edgardo, sardonico e sensuale quanto basta (che secondo me, sa più di quanto non lasci trapelare). Il finale, con l’immagine della folla che abita l’alloggio e per la quale è necessario un ampliamento dell’edificio, lascia immaginare al lettore un mondo di individui altrettanto trasformati. Bella e onirica la scrittura. Attenzione alle virgolette dei dialoghi: meglio usare i caporali di Word, li trovi in Inserisci Simboli.
- maurizio.ferrero
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Re: Cacofonie da appartamento
Ciao Antonio,
Il tuo racconto è estremamente simbolico e non rientra esattamente nei miei gusti personali, ho fatto un po' fatica a seguirlo. L'idea e l'immagine che viene a crearsi è molto interessante, quasi come se il protagonista divenisse una sorta di spirito legato alla sua città ma, al di là dello spavento iniziale per il mutamento degli occhi, non riesco a trovare troppa attinenza con il tema del contest. Probabilmente è un limite mio.
Le descrizioni e soprattutto il breve dialogo sono molto aulici, forse fin troppo, tanto da risultare pesanti.
Purtroppo non mi ha convinto molto, ma spero che i prossimi commentatori vedano qualcosa che io non ho visto.
Il tuo racconto è estremamente simbolico e non rientra esattamente nei miei gusti personali, ho fatto un po' fatica a seguirlo. L'idea e l'immagine che viene a crearsi è molto interessante, quasi come se il protagonista divenisse una sorta di spirito legato alla sua città ma, al di là dello spavento iniziale per il mutamento degli occhi, non riesco a trovare troppa attinenza con il tema del contest. Probabilmente è un limite mio.
Le descrizioni e soprattutto il breve dialogo sono molto aulici, forse fin troppo, tanto da risultare pesanti.
Purtroppo non mi ha convinto molto, ma spero che i prossimi commentatori vedano qualcosa che io non ho visto.
Re: Cacofonie da appartamento
Ciao,
che bell'esposizione di paroloni: masturbazione certificata Treccani. Sono quasi certo che tu abbia voluto nascondere un secondo livello di lettura, ma è talmente pesante da leggere che la curiosità o anche l'effetto WOW che crea la mutazione/trasfigurazione degli occhi del protagonista nella visione del cielo si perde nell'irritazione.
Devi cercare di stupirmi con idee e situazioni e, ripeto, l'immagine della "visione del cielo" è oltremodo affascinante. Mostrami questo, non quanto sia forbito il tuo vocabolario o quello del tuo protagonista.
che bell'esposizione di paroloni: masturbazione certificata Treccani. Sono quasi certo che tu abbia voluto nascondere un secondo livello di lettura, ma è talmente pesante da leggere che la curiosità o anche l'effetto WOW che crea la mutazione/trasfigurazione degli occhi del protagonista nella visione del cielo si perde nell'irritazione.
Devi cercare di stupirmi con idee e situazioni e, ripeto, l'immagine della "visione del cielo" è oltremodo affascinante. Mostrami questo, non quanto sia forbito il tuo vocabolario o quello del tuo protagonista.
- Massimo Tivoli
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Re: Cacofonie da appartamento
Ciao Antonio,
concordo a pieno con chi ha commentato prima di me. Il linguaggio è un po’ troppo aulico e manierista e nel racconto non se ne capisce la funzione rispetto alla storia. I personaggi sono nobili ottocenteschi, o altro? Ci sono frasi davvero senza efficacia, per es.: “ovattati tonfi di parvenza cerulea” non significa niente, ha una semantica difficile da cogliere per uno che non sia l’autore. Dal punto di vista tecnico, ti sei affidato al raccontato puro che, si sa, limita l’immedesimazione da parte del lettore e offre tutto in modo elementare, didascalico (tecnica un po’ datata). L’idea è invece buona, ma il paragrafo conclusivo, di nuovo, mi sembra non avere una specifica funzione nella storia, almeno stando a quello che mi è arrivato.
concordo a pieno con chi ha commentato prima di me. Il linguaggio è un po’ troppo aulico e manierista e nel racconto non se ne capisce la funzione rispetto alla storia. I personaggi sono nobili ottocenteschi, o altro? Ci sono frasi davvero senza efficacia, per es.: “ovattati tonfi di parvenza cerulea” non significa niente, ha una semantica difficile da cogliere per uno che non sia l’autore. Dal punto di vista tecnico, ti sei affidato al raccontato puro che, si sa, limita l’immedesimazione da parte del lettore e offre tutto in modo elementare, didascalico (tecnica un po’ datata). L’idea è invece buona, ma il paragrafo conclusivo, di nuovo, mi sembra non avere una specifica funzione nella storia, almeno stando a quello che mi è arrivato.
Re: Cacofonie da appartamento
Ciao Antonio,
scrivi in maniera molto elegante con alcuni termini e descrizioni molto aulici.
Questo stile ha molti pregi e allo stesso tempo, secondo me, rende più difficoltosa l'interpretazione del racconto.
Per esempio io mi trovo in difficoltà con il significato della storia.
Non ho trovato riferimenti ben precisi su cosa possa essere questo appartamento né cosa stia accadendo, quindi ci ho messo un po' di immaginazione (leggi "follia") e ho pensato che fosse un'umanizzazione di batteri all'interno di una coltura.
La mia ritengo sia un'a lettura fantascientifica e completamente fuori strada.
Spero che rivelerai qual (o quali, se ce ne sono di più) è il significato.
ciao
FAbio
scrivi in maniera molto elegante con alcuni termini e descrizioni molto aulici.
Questo stile ha molti pregi e allo stesso tempo, secondo me, rende più difficoltosa l'interpretazione del racconto.
Per esempio io mi trovo in difficoltà con il significato della storia.
Non ho trovato riferimenti ben precisi su cosa possa essere questo appartamento né cosa stia accadendo, quindi ci ho messo un po' di immaginazione (leggi "follia") e ho pensato che fosse un'umanizzazione di batteri all'interno di una coltura.
La mia ritengo sia un'a lettura fantascientifica e completamente fuori strada.
Spero che rivelerai qual (o quali, se ce ne sono di più) è il significato.
ciao
FAbio
- Massimo Tivoli
- Messaggi: 396
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Re: Cacofonie da appartamento
The Ocean Atlas ha scritto:Grazie mille per il tuo feedback Massimo.
...
Secondo me il raccontato puro immedesima ancor di più il lettore rispetto al racconto in terza persona, pensa...
Ciao Antonio,
aspetta, su questo punto c’è stato un fraintendimento: quando scrivo “raccontato puro” intendo che non fai uso del “mostrato”: il famoso “show don’t tell”. Non ha nulla a che vedere con la narrazione in prima o in terza persona per le quali sono d’accordo con te.
A rileggerci.
Re: Cacofonie da appartamento
Il problema maggiore da affrontare in un racconto breve è la necessità di avvinghiare il lettore in uno spazio brevissimo stupendolo con un finale a impatto. Chiaro, non è una regola, ma è un modo per arrivare al punto: uno stile come il tuo, per come la vedo io, fatica più di altri a trovare la propria via nel breve e il rischio maggiore è sempre che l'autore abbia chiarissimo in testa un'idea che però al lettore arriva con molta meno potenza. Trovo il tuo stile molto interessante, ma sono curioso di rileggerti dopo altre prove sul breve. Lo so, ti sto dicendo che forse su alcuni punti dovresti scendere a patti per semplificare, ma si tratta di cedere per ottenere e cmq non su tutto il fronte. Detto questo: l'appartamento mi sembrerebbe la sua anima, il palazzo un luogo in cui raramente si trova ad affacciarsi e la città ciò che lo circonda. L'aprirsi verso l'esterno, lo porta a aprire se stesso al mondo e agli altri. Però, ecco, la mia è un'interpretazione. Pollice ni a questo giro, ma allargato potrebbe rifiorire.
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